FLORENCE & TUSC ANY

breaking through the layers you didn’t know were holding you back.


breaking through the layers you didn’t know were holding you back.
L’estate è il tempo della luce piena, quella che accarezza le pietre antiche di Firenze, che si rifrange sui marmi del Duomo, che gioca tra le pieghe dei palazzi rinascimentali e delle strade ancora segnate dalla storia. Ma questa stagione porta con sé anche un altro tipo di luce: quella interiore, che ci invita a risvegliare i sensi, a rallentare il passo e a vivere la città con uno sguardo più consapevole. In un momento storico in cui la velocità e la distrazione sembrano dominare le nostre giornate, Firenze ci offre una lezione di presenza. Camminare per le sue vie diventa un esercizio di ascolto: il suono dei passi sui sampietrini, il profumo dei tigli in fiore, la luce del tramonto che colora d’oro le facciate. Ogni angolo può essere una piccola rivelazione, se siamo disposti a coglierla.Questa estate, più che mai, Firenze si riempie di eventi, mostre, concerti e iniziative culturali pensate per coinvolgere e ispirare. Occasioni preziose non solo per celebrare la bellezza, ma anche per riflettere sul valore della sua tutela. Perché godere di un luogo così straordinario significa anche rispettarlo, proteggerlo, viverlo con attenzione. L’illuminazione dei sensi non è solo un’esperienza personale: è un atto di amore verso ciò che ci circonda. È riconoscere che la bellezza non sta solo nei monumenti o nei capolavori custoditi nei musei, ma in ogni dettaglio della quotidianità fiorentina: in una finestra aperta su un cortile nascosto, in un caffè sorseggiato lentamente, in uno sguardo condiviso con chi incrociamo per strada. There’s beauty all around you. Sta a noi sceglierla, viverla e custodirla.
“Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” - Mark Twain –
ELITISM FLORENCE
There’s beauty all around you. Issue n° 31 july | August | September 2025
Quarterly ~ Florence ~ Italy
EDITOR
Francesca Querci
VICE - EDITOR
Francesca Cellini
DESIGN
Bianca Tozzi
CONTRIBUTORS
Serena Becagli, Sabrina Carollo, Marta Matteini, Cristina Tedde, Alice Dini, Gabriele Merlini, Viola Rosai
PHOTO CREDITS
Giulia Vezzosi
TRANSLATIONS
NTL traduzioni
PRINTING
CARTOGRAFICA TOSCANA - Pescia (PT) www.cartograficatoscana.com
PUBLISHER
Q sas
Piazzale Donatello 20, 50132 Firenze p.iva 07198480480
Aut.Trib. - Firenze N. 6048 del 14 Aprile 2017
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0 WELCOME p. 4
1
ESTATE A PRATOLINO p. 8 + 9
3 VILLA BARDINI p. 12 + 13
5 SMISURATA p. 16 + 17
6
DAVIDE STUCCHI, YERVANT GIANIKIAN E ANGELA RICCI LUCCHI p. 18
7 CASA MARTELLI p. 20 + 21 FLORENCE & TUSCANY
2 LA FACCIATA DEL DUOMO p. 10 + 11
4 LE ORME DEL MUGELLO p. 14 + 15
8
EXPO CHIANTI CLASSICO p. 22 + 23
10
p. 26 + 27 + 28
TANTO PER INIZIARE UN DISCORSO
12
UNA STRADA DA ABITARE: LA NUOVA VIA PALAZZUOLO p. 32 + 33
15 SARA MESSINGER p. 38 + 39
9 VILLA LA QUIETE p. 24 + 25
11 I POSTERINI DI ELITISM p. 30 + 31
14
UNA NUOVA VISIONE DELL'ARTIGIANATO p. 36 + 37
17
HARRY'S BAR p. 42 + 43
19 ESTATE 2025 p. 46 + 47
20 REVULVA p. 48 + 49
22 L'ARGENTARIO p. 54 + 55
13
ENJOY RESPECT FIRENZE p. 34 + 35
16 TANABATA p. 40 + 41
18 MUSART FESTIVAL 2025 p. 44 + 45
21 MAX-Y GALLERY p. 50 + 51
Tra fine giugno e metà luglio, nel cuore verde del Parco Mediceo di Pratolino, accade qualcosa di straordinario: la superficie dello specchio d’acqua che si stende davanti al Colosso dell’Appennino si colora di bianco, rosa e giallo, annunciando la fioritura del loto. In un momento in cui la maggior parte delle piante ha già superato il culmine primaverile, il loto sboccia silenzioso e maestoso, aggiungendo al paesaggio una nota sospesa e rarefatta.
Originaria dell’Asia, questa pianta sacra all’Induismo e al Buddismo è simbolo di purezza, rinascita e forza interiore: le sue radici affondano nel fango, ma il fiore emerge candido e asciutto, come a ricordare che anche dalle difficoltà può nascere bellezza. Il bacino di Pratolino, con i suoi riflessi e la presenza imponente del Colosso di Giambologna, offre una cornice unica per osservare questo fenomeno naturale, che ogni anno attira fotografi, botanici e visitatori in cerca di stupore.
Luglio prende vita un programma culturale tra i più ricchi dell’estate toscana: “Un Parco di Musica e altre storie”, rassegna promossa da Città Metropolitana di Firenze e Comune di Vaglia con il coordinamento di Music Pool, porta nel parco oltre 30 eventi tra concerti, spettacoli teatrali, danza, performance e letture. Un
mosaico di proposte che coinvolge numerose realtà artistiche del territorio.
Tra gli appuntamenti più attesi, Musart Festival Firenze torna a Pratolino per la sua decima edizione, dal 17 al 26 luglio 2025, con grandi nomi della scena musicale: da Loredana Bertè a Roberto Vecchioni, da Diodato a Nino D’Angelo, fino al concerto sinfonico di Giovanni Allevi e all’attesa reunion dei Gatti Mézzi. I concerti si svolgono all’aperto, immersi nella natura, preceduti da visite guidate e momenti di convivialità presso la Locanda del Parco.
Il Parco Mediceo di Pratolino, sito UNESCO, è di proprietà dalla Città Metropolitana di Firenze e rappresenta uno degli esempi più affascinanti di parco monumentale in Italia.
Parco Mediceo di Pratolino Via Fiorentina 276 - Pratolino (Vaglia - FI)
INFO
cittametropolitana.fi.it/parco-mediceo-di-pratolino/ Fb @parcodipratolino Ig @parco_mediceo_di_pratolino
I milioni di visitatori che ogni anno giungono in piazza del Duomo rimangono incantati dalla grande facciata ottocentesca della Cattedrale, la cui mole splendente di intarsi marmorei, statue e mosaici, insiste sulla piazza come un monumento a sé stante, seppur armoniosamente raccordato al Campanile e al Battistero e alle parti più antiche del tempio cui appartiene.
Dopo che la fronte medievale fu demolita nel 1587, sostituita da un fondale architettonico dipinto solo alla fine del Seicento, nel XIX secolo finalmente si decise di dotare il duomo di una facciata. La nuova struttura fu messa in opera tra il 1875 e il 1887, dopo un travagliatissimo succedersi di proposte e concorsi, che s’intrecciarono con la nascita del Regno d’Italia e, per un periodo, di Firenze capitale. Il progetto fu elaborato dall’architetto Emilio De Fabris e l’opera fu finanziata da un importante numero di donatori.
Si pensò che l’erigenda facciata dovesse essere in stile neo-gotico per rievocare il tempo glorioso del libero Comune, e i più valenti artisti del tempo la popolarono di un centinaio di sculture, tre grandi mosaici e tre porte bronzee.
Quest’insieme di figure è articolato secondo un programma iconografico elaborato dallo stesso De Fabris insieme al filosofo Augusto Conti. Il tema centrale è l’omaggio alla Vergine Maria e al Salvatore, ma esso si amplia in un disegno teologico più complesso, per cui la Fede cristiana è generatrice del genio fiorentino e italiano. In ragione di ciò vediamo la Vergine e i Santi collocati accanto ai grandi della storia patria. In un contesto siffatto un posto particolare lo occupano gli artisti, cui è dedicata la galleria dei ritratti nel registro sommitale, a dire che l’arte sacra è manifestazione privilegiata dell’ispirazione divina.
La facciata, dunque, non è un semplice, per quanto sontuoso, fondale scenico, come l’odierna cultura dell’effimero potrebbe forse percepirla, ma un testo per figure carico di memoria, di pensiero e di poesia.
duomo.firenze.it
A pochi passi dal cuore pulsante di Firenze, tra Costa San Giorgio e Borgo San Niccolò, si apre un luogo incantato e fuori dal tempo: il Giardino Bardini Affacciato su uno dei panorami più suggestivi della città, questo spazio verde rappresenta un rifugio silenzioso, immerso nella natura, pur trovandosi nel pieno centro storico. Un angolo sospeso, dove Firenze si mostra nella sua veste più poetica e autentica.
Un’antica guida di fine Ottocento lo definiva “un delizioso e vastissimo giardino, comodamente accessibile con le carrozze nonostante la costa ripida e scoscesa” – e così è ancora oggi: un giardino spettacolare, che si arrampica sulla collina e regala una vista unica, incorniciata dalle antiche mura medievali.
Il Giardino Bardini custodisce sette secoli di storia fiorentina: un racconto di botanica, di paesaggio e di gusto, che attraversa epoche e stili. Nel Seicento e Settecento fu un sontuoso giardino barocco, impreziosito da grotte, statue, fontane e boschetti di lecci. Nell’Ottocento accolse le influenze del giardino anglo-cinese di Le Blanc e, in seguito, l’eleganza del gusto vittoriano con camelie, peonie, aiuole a cestino e romantici cordoni di rose amati dai principi CarolathBeuthen.
Oggi il giardino non è solo un luogo di bellezza e contemplazione: è un centro vivo di cultura, che ospita mostre, eventi e iniziative legate all’arte
contemporanea, in dialogo costante con la storia e la natura circostante. Un connubio che rende questo spazio unico, capace di parlare a pubblici diversi e generazioni differenti.
Villa Bardini e il suo giardino sono stati restituiti alla città nel 2006, dopo un importante intervento di recupero promosso da Fondazione CR Firenze, che ancora oggi se ne prende cura attraverso la sua strumentale Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron
Il Giardino Bardini continua così a vivere nel segno della cura, della bellezza e della memoria: un luogo in cui Firenze ritrova la propria anima, stagione dopo stagione.
INFO
Villa Bardini
Costa S. Giorgio, 2, Firenze www.villabardini.it
Orme del Mugello, un progetto nato per promuovere il turismo lento in una terra ricca di storia, natura e tradizioni. In un’epoca in cui tutto scorre velocemente, questo approccio invita a rallentare, vivere il viaggio in modo autentico, rispettoso dell’ambiente e in profonda connessione con i luoghi visitati. Il Mugello, con i suoi paesaggi incontaminati, boschi, torrenti, castagneti secolari e antichi sentieri, è il luogo ideale per immergersi in un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Camminare lungo i suoi sentieri significa ascoltare i suoni della natura, scoprire piccoli dettagli come una farfalla o una pianta monumentale, e lasciarsi raccontare le storie di chi abita queste terre. Il turismo lento qui è anche un modo per prendersi cura di sé: attraverso il “forest bathing” si può ritrovare equilibrio e benessere psicofisico.
Il Mugello offre opportunità per tutti i gusti: escursioni a piedi, in bicicletta, a cavallo o in compagnia del proprio cane, grazie alla rete di percorsi ben segnalati. Gli appassionati di mountain bike troveranno itinerari adatti a ogni livello, dalle passeggiate in famiglia attorno al Lago di Bilancino ai tracciati tecnici per enduro, sempre immersi in scenari mozzafiato. Anche chi ama andare a cavallo potrà esplorare i percorsi del SO.F.T. e scoprire angoli remoti con l’aiuto di centri equestri locali.
Chi viaggia con animali troverà nel Dog Trekking un’esperienza perfetta: i sentieri del Mugello si prestano a passeggiate condivise con il proprio cane, grazie anche alla presenza di strutture e servizi pet friendly.
Questo progetto prevede itinerari tematici interconnessi che possono durare da poche ore a più giorni, coprendo l’intero territorio del Mugello e soddisfando tutti i gusti: cultura, arte, enogastronomia, benessere e molto altro. Questi percorsi permettono di esplorare la storia locale, ripercorrendo le vie di pellegrini, mercanti, combattenti e contadini, attraverso guide cartacee e digitali con audio, video e immagini.
I sentieri richiamano nomi illustri che hanno fatto la storia del territorio, come la famiglia Medici, Giotto, Beato Angelico, Giovanni della Casa e molti altri.
Durante il viaggio è possibile sostare in borghi, aziende agricole e fattorie, per assistere alla produzione artigianale e assaporare la cucina locale, frutto della tradizione tosco-romagnola. Le strutture ricettive mugellane accolgono camminatori, ciclisti e cavalieri offrendo comfort e ospitalità, rendendo ogni giornata un ricordo prezioso.
Tutti gli itinerari e le tracce GPX sono disponibili su www.ormedelmugello.com/routes, per pianificare facilmente la propria esperienza di turismo lento nel cuore autentico della Toscana.
Visita www.ormedelmugello.it oppure www.mugellotoscana.it e lasciati ispirare!
Dal 31 maggio all’8 settembre 2025, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta SMISURATA, una mostra dedicata alle opere di grande formato provenienti dalla propria collezione, con un allestimento curato in collaborazione con l’architetto Ibrahim Kombarji
La mostra nasce dall’esigenza di restituire visibilità a quelle creazioni monumentali che, per ragioni di spazio e programmazione, raramente trovano collocazione all’interno dell’esposizione permanente. Dopo il successo di Eccentrica – il nuovo percorso di collezione firmato Formafantasma – Smisurata raccoglie opere storiche e più recenti che si distinguono per impatto visivo, potenza simbolica e capacità di generare immaginario collettivo.
Pensata in dialogo con gli spazi del museo e con una forte attenzione all’accessibilità, la mostra riflette la vocazione del Centro a essere un luogo aperto, dove l’arte diventa occasione di incontro tra culture,
linguaggi e comunità. A Prato, città abitata da oltre cento nazionalità, questo valore è ancora più evidente.
Le installazioni, disposte tra le sale progettate da Italo Gamberini, propongono un’esperienza immersiva e riflessiva, costruita intorno al gesto del "porgere" e alla condivisione dello spazio.
Tra gli artisti in mostra: Mario Merz, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Karen Kilimnik, Lorenza Longhi, Marco Bagnoli, Julian Opie, Jacopo Miliani e molti altri. Un viaggio visivo e concettuale attraverso opere che sfidano i limiti e aprono nuove prospettive.
Caterina De Nicola, To Become a Butterfly of the Capitalist Extracting Surplus-Value, 2023 Tecnica mista, vari materiali, 6 lettere scultoree / Mixed media, various materials, 6 sculpture-shape letters | Foto Giulio Boem
Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci presenta due nuove mostre che riflettono l’identità plurale e la vocazione politica del museo. Light Lights è la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista Davide Stucchi, curata da Stefano Collicelli Cagol. La mostra gioca su un equilibrio sottile tra materia e luce, spazio e percezione, immergendo il visitatore in un paesaggio fatto di sculture leggere e quasi invisibili, costruite con minuterie, lampade, interruttori e oggetti comuni. L’illuminazione non è esterna ma interna alle opere, che abitano lo spazio con autonomia e ribaltano le consuete logiche espositive. In dialogo con l’Ala Piccola Nio del Centro, l’allestimento invita a esplorare nuovi modi di abitare l’arte, evocando ambienti domestici immaginari e riflettendo sul valore estetico del quotidiano. A questa ricerca si affianca l’arrivo in collezione dell’opera video La marcia dell’uomo di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, acquisita grazie al bando PAC 2024 del Ministero della Cultura. Installata su tre grandi schermi, l’opera attraversa la storia del colonialismo italiano in Africa restituendo, attraverso filmati d’archivio, uno sguardo critico sul passato e sulle sue persistenti ombre. La mostra sarà accompagnata da una rassegna video presso il cinema del Centro, dedicata ai temi affrontati dai due artisti: memoria storica, migrazioni, conflitti, identità.
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci - V.le della Repubblica, 277 Prato | centropecci.it
IL FORNO
Piazza San Marco 9/b - Firenze Tel. 055 280981
Via San Gallo 62/r - Firenze Tel. 055 475975
Viale De Amicis 49/R Tel. 055 669666
IL FORNO BISTROT
Via G. Orsini 63/65 - Firenze Tel. 055 689763
IL CATERING Tel. 055 689763 info@fornopugi.it
EVENTI Tel. 055 689763
locandasantacaterina@gmail.com
www.fornopugi.it
Varcare la soglia di Palazzo Martelli, è fare un viaggio nel viaggio. In via Zanetti 8, a due passi dal Duomo e dalla Chiesa di San Lorenzo, la casa/museo, offre ai visitatori una mostra gratuita ed un pezzo di storia fiorentina. La dimora vede la sua rinascita architettonica a partire dal 1738, per conto di Niccolò e Giuseppe Maria Martelli. L'architetto Ciurini e i pittori Meucci, Minozzi e Contestabile, fanno il resto.
Le stanze dell'edificio, aprono ai visitatori una vera e propria collezione di opere e dipinti, collezionate e donate alla nobile famiglia a partire dal 1627, quando furono celebrate le nozze tra Maria ed il senatore
Marco Martelli.
Un elogio del Barocco, con tele che ritraggono non solo la famiglia in momenti di vita vissuta, ma anche soggetti mitologici, battaglie, paesaggi bucolici, vedute di città d'Italia ed autoritratti.
Soffitti affrescati e decorati da Connestabile, raffigurano le nozze di Cosimo dei Medici e Camilla Martelli fino a poeti antichi fiorentini ritratti sul Monte Parnaso.
Dipinti meravigliosi, utilizzati non solo per abbellire le sale ma anche come allegoria del vivere l'amore,
riprendendo così le problematiche relazionali della famiglia.
Il Salottino Pucci e la stanza della Cappella, sono forse tra le più suggestive in termini di arredi e disposizione di opere e decorazioni.
Nonostante la facciata esterna sia semplice e poco vistosa, al piano terra due stanze colpiscono sicuramente l'attenzione del visitatore. La scalinata con corrimano in ferro battuto che rimanda alla famiglia con al culmine lo stemma dinastico raffigurante un grifone d'oro, porta ad un immenso salone che ha il compito di aprire le danze.
La Sala da ballo, ricrea una vera e propria piazza all'aperto, con finestre dipinte e un soppalco che rimanda ai vecchi balconi nobiliari delle case. L'idea è quella di non aver pareti intorno ma solo spazio dove danzare in armonia.
Dell'inizio dell' Ottocento, sono invece gli appartamenti estivi del piano terra, ultima perla che le guide bravissime e preparate, regalano a fine visita.
Comunemente chiamate “Sale Boscherecce”, poiché le pareti rimandano ad un romantico paesaggio boschivo, con una vasca da bagno decorata a rovine, e la il
Giardino D'inverno, o "Bersò", dipinto a trompe- l'oeil da Gaetano Gucci con un'elegante loggia a pergolato. Qui si entra in un bosco incantanto, staccando totalmente da caos cittadino. Questo gioiello architettonico e non solo, è visitabile gratuitamente il martedì pomeriggio dalle 13 30 alle 18 30, ed il sabato mattina dalle 9 alle 13, in ordine di arrivo ed in piccoli gruppi, per poter al gustare il “viaggio” nella Firenze che fu. a cura di Cristina Tedde
Dall'11 al 14 settembre piazza Matteotti, cuore storico di Greve in Chianti, accoglie una speciale occasione per conoscere il vino nel suo territorio di produzione. Promossa e organizzata dal Comune, la rassegna Expo Chianti Classico porta in piazza i produttori ed è un percorso istituzionale, nato dalla collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico, le attività economiche e produttive fiorentine e senesi, che da 53 anni promuove un'area della Toscana, resa autentica dalla sintesi armoniosa tra storia, bellezza e sostenibilità.
L'appuntamento dedicato al mondo al vino chiantigiano è l'omaggio che l'amministrazione comunale dedica ad uno degli eventi più longevi del territorio che accoglie oltre 60 produttori del Chianti Classico di area fiorentina e senese e centinaia di diverse etichette del Chianti Classico, riunite anche nel padiglione collettivo. Il valore aggiunto della manifestazione è l'organizzazione di un ricco programma di iniziative artistiche, culturali ed eventi legati al mondo del vino e non solo. Il cartellone della rassegna, particolarmente vario, propone momenti musicali, spettacoli, escursioni, incontri culturali e tante occasioni di approfondimento incentrate sui vini e gli oli del nostro territorio con degustazioni guidate da tecnici e sommelier nella sala consiliare del Comune e in piazza Matteotti.
INFO: expochianticlassico.com expochianticlassico.com/
Villa La Quiete, domina la collina di Castello a Firenze, ai piedi di Monte Morello. Deve il suo nome, ad un affresco di Giovanni da San Giovanni, intitolato La Quiete che domina i venti, datato 1632. Trovai il nome bellissimo, come è magica la struttura ed il suo giardino recentemente aperto al pubblico.
La Villa è di proprietà della Regione Toscana ed è parte del sistema museale dell'Università di Firenze. Storicamente appartenne a varie personalità di spicco per poi essere comprata nel 1627, da Cristina di Lorena, che la ristrutturo’ e le diede il suo periodo di maggior splendore.
Cristina, fece edificare un passaggio sospeso, una variante in piccolo del Corridoio Vasariano, che portava ad un vecchio Monastero camaldolese, dedicato a San Giovanni Evangelista di Boldrone.
Alla morte di Cristina, per un breve tempo divenne residenza monache, per poi rifiorire nel lusso e negli arredi dal 1720 con l'arrivo di Anna Maria Luisa de’ Medici, che la impreziosi’ con oggetti provenienti da Palazzo Pitti e Palazzo Vecchio.
Ridecoro’ il giardino rendendolo all'italiana, grazie al botanico Sebastiano Rapi,già giardiniere di Boboli, che curò e fece arrivare specie botaniche e frutticole da varigia giardini medicei.
Si estende da sud ed è strutturato simmetricamente con aiuole geometriche, riquadrate da siepi di bosso e ornate da fontane.
La vista si perde in un grande scalinata, ornata da
piante di magnolia che porta ad un piccola grotticina non tutt'ora agibile.
Sono numerosi i viali e vialetti interni che portano al boschetto di lecci, allori e corbezzolo, volutamente lasciati alti per ricreare ambientazioni di caccia, ovvero come regnaia per catturare piccoli volatili.
Ad est della villa, delimitato da una limonaia, si trova un piccolo parco all'inglese ottocentesco, informale ed asimmetrico.
Il lavoro si restauro realizzato dall Ateneo Fiorentino, è immenso, ed ha visto alla riapertura al pubblico una grande cerimonia che ha visto come la rettrice
A.Petrucci e il presidente della Regione Toscana, E.Giani.
La Villa ed il suo immenso giardino, sono visitabili il sabato e la domenica su appuntamento, fino al 26 ottobre, con sospensione nel mese di agosto.
Le visite durano un massimo di un'ora per gruppi di max 25 persone al costo di 5 euro a persona.
Gli animali sono ben accetti, ma bisogna comunicare la loro presenza al momento della prenotazione.
L'ingresso dei cani per pet terapia, o cani guida per non vedenti, non hanno bisogno di permessi particolari se muniti di pettorina riconoscitiva.
Per altre ulteriori informazioni, vi rimandiamo alla mail ufficiale edu(AT)sma.unifi.it
a cura di Cristina Tedde
Michelangelo Consani e Mohsen Baghernejad Moghanjooghi a ieedificio57, San Gimignano.
ieedificio57 è un spazio noprofit di ricerca per le arti visive, che ospita eventi di livello nazionale e internazionale, un’idea che nasce dall’artista Michelangelo Consani che intende mettere in relazione il proprio lavoro con personalità diverse. Un dialogo a due con artisti che per “motivi sentimentali” sente vicini; una sorta d’incontro con l’artista ospite per comprendere meglio la sensibilità e la progettualità dell’altro. Collabora alla programmazione la galleria ME Vannucci.
Il “discorso” tra Michelangelo Consani e Mohsen Baghernejad Moghanjooghi nei due piani di ieedificio57 di San Gimignano tocca temi come l’ecologia, la comunità, l’uomo, la vulnerabilità, il futuro. Un discorso che inizia qua ma resta aperto.
Il progetto di Mohsen Baghernejad Moghanjooghi (Teheran 1988, vive e lavora a Torino) si sviluppa al piano terra dello spazio espositivo, dove realizza un’installazione in mattoni in refrattario sui quali è intagliata la scritta “We’ll See”. La stessa immagine
dei mattoni con scritta è stampata su tre foulard in seta appesi nella parete vicina. “Vedremo, si vedrà". Un muro che non nasce per dividere ma per costruire, per rendere ciascun elemento legato all’altro, un insieme. Legarsi per costruire qualcosa che non resta immobile e immodificabile ma in continuo divenire. I mattoni sono progettati dall’artista e realizzati in fornace.“Questa composizione si pone, in una visione più ampia, come una riflessione sulla condizione umana, sull’impossibilità di raggiungere un senso definitivo o una conclusione, ma anche sull’importanza del viaggio, della connessione tra ciò che è, e ciò che potrebbe essere. La parete che si erge davanti a noi è, in fondo, un monito a considerare che tutto è in perpetuo divenire”, dichiara Baghernejad Moghanjooghi.
Nel lavoro dell’artista iraniano ricorre spesso il tema della costruzione e dell’architettura; prima degli studi in Accademia a Torino ha lavorato in uno studio di architettura a Teheran e poi come restauratore in Italia. Ma sono sempre pareti che si lasciano solcare, ammorbidire, modificare e sulle quali sembra
sovrapporre anche la sua formazione come textile designer.
Nei foulard in seta, progettati dall’artista, il muro cambia ancora consistenza, diventa qualcosa di soffice, leggero e avvolgente, pronto a entrare in contatto con la pelle di chi lo indossa.
Un futuro aperto, e nelle mani dell’essere umano, è anche quello che racconta Michelangelo Consani (Livorno 1971, vive e lavora a Castell’Anselmo) al primo piano dell’edificio. Siamo subito accolti da un monocromo su tavola dal titolo “Silenzio Assordante" (2011), realizzato con alghe Nori radioattive provenienti dalla baia di Fukushima dopo l’incidente della centrale nucleare della TEPCO. Il monocromo, dall’estetica minimalista, è costituito da una texture di alghe sovrapposte.
Il Giappone è una cultura a cui Consani fa spesso riferimento: il botanico e filosofo giapponese, pioniere dell'agricoltura naturale o del non fare, Masanobu Fukuoka è una figura fondamentale per la ricerca di Consani, inoltre la partecipazione a una importante collettiva a Nagoya nel 2010, a cura di Pier Luigi Tazzi, ha avvicinato ancora di più l’interesse dell’artista livornese verso questa terra, che lo ha portato poi ad esporre con una personale alla galleria Side2 di Tokyo. In mostra a ieedificio57 è presente il nuovo progetto “Fukushima 50”, che prende ispirazione dall’omonimo film del 2020 diretto da Setsurō Wakamatsu. Il film fa riferimento alla storia vera di un gruppo di dipendenti (cinquanta) che furono costretti a rimanere
“Tanto per iniziare un discorso” a ieedificio57
Via di Berignano 57, San Gimignano (SI) visitabile su appuntamento fino al 31 luglio 2025 ieedificio57@gmail.com, mevannucci@gmail.com, +39 335 6745185, +39 328 6217610 www.ieedificio57.org
nella centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi per scongiurare la distruzione totale.
Consani torna ad affrontare la questione ambientale e di sostenibilità come presa di posizione politica. L’opera è composta da una mezza sfera di legno e ferro che dovrebbe rappresentare la parte denuclearizzata del pianeta terra. Sull’altra semisfera sono ammassati cinquanta frammenti in gesso, provenienti da sculture dei primi del Novecento, raffiguranti parti di angeli.
Questa visione apocalittica è alleggerita dal video “Fukushima 2025”, fronteggiato dalla scultura “Soffio” (2025), un angelo in gesso che sembra voler toccare la parete con la proiezione. Le immagini con il mare di Fukushima, come appare oggi, finiscono in parte sulle ali dell’angelo. Le onde sembrano tranquille e pacifiche, come visione positiva di un possibile futuro. Sempre di Consani sono presenti in mostra le opere “quando il bambino era bambino”, 2024, una teca di legno che contiene piccole ali di argento, e “così vicino così lontano”, 2025, una piccola fusione in bronzo dorato raffigurante probabilmente un Cristo crocifisso ma senza croce e senza un braccio. La piccola scultura occupa in qualche modo tutto lo spazio con un suggestivo gioco di luce che lascia al buio tutta la stanza per illuminare con una forma ovale solo la parte attorno alla scultura. Mi fa pensare alla forza dei piccoli gesti, a quell’idea che ciascuno con le sue forze può contribuire al cambiamento e a trovare quella parte di luce.
a cura di Serena Becagli
>> I posterini di Elitism, staccali e conservali
C’è un nuovo fermento tra via Palazzuolo e via Maso Finiguerra, nel cuore storico della città. Una zona spesso dimenticata dai circuiti più nobili di Firenze si prepara a cambiare volto grazie a Recreos, un ambizioso progetto di rigenerazione urbana promosso da Fondazione CR Firenze in collaborazione con il Comune.
L’intervento nasce con l’intento di restituire decoro e centralità a un’area strategica, storicamente legata all’artigianato, e oggi al centro di un’operazione che combina architettura, economia di prossimità e partecipazione attiva.
Una nuova idea di città
Il progetto, firmato LUCA DINI Design & Architecture, non si limita a riqualificare lo spazio pubblico: punta a ridefinire la relazione tra cittadino e città, in un contesto dove il tessuto sociale ed economico viene
rimesso al centro. È stato infatti istituito un gruppo di lavoro congiunto tra Fondazione e Comune, volto a coinvolgere la comunità nella costruzione di una visione condivisa e inclusiva.
43 botteghe per ricominciare
Uno degli aspetti più significativi di Recreos è la decisione della Fondazione di ristrutturare e mettere gratuitamente a disposizione 43 fondi sfitti per tre anni, selezionando artigiani tramite manifestazioni di interesse. Una scelta concreta per riportare in strada le botteghe, i mestieri e le storie che hanno fatto grande la città, offrendo nuove opportunità a chi oggi fatica a trovare spazio.
Una strada da vivere, non solo da attraversare
Tra le trasformazioni previste, via Palazzuolo sarà completamente ripensata: la carreggiata sarà portata allo stesso livello dei marciapiedi, per favorire la mobilità dolce e creare un ambiente più accogliente. L’area tra via Maso Finiguerra e via del Porcellana diventerà zona a traffico limitato, e via Maso Finiguerra stessa potrebbe presto trasformarsi in una nuova piazza urbana
Il verde sarà protagonista: alberature, verde verticale, arredi urbani. Non solo decoro, ma qualità dello spazio pubblico.
Un’identità che si riattiva
Come ha affermato il Presidente di Fondazione CR Firenze, Bernabò Bocca:
“Siamo pronti a dare l’avvio con il Comune, che ringrazio per aver accolto la sfida lanciata ed essere al nostro fianco, a un ambizioso investimento che restituirà decoro a un pezzo del cuore di Firenze generando attrattività commerciale e residenziale”
E i numeri parlano chiaro: oltre 220 artigiani hanno già manifestato interesse. Le proposte? Variegate e affascinanti: arti visive, sartoria, scultura, liuteria. Una geografia creativa che promette di fare di questa zona una nuova mappa del saper fare.
Una Firenze che guarda avanti, partendo dalle sue radici
Recreos è molto più di un intervento di riqualificazione. È un’idea di città viva, sostenibile e partecipata, che non si limita a rinnovare gli spazi ma vuole rigenerare la vita che li attraversa.
A Firenze, la bellezza non si trova solo nei musei o nei palazzi rinascimentali. Vive nei dettagli di una cinta realizzata a mano, nei riflessi di una carta marmorizzata, nell’odore della pelle appena lavorata. Vive nelle botteghe artigiane, luoghi in cui la città si racconta in silenzio, con la pazienza di chi sa che le cose fatte bene richiedono tempo.
È con questo spirito che nasce il progetto "Scopri le botteghe fiorentine. Conosci la vera Firenze" promosso dal Comune di Firenze e dalla Fondazione Destination Florence, con l’obiettivo di valorizzare e raccontare un patrimonio che non appartiene solo al passato, ma che ha ancora molto da dire al futuro. Un’iniziativa che si inserisce nella più ampia campagna nazionale Enjoy Respect Firenze, parte del progetto GDITS – Grandi Destinazioni Italiane per un Turismo Sostenibile, finanziato dal Ministero del Turismo, e che mira a promuovere un approccio più consapevole alla città, fatto di cura, rispetto e qualità.
Le botteghe non sono solo negozi: sono laboratori di identità. Entrarvi significa sospendere il tempo, osservare da vicino il gesto di un artigiano, ascoltarne la storia, comprenderne il sapere. È un modo per conoscere Firenze da dentro, lontano dai percorsi turistici più battuti, dove ogni strada diventa un’esperienza e ogni oggetto un racconto.
"Explore Botteghe Fiorentine" è un invito rivolto a cittadini e visitatori per creare un legame diretto con l’artigianato locale. Attraverso percorsi tematici e incontri con i maestri del fare, il pubblico viene coinvolto attivamente nella tutela di questo patrimonio vivente, sostenendolo non solo con l’acquisto, ma con la partecipazione.
Fondamentale è il ruolo della Fondazione Destination Florence, che con oltre 130 aziende partner lavora per promuovere un modello di turismo più equilibrato e sostenibile, in cui le eccellenze locali, come le botteghe artigiane, diventano centrali nella narrazione e nell’esperienza del viaggiatore.
Oggi più che mai, in un tempo segnato dalla produzione di massa e dall’omologazione estetica, riscoprire il valore del fatto a mano è un atto culturale e politico. Le Botteghe Fiorentine non sono il ricordo di un passato glorioso, ma un presidio attivo di bellezza, saper fare e identità.
Chi sceglie una bottega, sceglie Firenze. E contribuisce a scriverne, con consapevolezza e cura, il futuro.
a cura di Fondazione Destination Florence
Dal 12 al 14 settembre 2025, il Giardino Corsini di Firenze si trasforma in un laboratorio a cielo aperto dove l’artigianato dialoga con l’arte contemporanea, il design e le nuove urgenze sociali. Una manifestazione che, da oltre trent’anni, celebra la creatività e il saper fare, offrendo al pubblico l’occasione di incontrare da vicino cento artigiani provenienti da tutta Europa: dai maestri delle botteghe storiche ai talenti emergenti più promettenti.
L’edizione 2025 si distingue per la sua capacità di andare oltre l’esposizione, trasformandosi in un vero e proprio work in progress culturale, aperto non solo alla visione, ma anche alla riflessione. Un invito a riconsiderare la nozione stessa di artigianato, inteso non più soltanto come gesto tecnico, ma come espressione viva, in costante evoluzione.
Tra le esperienze più coinvolgenti, spicca il progetto “MACRO”: una provocazione artistica che chiede agli artigiani di reinterpretare le proprie creazioni in scala monumentale. Non si tratta di semplici ingrandimenti, ma di vere e proprie metamorfosi, dove oggetti d’uso quotidiano assumono nuove identità e funzioni sorprendenti. Queste opere, pur mantenendo una loro utilità, diventano strumenti di racconto e stimolo immaginativo, portando lo spettatore a interrogarsi sul significato e sul potenziale nascosto dietro ogni manufatto.
L’ingresso al percorso espositivo è segnato da un’installazione imponente e scenografica: due gambe giganti, perfettamente vestite, sembrano calarsi dal soffitto del Palazzo Corsini per posarsi sul pavimento con ironia e leggerezza. Una figura simbolica, quella del “macro-visitatore”, pensata per chi ha il coraggio di osservare il mondo da una prospettiva nuova, fuori scala, e accogliere il cambiamento dello sguardo.
L’intero allestimento è concepito come un paesaggio sensoriale, dove materiali, proporzioni e colori raccontano una nuova estetica del fare. Non più solo un percorso da attraversare, ma un ambiente immersivo da abitare, che invita a superare la semplice osservazione per entrare in relazione diretta con gli oggetti e con chi li crea.
Al termine della manifestazione, in un gesto concreto di attenzione alla sostenibilità e al riuso, l’allestimento verrà donato alla Comunità di San Patrignano, dove contribuirà alla creazione dell’Archivio, grazie al supporto della Simone Begani Fine Arts Gallery.
Artigianato e Palazzo si conferma così non solo come una vetrina d’eccellenza, ma come un luogo di pensiero, sperimentazione e futuro.
12/14 settembre 2025 Giardino Corsini, Firenze
«Queste immagini non mostrano solo il loro viaggio alla scoperta di sé, ma riflettono anche il mio. Sono diventata parte del loro mondo e, senza accorgermene, loro hanno cambiato la mia vita.»
Con queste parole la giovane fotografa americana Sara Messinger introduce “Shadow of a Teenage Daydream”, il progetto che inaugura giovedì 12 giugno, ore 18.00, presso Crumb Gallery di Firenze, nella sua prima mostra personale in Italia.
Un racconto fotografico nato per caso, nell’estate del 2021, da un incontro a Tompkins Square Park, nel cuore dell’East Village a New York, e cresciuto per quattro anni in stretta vicinanza con un gruppo di adolescenti. «Mi sono avvicinata e ho chiesto di fare il loro ritratto. Mi hanno accettato nel gruppo e da quel giorno, all’inizio di novembre del 2021, li ho sempre incontrati. Ho trascorso quasi ogni fine settimana completamente immersa nelle loro vite, osservandoli crescere. Sono diventata parte del loro mondo, in modo naturale, fino a diventare una loro amica. Queste persone sono tra le più care che ho. E senza saperlo, fotografando loro, stavo raccontando anche
me stessa.» Ne è nato un reportage generazionale profondo e toccante, capace di restituire lo spazio fragile e potente dell’adolescenza: gli ultimi giorni da ragazzi, i primi da adulti.
In mostra, una selezione di 14 fotografie in analogico, tratte da un corpus ben più ampio e ancora in evoluzione. Un progetto che cattura con delicatezza il quotidiano di una generazione che sfida ruoli prestabiliti e costruisce la propria identità in libertà. I ragazzi e le ragazze che Sara segue cambiano nome, pronomi, direzione, senza paura: l’unica costante è la ricerca di verità.
«Non mi interessa la foto perfetta – afferma l’artista –ma l’onestà del momento. Quando scatto, desidero che il mio subconscio prenda il sopravvento. È così che la fotografia diventa lo specchio dei sentimenti che non riesco a esprimere a parole.»
Scattate su pellicola, le sue fotografie catturano la verità senza artifici. Sono ritratti intimi, nati dalla fiducia e dal tempo condiviso, capaci di restituire frammenti autentici di vita. L’adolescenza vi emerge come un territorio sospeso, una soglia carica di possibilità e trasformazioni.
Nel suo linguaggio visivo, Messinger fonde la memoria della street culture degli anni ’80 e ’90 con l’eredità di grandi maestre della fotografia come Diane Arbus, Mary Ellen Mark, Rosalind Fox Solomon e Consuelo Kanaga. Una genealogia di sguardi coraggiosi che esplorano l’umano senza filtri né giudizi.
“Shadow of a Teenage Daydream” è uno sguardo ravvicinato su chi sta crescendo in un mondo complesso, ma sceglie ogni giorno la via dell’autenticità. È un viaggio condiviso, tra chi fotografa e chi viene fotografato, nel tentativo di dare forma a un’identità che non vuole più essere incasellata.
Molte festività giapponesi si basano sull’antico calendario lunisolare, che teneva conto dei movimenti di Luna e Sole scandendo con precisione le stagioni e i periodi più importanti per la raccolta. Infatti, secondo antiche superstizioni e tradizioni popolari, queste celebrazioni avevano la funzione di scacciare demoni ed altre entità malvagie a favore di un buon raccolto.
Ad oggi sono dei veri e propri eventi che coinvolgono tutta la popolazione giapponese, non più solo quella rurale. Le location comprendono anche strade urbane e i centri commerciali delle grandi città, tutti decorati a tema con la festa.
Tra questi matsuri (festival), uno dei più caratteristici è senza dubbio quello che cade in estate: il Tanabata, la festa dei desideri. Si festeggia la settima notte del settimo mese (tanabata significa proprio “settima notte”) per celebrare il legame eccezionale tra due stelle: Altair e Vega. Separate dalla volta celeste e condannate a vivere ai due lati opposti della Via Lattea, queste due stelle possono incontrarsi solo una volta l'anno per far rivivere il loro amore.
La leggenda all'origine di questa storia narra della giovane divinità Orihime, figlia di TenTei, Sovrano del Cielo, che era un’abilissima tessitrice e passava le giornate davanti al suo fuso a tessere abiti magnifici per tutte le divinità. Vedendola sempre sola e triste, il padre decise di trovarle un marito e la scelta ricadde su Hikoboshi, mandriano del cielo.
Tra i due fu subito amore ma, così presi dalla passione, si scordarono ben presto dei loro doveri. I buoi vagavano tra le costellazioni e gli Dei non ricevevano più le loro vesti intessute dalla bella Orihime.
Adiratosi per il comportamento dei due giovani, TenTei decise allora di punirli costringendoli a vivere ai due lati del Fiume Celeste, la nostra Via Lattea, trasformati in stelle. I due innamorati non potevano mai incontrarsi, confinati com'erano, salvo una sola notte all'anno: quella del settimo giorno del settimo mese, il 7 Luglio.
E’ proprio nei giorni a cavallo di questa notte che i giapponesi festeggiano il ricongiungimento dei due
amanti/stelle, scrivendo i propri desideri - spesso in forma di poesia - su tanzaku, piccoli pezzi di carta che vengono poi appesi su rami di bambù. Le striscioline di carta sono estremamente colorate e ricordano i fili di seta usati da Orihime.
A Firenze, l'Associazione Lailac organizza anche quest'anno una due giorni per festeggiare il festival Tanabata. Il 28 & 29 Giugno, La Limonaia e il Chiostro di Villa Vogel si trasformeranno in un vero e proprio villaggio giapponese ad ingresso gratuito, con stand di artigianato, food & beverage e oggettistica proveniente dal Giappone. Nel giardino verrà allestita la zona dove attaccare i propri desideri ai rami di bambù, andando a ricreare una foresta coloratissima e ondeggiante. Presenti anche l'angolo omikuji (oracoli) e quello della calligrafia, dove potrete farvi scrivere il vostro nome in ideogrammi kanji.
Tantissimi gli incontri e le attività che porteranno i visitatori più vicini al Giappone tradizionale. E' possibile sia assistere sia prendere parte ai workshop di tamburi taiko e di danza tradizionale bon-odori, con le melodie e i ritmi tipici dei matsuri estivi. Presenti anche le dimostrazioni di arti marziali Per chi vuole immergersi ancora di più nell'atmosfera giapponese, dalle 17.00 alle 20.00 è attivo il servizio noleggio e vestizione degli yukata (kimono estivo).
Immancabile l'offerta culinaria, con l'angolo ristoro di Mangiappone e le sue delizie tradizionali.
28 & 29 GIUGNO 2025 / dalle 17:00 alle 23:00 ingresso da Via delle Torri 23 o dal Parco di Villa Vogel su Via Canova
Esprimete un desiderio sotto il cielo d’estate, pieno di stelle e di buoni propositi
a cura di Viola Rosai @violetinjapan
“To Leo, for a brave Martini.” Così scrisse Burt Lancaster nell’album dei ricordi di Leo Vadorini, leggendario barman dell’Harry’s Bar di Firenze.
Era il 1952 quando Enrico Mariotti era impegnato con il suo "Boston Bar". Fu l’amico Giuseppe Cipriani, fondatore del celebre Harry’s Bar di Venezia, a suggerirgli di adottare quel nome. Nasce così la storia di uno dei ristoranti e cocktail bar più iconici di Firenze: un luogo in cui eleganza, accoglienza e carisma si intrecciano da oltre settant’anni, con il talento inconfondibile di Vadorini a firmare un’epoca.
Oggi Harry’s Bar Firenze è molto più di un punto d’incontro per intenditori: è una vera istituzione per chi ama l’arte del bere bene. Inserito dal Daily Meal tra i 150 migliori bar al mondo – e tra i primi tre in Italia – si distingue per i suoi signature cocktail: l’iconico Bellini, l’intramontabile Martini, l’inimitabile Negroni e il sofisticato French 75, miscelati con maestria e serviti con un tocco di classe senza tempo.
In un costante equilibrio tra tradizione e innovazione, la proprietà ha avviato le pratiche per la realizzazione di un dehors esterno, uno spazio elegante e riservato dove sorseggiare un drink all’aperto, immersi nella bellezza di Firenze.
Harry’s Bar è questo, e molto di più: un luogo dove il passato si fonde con il presente, e ogni sorso racconta una storia.
INFO Harry's Bar Via Il Prato, 40/R, Firenze 055 205 2105 harrysbarfirenze.it
Il 3 aprile 2025 ha segnato un’importante tappa Dal sound ribelle di Loredana Bertè al cantautorato doc di Roberto Vecchioni, dal pop in salsa partenopea di Nino D’Angelo alle atmosfere raffinate di Diodato. E poi, la classica contemporanea di Giovanni Allevi con l’Orchestra Sinfonica Italiana e l’attesa reunion dei Gatti Mézzi.
Grandi ospiti e imperdibili anteprime per l’edizione 2025 del Musart Festival, realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze e in programma dal 17 luglio nel Parco Mediceo di Pratolino, meraviglioso complesso monumentale adagiato sulle colline di Firenze, a pochi chilometri dal centro: inserito tra i siti patrimonio dell’Unesco e dominato dal Colosso dell’Appennino del Giambologna, il parco e la sua secolare villa vantano oltre cinquecento anni di storia. Qui i Medici organizzavano spettacoli ed eventi a beneficio della loro corte. Il complesso è oggi proprietà della Città Metropolitana di Firenze.
Giovedì 17 luglio (ore 21,15) sarà Nino D’Angelo a inaugurare la grande arena en-plein-air del Musart Festival: l’eterno scugnizzo celebrerà oltre 40 anni di
carriera ripercorrendo i grandi successi, da “Popcorn” a Patatine, da “A’ Discoteca” a “Maledetto Treno”, nell’ambito del tour “I Miei Meravigliosi Anni '80Estate 2025”.
Attesissimo il live di Diodato, venerdì 18 luglio (ore 21,15) sempre al Parco Mediceo di Pratolino: cantautore intenso e ricercato, tra i più apprezzati del nuovo pop italiano, Diodato proporrà un concerto che è un climax ascendente in cui l’artista vibra con il suo pubblico, fino a diventare un corpo unico.
E c’è la tappa al Musart Festival di Firenze tra i quattro concerti-evento che vedranno protagonista Giovanni Allevi, affiancato in questo tour “Summer MMXXV” dall’Orchestra Sinfonica Italiana: sabato 19 luglio il “filosofo del pianoforte” presenterà in prima mondiale il “Concerto MM22 per Violoncello e Orchestra”, un inno alla forza e alla rinascita scritto durante la sua lotta contro il mieloma multiplo.
“50 da ribelle” è invece il tour che riporterà dal vivo Loredana Bertè: l’artista sarà in concerto lunedì 21 luglio al Parco Mediceo di Pratolino. “Credevate
che i festeggiamenti per i miei 50 anni di carriera fossero finiti? La festa continua anche nel 2025 con un nuovissimo tour: libero, sincero, ribelle come sono sempre stata – ha scritto Loredana sui suoi canali social nell’annunciare il tour - sul palco con me la mia inseparabile e potente super band Bandabertè. Quest’anno ci saranno anche tante altre sorprese”.
Già protagonista di uno straordinario concerto nell’edizione passata, Roberto Vecchioni tornerà a Pratolino mercoledì 23 luglio, nell’ambito del tour estivo “Tra il silenzio e il tuono”: un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi, in cui i brani del nuovo album “L’Infinito” si intrecceranno ai classici del cantautore, in una narrazione sospesa tra musica, parole e immagini.
I concerti di Musart si chiuderanno giovedì 24 luglio con la reunion dei Gatti Mézzi. Dopo 7 anni di stop, Francesco Bottai e Tommaso Novi torneranno a inebriarci con il loro cantautorato irriverente e colto, un sound intriso di jazz e swing su cui galleggiano personaggi e leggende di una Toscana d’antan. Per l’occasione saranno sul palco anche storici collaboratori del duo, come Matteo Anelli, Mirco Capecchi e Matteo Consani.
Tra le novità di Musart Festival 2025, le navette gratuite, con golf-car, che collegheranno gli ingressi del Parco all’area concerti. I biglietti sono disponibili sul sito ufficiale www.musartfestival.it, su www. ticketone.it e nei punti Boxoffice Toscana www. boxofficetoscana.it/punti-vendita. Informazioni, aggiornamenti e programma completo su www. musartfestival.it.
Prima degli spettacoli si potranno visitare, seguendo un percorso studiato e coordinato da guide turistiche, gli angoli più suggestivi del parco, a partire dal Colosso
dell’Appennino, l’opera del Giambologna per la quale il Parco è conosciuto. Particolare attenzione sarà riservata al rispetto dell’ecosistema. In occasione dei concerti del Musart Festival, sarà possibile acquistare in prevendita su TicketOne i posti auto/moto nei parcheggi allestiti in prossimità del parco e collegati a questo dalle navette di at – autolinee toscane, prima e dopo gli spettacoli.
“Il Parco di Pratolino si conferma uno dei luoghi dell’estate – afferma Maria Oliva Scaramuzzi, Vice Presidente di Fondazione CR Firenze – con un programma sempre più ricco di concerti, iniziative ed eventi. Fondazione CR Firenze sostiene Musart Festival dal 2018 poiché ha dimostrato di saper coniugare la grande musica con la valorizzazione del nostro patrimonio territoriale. Il trasferimento dalla monumentale piazza SS. Annunziata al Parco Mediceo di Pratolino, sito UNESCO, conferma questo impegno che accende i riflettori in uno dei luoghi simbolo della cultura fiorentina, attraverso eventi musicali di qualità con un grande successo di pubblico”.
Giunto alla decima edizione, Musart Festival è prodotto da associazione Musart. Main supporter Fondazione CR Firenze. Con il contributo di Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Unione Montana dei Comuni del Mugello, Comune di Vaglia. In collaborazione con Toscana Promozione Turistica e at – autolinee toscane. Con il sostegno di Publiacqua, Chianti Banca, Unicoop Firenze, Findomestic, Sammontana, Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano e Prinz. La direzione artistica è a cura di Stefano Senardi.
Eterogeneo nella proposta quando puntualissimo nel riproporsi, anche per questa stagione estiva 2025 il Lucca Summer Festival restituisce un cartellone degno di attenzione. Coprendo l’intero – o quasi –mese di luglio, le danze a ridosso delle mura verranno aperte con modalità tendenzialmente tecniche e di rapida esecuzione dal prog metal statunitense dei Dream Theater l’1/7. Un evento cui faranno seguito, tra gli altri, i live dei Thirty Seconds To Mars (5/7), degli Scorpions (10/7) e di grossi calibri quali Robert Plant e Nick Cave o, per l’elettronica, i Pet Shop Boys. I concerti di Jennifer Lopez, Alanis Morissette, Simple Minds e Morrissey anticiperanno la chiusura affidata a Brian Adams nella giornata di domenica 27 luglio.
Al pari variegato nonché adattabile a più gusti musicali il fiorentino Musart Festival che avrà luogo nel parco mediceo di Pratolino. Ospiti della edizione 2025 Diodato il 18 luglio, Giovanni Allevi con l’Orchestra Sinfonica Italiana il giorno successivo, Loredana Bertè il 21 e Vecchioni il 23 a ridosso della conclusione che stavolta vedrà coinvolti i Gatti Mézzi e il loro tour della reunion (altre date in Toscana del duo di Vestiti Leggeri e Perché hanno sempre quella faccia saranno il Musicastrada a Castelnuovo Val Di Cecina il 30/7. Il Castiglioncello Festival il 5 agosto, il 23 a Gavorrano presso il Teatro delle Rocce infine a Pisa in piazza dei Cavalieri per l’atto finale il 9 settembre.)
Si esibiranno invece il 4 luglio Emma Nolde con il suo Novospaziotempo Tour a Montespertoli (FI) e i Marlene Kuntz all’Anfiteatro delle Cascine. Viceversa al Prato della Tinaia di Firenze sbarcano (10/7) i Tre Allegri Ragazzi Morti prima del ritorno in zona dei 99 Posse: giovedì 17 luglio. Focus infine principalmente sulla scena italiana quello intavolato dal Montalfonso Sotto le Stelle di Castelnuovo Garfagnana dove suoneranno Cristiano De André (6 agosto), Stefano Bollani (9 agosto), Fiorella Mannoia l’11, Kolors e Angelo Branduardi tra il 19 e il 21 agosto.
a cura di Gabriele Merlini
C'è qualcosa di profondamente rivoluzionario nel parlare di sessualità fuori dai soliti spazi. Farlo a Prato, tra circoli ARCI e gruppi di autocoscienza, con parole chiare e sguardi plurali, rompe un silenzio antico e ancora troppo comodo. Perché parlare di corpi, desideri, piacere e consenso significa mettere in discussione strutture culturali consolidate. Ed è proprio da qui che parte il lavoro del collettivo Re.Vulva, una realtà transfemminista e territoriale che da due anni costruisce luoghi in cui poter imparare, decostruire e desiderare in modo consapevole.
Abbiamo parlato con le tre fondatrici — Martina Cacciato, Costanza Gori ed Elisa Bartolini — per capire meglio come nasce il progetto, quali bisogni intercetta e che tipo di risposta politica e culturale prova a dare.
Come nasce Re.Vulva, che persone incontrate, a che bisogni provate a dare risposta?
Re.Vulva nasce nel 2022 da un’idea di Martina Cacciato durante un progetto rivolto a persone giovani. Tutto parte da un episodio che ci colpisce ancora: nessun*
conosceva il Femidom, il preservativo interno. Un dispositivo contraccettivo esistente da decenni, ma praticamente assente dal discorso pubblico italiano. Da lì è nata l’urgenza di creare uno spazio per diffondere informazione, distribuire strumenti e soprattutto aprire una conversazione ampia e accessibile sulla sessualità.
Al progetto si sono unite poi Costanza Gori, consulente sessuale, ed Elisa Bartolini, educatrice professionale ed educatrice sessuale. Insieme abbiamo costruito un collettivo che lavora su sessualità, corpo e relazioni in chiave educativa, accessibile e non giudicante. Tra i progetti che ci rappresentano di più c’è “Comfort Zone”, un percorso pensato per genitori e caregiver: li aiutiamo a diventare figure di riferimento credibili per parlare di corpo, piacere, relazioni. Abbiamo anche un gruppo mensile di autocoscienza sessuale, ispirato ai gruppi femministi degli anni ’70, dove si condivide partendo da sé. Sono spazi orizzontali, liberi da giudizio, in cui parole come desiderio, piacere, limite tornano a risuonare.
Come progetti come il vostro possono contribuire a gestire un problema sociale di cui dovrebbe farsi carico lo Stato, e che invece latita?
Ci muoviamo esattamente nel vuoto lasciato dallo Stato. In Italia l’educazione sessuale non è garantita, e quando si parla di sesso lo si fa con imbarazzo, come fosse solo un rischio da evitare. Noi invece mettiamo al centro il piacere, la consapevolezza, il rispetto.
Lo Stato dovrebbe fare questo lavoro nelle scuole, nei consultori, negli spazi pubblici. Ma finché non succede, noi continueremo a farlo: creiamo cultura, prevenzione, formazione, immaginari nuovi. L’educazione sessuale è uno degli strumenti più potenti e sottovalutati per contrastare la violenza di genere. Perché la violenza non comincia con uno schiaffo: comincia quando non sappiamo nominare i nostri limiti, quando ci vergogniamo del nostro corpo, quando nessuno ci ha mai insegnato a gestire un no o a comunicare un desiderio.
Parlare di piacere in pubblico è un atto politico. Ridare dignità alla dimensione ludica, esplorativa del sesso è necessario per costruire relazioni sane. Troppe persone, soprattutto donne e soggettività marginalizzate, non sono mai state messe nella condizione di chiedersi: Cosa voglio davvero? Qual è il mio limite?. Noi proviamo a dare loro quello spazio.
Prossimi passi?
Al momento stiamo lavorando a un Festival sulla menopausa: tre giorni per rompere il tabù e ridare centralità a una fase della vita ancora invisibile. Come sempre, lo faremo mescolando talk, laboratori, momenti performativi e condivisione collettiva. Vogliamo restituire voce, strumenti, presenza. Come sempre, partendo dal territorio.
Chiudere il cerchio
Parlare di educazione sessuale oggi, in un contesto come quello italiano, non è semplice servizio: è resistenza culturale. Re.Vulva sceglie di stare in quel margine dove lo Stato tace, la scuola ignora e il dibattito mainstream censura. Ma dal margine si può guardare tutto con più lucidità. E forse anche cambiare le cose. Un incontro alla volta, una domanda scomoda alla volta, un desiderio nominato — finalmente — ad alta voce.
a cura di Alessia Dulbecco
Firenze si arricchisce di un nuovo spazio culturale con l'inaugurazione, giovedì 19 giugno dalle ore 18, della Max-y Gallery. Ubicata nel vivace quartiere di San Niccolò, nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, questa nuova galleria nasce con l’intento di valorizzare e promuovere i talenti dell'arte contemporanea, offrendo una vetrina dedicata agli street artists, agli artisti emergenti e a quelli già affermati.
Il nome prende spunto da Massimo Fattorini, precedente proprietario del fondo, stimato e carismatico antiquario e figura di riferimento del quartiere, e dalla volontà di accoglienza ad ogni forma di arte ed artista.
Le galleriste sono Carla Bru, pioniera della street art fiorentina e proprietaria dello storico Dhai Studio in via San Niccolò 44r, e Gisella Guarducci, curatrice d’arte.
In occasione dell’inaugurazione hanno scelto le opere di 11 artisti con cui collaborano da anni: Ache77, Carla Bru, Cecilia Cosci, Exit Enter, Josephine Frampton, Kraita317, Laben, Lapo Gargani, Cip2020, Lediesis, Blub. Degli ultimi tre, in particolare, curano la vendita in esclusiva.
Max-y Gallery è più di una galleria: è un invito a vivere l’arte come esperienza viva, dinamica, accessibile. La sua missione è quella di accogliere i nostri local heroes, alcuni come Blub e Lediesis, affermati anche a livello internazionale, e condividere il loro approccio all'arte, con l’obiettivo di portare le loro opere nelle case di un pubblico appassionato.
Il programma espositivo è molto ampio e includerà mostre personali e collettive, incontri con gli artisti, progetti di divulgazione. Lo scopo è quello di creare un dialogo continuo tra gli artisti e la comunità, stimolando la partecipazione e l’interesse verso le espressioni artistiche contemporanee.
"Firenze ha una lunga tradizione artistica e con la nostra Max-y Gallery vogliamo contribuire a scrivere il presente e il futuro dell'arte nella nostra città, dando spazio e visibilità in particolare ai talenti locali" hanno dichiarato Carla Bru e Gisella Guarducci, le due galleriste.
In occasione del vernissage aperto al pubblico, oltre a scoprire i lavori degli artisti selezionati, sarà possibile partecipare a una performance che coinvolgerà il pubblico, gli artisti e le stesse galleriste.
Via San Niccolò, 71 rosso Firenze
Contatti: maxygalleryfirenze@gmail.com
+39 335 5884262 +39 335 7001126 @maxygallery
Il Consiglio I gamberetti possono essere protagonisti di ogni portata: con salsa di avocado e formaggio spalmabile o con stracchino e lattughino per una piadina fresca; oppure gratinati con pangrattato, succo di limone ed erbe aromatiche.
INGREDIENTI
minuti 25 cottura 4 persone minuti 10 preparazione
• 250 g di code di gambero surgelate sgusciate Coop
• 350 g di pomodorini ciliegia in scatola Coop
• 600 ml di brodo di pesce
• 50 g di sedano
• 1 peperoncino piccante
• 1 spicchio di aglio
• 1 limone non trattato
• olio evo Coop
• prezzemolo Coop
• fette di pane rustico a piacere
PREPARAZIONE
Tritate finemente il sedano, versatelo in una casseruola capiente con l’olio e il peperoncino tagliato a metà e privato dei semi.
Unite i pomodorini con il loro succo, cuocete a fiamma vivace per 5 minuti, quindi coprite con il brodo. Portate a bollore, cuocete per 15 minuti. Unite le code di gambero tagliate a metà, abbassate la fiamma e cuocete altri 5 minuti.
Tritate finemente il prezzemolo e un pezzetto di scorza di limone. Uniteli alla zuppa a fine cottura e servitela con il pane tostato.
L’Argentario è uno splendido promontorio situato lungo la costa della provincia di Grosseto, in Toscana.
Circondato dal mare, è collegato alla terraferma dalla cittadina di Orbetello e dai due tomboli naturali della Giannella e della Feniglia: lunghe spiagge sabbiose che lo rendono unico nel panorama costiero toscano.
Sebbene oggi venga comunemente chiamato "Argentario", si tratta in realtà del Monte Argentario, divenuto in seguito Comune della provincia di Grosseto. Ne fanno parte due celebri località turistiche affacciate sul mare: Porto Santo Stefano e Porto Ercole.
L’Argentario attira ogni anno moltissimi visitatori, affascinati dal suo paesaggio spettacolare e dal clima particolarmente mite, che lo rende una meta ideale in ogni stagione.
Gli amanti del mare potranno scoprire alcune delle insenature più suggestive della Toscana, molte delle quali raggiungibili solo a piedi o in barca.
Chi predilige le escursioni troverà una rete di sentieri, segnalati e non, perfetti per il trekking o la mountain bike, con scorci mozzafiato tra la macchia mediterranea e il blu del mare.
Per gli appassionati di golf, l’Argentario Golf Club offre un campo da 18 buche immerso in oltre 70 ettari di natura incontaminata, tra ulivi e vegetazione mediterranea, in un anfiteatro naturale di rara bellezza.
PORTO SANTO STEFANO
È la località più grande e importante del promontorio, il cui nome deriva proprio dal suo porto principale, da cui partono quotidianamente i traghetti per l’Isola del Giglio e Giannutri. A poca distanza si trova anche un moderno porto turistico per yacht e imbarcazioni private.
Merita una visita il centro storico, con i suoi negozi e le sue chiese, ma soprattutto le piacevoli passeggiate sul lungomare pedonale, dove si susseguono ristoranti tipici e bar con vista mare.
PORTO ERCOLE
Porto Ercole è l’altra perla del promontorio, più raccolta ma considerata più esclusiva. Si trova sul versante opposto rispetto a Porto Santo Stefano e si affaccia su un delizioso porticciolo, dove sono ormeggiati yacht e imbarcazioni private.
Ogni giorno partono da qui tour in barca per esplorare le spiagge più belle dell’Argentario. Il centro storico, piccolo e curato, si arrampica sulla collina ed è raggiungibile a piedi. Da una terrazza panoramica si può ammirare il Palazzo dei Governanti, risalente al Cinquecento, protetto dal bastione di Santa Barbara.
Ai lati del paese si trovano due storiche fortezze: Forte Filippo, a nord, raggiungibile anche a piedi, e Forte Stella, a sud, entrambe aperte al pubblico durante la stagione estiva.
Pur non essendo parte del promontorio vero e proprio, Orbetello è considerata la porta d’accesso all’Argentario. Si trova in una posizione straordinaria, al centro della sua suggestiva laguna.
Il centro storico è vivace e affascinante, e vale la pena passeggiarci prima di spostarsi sul mare per ammirare un ecosistema unico. Orbetello rappresenta l’ingresso naturale alla Maremma Grossetana, con i suoi ampi spazi aperti, colline, scorci mozzafiato e borghi storici tutti da scoprire.
ISOLA DEL GIGLIO
L’Isola del Giglio è considerata una delle più belle tra le sette isole abitate dell’Arcipelago Toscano. Si raggiunge in circa un’ora di traghetto da Porto Santo Stefano.
All’arrivo si è accolti da un paesaggio da sogno, con spiagge e calette bagnate da acque cristalline. Tra le più belle si segnalano Cala dell’Arenella, Spiaggia delle Cannelle e Cala degli Alberi
Più piccola della vicina Isola d’Elba, è perfetta per chi cerca una vacanza all’insegna del relax e della natura incontaminata.
a cura di Marta Matteini
ArnoS.M. Novella
Central Train Station
Piazza dell’Unità
Piazza Goldoni
Ponte Alla Carraia
Piazza S. Trinita
Palazzo Strozzi
Ponte S. Trinita
Piazza Dei Pitti
Piazza San Marco
Galleria
Giardino dei Semplici
Piazza della
S.S. Annunziata
Dell’ Accademia
>> SANTA CROCE
>> SANTO SPIRITO AND SAN FREDIANO
>> DUOMO AND SAN LORENZO
>> SANT’AMBROGIO
>> SAN NICCOLÒ
>> SAN MINIATO AL MONTE AND PIAZZALE MICHELANGELO
Cathedral of Santa Maria Del Fiore
a Signoria
Piazza San Firenze
Uffizi
Piazza Mentana
Ponte Alle Grazie
Piazza Santa Croce