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Amico della scienza
Se tu e io diventeremo amici, ancora prima di incontrarci di persona, sarà dunque grazie ai pensieri di Aristotele . Lui aveva capito molto dell’amicizia . Nella sua vita si è occupato di tantissime cose, ma, a ben vedere, se non avesse dato così tanto valore all’amicizia, probabilmente non sarebbe diventato uno dei più importanti pensatori e scienziati di tutti i tempi .
Si dice giustamente che è stato un grande biologo, zoologo e botanico . La biologia è la scienza che studia tutte le creature viventi, mentre la zoologia e la botanica ci permettono di catalogarle . La biologia è una scienza importantissima . L’ha inventata lui, Aristotele . Lo si può dire tranquillamente . Ti parrà strano ma prima di lui questa materia non c’era . C’era solo un mare di stranezze che circolavano sulle piante e sugli animali, tutte in disordine, per cui anche se ogni tanto si diceva qualcosa di giusto, era difficile capirlo, in mezzo a tante affermazioni.
Non devi pensare che Aristotele studiasse solo sui libri, anche se naturalmente leggeva moltissimo e la sua biblioteca personale era immensa e leggendaria; aveva anche una specie di museo Pensava che e collezionava oggetti che anche le creature raccoglieva lui stesso, o che più brutte gli mandavano gli amici e gli contenessero allievi . qualcosa di
Devi dunque immaginarlo meraviglioso anche, anzi soprattutto, mentre parla con un pescatore, o passeggia con un amico su una spiaggia .
Se vedevano una conchiglia, i due amici si fermavano e uno diceva: «Guarda che bella! È simile a quella che abbiamo visto ieri, ma vedi, qui è un po’ diversa» . «Sì, deve essere di un tipo diverso . . . forse è di un altro genere, o di un’altra specie» . Oppure: «Che dici, non ti sembra che questo animale corrisponda proprio alla descrizione che abbiamo letto in quel libro l’altro giorno? Ricordi?» E via discorrendo .
Oppure immagina i due amici in un bosco a scoprire una nuova specie di uccelli, di pipistrelli, di topi, di ragni, di rettili, di insetti . Che meraviglia!
Aristotele pensava che anche le creature più brutte e più sgraziate contenessero qualcosa di meraviglioso, e che avessero tutte un loro perché, un loro fine, un loro senso.