Nandorin

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Lindon regione nel Beleriand orientale ove gli Elfi Verdi si stabilirono, precedentemente chiamata Ossiriand (WJ:385). L'idea che Lindon sia un termine Nandorin non si trova nelle Etimologie; qui il vocabolo è detto essere invece Ilkorin, derivato da Lindân-d (LR:369 s.v. LIN2) e definito come "terra musicale" ("a causa delle acque e degli uccelli"). Tuttavia, il nome Lindon nella concezione matura di Tolkien's rappresenta il primitivo Lindânâ (WJ:385), il quale è chiaramente Lindâ "Linda, Elfo del Terzo Clan" + la ben attestata desinenza aggettivale -nâ. Lindânâ pertanto indica semplicemente "(terra) dei Lindar", "(Terra) Lindarin". Destando interesse, tale termine Nandorin da una fonte più tarda delle Etimologie conferma la perdita dell'originale finale -â vista in molti vocaboli elencati in Etim. Lindon da Lindânâ è anche il nostro solo esempio di come la mediale â risulti in Nandorin; essa sembra divenire o. (Cfr. il Doriathrin, nel quale linguaggio la primitiva mediale â diviene ó.) Lindórinand "Valle della Terra dei Cantori (= Lindar, Teleri)", "Lórien" (UT:253). Gli elementi devono essere lind- "cantore, Linda" (cfr. pl. Lindi sopra), dóri- "terra" (la forma indipendente può differire; vedere dóri-) e nand "valle" (q.v.). Lórinand "Valle dell'Oro (luce dorata)", "Lórien". Alterato da Lindórinand, q.v. (UT:252-253). Tale vocabolo sembrerebbe puntare a lóri- (la forma indipendente può differire in qualche modo) come il termine Nandorin per "oro, luce dorata", trasparentemente un derivativo della radice LÁWAR (LR:368) che ricopre precisamente tale significato; una forma primitiva laurê è data nelle Etimologie. Tale vocabolo da solo testimonia di uno spostamento Nandorin au > ó. (Comunque, la vocale finale di laurê dovrebbe essere attesa risultare come -a in Nandorin; cfr. hrassa da khrassê; può essere che lóri- piuttosto rappresenti un aggettivo di colore *lauri; se così la finale -i può essere preservata solamente prima di desinenze ed in composti, la forma indipendente essendo *lór.) lygn "pallido". Forma primitiva data come lugni "azzurro", sc. la radice LUG1 (LR:370, non definita) con una desinenza -ni non altrimenti attestata, sebbene -i sia una desinenza trovata in molti primitivi aggettivi di colore. La desinenza -i causa umlaut sulla u > y; confrontare yrc come il plurale di urc "Orco". Che una originale finale -i corta sia capace di causare tale umlaut allo stadio dell'Eldarin Comune è alquanto sorprendente, dacché il Quenya Primordiale lugni dovrebbe essere divenuto *lugne in tale stadio, e la finale e difficilmente dovrebbe causare umlaut. Forse siamo ad intendere che la modifica della finale i nell'Eldarin Comune e avvenne relativamente tardi, dopo che gli Eldar avevano traversato gli Hihtaeglir e si erano separati dai Nandor? meord "fine pioggia". Forma primitiva data come mizdê, derivato dalla radice MIZD (LR:373) che non è definita, ma Christopher Tolkien è indubbiamente corretto nell'osservare che le radici MISK (che fornisce parole per "umido") e MITH (che fornisce parole per "foschia umida" e "grigio") sono probabilmente intese essere correlate con MIZD. La desinenza -ê vista in mizdê sembra in tal caso denotare una sostanza. Mentre la finale -ê talvolta diviene -a in Verde-elfico, essa qui è andata perduta; vedere beorn per alcune riflessioni su questo. Tale vocabolo da solo mostra eo da i, ma cfr. eo da e in beorn. nand "valle", isolato da Lindórinand, Lórinand (q.v. per riferimenti). Mentre tale vocabolo non è dato nelle Etimologie, esso è chiaramente derivato dalla radice NAD (LR:374) e perciò uno stretto affine del simile vocabolo Doriathrin nand "campo, vallata". L'affine Quenya nanda (indicante "prato umido, piana allagata") indica una forma primitiva *nandâ; come nella maggior parte dei casi, la finale -â è perduta in Nandorin. scella, sciella "ombra, schermo" (prob. sostantivo). Forma primitiva data come skalnâ, derivata dalla radice SKAL1 "proteggere, coprire (dalla luce)" (LR:386). Dacché -nâ è una desinenza aggettivale, spesso assumendo il significato di una specie di participio passato, skalnâ deve intendere "protetto, coperto (dalla luce)"; ciò è divenuto un sostantivo "ombra, schermo" in Nandorin. Il vocabolo scella, sciella da solo ci dice che ln è assimilato a ll in Nandorin, e come in dunna, spenna una primitiva finale -â, usualmente persa, sembra persistere come -a seguendo una doppia consonante. lo spostamento di a in e in skalnâ > scella è uguagliato allo spostamento simile in *spannâ > spenna, q.v. Comunque, tale spostamento non occorre in quelle che potrebbero sembrare condizioni simili (prima di una doppia consonante?); cfr. hrassa, non *hressa, from khrassê. Sembrerebbe che e possa ulteriormente frazionarsi in ie, scella avendo la forma alternativa


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