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Amico dei delfini

E, se già non ce l’avevano, bisognava dar loro un nome, dopo aver capito di che genere o specie fossero .

In generale il nostro filisofo ricavava il senso del mondo intero dalle idee che si faceva proprio osservando gli animali .

Meravigliosa era anche l’amicizia (in greco, philia) che gli permetteva di condividere queste conoscenze, e di non doversene stare sempre lì a studiarle da solo .

Aristotele condivideva questa passione per la natura con quello che fu forse il suo più grande amico, Teofrasto .

Dopo aver compiuto trent’anni, e prima di andare a insegnare ad Alessandro Magno, il più grande conquistatore dell’antichità, figlio del re macedone Filippo II, Aristotele visse per due anni nell’isola di Lesbo, un’isola greca che si trova nel mar Egeo, proprio di fronte all’Anatolia, una regione compresa nell’odierna Turchia. Furono anni bellissimi perché insieme a Teofrasto, che era nato lì, poté studiare la biologia marina in una grande laguna .

Leggendo le loro opere immense sugli animali e sulle piante, composte di centinaia e centinaia di pagine, si

capisce bene quanto si erano impegnati e, allo stesso tempo, quanto si erano divertiti i due amici .

Ti piacciono i delfini? Bene, immaginiamo i due amici mentre insieme elaborano osservazioni su questi splendidi animali .

«Teo caro, guarda che cosa incredibile: il delfino tende ad avere una doppia natura, acquatica e terrestre nello stesso tempo» . E aggiungeva: «Si raccontano pure cose incredibili sulla velocità di questo animale, che sembra essere il più spedito fra tutti gli esseri animati, sia acquatici che terrestri» . «Davvero pare avere questa doppia natura terrestre e acquatica – rispondeva l’amico – questo bellissimo animale immette nel corpo l’acqua marina, che poi espelle dallo sfiatatoio e, al contempo, immette aria per mezzo dei polmoni» . «Questi animali, in effetti – aggiungeva Aristotele – hanno polmoni e respirano» .

Il delfino non è come i pesci che si servono delle branchie . Respira come noi esseri umani e come gli altri animali che vivono sulla terra . Catturato nelle reti soffoca. Quando è fuori dall’acqua non muore velocemente come succede ai pesci, ma resta in vita molto più a lungo, soffrendo. Queste sono considerazioni che Aristotele faceva osservando i delfini, i quali «quando dormono, fanno emergere il muso al di sopra della superficie dell’acqua per respirare».

Quanta esattezza e quanta sensibilità c’erano in molte loro osservazioni! E anche nel tener conto delle opinioni comuni della gente del porto, che rispettavano anche se aristotele pensava che l ’ amicizia fosse la cosa più non erano “scientifiche”, badando comunque di selezionare, tra le tante importante per storie che si raccontavano, gli uomini che quelle più credibili . vogliono vivere Aristotele pensava che una vita felice l’amicizia – la philia – fosse

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