Lesson Plan

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Introduzione

L’importanza del lesson plan

Come pianificare lezioni in modo efficace, flessibile e creativo

Ognuno di noi ha sperimentato lezioni in cui tutto, o molto, è andato per il meglio: le attività da noi progettate sono state stimolanti e la classe si è mostrata partecipe, attiva, coinvolta. La performance linguistica dei nostri alunni e delle nostre alunne ha testimoniato competenze in evoluzione; noi abbiamo gestito con calma e lucidità la transizione da una fase all’altra, osservato e seguito la classe nel lavoro in corso, riuscendo a capire quale fosse l’intervento più adeguato da mettere in atto. Al termine della lezione, la nostra riflessione ci ha portato alla intuizione di una possibile prosecuzione nella lezione successiva, o di collegamenti interdisciplinari da approfondire.

È possibile fare in modo che questi momenti positivi e costruttivi non siano semplicemente episodici o casuali, e che diventino una costante della nostra pratica quotidiana. Il loro verificarsi con costanza e regolarità può dipendere da un modo di “vedere” e di vivere la lezione che ci aspetta, unitamente a una pianificazione attenta e precisa, ma allo stesso tempo flessibile, di quanto abbiamo previsto accadere e fare in quella determinata classe in un determinato giorno.

Al centro di questa visione e di questo modo di pianificare c’è l’idea che il motore di ogni lezione sia la tensione educativa che intendiamo stabilire e costruire con i nostri alunni e le nostre alunne. Con l’espressione “tensione educativa” intendo una dinamica che propongo qui di chiamare learning-centred dynamics, guidata dalla nostra capacità di identificare i loro bisogni, di costruire percorsi di apprendimento funzionali ed efficaci, di stabilire obiettivi realistici da condividere e da raggiungere tramite interventi e metodologie specifici, di valorizzare il feedback che riceviamo e sollecitiamo costantemente, di focalizzare la nostra attenzione sulla creazione di learning episodes o learning opportunities gestiti da insegnante e alunni/e.

Learning centred dynamics e il 5-minute Lesson Plan

Il format di lesson plan che meglio si adatta a questo tipo di visione è il 5-minute Lesson Plan, che vi propongo di analizzare insieme e che vi incoraggio a sperimentare e a modificare (come ho fatto anche io) in base alle vostre necessità. Il 5-minute Lesson Plan è stato ideato nel 2009 da Ross Morrison McGill, un insegnante inglese di educazione tecnica con esperienza di insegnamento in molte scuole superiori a Londra, in seguito vice preside ed educatore impegnato nella ricerca per l’innalzamento della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. L’obiettivo del 5-minute Lesson Plan era quello di “…provide every teacher with a suggested overview of what is important in the classroom, to place the focus on learning, and not the activity”. Questo format di lesson plan è organizzato come un percorso progettato e gestito dall’insegnante, che lo condivide deliberatamente e consapevolmente con la propria classe. Il percorso è articolato intorno ai seguenti concetti: the big picture, objectives, engagement, stickability, AfL, differentiation, learning episodes, e ha la seguente veste grafica.

The

The 5-minute Lesson Plan

Teacher or student led, or both?

Teacher or student led, or both?

Teacher or student led, or both?

Vediamo insieme cosa indicano le varie parti di questo format

Teacher or student led, or both?

• The big picture: il quadro generale, il contesto. Come si inserisce la nostra lezione nel nostro piano di lavoro a breve e a lungo termine? Che cosa abbiamo fatto in precedenza e cosa vorremmo fare in seguito? Quali sono le conoscenze, le abilità, le competenze della nostra classe in questo momento?

• Objectives: gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere durante la lezione; è importante essere consapevoli che ogni lezione è un momento lungo il percorso, e che come tale esso è la conseguenza di ciò che è avvenuto in precedenza e fa da ponte a ciò che accadrà in seguito. Gli obiettivi possono essere di varia natura: linguistici, ma anche relazionali. Su quale area lessicale, su quali funzioni e strutture linguistiche ho intenzione di lavorare, su quali abilità (produzione o comprensione orale o scritta)? Che cosa prevedo che sarà in grado di fare la mia classe alla fine della lezione?

• Engagement: il coinvolgimento. Come abbiamo intenzione di generare e mantenere l’attenzione e il coinvolgimento della nostra classe nell’apprendimento in modo stimolante e significativo, durante tutta la lezione? Si può fare ricorso a un aneddoto, a una storia, a un’immagine, a un oggetto – qualsiasi cosa riteniamo possa avere un potenziale adatto al nostro contesto.

• Stickability: che cosa vogliamo che resti alla nostra classe e che riporti con sé nella prossima lezione? Quali abilità, quali conoscenze?

• AfL (Assessment for Learning techniques): le strategie per la valutazione in itinere dell’apprendimento. Quali tecniche useremo per valutare lo stato dell’apprendimento dei nostri alunni e delle nostre alunne, in modo da sapere come procedere? Queste strategie possono essere suddivise in 4 tipologie:

1. Raccogliere informazioni su di loro per capire meglio di cosa hanno bisogno (pair share, traffic lights, not clear, thumbs up, ABCD cards).

2. L’uso strategico di domande graduate e differenziate rispetto agli higher order thinking skills (HOTS) e lower order thinking skills (LOTS), la tecnica Pose Pause Pounce Bounce, l’uso del tempo di attesa.

3. Offrire feedback sulla loro performance (feedback scritto o correzione collettiva di classe).

4. Introduzione sistematica dell’autovalutazione e della valutazione tra pari (due stelle e un desiderio, il learning wall, i tre punti, i portfolio, stabilire gli obiettivi, altre forme di autovalutazione).

Introduzione

• Differentiation: la differenziazione. Ricordiamoci di pianificare in anticipo attività o percorsi differenziati per il consolidamento e il potenziamento, per eventuali alunni/e BES, DSA o DVA, e di prevedere, quando possibile, gruppi di lavoro da noi organizzati secondo una mirata disposizione dei posti a sedere nella nostra classe. Come spiegherò e introdurrò le attività in modo chiaro, sintetico, efficace, comprensibile per tutti? Sono in grado di condividere le scelte che faccio, spiegando la funzione delle attività che ci accingiamo a fare? Come e quanto tempo è necessario dedicare a ripassare e/o riattivare quanto fatto in precedenza? Che difficoltà potremmo avere durante la lezione, e come potremmo superarle?

• Learning episodes: la sequenza di episodi destinati a stimolare e generare l’apprendimento, le relazioni tra essi, la durata di ognuno di essi, le procedure da seguire durante ognuno di essi. Non c’è un numero fisso di episodi da prevedere; tali opportunità per l’apprendimento sono gestite da noi, dalla nostra classe o da entrambe le parti. Si può iniziare la lezione con un momento di focalizzazione per spiegare e condividere ciò che vorremmo fare; passare poi a introdurre nuovo lessico o nuove strutture; prevedere momenti di pratica controllata e libera; infine riassumere e rivedere quanto è stato fatto, offrire o sollecitare feedback dalla nostra classe, ed eventualmente condividere quanto abbiamo intenzione di fare nella lezione successiva.

Propongo ora l’aggiunta al 5-minute Lesson Plan di 2 sezioni: lesson evaluation e homework – che rispondono alla mia personale necessità di riflettere quotidianamente sull’andamento delle mie lezioni, in quanto questa azione informa i miei passi successivi, e di prevedere l’assegnazione di compiti a casa.

• Lesson evaluation: un momento di riflessione e valutazione sulla lezione. Che cosa è andato bene e cosa invece no, e perché? Che cosa potrei migliorare, o fare diversamente? Cosa ho imparato da quanto si è verificato durante la lezione? C’è qualche tematica che vorrei approfondire? C’è qualche aspetto del mio approccio all’insegnamento o qualche convinzione sull’apprendimento che devo rivedere?

• Homework: assegnazione di attività da svolgere in autonomia per la prossima lezione.

Conclusione

La situazione attuale richiede a noi insegnanti adattabilità a un “nuovo” contesto di apprendimento, flessibilità nel rimodulare la nostra programmazione, consapevolezza delle scelte che compiamo in relazione ad attività e a metodologie, una gestione attenta delle tempistiche nella segmentazione delle lezioni, riflessione sulle modalità di valutazione, attenzione a come generare motivazione e coinvolgimento, senso della direzione e della visione d’insieme. Ognuna di queste competenze gioca un ruolo specifico nel 5-minute Lesson Plan – un processo di pianificazione che ha al centro la nostra azione educativa, intesa come una dinamica che genera apprendimento, e che garantisce efficacia, lascia spazio alla creatività e può essere modificato a nostro piacimento, o a seconda delle nostre necessità.

I materiali dell’insegnante di Next Challenge contengono dei lesson plans redatti in base ai materiali delle singole lezioni contenute in ogni unità. All’interno della chiavetta USB in dotazione a ogni insegnante si possono utilizzare le versioni editabili in Microsoft Word® e adattarle alle esigenze delle singole classi.

Bibliografia

Black Paul, Wiliam Dylan, Inside the Black Box, 1998 Black Paul, Assessment for Learning, 2003 https://www.teachertoolkit.co.uk/the-5-minute-lesson-plan/ British Council, CPD Framework for Teachers of English, British Council, retrieved from http://www.britishcouncil.org/continualprofessional-development-framework-3.pdf, 2011 British Council, Going Forward: Continuing Professional Development for English Teachers in the UK, British Council, retrieved from: http://englishagenda.britishcouncil.org/sites/ec/files/B413%20CPD%20for%20Teachers_v2_0.pdf, 2012

Harmer Jeremy, Essential Teacher Knowledge, Pearson, 2012

Harmer Jeremy, The Practice of English Language Teaching (4th ed.), Pearson, 2007

Scrivener Jim, Learning Teaching (3rd ed.), Macmillan Books for Teachers, 2011

Thornbury Scott, The New A-Z of ELT, Macmillan Books for Teachers, 2017

Wiliam Dylan, EMBEDDED Formative Assessment, 2011

Woodward Tessa, Planning Lessons and courses, Cambridge Handbooks for Language Teachers, 2001

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