Mercatino di Sant'Anna di Palazzo, Salvatore Bisogni. Tesi di Laurea Triennale in Architettura

Mercatino di Sant’Anna di Palazzo Una nuova piazza per la città

Indice

Il Mercatino e centro sociale di S. Anna di Palazzo Storia del Mercatino Il cantiere L’inaugurazione

Il progetto di Salvatore Bisogni e Anna Buonaiuto Il basamento La loggia Il blocco

Condizioni del luogo Il sito Stato di fatto Analisi delle unità spaziali

Nuovi spazi per la città Il programma La piazza coperta Il teatro

Tesi di Laurea sperimentale in Progettazione Architettonica Relatore: Alberto Calderoni Correlatore: Marianna Ascolese Tutor: Luigiemanuele Amabile, Vanna Cestarello a.a 2019/2020

Storia del Mercatino

La travagliata storia del Mercatino e Centro Sociale di Sant’Anna di Palazzo ha inizio nel Febbraio del 1970 quando, in seguito al crollo di una chiesa metodista valdese, la comunità religiosa decide di donare al Comune di Napoli il lotto su cui essa sorgeva, a condizione che venga considerata una parte del progetto da destinare a nuovi spazi per la congregazione. L’incarico viene affidato nel 1980 all’architetto napoletano Salvatore Bisogni, che insieme ad Anna Buonaiuto e Luciano Nunziate per il calcolo delle strutture, coglie l’occasione progettuale per dare compimento alla continua ricerca da lui perseguita su quelli che sono gli elementi essenziali dell’architettura.

Il mercato e il centro sociale, dovevano il primo dare una sistemazione ai venditori ambulanti della zona, il secondo creare una struttura pubblica nel quartiere di San Ferdinando, che ne è privo.

Il progetto dà un’eccellente interpretazione del tema dell’isolato o meglio, della “zolla” come definita dallo stesso Bisogni, ed è un esempio di come si possa rispettare la città storica senza rinunciare ai valori della modernità. Lo stesso Bisogni, parlando del mercatino di Sant’Anna di Palazzo, lo considera “la mia cosa migliore”.

Il cantiere

L’area di progetto di 400 mq, era limitata e costretta, e la costruzione del piccolo edificio richiedeva grande precisione e approfondimento. Dopo l’assegnazione del progetto al duo napoletano, la famosa prospettiva del Mercatino realizzata a mano da Anna Buonaiuto ottiene, nel 1982, la copertina della rivista Casabella n. 479, diretta in quegli anni da Vittorio Gregotti. La chiarezza e la potenza espressiva, gli intensi e vividi colori, suscitarono grande apprezzamento, al punto da far ottenere al piccolo progetto, una risonanza nazionale.

Il lungo cantiere ha avvio nel 1984 con la cerimonia d’inaugurazione dell’area di progetto, per essere poi interrotto dopo circa un anno.

Il comune aveva infatti deciso di finanziare i lavori di costruzione in due momenti distinti, causando la divisione del cantiere in due fasi: il primo “lotto funzionale” prevedeva la costruzione delle fondazioni, avvenuta nel 1985, il secondo delle murature. Sarà necessario aspettare tredici anni prima dell’avvio del secondo cantiere, infatti solo nel 1998 riprenderanno finalmente i lavori, per essere terminati definitivamente nel 2001, anno di apertura al pubblico.

Disegno a china di S. Bisogni 1986, Architetture immaginarie, D. Vitale, TECA 2019

L’inaugurazione

Personalità dal mondo politico e architettonico parteciparono con entusiasmo all’inaugurazione, ma l’euforia da “taglio del nastro” non durò a lungo. Infatti, appena pochi mesi dopo, l’impianto iniziò ad essere abbandonato da tutti gli assegnatari, i quali denunciavano le ridotte dimensioni delle botteghe e tornarono così ad occupare i vicoli circostanti con le loro bancarelle, facendo ripiombare il quartiere nel suo caos originario.

Negli anni successivi il complesso si ritrova ad essere, nella migliore delle ipotesi un rifugio per senzatetto, mentre la parte sottostante viene trasformata in una discarica a cielo aperto.

Nel 2005 si tenta una rivitalizzazione dello stabile in disuso, attraverso uno stanziamento del comune di Napoli di circa centoventimila euro che non diedero però alcun esito.

Nel 2006 il Presidente della Prima Municipalità decretò la chiusura della struttura in seguito alle lamentele dei commercianti locali che accusarono di concorrenza sleale l’unico venditore superstite che esercitava all’interno del complesso.

Particolare del rapporto fra il mercatino e il centro sociale, MiBACT, Aprile 2001

Nel 2012 un accordo tra regione Campania, comune e Ministero dei Beni Culturali ha permesso che venissero stanziati dall’Unione Europea cento milioni di euro per eseguire lavori di restauro dei monumenti del centro storico.

Tutto ciò grazie al fondamentale intervento dell’Unesco che nel 1995 dichiarò il centro storico di Napoli patrimonio dell’umanità, inserendolo nella lista dei beni da tutelare, in cui tra l’altro compare il nome del Mercatino stesso.

Nel Dicembre 2019 un ulteriore dibattito prende piede tra la comunità architettonica e politica napoletana, in seguito alla comparsa di un nuovo murales in onore di Eleonora Pimentel Fonseca, realizzato sulla bianca facciata stereometrica su via Sergente Maggiore.

Vista del mercato con l’area vendita, MiBACT, Maggio 2001

Il progetto di Salvatore Bisogni e Anna Buonaiuto

Veduta del modello, S. Bisogni 1998, Architetture immaginarie, D. Vitale

Il basamento

Salvatore Bisogni durante la sua carriera, persegue una costante ricerca degli elementi costitutivi per la costruzione di una città moderna, arrivando a definire un’unità minima e indivisibile: la “zolla”. La “zolla” è il corrispondente dell’isola in un mare di terra, elemento che, per questa sua condizione, ha necessità di essere distinto dal suo intorno per essere riconosciuto tramite un rialzo, un basamento, un movimento di terra o altro. Nel progetto del mercatino e centro sociale, Bisogni lavora su due volumi distinti ed accostati che rifiutano qualsiasi unificazione, persino il basamento in pietrarsa si interrompe nel punto in cui i due corpi si accostano, generando un taglio buio e profondo che lascia posto solo ad una scala. Il taglio del basamento, la mancanza di una connessione tra i due elementi del complesso danno vita ad una tensione tra le due parti.

L’unità tra le parti è data dal rapporto che entrambe hanno con il terreno, attraverso la linea basamentale in pietra che solleva la costruzione dal terreno, coerentemente con quanto Bisogni teorizza sul tema della “zolla” e che allo stesso tempo è l’elemento unificatore nel blocco del centro sociale che, insinuandosi anche internamente, cinge la base dell’intero volume.

Schizzo con veduta da vico Tiratoio, S. Bisogni 1981, Architetture immaginarie, Daniele Vitale

Schizzi prospettici, S. Bisogni 1981, Architetture immaginarie, Daniele Vitale

La loggia

L’edificio del Mercatino privilegia una composizione per piani e lastre: un’ampia tettoia a carpenteria metallica che si libra sugli esili pilastri che presentano una sorta di sottile “capitello” anch’esso in acciaio, quasi a evidenziare ulteriormente la leggerezza e il distacco della copertura. La parete di fondo, vivacemente colorata a fasce, è una sorta di secondo grande tableaux che introduce un’ulteriore profondità di campo.

Il tema qui presente è quello dell’aula, che Bisogni riprende più volte all’interno dei suoi studi e progetti e che ben si adatta all’edificio pubblico, visto come luogo di socialità. Questo significato ancestrale fa sì che il tipo originario a cui si riferisce, sia il riparo, che nel caso del Mercatino si caratterizza di una significativa differenza scalare e di senso rispetto alla dimensione domestica dell’abitare. La sala ipostila trova i suoi propri referenti nei tempi della classicità, di cui Napoli ha conservato fino a tutto il Cinquecento un illustre empio: il tempio dei Dioscuri. Più volte il Mercatino è stato paragonato dalla critica alla tenda berbera, in cui la grande copertura non è nient’altro che la solidificazione, la trasformazione in architettura compatta, della struttura che anticamente è stata provvisoria e tessile, cosicché il mercatino di Sant’Anna di Palazzo, secondo questa analogia, diventa una sorta di grande “velarium”.

Sezione verso vico Tiratoio, A. Bonaiuto 1981, Architetture immaginarie, Daniele Vitale

Pianta piano primo, S. Bisogni 1998, Architettura Razionale, Federica Visconti e Renato Capozzi

Il blocco

Il progetto si fonda su un’interpretazione duale del tema, un vuoto che affronta un pieno: da un lato la rarefazione e la trasparenza del mercatino, dall’altro la consistenza compatta del centro sociale, il cui volume fa da contrappunto all’aula aperta del mercato, registrando e assorbendo la morfologia complessa dei Quartieri Spagnoli, di cui ne riprende caratteri, misure e scansioni, definendo in tal modo una salda testata al complesso. Proprio nel rapporto con gli edifici circostanti, il blocco del centro sociale ne rifiuta gli apparati decorativi, ma si carica di una valenza linguistica e spaziale tipica del razionalismo di cui Bisogni accoglie i temi. Lo stesso Bisogni nelle sue ricerche, propone un’idea di architettura per la città fatta di “differenze pure” che si contrappongono. La composizione trova origine nella forma e prosegua nella ricerca di un contrasto nel quale ciascun manufatto è necessario all’altro. L’edificio è un blocco intonacato da cui con sapienza vengono sottratte alcune parti, formando un’ampia loggia sulla quale risulta sospeso su pilotis un altro candido volume: soluzioni chiaramente provenienti dal primo razionalismo di Le Corbusier e del Costruttivismo sovietico, ma anche dalle riflessioni sull’architettura mediterranea di Luigi Cosenza.

Sezione verso la parete di fondo, A. Bonaiuto 1981, Architetture immaginarie, Daniele Vitale

Sezione longitudinale, S. Bisogni 1998, Architettura Razionale, Federica Visconti e Renato Capozzi

Condizioni del luogo

Il sito

vico Maddalenella agli Spag noli

via Toledo

vico Tiratoio

rgent

e Ma g

g iore S. A n

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na d i pa l a zz o

v ia C

Planimetria generale. Scala 1:1500

h ia ia

Il lotto dove sorge il complesso del mercatino e centro sociale di Sant’Anna di Palazzo, si trova al limite sud-occidentale dei Quartieri Spagnoli di Napoli. L’area dei Quartieri Spagnoli è costituita da una fitta maglia di strade ortogonali fra loro e localizzata alle spalle di piazza Municipio, su di un declivio fra la collina della certosa di S. Martino e via Toledo. I Quartieri unificano sotto il toponimo le tre zone di San Ferdinando, Montecalvario e Avvocata, congiungendo idealmente la collina alla pianura in un’urbanizzazione labirintica dotata di una sua precisa poesia. Il progetto si inserisce in un più ampio contesto di ricerca portato avanti da Salvatore Bisogni tra gli anni Settanta e agli anni Novanta, e si colloca all’interno del lungo percorso di studi per il quartiere di Montecalvario, cuore pulsante dei Quartieri Spagnoli.

All’interno di questo incessante studio sul rapporto tra edificio e città, Bisogni dà prova delle sue capacità di architetto razionalista realizzando un edificio che ben risponde alla questione del come inserire un’architettura razionale in un contesto storico.

Vico Tiratoio

Delimitando il prospetto occidentale dell’intero complesso, vico Tiratoio è la strada più ampia a cingere il lotto, collegandolo assialmente all’affollatissima via Chiaia. Un leggero arretramento rispetto alla totalità del lotto genera un piccolo vuoto urbano che, permettendo un ampliamento della strada, offre un nuovo respiro ai congestionati Quartieri Spagnoli.

L’arretramento è evidente se si considerano i prospetti degli edifici circostanti ed è inoltre segnato da numerosi dissuasori che generano un percorso pedonale e impediscono la sosta di autoveicoli a ridosso dell’edificio. Su questo fronte vi è inoltre l’ingresso principale al Mercatino dal quale un sistema a doppia scala porta in basso alla piazzetta e in alto al ballatoio. Un secondo corpo scala si innesta nel taglio esistente tra i due corpi di fabbrica e fornisce un ulteriore accesso alla piazzetta e alle botteghe e, proseguendo, ai depositi situati nel piano interrato.

Via Sergente Maggiore

Il fronte Sud del blocco del centro sociale si affaccia su via Sergente Maggiore che, collegandosi direttamente a via Toledo, genera uno dei principali accessi al sito dalle due strade principali che cingono l’area dei Quartieri Spagnoli (via Toledo e via Chiaia). La strada è caratterizzata da un forte dislivello, sottolineato dal basamento in pietra che segue il salto di quota. Un ampio taglio verticale praticato sul fronte del blocco stereometrico, crea un secondo ingresso al centro sociale e al mercato, sia carrabile che pedonale, collegandosi direttamente alla piccola piazzetta del piano seminterrato. L’architetto immagina l’ingresso principale al complesso da questo lato, ma che di fatto non verrà considerato tale.

Vico Maddalenella degli Spagnoli

La strada definisce il prospetto Nord del Mercatino, l’unico dei tre a non dare accesso al complesso. Questo lato del mercato si caratterizza di un interessante dislivello di poche decine di centimetri tra il piano stradale e il ballatoio con i box per la vendita. Tale dislivello è evidenziato dal contrasto materico tra il basamento in pietra lavica e il rivestimento dei box in marmo brasiliano.

Il vicolo si collega a via Speranzella tramite una ripida ed imponente scala urbana, connettendosi a via Sergente Maggiore che insieme a vico Berio costituiscono un ulteriore accesso al sito dalla vivace via Toledo.

(-0,40)

(-0,50)

(0,00)

(-0,83)

(-1,00)

(-0,50)

(-0,55)

(-0,60)

(-0,83)

(+1,90)

Piano terra. Scala 1:150

0

1,5

3m

(-3,20)

Piano interrato. Scala 1:150

0

1,5

3m

Prospetto su vico Tiratoio. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+3,30)

(+1,90)

Piano primo. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+13,20)

(+9,90)

(+6,60)

(+3,30)

(+2,90)

(0,00)

(-3,20)

Sezione Longitudinale. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+3,30) (+1,90)

(0,00)

(-3,20)

Sezione trasversale. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+6,60)

Piano secondo. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+13,20)

(+9,90)

(+6,60)

(+3,30)

(0,00)

Sezione trasversale. Scala 1:150

0

1,5

3m

Prospetto su vico Maddalenella degli Spagnoli. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+9,90)

Piano terzo. Scala 1:150

0

1,5

3m

(+13,20)

(+9,90)

(+2,90)

(+3,30)

(0,00)

(-3,20)

Sezione longitudinale . Scala 1:150

0

1,5

3m

(+13,20)

Piano quarto. Scala 1:150

0

1,5

3m

Prospetto su via Sergente Maggiore. Scala 1:150

0

1,5

3m

Analisi delle unità spaziali

Piano Terra

Piano Primo

7.

3.

1.

3.

6.

2.

4.

4.

2.

Quadratura unità spaziali , Piano Terra:

1.

5.

Quadratura unità spaziali , Piano Primo : ( Stato di fatto )

( Stato di fatto )

1. Unità:

14,93 mq

1. Unità:

18,71 mq

2. Unità:

6,44 mq

2. Unità:

8,48 mq

3. Unità:

3,65 mq

3. Unità:

4,54 mq

4. Unità:

7,90 mq

4. Unità:

2,93 mq

5. Unità:

8,71 mq

6. Unità:

5,22 mq

7. Unità:

2,74 mq

1,

0,63

2,45

81,0

2,95

0,6

1. Unità, Piano Terra

2. Unità, Piano Terra

Bottega

Bottega

1,32

III. 40,2

1,30

3,12

32,1

71,1

III.

0,18

1,23

03,1

II.

0,8

2,05

0,8

1,80

0,43

1,37

2,85

1,2

0,5 0,5

3,12 2,3

3,18 0,6

1,32

3,41 0,84

2,1

0,5

2,95

0,84

0,6

Pianta

Apertura porte ostacolata dalle installazioni igieniche (lavabi) 1,27

·

0,84

1,34 1,34

3,1 3,1

Pianta

1,02

0,4 0,4

2,45

III.

0,63

Piano delledelle * Piano Attività Commerciali Attività Commerciali Delibera del del Delibera

IV.

2,48 2,48

2,05 2,05

dei locali ·Altezza Altezza inferiore dei locali agli agli inferiore standard normativi standard (3,00(3,00 normativi m) *m) *

0,85

0,64 0,6

2,05

0,7

1,94

3,18

3,1

3,1

0,6

2,38

1,18

1,18

1,29

1,18 1,18

2,34 2,34

2,05

Locale di dimensioni insufficienti all'utiliz PIANO SEMINTERRATO

0,6

0,6 0,6

·

Botteghe

1,29

1,29 1,29

·

2,0 2

2,25

2,95 2,95

2,95

2,45 2,45

2,45

IV.

2,48

0,43 0,43

0,4 0,4

0,7

0,8

1,37 1,37

3,74

2,25

Sezione trasversale

2,05

1,80 1,80

5,53 5,35

0,7

II.

III.

2,48

PESCHERIA

1,02

0,4 0,4

3,07

I.

0,4

1,34

2,25 2,25

5,35

0,4

3,74

0,8

2,46 2,46

3,07

0,4

I.

0,7 0,7

3,07 3,07

2,46

II.

Sezione trasversale

elaicremmoc ozzilitu'lla itneiciffusni inoisnemid id elacoL 2,46

14,3

·

5,35

Altezza dei locali inferiore agli standard normativi (3,00 m) *

Prospetto

III.

1,20 1,20

2,45 2,45

1,27 1,27

2,95

0,5 0,5

0,5

1,27 0,6 0,6

2

0,6 0,63 0,63

0,63

81,3 3,2

* Piano delle Attività Commerciali Delibera del Consiglio Comunale 46 del 09.03.2001

65,2

I.

0,86

68,0

2,34

PESCHERIA PESCHERIA

0,88

0,4

89,1

88,0

26,0

·

Botteghe Botteghe

36,0

1,02

1,2

2,05

68,0

0,86

0,84

1,34

Sezione trasversale

0,8

2,05

2,95 2,95

3,41 2,95

1,32

0,4

2,45

3,74

2,12,1

2

3,12

0,5 0,6

3,18

1,20

2,34

II. 2,95 2,95

0,85 0,85

0,6 2,38

1,02 14,3

0,8

Sezione trasversale

1,80 1,37

0,43

2,85 2,85

Apertura porte ostacolata dalle installazioni igieniche (lavabi) · emmoc ozzilitu'lla itneiciffusni inoisnemid id elacoL

·

2,05 2,05

0,8 0,8

Pianta

1,80 1,37

1,02

3,12

1,32 0,8 0,8

Pianta

3,12

0,6 1,2

2,45

2,95

2,1

0,7 0,7

1,94 1,94

0,4

1,34

IV.

1,32 0,6

II.

3,18 3,18

1,02

1,20

2,95

0,85

0,6 0,6

0,5

0,64 0,64

2,34

2

III.

3,74

2,38 2,38

Locale di dimensioni insuffic 1,2

0,4

1,02 1,02

0,84

81,3 3,2

III.

2,45

1,2

0,4

88,0

0,64

2,85 0,43

1,37

1,94

Bottega

0,8

1,80

1,02

0,7

2,95

Servizi Igienici

0,84

1,34

0,8

89,1

4. Unità, Piano Terra

1,32

0,4

2,45

2,95

3. Unità, Piano Terra

2,45

3,12

II.

0,6

0,5

2,34

2

3,74

40,2

1,20

0,43

81,0

36,0

32,1

0,63

1,30

03,1

81,0 1,17

Botteghe Botteghe

0,18

1,23

VII.

03,1

71,1

71,1

3 2, 1

36,0

VII.

5. Unità, Piano Terra

6. Unità, Piano Terra

40,2

2,04

2,3 2,3

2,56 2,56

3,18 3,18

0,53 2,34

3,41

3,41 3,41

3,41

2,34 2,34

68,0

1,98 1,98

2,34

0,53

0,54 3,42

VIII. Prospetto

IX. WC disabili

Sezione longitudinale

0,65 1,30

2,8

0,65

1,30 0,63

Sezione trasversale

3,8 3,8

0,63

1,96 1,96

2,05

0,98 0,98

0,63 0,63

1,18

0,62 0,62

1,30 1,30

1,08 1,08

0,65 0,65

1,1 1,177

0,63

3 1,23 1,2

0,98

1,30

11

0,9 0,9

1,19

3,8

3,8

3,71

3,71

Pianta 0,62 0,98

0,18

2,04 2,04

1 3,7 3,71

1,080,62

7 0,4 0,47

iciffusni inoisnemid id elacoL zilitu'lla itneall'utilizzo remmoc ozinsufficienti laicdimensioni ·Localeedi commerciale 0,4 0,4

elaicremmoc ozzilitu'lla itneiciffusni inoisnemid id elacoL·

1,08

Bottega

14,3

81,3 3,2

2,8

0,86

65,2

14,3

81,3 3,2

65,2

2,8 2,8

89,1

0,88 0,88

0,54

0,54 0,54

3,42 68,0

0,54 0,53

0,61

3,42

88,0

89,1

26,0

88,0

26,0

0,61 0,61

Bottega

0,62

40,2

Pianta

·

0,61

7. Unità, Piano Terra

1,17

1,23

0,63

1,30

0,18

2,04

Bottega

2,56

1,23

2,3

0,9

0,4

0,88 3,18

Sezione traversale

Superficie necessaria 8 mq 8 1,18 1,1

1,30 1,30

0.18 0,18

·

9 1,18 1,1

0,86

0,63 0.63

Locale di dimensioni insufficienti all'utilizzo commerciale 2,05 2,05

VIII.

·

3,41

Superficie effettiva 2,9 mq

Locale di dimensioni insufficienti all'utilizzo commerciale

1,98

3,18

0,86 0,86

0,62

0,88

1,96

3,41 3,41

Altezza necessaria 3,00 m

2,3

Altezza effettiva 3,41 m

2,04

1,98

IX. WC disabili

0,62

1,17

2,56

1

0,47

Pianta

PIANO TERRA

40,2

VI. 0,50

0,1 2,3

0,50

1. Unità, Piano Primo

V.

0,1

2. Unità, Piano Primo

Box di vendita

2,3

Box vendita

AR Box vendita

ati

2,17

1,11 1,09

3,00 m 68,0

1,02 1,02

ARRET ONAIP

2,3

2,17 m

3,41

0,50

0,1 2,3

Sezione trasversale

8 mq 90,1

1,02

Locale di dimensioni insufficienti al

1,02

7,2

71,2

4,43

2,3 mq

·

1,02

4,43

scala 1:50

FRUTTA & VERDURA

1,0

05,0

3,2

2,17

2,17

Sezione trasversale

4,1 mq

· Altezza box inferiore iore agli · agli oc ozzilitu'lla itneiciffusni inoisnemid id elacoL emm standard normativi (2,40 m) * vi (2,40 m) * · Modesta quadratura e profondità ura e profondità insufficient funzione commerciale scala 1:50 e alla funzione commerciale

1,11 11,1

1,02 1,02

VI.

Pianta

scala 1:50

34,4

za box inferiore agli ard normativi (2,40 m) * sta quadratura e profondità iciente alla funzione commerciale

Prospetto

1,11

8 mq FRUTTA & VERDURA

2,17

2,7

Prospetto 1,02

atidnev id xoB

4,43

VI.

.IV

71,2

2,17

14,3

81,3 3,2

V.

1,09 90,1

2,17 m

2,17

1,11

FRUTTA & VERDURA

0,86

4,43

FRUTTA & VERDURA

1,09

3,18

0,1

2,17

0,50

2,7

89,1

Pianta 4,43

88,0

3,00 m

Criticità rilevate:

Piano Terra I locali adibiti all’uso di deposito hanno un’altezza che risulta inferiore agli Standard Normativi attualmente in vigore, i quali prevedono un’altezza minima di 3 m.

Nei locali adibiti a servizi la corretta apertura delle porte è ostacolata delle installazioni igieniche.

I locali sono di quadratura insufficiente al corretto utilizzo ai fini commerciali.

Piano Primo I box adibiti alla vendita hanno un’altezza di appena 2,40 m , notevolmente inferiore agli Standard Normativi attualmente in vigore, i quali prevedono un’altezza minima di 3 m.

I box adibiti alla vendita sono di quadratura insufficiente al corretto utilizzo ai fini commerciali.

I box adibiti alla vendita sono di profondità innufficiente a garantire il loro corretto utilizzo ai fini commerciali e non.

Superficie e altezza necessaria sono individuate nel: Piano delle Attività Commerciali Da Delibera del Consiglio Comunale 46 del 09.03.2001

Nuovi spazi per la città

La piazza coperta

Il teatro

La piazza coperta

piazza coperta rampa

Il Programma

aule studio connessione verticale

Piano secondo 352 mq piazza coperta connessioni orizzontali

47 mq

spazi per la didattica

39 mq

connessioni verticali

11 mq

servizi igienici

connessione verticale

248 mq

7 mq

servizi igienici ascensore

Piano terzo 144 mq terrazzo coperto

75 mq

spazi per la didattica

27 mq

connessioni orizzontali

24 mq

connessioni verticali

11 mq

servizi igienici

laboratorio d’arte terrazza coperta

7 mq

connessione verticale

Il Programma

servizi igienici

ascensore

Piano terzo 109 mq bar -ristorante

65 mq

connessioni verticali

20 mq

connessioni orizzontali

18 mq

servizi igienici

7 mq

bar-ristorante

sala polifunzionale

Piano secondo 95 mq

terrazza-loggia connessione verticale

terrazza-loggia

42 mq

sala polifunzionale

26 mq

connessioni verticali

14 mq

spazio di smistamento

9 mq

locale tecnico

4 mq

Il dislivello

Il progetto della piazza coperta nasce da un’attenta riflessione su una delle questioni principali che ha accompagnato lo studio di questo edificio: l’accessibilità.

La loggia del mercatino appare come un’aula aperta sulla città che, sebbene formalmente possa considerarsi aperta verso l’esterno, fisicamente si chiude su entrambi i fronti stradali, imponendo una serie di barriere architettoniche quali l’alto cancello di ferro su vico Tiratoio e la parete marmorea dei box vendita su via Maddalenella degli Spagnoli.

Nella chiara volontà di eliminare questa contraddizione e restituire alla città uno spazio oramai in disuso, si è scelto di risolvere la questione del dislivello presente su via Maddalenella degli Spagnoli, abbattendo i box vendita sul fronte nord-ovest ed uniformando ad un’unica quota il piano della piazza.

Il tema diventa quindi quello della piazza coperta, alla quale si accede tramite il nuovo ingresso da via Maddalenella degli Spagnoli che cerca di restituire dignità all’asse trasversale originariamente immaginato da Bisogni, collegando planimetricamente le due parallele: via Maddalenella degli Spagnoli e via Sergente Maggiore.

Prospetto prospettico da vico Maddalenella degli spagnoli.

Così facendo vengono riconfigurate totalmente le condizioni iniziali di accessibilità dello spazio cinto dal loggiato, andando a delineare una diversa gerarchia degli ingressi, che ora si trovano entrambi lateralmente ai due blocchi dell’edificio.

Il salto di quota del nuovo ingresso principale è di circa 40 cm, e viene risolto attraverso due ampi gradini ai quali si accosta una rampa profonda 1,20 m e lunga 4,30 m che si sviluppa da vico Tiratoio.

(+3,30)

(+2,80)

Piano terzo. Scala 1:100

0

1

2m

Il basamento

Prospetto prospettico da vico Tiratoio.

Il tema del basamento unico è intimamente collegato al tema della piazza coperta. Entrambi rispondono alla chiara esigenza di riuscire a ricomporre qualcosa che prima risultava intenzionalmente diviso sia matericamente che funzionalmente : ll loggiato del mercatino e il blocco stereometrico del centro sociale.Per dare risposta a questa forte necessità si è definito un basamento unico sul fronte che dà su vico Tiratoio,

laddove prima sorgeva la scala che scendeva nel mercatino, e si è deciso di farlo con la stessa pietra lavica che ritroviamo anche nel basamento del centro sociale.

In questo modo il basamento diviene fronte duro che si relaziona internamente alla piazza attraverso una lunga panca scultorea ed esternamente alla città, configurando un nuovo e solido punto di contatto tra la piazza e il centro sociale.

(+6,60)

Piano quarto. Scala 1:100

0

1

2m

La scala

In uno dei primi progetti redatti da Bisogni e Buonaiuto nel 1981, posta a ridosso del prospetto Nord del centro sociale, é presente una scala a doppia rampa che serve entrambi i corpi di fabbrica. La scala così posizionata avrebbe offerto la possibilità di accedere direttamente a tutti piani dell’edificio anche dal mercatino. Questa soluzione verrà però abbandonata dagli architetti a discapito di un vano scala più celato, posto all’interno del centro sociale.

Il nuovo progetto vuole riprendere questo tema e rafforzarlo, creando un nuovo dialogo precedentemente negato, tra il blocco e la piazza coperta.

Il nuovo sistema di scale collega la piazza al secondo e al terzo piano del centro sociale. attraverso due rampe e un ballatoio in acciaio, che così diviene ampliamento della terrazza-loggia.

La scala esterna consente di avere maggiore spazio all’interno dell’edificio per la realizzazione di nuovi servizi e un nuovo ascensore.

Il ballatoio connette direttamente la piazza alla piccola terrazza coperta che subisce un ampliamento, diventando una sorta di riproduzione della grande piazza, a scala ridotta.

La struttura portante è in acciaio, mentre il parapetto in rete metallica a maglia sciolta è il vero elemento unificante del complesso, che dalla piazza, prosegue cingendo il nuovo corpo scala ed il ballatoio, muovendosi lungo il perimetro della loggia-terrazza e infine riproponendosi come cornice dell’ultimo piano.

Vista della piazza da via Maddalenella degli Spagnoli

(+9,90)

Piano quinto. Scala 1:100

0

1

2m

Le nicchie

L’analisi delle unità spaziali ha sollevato alcune questioni fondamentali circa l’agibilità degli ambienti adibi ti alla vendita, più volte denunciata dagli stessi commercianti che ne hanno usufruito. A tal proposito la scelta è stata quella di abbattere l’intero corpo a C dei box di vendita per favorire il nuovo accesso alla piazza coperta da via Maddalenella degli Spagnoli, nonché il posizionamento del nuovo corpo scala.

L’ipotesi di conservare tre dei dieci box presenti nel progetto originario, deriva sia da una volontà di rispetto della memoria dell’architettura, sia dalla necessità di avere ulteriori elementi che partecipino alla costruzione del fondale Est del complesso, insieme alle fasce bicolore.

Le tre nicchie conservano in tutto e per tutto la loro forma e materia iniziale, ma il problema dell’insufficiente altezza e la conseguente inagibilità di queste, ha portato ad optare per il posizionamento di una panca all’interno di esse. Il carattere di queste edicole è decisamente più intimo rispetto al resto della piazza, esse si trasformano così in un piccolo spazio introverso: il luogo della memoria.

Vista dell’ingresso della piazza

(+13, 20)

Piano sesto. Scala 1:100

0

1

2m

Vista da vico Tiratoio

La piazza coperta

Il teatro

Il teatro

124

125

platea

Il Programma

connessione verticale palcoscenico

Piano interrato 210 mq palcoscenico del teatro platea del teatro connessione verticale

s. igienici attori

platea proscenio

104 mq 98 mq 8 mq

s.igienici utenti camerini

Piano primo 234 mq platea del teatro

botteghino

connessione verticale

caffetteria teatro

135 mq

connessioni orizzontali

38 mq

botteghino e caffetteria

36 mq

servizi igienici

14 mq

connessioni verticali

11 mq

Lo scavo

L’azione che determina la formazione dello spazio del teatro, è lo scavo.

La costruzione del teatro prevede l’abbattimento del solaio del piano seminterrato dell’area dell’ex mercatino, in modo da creare un unico spazio a doppia altezza insieme al piano interrato. Viene esclusa da questa operazione di sottrazione, il solaio interno alle botteghe che cingevano sui tre lati la piazzetta, trasformandosi in un ballatoio ad anello che circonda l’intero spazio a doppia altezza.

Le precedenti facciate delle botteghe vengono recuperate e conservate come memoria del moderno, ma acquistano tutt’altra valenza, quella di quinta teatrale. L’operazione di scavo ha una forte valenza espressiva che rimanda all’idea della cava buia e profonda: il ventre dell’architettura.

Sezione prospettica trasversale.

(0,00)

(-0,40)

(-3.20)

(0,00)

(-0,20)

(-0,60)

(-1,0 0)

(+1,0 0)

Piano terra. Scala 1:100

0

1

2m

Sezione prospettica longitudinale.

Un ambiente componibile

Il parapetto

La seduta

Il parapetto modulare di 2 x 1,2 x 0,10 m è costituito da un telaio in acciaio alle cui traverse è fissata una rete metallica a maglia sciolta. I singoli elementi sono collegati tra loro tramite un sistema ad incastro di vincoli laterali. La modularità del sistema offre la possibilità di adattare lo spazio a molteplici configurazioni spaziali che si ottengono dalla disposizione dei vari elementi all’interno del teatro.

Il sistema di sedute modulari nasce dalla sovrapposizione di tre pannelli in griglia elettrosaldata delle dimensioni di 2,70 x 0,60 x 0,08 m.

I piani di sedute sono tenuti insieme da un telaio in acciaio, la cui struttura prevede l’inserimento di binari per lo scorrimento dei piani gli uni sugli altri, favorendo un più semplice spostamento e chiusura degli stessi. I piani sono posti a 0,40 m di altezza gli uni dagli altri e sono intervallati da due gradini in lamiera.

La scala

La nicchia

Il collegamento verticale tra il piano del palcoscenico e la galleria superiore consta di in un sistema di due scale, anch’esse rimodulabili nello spazio a seconda delle esigenze di utilizzo dello stesso, che risolvono un salto di quota di circa 3 m. La larghezza della rampa è di 0,80 m ed è sostenuta da un telaio in acciaio che diventa anche parapetto. L’indipendenza dell’elemento scala, consente uno svincolamento dai piani serviti, grazie ad un sistema di rotelle.

Il ballatoio che circonda l’aula del palcoscenico si presta ad essere utilizzato sia come platea che come parte di una scenografia. Per favorire questa bivalenza dello spazio, il sistema di pannelli verticali in griglia elettrosaldata suddivide l’intero piano in piccole nicchie poste nell’interasse tra i pilastri. Questi elementi divisori, anch’essi modulari e componibili, sono dotati di cerniere che ne permettono la rotazione, e che possono sia generare degli spazi scenici, che costituirsi come balconate per piccoli gruppi di spettatori.

Configurazioni spaziali

La modularità e mobilità dei singoli elementi, che partecipano alla costruzione dello spazio, offrono la possilità di modellare l’ambiente del teatro secondo configurazioni sempre diverse.

La configurazione di partenza tiene conto di una totale fruizione dell’intero piano inferiore, posizionando le sedute a incastro tra i pilastri.

Altre ipotesi tengono conto della superficie situata al di sotto dell’ala destra del ballatoio ad anello, per il posizionamento dei posti a sedere.

In tutte queste possibili configurazioni, nulla toglie che lo spazio del pubblico e quello dell’artista si scambino continuamente tra loro, dando vita ad un tipo di scenografia funzionale alla rappresentazione.

Non c’è più la divisione frontale classica tra palcoscenico e platea, bensì l’intero spazio del teatro si presta ad essere trasformato e ad acquista una tridimensionalità fatta di elementi praticabili e di strutture che l’attore può percorrere e calpestare, in coerenza con la teoria del palcoscenico plastico formulata da Adolphe Appia.

L’ambiente diventa così componibile: il moderno teatro muta insieme all’arte e si adatta ad essa.

(-3.20)

Piano interrato. Scala 1:100

0

1

2m

La struttura

La struttura in acciaio che sorregge la nuova piazza coperta, si articola secondo uno schema ad anello di 12 colonne alte circa 6 m, la cui sezione è un profilo ad ali larghe HEA. Le colonne, posizionate quattro per lato, sorreggono 8 travi reticolari alte 0,50 m che formano il piano rigido su cui poggia il solaio. La griglia di 8,6 x 8 m, segue planimetricamente

le aperture dei vani delle vecchie botteghe e si distacca dalle pareti perimetrali di circa un metro.

Il nuovo elemento portante si incastra all’interno dell’architettura preesistente, ma allo stesso tempo se ne distacca sia fisicamente che formalmente, ponendosi ad una distanza rispettosa di quel che è ormai “rovina del moderno”.

Vista del teatro dal ballatoio

Sezione longitudinale. Scala 1:150

Vista del teatro dal piano interrato

stato di fatto

stato di progetto