Novembre 2003 ok

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Forlì-Cesena

Mensile di Edit Sapim srl - Anno VII n.11 - novembre 2003 - Aut. Trib. di Forlì del 20/10/97 - Reg. Stampa n. 28/97- Sped. abb. Post. art. 2 Comma 20/b, Legge 662/96 - Dir. P.T. Forlì - Tassa pagata - Pubbl. inf. 45%. La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.13 L.675/96, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, chiedendone la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Edit Sapim, via Hercolani 2, 47100 Forlì.

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Chi sostiene la separazione della Romagna dall’Emilia è convinto che gli organi amministrativi della Regione, resa operante nel 1970, non abbiano agito per un generale riequilibrio dell’intero territorio, determinando di fatto una crescita alquanto squilibrata a danno delle nostre aree. Ma è proprio vero che la Romagna ha saputo sviluppare una minore capacità imprenditoriale, di lavoro, di investimenti? E se questo fosse avvenuto, la situazione perdura? Ancora, se in passato la distribuzione delle risorse fosse stata eventualmente a vantaggio della “più forte’ parte emiliana, è proponibile che per “sanare” questa situazione si ricorra ad un ente autonomo che, a quel punto, dovrebbe avere risorse di gran lunga superiori ad ogni altra realtà per intervenire di più rispetto al livello attuale? Le ragioni economiche non paiono molto consistenti, perché anche all’interno di Regioni consolidate dal punto di vista della dislocazione imprenditoriale vi sono aree disomogenee per reddito individuale. Nessuno può pensare che dall’ingegneria istituzionale possa di per sé scaturire lo sviluppo. Considerati gli indicatori economici, anche quelli recentissimi delle province romagnole, oggi la Romagna non può assolutamente essere considerata una realtà di serie B. Il suo sviluppo ha ormai basi più che solide che vanno ulteriormente consolidate. Avere come riferimento istituzionale una piccola Regione, e non una tra le Regione più forti d’Europa, può indebolire il sistema delle imprese. L’unità del territorio è un fattore decisivo per competere economicamente in ambito europeo. Siamo di fronte ad una Romagna profondamente cambiata; non è un’area da assistere e negli ultimi anni ha compiuto un salto di qualità, dovuto sostanzialmente a tre fattori: l’insediamento universitario, il rafforzamento di peculiarità come il turismo della Riviera ed il consolidamento produttivo nei settori caratteristici. È innegabile che l’economia romagnola poggia su settori trainanti, che devono essere ulteriormente sviluppati. Si fa riferimento, in primo luogo, al settore agroalimentare e alla commercializzazione dei prodotti di filiera, già oggi uno degli elementi portanti dell’economia del nostro territorio, così come lo è il turismo. Si considerino, inoltre, le potenzialità di crescita del sistema produttivo della piccola e media impresa e di quello della logistica, in considerazione del fatto che la Romagna rappresenta lo snodo dei rapporti Nord-Sud e, in chiave europea, è dotata di infrastrutture da utilizzare al meglio. È per questo che Legacoop, come associazione di imprese, ritiene si debbano valorizzare ulteriormente i punti di forza. Quindi serve una Regione Emilia-Romagna più forte? Sì, c’è bisogno di un punto ordinatore, riformista, che prevalga sui localismi e sappia interloquire con le parti sociali, sciogliere i nodi, ad esempio che sappia decidere e non ostacolare o farsi ricattare sui grandi temi delle infrastrutture di cui il nostro territorio ha straordinariamente bisogno. Infine, questa Regione sarà più forte, cioè più capace di responsabilità, se saprà essere veramente sussidiaria, se romperà definitivamente con gli antichi mali dello statalismo.

Dopo una trattativa du rata quasi due anni è stato firmato il primo contratto pro v i n c i a l e della cooperazione so ciale. La parte economi ca prevede 160 Euro di una tantum a novembre 2003 e l’introduzione di un ERT (Elemento Retri butivo Te rritoriale) del valore massimo stabilito in 400 euro annui.

HERA FORLI’-CESENA Srl Sede - Distretto Cesena: Via A. Spinelli, 60 47023 CESENA tel. 0547.643711 fax 0547.643800 Distretto Forlì: Via Balzella, 24 47100 FORLI’ (FC) tel. 0543.790911 fax 0543.724272 Distretto Rubicone-Mare: Via Rubicone Dx, 1950 47039 SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC) tel 0541.933914 fax 0541. 931672

Due giorni di convegni e workshop, il 5 e 6 di c e m b re a Marr a k e c h , per dare il via all’inter nazionalizzazione della filiera agroalimentare in vista del 2010, anno in cui si apriranno le fron tiere del Nordafrica. L’i niziativa è org a n i z z a t a da Regione Emilia-Ro magna e Legacoop For lì-Cesena.

47100 FORLI’ Via C. Hercolani, 2 Tel. 0543/378211 - Fax 35383 Sms 340 4359664 47023 CESENA Via Ravennate, 1540 Tel. 0547/384320

Martedì 18 novembre una numerosa delegazione di coo peratori, guidata dal direttore di Legacoop Forlì-Cesena, Bruno Carioli, ha partecipato in Prefettura alla cerimo nia di firma del registro delle condoglianze per i caduti di Nassiryia. In seguito all’attacco del 12 novembre Lega coop aveva inviato un messaggio al comandante dei Ca rabinieri di Forlì-Cesena, Roberto Petrecca, ed al coman dante del 66° Reggimento Trieste di stanza a Forlì, Ugo Correale. «Legacoop Forlì-Cesena - si legge nel messag gio - condanna la natura barbara del terrorismo: nessuna giustificazione e nessuna indulgenza sono possibili per at ti di questo tipo. I cooperatori di Forlì-Cesena auspicano che la comunità internazionale, unita e sotto l'egida del l'Onu, aiuti il popolo iracheno a ritrovare la pace, l'ordi ne, la sicurezza e fermi la spirale di odio e di violenza in nescata in Irak».


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