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LA SOCIETA COOPERATIVA Mensile di Legacoop Forlì-Cesena • Direttore Responsabile: Emilio Gelosi • Editore: Cooperdiem soc.coop. • Stampa: Tipografico soc.coop. Santa Sofia (FC) • Anno XVI n. 4/2012 • iscr. ROC 4503 • Aut.Trib. di Forlì del 20/10/97 • Reg.Stampa n.28/97 • Poste Italiane spa - spedizione in a.p. D.L.353/03 (Conv. L.46/04) art.1 comma 1, DCB Forlì - Tassa pagata • La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.7 D. Lgs. 196/2003, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, l’aggiornamento la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Legacoop Forlì-Cesena, via Monteverdi 6/b, 47122 Forlì. • codice ISSN 1971-6842 • Numero chiuso in redazione il 7 maggio 2012

L’Editoriale del mese

Un Accordo per il Credito alle PMI

U

na selezione darwiniana delle imprese da finanziare e sostenere, penalizzando in particolare quelle più piccole, è un grave errore che rischia di impoverire il territorio.

Lo sostiene “Una sola voce per l’economia”, sigla che riunisce le principali associazioni economiche di Forlì-Cesena, tra cui Legacoop, esprimendo il proprio appoggio all’idea di ripristinare un rapporto virtuoso con le imprese attraverso un accordo concreto, veloce e misurabile fra soggetti pubblici e privati, al fine di facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese.

La situazione per quel che attiene l’accesso al credito è diventata molto seria per la tenuta del nostro tessuto economico.

Alla necessità delle imprese di ottenere finanziamenti per sostenere una liquidità precaria legata ai ritardi costanti dei pagamenti (dal momento che la giustizia civile, con i suoi tempi biblici, non riesce a tutelare i diritti dei creditori), si unisce troppo spesso la beffa di veder peggiorare le proprie condizioni bancarie.

Le imprese di Forlì-Cesena continuano a mantene-

CARTAINTASCA, CI CONTO

Conscoop Vince a Rocca delle Caminate a pagina

Ignazio Marino in Visita alla “Tragitti” a pagina

Ai lettori

re un tasso di correttezza e di legalità (vale a dire di rispetto degli impegni assunti) superiore a quello di altre province. Ciò mette in luce un tessuto imprenditoriale sano e tenace nel voler continuare a creare ricchezza e valore aggiunto, condizioni

indispensabili per garantire occupazione, coesione sociale e benessere diffuso.

A l le ba nc he p e r t a nto “Una sola voce per l’economia” chiede un approccio non ragioneristico alla questione dei finanziamenti alle imprese.

Ciò che serve è un atteggiamento lungimirante che sostenga il tessuto produttivo rifuggendo dalla tentazione di pensare che la logica della selezione naturale delle imprese sia una soluzione al problema e che solo alcune tipologie di impresa

meritino di essere sostenute e finanziate. In questo senso “Una sola voce” torna con forza a sollecitare una politica del credito adeguata a superare la crisi e che ciò sia un passaggio fondamentale per garantire in futuro nuovi investimenti.

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l’Irst diventa Irccs e Punta sulla R icerca a pagina

Il progetto Cartaintasca di Legacoop si rinnova: grazie all’accordo con Cariromagna diventa uno strumento per accreditare stipendio e pensione, fare pagamenti e raccogliere sconti e vantaggi per i soci e dipendenti delle cooperative associate.

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Il Modo Nuovo di Arrivare Con le sue 4mila copie mensili La Società Cooperativa è da più di 15 anni lo strumento più importante di informazione e comunicazione del movimento cooperativo di Forlì-Cesena.

Alla tradizionale spedizione postale e a quella via web si affianca ora una nuova modalità. Dallo scorso numero, infatti, la Società Cooperativa viene distribuita in modalità “free press” in alcune decine di cooperative, uffici, luoghi di ritrovo, supermercati, ospedali (tra cui l’IRST) e centri commerciali. Fateci sapere cosa ne pensate.

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Fabio Blaco

La coda dell’orribile decennio 2001-2010 è come quella dello scorpione, ancora capace di avvelenarci anche questo e il prossimo anno, anche se ha perso parte della sua forza. Le politiche di controllo dei governi in tempi di uragani dei e sui mercati possono poco, ma alcune cose che si possono fare non vengono attuate. Innanzi tutto una rigorosa lotta agli sprechi.

In ballo non ci sono soltanto i mega stipendi dei parlamentari europei, nazionali, regionali (pensate a un deputato regionale siciliano), ma anche quelli che riguardano gli alti di Pietro Caruso burocrati dello Stato (Inps, Inpdap, Inail, Authority di ogni genere e colore). Fra l’altro le assunzioni in questi organismi non sono state quasi mai trasparenti, per non dire soltanto clientelari, familistiche e amorali. Non è nell’interesse dell’economia pubblica sottrarre risorse così ingenti, così come non solo è saggio, ma è il minimo che si dovrebbe fare quello di dimezzare i rimborsi elettorali teoricamente in arrivo. La riforma della politica serve ad esempio in un Paese che non ha una profonda maturità democratica anche se talvolta il popolo sembra essere migliore della sua rappresentanza. Il limite ai salari bassi ci deve essere. Sotto i mille euro c’è soltanto un obbligo morale dello Stato: l’integrazione a quella soglia minima per tutti a qualsiasi contratto collettivo appartengano.L’inflazione che a marzo ha registrato un 3,3 per cento potrebbe promettere che alla fine di questo anno sia il 3 per cento ed oltre la media inflattiva, contro un aumento dei salari che in media annua difficilmente potrù superare l’1.3 per cento. Se a questo dato d’ipotesi statistica si aggiungono gli aumenti in corso su tasse, tariffe e tributi è assolutamente realistico che la media per ogni persona raggiunga una media fra 1.5001.600 euro alla fine di questo anno a famiglia. È un mese in meno di stipendio per chi ce l’ha. E chi ha un mutuo, un prestito in corso, è in solidarietà, è in cassa integrazione, in mobilità, o bussa in cerca di occupazione? Serve anche una politica dei redditi, quando si torna a parlare di crescita ma va costruita una ricchezza sociale fondata sulla capacità di conquistare una ricchezza “diversamente ricca” rispetto gli speculatori.

Fotoservizio Fabio Blaco

Al Basso c’è un Limite

LA SOCIETÀ COOPERATIVA

2 // DALLA PRIMA // LA CARD SI RINNOVA

Linea di confine

PARTNERSHIP La nuova Cartaintasca è stata presentata nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il direttore di Legacoop Forlì-Cesena, Monica Fantini, e il presidente di Cariromagna, Sergio Mazzi (foto in basso).

ORA CARTAINTASCA DIVENTA SUPERFLASH

A

tre anni dal lancio si rinnova i l pro g e t t o C a rt a I nTa s c a , l’innovativo circuito di servizi promosso da Legacoop Forlì-Cesena che raggiunge più di quattromila soci e dipendenti delle cooperative aderenti. La prima novità riguarda il call-center dedicato: CartaInTasca mette infatti ora a disposizione dei titolari un numero verde (800 46 42 66) a cui rivolgersi per trovare soluzioni immediate nel campo della famiglia, della casa, del benessere e della salute. Sul sito www.cartaintasca.com sono invece elencate le convenzioni dirette che consentono di ottenere sconti immediati in numerosi negozi, palestre, istituti di for-

Grazie all’accordo con la Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna la carta può essere attivata in banca e diventare così uno strumento per inviare e ricevere pagamenti. mazione, alberghi e ambulatori medici della provincia di Forlì-Cesena.

Ma la vera innovazione dell’edizione 2012 di CartaInTasca è la firma dell’accordo con la Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna grazie al quale il possessore può decidere di attivare l’opzione per trasformare la tessera in una carta di pagamento prepagata ricaricabile. In questo modo CartaInTasca può essere utilizzata, a costi molto più bassi

rispetto a un conto corrente, per accreditare lo stipendio, per fare e ricevere bonifici, ricaricare il cellulare, fare acquisti e prelevare contanti, in Italia e all’estero. Chi sceglie di attivare questa opzione può accedere, oltre che alle tante convenzioni dirette, anche alle promozioni del circuito Superflash di Intesa San Paolo, che incrementano ulteriormente il risparmio ottenibile.

Grazie a questi elemen-

ti Cartaintasca si presenta in modo molto diverso da una semplice e tradizionale “carta vantaggi”. «È la chiave che dà diritto non solo a risparmi e condizioni esclusive in molti esercizi commerciali di Forlì-Cesena e per servizi di vario genere sul territorio, ma soprattutto consente di entrare a far parte di un sistema di opportunità ad ampio raggio a sostegno della famiglia, della casa, della salute e benessere, oltre che del tempo libero», spiega il direttore di Legacoop Forlì-Cesena, Monica Fantini. «Il suo scopo e la sua utilità – prosegue il direttore – sono di “liberare il tempo” delle persone che lavorano curandosi di ricerca-

re, al posto loro, le migliori e le più convenienti opportunità di servizio per soddisfare, nel momento in cui serve, le loro esigenze e urgenze quotidiane. In altri termini l’obiettivo è costruire un progetto di conciliazione tra tempo di vita e tempo di lavoro per le persone che ne accedono». «Mettiamo a disposizione le nostre più innovative soluzioni – aggiunge Sergio Mazzi, presidente di Cariromagna – per dare nuovi strumenti alle famiglie e alle realtà economiche del nostro territorio, per contribuire alla crescita e allo sviluppo in questa dif ficile fase congiunturale».

Emilio Gelosi

LA SOCIETÀ COOPERATIVA

3 // PRODUZIONE LAVORO // PARTONO I RESTAURI

CONSCOOP VINCE LA GARA DI ROCCA DELLE CAMINATE La storia recente la vede protagonista di una profonda ricostruzione tra il 1924 e il 1927, per farne la residenza estiva di Benito Mussolini. La rocca, infine, ha fatto da scenario ad importanti e tragici avvenimenti della storia recente del nostro Paese, in particolare per quanto riguarda la Resistenza e la Repubblica di Salò.

La Regione ha assegnato al recupero di Rocca delle Caminate 3,3 milioni di euro (fondi strutturali europei Por-Fesr 2007-2013, Asse 1). Da parte sua la Provincia di Forlì-Cesena ha previsto un co-finanziamento di 1.415.000 euro, che porta la somma totale disponibile per il restauro a 4.715.000 euro, di cui 3.895.000 euro hanno rappresentato la base d’asta del bando appena aggiudicato (il resto per al-

Il consorzio guidato da Mauro Pasolini ha presentato un’offerta di circa quattro milioni di euro. recupero della rocca, è stato previsto specificamente dall’intesa provinciale del DUP, il Documento unico di programmazione della

Regione Emilia Romagna.

Il castello dispone di spazi coperti per una superficie lorda di circa 1.200 metri quadri.

L’edificio è destinato ad accogliere gli uffici, i laboratori di ricerca, una sala riunioni, un’ala per turni di ricerca H24 e un’ala per servizi di incubazione, start-up e spin-off universita r i a disposi zione del Tecnopolo, in particolare in collegamento con il progetto CICLOPE (laboratorio di fluidodinamica) in corso di realizzazione presso le Gallerie Caproni di Predappio.

Il Tecnopolo vedrà in totale l’impiego di 123 unità sul territorio provinciale dedicate alla ricerca, tra ricercatori e personale strutturato.

Per quanto concerne le altre strutture, sulla sommità della torre sarà ricollocato il manufatto del faro installato in epoca fascista, ma non ne sarà ripristinata la funzionalità per le limitazioni imposte dalle normative sull’inquinamento luminoso e per non arrecare disturbo al volo di aeromobili. Anche il vasto parco circostante, attualmente in gestione all’Agesci, sarà interessato da interventi di recupero delle essenze arboree e risistemazione dei sentieri, in particolare della rampa di accesso al castello.

I lavori inizieranno a settembre, durata prevista tre anni tre spese, Iva e altro, sempre in connessione al progetto).

L’intervento è mirato al consolidamento strutturale, al restauro conservativo e alla rifunzionalizzazione dei corpi di fabbrica esistenti, destinati alle attività connesse alla ricerca industriale prevista dal Tecnopolo di Forlì-Cesena.

Il finanziamento da fondi europei, che – grazie al cofinanziamento della Provincia – rende possibile il

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Archivio Provincia

È

stata recentemente aggiudicata la gara per il restauro del c a s t e l lo d i R o cca delle Caminate.

Due erano le offerte pervenute in Provincia a seguito della pubblicazione del bando di gara e vincitrice è risultata essere l’offerta del raggruppamento temporaneo di impresa tra Conscoop di Forlì, il Consorzio delle cooperative di Produzione Lavoro guidato da Mauro Pasolini, e Laboratorio del Restauro Srl di Ravenna, per un’offerta totale di poco meno di quattro milioni di euro.

L’aggiudicazione provvisoria dei lavori è avvenuta il 5 aprile 2012, dopo che per il 2011 si è provveduto alla pubblicazione del bando e alla complessa valutazione dei progetti concorrenti. I lavori partiranno nel settembre 2012, mentre la data di fine lavori è fissata per settembre 2014.

Si avviano così i lavori a lungo attesi per il recupero della storica rocca posta sulle prime colline forlivesi, realizzata intorno all’anno Mille, quindi più volte distrutta e ricostruita nel corso della sua tormentata storia.

Una forte scossa di terremoto nel 1870 la danneggiò gravemente mentre l’incuria e l’abbandono dei 50 anni successivi ne peggiorarono le condizioni.

RESTAURO La rocca delle Caminate accoglierà uffici e servizi del nuovo Tecnopolo universitario, che porterà 123 posti dedicati alla ricerca sul territorio provinciale.

4 // ALTA FORMAZIONE // GIOVANI COOPERATORI

F35 contro Volontari

MANAGER DELL’INNOVAZIONE AL VIA IL PERCORSO DI STUDI

I 23 miliardi per le spese militari si trovano, i 230 milioni per il servizio civile nazionale, no. È questa la scelta del governo italiano, solerte a confermare l’acquisto dei 131 cacciabombardieri F35 per la somma totale di 15 miliardi nonostante le numerose proteste di comitati, associazioni e singoli cittadini, ma indeciso al limite della di Fabio Gavelli paralisi nel finanziare il bando nazionale 2013 dei volontari. Al momento i soldi non ci sono e già quest’anno le risorse erano scese a 68 milioni dai 299 del 2009. A causa dei tagli il “contingente” dei ragazzi dai 18 ai 28 anni che sceglie di fare questa esperienza presso enti ed associazioni, si è assottigliato a meno di 9 mila unità, mentre nel 2006 erano stati 46 mila i giovani a cogliere questa opportunità. I volontari prendono 433 euro al mese, fanno esperienza, un terzo di quelli inseriti nelle cooperative sociali, a leggere gli studi, vengono poi assunti. D’altra parte per i soggetti del non profit (gli enti accreditati sono circa 3 mila 500), ma anche per le amministrazioni locali, l’apporto di chi fa servizio civile è molto importante, addirittura le piccole associazioni rischiano di non sopravvivere senza il prezioso contributo dei ragazzi.

Secondo una ricerca della Conferenza nazionale degli enti servizio civile, un euro investito in questa attività ne rende tre. Il servizio è stato istituito nel 2001 e da allora è stato abbracciato da 260 mila giovani, impegnati in occupazioni di solidarietà, cooperazione e tutela del patrimonio nazionale. Allora qual è il problema? Purtroppo è una galassia che non ha rappresentanza politica e quindi soccombe a vantaggio di altri attori, bene inseriti nei meccanismi del potere.

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iovani dipendenti, quadri e collaboratori di aziende cooperative, laureati e studenti universitari interessati ad acquisire le competenze che sono alla base della gestione dell’impresa cooperativa. Sono questi i destinatari del primo corso di formazione permanente “Manager dell’Innovazione nell’Impresa Cooperativa”, promosso dalla Facoltà di Economia di Forlì – Università di Bologna e da Legacoop, in collaborazione con AICCON e SERINAR. La materia sarà analizzata sia dal punto di vista economico-finanziario che da quello della gestione delle risorse umane, delle dinamiche di gruppo e dell’innovazione, senza dimenticare i valori cardine dell’etica e della mutualità. Cento le ore di formazione pre-

viste, di cui ottanta di aula e venti di progetto formativo. Le lezioni si terranno presso le aule del Polo Scientifico-Didattico di Forlì. L’attività didattica d’aula si aprirà giovedì 21 giugno 2012, con i restanti moduli da settembre 2012 a febbraio 2013. Direttore del corso è Giulio Ecchia, preside della Facoltà forlivese. Tra i docenti vi sono sia professori universitari che manager cooperativi esperti. «Questa iniziativa nasce come naturale evoluzione della nostra scuola di management cooperativo e delle politiche di formazione permanente che abbiamo intrapreso nel corso degli anni», spiega il direttore di Legacoop ForlìCesena, Monica Fantini. «L’obiettivo è quello di fornire strumenti pratici di lavoro per affrontare il mercato competitivo di oggi, in cui l’innovazio-

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ne gioca un ruolo sempre più importante». Le lezioni si svolgeranno in due fine settimana al mese. Per partecipare alla selezione occorre essere in possesso di laurea triennale o, in assenza del titolo, del diploma di maturità e di una comprovata esperienza professionale in ruoli manageriali in impresa cooperativa, da attestare tramite curriculum vitae. Il corso è a numero chiuso e prevede un massimo di venticinque partecipanti.

Il rilascio dell’attestato di formazione permanente è condizionato alla frequenza del 70% delle ore totali della didattica. La quota di iscrizione è di duemila euro a persona, che potranno essere sostenuti anche dalle imprese di appartenenza.

Per informazioni e iscrizioni: Roberto Cardinale, tel. 0543-785411.

Donne della Cooperazione Romagnola - foto di Luciano Liuzzi

Soc.Coop. a r.l.

Via Porzia Nefetti, 55 - 47018 Santa Sofia (FC) (FC) T. +39 0543 973016 - 0543 F.(FC) +39 0543 973234 T. Porzia +39 0543 973016 - Santa F. +39 973234 Via Porzia Via Nefetti, Nefetti, 55 - 47018 55 - 47018 Santa Sofia (FC) Sofia T. +39info@stctipografico.it T.0543 +39 973016 0543 973016 F. +39 F. 0543 +39 973234 0543 973234 info@stctipografico.it - www.stctipografico.it - www.stctipografico.it info@stctipografico.it info@stctipografico.it - www.stctipografico.it - www.stctipografico.it Premiato Premiato Stabilimento Stabilimento Tipografico Tipografico dei Comuni dei Comuni Via aPorzia Soc.Coop.

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Università di Bologna e Legacoop Forlì-Cesena insieme ad Aiccon e Serinar

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Globale e Solidale

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LA SOCIETÀ COOPERATIVA

5 // FACCIA A FACCIA // A CURA DEL TAVOLO GIOVANI

AL CENTRO I C’È SEMPRE LA MUTUALITÀ C

A D aderisce al qua r to pr i ncipio e lo interpreta at t r ave r s o me cc a n i sm i i nter no di governance in grado di garantire l’autonomia e la gestione da parte dei propri membri, soci lavoratori.

CAD non attua discriminazioni ne accetta pressioni per l’adesione associativa, infatti, possono essere soci cooperatori tutte le persone fisiche aventi capacità di agire, che abbiano maturato una capacità professionale nei settori di cui all’oggetto della Cooperativa o che comunque possano collaborare al raggiungimento dei fini sociali con la propria attività lavorativa o professionale (art. 6 dello Statuto Sociale). La principale forma contrattuale è quindi quella del socio lavoratore, nel rispetto del principio di mutualità e della partecipazione alla gestione. Al 31/12/2011 la percentuale dei soci, nell’intero organico CAD, è pari all’84,7%.

La gestione si esprime attraverso la partecipazione alle Assemblee dove i soci sono chiamati a deliberare sui temi propri del mandato statutario (vedi Art. 33 dello Statuto), ad esprimere la partecipazione ai programmi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte

Il principio

Autonomia e Indipendenza dell’Impresa Le cooperative sono organizzazioni autonome, basate sull’auto aiuto e gestite dai loro membri. Se esse stipulano accordi con altre organizzazioni, compresi i governi, o raccolgono capitale dalle fonti esterne, fanno ciò a condizioni che assicurano comunque il controllo democratico da parte dei loro soci e mantengono inalterata la loro autonomia cooperativa.

strategiche e a decidere, in base ai risultati economici, sulla loro destinazione.

Per CAD è diventata prassi l’invito a tali momenti per i dipendenti come ulteriore momenti informativo e di condivisione degli argomenti trattati mantenendo comunque la peculiarità del voto ai soli soci lavoratori.

In Assemblea inoltre i soci eleggono tutti i membri del Consiglio d’amministrazione: elemento di garanzia di governo interno ed autonomo. A queste azioni istituzionali si associano quelle rivolte a favorire e implemenatre la aprtecipazione attiva e diretta. CAD, infatti, ritiene che una forma di partecipazione attiva dei propri soci e dipendenti sia di grande importanza per l’intera cooperativa. Per questo motivo mette in atto varie azioni volte a promuovere un coinvolgimento diretto della base sociale e lavorativa, fra cui: • tutti i soci e dipendenti possono richiedere ed ottenere incontri con la direzione/presidenza; • il Bilancio di esercizio viene esposto nelle bacheche degli uffici prima di essere pubblicato; • il Bilancio Sociale è distribuito a tutti i dipendenti e soci, oltre ad essere pubblicato sul sito della cooperativa e del CISE; • periodicamente vengono effettuati coordinamenti di servizi, a cui partecipano i coordinatori e – talvolta – membri della Direzione Operativa in relazione ai temi trattatati;

• unitamente ai cedolini delle buste paga vengono inviate comunicazioni integrative.

CAD esprime, inoltre, la propria autonomia attraverso la trasparenza negli atti e nelle procedure redigendo da anni strumenti di rendicontazione interna ed esterna quali il Bilancio sociale.

La cooperativa redige il Bilancio Sociale a partire dal 2004 seguendo come standard di riferimento quello elaborato dal Gr uppo di Studio sul Bilancio Sociale e – per l’edizione del 2009 – le linee guida dell’Agenzia per le ONLUS. Il Bilancio Sociale viene distribuito a tutti i dipendenti, ai soci, alle istituzioni ed è consultabile dall’intera cittadinanza, infatti è pubblicato sul sito della cooperativa (www.coopcad.it) e sul sito del CISE della Camera di Commercio di Forlì – Cesena.

A supporto delle azioni sopra descritte di trasparenza e autonomia di gestione, CA D ha volontariamente previsto una certificazione esterna del Bilancio di Esercizio.

CAD ha da sempre affidato a società esterne la revisione contabile del bilancio di esercizio e ha confermato l’incarico per il triennio 2010 – 2012. La società individuata si occupa di verificare la regolare tenuta della contabilità sociale e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili, verificare che il bilancio di esercizio corrisponda alle risultanze delle scritture contabili e degli accertamenti eseguiti e che sia conforme alle norme che lo disciplinano.

Da l 2012 inolt re CA D sta operando per ottenere la certificazione in base alla legge 231 sottoponendosi volontariamente alle visite dell’Organismo di Controllo che, fra i suoi compiti, ha quello di verificare eventuali ingerenze esterne alla gestione soprattutto nei rapporti con la P.A. Elena Grilli Presidente CAD

mmagino che questo principio sia nato da un contesto di conquista di diritti, in un momento storico dove risultava vitale sottolineare l’indipendenza delle cooperative.

Pensando all’attualità, credo che il principio si rifletta soprattutto su aspetti economici della gestione, legati principalmente alla capitalizzazione della cooperativa e ad una capacità finanziaria in grado di garantire autonomia nei rapporti con partner e committenti.

Nella recente storia di Uniser noi soci ci siamo accorti che il pieno controllo dei progetti attraverso cui la cooperativa offre i suoi servizi era un fattore di grande rilievo per determinarne lo sviluppo e la crescita. In passato si era sempre puntato a coordinare e gestire i progetti più importanti per conto di altri soggetti, scegliendo di sacrificare parte della propria autonomia in favore di una minor esposizione finanziaria. Tuttavia, vista la natura della nostra attività e l’avvio di una strategia aziendale basata sulla creazione di un “brand” rispetto ai nostri servizi, era essenziale una ricapitalizzazione che ci consentisse di avere maggior forza contrattuale.

Ora chi decide di commissionarci un servizio sa di comprare un prodotto interamente confezionato dalla cooperativa e si rapporta con noi in una situazione di parità e collaborazione, non più di controllo.

Abbiamo anche riflettuto sulla possibilità di cercare par tecipa zioni di capitale esterno, ma l’inevitabile perdita di autonomia che la scelta avrebbe comportato ci ha indotto ad optare per un’altra soluzione, sebbene più onerosa per i soci nel breve termine. R ibadisco perciò che per la mia esperienza l’autonomia oggi è strettamente legata alla vision e alla strategia di sviluppo aziendale della cooperativa. Non si può parlare di autonomia prescindendo dal concetto di sostenibi-

Quarto confronto sui principi fondamentali di Rochdale tra cooperatori di generazioni diverse. Questo mese parliamo di autonomia e controllo democratico. lità economica: se le attività non risultano sostenibili credo invece sia ragionevole valutare di cedere una parte della propria autonomia.

Contrariamente al passato l’autonomia non è più una questione ideologica: se non si dispone di un capitale in grado di garantire all’azienda il patrocinio di prodotti o servizi, l’autonomia non si preserva.

Penso inoltre che, chi ha scelto di costituire una cooperativa abbia già scelto di essere autonomo nel mercato del lavoro e per questo trovo che questo principio sia insito nella natura stessa di un cooperatore dei giorni nostri.

La nostra è una cooperativa di quattro soci. Il controllo non è altro che una parte del sistema di governance. Abbiamo un piano regolare di assemblee dei soci in cui prendiamo decisioni strategiche. Cerchiamo di dare formalità a questi momenti e li separiamo dalle riunioni operative.

Queste ultime sono sempre più frequenti su singole tematiche e progetti, e vi partecipano anche i collaboratori, ma le teniamo ben separati dai momenti assembleari riservati ai soci. È tuttavia ov vio che le procedure formali, come

ad esempio la verbalizzazione di ogni assemblea, in una cooperativa così piccola passino in secondo piano rispetto alla concretezza con cui si traducono operativamente le decisioni prese.

I soci si riuniscono una volta ogni due settimane per discutere decisioni da prendere: in questi momenti il presidente presenta i nuovi progetti che la cooperativa può sviluppare e quello che comportano in termini economici e operativi, per avere il via libera da parte dei soci. Il responsabile amministrativo aggiorna sulla situazione contabile e finanziaria, si dibattono e decidono regolamenti interni e scelte strategiche relative alla gestione.

In una piccola cooperativa immagino sia molto più facile condividere il controllo da parte dei soci.

Sono momenti formativi perché in tali riunioni vengono espresse perplessità su diversi aspetti della vita finanziaria della cooperativa e i soci hanno pienamente modo di comprendere il funzionamento dell’azienda e sollevare ogni tipo di perplessità o critica costruttiva.

Infine, ritengo che il controllo democratico sia strettamente legato al concetto di mutualità: chi segue le attività di crescita della cooperativa, non sempre pensa a come le altre risorse umane impegnate nell’operatività possano affrontare il progetto di sviluppo. Chi si deve confrontare con gli effetti dello sviluppo, soprattutto se soci, deve intervenire in queste scelte in modo da renderle oculate, concertate, consapevoli e sostenibili.

Andrea Lombardi Presidente UNISER

GOVERNANCE E MECCANISMI DEMOCRATICI

6 // REDAZIONALE // A CURA DI COOPERDIEM SOC.COOP.

Roma, Romagna

LA SOCIETÀ COOPERATIVA

Fotoservizio Fabio Blaco

A scuola ho sempre amato la storia, fin dalle elementari e dalla primitiva consapevolezza che il susseguirsi degli eventi delle storie personali si incrocia con eventi di rilevanza planetaria che accompagnano la Storia delle genti e delle nazioni.

Ho ancora ben impressa la prima volta in cui lessi una pagina dedicata all’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria (1830 – 1916).

In essa era raffigurato il ritratto di un giovane longilineo, accanto alla foto di un anziano calvo e baffuto. di Cristian Maretti Nella didascalia si faceva chiaro riferimento alla decadenza fisica dell’Imperatore, associandola alla decadenza e alla fine del glorioso impero Austro-Ungarico, scosso dalle spinte rivoluzionarie e indipendentiste che dal 1848 in poi agitarono quasi tutti i territori posti sotto alla sua secolare dominazione.

Era la fine di un impero.

La prima guerra mondiale sancì il punto finale di un potere immenso che non sarebbe mai più tornato.

Ripensando a questa pagina di storia mi è facile tracciare un parallelo con l’attuale situazione italiana. Con la massima libertà ciascuno di noi potrebbe vedere dei “Franceschi – Giuseppi”, forse meno longevi, ma sicuramente con i segni del tempo che inarrestabili solcano i loro volti in contemporanea con i segni della decadenza che da molto tempo mettono alla prova il nostro Paese.

Non ne faccio un discorso giovanilista, anzi.

Ho sempre creduto che l’esperienza delle persone anziane fosse un giacimento ineguagliabile di storie sempre attuali, se bene interpretate, e i loro racconti, orali o scritti, una opportunità di crescita per i più giovani.

Il problema arriva quando in virtù dei successi del passato, la saggezza e l’esperienza si trasformano in superficialità e arroganza, e la gestione del potere perde quell’ingrediente di umiltà e di ascolto che trasforma il comando in Governo.

A ben pensarci non è un’esclusiva della classe politica. Occhio, dunque, almeno alle fotografie…

Fabio Blaco

Occhio alla Fotografia

IGNAZIO MARINO IN VISITA ALLA COOP TRAGITTI Il presidente della Commissione parlamentare ha incontrato operatori e pazienti

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omenica 29 aprile il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’ef ficienza del Ser vizio Sanitario Nazionale, ha visitato la cooperativa sociale Tragitti di Forlì, da oltre vent’anni considerata una struttura modello per la cu-

ra e la riabilitazione dei pazienti psichiatrici. Marino si è recato presso la residenza sanitaria socio-riabilitativa “Podere Rosa” di Barisano, incontrando gli operatori della cooperativa e gli ospiti.

Durante il suo intervento Marino ha raccontato il modo in cui la commissione da lui guidata ha messo in luce le drammatiche con-

COMMISSIONE Il lavoro parlamentare svolto da Marino ha messo in luce le drammatiche condizioni degli ospedali psichiatrici giudiziari e ha posto le condizioni per il loro superamento.

dizioni in cui spesso sono costrette a vivere le persone detenute negli Ospedali p s ic h i a t r ic i giudi zia r i.

Sono ancora sei in Italia le strutture di questo tipo, in cui le carenze igienico-sanitarie e di cura si sommano alla difficoltà di rispettare i diritti fondamentali della persona. Solo ora, grazie al portato della Commissione, ci sono concrete possibilità di arrivare al superamento di essi entro il marzo del 2013. Marino, accompagnato dal consigliere regionale Thomas Casadei, ha espresso apprez za mento per il lavoro svolto dai soci della cooperativa Tragitti auspicando che si arrivi presto ai decreti ministeriali che daranno operatività alla legge,

la quale – ha sottolineato – è già stata finanziata.

Apprezzamento per il lavoro svolto dalle coop sociali «Il lavoro che svolgiamo è un lavoro di presa in carico della persona con progetti personalizzati, che attraverso la costruzione di un clima di tipo domestico-famigliare nelle nostre strutture procede verso la ricostruzione di reti sociali e un percorso terapeutico e riabilitativo che tiene costantemente in conto l’individualità e la centralità della persona», ha spiegato la presidente della cooperativa Tragitti, Patrizia Turci. «Il lavoro della Commissione Marino – ha aggiunto – potrebbe avere il significato e l’impatto di

una nuova legge Basaglia, quella che portò nel 1978 alla chiusura degli ospedali psichiatrici».

«La cooperazione sociale – ha aggiunto la responsabile Welfare di Legacoop Forlì-Cesena, Enrica Mancini – ha avuto, ha e avrà un ruolo importante a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale perché riesce a rispondere con professionalità e anche con una certa flessibilità ai bisogni della persona, grazie a realtà che seguono in modo rapido ed efficace i cambiamenti delle necessità espresse dalla collettività».

Tragitti è nata nel 1991, aderisce a Legacoop ForlìCesena e attualmente occupa 65 persone, tra soci e lavoratori. È presente nei territori di Forlì, Cesena e Imola, dove gestisce strutture a carattere residenziale.

7 // SANITÀ // L’IRST DIVENTA IRCCS

LA SOCIETÀ COOPERATIVA

P

orta la firma del Ministro della Salute Renato Balduzzi e del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata di venerdì 13 aprile che riconosce all’IR ST il carattere di Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico. Si conclude così un iter durato oltre due anni che segna un passaggio fondamentale nella crescita dell’Istituto.

«Il riconoscimento ottenuto – commenta il Presidente dell’IRST, Roberto Pinza – è un fatto di portata storica: per la prima volta avremo in Romagna un Istituto di ricerca in un settore come quello oncologico di grande delicatezza e nel quale gli avanzamenti scien-

Dopo tre anni di sforzi l’Istituto Tumori di Meldola viene riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico. Pinza: «È un riconoscimento storico». Amadori: «Miglioreranno ancora qualità della cura e dell’assistenza ai malati». tifici sono più rapidi. Ringrazio di cuore per la grande attenzione riservata all’IRST il Ministro Balduzzi, il Presidente della Regione Vasco Errani e l’Assessore Carlo Lusenti».

«I l r iconosci mento ad Irccs era il principale obiettivo che l’Istituto si era prefisso fin dalla sua costituzione – spiega il Direttore

Generale dell’IRST, Mario Tubertini – e questo è un traguardo per il quale debbo ringraziare tutti coloro che all’interno dell’IRST e fuori dall’IRST, si sono adoperati in tale direzione. Questo riconoscimento conferma, oltre al valore scientifico, anche l’adesione dell’Istituto ai principi di trasparenza, partecipazione ed efficienza. Il

Cinguettii nella Rete Foto Blaco

UNA REALTÀ ANCORA PIÙ SCIENTIFICA

PROTAGONISTI Il presidente e il direttore scientifico di IRST, Roberto Pinza e Dino Amadori. Il provvedimento porta la firma del ministro della Salute Renato Balduzzi.

percorso di crescita tuttavia non può certo dirsi concluso, anzi: l’impegno da oggi sarà quello di potenziare le attività al fine di mantenere il riconoscimento ottenuto visto che fra tre anni saremo sottoposti a nuova visita ispettiva. In particolare, dovremo incrementare il livello della ricerca scientifica; così facendo crescerà la qualità della risposta dell’assistenza e della cura, consentendoci contestualmente di accedere a maggiori quote di finanziamento per le stesse».

«Con il riconoscimento di Irccs dell’IRST si apre una nuova fase dell’attività scientifica dell’Istituto», afferma il professor Dino Amadori, Direttore Scientifico IRST. «Le relazioni di collaborazione scientifica già presenti a livello nazionale e inter-

I DIECI ANNI DI ARKÈ COL SIGILLO DI IKEA Il colosso svedese dona gli arredi al “Flauto Magico”

I

kea, il colosso dei mobili svedese, tende una mano ad Arkè, la cooperativa sociale cesenate che opera principalmente nel campo del disagio adolescenziale. La comunità per minori “Il Flauto Magico” ha infatti ricevuto una generosa dona-

Notizie a margine

zione di mobili e arredi. Arkè gestisce alcune comunità socio-educative per minori e neo-maggiorenni e ha un lungo curriculum di attività, corsi di formazione e di inserimento lavorativo rivolti al reinserimento e alla riabilitazione dei ragazzi che hanno

nazionale saranno ulteriormente potenziate e soprattutto l’IRST potrà proporsi come capofila di alcuni tra i più importanti progetti di ricerca, a tutto beneficio della qualità della cura e dell’assistenza ai malati oncologici».

«L’IRST – conclude il Direttore Sanitario, Mattia Altini – potrà da oggi accedere alle risorse per la ricerca scientifica e sanitaria messe a disposizione dal Ministero, rapportarsi direttamente con la Regione e inserirsi nella rete di saperi formata dagli altri Irccs diffusi sul territorio nazionale. L’IRST da oggi, infatti, affiancherà gli altri dieci Istituti attualmente impegnati nella ricerca in area oncologica fra i quali l’Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano e l’Istituto Europeo di Oncologia».

attraversato o stanno attraversando momenti difficili della loro vita.

Quello appena trascorso è stato un anno ricco di riconoscimenti per la cooperativa sociale. Per celebrare il decimo anniversario dalla fondazione la cooperativa sociale ha organizzato nei mesi scorsi a Cesena un’apprezzatissima giornata di formazione che ha messo a confronto magistrati, psicologi e addetti ai lavori sul delicatissimo tema della transizione tra comunità di accoglienza alla vita in autonomia.

Grazie al successo dell’appuntamento Arkè si è confermata come una delle realtà meglio integrate nella rete di welfare del territorio.

È l’ora di Twitter. La moda del momento, il messaggino su internet alla velocità-limite di 140 battute (ma un pensiero coerente ci sta dentro adeguatamente?), fagocita politica e giornalismo. Ne fa le spese pure un mostro sacro come Giuliano Ferrara. Il fatto: Giancarlo Leone, mega dirigente Rai (nonché figlio dell’ex presidente della Repubblica) di Emanuele Chesi ha risposto così a un tweet che sparava a zero contro l’Elefantino: «A proposito di Ferrara. Ieri, lunedì, Tg1 5.352.000 spettatori (21.77%), Radio Londra 4.103.000 (15.32%), Affari Tuoi 5.488.000 (19.39%)».

Così: secco, puntuale, una sentenza senza appello scolpita nei numeri. In una fascia oraria che macina oro con la pubblicità, la perdita di oltre sei punti di share rispetto al Tg precedente è una catastrofe. E’ come dire che gli spettatori scappano quando c’è Ferrara e tornano subito dopo! Apriti cielo. Tutti a commentare: ‘’La Rai scarica Ferrara’’. E lui che risponde via agenzia e così di seguito bla bla. Una tempesta in un bicchier d’acqua. Forse. Ma, a parte che stiamo parlando del programma di commenti politici di punta di Raiuno, il segno è comunque forte e denota uno spostamento sempre più netto del dibattito politico sui social network. Viene da chiedersi se questo sia un sintomo di modernità (lo fanno in America...) oppure l’ennesimo scivolamento autoreferenziale della casta.

Perché i milioni di italiani che non si preoccupano di ‘’tweettare’’ non hanno saputo nulla di questa storia.

8 // AGROALIMENTARE // REDAZIONALE A CURA DI COOPERDIEM SOC.COOP.

LA SOCIETÀ COOPERATIVA

Un momento del convegno organizzato da Apofruit Italia presso la sala convegni di Cesena Fiera lo scorso 23 marzo.

L’incontro

Giovani al Vertice

LE STRATEGIE DI APOFRUIT

PER IL PROSSIMO BIENNIO Marchi, alleanze e più qualità per garantire il reddito ai soci agricoltori

G

uardare oltre la crisi mettendo a frutto le capacità propositive di un gruppo che negli ultimi 15 anni ha vissuto una crescita costante.

Con questo obiettivo la grande cooperativa ortofrutticola Apofruit si appresta a sviluppare i prodotti proposti al mercato con il marchio Solarelli e ad allargare le alleanze con altre realtà produttive del settore.

L’intento finale di questa strategia resta, naturalmente, quello di assicurare più valore aggiunto e maggiori servizi per i produttori soci. Una strategia che è stata illustrata nell’incontro “Gruppo Apofruit – I nostri progetti oltre la crisi” di venerdì 23 marzo nella sala Europa del Centro Congressi di Cesena Fiera

Tre lustri di sviluppo Quindici anni di crescita continua, frutto di acquisizioni e fusioni con altre cooperative, hanno portato Apofruit ad una produzione di 250.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli ritirati dai soci, mentre nel 2000 erano 130.000.

Il valore della produzione è passato dagli 88 milioni di euro del 2000 ai 246 milioni di euro del 2010, il patrimonio netto ha raggiunto i 102 milioni di euro.

Dati che pongono Apofruit ai vertici del comparto

ortofrutticolo nazionale.

Ora il Gruppo punta ad una crescita più qualitativa che dimensionale. Si pensa a sv iluppa re tra i soci varietà vegetali più qualificate, con calibri migliori e più a lt e qu a l it à gustative, ma soprattutto si vuole valorizzare ulteriormente la politica di marca come strumento per dare identità alla frutta prodotta dai soci.

Da Almaverde ai Solarelli Dopo la positiva esperienza di Almaverde Bio, che in 12 anni di investimenti è diventata il leader del biologico in Italia, il medesimo obiettivo mette ora al centro la linea Solarelli, che caratterizza i prodotti di alta qualità dei soci di Apofruit.

Così come Almaverde Bio si presenta forte di 12 partner in rappresentanza di altrettanti settori merceologici ed ha pianificato una strategia di sviluppo per promuovere il biologico fuori dai circuiti tradizionali della moderna distribuzione, anche il marchio Solarelli apre ad altri partner specialisti nei diversi prodotti del paniere ortofrutticolo italiano, e punta allo stesso risultato di mercato.

Il traguardo che si è prefisso il gruppo è quello di p or t a r e i l f at t u r ato dei

prodotti a marca propria da l l’at tua le 21% a l 30% entro la fine del prossimo biennio.

Il brand Solarelli vuole dare identità al consumo di frutta Per realizzare questo progetto viene rilanciata la Moc Mediterraneo (nata nel 1998 per gestire un progetto di aggregazione tra realtà del sud e del nord Italia) che assume la denominazione di Mediterraneo Group, alla cui presidenza viene confermato Pietro Ciardiello, direttore della cooperativa Sole di Parete (CE), partner storico del gruppo Apofruit, mentre la Direzione v iene affidata a Ilenio Bastoni.

La nuova rea ltà di cui fanno già parte oltre alla coop Sole, la Coltor di Avezzano (AQ) e la Codma di Fano (PU) – si candida come “filiale” prev ist a da lla nor mativa dell’Organizzazione Comune di Mercato (OCM) e si apre a nuovi partner che intendono perseguire progetti comuni di valorizzazione e commercializzazione dei migliori prodotti ortofrutticoli italiani. Al momento hanno aderito al progetto O.P. Terra di Bari (uva da ta-

vola), Opo Veneto di Treviso (radicchio), F.lli di Stasi di Potenza (broccoli e verdure a foglia) Sicilsapori di Catania (arance e limoni) e Coop Faro di Ragusa (ortaggi di serra), Qualità e tipicità «Vogliamo fare di Solarelli la linea che caratterizza non solo l’eccellenza qualitativa delle produzioni del nostro gruppo – anticipa Ilenio Bastoni – ma anche lo strumento per dare una identità alla nostra frutta.

Intendiamo dare una forte caratterizzazione territoriale alle nostre produzioni.

Vogliamo sposare qualità e tipicità. Non venderemo indistintamente fragole, ma Candonga della Basilicata,

I prodotti a marchio verso i 70 milioni entro il 2013 Albion della Sila, Fragole di Romagna e, da quest’anno, inseriremo anche la fragola Sabrina della Campania».

«I ntend ia mo sostenere i nostri Soci ancora di più di quello che non abbiamo fatto in questi anni – gli ha fatto eco Mario Tamanti, Direttore di Apofruit– in questo processo di trasformazione verso l’innovazione e la qualità. Intendiamo puntare più sulla qualità che sulle quantità prodotte.

In questo modo pensiamo di avere maggiori possibilità di tutelare il reddito ai nostri produttori». « Si a mo conv i nt i c he la crisi passerà e vogliamo essere pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno – conclude Renzo Piraccini, Amministratore Delegato del Gruppo – siamo orgogliosi della natura di impresa cooperativa di primo grado che caratterizza Apofruit, un’identità che ci permette di essere vicini ai nostri Soci produttori, e vogliamo mantenerla, ma intendiamo anche sfruttare le sinergie che solo la condivisione con altre imprese può consentire. L’obiettivo, che non è solo commerciale ma strategico, è di portare il fatturato dei prodotti a marchio a 70 milioni di euro entro il 2013».

Il plauso della politica «I nuovi progetti di Apofruit – ha sostenuto Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, intervenendo all’incontro di Cesena – puntano ad accrescere il valore dell’ortofrutta sul mercato, attraverso un aumento della produzione a marchio e un allargamento delle alleanze con le altre imprese. È la strada giusta, la strada dell’innovazione e dell’approccio di sistema che può assicurare maggior reddito stabile nel tempo».

Mirco Zanotti e Mario Tamanti, rispettivamente Presidente e Direttore di Apofruit, sono stati i protagonisti del secondo appuntamento del ciclo “I Gastronauti”, incontri conviviali promossi dal Tavolo Giovani di Legacoop Forlì-Cesena in collaborazione con l’Associazione Virginia Senzani, con l’obiettivo di far incontrare e dialogare le diverse generazioni del movimento cooperativo provinciale.

Nel corso della serata, svolta martedì 27 marzo alla Locanda della Fortuna di Bertinoro, i due dirigenti si sono confrontati con una platea di giovani cooperatori di vari settori, ai quali hanno raccontato la loro esperienza all’interno di una delle principali realtà del settore agroalimentare a livello nazionale, quale appunto è Apofruit.

Meno barriere culturali retaggio del passato, più coinvolgimento dei soci e dei giovani e gioco di squadra: è così che Mario Tamanti ha delineato la ricetta del lavoro in cooperativa, ribadendo come la cooperazione possa dare più risposte del mondo privato, anche in una fase di crisi come quella attuale.

«Abbiamo tanti progetti, c’è un futuro in questo settore – ha rimarcato il Direttore di Apofruit – e dobbiamo saperlo affrontare con gli strumenti più adatti, organizzandoci per tutti i tipi di mercato, dai più piccoli a quelli più grandi e lontani. Per questo dobbiamo puntare su qualità e innovazione, ma dobbiamo anche saper lavorare sulle aziende agricole di prospettiva, che saranno quelle che faranno l’Apofruit dei prossimi anni».

Già da tempo del resto nella cooperativa è in atto un percorso di trasformazione che, attraverso fusioni e aggregazioni, ha portato dagli anni Novanta ad oggi Apofruit a crescere fino ad arrivare agli oltre 4.000 soci attuali, con una presenza in pressochè tutte le regioni italiane e marchi leader nel settore, come Almaverde Bio. «L’ampliamento della nostra dimensione – ha ricordato Mirco Zanotti, Presidente dallo scorso luglio – è stato un percorso inevitabile per avere più peso e fare massa critica. Resta forte il legame con la base sociale, anche attraverso le figure dei soci delegati. Lavoriamo molto sul ricambio generazionale e per farlo puntiamo sulle risorse interne presenti in cooperativa, con percorsi di formazione e affiancamento che ci consentono di preparare al meglio i nostri quadri dirigenziali. In cooperativa c’è possibilità di crescita, molte cose si imparano sul campo con l’esperienza: non è detto che il nuovo sia uguale a chi lo ha preceduto, ma questo non ci deve spaventare».