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Welcome
Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia e con essa anche il desiderio di scoperta, trasformazione e rinascita. È con questo spirito che vi presentiamo il secondo numero di Elitism Florence&Tuscany, dedicato al tema della metamorfosi. Un concetto che attraversa ogni ambito della nostra vita: dal paesaggio che si colora di nuove sfumature, all’arte e alla moda che reinterpretano il cambiamento, fino alle storie di persone, luoghi ed esperienze che incarnano il potere della trasformazione.
In queste pagine troverete una selezione curata di contenuti ispirati alla primavera, stagione di rinnovamento e bellezza. Vi accompagneremo attraverso itinerari inediti tra le meraviglie della Toscana, raccontandovi di giardini segreti in fiore, eventi esclusivi e tendenze che celebrano il nuovo. L’arte e il design si vestono di leggerezza e movimento, mentre la gastronomia si arricchisce di sapori freschi e vibranti, specchio di una natura in piena evoluzione. La metamorfosi è anche un invito al cambiamento, alla ricerca di nuove prospettive e all’esplorazione di ciò che ancora non conosciamo. Elitism Florence&Tuscany continua a crescere e a trasformarsi con voi, offrendo uno sguardo sofisticato e autentico su un territorio che non smette mai di sorprendere.
ELITISM FLORENCE
There’s beauty all around you
Issue n° 30
April | May | June 2025
Quarterly ~ Florence ~ Italy
EDITOR
Francesca Querci
VICE - EDITOR
Francesca Cellini
DESIGN
Bianca Tozzi
CONTRIBUTORS
Serena Becagli, Sabrina Carollo, Marta Matteini, Cristina Tedde, Alice Dini, Gabriele Merlini, Viola Rosai
“Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” - Mark Twain –
Sfogliate, scoprite, lasciatevi ispirare. La primavera è qui, e con essa, un nuovo viaggio attraverso la bellezza. Scan the QR code to access the English version
You can follow us on: @elitismflorence #elitismflorence
Le informazioni diffuse hanno finalità divulgative, le fonti utilizzate riflettono le esperienze e le opinioni degli Autori. I link citati e le immagini tratte da altri siti sono proprietà dei rispettivi Soggetti. L’Editore, che ha posto ogni cura nel citare correttamente la fonte, si dichiara disponibile a pubblicare eventuali rettifiche per involontarie citazioni improprie. L’Editore e gli Autori di Elitism declinano ogni responsabilità per uso improprio delle informazioni riportate o da errori relativi al loro contenuto.
0 WELCOME p. 4
FLORENCE & TUSCANY
1 MUSEO DELL'OPERA DEL DUOMO p.10 + 11
3
SCOPRI IL MUGELLO IN PRIMAVERA p. 14 + 15
5
CARAVAGGIO E IL NOVECENTO: UN VIAGGIO TRA ARTE E CULTURA p. 18 + 19
8
COSTRUIRE COMUNIT À p. 24 + 25
p. 30 + 31
10 I POSTERINI DI ELITISM
12 EMMA NOLDE p. 34 + 35
14
15
ALTRICORPI: IL FESTIVAL ANTISPECISTA p. 42 + 43
2 LA STORIA DEL PARCO MEDICEO DI PRATOLINO p. 12 + 13
4 MIDA 89 p. 16 + 17
6 GIOVAN BATTISTA FOGGINI p. 20 + 21
p. 26 + 27 + 28
7 PETER HUJAR p. 22 + 23
9 L'ASSISE DELLE DONNE
11 LA LEGGEREZZA p. 32
LA CITT À DEI LETTORI 2025 p. 40 + 41
13 LA BELLA STAGIONE IN MUSICA p. 36 + 37
16 UN PÒ DI GIAPPONE A FIRENZE p. 44 + 45
17 I BORGHI TOSCANI p. 46 + 47
19 FOTOGRAFIE TRACCE FIORENTINE p. 50 + 51
p. 54 + 55
21 CANTINE APERTE
18 IL BORGO DEL CUORE p. 48 + 49
20
p. 52 + 53
THIS SEASON’S RECEIPE: LE CROSTATINE SALATE
Who’s the pigeon here?
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Museo dell'Opera del Duomo
La maggior parte dei visitatori del complesso monumentale di Santa Maria del Fiore è oggi attratta dal panorama offerto dalla cima della cupola di Brunelleschi e spesso ignora che proprio alle spalle della cupola si trova uno dei musei più importanti del mondo: il Museo dell’Opera del Duomo, scrigno di una raccolta eccezionale di opere capitali del Medioevo e dell’Umanesimo
Il Museo si estende su un’area inimmaginabile dall’esterno: oltre 6.000 metri quadrati distribuiti su tre piani, lungo un percorso articolato in 28 sale, dove più di 700 opere legate al complesso monumentale coprono quasi un millennio di arte e spiritualità. Si snodano lungo il tragitto espositivo capolavori assoluti: sculture soprattutto, ma anche preziosi dipinti e rare creazioni di oreficeria e arte tessile.
In una sala di dimensioni inusitate, si erge la replica in scala 1:1 dell’imponente registro inferiore della facciata medievale del Duomo, con gli originali delle sculture che vi campeggiavano. Nello stesso ampio spazio sono esibite le tre porte monumentali del Battistero, tra cui la nord e la est (detta del Paradiso), capolavori celeberrimi di Lorenzo Ghiberti della prima metà del Quattrocento. Nel museo sono esposte ben undici sculture di Donatello, padre del Rinascimento, fra le quali le statue del Campanile, l’emaciata e
potente Maddalena e la grandiosa Cantoria, posta di fronte a quella coeva, finissima, di Luca della Robbia. Nelle stanze risplendono i tesori del Battistero, in argento, oro, smalti e sete preziose, eseguiti da Antonio del Pollaiolo, Verrocchio e altri celebri artisti fra il Trecento e il Seicento. Al piano terra si erge infine, struggente, la Pietà che Michelangelo scolpì a metà Cinquecento per la propria sepoltura, ritraendosi nel volto di Nicodemo.
duomo.firenze.it Piazza Duomo n.9
La storia del Parco Mediceo di Pratolino: un gioiello tra arte e natura
Il Parco Mediceo di Pratolino, situato nei pressi di Firenze, vanta una storia affascinante che si intreccia con il gusto rinascimentale, la trasformazione romantica e l'evoluzione del paesaggio. La sua origine risale al 1568, quando Francesco I de’ Medici acquistò il terreno per trasformarlo in un luogo di svago e sperimentazione. Fu il geniale architetto Bernardo Buontalenti a progettare il parco e la villa, creando un giardino delle meraviglie che combinava architettura, idraulica e natura in perfetto equilibrio.
Il giardino rinascimentale di Pratolino si distingueva per la sua rigorosa simmetria e per l'uso scenografico dell'acqua, elemento reso disponibile grazie a un’imponente opera idraulica che convogliava le risorse da Monte Senario. Fontane, grotte artificiali e ingegnosi meccanismi ad acqua costellavano il parco, rendendolo un luogo di stupore e meraviglia. Tra le opere più celebri spicca il maestoso Colosso dell’Appennino, scolpito da Giambologna, simbolo della potenza della natura domata dall’uomo. Al centro del complesso si ergeva la villa, circondata da una serie di edifici funzionali come la cappella, la locanda e le stalle, oltre a una rete di viali e scalinate che guidavano i visitatori tra le meraviglie del giardino.
Dopo la morte di Francesco I, il parco entrò in una fase di declino. Nei due secoli successivi, la tenuta divenne un’area autosufficiente, con coltivazioni e allevamenti, mentre parte delle statue e degli arredi vennero trasferiti altrove, in particolare nei giardini di Boboli. Con l’arrivo della dinastia dei Lorena, l’impronta rinascimentale venne progressivamente abbandonata in favore di un gusto più romantico. Nel 1818, il Granduca Ferdinando III incaricò l’architetto boemo Joseph Frietsch di trasformare Pratolino secondo il modello del giardino all’inglese, privilegiando forme naturali e paesaggi suggestivi. Simmetrie e geometrie lasciarono spazio a viali sinuosi, boschi e radure, trasformando il parco in un luogo più vicino alla sensibilità ottocentesca. Il progetto portò anche a un allargamento degli spazi di rappresentanza e alla creazione di nuovi percorsi panoramici che valorizzavano la naturale orografia del territorio.
Con l’Unità d’Italia, il parco passò ai principi russi Demidoff, che avviarono lavori di restauro e migliorie, piantando nuove specie arboree e riportando alla luce antiche strutture medicee. Vialetti, siepi, alberature e piccoli giardini all’italiana arricchirono il paesaggio, mentre la famiglia continuava a utilizzare il parco come luogo di rappresentanza e svago. Dopo la morte della principessa Maria Demidoff nel 1955, la tenuta subì un periodo di abbandono, segnato da interventi poco rispettosi del suo valore storico e ambientale. Il parco venne convertito in area agricola e boschiva, con numerosi abbattimenti di alberi e alterazioni strutturali, tra cui la costruzione di bacini irrigui e la trasformazione di alcune zone in aree per l’allevamento del bestiame.
Nel 1982, la Provincia di Firenze (oggi Città Metropolitana di Firenze) acquisì l’intero complesso
con l’obiettivo di restituirlo alla collettività. Seguendo le raccomandazioni della “Carta dei Giardini Storici”, venne avviato un attento restauro conservativo che ha permesso di preservare e valorizzare questo straordinario patrimonio. Oggi il Parco Mediceo di Pratolino è un luogo di rara bellezza, aperto al pubblico, che continua a raccontare la sua lunga storia fatta di arte, natura e trasformazioni. I visitatori possono ammirare il magnifico Colosso dell’Appennino, passeggiare tra sentieri secolari e scoprire le testimonianze di epoche diverse che rendono questo parco un unicum nel panorama paesaggistico italiano.
Orari e informazioni
Nel 2025 il Parco sarà aperto al pubblico nel fine settimana da venerdì 4 aprile a domenica 2 novembre, con i seguenti orari: venerdì, sabato domenica e giorni festivi (20, 21 e 25 aprile, 1 maggio, 2 e 24 giugno, 15 agosto, 1 novembre):
aprile e maggio 10-20 giugno e luglio 10-21 agosto e settembre 10-20 ottobre e novembre 10-18
Lunedì 23 giugno il Parco sarà aperto eccezionalmente con orario 10-21
Dal lunedì al giovedì l’orario di apertura è 9-14, su prenotazione scrivendo a parcomediceodipratolino@cittametropolitana.fi.it
Scopri il Mugello in Primavera
Un'esplosione di colori e natura!
A pochi passi da Firenze, il Mugello ti accoglie con la sua bellezza incontaminata, una terra dove la natura si risveglia in tutta la sua magnificenza durante la stagione primaverile. In questo angolo di Toscana, la primavera regala panorami mozzafiato: i verdi prati e le colline ondulate si tuffano in un mare di fiori dai colori vivaci, mentre i borghi storici invitano a una passeggiata tra vicoli affascinanti e antiche tradizioni.
Ogni angolo del Mugello è un invito a scoprire i suoi borghi autentici, dove il tempo sembra essersi fermato. Passeggiando tra le stradine acciottolate ti sembrerà di fare un viaggio nel passato, circondato da antiche tradizioni e atmosfere uniche. I borghi, incorniciati da campi di papaveri e frutteti in fiore, offrono scorci pittoreschi e autentici, dove ogni pietra racconta una storia. Non perdere l’occasione di immergerti tra queste meraviglie, respirando la vera essenza della Toscana
E’ la stagione perfetta per fare un'escursione nei parchi naturali, cammina lungo la Via degli Dei o esplora i sentieri che si snodano intorno ai laghi, circondato dalla vegetazione rigogliosa che si tinge dei colori delicati della stagione. La natura del Mugello ti invita a vivere esperienze autentiche: passeggiate a cavallo tra i boschi e le
colline, incontri con gli animali in fattorie didattiche o semplicemente una rilassante camminata tra i sentieri che conducono a panorami mozzafiato. Ogni passo ti regalerà un contatto diretto con la bellezza selvaggia di questa terra, per un’esperienza immersiva che sa di autenticità e serenità.
E’ sempre il momento perfetto per godere, dopo una giornata all'aria aperta, di sapori tipici di una cucina che sa di autenticità, con i suoi piatti semplici ma ricchi di gusto: vieni ad assaporare il Mugello, dove ogni piatto racconta una storia di tradizione e passione. Dalle zuppe rustiche preparate con ingredienti freschi e locali, ai formaggi e salumi artigianali che si sposano perfettamente con un buon bicchiere di vino del territorio. Ogni boccone è un viaggio nel cuore della Toscana. Non dimenticare di provare il famoso Tortello di Patate o l’insalata di farro, piatti che racchiudono l’anima di questa terra, ideale per concludere una giornata di avventure tra natura e tradizione. Non lasciare che questa stagione sfugga: vieni a scoprire il Mugello e lasciati incantare dal suo fascino inconfondibile!
Per tutti i dettagli e le curiosità scopri il sito www.mugellotoscana.it o scrivi a turismo@uc-mugello.fi.it
MIDA 89
La Mostra Internazionale dell’Artigianato alla Fortezza da Basso
dal
25
aprile al 1° maggio
Dal 25 aprile al 1° maggio alla Fortezza da Basso di Firenze va in scena MIDA 89, la Mostra Internazionale dell’Artigianato, promossa e organizzata da Firenze Fiera. La prima fiera certificata del ‘saper fare’ in Italia, patrimonio identitario del ‘made in Italy’ nel mondo, testimone da 89 anni dell'evolversi dei mestieri artigiani nel tessuto socioculturale.
Un viaggio alle radici della creatività che accoglierà nella magnifica cornice della Fortezza ‘medicea’ un ampio pubblico internazionale di appassionati, buyer, giornalisti e influencer, come testimoniano i 65mila visitatori registrati nell’ultima edizione della fiera.
Saranno presenti oltre 500 espositori su una superficie di 35mila metri quadrati. E sarà un’edizione con una forte ‘vocazione’ internazionale per la partecipazione di espositori provenienti da molti paesi, dalla Francia alla Spagna, dall’Egitto al Marocco Come da tradizione, la mostra rappresenta per tante imprese artigiane, giovani maker, creativi, progettisti, designer un’occasione da non perdere per esporre in uno dei più importanti quartieri fieristico-congressuali del mondo.
Ricco il calendario in programma, con tante iniziative sull’artigianato artistico e il design contemporaneo, ma anche convegni, workshop e laboratori esperienziali live che strizzano l’occhio all’innovazione tecnologica.
MIDA 89 – Mostra Internazionale dell’Artigianato Firenze, Fortezza da Basso 25 aprile – 1° maggio 2025
Orario: 10:00 -20:00 (tutti i giorni)
Ingresso: € 8,00 – Ridotto: € 6,00
Per informazioni: www.mostrartigianato.it
"Caravaggio e il Novecento": un viaggio tra arte e cultura a Villa Bardini
Dal 27 marzo al 20 luglio 2025, Villa Bardini a Firenze ospita "Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti", una mostra che racconta l'eredità culturale lasciata dal celebre storico dell'arte Roberto Longhi e dalla scrittrice Anna Banti. Una coppia che rivoluzionò la storia dell’arte: lei riscoprendo la vicenda di Artemisia, lui mettendo in scena Caravaggio.
Curata da Cristina Acidini e Claudio Paolini, l’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Fondazione CR Firenze e la Fondazione Roberto Longhi, proponendosi come un'esperienza immersiva capace di intrecciare arte, letteratura e storia del pensiero novecentesco.
Il percorso espositivo si articola in dodici sale, offrendo un'ampia selezione di opere e materiali inediti. Tra i capolavori esposti spiccano il celebre "Ragazzo morso da un ramarro" di Caravaggio e gli "Apostoli" di Jusepe de Ribera, oltre a una serie di dieci nature morte di Giorgio Morandi, donate nel tempo a Longhi e Banti. Accanto a questi dipinti,
la mostra presenta un ricco apparato di documenti d’archivio, fotografie originali e disegni, testimonianze dell'intenso dialogo tra Longhi, Banti e alcune delle più importanti figure culturali del Novecento, tra cui Giuseppe Ungaretti, Giorgio Bassani, Vasco Pratolini, Carlo Emilio Gadda, Pier Paolo Pasolini e molti altri. La loro influenza si estese ben oltre i circoli accademici, raggiungendo il grande pubblico attraverso la televisione, la radio e le pubblicazioni sui settimanali popolari. Due documentari proiettati in mostra testimoniano questa vocazione divulgativa: uno dedicato a Carpaccio e l'altro a Carlo Carrà, offrendo ai visitatori la possibilità di ascoltare la voce e il pensiero di Longhi.
L'allestimento a Villa Bardini rende questa mostra un’esperienza a tutto tondo. La Silent Room, pensata per offrire un momento di pausa e riflessione, e la possibilità di passeggiare nel meraviglioso giardino storico della villa, con il celebre glicine secolare, aggiungono un valore emozionale al percorso.
La mostra è un tributo a due figure che hanno rivoluzionato il modo di raccontare la storia dell’arte, avvicinandola al grande pubblico e lasciando un’eredità culturale ancora oggi viva e pulsante.
Tutti i sabati alle ore 17.00 visite guidate gratuite per adulti con il biglietto della mostra, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 19:30. Chiuso il lunedì.
Giovan Battista Foggini (1652-1725). Architetto e scultore granducale
Via Cavour 3, 50121 – Firenze palazzomediciriccardi.it
Orario: tutti i giorni 9:00 - 19:00, mercoledì chiuso
Giovan Battista Foggini, Plutone rapisce Proserpina, 1703 -1704, bronzo, Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Corsini
Firenze celebra il genio artistico di Giovan Battista Foggini (1652-1725) con una grande mostra monografica, promossa da Città Metropolitana di Firenze e organizzata da Fondazione MUS.E, che si terrà a Palazzo Medici Riccardi dal 10 aprile al 9 settembre 2025. L'esposizione, curata da Riccardo Spinelli, è organizzata in occasione del terzo centenario della morte dell'artista e intende restituire al pubblico la straordinaria figura di colui che, con la sua opera ‘interdisciplinare’, ha finito per plasmare il linguaggio artistico della Firenze tardo-medicea. Un’opportunità unica per mostrare la levatura progettuale, stilistica e tecnica di Giovan Battista Foggini, evidenziandone la molteplicità d’interventi e la sua “cifra” che fece scuola a Firenze: qui il suo stile aulico e magniloquente venne infatti ben presto affermandosi, apprezzato dai Medici, dai contemporanei e imitato dagli artefici più giovani che trovarono in lui un maestro geniale, dall’inventiva fantasiosa, pressoché inesauribile.
Attraverso una selezione di sculture, disegni e manufatti, la mostra ripercorre la carriera di Foggini, formatosi a Roma presso l’Accademia Medicea fondata da Cosimo III de’ Medici e divenuto, una volta rientrato a Firenze, scultore granducale, architetto di corte e direttore delle Manifatture di Galleria destinate dal principe alla produzione di meravigliosi oggetti a intarsio di pietre dure e in metalli preziosi. Il suo stile, caratterizzato da un linguaggio tardo-barocco influenzato dall'arte romana, ma originale, ha definito
l’immagine della Firenze di fine Seicento, facendo da ‘viatico’ alle generazioni successive.
Il percorso espositivo sarà articolato in sezioni tematiche che esploreranno la scultura in marmo, bronzo e terracotta, l’attività di architetto e designer, il suo ruolo nella produzione di oggetti in pietre dure e metalli preziosi e la sua influenza sulla statuaria monumentale. Tra le opere esposte, provenienti da prestigiose collezioni internazionali, spiccano prestiti dal Museo del Louvre di Parigi, il Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, il Minneapolis Institute of Arts di Minneapolis, lo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, le Gallerie degli Uffizi e il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l'Istituto Centrale per la Grafica di Roma, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Palazzo Corsini, sempre a Roma, e molti privati.
Palazzo Medici Riccardi, luogo emblematico di Firenze e prima residenza della famiglia Medici, rappresenta la cornice ideale per questa celebrazione, avendo ospitato nel tempo alcune delle opere più significative dell’artista, come gli interventi per la Galleria degli Specchi affrescata da Luca Giordano e le sale limitrofe, la contigua Biblioteca Riccardiana, la sistemazione antiquaria del cortile quattrocentesco, il prolungamento della facciata michelozziana su via Cavour.
Giovan Battista Foggini, Atalanta e Ippomene, fine XVII sec., bronzo, Dresda, Skulpturensammlung, Staatliche Kunstsammlungen
Peter Hujar Azioni e ritratti / viaggi in Italia
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta, da sabato 14 dicembre 2024 a domenica 11 maggio 2025, la mostra Peter Hujar: Azioni e ritratti / viaggi in Italia a cura Grace Deveney con Stefano Collicelli Cagol.
La mostra è l'iterazione italiana del progetto espositivo curato da Grace Deveney, David C. and Sarajean Ruttenberg Associate Curator of Photography and Media, dell'Art Institute of Chicago, presso l'Art Institute di Chicago nel 2023, ripensata per gli spazi del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e arricchita da un corpus di 20 immagini fotografiche realizzate da Hujar durante i suoi viaggi in Italia, tra gli anni Cinquanta e Settanta, e di una selezione di 39 scatti dedicati ai protagonisti della emergente scena della performance nella Lower Manhattan degli anni Settanta.
Peter Hujar: Azioni e ritratti / viaggi in Italia si inserisce nella programmazione annuale di Toscana al Centro, insieme alla mostra Louis Fratino. Satura (sino all'11 maggio 2025) e Margherita Manzelli. Le signorine (dal 14 dicembre 2024 al 11 maggio 2025) che ha inaugurato contestualmente.
Se la fotografia è stata a lungo associata alla documentazione e alla memoria, Peter Hujar (USA, 1934-1987) ha cercato di produrre immagini che costruissero una nuova realtà attraverso scambi sottili tra lui e i suoi soggetti. L’artista ha creato ritratti diretti ma enigmatici di persone e animali, immagini di performer e nudi maschili, in stretta sintonia con la scena che caratterizzava l'East Village di New York negli anni Settanta, dove emergeva il linguaggio della performance e si affermava lo studio sul movimento.
La mostra mette in relazione la sperimentazione perseguita da Hujar e dai suoi soggetti e le nuove realtà che ciascuno di loro ha creato, sia attraverso le fotografie che le performance. Il percorso espositivo comprende 59 scatti di Hujar e, in linea con lo spirito di collaborazione e scambio che caratterizzava la scena newyorkese degli anni Settanta, include un video di Sheryl Sutton e 3 opere di David Wojnarowicz, due degli artisti e performer appartenenti alla cerchia del fotografo americano.
All'inizio degli anni Settanta, Hujar viveva in un loft nella Lower Manhattan mentre, nelle vicinanze, Robert Wilson fondava la Byrd Hoffman School of Byrds, dedicata all’esplorazione di nuovi approcci al teatro e alla coreografia. Byrd Hoffman è solo una delle compagnie che Hujar avrebbe fotografato a lungo, insieme alla Ridiculous Theatrical Company, fondata da Charles Ludlam, e The Cockettes, compagine teatrale psichedelica di San Francisco. Hujar ha fotografato gli spettacoli di queste compagnie, ma spesso ha prestato maggiore attenzione a immortalare gli attori e i ballerini dietro le quinte, nei momenti di transizione, quando indossavano i costumi e il trucco, preparandosi a incarnare i personaggi che avrebbero interpretato. Questa mostra mette in relazione la sperimentazione perseguita da Hujar e dai suoi soggetti e le nuove realtà che ognuno di loro ha creato, sia attraverso le fotografie che le performance.
La selezione di fotografie dei viaggi italiani di Hujar raccoglie una visione inaspettata del Paese che stava vivendo una repentina trasformazione, dal Secondo dopoguerra al boom economico. Hujar è stato in Italia in diverse occasioni, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, in questi decenni ha avuto l'opportunità di visitare Firenze, Sperlonga, Palermo, Napoli, solo per citarne alcune. Durante questi viaggi, ha osservato le persone, il paesaggio e gli animali in modo da riflettere la complessità del Paese. Circa 20 opere forniscono una panoramica sulla comprensione di Hujar dei paesaggi italiani, degli animali e degli esseri umani, un dialogo reciproco con ciò che gli stava di fronte che trova corrispondenza nel suo approccio ai soggetti legati alla performance e al tema del ritratto.
CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA
LUIGI PECCI
V.le della Repubblica, 277, 59100 Prato centropecci.it
La programmazione espositiva e tutti gli appuntamenti per
il pubblico al centro
Pecci di Prato nel 2025
CENTRO PECCI NIGHT
“e se ci entrassi dentro?”
Apertura mensile straordinaria dalle 19 alle 24 con workshop, performance ed eventi in collaborazione con Kinkaleri, Nub e OOH-sounds.
11 aprile
Performance di Katerina Andreou e Limpe Fuchs, Presentazione libro di David Wojnarowicz.
9 maggio
Performance di Félicia Atkinson e Jacopo Jenna, Workshop di Giulia Deval.
MOSTRE
30 maggio – 8 settembre
“SMISURATA. Opere XXL dalla collezione del Centro Pecci” un progetto espositivo del Centro Pecci con Ibrahim Kombarji
30 maggio – 2 novembre
“Davide Stucchi. Light Lights”
A cura di Stefano Collicelli Cagol
30 maggio – 14 settembre
“Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. La marcia dell'uomo”
A cura di Elena Magini
4 ottobre 2025 – 1° marzo 2026
“Vivono. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996” A cura di Michele Bertolino
CENTRO PECCI CINEMA
27 marzo - 17 aprile
Rassegna LGBT “Pezzi Unici” in collaborazione con Associazione L’Asterisco Arci-gay Prato e Pistoia
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. La marcia dell'uomo, installation views Pirelli HangarBicocca, 2012
Davide Stucchi. Light Lights
CENTRO PECCI BOOKS
10 aprile
“L’immagine in movimento. Film e Opere 1966-2019” (Forma Edizioni 2024) di Andrea Granchi. Con Giacomo Granchi, Stefano Pezzato e Massimo Becattini.
12 aprile
“Crimini inconfessabili. Il ventennio dell’Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993)” (RCSFuoriScena 2024) Giuliano Turone
4 maggio
“Benito, presente!” (Baldini+Castoldi 2025)
Con Paolo Ruffini
6-7-8 novembre
IV edizione Centro Pecci Books Festival
ATTIVITÀ EDUCATIVE
10 - 11 aprile
Giornata Mondiale Parkinson in collaborazione con Fresco Parkinson Institute Italia Onlus e Palazzo Strozzi
16 e 17 maggio
restituzione del progetto Prato Comunità Edu-cante con il sostegno di Fondazione Cassa di Rispar-mio di Prato e Intesa San Paolo
Dal 16 al 27 giugno
Campus per adolescenti nell’ambito del pro-getto Prato Comunità Educante in collaborazione con Museo del Tessuto, Mu-seo di Palazzo Pretorio, con il sostegno di Fon-dazione Cassa di Risparmio di Prato e Intesa San Paolo
Dal 30 giugno all'11 luglio
Campus per bambini da 6 a 11 anni, presso Centro Pecci
Dal 1° al 5 settembre e dal 9 al 12 settembre
Campus per bambini da 6 a 11 anni In collaborazione con Pratomusei
Ogni giovedì mattina dalle 10 alle 12
Laboratorio di attività espressive e Workshop Dance Well per persone con il Parkinson e loro caregivers in collaborazione con Fresco Parkinson Institute
Ogni venerdì mattina
Laboratorio di attività espressive, in collabora-zione con AUSL-Salute Mentale
Ogni due settimane, venerdì dalle 15 alle 17 Percorsi Primi Mille Giorni d’arte al Centro Pecci, laboratori di attività espressive per donne in gravidanza, in collaborazione con PWC-Italia e Eda Servizi
Ogni sabato mattina alle 10.30 Percorsi Primi Mille Giorni d’arte al Centro Pecci, laboratori per famiglie con bambini da 0 a 18 mesi e da 18 mesi a 3 anni, in collaborazione con PWC-Italia e con Eda Servizi
Ogni sabato pomeriggio alle ore 16.00 Laboratori dedicati alle famiglie con bambini dai 3 ai 6 anni e da 7 a 11 anni
Ogni domenica pomeriggio alle ore 16.00
Visita guidata gratuita, in collaborazione con Unicoop
Mario Merz, La spirale appare, 1990. Acquisto del Centro Pecci Vista dell’installazione al Centro Pecci per la mostra della Collezione, 1990. Ph. Carlo Gianni
Caterina De Nicola, To Become a Butterfly of the Capitalist Extracting Surplus-value, 2023. Dono dell'artista al Centro Pecci Vista dell’installazione presso l’Istituto Svizzero di Milano per la mostra personale Reek of Past Pitfalls. Ph. Giulio Boem
L’Assise delle donne.
La bandiera cucita dalle
mezzadre nel 1953 incontra le opere delle street artist Lediesis
Nel Semiottagono delle Murate di Firenze avviene un incontro tra una grande bandiera multicolore della pace realizzata nel 1953 dalle mezzadre in lotta per i diritti sul lavoro e le opere delle street artist fiorentine Lediesis introdotte nel corridoio d’ingresso da 10 pannelli che attraverso immagini e testi ricostruiscono la storia delle bandiere multicolore della pace. Un incontro che dimostra l’attivismo di oggi e di ieri delle donne su temi che hanno a che fare con diritti, lavoro, pace, giustizia e cura.
Assise. Mi piace questa parola perché è femminile e plurale, indica un’assemblea, un luogo in cui ci si siede tutte insieme per prendere delle decisioni e superare l’idea di un uomo o donna soli al comando: prendere delle decisioni per un’idea di collettività, per il bene comune.
La grande bandiera è il frutto di un lavoro che cuce insieme i pezzi di storie, per portare le diverse istanze nell’assemblea delle donne lavoratrici e sembra quasi un’opera d’arte prodotta da un collettivo artistico e attivista. La parola “assise” si ripete spesso negli scampoli di stoffa di colori diversi, che mantiene le differenze e le sfumature, al contrario una bandiera “nazionalista” che uniforma e esclude. Tra le varie richieste dalle donne del ’53 c’è sempre la Pace, senza la quale qualsiasi singola richiesta sembra perdere peso.
Lediesis è il plurale di Lady al quale si aggiunge il suono diesis, che nella sua forma scritta è un segno simile all’hashtag, una TAG, appunto, per restare nel
linguaggio della street art. L’attivismo di questo duo di street artist fiorentine è per rivendicare la centralità della figura della donna, le loro Superwomen sono donne che si sono distinte per il loro impegno, lotta e eccellenza nei loro campi.
Lediesis partecipano al progetto Peace&Care esponendo alcune iconiche eroine come la Madonna di Kabul in cui l'immagine della soldatessa Nicole Gee (morta nell’attentato all’aeroporto di Kabul il 21 agosto 2021), con in braccio un bimbo ferito, fa pensare a una "Madonna con bambino" dei nostri giorni, per la quale tenerezza e cura sono segno di speranza anche in parti del mondo dominate dagli orrori della guerra. La fine di ogni ostilità potrebbe davvero ricucirsi in un abbraccio come tra le due ragazze ritratte di spalle di We believe in unity; qui le bandiere israeliana e palestinese sembrano perdere ogni idea di separazione. “Donna + Amore = Pace” è invece il titolo di una rielaborazione bidimensionale della Pietà vaticana di Michelangelo, interpretata dalle artiste fiorentine come una nuova riflessione su un'idea di amore che supera la morte, grazie alla forza e alla tenerezza di una donna e madre.
Sempre Libere è invece il ritratto di due staffette partigiane in bicicletta, con fazzoletto rosso al collo e tricolore stampato sul petto. Colori, bandiere e un'idea di rimettere insieme i pezzi, a volte anche molto diversi tra loro ma che possono stare davvero insieme, attraverso la messa in pratica di due parole fondamentali: pace e cura. In occasione di questa
mostra Lediesis presentano una nuova opera inedita in cui una bambina con indosso la maglietta di Superman e delle macerie alle spalle, guarda dritta davanti a sé verso il futuro. Le Superwomen delle Lediesis sono accomunate da un’incredibile forza d'animo, la stessa che contraddistinse le lavoratrici che cucirono le loro bandiere multicolori per rivendicare il loro ruolo e la voglia di pace.
Nel 1952 dalla rivista “Le nostre lotte” le donne della CGIL lanciarono la proposta di una prima Conferenza nazionale della donna lavoratrice, raccolta dal III Congresso della Confederazione. La Conferenza si tenne a Firenze nel gennaio del 1954. Nel corso del 1953 si svolsero le assemblee territoriali e delle federazioni sindacali. Fu in questa occasione che le mezzadre della provincia di Firenze realizzarono la loro gigantesca bandiera. Lunga 7,8 e alta 2,4 metri, la bandiera venne esposta la prima volta all’Assise provinciale delle mezzadre di Firenze il 29 marzo 1953 e successivamente portata all’Assise nazionale di Siena del 18-19 aprile 1953. Una foto venne pubblicata sul settimanale della CGIL “Lavoro”. La bandiera delle mezzadre fiorentine contiene quasi tutti gli elementi tipici delle bandiere multicolori. Su un lato è composta da un enorme tricolore italiano e sull’altro dai classici scampoli di tessuti, su cui sono ricamate, stampate o disegnate i nomi delle leghe mezzadrili femminili dei paesi e delle frazioni, slogan per la pace, la Costituzione, la Repubblica, disegni e firme. Al centro spicca una striscia bianca contenente le rivendicazioni sindacali delle mezzadre per il rispetto dei loro diritti e della loro dignità. La bandiera è conservata presso il Centro di documentazione archivio storico Cgil Toscana.
I pannelli nel corridoio d’ingresso raccontano tramite immagini (provenienti da vari archivi) e testi la storia delle bandiere della pace, e fanno capire quanto fosse sovversivo in certi periodi storici dichiararsi pacifisti. Si tratta di una tradizione di produzione di bandiere della pace autonoma rispetto alle canoniche bandiere arcobaleno, ma che contribuì a sedimentare l’immaginario culturale sulla cui base si è diffusa poi quest'ultima. La bandiera, frutto di un lavoro collettivo, diventa un oggetto politico. Lavorare sugli archivi significa aver cura di corpi simbolici, documenti, testi, immagini, oggetti, per fare in modo che sopravvivano e si conservino.
Il progetto “Peace & Care” è promosso da Fondazione Valore Lavoro, CGIL Toscana, FILCAMS Cgil Toscana e SPI Cgil Toscana. La mostra è a cura di Serena Becagli con un percorso storico a cura di Stefano Bartoli in e Martina Lopa. Dal 5 marzo al 25 aprile 2025 nel Semiottagono delle Murate di Firenze.
a cura di Serena Becagli
SEMPRE PUGI
IL FORNO
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LE
LUCCA
La leggerezza
Esistono delle malattie, che si fanno beffe della memoria. Dove chi soffre, è spesso solo chi accudisce, ed il malato, vive in un tempo tutto suo, fatto di tanti passati remoti e pochi presenti.
Andrea Caciagli, classe 1991, aiuto regista, giornalista e critico cinematografico, direttore della rivista culturale L'Eco del Nulla e cofondatore del Festival letterario Firenze RiVista, crea un documentario sulla memoria e sul dramma dell' Alzheimer
La Leggerezza, prodotto da Laura Catalano per 8 Production e distribuzione. Emera Film, non è assolutamente un lavoro drammatico, bensì un diario di immagini, ricordi, aneddoti che hanno come protagonista sua nonna, Anna Vanna Volpi.
Siamo a Calenzano, Ottobre 2016, dove Andrea si trasferisce mentre la malattia di Anna, insorge. Ovunque, quando questo male arriva, le famiglie sono come piccoli mondi. In via Don Minzoni N. 6, ognuno reagisce a modo suo, con un' ironia tutta toscana, quasi a voler esorcizzare il fato.
Andrea attraverso la cinepresa, raccogliendo fotografie, lettere e tanto altro, racconta la difficoltà della donna nelle piccole faccende quotidiane, nonno Rino che pare non accorgersi della gravità della situazione, i figli Marco e Matteo alle prese con la nuova quotidianita' dei loro genitori.
La spesa, i pasti, le bollette, la tristezza e la rabbia nell'essere spesso soli ed incompresi nel lottare contro un male invisibile e soprattutto incurabile. Conosco personalmente Andrea e stimo tanto i suoi lavori. Ho trovato geniale il titolo.
La demenza, è un qualcosa di pesante soprattutto per chi la subisce in termini di famiglia. Leggero invece è, trovare un anestetico, una formula per rendere indimenticabile e soprattutto reale la vita non solo di Anna Volpi, ma tutti quelli che ogni giorno lottano con ricordi dimenticati e non solo.
"Chi è Anna Volpi se non le cose che ha fatto, i figli che ha cresciuto, l'uomo che ha amato?".
a cura di Cristina Tedde
Emma Nolde
Scopro Emma Nolde per caso una sera d'estate grazie ad un suggerimento di un'artista che amo particolarmente: Daniela Pes. Scelgo a caso un suo pezzo, intitolato: " Ughi", inutile dire che l'ho amata subito. Classe 2000, toscana, col suo primo disco "Toccaterra", arriva finalista al Premio Tenco come Opera Prima. Collabora con numerosi artisti tra cui Niccolò Fabi, Motta, Zen Circus, Mecna e la critica la considera tra le voci più promettenti degli ultimi tempi. Ho l'occasione di vederla dal vivo, a Pistoia questo Dicembre, in un piccolo locale gremito di gente di svariata età. Sul palco è straordinaria, esplosiva, la sua voce toccante. Mi ha colpito subito la sua dolcezza, la sua quasi inconsapevole bravura. A concerto
terminato, parla con tutti, mi abbraccia come se mi conoscesse da sempre. Da questa empatia, nasce la voglia di averla tra queste pagine, di farla scoprire ai nostri lettori.
La nostra chiacchierata telefonica è breve, ma intensa. Emma è timida, educatissima, l'opposto di quello che traspare sul palco.
Le domando subito quali siano i suoi luoghi del cuore in Toscana e non solo - mi risponde con un sonoro: " Credo che camera mia ad Empoli, sia il luogo in cui sono realmente me stessa. Dove esprimo la mia vera identità, dove scrivo, compongo la mia musica. La mia finestra, da sulla campagna e quel verde ogni giorno diverso, mi da uno spettacolo unico".
Emma è un'artista molto attenta alle tematiche ambientali, durante la telefonata mi rivela di abbracciare gli alberi come se fossero suoi amici, parla della sensibilità che occorre in primis come motore del rispetto e della salvaguardia della natura e non solo.
"Poi c'è Empoli, città in cui vivo. Ogni angolo, anche il più semplice, mi ricorda qualcosa, sa di me perché mi riporta ad un caro ricordo".
Durante la telefonata spesso sorrido, le confesso come l'ho scoperta e quale canzone ho amato per prima. Mi ringrazia per aver citato "Ughi" - : "Quella canzone parla di mia nonna, Ughetta, persona meravigliosa e singolare. Era solita dipingere tutti i vasi, addobbare la casa con essi e metterci il sale dentro. Affermare di non digerire l'acqua, proprio come scrivo in una strofa del pezzo. Era davvero fantastica! ".
Il brano, ha un testo molto toccante, piango spesso quando l'ascolto perché realmente arriva al cuore, glielo dico, lei continua a ringraziarmi specificando che non ama definirsi artista, che piuttosto sono le donne come Ughetta che con la loro arte, la creano. Che crede tanto nel potere femminile, orgogliosa del folto gruppo di cantautrici e musiciste presenti nel paronama italiano, ognuna con la propria personalità e peculiarità, ma estremamente unica ed in grado di far squadra ed emanare luce. Lei stessa , l' 8 marzo ha chiuso il tour di NuovoSpazioTempo, con un concerto/ festa gratuito in una data per lei simbolo di questo pensiero. Chi non ha avuto la fortuna di andare a vederla, può approfittarne il 1 Giugno, all'Ippodromo delle Cascine in uno degli appuntamenti del Festival El Galactico, organizzato dai Baustelle.
È quasi venti minuti che io ed Emma chiacchieriamo al telefono e termino chiedendole qual è l'artista con cui vorrebbe duettare presto - :" Ti direi Cosmo, ma come sai la magia si crea duettando anche col pubblico che chiamo su con me ad ogni concerto".
Ci salutiamo come vecchie amiche, ringraziandoci a vicenda per il tempo che ci siamo dedicate. E se Emma non è un'artista, è sicuramente una poeta della musica. a cura di Cristina Tedde
La bella stagione in musica: tre mesi, tre spunti
Il primo: tra i ricordi più antichi – sebbene oggi un filo offuscati per ragioni sulle quali sembra saggio soprassedere, almeno in questa sede – figura il concerto che gli Ozric Tentacles tennero a (circa) la metà dei 90s in quel di Firenze. Tripudio di magliette floreali nel pubblico, il sapore amaro e pungente dei fumi sparati sul palco che invade le volumetrie in cemento della struttura poi la magnificenza e l’amabilità del miscuglio di suoni emessi dai nostri, si suppone ipnotici e ondulatori quanto basta. Al tempo l’auditorium Flog per scenario – già sede di ulteriori visioni formative quali Carcass e Mr. Bungle – mentre il prossimo 6 aprile toccherà al Viper l’onere di ospitare la banda inglese: tra space rock, progressioni ed elettronica un evento certo da salutare con onesto e (almeno da queste parti) retroattivo piacere. Al pari, sempre al Viper, l’esibizione di Dente il 5 mentre il 16 sarà la volta di Lucio Corsi al Teatro Cartiere Carrara per finire con il live di Myss Keta il 24 aprile nelle evocative mura del Tenax Andiamo avanti.
Con il secondo punto, ovvero quanto tra i ricordi più antichi – e oggi ancora vividi poiché nel tempo reiterati dozzine di volte – figurino i plurimi concerti fiorentini dei Litfiba ai quali più o meno tre decenni fa assistemmo. Front man quel Piero Pelù che in questo 2025 si ripresenterà miscelando materiale recente con suggestioni dal passato. Data: 16 maggio al Viper. Medesima location per i gloriosi Karate, riferimenti di una estetica e uno specifico sound cui mai sembra sensato allontanarsi (alt-pop, indie, sadcore, slowcore,
post-rock e altro) mentre al Verdi terrà l’unica data dal vivo in città Fiorella Mannoia, versione sinfonica e con orchestra.
Infine il terzo e ultimo spunto a tema bella stagione in lesto avvicinamento, vale a dire giugno quando parecchia tra la recente – più o meno – storia del mainstream musicale verrà riproposta c/o Firenze Rocks: schedulati nel prato dell’Ippodromo del Visarno i Guns n’ Roses (12 giugno in compagnia dei Rival Sons e non soltanto), Korn con Public Enemy il 13 per arrivare al 15 allorché suoneranno i Green Day accompagnati da Weezer, Shame e Bad Nerves. Vasco Rossi a gestirsi una coppia di date alle Cascine il 5 e 6 giugno, i Pinguini Tattici Nucleari di ritorno il 25 infine i Baustelle che porteranno a Firenze il loro El Galactico Festival nei giorni primo e due giugno. Variegato contenitore in cui saranno eseguiti anche brani estratti dal loro ultimo album, preceduti e seguiti da una meritevole ed eclettica selezione di nomi: Emma Nolde, i Neoprimitivi, Marta Del Grandi, Delicatoni e DJ set.
a cura di Gabriele Merlini
1 coda alLa volta ..per salvarli TUTtI!
La Città dei Lettori 2025: un viaggio tra classici e nuove generazioni
Torna nel 2025 La Città dei Lettori, il festival dedicato all’universo letterario e ai suoi protagonisti, che porterà a Firenze e in tutta la Toscana autori, traduttori e curatori di primo piano, sempre a ingresso gratuito. Il progetto della Fondazione CR Firenze, curato dall’Associazione Wimbledon APS, con la direzione di Gabriele Ametrano, annuncia le sue nuove date nella storica cornice di Villa Bardini
Dal 4 all’8 giugno, l’ottava edizione del festival sarà dedicata ai classici, un tema che riflette la crescente attenzione delle giovani generazioni verso le opere fondamentali della letteratura. “In linea con le tendenze del mondo dei lettori – spiega Ametrano –quest’anno guardiamo ai classici, riletti attraverso le voci del nuovo panorama letterario italiano. Saliremo sulle spalle dei giganti per guardare al futuro, riscoprendo il valore intramontabile della grande letteratura.”
Prima di questo appuntamento, dal 1 al 5 aprile, La Città dei Giovani Lettori trasformerà Villa Bardini in un centro culturale dedicato alla letteratura per bambini, ragazzi, teen e young adult. Un’occasione per esplorare il mondo del libro attraverso letture animate, laboratori, talk e incontri con autori, illustratori e divulgatori tra i più interessanti del panorama italiano e internazionale. Oltre 670 studenti delle scuole primarie e secondarie parteciperanno agli incontri del festival, affrontando temi che spaziano dall’ecologia ai diritti civili, fino alle sfide della crescita e dell’identità.
Ospite speciale di questa edizione sarà Ascanio Celestini, attore e drammaturgo, che porterà sul palco un incontro-spettacolo tratto dal suo primo libro illustrato L’uomo eterno. Tra gli ospiti internazionali, la celebre autrice sudcoreana Baek Hee-na, vincitrice dell’Astrid Lindgren Memorial Award, e l’illustratore francese Serge Bloch, Medaglia d’Oro della Society of Illustrators di New York.
Grande attesa anche per gli spazi dedicati alla divulgazione, che vedranno la partecipazione di Gianumberto Accinelli, entomologo e volto noto di Geo&Geo, e Giammarco Sicuro, inviato RAI e fotoreporter, che racconterà il suo viaggio nei contesti di guerra e crisi umanitarie attraverso il suo libro In viaggio con Isa.
“La letteratura per ragazzi è un segmento fondamentale del mondo editoriale e un pilastro per la formazione delle nuove generazioni,” dichiara Maria Oliva Scaramuzzi, Vice Presidente della Fondazione CR Firenze. “Questo festival è cresciuto velocemente e rappresenta un’occasione straordinaria per avvicinare i più giovani alla lettura.”
Con una programmazione sempre più ricca e internazionale, La Città dei Lettori e La Città dei Giovani Lettori si confermano appuntamenti imprescindibili nel panorama culturale fiorentino, capaci di unire generazioni diverse nel segno della lettura.
INFO
lacittadeilettori.it
FB: La Città dei Lettori
IG: @lacittadeilettori #lacittadeilettori
LI: La Città dei Lettori
Altricorpi: il festival antispecista di cui avevamo bisogno
Tra tutte le istanze di cui si è preso coscienza ultimamente, quella antispecista è la più difficile da abbracciare. Per farlo, infatti, dobbiamo prima ripensare in modo radicale il nostro intero sistema di valori. Non si tratta “solo" di giustizia per gli animali, ma di una revisione profonda del concetto stesso di oppressione e privilegio. Il tema tocca qualsiasi persona, poiché il modo in cui ci rapportiamo agli altri esseri viventi riflette direttamente il nostro modo di organizzare le relazioni umane, tuttavia non sempre è possibile trovare occasioni per pensarci su e iniziare a decosrtruirci. È proprio per creare uno spazio di confronto su queste tematiche che nasce altricorpi, un festival che porta il dibattito sulla liberazione animale, l’antispecismo e l’ intersezione con il transfemminismo e lotte sociali in uno degli spazi più attivi, nel cuore dell’Oltrarno. Sabato 12 e domenica 13 aprile, presso la libreria L'Ornitorinco di Firenze, si terranno una serie di incontri, spettacoli e presentazioni che metteranno al centro la relazione tra corpi umani e non umani, le resistenze e le narrazioni attraverso altri punti di vista. Il festival è curato da Elisa Gavazzi, Lilith
Gianelle e Stefano Venturini, tre figure che, attraverso i libri, la musica, l’attivismo e il teatro lavorano per diffondere una consapevolezza critica e decostruire i meccanismi di oppressione. Abbiamo parlato proprio con loro per avere qualche anticipazione e c capire meglio la storia del progetto.
Lilith, cosa significa per te e per la storia della Libreria L’Ornitorinco organizzare e ospitare un evento di questo tipo?
Questa libreria vuole essere, da sempre, un luogo aperto a scambio e dialogo senza che nessun* si senta in difetto o esclus* perché non sa. Io stessa sono una persona diversa rispetto a quando ho aperto, e questo proprio grazie a tutto quello che ho appreso qui, alle persone che ho incontrato, ai dubbi sollevati insieme, a nuovi livelli di complessità di cui ora sono consapevole e che prima non vedevo. L'importante è che tutto avvenga sempre in nome dei valori in cui crediamo e che desideriamo diffondere, a partire dal rispetto reciproco e dall'autodeterminazione. Per questo penso sia importante ospitare un festival
come altricorpi, che insieme a Elisa e Stefano vogliamo parli proprio a chi non si è ancora avvicinato ai temi dell'antispecismo: per sollevare nuove domande, metterci in discussione insieme, creare consapevolezza, perché quando parliamo di resistenza e autodeterminazione ci ricordiamo di non escludere nessun*.
Elisa e Stefano, come nasce l’idea del festival? Dato che avete formazioni molto eclettiche, a cavallo tra teatro, arte e musica, quali linguaggi ritroveremo in questa due-giorni?
Con questo festival vogliamo dare centralità all’antispecismo - una battaglia politica spesso invisibilizzata perché tendiamo a negare la capacità di azione e resistenza agita dagli animali non umani - sottolineandone la connessione ad altre forme di lotta, come quelle condotte dai femminismi. Per affrontare questi temi utilizzeremo un approccio diversificato, che spazia dal teatro alla presentazione di libri, fino alle mostre installative. Crediamo che non esista un unico modo di comunicare e che ogni persona debba poter trovare la forma espressiva più affine. Useremo linguaggio diversi e ci auguriamo che ciò possa rendere gli incontri spazi in cui si dialoga, in modo aperto e plurale, e soprattutto in cui ci si ascolta, reciprocamente. Perché solo ascoltandoci possiamo comprendere meglio ogni lotta per l’autodeterminazione.
Spettacoli e mostre
Oltre agli incontri e alle presentazioni di libri (I canti della nazione gorilla. Il mio viaggio attraverso l’autismo e Zanne. Un’antologia di animali ribelli) sarà possibile partecipare anche a spettacoli e mostre. Nella serata di sabato andrà in scena Tutte le figlie di Madama Dorè, ad opera del collettivo Seminanti (Elisa Gavazzi, Francesca Natale e Stefano Venturini) che si pone l’obiettivo di smascherare il sistema alimentare e culturale in cui ci muoviamo, spesso inconsapevolmente. Domenica, invece, sarà il turno di Disequitiamoci, progetto nato da Egon Botteghi per svelare le radici sessiste, classiste e militari degli sport equestri. altricorpi non è solo un evento, ma uno spazio di riflessione e crescita. Un’occasione per mettere in discussione quello che diamo per scontato e per avvicinarsi a una visione del mondo più giusta e inclusiva. Se il vostro obiettivo è ripensare la società in modo radicale, segnatevi queste date. Il cambiamento inizia sempre con la consapevolezza.
a cura di Alessia Dulbecco
Un po’ di Giappone... a Firenze.
Quattro locali in cui poter apprezzare la cucina tradizionale giapponese e i suoi sapori casalinghi.
Per decenni, abbiamo associato la cucina giapponese ad unico piatto: il sushi. Arrivato in Italia a fine anni ‘70, con l’apertura di Poporoya, primo sushi bar a Milano, da allora ha conquistato sempre più il pubblico italiano fino a diventare un vero e proprio fenomeno di massa nei primi anni 2000, con l’ondata degli AYCE (All You Can Eat). Negli ultimi anni, l’attenzione si è gradualmente spostata sul ramen, altro piatto tipico proveniente dall’Oriente – Cina e Giappone. Ma, se sushi & ramen sono sicuramente i piatti più iconici e riconoscibili della cucina giapponese, appare chiaro che non siano però gli unici, così come noi italiani non mangiamo solo pizza & pasta. E quindi, cosa mangiano veramente in Giappone?
A Firenze, dove la comunità giapponese è numerosa e fiorente già da diversi decenni, abbiamo modo di provare varie alternative di cucina giapponese, in locali che potremmo definire gli equivalenti delle nostre trattorie; con un’offerta di piatti della tradizione casalinga.
1) Hibiki-àn – Aperto dove un tempo sorgeva una gastronomia di quartiere, il locale non ne ha snaturato lo spirito offrendo uno spazio informale e abbondanti porzioni. Caratteristici i secondi piatti a base di carne: dal tonkatsu (cotoletta di maiale impanata) al karaage (bocconcini di pollo fritto), passando per il più difficilmente reperibile in Italia menchi katsu (polpetta di carne macinata).
Tra i primi, da segnalare gli udon in brodo (ottima alternativa al ramen se avete voglia di qualcosa di caldo). Veramente imperdibile i gyoza e, per concludere, la cotton cake: la morbidissima versione giapponese del cheesecake.
2) En – cucina casalinga giapponese – Come preannuncia il nome, qui la cucina è veramente casalinga. Uno dei pochi ristoranti a fare il gyu-don,
ciotola di manzo marinato con cipolla e zenzero su un letto di riso. Molto interessante il menu degustazione omakase (scelto dallo chef) e presente anche in versione vegetariana e vegana. Ottimi i gyoza. Il locale è una piccola chicca e si è da poco allargato con una sede gemella accanto alla prima, sempre in Piazza Ghiberti.
3) Trattoria La Tana – Lo chef Tanaka presenta una cucina regionale, della prefettura di Aichi, sua terra natia. Molto tipico il ramen, con un tocco piccante, e i Nagoya kishimen, simili a degli udon dalla forma schiacciata. Buonissimi gli antipasti, tutte preparazione squisitamente casalinghe tra cui figura anche la famosa potato salad. Da segnalare il tebasaki, alette di pollo croccanti in agrodolce, e il lampredotto alla giapponese: squisito.
4) Mangiappone – Nato come catering, adesso Mangiappone ha finalmente trovato uno spazio fisso dove potete sedervi a tavola con gli amici nella sede dell’Associazione Lailac, presente da anni sul territorio del Quartiere 4. Tante le specialità casalinghe, tra cui quattro tipi di curry (anche vegetariano) e altrettanti di donburi, piatti a base di riso con verdure, carne o pesce come topping. E’ anche uno dei pochi posti in cui potrete trovare degli autentici onigiri, perfetti per uno snack veloce quando siete fuori casa. Su prenotazione, fanno anche sushi.
Resta solo dire “itadakimasu” e godersi l’esperienza.
a cura di Viola Rosai @violetinjapan
I borghi toscani:
Un Viaggio tra Storia e Paesaggi Incantevoli
I borghi della Toscana sono autentici gioielli incastonati tra colline, vigneti e panorami mozzafiato. Da nord a sud, ogni angolo di questa regione custodisce piccoli centri storici che raccontano secoli di storia e tradizioni.
Alcuni sorgono su dolci rilievi coltivati a vite e ulivi, altri si trovano immersi in vallate dorate di grano, ai piedi di montagne verdeggianti o affacciati su litorali di rara bellezza. L’immagine classica è quella della città murata medievale, ma non mancano borghi dal fascino rinascimentale, caratterizzati da eleganza e armonia architettonica.
San Quirico d’Orcia: Il Cuore della Val d’Orcia
Tra i borghi più affascinanti, San Quirico d’Orcia è una delle perle della Toscana. Situato nel sud della regione, in provincia di Siena, incarna alla perfezione l’essenza toscana: un centro storico ricco di fascino, colline sinuose che sembrano uscite da un dipinto, vigneti e antichi casali trasformati in agriturismi
La Val d’Orcia è talmente unica da essere riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Il borgo storico, completamente pedonale, è un intreccio di vicoli lastricati e case in pietra locale. Da non perdere la Pieve dei Santi Quirico e Giulitta, con la sua facciata romanica e gli interni barocchi, custode di opere d’arte di grande pregio.
Nel cuore del centro si trova il Giardino degli Horti Leonini, un magnifico giardino all’italiana del XVI secolo che in estate ospita mostre e installazioni artistiche.
Simbolo indiscusso della Val d’Orcia sono i celebri Cipressi di San Quirico, immortalati in cartoline e souvenir. Questa fila di alberi perfettamente allineati su una collinetta in località Triboli è tra i panorami più fotografati della Toscana.
San Gimignano: Il Medioevo in Toscana
Un altro borgo imperdibile è San Gimignano, celebre per le sue torri medievali che svettano nel cielo. Un tempo erano ben 72, oggi ne restano 13, ma bastano
per rendere il profilo della città unico e riconoscibile da lontano.
Situato nella parte nord-occidentale della provincia di Siena, San Gimignano è un autentico tesoro medievale, tanto da essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1990. La sua struttura urbanistica è rimasta intatta nei secoli, conservando il fascino di un’epoca lontana.
Il Duomo è una tappa imperdibile: la semplicità della facciata esterna contrasta con la ricchezza degli interni, dove affreschi trecenteschi coprono interamente le pareti. Un altro luogo simbolo è la suggestiva Piazza della Cisterna, situata sulla sommità della collina e un tempo fulcro del commercio cittadino.
San Gimignano è famoso anche per la produzione dello zafferano, attestata fin dal XIII secolo e oggi tutelata dal marchio DOP. Il commercio di questa preziosa spezia contribuì alla costruzione delle torri, rendendole simbolo di ricchezza e prestigio.
Oltre alla storia e all’arte, il borgo è rinomato per la sua tradizione vinicola: le cantine locali offrono degustazioni di eccellenti vini, accompagnate da esperienze di Free Walking Tour per scoprire ogni angolo di questo luogo senza tempo.
a cura di Marta Matteini
Il Borgo del Cuore: inclusione e cultura nel cuore di Castagneto Carducci
Il 3 aprile 2025 ha segnato un’importante tappa per Castagneto Carducci con l’inaugurazione de Il Borgo del Cuore, un progetto innovativo che unisce inclusione sociale, cultura e opportunità lavorative per persone con fragilità, con particolare attenzione alla salute mentale. Il Borgo del Cuore non è solo un’idea, ma una realtà concreta che prende forma attraverso una rete di attività pensate per valorizzare il territorio e offrire nuove prospettive lavorative. Sei spazi distinti, ognuno con una sua identità, contribuiscono a rendere questo borgo un luogo speciale, in cui storia, artigianato e gastronomia si intrecciano con il valore dell’inclusione sociale.
Altremani Marine è un negozio di abbigliamento e accessori artigianali, realizzati nel laboratorio di Sesto Fiorentino con materiali di recupero. Qui, il talento creativo incontra la sostenibilità e il lavoro diventa strumento di riscatto.
Museo Casa Carducci offre un viaggio tra le stanze in cui visse il poeta, con guide museali provenienti dal collocamento mirato, che con passione e competenza raccontano la storia del luogo e del suo illustre abitante.
Le Stanze del Poeta permettono un'esperienza unica di pernottamento a pochi passi dalla casa museo, per immergersi completamente nell’atmosfera e nelle suggestioni della storia.
Ristorante Tana del Drago è un ambiente intimo con un massimo di 30 posti, dove gustare i sapori autentici della tradizione toscana. A soli 100 metri dalla casa museo, offre anche una selezione di caffè provenienti da un’impresa sociale che garantisce condizioni di lavoro etiche e sostenibili.
Frantoio Carducci è uno spazio ristrutturato e messo a disposizione dalla famiglia Espinassi-Moratti, dedicato a mostre ed eventi, per arricchire il borgo di cultura e incontri.
Laboratorio socio-occupazionale Bella Storia, nato in collaborazione con la Società della Salute, accoglie circa 20 ragazzi impegnati nella realizzazione di gadget personalizzati, venduti nel negozio, nel museo e ad aziende.
Il Borgo del Cuore è un progetto autofinanziato dalla cooperativa CONVOI, che crede fermamente nel valore del lavoro come strumento di crescita e inclusione. Come afferma il presidente Maurizio Rossi: "Un posto di lavoro stabile permette a persone fragili di passare dalla condizione di assistito a quella di contribuente, diventando parte attiva di un percorso di reinserimento a tutto tondo."
Un’iniziativa che trasforma il borgo in un simbolo di accoglienza e opportunità, dimostrando che il valore di una comunità si misura anche nella sua capacità di includere e sostenere chi ha più bisogno.
Fotografie Tracce fiorentine
Nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, dove storia e creatività si intrecciano, la Trattoria 4 Leoni si trasforma in una galleria d’arte. Da venerdì 7 marzo 2025 ha inizio Fotografia - Tracce Fiorentine, un racconto visivo attraverso lo sguardo di sei fotografi, di generazioni diverse, legati a Firenze per nascita o formazione: Franco Cammarata, Lorenzo Bojola, Massimo D’Amato, Lapo Pecchioli, Gianluca Sgherri e Mario Strippini. Sei mostre personali, della durata di due mesi ciascuna, che si susseguiranno nell’arco di un anno, per esplorare come la luce, le geometrie e i paesaggi del territorio, le architetture e l’assetto urbano, abbiano influenzato lo sguardo degli autori.
Curata dalla storica dell’arte e della fotografia Anna Maria Amonaci, per volontà del titolare della trattoria
Stefano Di Puccio, la rassegna pone l’accento su come l’espressione fotografica di un artista venga segnata profondamente dai luoghi della sua formazione. Il titolo “Tracce" richiama proprio l’imprinting iniziale che un ambiente lascia sui suoi abitanti, plasmandone la percezione e la visione del mondo. La curatrice, in questo senso, riprende il pensiero di Giorgio Vasari, che nelle Vite degli artisti sottolineava le differenze stilistiche tra le scuole pittoriche italiane. Così come Vasari specificava la peculiarità della scuola fiorentina, nota per la sua tenuta disegnativa, analogamente Tracce Fiorentine propone una riflessione su come contesti diversi, paesaggi e atmosfere, orientino in modo emblematico le scelte artistiche, sia in pittura che, oggi, nella fotografia.
Il ciclo espositivo inaugura, venerdì 7 marzo 2025, con Franco Cammarata. Per l’occasione il fotografo presenta una selezione di scatti che celebrano la bellezza senza tempo dei paesaggi urbani e naturali di diversi luoghi. Quanto a Firenze la osserva raccontandola attraverso una lente che unisce memoria familiare e interpretazione personale. La sua fotografia, ricca di dettagli e di una luce avvolgente ed evocativa, svela angoli nascosti della città.
Segue, da martedì 6 maggio, Lorenzo Bojola, il cui lavoro esplora il rapporto tra uomo e paesaggio toscano, attraverso uno sguardo intimo e profondo. Il suo linguaggio fonde fotografia naturalistica e sensibilità artistica, trasmettendo un forte senso di appartenenza e di dialogo con l'ambiente, influenzato sicuramente anche dall’esperienza in Argentina, dove ha vissuto per lungo periodo. Dagli anni Dieci del Duemila si è cimentato nella realizzazione di film documentari di forte evocazione, dove l’esperienza fotografica, ne ha segnato il carattere espressivo. L’ultimo, sulla vita di Lea Brunner in Vogel – che visse col marito nella villa Vogel appunto, ora del Comune di
Firenze –, è stato presentato recentemente al Cinema della Compagnia.
Massimo D’Amato propone, a partire da martedì 8 luglio, una riflessione sulla memoria storica e sociale, affrontando temi come l’immigrazione e la vita quotidiana in contesti di conflitto. Le sue immagini, tra documentazione e ricerca artistica, offrono uno sguardo profondo sulla condizione umana. Dal 2012 si è avvicinato alla fotografia d’arte, realizzando esposizioni individuali e progetti partecipati. Nel gennaio 2025 la mostra più recente: Ritratti Rifiutati (Regione Toscana, Palazzo del Pegaso. - via dei Pucci 16r, Firenze).
Settembre, con inaugurazione mercoledì 10, vede protagonista Lapo Pecchioli. Il suo progetto nasce da un’esplorazione visiva della natura e dell’essenza umana attraverso la fotografia analogica. Nella serie di scatti, che ha scelto di esporre, esiste un forte legame con la tradizione, cercando di catturare l’autenticità e la purezza dei soggetti e dei paesaggi. Le sue riprese effettuate in diversi paesi rimandano infatti alle mitiche visioni del grande Ansel Adams.
A novembre, da mercoledì 5, Gianluca Sgherri combina, invece, pittura e fotografia in un viaggio attraverso suggestioni visive e un immaginario, metafora di un mondo in continua evoluzione. Il suo stile personale e innovativo riflette le radici artistiche che caratterizzano il suo percorso. Radici ben ancorate nell’espressione fotografica.
Infine, la mostra di Mario Strippini, dal 14 gennaio al 15 marzo 2026. Con una carriera che ha attraversato diverse fasi espressive, Strippini chiude la rassegna con alcuni scatti minimalisti e concettuali degli esordi, ma dagli anni Ottanta pienamente postmoderni, che si interrogano sul concetto di spazio e forma. La sua fotografia, tra documentazione e arte, esprime una continua ricerca di nuove forme espressive.
Fotografia – Tracce fiorentine nasce da un’idea di Anna Maria Amonaci promossa da Stefano Di Puccio, che dal 1995 gestisce la storica Trattoria 4 Leoni, punto di riferimento nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, non solo gastronomico. Negli anni Di Puccio ha contribuito con passione alla valorizzazione del quartiere, promuovendo numerose iniziative artistiche come Settembre in Piazza della Passera, che ha animato la piazza dal 2002 al 2019, incontri e mostre, ultima quella del fotografo Carlo Fei. La collaborazione tra Anna Maria Amonaci e Stefano Di Puccio nasce già nel 2005 con l’esposizione dello scultore Filippo Dobrilla e successivamente con quella di Gianluca Maver, con grandi foto esposte negli ambienti esterni alla trattoria.
Il Consiglio
Il formaggio spalmabile è perfetto per le preparazioni di finger food grazie alla consistenza cremosa e al sapore delicato che si abbina bene a numerosi ingredienti.
Può essere spalmato su pane o crackers, accompagnato ai grissini o utilizzato come ripieno per tartine o involtini. Per un finger food sfizioso spalmatelo su alcune fette di prosciutto, bresaola o salmone e aggiungete stick di verdura a vostra scelta: otterrete degli involtini semplici e gustosi.
CROSTATINE SALATE CON FORMAGGIO SPALMABILE AGLI
SPINACI E ARROSTO DI TACCHINO
minuti 20 cottura 6 persone minuti 30 preparazione
INGREDIENTI
• 300 g di formaggio spalmabile senza lattosio Benesì Coop
• 2 uova Coop
• 100 g di olio di semi di girasole Coop
• 75 g di acqua
• 250 g di farina 00 vivi verde Coop
• 4 g di lievito istantaneo per torte salate Coop
• 6 fette di tacchino arrosto Benesì Coop
• 500 g di spinacini
• Olio extravergine d’oliva vivi verde Coop
• Sale e pepe
PREPARAZIONE
In una ciotola capiente, rompete le uova, aggiungete l'olio, l'acqua, il sale e il lievito e mescolate fino ad amalgamare bene tutti gli ingredienti. Aggiungete al composto la farina e impastate fino ad ottenere un panetto di frolla liscio e omogeneo. Stendete la frolla e ricavate 6 dischi da adagiare in 6 stampi da crostatina precedentemente imburrati e infarinati. Bucherellate la frolla con i rebbi di una forchetta e procedete con la cottura alla cieca della frolla, aiutandovi con i legumi secchi. Infornate per 20 minuti a 180°C, quindi lasciatele raffreddare. Nel frattempo, saltate gli spinacini in padella con un filo d'olio fino ad eliminare completamente l'acqua al loro interno. Salate, pepate e lasciateli raffreddare. Riponete gli spinaci cotti e il formaggio spalmabile in un boccale e frullate con un minipimer per ottenere il ripieno. Togliete le crostatine dagli stampini e farcitele con la crema di formaggio e spinaci. Guarnite con una fettina di tacchino arrosto e servite.
Cantine aperte
Le cantine toscane accolgono gli appassionati del vino con esperienze uniche tra visite guidate, degustazioni e attività immersive.
Grazie alle iniziative "Cantine Aperte" e "Vigneti Aperti", promosse dal Movimento Turismo del Vino (MTV), è possibile entrare nel cuore della produzione vinicola e scoprire da vicino il lavoro e la passione dei produttori. L’associazione, nata nel 1993 con l’intento di valorizzare il turismo enologico, coinvolge circa 1000 aziende in tutta Italia, offrendo l’opportunità di conoscere il vino direttamente nei luoghi in cui nasce.
Chi partecipa a questi eventi non si limita ad
assaporare vini pregiati e acquistarli direttamente in cantina, ma può anche approfondire le tecniche di raccolta, vinificazione e invecchiamento, ascoltando le storie e i segreti dei vignaioli.
Un viaggio alla scoperta del mondo del vino che diventa anche un’esperienza culturale, immersa nei meravigliosi paesaggi toscani. Le aziende che aderiscono all’iniziativa spaziano dalle piccole realtà a conduzione familiare fino a tenute ospitate in borghi medievali, ville storiche o castelli, senza dimenticare le cantine di design progettate da rinomati architetti contemporanei. Ciascuna, a suo modo, rappresenta un inno alla terra e ai suoi preziosi frutti.
La visita alle cantine è un’occasione per lasciarsi sorprendere dalle tradizioni locali, dai racconti di chi tramanda l’arte del vino da generazioni e da scenari mozzafiato che rendono ogni esperienza unica. Oltre alla degustazione, le aziende propongono percorsi guidati tra i vigneti, momenti di incontro con gli esperti e attività adatte a tutta la famiglia
Gli eventi si susseguono durante tutto l’anno:
• Vigneti Aperti, da marzo a ottobre, accompagna la bella stagione con appuntamenti nei vigneti e nelle cantine.
• Cantine Aperte, in primavera, offre un intero weekend dedicato alla scoperta del vino.
• Calici di Stelle, in agosto, regala emozioni con degustazioni sotto il cielo stellato in occasione della Notte di San Lorenzo.
• Cantine Aperte in Vendemmia, nei mesi di settembre e ottobre, consente di vivere in prima
persona il magico momento della raccolta dell’uva.
• Cantine Aperte a Natale, a dicembre, unisce il piacere del vino alla magia delle festività, con idee regalo e prodotti esclusivi.
L’edizione 2025 di Vigneti Aperti prenderà il via il 10 marzo e si concluderà il 27 ottobre, offrendo mesi di esperienze all’insegna del buon vino e della bellezza del territorio toscano.