Questione di civiltà 2-3

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Quest io ne Civil ta di

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Con la prefazione di Maria Falcone

EDUCAZIONE

ALLA LEGALITA EDUCAZIONE CIVICA MUSICA

Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi Gisella Gaudenzi

La criminalità organizzata sarà sconfitta e definitivamente sradicata con la cultura e l’istruzione. Come disse un grande scrittore siciliano, Gesualdo Bufalino, “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”.

Noi della Fondazione Giovanni Falcone ne siamo sempre stati convinti e da tanti anni siamo impegnati, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, a sostenere le insegnanti e gli insegnanti nel prezioso lavoro di educare i ragazzi e le ragazze, fin dalla più tenere età, perché da grandi siano coscienti dei loro diritti e gelosi della loro libertà, e non rassegnati a subire la prepotenza e l’arbitrio per paura o ignavia. Il progetto elaborato dalla Fondazione Mariele Ventre risponde perfettamente a questa visione dell’educazione alla legalità, che ha senso solo se ha come fine quello di far crescere i bambini e le bambine di oggi in modo che diventino un giorno cittadini e cittadine a pieno titolo. Ed è molto interessante che in questo progetto si prevedano anche la musica e il canto come parte del percorso formativo, perché è giusto rivolgersi non solo alle menti dei piccoli allievi e delle piccole allieve, ma anche ai loro cuori, alle loro emozioni. E le canzoni sono il mezzo perfetto per trasmetterle, per far diventare il senso della giustizia e della libertà parte essenziale del proprio essere. Tutti noi adulti e adulte ricordiamo ancora le canzoni dello “Zecchino d’oro” che hanno accompagnato la nostra infanzia, come ricordiamo Cino Tortorella, il mago Zurlì, e Mariele Ventre, che di quell’appuntamento annuale con noi bambini e bambine era la colonna portante. È fondamentale che l’insegnamento coinvolga anche emozionalmente gli alunni e le alunne, altrimenti c’è il rischio che tutto si riduca a vuota retorica dei buoni sentimenti. Il senso della giustizia e del bene comune devono diventare elemento essenziale del modo di essere, di pensare e, soprattutto, di agire dei cittadini e delle cittadine del futuro. “Contano le azioni, non le parole”, disse una volta Giovanni Falcone, perché, aggiunse, “se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili”.

Certi valori hanno senso se indirizzano tutte le nostre attività, e anche in questo il progetto della Fondazione Mariele Ventre coglie un punto essenziale: l’educazione alla legalità non può che essere interdisciplinare, deve coinvolgere ogni aspetto dell’agire, non può e non deve essere relegata in un angolo, separata da tutto il resto.

È così che potremo avere cittadini e cittadine migliori e, di conseguenza, un’Italia migliore.

2 Insieme per non dimenticare

INDICE

3 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

4 Il diario di bordo

5 Legalità: che cosa significa?

6 Ragioniamo su Tonio e gli altri

7 Avviso ai naviganti

8 Acquarello

10 Differenze

11 Martin Luther King PER BEN NAVIGARE

12 Dal bambino Martin fino a te

14 Diario di bordo corale

16 Questione di stile

18 Tolleranza

20 La bottiglia dal collo storto

22 Fatto o opinione?

24 Le generalizzazioni

25 I proverbi

26 Il triangolo Paiù

30 Gentilezza è una parola leggera

31 Wonder PER BEN NAVIGARE

32 Da Auggie fino a te

33 Il mondo degli

Uomini-Bambini

34 Standing ovation

36 Imparare il rispetto

38 Io posso, sono un bambino!

40 Post-it

42 Due facce della stessa medaglia

43 Nessun uomo è un’isola PER BEN NAVIGARE

44 La stazione, come un paese

46 Diritti o capricci?

48 La marcia dei diritti dei bambini

50 La carta dei diritti... secondo Pietro

54 A diritto risponde dovere

55 Monarchia e Repubblica

56 Povero re

58 C’era una volta un re!

60 Il simbolo della Repubblica Italiana

61 Un pullman per noi

62 Noi, noi, noi

INSIEME PER NON DIMENTICARE

“Un appuntamento che si rinnova ogni anno ma che non vuole essere, e non è, un’abitudine. Il 23 maggio è ormai una data simbolo nella lotta contro tutte le mafie. È dal 2002, in occasione del decennale della strage di Capaci, che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, si rivolge alle scuole di tutta Italia per realizzare insieme iniziative di educazione alla legalità che hanno il loro momento conclusivo proprio nell’anniversario del 23 maggio. Nel ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Due eroi, nella memoria di tutti. Due esempi, nel messaggio che la scuola vuole custodire e trasmettere ai cittadini di domani”. Ogni anno, per la ricorrenza di Capaci, viene anche promosso un concorso. Al concorso è legato il viaggio della “Nave della legalità”, da Civitavecchia a Palermo. Un viaggio che punta a lasciare una traccia nella vita dei ragazzi che vi partecipano. Dal sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

MAFIA: qualsiasi

organizzazione criminale di persone che impone la propria volontà contro la legge, per arricchirsi o per favorire se stessa a danno dello Stato.

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GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due magistrati che con coraggio hanno dedicato la loro vita alla lotta contro le prepotenze della mafia. Purtroppo a entrambi è stata tolta la vita: prima a Giovanni e poi a Paolo; negli attentati hanno perso la vita anche la moglie di Giovanni e gli uomini e le donne delle rispettive scorte.

Le loro idee e il loro impegno, però, vivono ancora oggi grazie al lavoro di altre persone e di tutti i giovani e le giovani che credono che la prepotenza della mafia debba essere sconfitta, comportandosi onestamente ogni giorno, secondo la legge.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino pensavano che tutti e tutte siamo chiamati a compiere il nostro dovere rifiutando le cose sbagliate e conservando sempre la volontà di volerle cambiare.

I due magistrati avevano una grande fiducia nei giovani e nelle giovani. Scriveva infatti Borsellino: “Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di combattere di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta”. Aggiungeva Falcone: “Gli uomini passano, ma le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.

Così oggi le idee di Giovanni e Paolo continuano a camminare, consegnate a bambine e a bambini come te che un giorno le porteranno avanti nella loro vita.

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IL DIARIO DI BORDO

I bambini e le bambine che in questo libro fanno da filo conduttore appartengono al coro di una scuola Primaria di Bologna e sono diretti al porto di Civitavecchia, da cui partirà la Nave della Legalità con il suo carico di ragazzi, ragazze e insegnanti. Prima della partenza i bambini e le bambine del coro intoneranno l’Inno d’Italia alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte autorità dello Stato. Le loro riflessioni nascono dall’esperienza di quel viaggio meraviglioso, che non dimenticheranno mai e il diario di bordo diventa l’occasione per riflettere sulla consapevolezza di sé, sulle differenze, sulle regole del vivere, sulla convivenza civile, sui diritti e i doveri universali.

I bambini e le bambine raccontano, disegnano, esprimono pensieri, sperimentano, traggono conclusioni, intonano melodie.

Nelle pagine seguenti sono raccolti pensieri ed emozioni che si riferiscono al viaggio in treno da Bologna a Roma, fino all’arrivo del pullman che condurrà bambini e bambine al porto di Civitavecchia.

Conosci il nome dell’attuale Presidente della Repubblica?

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LEGALITÀ: CHE COSA SIGNIFICA?

I bambini e le bambine che scrivono questo diario di bordo si imbarcheranno sulla Nave della Legalità. Ma che cosa significa la parola legalità? Vuol dire comportarsi secondo la legge. La legalità è importante, in qualsiasi luogo, anche nelle aule di scuola.

Leggi attentamente il brano.

La tua classe è una piccola città guidata dalla maestra che detta le regole, punisce chi non si comporta bene. (...) La maestra ha il compito di far rispettare la legge. Mettiamo il caso che un giorno uno studente, chiamiamolo Tonio, si presenta e ti ordina: – Dammi i soldi che hai in tasca. Non è giusto. Allora tu vai dalla maestra per farti difendere. Lei ne dice quattro a Tonio. Tonio ci riprova. Tu torni dalla maestra. La maestra porta Tonio dal Dirigente, che lo sospende per una settimana dalla scuola. È stata applicata la legge e tu sei stato difeso giustamente. Mettiamo invece che tu non vada dalla maestra, ma, spaventato, gli dia i tuoi cinque euro. E tutti i tuoi compagni di classe fanno lo stesso. Tutti tranne uno, che chiamiamo Simone. Lui non ha paura, non paga, ma un giorno Tonio, che è più grande e più forte, gli lega le stringhe delle scarpe e lo butta giù dalle scale. Tonio dovrebbe essere punito, ma la maestra non può farlo perché non ha visto la scena e chi l’ha vista sta zitto per paura. Così Tonio può continuare indisturbato. Il risultato è che nella tua classe ora esistono due leggi: quella giusta, della maestra, l’unica che dovrebbe valere; e quella di Tonio, illegale, la legge del più forte.

L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, RCS

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RAGIONIAMO SU TONIO E GLI ALTRI

Rileggi bene il brano della pagina precedente e rispondi.

1 Quali tra i personaggi del racconto si sono comportati secondo legalità?

2 Quali regole della classe infastidiscono Tonio e perché?

3 In che modo la maestra ha fatto rispettare la legge?

4 Di fronte alle prepotenze di Tonio la classe tace. Ti sembra giusto?

5 Che cosa pensi di Simone? Avresti fatto come lui?

6 Ti è capitato di vivere una situazione simile? Che cosa hai fatto o che cosa faresti se in futuro dovesse capitarti?

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AVVISO AI NAVIGANTI

Stai per iniziare con noi questo viaggio emozionante.

Per partire occorrerà:

lasciare andare qualcosa per viaggiare più leggero/a; ripensare un po’ il passato per capire e vivere meglio il presente;

scegliere le parole per imparare a usarle meglio;

vedere, in noi e negli altri, persone da rispettare e con cui cooperare per il bene di tutti e tutte; capire che le leggi sono uno strumento importante per vivere meglio;

riconoscere che tutti gli Italiani e tutte le Italiane, senza distinzione, devono impegnarsi per accogliere, insegnare, vivere con dignità e cultura;

conoscere la testimonianza di chi ha dato la vita per il proprio Paese per fare in modo che tutti noi e tutte noi potessimo vivere liberi.

Confrontati con l’insegnante e con i compagni e le compagne sul significato di questo particolare avviso ai naviganti.

COOPERARE: lavorare insieme, collaborare per realizzare un’iniziativa.

DIGNITÀ: sentimento che nasce dal sapere quanto la propria vita e quella degli altri esseri umani siano importanti e debbano essere rispettate.

CULTURA: insieme di saperi, modi di pensare, modi di vivere e opinioni caratteristici di un gruppo umano particolare.

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ACQUARELLO

Questa canzone racconta di un foglio di carta che, come per magia, si riempie di persone, cose, luoghi, tutti disegnati e dipinti secondo i colori tenui di un acquarello, in cui tutto è in armonia e nessuno vuole essere più importante dell’altro.

Così il mondo diventa più bello e più sereno.

Sopra un foglio di carta

Lo vedi il sole è giallo

Ma se piove due segni di biro

Ti danno un ombrello. […]

Verso il mare a volare e il mare È tutto blu

E una nave a navigare ha una vela Non di più

Ma sott’acqua i pesci sanno dove andare

Dove gli pare non dove vuoi tu.

E il cielo sta a guardare

E il cielo è sempre blu

C’è un aereo lassù in alto

E l’aereo scende giù. […]

Sopra un foglio di carta

Lo vedi chi viaggia in un treno

Sono tre buoni amici che mangiano e Parlano piano

Da un’America all’altra è uno scherzo

Ci vuole un secondo

Basta fare un bel cerchio

Ed ecco che hai tutto il mondo. […]

Toquinho, M. Fabrizio, V. de Moraes, G. Morra, Acquarello

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Contribuisci anche tu a rendere più bello e ricco l’acquarello della canzone. Rileggi bene il testo, poi disegna e colora i particolari che mancano.

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Vai a pagina 63, leggi le frasi-slogan che trovi sul tema

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA
DIFFERENZE

MARTIN LUTHER KING

Martin Luther King nasce ad Atlanta (Stati Uniti) il 15 gennaio 1929 e dedica tutta la sua vita alla difesa dell’uguaglianza di tutti gli uomini e di tutte le donne e dei loro diritti, battendosi contro il razzismo in America. Martin Luther King non usa la violenza nella sua battaglia ma il dialogo pacifico, il ragionamento, l’incontro tra gli esseri umani. Egli diventa un punto di riferimento per tantissime persone e nel 1964 riceve il premio Nobel per la pace. Probabilmente a causa delle sue idee completamente nuove e straordinarie, viene ucciso a soli 39 anni. La forza e la verità dei suoi pensieri, però, rimangono a ricordare che tutte le donne e tutti gli uomini devono essere liberi e rispettati.

PREMIO NOBEL: importante premio di valore mondiale che ogni anno viene assegnato a una persona vivente che si è distinta per la sua opera e il suo impegno a favore dell’umanità.

Hai mai sentito parlare

di Martin Luther King? Insieme alle compagne e ai compagni e con l’aiuto dell’insegnante, fai una ricerca su Internet per conoscere meglio questo importante personaggio.

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PER NAVIGAREBEN

DAL BAMBINO MARTIN FINO A TE

Ciao. Mi chiamo Martin e ho sei anni. Tra qualche giorno io e il mio più caro amico di giochi cominceremo la scuola. Sono proprio contento di stare con lui: ci conosciamo da quando avevamo tre anni. Adesso vado a chiamarlo a casa…

- Buongiorno signora, suo figlio può venire a giocare con me?

- No.

- Perché? Sta forse male?

- No, torna a casa. È così e basta.

Me ne vad,o ma il giorno dopo ritorno e la risposta è sempre la stessa e così il giorno dopo ancora. Alla fine la signora, di fronte alla mia insistenza, spiega:

- Non potrete più incontrarvi perché da domani lui inizierà una scuola diversa dalla tua. Mio figlio frequenterà una scuola per “white” (bianchi) e tu una per “colored” (neri). Devi renderti conto che tu sei diverso.

Torno a casa sconvolto: non riesco a comprendere perché io, a causa della mia carnagione marroncina, debba essere costretto a separarmi dal mio amico. Chiedo il perché alla mamma e lei mi spiega che cos’è il razzismo e dei tanti pregiudizi che molti bianchi hanno ancora nei confronti della gente di colore.

Lascio a te, però, bambino o bambina di oggi, le ultime parole della mamma, che custodirò per sempre dentro di me: - Qualunque cosa ti diranno, non dovrai mai dubitare di essere un bambino come gli altri.

RAZZISMO: distinguere le persone in base alle razze, esaltando le qualità superiori di una razza rispetto all’altra.

PREGIUDIZIO: idea nata senza la conoscenza di fatti e persone e che perciò può portare a dare giudizi sbagliati e cattivi su di esse.

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA

Di fronte alla separazione dal suo amico, Martin prova un grande dispiacere e si accorge che nel suo Paese gli uomini di pelle scura non possono frequentare gli stessi locali dei bianchi, non possono sedersi nei posti dei bianchi sugli autobus... Così Martin Luther King decide di far capire a tutti che quel modo di pensare è ingiusto usando la forza del dialogo. È famoso il suo discorso “Io ho un sogno”, che tiene il 28 agosto 1963 a Washington, negli Stati Uniti, in cui si chiede che un giorno la popolazione di colore possa avere gli stessi diritti di quella bianca.

Io ho un sogno.

Che i miei quattro figli piccoli potranno vivere un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno. Che un giorno lo stato di Alabama diverrà un luogo dove i bambini e le bambine di colore daranno la mano ai bambini e alle bambine bianchi, e cammineranno insieme come fratelli e sorelle...

Disegna nel cuore il sogno di Martin.

13 PR I MA TA P PA

DIARIO DI BORDO CORALE

Sono le ore 6:30 e sul treno che da Bologna va a Roma molti passeggeri dormono ancora, altri sussurrano appena per non disturbare, altri ancora sono già al cellulare.

E noi? Noi, i bambini e le bambnine del coro della scuola di Bologna, non riusciamo a stare tranquilli, a trattenere l’entusiasmo e la gioia.

IL DIARIO DI BORDO DEL NOSTRO INCREDIBILE

VIAGGIO, COMINCIA QUI…

22 maggio, ore 6:30, Treno diretto a Roma

Ciao, per due giorni toccherà a me scrivere...

Io sono Marco. Sono famoso perché non sto mai fermo e schizzo nei corridoi della scuola come un fulmine. Mi piace cantare anche da solo, ma assieme agli altri di più!

Ho i capelli biondi, gli occhi azzurri e sorrido sempre. Chi non mi conosce bene pensa che io assomigli un po’ a un angelo ma... si sbaglia di certo. Siamo saliti su questo treno per partecipare al viaggio “Nave della Legalità”, dedicato alle scuole d’Italia che durante tutto l’anno hanno lavorato con particolare impegno sull’educazione alla legalità e alla cittadinanza.

Noi della scuola “A. Vespucci” avremo un compito speciale: prima che la nave parta dovremo cantare alla presenza del Presidente della Repubblica, di tante persone importanti dello Stato e di tanti ragazzi e ragazze e insegnanti delle scuole d’Italia.

14 PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA

Sarà emozionante, non ci crediamo ancora!

Con il treno arriveremo fino a Roma (se non ci faranno scendere prima per il troppo rumore che facciamo!) e poi alla Stazione Termini troveremo un pullman che ci accompagnerà al porto di Civitavecchia, da cui ci imbarcheremo per Palermo.

Una volta giunti lì, torneremo poi a Bologna in aereo. Il nostro viaggio durerà solo due giorni, ma pieni di cose da vedere e da scoprire e che sicuramente non dimenticheremo più. Per il viaggio ci serviremo di cinque mezzi differenti, calcolando anche l’auto dei genitori che stamattina ci hanno accompagnato in stazione: nave, auto, aereo, pullman, treno. Hai notato che ho sbagliato l’ordine dei mezzi usati?

Ricostruisci l’ordine esatto: scrivi il nome del veicolo e disegnalo.

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ORDINE DEI MEZZI DI TRASPORTO

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1 .............................................
2 ...........................................
5
PR I MA TA P PA

QUESTIONE DI STILE

Marco: La mia compagna Arianna dice che ho fatto un po’ di confusione nel diario di bordo e che c’è bisogno di scrivere il programma preciso: da dove siamo partiti, dove andremo e perché. Forse ha ragione, ma per me scrivere un diario di bordo significa anche esprimere le emozioni, quindi lo arricchirò con emoji e disegni!

Compila lo schema del diario: aggiungi le informazioni che puoi trovare rileggendo le pagine precedenti, poi scrivi accanto a ogni emoji l’emozione o le emozioni che secondo te esprimono.

Data della partenza:

Emozione:

Luogo della partenza: .................................................................................

Emozione:

Soggetti del viaggio:

Emozione:

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA
.......................................................................................................................
.............................................................................................

Luogo di arrivo della prima tappa del viaggio:

Luogo di arrivo della seconda tappa del viaggio:

Luogo di arrivo della terza tappa del viaggio: ................................................................

Emozione: .......................................................................................................................................................

Motivo del viaggio:

Emozione:

Accompagnatori: ....................................................................................................................................

Emozione: ..........................................................................................................

Data del ritorno: .............................................................................................

Emozione: .............................................................................................................

17 PR I MA TA P PA
.......................................................................................................................................

TOLLERANZA

Arianna: Marco, perché hai deciso di mettere tutte quelle emoji e i disegni? Adesso, comportati per bene, e parla di cose serie sul diario.

Marco: Vorrei protestare e risponderle male. Soprattutto vorrei risponderle che anche lei ha tanti difetti. Poi mi ricordo di tutti i discorsi sul comprendersi e accettarsi, così decido di usare con lei un trucchetto imparato a scuola.

Per fare capire ad Arianna che sono un po’ stanco dei suoi modi le dirò non quello che non deve fare, ma

QUELLO CHE DEVE FARE.

Perciò non...

Arianna, smetti di farmi sempre notare quelli che tu pensi siano i miei difetti. Hai capito?

Ma...

Arianna, lo so che mi vuoi bene e vorresti che fossi sempre uguale a te, ma non sarei più io, perciò tienimi così e vedrai che bellezza!

In questo modo lei non si arrabbierà e io riuscirò a farle capire che non mi piace il suo modo di fare. Adesso mi sento più contento e tiro un sospiro di sollievo!

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA

Utilizza anche tu la soluzione trovata da Marco. Leggi con attenzione le frasi e completale: scegli le parole giuste tra quelle indicate.

1 Giovanni, il mio vicino di banco, copia sempre il mio compito e io sono un po’ stanco di questo suo modo di fare. basta • spiegare • stanco • capito • non voglio • dimentichi – Giò, se non hai qualcosa, te la posso , così poi non la più.

2 Vanessa dimentica sempre il materiale per la scuola e prende sempre tutto dal mio astuccio.

candela • borsa • aiuterò • matita • lampada • penna – Vanessa, se hai bisogno di una ................................................ o di una

chiedimelo pure. Se potrò, ti volentieri.

3 Per dieci giorni toccherà a me e a Raul aprire la fila della classe per uscire da scuola. Ma ecco che Gianmarco e Stella si mettono con forza davanti a noi.

pugno • posto • tutti • cantate • spingete – Gianmarco e Stella, se volete per una volta vi lasciamo il , ma non più. A turno c’è posto per ................................. .

4 Marcello non ride mai e sta sempre in disparte, per questo è spesso solo.

insieme • annoieremo • invito • lontani • antipatici • divertiremo

Marcello oggi ti alla mia festa. Staremo tutti e ci .

PR I MA TA P PA 19

LA BOTTIGLIA DAL COLLO STORTO

Leggi questa storia “diversa”.

In una grande vetreria sono nate tante bottiglie di ogni dimensione e colore. Tra qualche giorno saranno spedite in tutto il mondo. Un ultimo controllo del supervisore, poi... via sui camion! Ecco il supervisore... passa di lì, le accarezza, le osserva attentamente. All’improvviso spalanca gli occhi ed esclama: – Com’è possibile? Non ci posso credere! E adesso che cosa ne faremo?

Eh già, che cosa ne faranno di quell’unica bottiglia diversa?

Una bottiglia alta e snella, di colore verde trasparente ma... con il collo storto, incredibilmente e irrimediabilmente storto.

Trova una conclusione per questa storia: metti una crocetta alle risposte che secondo te sono più adatte. Poi, confrontale con quelle dei compagni e delle compagne.

La bottiglia viene:

messa in un angolo in un magazzino. messa sugli scaffali insieme alle altre. rimessa nel forno per essere aggiustata. spedita insieme alle altre. presa in giro da persone che la deridono. riempita con un vino speciale. invidiata da tutti per la sua forma speciale. gettata via.

esposta in vetrina per essere studiata da esperti. affidata alle cure di un mago che le raddrizzi il collo.

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA

La bottiglia dal collo storto è diversa: che cosa proverà a vivere in mezzo a bottiglie che hanno tutte il collo diritto?

Leggi il nome dei sentimenti elencati e osserva il loro colore. Poi, completa la bottiglia

dal collo storto con il colore corrispondente al sentimento che secondo te prova.

Allegria

Tristezza

Rabbia

Rispondi.

Calma Paura

Indifferenza

1 La bottiglia è nata con il collo storto e questa cosa agli altri non sembra giusta. Ma chi ha stabilito che sia più giusto che

una bottiglia abbia il collo diritto e non storto?

2 Se tutte le bottiglie nascessero con il collo storto e una sola con il collo diritto, quale sarebbe quella diversa?

Ogni persona è diversa dall’altra, ma nessuna deve credere di essere più importante e più giusta dell’altra. Tutti siamo diversi, ma tutti siamo uguali in importanza e opportunità nella vita.

21 PR I MA TA P PA

FATTO O OPINIONE?

Marco: Il treno è un po’ in ritardo.

Ore 7:30, Stazione di S.

Alla stazione di Firenze alcune persone scendono. Intanto noi guardiamo fuori dal finestrino. E così la vediamo arrivare: una ragazza giovane e un po’ impacciata che trascina una grande valigia con grande fatica. Sale sul nostro vagone e cerca un posto proprio vicino a noi. Non prima però di aver individuato sul portabagagli un posto per la sua valigia. Ora però deve sollevarla.

Si guarda attorno e chiede aiuto con gli occhi.

Qualcuno la osserva e commenta: - Certo che quella valigia è grossa, non ce la farà!

Noi vorremmo aiutarla, ma la nostra statura non sarebbe di aiuto. Finalmente arriva un ragazzo tutto muscoli che prende la valigia e la sistema. “Bravo!” vorremmo dirgli. Ma il ragazzo commenta: - Le donne sono più deboli degli uomini, non dovrebbero avere bagagli grandi, non ce la fanno. Ecco allora che la ragazza si alza di scatto e, con tutta la forza che ha, prende la sua valigia e la riporta a terra. - Sono una donna, hai ragione - dice sorridendo al ragazzo,ma non sono più debole di te. Non confondiamo la forza fisica con la debolezza e l’aiuto di un attimo con la gentilezza dell’animo. Comunque, grazie per avermi aiutata. Poi sorridendo, leggera, cambia scompartimento seguita dalla sua valigia che la segue... leggera come lei!

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA

Il ragazzo di prima ha espresso un suo punto di vista di cui è davvero convinto, tanto da avere parlato a voce alta come se la sua opinione fosse uguale a quella di tutte le altre persone. Ma c’è differenza tra un fatto e un’opinione personale: i fatti sono cose vere, invece le opinioni non sempre riflettono la realtà, ma il proprio modo di vedere le cose e le situazioni.

Leggi le frasi e indica la tua scelta con una crocetta.

Le donne sono più deboli degli uomini.

L’insegnante non sbaglia mai.

Alcune ragazze arabe portano il velo.

Tutte le persone cicciottelle sono simpatiche.

I maschi non sono capaci di cucinare.

Tutti i bambini maschi amano i giochi violenti.

Tutte le persone hanno bisogno di nutrirsi.

Solo chi nasce da una famiglia ricca potrà essere felice nella vita. Non si finisce mai di imparare.

Vero OPINIONE PERSONALE

23 PR I MA TA P PA

LE GENERALIZZAZIONI

Marco: La ragazza della valigia ha lasciato il vagone. Una signora commenta: - Forse qualche donna più debole di un uomo c’è, così come esiste qualche uomo più debole di una donna. Lo sbaglio è pensare che ciò che vale per qualcuno possa valere anche per un intero gruppo di persone... Lo sbaglio è “generalizzare”. Infatti le persone sono tutte diverse!

Leggi le frasi e rispondi alle domande con una crocetta.

1 Franz ha i capelli biondi. Franz è tedesco.

Allora tutti i tedeschi hanno i capelli biondi? sì no

2 Antonia ha un gatto. Il gatto di Antonia ha un solo orecchio.

Allora tutti i gatti hanno un solo orecchio? sì no

3 Ronaldo balla bene. Ronaldo ha la pelle scura.

Allora tutte le persone di pelle scura ballano bene? sì no

Completa le generalizzazioni con le parole indicate.

lavorare • disordinati • bambole • casa

1 I bambini non giocano con le

2 Gli uomini devono ................................................ e le donne

devono rimanere a .................................. .

3 I maschi sono più

delle femmine.

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA
............................................

I PROVERBI

Marco: Il treno corre veloce per recuperare il ritardo.

Vorremmo sgranchirci le gambe, ma non possiamo alzarci. Per fare la spiritosa, Alessandra legge a voce alta alcuni proverbi contenuti in una rivista distribuita sul treno.

Ascoltiamo, ridiamo, ma pensiamo anche che alcuni di quei proverbi trasmettano dei modi di pensare non veri.

Maestra Antonella: Anche i proverbi non vanno generalizzati. Altrimenti diventano stereotipi, cioè idee che non vengono dall’esperienza, ma sono trasmesse dall’ambiente. È un modo di pensare che non corrisponde al vero e può influenzare il nostro modo di vivere.

Leggi i proverbi e sottolinea in rosso gli stereotipi.

1 Il nostro primo insegnante è il nostro cuore.

2 Chi si scusa si accusa.

3 Altezza è mezza bellezza.

4 Chi vuol star sano, dal medico stia lontano.

5 Ogni testa è un piccolo mondo.

6 Chi va piano va sano e va lontano.

7 Donne al volante pericolo costante.

8 L’abito non fa il monaco.

9 Chi cerca un amico senza difetti resta senza amici e trova solo difetti.

10 Chi vince ha sempre ragione.

PR I MA TA P PA

IL TRIANGOLO PAIÙ

Le parole di questa canzone fanno riflettere sull’importanza di rimanere sempre se stessi, anche quando ci piacerebbe essere qualcun altro o qualcos’altro. Ognuno è bello per quello che è, e ha un compito preciso che è solo suo e di nessun altro. Meglio scoprire presto le nostre caratteristiche e usarle bene, piuttosto che diventare ridicoli cercando di sembrare quello che non siamo.

Ascolta la canzone e, con l’aiuto dell’insegnante, impara parole e melodia.

Il Paiù era un triangolo tre lati più tre angoli ma si sentiva nobile voleva un lato in più.

Si fece fare un abito da parallelepipedo ma tutt’e due le maniche gli scivolavan giù!

Rit.

Paiù Paiù Paiù tri...an...go...lo sei tu

Paiù Paiù Paiù né di meno né di più.

Le sfere rotolavano in terra dal gran ridere dicendogli

“Nessuno c’è più stupido di te”. E lui ch’era un triangolo piuttosto suscettibile

architettò di uccidersi gettandosi nel Po.

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA

Ma nello smog lui si smarrì e si fermò per piangere vicino a un’automobile che non andava più...

Ma nello smog lui si smarrì e si fermò per piangere vicino a un’automobile che non andava più...

L’autista corse a prenderlo di rosso poi lo verniciò così deviando il traffico la macchina salvò. Paiù si sentì utile e si asciugò le lacrime e d’essere un triangolo mai più si vergognò.

Rit.

La storia del triangolo non è poi tanto stupida morale: “Ma che male c’è se ognuno è quel che è?”

Paiù Paiù Paiù chissà che male c’è

Paiù Paiù Paiù se ognuno, ho detto Ognuno, proprio “Ognuno”, è quel che è.

A. Testa, Il triangolo Paiù, proprietà degli autori

Nella canzone si parla di tante figure geometriche. Alcune non le conosci ancora. Unisci i tratteggi di ognuna di esse e scoprile!

27 PR I MA TA P PA

Rileggi il testo della canzone alle pagine precedenti e inventa un finale diverso, in versi o in prosa.

Ma un giorno

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PRIMA TA P PA PR I MA TA P PA
........................................................................................

Rispondi.

1 Paiù voleva essere diverso. E tu?

2 Come sei?

3 Se volessi cambiare, come vorresti essere? ..................................................

4 Che cosa ti piacerebbe fare di speciale nella tua vita di bambino o di bambina?

Racconta come ti sei sentito/a quella volta che hai cercato di apparire ciò che non eri.

PR I MA TA P PA
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GENTILEZZA È UNA PAROLA LEGGERA

Un tocco leggero, una parola sussurrata, un pensiero educato, un saluto cortese: la gentilezza, così facile a dirsi, così necessaria a farsi.

Biato

La gentilezza vera nasce spontaneamente dal cuore ed è leggera come una farfalla. Non ha bisogno di aerei o navicelle spaziali: non servono grandi discorsi. Bastano le sue ali per farla volare ovunque!

Colora con la tecnica del puntinismo la farfalla della gentilezza.

Ricorda: nelle zone chiare utilizza tanti puntini vicini, nelle zone scure allontana i puntini.

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S E CO N DA TA PPA S E CO N DA TA PPA

WONDER

“Wonder” è un film tratto da un romanzo scritto nel 2012 da R.J. Palacio.

Racconta la storia di Auggie, un ragazzino di dieci anni che ama lo spazio e la scienza. Auggie è nato con una grave deformazione al viso, a causa della quale ha subito 27 operazioni. Il film parla della sua prima esperienza a scuola, dopo essere stato istruito per

PER NAVIGAREBEN

anni a casa dalla mamma, del suo primo incontro con gli sguardi dei compagni, dei pregiudizi, della famiglia, dell’amicizia, del bullismo e soprattutto della gentilezza. Nel film, infatti, diventa sempre più chiaro come la gentilezza sia l’unica strada per accettare “l’altro” e avere con lui rapporti veri, per diventare più buoni e imparare a essere più felici.

Secondo te, che difficoltà potrebbe aver affrontato Auggie

nella sua vita di bambino?

Conosci questo film? Se possibile, guardalo a scuola insieme alle compagne, ai compagni e all’insegnante oppure a casa.

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DA AUGGIE FINO A TE

Ciao, sono Auggie e sono contento di conoscerti. Spero che sia così anche per te. Non ti spaventare guardando il mio viso, non costringermi a rimettermi il casco da astronauta, anche se mi piace molto far finta di esserlo.

So di non essere un bambino normale. Ho subito 27 operazioni. Mi sono servite per respirare, per vedere, per sentire senza un apparecchio, ma nessuna di loro mi ha dato un aspetto normale.

La mamma mi dice sempre che non è un volto a dimostrare la nostra bellezza, ma il nostro cuore, la nostra gentilezza. Quando diventa difficile farlo capire agli altri, il papà mi aiuta a vederli per quello che realmente sono. Un giorno mi disse: - All’esterno possono sembrare diversi da te, ma dentro hanno gli stessi tuoi sentimenti. Non ha importanza come appari, ma chi sei.

Quando conosco nuovi bambini, mi fissano senza dirmi nulla. Ma la mia famiglia dice sempre: - Se ti fissano, lasciali fissare.

Se sei nato per emergere, non puoi passare inosservato. Probabilmente è così. Perché se avrai la pazienza di continuare a guardarmi, vedrai altre cose. Io so essere intelligente, simpatico e ho tanta voglia di vivere, di giocare. Si potrebbe dire che ho tante facce interiori, basta solo volerle vedere.

Io non posso cambiare il mio aspetto, ma forse tu puoi cambiare il tuo sguardo, il tuo modo di guardare.

Forse non sei d’accordo, forse pensi che non ho ragione?

Non è importante... ricordati: quando puoi scegliere tra l’avere ragione e l’essere gentile, scegli di essere gentile!

Ti abbraccio, Auggie

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S E CO N DA TA PPA S E CO N DA TA PPA

IL MONDO DEGLI UOMINI-BAMBINI

Ascolta la canzone poi, con l’aiuto dell’insegnante, cerca il testo completo in Internet. Insieme ai compagni e alle compagne impara parole e melodia.

Pensa a un girotondo di colori, mille arcobaleni intorno a noi, pensa a un mondo d’Uomini-Bambini, volar via su palloni blu.

Pensa a una scuola sotto il sole, dove i sogni sono i libri tuoi, una scuola fatta per cantare con il cuore tu non stonerai.

Rit.

Canta un canto al mondo e il tuo canto più in alto va. Canta finché cantando anche un sordo ti sentirà.

Canta un canto al mondo, forse cantando il mondo cambierà. Canta un vecchio sogno che da bambino io sognai.

N.D. Barbelivien, C. Daiano, L. Vlavianos, Il mondo degli Uomini-Bambini

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S ECO N DA TA P PA S ECO N DA TA P PA

STANDING OVATION

Alla fine Auggie riesce a entrare nel cuore degli altri, che imparano a vederlo con occhi diversi. Il Dirigente della sua scuola decide addirittura di attribuirgli un premio per la sua “grandezza”.

Coraggio, gentilezza, amicizia, carattere: queste sono le qualità che ci definiscono esseri umani e ci spingono, a volte, alla grandezza. “Il più grande è colui che trascina il maggior numero di cuori grazie al richiamo del proprio”.

“Trascina” i cuori anche tu. Disegnane tanti attorno a quello di Auggie.

STANDING

OVATION: applauso lungo e caloroso che il pubblico fa stando in piedi.

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S E CO N DA TA PPA S E CO N DA TA PPA

Mentre Auggie avanza verso il palco per ricevere la medaglia, tutti applaudono entusiasti ed egli ripensa alla sua vita e a quella degli altri.

Questi sono i suoi pensieri: “Siate gentili perché tutti combattiamo una battaglia dura e se vuoi vedere davvero come sono fatte le persone non devi fare altro che guardare!”.

Tutti e tutte nel mond,o almeno una volta nella vita, dovrebbero ricevere una standing ovation!

Scrivi nei cartellini tre nomi di persone che secondo te meritano una standing ovation. Poi spiegane i motivi. Standing

35 S ECO N DA TA P PA S ECO N DA TA P PA
ovation a ................................................ per ...................................... ................................................
ovation a ................................................ per ...................................... ................................................
ovation a ................................................ per ...................................... ................................................
Standing
Standing

IMPARARE IL RISPETTO

Marco: Il treno è come una grande casa nella quale per un po’ di tempo tante persone, molte delle quali non si conoscono, devono stare insieme per alcune ore. Che cosa voglio dire? Che qui sul treno ci vorrebbe un po’ di educazione e di intelligenza. Vedo infatti alcune persone costrette a subire il cattivo modo di comportarsi di altre. Ora ti descrivo con un disegno ciò che vedo e sento.

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S E CO N DA TA PPA S E CO N DA TA PPA
................................................ ................................................ ................................................ ................................................

Osserva il disegno, racconta ciò che vedi e confrontati con i compagni e le compagne.

Aggiungi suoni e parole appropriati nelle vignette.

Poi, sotto a ogni scena, scrivi quale dovrebbe essere il giusto comportamento.

37 S ECO N DA TA P PA S ECO N DA TA P PA
................................................ ................................................ ................................................ ................................................

IO POSSO, SONO UN BAMBINO!

Marco: Alcuni passeggeri del treno cominciano a protestare perché facciamo troppo rumore. Le maestre ci rimproverano.

Una signora esclama: - Lasciateli stare, sono bambini!

Mi domando allora: visto che sono un bambino sincero e spontaneo, posso sempre fare quello che voglio?

Mi rispondo da solo: NO, perché viviamo con altre persone e dobbiamo rispettare alcune regole stabilite per vivere meglio.

Si tratta di abituarsi a essere gentili perché le buone maniere diventino parte di noi.

Valentina: È giusto usare la gentilezza, ma a volte noi bambini facciamo i capricci per avere le attenzioni delle persone adulte.

Completa le frasi correttamente con le parole indicate.

tablet • figurine • mi porta in braccio • mi riporta a casa

Così succede che:

1 sono da tre ore al centro commerciale, mi metto a correre tra le gambe della gente perché così il papà ;

2 all’uscita dal cinema, bisogna tornare al parcheggio dell’auto che è molto lontano. Faccio finta di dormire così la mamma ........................................................................... ;

3 al ristorante i grandi parlano tra loro, io mi annoio, perciò comincio a protestare fino a quando i miei genitori non mi passano il e posso finalmente giocare da solo;

4 se davanti all’edicola piango, la nonna mi comprerà le

38
S E CO N DA TA PPA S E CO N DA TA PPA
...................................... .

Contribuisci anche tu a far sbocciare il fiore della gentilezza. Scrivi all’interno di ogni petalo una parola gentile.

Leggi le frasi, poi indica con una crocetta quelle che raccontano comportamenti gentili.

Tossire e sbadigliare continuamente quando si è annoiati.

Passare in mezzo a due persone che stanno parlando. Per favore, grazie, scusa.

Gettare carte e rifiuti nei cestini e nei contenitori indicati.

Se si viaggia in gruppo, si deve rispettare un turno per salire su un mezzo pubblico e prima si deve lasciare scendere chi è ancora a bordo.

Arrivare a un appuntamento quando si può.

Sul treno si può ascoltare musica, a patto che non sia di disturbo agli altri viaggiatori.

Commentare a bassa voce con un compagno o una compagna mentre si è in gruppo.

S ECO N DA TA P PA S ECO N DA TA P PA
39 ............................................

Marco: Tra poco dovremmo arrivare alla stazione di Roma. Abbiamo voglia di sgranchirci le gambe e di cantare: siamo un coro!

Adesso che la gente è ben sveglia, ci osserva e tenta di parlare con noi.

- Dove andate? Siete in gita? Quando ritornerete a casa? Di che classe siete?

Tante domande richiedono tante risposte, ma anche il desiderio di dialogare con chi ce le pone. Infatti, parlare con qualcuno significa anche cercare di capire chi è, come sta in quel momento...

Completa un messaggio gentile personalizzato per alcuni passeggeri del treno, immaginando di poterlo consegnare loro prima di scendere.

1 Una signora anziana davanti a me racconta che ha un nipotino che abita tanto lontano da lei e che vede raramente.

Penso che provi tanta ....................................................... . Parlo con lei e decido di lasciarle un biglietto di auguri.

Ti auguro di

Ti auguro di

2 Una ragazza si sta trasferendo in un’altra città per lavoro ed è un po’ preoccupata.

Penso che provi tanta . La ascolto e decido di lasciare anche a lei un biglietto di auguri per la sua vita.

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............................................... ............................................... ...............................................
POST-IT
............................................... ............................................... ............................................... S E CO N DA TA PPA S E CO N DA TA PPA

3 Un papà è in pensiero per il suo bambino che ha lasciato a casa con la febbre alta. Credo che questo papà provi un sentimento di ......................................................... . Penso alle parole giuste per un biglietto di auguri affettuoso.

Marco: Mi guardo attorno. Adesso sul treno si è creata una bella atmosfera: tutti parlano tra loro, sorridono e anche chi era occupato al cellulare sembra ora interessato a capire che cosa dicono gli altri attorno. Viene voglia di stare qui tutti insieme ancora per un po’. È proprio vero, la gentilezza fa stare bene e rende più facile e leggera la vita!

Sara: Mi dispiace non rivedere più queste persone, proprio ora che ci eravamo conosciuti. Però scenderemo dal treno più soddisfatti e contenti.

Marco: Eh sì, siamo ormai arrivati a Roma e io ho terminato il mio compito di scrittore di bordo: passo il diario a te, Ludovica... Mi raccomando, tienilo bene e compilalo con cura.

SALUTI DA ME E... TANTI TANTI KISS

41 S ECO N DA TA P PA S ECO N DA TA P PA Ti auguro di ............................................... ............................................... ...............................................

DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In questo documento si riconoscono i diritti che tutti gli uomini e tutte le donne devono avere per il semplice fatto di essere nati e nate, e si elencano anche i loro doveri. Diritti e doveri, infatti, sono due facce di una stessa medaglia.

Le persone sono legate l’una all’altra perché fanno parte tutte insieme del genere umano e, quando una persona compie il suo dovere, permette a un’altra di vedere rispettato un suo diritto. Ecco perché spesso capita che alcune persone mancano di alcuni diritti a causa di altre che non fanno il proprio dovere.

Completa correttamente le frasi che seguono.

1 Se i cittadini e le cittadine non compiono il loro dovere di pagare le tasse, allora il diritto di , quello di e altri ancora non potranno essere rispettati.

2 Se non compio il mio dovere di non sprecare l’acqua, allora il mio diritto di non potrà essere rispettato.

3 Se i popoli non compiranno il loro dovere di non fare la guerra, allora il loro diritto di non potrà essere rispettato.

4 Se non compio il mio dovere di rispettare i miei compagni e le mie compagne, allora il diritto a non potrà essere rispettato.

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA

NESSUN UOMO È UN’ISOLA

Le poesie hanno la capacità di farci provare emozioni e di entrare nel nostro cuore. Così le parole entrano in noi, con tutti i loro preziosi significati, partecipando alla nostra vita, indirizzandoci verso nuovi modi di essere e di pensare. È la forza della nostra sensibilità che ci ricorda che l’essere umano è davvero qualcosa di speciale.

Leggi la poesia.

Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso.

Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra.

Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare, la Terra ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto, o la Casa di un amico o la tua stessa Casa.

Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io sono parte vivente del genere umano.

E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: Essa suona per te.

Confrontati con i compagni e le compagne: che cosa significa che un uomo non è un’isola? E tu, ti senti parte vivente del genere umano? In che modo? Racconta.

43
PER NAVIGAREBEN

LA STAZIONE, COME UN PAESE

Ludovica: Siamo finalmente arrivati alla Stazione Termini di Roma. Scendiamo dal treno e ci disponiamo in fila indiana sulla banchina. Tutto attorno a noi si muove: i treni, la gente, i velocissimi carrelli dei bagagli...

Pietro inciampa nelle ruote del carrello del signore davanti a lui e lancia un urlo per richiamare la sua attenzione. Ma l’uomo prosegue indifferente e impettito. Risultato: Pietro illeso ma arrabbiato e coro in lacrime per le grandi risate!

A pensarci bene, una grande stazione è come un paese in cui, per poter vivere bene insieme, devono essere rispettate delle regole che tutti dovrebbero conoscere.

44
TERZA TA P PA TERZA TA P PA

Osserva attentamente il disegno della stazione: compaiono dei comportamenti sbagliati. Cerchiali in rosso e numerali. Poi scrivi per ognuno la regola che dovrebbe essere rispettata.

1

2

3

4

5

Nel disegno vedi qualche comportamento particolarmente educato? Cerchialo in verde.

45 TERZA TA P PA TERZA TA P PA
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DIRITTI O CAPRICCI?

Ludovica: Eccoci fuori dalla stazione per raggiungere il pullman che ci condurrà a Civitavecchia. Dobbiamo camminare velocemente per non arrivare tardi all’appuntamento.

Pietro, il solito pigro e brontolone, comincia a lamentarsi:

- Ma questa è una corsa, non una passeggiata! E poi è troppo lontano... il pullman non potrebbe venirci incontro? Avremmo diritto a fare una sosta, ad avere qualcuno che ci porti gli zaini. Propongo di fermarci e aspettare il pullman qui: un bambino si stanca più facilmente e ha il diritto di essere aiutato. Povero Pietro, non ha capito cos’è davvero un diritto.

Parla, ma nessuno lo ascolta perché tutti hanno capito che i suoi sono solo capricci.

Un diritto è qualcosa di importante e di molto diverso da un capriccio. Un diritto è ciò che tutti devono avere per il semplice fatto di essere nati e di esistere e a cui non è possibile rinunciare.

Un diritto è una conquista: la possibilità concreta di fare, dire, pensare, avere qualcosa che per noi è importante.

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA

TERZA TA P PA TERZA TA P PA

Indica con una crocetta i diritti a cui una bambina o un bambino non può rinunciare per il semplice fatto di essere nato/a. Poi, scrivi di che diritti si tratta.

Sottolinea in rosso i capricci e in verde i diritti.

1 Ho il diritto di andare a letto all’ora che voglio.

2 Ho il diritto di essere difeso/a contro la violenza.

3 Ho il diritto di andare a scuola quando voglio.

4 Ho il diritto di imparare a leggere e a scrivere.

5 Ho il diritto di guardare quello che voglio alla TV.

6 Ho il diritto di possedere uno smartphone.

7 Ho il diritto di praticare la mia religione.

8 Ho il diritto di non andare in prigione.

9 Ho il diritto di avere una famiglia o qualcuno che si prende cura di me.

10 Ho il diritto di non obbedire ai miei insegnanti.

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LA MARCIA DEI DIRITTI DEI BAMBINI

Ascolta la canzone e, con l’aiuto dell’insegnante, impara parole e melodia.

Ho aperto un libricino e ho letto che un bambino da mangiare, non ce l’ha. E c’è chi non ha da bere con il rischio di morire: senza acqua come fa?

Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo.

Ho sfogliato bene bene quelle foto di bambine invecchiate dal lavoro. E di quelli senza un tetto e di quelli senza affetto senza un poco di decoro.

Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

Rit.

I diritti sono di tutti, l’ha spiegato la maestra c’è una carta scritta apposta per difendere i bambini. Tutti i capi delle nazioni hanno fatto le riunioni: hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini.

Allora perché? Allora perché?

48
TERZA TA P PA TERZA TA P PA

TERZA TA P PA TERZA TA P PA

Quando gioco al girotondo, penso che su questo mondo c’è qualcosa che non va. Che ci sono dei bambini, sulle strade abbandonati senza mamma né papà.

Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo.

Poi da un’altra parte ancora c’è chi non può andare a scuola.

Chi giocattoli non ha.

E c’è pure chi si ammala e gli manca quella cura che il suo medico non ha.

Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

Rit.

C’è un bambino che lavora, chi subisce una tortura.

Chi è venduto come schiavo.

Chi è costretta per le strade già per vendere l’amore da qualcuno assai cattivo.

Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo.

C’è chi muore appena nato: non è stato vaccinato.

C’è chi cresce malnutrito.

C’è chi viene emarginato,

c’è chi un handicap ha avuto, c’è chi viene malmenato.

Ma come fanno, io non ci credo.

Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

Rit. (finale)

Con la Carta, il finale migliore sarà.

49
F. Rinaldi, La marcia dei diritti dei bambini, Paoline

LA CARTA DEI DIRITTI… SECONDO PIETRO

Maestra Antonella: Pietro, ti ricordi la CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

approvata a New York nel 1989?

Pietro: Certo, la conosco, e ora chiedo i miei diritti!

Maestra Antonella: Va bene. Vediamo insieme quali, tra i diritti elencati nella Carta, ora non ti vengono riconosciuti.

Tutti i bambini: Sì maestra! Facciamogli capire che sbaglia!

Maestra Antonella: Faremo un riassunto dei diritti scritti nella Carta e vedremo quali ti mancano, Pietro.

Immagina di essere al posto di Pietro e rispondi anche tu ad alcune domande che la maestra Antonella gli pone.

DIRITTO ALLA VITA E AD AVERE UN NOME

Maestra Antonella: Come ti chiami bel ragazzino che mi cammini vicino?

Pietro: Pietro! Il vero, unico, speciale Pietro. Anche se altri si chiamano così, io lo so quando ci si vuole rivolgere proprio a me… lo so, lo sento. Rispondi anche tu:

Maestra Antonella: Quando sei nato?

Pietro: Il 7 gennaio. Poche ore dopo la mia nascita papà è andato in Comune e mi ha fatto registrare. Da quel momento nessuno può far finta che io non ci sia.

Rispondi anche tu:

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TA P PA TERZA TA P PA
TERZA

DIRITTO ALLA SALUTE E A ESSERE CURATI E AMATI

Maestra Antonella: Chi ti nutriva da piccolo? Che cosa mangiavi?

Pietro: La mamma! Stava sempre con me e mi dava il suo latte. Me lo dava anche di notte, quando avrebbe preferito dormire. Anche adesso, se qualche volta non voglio mangiare, pensa subito che io stia male e si preoccupa.

Rispondi anche tu: ............................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................

Maestra Antonella: L’altro giorno, Pietro, sei stato male a scuola. Che cosa ho fatto io?

Pietro: Hai chiamato la nonna, che mi è venuta subito a prendere.

Maestra Antonella: Se pensi a qualcuno su cui potrai sempre contare, che non potrebbe mai dimenticarsi di te, chi ti viene in mente?

Pietro: La mia famiglia! A volte si litiga, ma io sono certo che la mia famiglia mi aiuterebbe sempre.

Rispondi anche tu:

DIRITTO ALLA PROTEZIONE CONTRO

SFRUTTAMENTI E MALTRATTAMENTI

Maestra Antonella: A volte, Pietro, sei proprio tremendo. Non hai voglia di scrivere, di disegnare e discuti con gli altri. Ma quando quel ragazzo più grande ha fatto il bullo con te, che cosa abbiamo fatto noi insegnanti e i compagni e le compagne?

Pietro: Mi siete sempre stati intorno per proteggermi. Poi voi maestre gli avete parlato e le cose sono andate meglio.

Maestra Antonella: Da chi ti senti protetto? Come?

Rispondi anche tu:

51 TERZA TA P PA TERZA TA P PA

TERZA TA P PA TERZA TA P PA

DIRITTO ALL’ISTRUZIONE

Maestra Antonella: Ogni mattina, Pietro, esci di casa e vai in un luogo accogliente, dove tante persone ti fanno sentire importante e non rinunciano a te, anche quando diventi un po’ antipatico.

Dimmi: qual è questo luogo?

Pietro: La scuola! So che la trovo sempre là, con i suoi libri, le sue lavagne, i suoi quaderni. È parte della mia vita anche se a volte ne farei volentieri a meno.

Maestra Antonella: E qual è il nome della tua scuola?

Pietro: Si chiama “Vespucci”!

Rispondi anche tu:

DIRITTO A ESPRIMERSI E A ESSERE ASCOLTATI

Maestra Antonella: Esprimere la propria idea è giusto, Pietro. Ma protestare sempre per ogni cosa, forse è un po’ troppo. Ricordi però una situazione in cui non hai potuto dire la tua?

Pietro: No! Però mi ricordo di tutte le volte che voi maestre mi dite di essere più breve e dei miei compagni che sbuffano quando parlo troppo. E poi certo, voi mi ascoltate, ma non sempre fate quello che voglio io… Maestra Antonella: Ascoltare qualcuno non vuol dire fare tutto quello che lui vorrebbe.

Rispondi anche tu:

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA

DIRITTO ALLA PROTEZIONE CONTRO LA GUERRA E LA PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ

Maestra Antonella: Fare quello che si vuole e seguire solo quello che passa per la testa: è questa la libertà, Pietro? Pietro: Mi piacerebbe fare un po’ i miei comodi, ma lo so che libertà è un’altra cosa: è vivere bene, scegliere le cose giuste, ricordarsi che mai si deve fare male agli altri.

Rispondi anche tu: ....................................................................................................

DIRITTO ALLA PROTEZIONE CONTRO RAZZISMO E DISCRIMINAZIONE

Maestra Antonella: Pietro, questa estate sei andato a trovare tua nonna in Africa, una bellissima terra! Anche tu sei nato lì, noi ogni tanto lo dimentichiamo perché per noi sei Pietro, un bambino della nostra scuola e basta!

Pietro: È vero, vi siete abituati al colore scuro della mia pelle. Io sono pari a voi e voi pari a me!

DIRITTO A PROFESSARE LA PROPRIA RELIGIONE

Maestra Antonella: Pietro, quanti nomi ha Dio?

Pietro: Tanti. Una volta abbiamo fatto un sondaggio e abbiamo scoperto che nella nostra classe ci sono bambini di almeno quattro religioni diverse. La religione è una questione di cuore e ognuno la porta dentro di sé come qualcosa di proprio che deve essere rispettato.

Maestra Antonella: Caro Pietro, ecco dunque tutti i diritti dei bambini e delle bambine rispettati… Nessuno escluso! Nessuna nessuna!

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A DIRITTO RISPONDE DOVERE

Ludovica: Ormai stiamo arrivando al luogo del nostro appuntamento. Prima, però, le nostre maestre ci fanno riposare un po’ in un giardinetto e ci permettono di fare merenda. Si chiacchiera tranquillamente, ma ecco che, all’improvviso, Sofia la saggia, detta anche “grillo parlante”, si rivolge a Michele, il “pinocchio” della nostra classe... Sofia: Ma lo sai Michele che a ogni diritto corrisponde un dovere? Ricordati che dovevi, devi, dovrai!

Il grillo parlante è in azione. È tutto un “devi” e Michele non ascolta più. Aiutalo tu, numera nello stesso modo ogni diritto e il dovere corrispondente.

TERZA TA P PA TERZA TA P PA
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MONARCHIA E REPUBBLICA

Ludovica: Roma è bellissima! Piazze, monumenti e palazzi!

- Chissà come doveva essere vivere qui nell’antichità!esclamo a voce alta. Ed ecco che tutti vogliono dire la loro.

- All’inizio c’erano i re. Il primo è stato Romolo.

- Il re nell’antica Roma aveva tanti poteri: era capo dello Stato, dell’esercito, della religione, decideva le leggi.

- Roma era una monarchia, che significa “governo di uno solo”.

- Ma adesso l’Italia che cos’è? - chiede il solito Michele.

- Una Repubblica fondata sul lavoro - rispondiamo in coro!

REPUBBLICA: dal latino res publica, cosa pubblica, cioè COSA DI TUTTI. Nella Repubblica il potere appartiene al popolo o ai suoi rappresentanti.

Correggi gli errori.

1 Nella Repubblica governa una sola persona.

2 L’Italia oggi è una Repubblica monarchica.

3 Il capo della religione, nella Repubblica Italiana di oggi, è il Presidente.

4 L’Italia ha una forma di governo fondata sulla ricchezza.

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA

TERZA TA P PA TERZA TA P PA

POVERO RE

Ascolta la canzone e, con l’aiuto dell’insegnante, impara parole e melodia.

C’era un re nel suo castello ricco, alto, molto bello.

Costruiva attorno sé, muri alti sai perché.

Lui voleva stare solo navigare nel suo oro.

Non amava, era arrogante, non parlava con la gente.

Eh ahimè non ha un amico.

Sai che c’è ora lo invito.

Esci dal castello c’è la festa di un paese

Prendi il tuo cavallo vieni al ballo questo mese.

Ti divertirai a stare insieme a noi

Tanti amici avrai se i muri abbatterai.

Parla con la gente non pensare solo all’oro

Trovati un amico vale più del tuo tesoro.

Povero re, povero se

Se non si fida di me

Povero re povero te

Se non ti fidi di me.

Sale sul cavallo

Il re decide di andare al ballo.

È felice come te

Con il popolo attorno a sé.

Ha capito finalmente

Quel che è giusto ed importante

Adesso non è più arrogante Anzi parla con la gente.

E con sé ha tanti amici

Sai che c’è fai come il re…

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Esci dal castello c’è la festa di un paese

Prendi il tuo cavallo vieni al ballo questo mese.

Ti divertirai a stare insieme a noi

Tanti amici avrai se i muri abbatterai.

Parla con la gente non pensare solo all’oro

Trovati un amico vale più del tuo tesoro.

Povero re, povero se

Se non si fida di me

Povero re povero te

Se non ti fidi di me.

(parlato)

Evviva il re, viva perché, lui si è fidato di me…

Esci dal castello c’è la festa di un paese

Prendi il tuo cavallo vieni al ballo questo mese.

Ti divertirai a stare insieme a noi

Tanti amici avrai se i muri abbatterai.

Parla con la gente non pensare solo all’oro

Trovati un amico vale più del tuo tesoro.

Povero re, povero se

Se non si fida di me

Povero te

Se non ti fidi di me.

(due volte)

V. Scruci, Povero re

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA

TERZA TA P PA TERZA TA P PA

C’ERA UNA VOLTA UN RE!

Rileggi il testo della canzone alle pagine precedenti e ordina le sequenze che vedi qui sotto, numerando. Alcune sono incomplete: unisci i tratteggi, poi colora tutto.

58

Il re della canzone si sente triste e solo nonostante tutte le sue ricchezze. Dovrebbe imparare a fidarsi della sua gente. Che cosa significa fidarsi, secondo te?

E tu, di chi ti fidi? Perché?

59 TERZA TA P PA TERZA TA P PA ..................................................................................... .....................................................................................

IL SIMBOLO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Ludovica: Quanti palazzi, quanti uffici a Roma! Certo, essendo la capitale d’Italia, non può che essere così. C’è uno stemma che compare spesso sulle targhe degli uffici più importanti.

- È il simbolo della Repubblica Italiana! - spiega la maestra

Rossana. - Tanti anni fa venne addirittura bandito un concorso nazionale aperto a tutti, per trovare quello più adatto.

Osserva bene l’emblema:

• il ramo di ulivo rappresenta la pace;

• la stella rappresenta la “persona” Italia, sulla cui testa splende raggiante;

• il ramo di quercia rappresenta la forza e la resistenza;

• la ruota rappresenta il lavoro.

Ora che conosci il significato dei simboli contenuti nell’emblema della Repubblica Italiana, completa le frasi correttamente.

Il ramo di ulivo esprime la volontà dell’Italia di .

La stella rappresenta l’Italia come una persona sulla cui testa .

Il ramo di quercia esprime il carattere dell’Italia, che è

La ruota rappresenta il desiderio dell’Italia di ..................................................................

per crescere e diventare sempre più grande.

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA
................................................................................................................................................................................ .
........................................................

UN PULLMAN PER NOI

Ludovica: Ora nessuno parla più. Là, in fondo alla grande via, intravediamo il pullman che ci dovrà portare fino al porto di Civitavecchia, un’emozione che ci toglie le parole. Pietro corre, ora non è più stanco, vuole salire.

Le maestre lo richiamano, ma lui non ascolta. Così, è il primo ad arrivare e, quando lo raggiungiamo, lo vediamo chiacchierare con l’autista, un signore gentile ed elegante, che ci riceve con un largo sorriso. Sul parabrezza del pullman c’è proprio il nome della nostra scuola. Siamo noi! Accanto al nostro nome vediamo la bandiera italiana.

Siamo pieni di orgoglio e ci sentiamo utili e parte di qualcosa d’importante.

Saliamo sul pullman e scegliamo un posto. Torna il rumore, l’intensità delle voci diventa sempre più alta e le maestre chiedono assoluto silenzio. All’improvviso qualcuno, nascosto dietro al sedile, intona una canzone che conosciamo bene e allora, una, due, dieci, venti, venticinque voci si uniscono e cantano in coro, insieme, senza cercare di superarsi.

L’autista esclama al microfono: - Ecco il coro! Adesso lo riconosco: insieme sempre e allo stesso tempo, alla ricerca dell’armonia e di un sentimento comune. Come dovrebbe essere in una nazione civile!

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TERZA TA P PA TERZA TA P PA
EVVIVA NOI!

NOI, NOI, NOI TERZA TA P PA TERZA TA P PA

Ascolta la canzone e, con l’aiuto dell’insegnante, cerca il testo completo su Internet. Poi, insieme alle compagne e ai compagni, impara parole e melodia.

Venite tutti ce ne andiamo insieme noi noi noi!

Così scopriamo dove corre il mondonoi noi noi!

Se siamo amici, dai, prendiamoci per manonoi noi noi!

Che basta poco per volersi tutti benenoi noi noi!

Rit.

Noi noi noi - credendo nella vita

Noi noi noi - avremo buona sorte

Noi noi noi - nel mondo più felice che verrà

Coraggio amici, diamoci da fare noi noi noi!

La gente vuole solo una speranza noi noi noi!

Rit.

Noi noi noi, credendo nella vita...

V. Buonassisi, A. Mori, Noi noi noi

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Se non giudichi un libro dalla sua copertina, perché lo fai con una persona?

Anonimo

Le lacrime di un uomo rosso, giallo, nero, marrone o bianco sono tutte uguali.

Alcune persone hanno bisogno di accettare che il mondo è pieno di colori.

Anonimo

Voi ridete perché sono diverso, io rido perché siete tutti uguali.

Se mi etichetti, mi annulli.

Søren Kierkegaard

Non è la pecora nera a essere diversa, sono quelle bianche a essere tutte uguali tra loro.

Alemarsia

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BRANI MUSICALI PRESENTI NEL VOLUME

1) “Acquarello” (Toquinho, M. Fabrizio, V. de Moraes, G. Morra)

2) “Il triangolo Paiù” (A. Testa)

3) “Il mondo degli uomini bambini” (N.D. Barbelivien, C. Daiano, L.Vlevianis)

4) “La marcia dei diritti degli uomini bambini” (F. Rinaldi)

5) “Povero re” (V. Scruci)

6) “Noi noi noi” (V. Buonassisi, A. Mori)

INTERPRETI

Per i brani 1-2-6:

Coro “Meraviglioso tra le note”, diretto da Annarita Spinelli, Istituto Comprensivo “Aldo Moro don Tonino Bello”.

Collaboratori: Dini Romanazzi, Antonella Poli Cappelli, Santina Talienti.

Dirigente Scolastica: prof.ssa Anna Consilio

Per i brani 3-4-5:

Gisella Gaudenzi, Donatella Polletti, Marica Saponaro

della Fondazione Mariele Ventre di Bologna

MUSICISTI ED ESECUTORI

Marco Dieci: pianoforte, organo, tastiere

Marco Mazzuoccolo: chitarra elettrica, acustica

Alessandro Maria Ferrari: basso elettrico

Francesco Coppola: batteria, percussioni

Maurizio Mancini: tastiere addizionali

PRODUZIONE E TECNICO DEL SUONO

Maurizio Mancini.

Realizzato presso Digitallcube Recording Studio, Prignano (MO), Italy www.digitallcube.it

Segreteria organizzativa di Progetto per la Fondazione Mariele Ventre di Bologna: Cecilia Ventre

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Qu e st i o n e di C i vi l t a 2 3

Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio

Coordinamento e redazione: Clara Ragni

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

Progetto grafico e impaginazione: Gloria Della Gatta

Illustrazioni: Giovanni Garattoni

Copertina: Gloria Della Gatta

Ricerca iconografica: Paola Rainaldi

Referenze iconografiche: Shutterstock

Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 22.8.308.0

Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione.

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EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione.

Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.

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MOTIVO I S P I R AT ORE

I volumi “Questione di civiltà” traggono motivo ispiratore dalla manifestazione

“Palermo Chiama Italia” promossa dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone per ricordare le stragi di Capaci e via D’Amelio e per onorarne le eroiche vittime. In particolare il viaggio della “Nave della Legalità” dal porto di Civitavecchia a quello di Palermo, con il suo carico di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, insegnanti, speranze, domande, idealità…, ne costituisce lo sfondo integratore prezioso e suggestivo.

EDUCA Z I O N E C I VICA

E M U S I C A

Anche in correlazione al ruolo del coro protagonista, la musica trova uno spazio importante all’interno dei volumi, soprattutto nell’ottica della trasversalità più efficace, in grado di veicolare temi e input valoriali.

Ogni momento “speciale” vissuto durante il viaggio ha un suo leitmotiv, espresso attraverso canzoni di senso di musica leggera, cantautorale, popolare, facendo comunque costante riferimento all’intuizione educativa e metodologica di Mariele Ventre.

D I A R IO DI BORDO

Il coro di bambini e bambine di una Scuola Primaria di Bologna invitato a cantare alla cerimonia di partenza della Nave della Legalità racconta la propria esperienza in una sorta di diario di bordo condiviso, offrendo l’occasione per parlare e riflettere di grandi e piccole tematiche legate alla responsabile.cittadinanza

AT T I V ITÀ DIDATTICHE

E OPERATIVE

I volumi uniscono, all’agile e accattivante narrazione, una consistente operatività trasversale, che può costituire materia di lavoro durante l’anno scolastico, strutturata ma flessibile alla progettazione dell’insegnante. Le canzoni vengono proposte in esecuzione corale e in base solo strumentale, con attenzione particolare alla tonalità dei bambini e delle bambine.

www.gruppoeli.it € 6,90 èQuestovolumesprovvistodeltalloncino daconsiderarsi CAMPIONE GRATUITO633/1972fuoricampoIVA(Art.2,c.3,I.d,DPR eArt.4,n.6,DPR627/1978) ISBN 978-88-468-4314-2 ELIs.r.l. QUESTIONEDICIVILTÀ2-3 978-88-468-4314-2
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