Eidos news 237 x il web

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Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

ANNO 9 N.237 prossima uscita 26 settembre


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Team Go Fast, la passione corre sul pedale Nato circa 2 anni fa, il gruppo presieduto da Andrea Di Giuseppe ha raggiunto traguardi importanti in termini di risultati. Ed ora sta promuovendo il ciclismo su tutto il territorio provinciale. Tra gli atleti anche il forte paraciclista Pierpaolo Addesi

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eam Go Fast un sogno che si avvera. La società di ciclismo amatoriale nata quasi per gioco da un gruppo di amici. Il tutto realizzato durante un incontro nell’ottobre del 2014. Quando Andrea Di Giuseppe (presidente del team), Marco Milanesi (vice presidente), Gabriele Centorame e Vincenzo Pierabella, decidono di dare vita a una nuova realtà. Una squadra che a pochi mesi dalla sua nascita diventa la prima in Abruzzo per il gran numero di vittorie conseguite. Con una ventina di risultati utili, nessuno si sarebbe mai immaginato così tanto successo. E invece, a discapito dei pronostici non proprio a favore dei rosetani, la Go Fast c’è. Merito di un gruppo di atleti in grado di adattarsi a ogni situazione durante le competizioni. Capace soprattutto di fare gioco di squadra, indispensabile per andare a segno. Ma non è tutto. Dal direttivo del team viene lanciata la sfida più difficile. Quella di promuovere la passione per le gare nella provincia di Teramo. Un’impresa assai ardua visto che negli ultimi anni le corse in bici sono in diminuzione. Per il Team Go Fast nulla è impossibile, grazie anche alla collaborazione dei principali sponsor OSLV e Centro Stampa Morlacchi. In particolare il primo diretto da Marco Milanesi, bravo ad occuparsi del settore agonistico e del paraciclismo capitanato da Pierpaolo Addesi. Alfio Morlacchi invece che si prende cura del volantinaggio circa gli eventi organizzati dal team. Inoltre la squadra di Roseto ha visto la realizzazione nell’anno in corso di molte manifestazioni. Tra le principali troviamo il Terzo Trofeo la Baia del Re di Colonia spiaggia. La classica in mtb vinta da Jarno Calcagni. Il Primo Trofeo Cobas - Gls di Pineto, dominata dall’atleta di casa Go Fast, Aurelio Di Pietro. Brucare in Bici, gara di cross country svolta a Roseto e regolata sempre da Jarno Calcagni. Il Primo Criterium Alessandra D’Ettorre a Castelvecchio Calvisio in esclusiva per i giovanissimi dai 7 ai 12 anni. Pronto in cantiere anche il Primo Trofeo OSLV in programma il 20 settembre a Montepagano di Roseto. La corsa sarà valida come campionato regionale Uisp. Doveroso ricordare il ritiro della nazionale paralimpica svolta lo scorso aprile a Francavilla al mare. Sempre in tema di paraciclismo, per il prossimo febbraio si annuncia un altro ritiro con gli azzurri a Pineto. Tra gli ospiti, spicca tra tutti il

nome dell’ironman Alessandro Zanardi. “Squadra che vince non si cambia”. Ha ragione da vendere il presidente del team Andrea Di Giuseppe. Non a caso sono stati tantissimi i trofei riportati e posti tra gli scaffali della Go Fast. Per citarli tutti ci vorrebbe un intera pagina di giornale. Tra i più importanti però ricordiamo in quel di Fermo a inizio stagione. La Gran Fondo Città di Teramo. La Gran Fondo di Castel del Monte. La Marathon degli Stazzi di Scanno. La Gran Fondo di Rivisondoli in mtb. La Marathon del Gran Sasso(Aq). Il campionato italiano di paraciclismo in Trentino oltre la prova a cronometro in Coppa Europa a Marina di Massa. Il Team Go Fast non si accontenta e nasconde nel cassetto tantissime ambizioni. Per il prossimo anno infatti sono previsti dei rinforzi. “Per ora tra i principali obiettivi, c’è quello di crescere ancora fino a diventare una grande squadra”. Parole di orgoglio da parte del presidente Andrea Di Giuseppe che adesso punta alla conquista delle Gran Fondo di fama internazionale. “Siamo consapevoli che per farlo abbiamo bisogno di un certo supporto economico. Ma sono fiducioso a riguardo, perché so di poter contare su uno staff tecnico davvero affidabile. I risultati ad oggi parlano chiaro.” Alla domanda su quanto sia impegnativo organizzare eventi, Di Giuseppe aggiunge che “non è per nulla facile”. A tal proposito il presidente del team conclude il discorso lanciando una sorta di provocazione. “Dieci anni fa si correva almeno una volta a settimana qui in provincia. Adesso per gareggiare dobbiamo andare a 100 km da casa. A questo punto invito le altre società a realizzare anche loro qualche corsa”. Da sottolineare il lavoro svolto da Vincenzo Pierabella e Gabriele Centorame, per aver portato alla Go Fast alcuni sponsor. Questi i nomi dei principali supporter della squadra. OSLV, MORLACCHI CENTRO STAMPA, GLS CORRIERE ESPRESSO, COBAS, CESARINI CARPENTERIE METALLICHE, RATTENNI AUTOTRASPORTI, TRITELLI AUTOTRASPORTI, A&G AUTOTRASPORTI, PELUSI AUTOTRASPORTI, ALIMENTHA, FREEBIKE, BAR CA’NOVA, PALESTRA CENTRO PILATES GIULIANOVA, LA CITTA’ QUOTIDIANO DELLA PROVINCIA DI TERAMO, DADO CARPENTERIA CREAZIONI METALLICHE, BARIGELLI MOTORI, IMPRESA EDILE DI GIUSEPPE ANDREA “ROSETO”, RISTORANTE ALBERGO BAIA DEL RE.


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Roseto, via libera al bil Minori trasferimenti dal Governo centrale. In 5 anni persi oltre 4milio per il personale. Tariffe a domanda individuale restano tuttavia inva territorio in materia di opere pubbliche. Intanto le forze di o

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n bilancio che può contare su un minore trasferimento di risorse da parte del Governo centrale e che ha una capacità di investimento per le opere pubbliche ridotta al minimo. Approvato nell’ultimo Consiglio Comunale lo strumento finanziario di previsione per l’anno in corso. Dallo Stato arriveranno appena 950mila euro, poco meno di un quinto delle somme che venivano garantite, ad esempio, nel 2010. E a peggiorare la situazione, per quanto riguarda le entrate, bisogna aggiungere anche la contrazione per quanto concerne le entrate previste dalla “Bucalossi” per circa 520 mila euro, che confermano lo stato di profonda crisi in cui versa il settore edilizio. Un fattore negativo, senza alcun dubbio, che si ripercuote anche sulle casse comunali e le conseguenti possibilità di investimenti. Una situazione finanziaria dunque preoccupante e che rischiava di incidere negativamente i bilanci familiari delle fasce più deboli. Ma per fortuna il Comune è riuscito a mantenere invariate le tariffe dei servizi a domanda individuale, come i buoni pasto per la mensa scolastica, fermi a 2,50 euro e il trasporto scuolabus, il cui costo rimane a 100 euro l’anno, tariffe tra le più basse in tutta la provincia di Teramo. Oltre a questo, l’Ente mantiene in discesa il trend che riguarda le spese per il personale che, rispetto al 2010, sono diminuite di oltre 1 milione di euro. “Con l’approvazione di questo importante strumento, votato dalla sola maggioranza e con

la contrarietà dell’opposizione”, spiega il sindaco Enio Pavone, che ha la delega al bilancio, “sono stati mantenuti alcuni impegni che erano stati presi con i cittadini rosetani. In particolare è stato ridotto del 30% il valore delle aree fabbricabili su cui i cittadini devono pagare l’IMU ed è stata poi ridotta del 30% l’imposta comunale sulla Pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni”. In particolare il primo provvedimento porterà, di fatto, a una riduzione dell’IMU sulle aree edificabili. Questo è stato deciso in considerazione del fatto che il valore dei beni, in questi ultimi anni, si è ridotto a causa della crisi economica e che comunque i cittadini sono obbligati, per legge, a pagare l’IMU anche su aree edificabili a comparto. “Pertanto, con questa scelta, si dimostra che non è vero che questa amministrazione ha alzato le imposte”, ha precisato il primo cittadino, “come conferma la riduzione al 7,6 per mille dell’IMU agricola, ma che anzi cerca di andare incontro, nei limiti delle possibilità previste per legge, ai propri cittadini”. Nel prossimo futuro, se i rosetani svolgeranno correttamente la raccolta differenziata, in modo tale da portarla a una percentuale superiore al 65%, ci saranno le condizioni per ridurre la TARI, tassa sui rifiuti, sia per le famiglie sia per le imprese. Negli ultimi tre anni, la percentuale della differenziata è passata dal 6%, una delle più basse d’Italia, al 35% di oggi. Un dato destinato ad aumentare sensibilmente con l’avvio del “porta a porta” in tutte le frazioni che avverrà nel giro di un

paio di mesi. C’è poi il discorso che riguarda l’IMU sui terreni agricoli, passata dal 10,6 per mille al 7,6 per mille. L’auspicio è che il Governo nazionale proceda a cancellare questa gabella, una imposta considerata iniqua per il mondo agricolo che già soffre molto a causa della crisi generale. Per quanto concer-


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ancio di previsione 2015 ni di euro. Dallo Stato in arrivo appena 950mila euro. Ridotta la spesa riate. Al minimo la possibilità di contrarre mutui per investimenti sul pposizione criticano duramente l’operato della maggioranza

ne infine il Piano Triennale delle Opere Pubbliche, tenuto anche conto delle scarse risorse e della possibilità minima di accensione di nuovi mutui pari a circa 520 mila euro, l’obiettivo che l’amministrazione si è prefissata è quello di completare l’iter ed appaltare le opere pubbliche che sono state

finanziate con fondi Fas regionali. In particolare si tratta della pista ciclabile, della messa in sicurezza del Ponte sulla Ss 150 in località S. Giovanni, della sistemazione delle acque piovane a S. Giovanni e relativi marciapiedi e della rotonda sulla Ss 150 in prossimità della nuova chiesa di Campo a Mare-

Voltarrosto. E intanto si continua a lavorare per avviare l’esternalizzazione di una serie di servizi per abbattere i costi di gestione. Il bilancio però è stato criticato dalle forze di opposizione. Abruzzo Civico parla di aumenti anche del 20% della Tari e dell’incapacità dell’amministrazione di varare un piano che possa far crescere la città con investimenti nel settore dell’edilizia che avrebbero potuto garantire un maggiore introito della Bucalossi. “Il documento approvato”, si legge in una nota, “dimostra che anche questa volta l’improvvisazione l’ha fatta da padrone, che si continua a non investire a favore della ricrescita economica, che non sono state create sinergie di successo con il territorio, che si dipende ancora da finanziamenti europei di alcuni anni fa e tutto viene giustificato con la diminuzione dei fondi statali. Chiara dimostrazione è Montepagano, centro storico di Roseto, alla ribalta mondiale grazie ad un suo concittadino, a favore della quale i tanti rappresentanti eletti non sono stati in grado, in quasi cinque anni, di creare progetti reali, diversi dallo smaltimento di un traliccio abbandonato”. Per il partito rosetano “ciliegina sulla torta, visto che le elezioni si avvicinano, le esternalizzazioni, dipinte come soluzione di tutti i mali relativi alla cura del territorio ma segno di un’altra sconfitta, data dall’incapacità di ottimizzare l’organizzazione e l’efficienza delle risorse dell’ente, valorizzandone le competenze e creando una squadra che funzioni, al servizio del cittadino.


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a Roseto

“Emergenza casa” Aumenta il numero delle famiglie che hanno uno sfratto esecutivo per morosità nei confronti del proprietario dell’abitazione. E cresce anche il numero delle case pignorate dagli istituti di credito per l’insolvenza di molti non più in grado di pagare il mutuo. Il Comune chiede aiuto alla Regione per l’elaborazione di un nuovo piano casa

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n’emergenza abitativa che mai come in questi ultimi due anni la città di Roseto sta vivendo. Quasi ogni giorno ci sono famiglie che chiedono un alloggio. Persone che hanno perso il lavoro a 50 anni, anziani con il minimo della pensione che bussano alla porta del sindaco Enio Pavone e dell’assessore alle politiche sociali Alessandro Recchiuti. Un’emergenza che riguarda un centinaio di famiglie. Un dato che preoccupa se paragonato alla popolazione residente che sfiora i 26mila abitanti. “Molte persone vengono qui con le lacrime agli occhi”, racconta l’assessore Recchiuti, “perché mai avrebbero pensato di vivere un dramma, quello di perdere la casa, di non poter pagare il mutuo o l’affitto. Persone di 50 anni, pensionati messi alla

porta dal locatario. Stiamo vivendo un’emergenza abitativa incredibile. Però credo che sia una situazione che vada affrontata anche da altri enti, a cominciare dalla Regione”. Difficoltà nel pagare il mutuo, la banca che pignora l’abitazione e decide di mandarla all’asta. Senza lavoro, quindi senza un guadagno certo, per molti è diventato impossibile pagare anche l’affitto. E di conseguenza è arrivato lo sfratto come conferma lo stesso assessore Recchiuti. “Gli sfratti sono legati agli affitti che non vengono pagati”, puntualizza l’amministratore rosetano, “gente che aveva sempre pagato con puntualità e che all’improvviso senza più un lavoro è diventata morosa. Ci sono situazioni drammatiche a cui con maggiore difficoltà si riesce a dare una risposta”. A Roseto sono in tutto 230 circa gli alloggi a disposizione, 200 dei quali di proprietà dell’Ater, gli altri di proprietà del Comune che li utilizza come case parcheggio. Ce ne sono altri, ma si contano

sulle dita di una mano, sempre di proprietà dell’Ater, che devono ancora essere assegnati. Ma non saranno sufficienti a far fronte all’emergenza abitativa che la città sta vivendo. L’assessore chiederà, per questi ultimi alloggi ancora disponibili, di rivedere anche la formula del bando, cercando di dare risposte concrete a quelle situazioni di maggiore difficoltà. Intanto, ci sono famiglie che per far fronte alle difficoltà economiche hanno deciso di mettere in vendita la casa di proprietà, sui cui grava magari un’ipoteca della banca. Prima che l’istituto di credito la pignori e la metta all’asta. “Noi cerchiamo di dare delle risposte nel limite delle nostre capacità”, conclude l’assessore Recchiuti, “ma come ho detto prima, il Comune da solo non può fare molto. Ecco perché credo sia fondamentale avere un supporto importante da parte della Regione. Serve una nuova strategia sulla casa che tenga conto delle esigenze anche delle giovani coppie. Un piano di intervento elaborato assieme agli Enti locali che conoscono bene la realtà del territorio”.


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foto: ELIO D’ASCENZO

A Gianluca Ginoble il premio “Rosetano dell’anno”

Una festa indimenticabile

È stato, quello tra il 7 e 9 agosto scorso, un fine settimana da incorniciare per il cantante di Montepagano, che inoltre in Comune ha ricevuto, insieme ai suoi colleghi, un altro prestigioso riconoscimento

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olte cose potevano essere immaginate, ma vederle dal vivo fanno un’altra impressione. Parliamo dell’attesa di questa riuscitissima festa del 7 agosto scorso che ha consacrato come “Rosetano dell’anno” la persona che è diventata il vero ambasciatore di Roseto (come lo attesterà il giorno dopo il Consiglio Comunale della cittadina adriatica) e dell’Abruzzo (come invece era già stato proclamato alcuni giorni prima dal Consiglio Regionale). Torniamo, per un attimo, alla festa organizzata dalla nostra testata. Moltissimi erano i fan di Gianluca che attendevano fuori dall’Hotel Bellavista l’arrivo del loro idolo. Poi il cantante del Volo è arrivato, è iniziata la cena di beneficienza (parte del ricavato è andato alla Lega Italiana Fibrosi Cistica) con il nostro protagonista, sempre pronto per farsi fotografare con mamme, figlie, amici e tanti ragazzi che hanno iniziato sempre di più ad apprezzare la sua musica. Dopo la consegna del premio - un bellissimo quadro raffigurante quattro

formelle in cui emerge il significato dell’identità dei luoghi, opera realizzata dal maestro Bruno Zenobio (disponibile a incontrare gli altri componenti de Il Volo il giorno dopo, come testimoniano le foto, presso l’Oblò di Roseto per donar loro altre due opere musive) la parola è passata a Gianluca che è apparso emozionato per tanto affetto e partecipazione. Aspetti che sono emersi anche la serata seguente in piazza della Repubblica. Mentre Gianluca Ginoble, Piero Barone e Ignazio Boschetto, i tre componenti de Il Volo, ricevevano gli onori del sindaco, assessori e consiglieri rosetani, il pubblico sotto rivendicava la presenza dei tre artisti e quando questi sono scesi, c’è stato un emozionante happening che si è protratto fino a notte fonda. Per Gianluca sicuramente un fine settimana (la domenica c’è stato il seguitissimo concerto alla Civitella di Chieti) che non dimenticherà facilmente. Ma questo vale anche per tutti noi della redazione di Eidos. Grazie a Gianluca e a tutti coloro che hanno reso possibile questa riuscita iniziativa.


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Politica

Associazioni rosetane, unitevi Nella prossima primavera si voterà per eleggere il nuovo sindaco. Una mossa fuori dagli schemi sarebbe quella di mettere insieme le associazioni locali e farle presentare unite, superando gli schemi partitici. Perché? Sono quelle che spesso mandano avanti le tante iniziative culturali, ricreative, sportive del territorio e partono da un vantaggio: sanno fare le cose di William Di Marco LE PROSSIME ELEZIONI - Mancano meno di nove mesi alle prossime elezioni comunali e nella Roseto politica inizia la marcia di avvicinamento all’appuntamento. Il periodo delle riflessioni che contano è ormai quello classico del dopo estate precedente le consultazioni. Gli scambi di opinioni sotto l’ombrellone adesso hanno bisogno di essere riordinati per individuare ciò che va tenuto e ciò che invece va messo da parte. Dato il periodo, ci permettiamo di fare alcune considerazioni (se non addirittura proposte), sapendo che ‒ come ci disse un politico navigato che ancora ricopre cariche importanti in ambito locale ‒ “la politica è un’altra cosa”. Ma prima è meglio fare una precisazione, o meglio tre. La prima è di carattere generale. Su cosa pensiamo del mondo partitico ci sembra di essere stati chiari nel corso degli anni. Le varie analisi apparse su queste colonne, su Chorus o su altre pubblicazioni hanno sempre messo in risalto come sia veramente difficile cambiare il mondo amministrativo dall’interno. Certo, non abbiamo detto che sia impossibile, perché altrimenti non varrebbe più nemmeno la pena parlarne, tuttavia la politica legata ai partiti si autoalimenta di potere statuale e questo non potrà essere mai tolto da chi decide le regole del gioco. Un pesce non prosciuga il mare altrimenti morirebbe e un sano di mente non taglierebbe il ramo di un albero su cui è seduto. Così questa politica, invasa dai partiti che si nutrono di potere e di finanziamento pubblico, non potrà mai cambiare: pena l’autodistruzione. Il secondo aspetto è legato ai politici del nostro territorio. Le riflessioni che leggete non mettono in dubbio l’onestà intellettuale di molti degli amministratori locali. Anzi, alcuni di loro sono persone oneste e capaci, delle quali ‒ ovviamente più personalmente che partiticamente ‒ ci fidiamo. Per fare degli esempi di vertice, la stima verso l’ex sindaco Franco Di Bonaventura e dell’attuale primo cittadino Enio Pavone è piena. Ovviamente alcune scelte nel corso degli anni non ci sono piaciute (ma non è

questo il tema dell’approfondimento) tuttavia sappiamo che hanno sempre agito per il bene della città e alle volte hanno ottenuto risultati positivi, riconosciuti non solo da noi ma dalla collettività. Il terzo aspetto è che la proposta che stiamo per illustrare non è molto facile da realizzare, forse quasi utopica, ma è una sfida che può essere raccolta, dato l’humus culturale della nostra città. TROVARE UNA SINTESI TRA LE ASSOCIAZIONI - In un recente scritto sulla fenomenologia dell’identità territoriale, si faceva cenno come Roseto nel corso dei 155 anni di vita abbia avuto quattro punti cardinali su cui si è realizzato un sincretismo di tipo sociale. Alla vita delle due parrocchie, fondamentali per la crescita culturale e ricreativa, nonché religiosa, hanno fatto da contraltare due “creature” di stampo laico, come l’associazionismo e le organizzazioni (spesso anch’esse associazioni) sportive. Proprio in queste ultime due forme aggreganti sono venute fuori delle caratteristiche di sviluppo migliorativo delle varie comunità che di volta in volta prendevano coscienza di ciò che il territorio esprimeva sotto il profilo identitario, elaborando uno specifico senso di appartenenza. In altre parole la Città delle Rose ha trovato nella forma associativa, sviluppatasi già a partire dagli anni ‘70, un punto di riferimento che le ha permesso di capire meglio e in profondità il senso del radicamento che matura nell’uomo in base ai luoghi in cui vive. Questo ha permesso a tante persone di condividere la forza organizzativa del gruppo e far nascere iniziative che nel corso del tempo sono diventate dei veri assi portanti sportivi, ricreativi e culturali. Così oggi, con associa-

zioni che hanno moltissimi anni di vita alle spalle e tantissima esperienza, possiamo affermare che diverse delle iniziative estive, ma anche di quelle che trovano spazio negli altri periodi dell’anno, sono portate avanti esclusivamente da chi si è messo in mente di coltivare un progetto, di trovare il modo per realizzarlo e di creare i presupposti per una continuità organizzativa. Se questa forza propulsiva positiva, attiva e competente potesse trovare un momento riassuntivo, se questi nuclei sparsi potessero elaborare un compendio in termini di proposta, sarebbe una validissima alternativa ai partiti. Si uscirebbe fuori dagli schemi già visti, fuori dai partiti tradizionali, anche di quelli che sulla carta sono di rottura, ma che poi vanno a Roma e accettano lo status avvilente che li blocca e li snatura. Si andrebbe oltre la classica rappresentazione di liste civiche, spesso un modo per riciclare politici che vogliono dimostrare quello che in realtà non sono. Le associazioni porterebbero esperienza organizzativa che ovviamente ha poco a che fare con quella amministrativa, ma come hanno imparato gli altri potrebbero apprendere anche i nuovi candidati, che almeno hanno fatto già qualcosa di utile per il territorio. UN DISCORSO LUNGO - In poche righe non si possono esaurire concetti molto articolati. Tuttavia la proposta potrebbe essere almeno considerata e discussa dalle tantissime e validissime associazioni del nostro territorio. Però con una avvertenza: il programma dovrebbe essere snello e di pochi punti, con delle priorità ben individuate. Se da un recente sondaggio (Roseto.com), non scientifico ma molto indicativo, i Rosetani e i turisti si sono lamentati della città sporca, delle buche per le strade e della poca cura estetica, è da lì che bisogna partire. Individuando i fondi che ci vogliono per realizzare i progetti e da dove questi verranno presi. Tanto per essere diversi dagli altri, altrimenti aveva ragione quel tale che diceva “la politica è un’altra cosa”. E invece delle brutte copie è meglio, alle volte e purtroppo, tenersi l’originale.


ROSETO

CI PIACE

Roseto, torna il Premio Pasquale Celommi L’Associazione Culturale Obiettivo Comune organizza, con il Patrocinio gratuito del Comune di Roseto, la 4ª edizione della Mostra – Concorso Nazionale di Pittura Estemporanea “Premio Pasquale Celommi”, con il seguente tema: “Roseto e i suoi Antichi Borghi: tra vedute ed emozioni”. Sabato 5 Settembre all’Hotel LIBERTY di Roseto dalle ore 17,30. La Commissione Giudicatrice, composta da Maria Luisa De Santis (Storico dell’Arte), Patrizia D’Andrea (Pittrice), Marina Sperandii (Ceramista), Lucia Ruggieri (Pittrice) e Loriana Valentini (Pittrice), assegnerà, oltre ai 20 premi acquisto gentilmente offerti da alcuni sponsor, un premio destinato alla categoria

“Giovani” e un premio Expo 2015 con il tema “Nutrire il pianeta: energia per la vita”, per un totale di 23 premi. Infine, durante la serata della premiazione, presentata da Mirella Lelli e allietata dal giovane Cantautore e Chitarrista Tony Di Gabriele, interverranno: il Sindaco Enio Pavone, l’Onorevole Tommaso Ginoble, l’Onorevole Giulio Sottanelli e Renato Colantonio, Cultore ed Esperto dell’Arte dell’Ottocento, che ci illustrerà: “La vita e le opere di Pasquale Celommi”. Gli Artisti provenienti da località distanti oltre 300 km da Roseto degli Abruzzi potranno, previo accordo con l’organizzazione, essere ospitati gratuitamente per una notte grazie alla collaborazione di alcuni Albergatori.

NON CI PIACE

Cologna, zona di alaggio tra i rifiuti, siringhe abbandonate e topi Non è un caso isolato, ma situazioni di questo genere si ripetono un po’ ovunque. A Cologna Paese, però, i residenti lamentano il fatto che da mesi le aiuole presenti nello spartitraffico che divide le strade in diverse direzioni (zona sosta pullman dell’Arpa) sono nel totale ab-

bandono. Di fatto non esistono più in quanto il gran caldo di questi giorni ha essiccato l’erba, trasformando l’incrocio in una landa desolata e con sterpaglie. Il problema riguarda anche il marciapiede panoramico perché le erbacce che sono nate tra le mattonelle non sono mai state estirpate. E con il gran caldo si sono essiccate e ingiallite, trasformando la camminata in una sorta di sentiero di campagna.


PINETO

tizianoabbondanza@gmail.com

Scarsa manutenzione nella pineta storica Nella pineta storica, il luogo più amato dai cittadini e probabilmente anche dai turisti, manca di manutenzione. Oltre ai ponticelli di legno, già segnalati in precedenza, diversi paesani fanno notare la mancata cura delle panchine in marmo. Infatti queste con il tempo sono sprofondate nel terreno e diventa molto difficoltoso sedersi, soprattutto per le persone più anziane. Non sarebbe male installare vicino alle panchine cestini e posacenere, per incentivare il loro uso ai tantissimi frequentatori, anche notturni, ed evitare i temuti incendi.

INFORMATIV A PER I CITTADINI

AR

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto. Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito. Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti. La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

Antonio Ruggieri S.r.l.

Via Brasile Zona Ind.le Voltarrosto - Rosrto Ufficio 085-8932081 . Fax 085-8932769 Info. 338-8602828 - e-mail antonioruggierisrl@gmail.com

di TIZIANO ABBONDANZA

NON CI PIACE

Finalmente possiamo essere lieti di vedere realizzata la messa in sicurezza, tramite recinzione, del tratto ferroviario della zona sud del paese. Era rimasta l’unica zona ancora pericolosa. Parliamo esattamente di quella a ridosso della Torre di Cerrano; infatti negli ultimi anni è aumentato notevolmente il numero dei turisti che frequentano la zona, soprattutto grazie alle diverse iniziative culturali dell’Area Marina Protetta.

CI PIACE

Messa in sicurezza della ferrovia


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IE CUR IOSIZ Notizie)

(tra Curiosità &

15 a cura della redazione Cerchi Concentrici Promotor

Perché Largo D’Acquisto si chiama così?

Il largo a cui accenniamo si trova in zona centrale, a fianco il Palazzo Monti e davanti la caserma dei Carabinieri. Salvo D’Acquisto (Napoli, 15 ottobre 1920 - Torre di Palidoro, 23 settembre 1943) è stato un vice brigadiere dei Carabinieri, insignito di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria per i fatti del 23 settembre 1943 che lo videro eroico protagonista. Come tanti meridionali, si era arruolato nei Carabinieri nel 1939. L’anno successivo, aggregato alla 608^ Sezione dell’Aeronautica, era stato trasferito in Africa settentrionale. Era tornato in Italia, nel 1942, per seguire un corso per sottufficiali a Firenze. L’8 settembre 1943 lo colse a Roma, dove con il grado di vicebrigadiere, fu assegnato alla caserma dei carabinieri di Torre in Pietra. In quella località, la sera del 22 settembre, un’esplosione, avvenuta in una vicina caserma abbandonata dalle Guardia di Finanza, uccise due militari tedeschi e ne ferì alcuni altri che vi si erano acquartierati. L’esplosione fu considerata un attentato, mentre invece sembra che alcune bombe a mano, dimenticate dalle “Fiamme

gialle” in una cassa, erano esplose quando i tedeschi vi si erano messi a curiosare. Con la tesi dell’attentato, nello stesso giorno fu organizzato un rastrellamento e il mattino dopo i tedeschi si presentarono alla Stazione dei carabinieri trascinandovi 22 civili, fermati casualmente nei dintorni: per dare una sembianza di legalità a quello che si proponevano di fare, chiesero la presenza del comandante della Stazione. Il maresciallo non c’era e il vice brigadiere D’Acquisto fu costretto a seguire i tedeschi con i loro prigionieri sino a Palidoro. Dopo un sommario interrogatorio, durante il quale ciascuno professò la propria estraneità al fatto, l’ufficiale che comandava il drappello tedesco ordinò che a tutti i 22 civili fosse data una pala perché si scavassero la fossa. Il triste compito fu iniziato a mezzogiorno, alle ore 17 era terminato. A questo punto il vice brigadiere, comprese che i tedeschi avrebbero veramente ucciso tutti i prigionieri, e per salvare i 22 innocenti si accusò del preteso attentato. D’Acquisto fu fucilato sul posto. I civili vennero tutti rilasciati. (InfoWeb)

Terza edizione del Festival Polifonico Internazionale “Lido delle Rose” Sta diventando ormai uno degli appuntamenti più attesi in ambito musicale. Anche quest’anno l’edizione del festival è molto nutrita, grazie alla partecipazione organizzativa di tutti gli elementi del coro Ars Vocalis e della sua guida, il maestro Carmine Leonzi. Di seguito il programma (le esibizioni avverranno nella chiesa di Santa Maria Assunta di Roseto): 5 settembre 2015 Grex Vocalis di Oslo - Direttore Carl Høgset; 24 settembre 2015 Coro “Idun” di Helsinki - Direttore Karin Pedersen; 3 ottobre 2015 Madrigalisti Senesi di Siena - Direttore Elisabetta

Miraldi; Coro Claricantus di Atri - Direttore Szylvia Komaromi; 8 Novembre 2015 Coro Polifonico “Le Rose” Piovene Rocchette di Vicenza - Direttore Jose Borgo (Concerto Aperitivo presso l’Aula Consigliare del Municipio). A tutti i concerti parteciperà il Coro Polifonico Ars Vocaslis di Roseto, diretto da Carmine Leonzi. Gli altri impegni del coro rosetano non compresi nel Festival ci saranno il 26 settembre con la Rassegna Polifonica Nazionale di Campobasso e il 2 Ottobre con la Rassegna Polifonica di Atri all’Auditorium S. Agostino.



CUR IOSIZIE

(tra Curiosit I Ragazzi di una volta 33

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à & Notizie)

Era il 1956 e al Lido Mirella c’era Nino Dale L’estate se ne sta andando e i ricordi di una stagione calda, la più torrida di sempre, sono già nel cantuccio della nostra memoria. Le serate in discoteca, le passeggiate sul lungomare, i baci nell’oscurità dietro le cabine. Un po’ è quello che avviene in ogni stagione estiva tra i giovani, ma non tutto è sovrapponibile, come se fosse carta carbone. Nel quadretto descritto in precedenza, se volessimo fare un tuffo nel passato e catapultarci nei ruggenti anni ‘50 del Novecento, dovremmo sostituire la parola “discoteca” con “dancing”. Il termine passeggiata potrebbe rimanere invariato, ma l’immagine del bacio nell’oscurità sembra forse poco attuale e molto più romantica. E di quel romanticismo è intrisa la foto che vi proponiamo. Siamo nel luglio del 1956. Un giovane ufficiale rosetano, appena

di ritorno dalla leva, viene a sapere che al Lido Mirella suona il mitico Nino Dale. Vuole andarlo a salutare e così Vittorio Centola, il milite in congedo ma anche pianista di un certo livello, lo incontra e quest’ultimo gli dice subito: “Guarda che sono senza tastierista. Ti va di unirti a noi”. Il giovane Vittorio non se lo fa ripetere due volte e quella sera, così come accadrà anche in seguito, sarà nell’orchestra più famosa di questa parte d’Abruzzo. Nella foto da sin: alla batteria Dino D’Eugenio detto “Piccous” da Torricella Sicura, al clarinetto e sassofono il mitico Nino Dale da Teramo, alla fisarmonica Giuseppe “Peppino” Cagnucci da Ascoli, al pianoforte Vittorio Centola da Roseto ma già residente a Pescara, al vibrafono Domenico “Mimì” Cerasani da Giulianova.

Il 20 settembre, presso la libreria “La Cura” in via Latini, presentazione del libro “I Ricordi di Eidos - II serie” Da questo numero parte la III serie de “I Ricordi”, con un’apertura d’eccezione: infatti il focus è riservato al nostro collaboratore storico Mario Giunco, nonché firma di pregio della nostra testata. Lo spazio è dedicato alle interviste-racconto su vari personaggi nati o vissuti a Roseto, che hanno contribuito a far crescere la nostra città. Il libro si può trovare nelle specifiche rivendite e sono molti ancora

a richiederlo, unitamente a quello della I serie, le cui copie disponibili sono ancora poche. Il 20 settembre, dunque, alle ore 21:00 ci sarà la presentazione (seconda in ordine di tempo, dopo quella del 20 luglio scorso in piazza della Repubblica) del volume, in cui interverrà l’autore, che dialogherà con i lettori. L’appuntamento è presso la libreria “La Cura” di via Latini.


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Un ingegnere elettronico rosetano è ormai in pianta stabile in India. Il suo nome è Luca Rapagnà

Il nostro amico di Montepagano è ormai da un paio di anni nella megalopoli indiana di Bangalore, nello stato del Karnataka, città che conta 8milioni e mezzo di abitanti. Il giovane ingegnere elettronico, dopo la laurea ottenuta presso l’ateneo di Bologna, ha trovato subito un posto di rilievo nella società Alstom Italia, specializzata nelle apparecchiature elettroniche per regolare il traffico ferroviario. La ditta è una delle eccellenze italiane, con dodici sedi nazionali e diverse a livello internazionale. Da alcuni anni la società è entrata a far parte di un gruppo francese che opera in tutto il mondo. Così il nostro Luca, quando tempo fa ha ricevuto un’offerta di lavoro allettante per andare a lavorare all’estero, non ci ha pensato due volte. La decisione è stata presa con la moglie Laura, anch’ella ingegnere elettronico, che

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à & Notizie)

attualmente lavora all’università di ingegneria biomedica di Bangalore. La coppia ha tre figli che frequentano la scuola internazionale della città indiana. Fieri, ovviamente, i genitori, paganesi doc: il conosciuto prof., oggi in pensione, Giancarlo Rapagnà e la madre Concetta Trammannone.

Chorus n° 52 di settembre è in edicola L’editoriale di questo numero è dedicata al settantesimo anniversario della fine della II Guerra Mondiale. “Le bombe di Hiroshima e Nagasaki, la barbarie dell’uomo sull’uomo” per poi soffermarsi su: Il drammatico bombardamento finale della II Guerra Mondiale ha fatto discutere molto gli storici sull’opportunità o meno dell’intervento distruttivo da parte degli Americani. La paura del baratro responsabilizzò la comunità internazionale, così nacque la consapevolezza che una eventuale III Guerra Mondiale avrebbe annientato l’umanità. Da lì una piccola speranza, ma anche un’amara consolazione. A seguire c’è un’altra introduzione di tesi di laurea triennale in Macroeconomia dal titolo “Risparmio e investimenti delle famiglie italiane dopo la crisi del 2007-2008”. È a firma dello specializzando Lorenzo Tupitti. Poi Franco Sbrolla firma l’articolo “No Triv: a proposito della manifestazione rosetana dell’11

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agosto 2015”. Tanti rosetani non si sono arresi e si sono ritrovati uniti nelle diverse occasioni in cui hanno dovuto difendere, democraticamente, la qualità dell’ambiente e il futuro delle nuove generazioni. Infine Ugo Centi, direttore di Controaliseo, ci dice: “Guardate che le elezioni comunali a Roseto non cambieranno proprio nulla!”. Le elezioni sono un semplice metodo per registrare chi in quel momento gode del maggior favore tra quelli (sempre di meno) che vanno a votare. Non hanno – come dice il grande giornalista e scrittore Piero Ottone – nulla di sacro. Il giornale è disponibile: a) sul sito www. williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 52; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a chorus@williamdimarco.it.

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IL COLPACCIO WEAVER CHIUDE IL MERCATO Esordio amichevole al PalaMaggetti, contro Pescara, sabato 5 settembre

l Roseto c’è, vuole salvarsi e punta anche ai playoff. Questo, con rinnovato entusiasmo, il punto dopo i due ingaggi che hanno chiuso la campagna acquisti degli Sharks: Kyle Weaver e Sylvere Bryan. Weaver, ala di 198 cm classe 1986, è stato scelto dagli Charlotte Bobcats al secondo giro nel Draft NBA 2008, mandato poi a Oklahoma City, dove con i Thunder, nella sua stagione da rookie, ha disputato 56 gare, con addirittura 19 partenze in quintetto a fianco di un campione del mondo e olimpico come Kevin Durant, giocando oltre 20 minuti di media con 5,3 punti e 2,3 rimbalzi. Poi ancora NBA con gli Utah Jazz, prima dell’esperienza europea con i belgi dello Spirou Charleroi dove ha vinto il campionato 2011. La stagione successiva ha iniziato con l’Alba Berlino, dove ha giocato anche l’Eurolega, prima di tornare in NBA con i Memphis Grizzlies e chiudere la stagione nella D-League, fra Austin Toros e Canton Charge. Nel 2013/2014 lo chiama in Italia il Napoli di A2 Gold allenato da Demis Cavina, mentre la scorsa stagione ha giocato in Israele nel Bnei HaSharon e in Porto Rico con i Caciques de Humacao. Circa i

Kyle Weaver marca Kobe Bryant

dubbi sul suo ruolo (in NBA era una guardia-ala, poi diventato ala piccola), il coach e direttore sportivo Tony Trullo ha tranquillizzato tutti: Weaver ha negli ultimi anni messo su muscoli e ora gioca più vicino a canestro. Da Napoli, dove ha giocato “4” tattico, fino alla scorsa stagione in Israele, dove il suo ruolo è stato quasi sempre quello, Weaver ha dunque saputo reinventarsi in un ruolo che il suo nuovo allenatore farà di tutto per sfruttare al meglio. Molta soddisfazione in squadra anche per il ritorno di Sylvere Bryan, centro di 208 cm classe 1981, do-

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

minicense passaportato italiano per matrimonio, che è stato il Capitano della scorsa stagione, giocando 26 gare a 23 minuti di media, con 8,8 punti e 7,5 rimbalzi. Dunque, oggi la squadra può contare su otto giocatori senior e due under, con un quintetto base che potrà variare a seconda degli avversari e più soluzioni a disposizione dello staff tecnico. I primi cinque dovrebbero essere Marulli in regia, Allen e Marini esterni, Weaver e Borra sotto canestro. Dalla panchina, Izzo cambia il play, Moreno i ruoli di play, guardia e ala, Papa i ruoli di ala, Ferraro e


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Kyle Weaver e Sylvere Bryan

Jacopo Borra e Roberto Marulli

Bryan quelli di ala forte e centro. Completeranno l’organico i giovani D’Emilio, Mariani e Trevisan. Insomma, una squadra solida e profonda, che rende orgoglioso sia il direttore sportivo che l’ha costruita (coach Tony Trullo, con il doppio incarico) sia il presidente Daniele

Cimorosi e il patron Peppe Di Sante, che all’unisono dichiarano tutta la loro soddisfazione per il Roseto 2015/2016, dichiarandosi fiduciosi per un campionato che possa andare oltre la salvezza, che resta comunque il primo obiettivo. Tony Trullo raccoglie il guanto di sfida, non tirandosi indietro, ma sottolineando l’importanza di conseguire quanto prima l’agognata salvezza. Poi nessun traguardo potrebbe essere precluso. Dunque grande entusiasmo in città. Adesso tocca ai tifosi abbonarsi per far sentire alla società la vicinanza del famoso “sesto uomo” e per rendere il PalaMaggetti la calda tana degli Squali. L’esordio amichevole in casa è per sabato 5 settembre al PalaMaggetti contro il Pescara, mentre il 9 settembre sempre al palasport arriverà il Vasto (entrambe formazioni di

Uno dei primi allenamenti

Danilo Quaglia, Tony Trullo, Emanuele Di Paolantonio, Domenico Faragalli

Francesco Papa e Domenico Faragalli al lavoro

Daniele Cimorosi e Bryon Allen

Serie B). Nei giorni 11 e 12 settembre, torneo a L’Aquila con le formazioni di A2 di Chieti, Rieti e Siena, mentre il 19 e 20 settembre altro torneo a Campli con i farnesi, l’Ortona e il Rieti. Ultimo impegno precampionato contro la squadra di A2 Ovest del Latina, il 25 settembre al PalaMaggetti.

Foto di gruppo il giorno del raduno


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Ricordi 1 -

III serie

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Mario Giunco

I tanti anni come addetto culturale del Comune di Roseto lo hanno reso il punto di riferimento di molte manifestazioni, alcune delle quali di primissima qualità. Questo perché il concetto di classicismo lo imparò quando... di William Di Marco

Dopo le Elementari e i primi ricordi d’infanzia a Roseto, per motivi di studio si trasferì nella vicina Pescara. Lì si formò nel famoso Liceo D’Annunzio e l’apprezzamento per le materie umanistiche lo si deve ad alcuni insegnanti che lo foggiarono. Tra le arti che ama di più c’è la musica, forse perché fu commilitone di Massimo Ranieri. Poi di cantanti, attori e registi nella vita ne incontrerà tanti, sempre in nome di Roseto

ricordi L Mario Giunco

a cultura può essere acquisita e messa da parte? Può finire in una specie di cascina estiva per poi essere ripresa nei mesi di magra? È più calzante l’esempio esopico della formica laboriosa che sa sacrificarsi invece della cicala che passa il tempo a cantare e che nulla ha da mangiare nei rigidi mesi invernali? E poi, che cos’è la cultura, questa parola che spesso riempie la bocca, ma che è così utopica e irraggiungibile al punto da essere spesso scambiata per altro? Le domande si esauriscono o si potrebbe continuare? Per esempio, la cultura classica ha una connotazione diversa rispetto alle altre branche del sapere? Per il momento fermiamoci qui: troppi quesiti che ci porterebbero lontano, mentre vogliamo ritrovarci in un presente fatto di quotidianità e di reali stimoli che possano in qualche modo darci una risposta ai perché che ci siamo posti. Ed ecco venirci incontro un uomo minuto, schivo, quasi invisibile, almeno queste sarebbero le sue intenzioni. Lo vedi così discreto che ogni volta ti sembra che sbuchi fuori da un racconto fantastico di Calvino o da qualche pagina un po’ favolistica di Rodari. E ti chiedi se è lì per caso o se la sua storia va al di là del tempo, se è apparso all’improvviso o se il suo percorso inizia in un’altra epoca, quella che, per capirci, quando ci si preparava a scuola lo si faceva con una dedizione maniacale, unica e approfondita? Mario Giunco è un esempio vivente del concetto di cultura. Se si vuole trasmettere questa nozione a un giovane la prima cosa da fare è spiegare che per acculturasi bisogna stratificare il sapere, in modo da consolidarlo e riprenderlo nelle varie sezioni in cui si è formato. È un po’ ciò che accade con le rocce sedimentarie che sono lì ad indicare un passaggio del tempo in quelle fasi lunghe che hanno saputo conservare, nei vari accumuli, tutto ciò che la trasformazione della materia ha rappresentato. Giunco per Roseto ha raffigurato un po’ tutto questo, con il grande sole della cultura sempre pronto ad illuminare le tenebre che spesso significano ignoranza. Non bisogna essere illuministi per capire che solo il sapere

acquisito nel tempo e trasformato da una capacità critica adeguata può far risplendere una società che spesso (per fortuna non sempre) si perde in frivolezze. Queste, se non fossero così smaccatamente di superficie, farebbero preoccupare pure i più ottimisti. E il nostro Mario ha consolidato in sé la cultura della tradizione umanistica, quella che i suoi insegnanti gli dicevano di potenziare. “Classico significa innanzitutto di prima qualità e di prima scelta - spiega oggi con gli occhi rivolti al periodo del Liceo pescarese - e questo è un concetto che ho sempre tenuto presente”. Poi negli anni la sua passione di sapere cosa ci fosse oltre il significato delle parole si è allargato alla musica (L’arte che amo di più), alla pittura, alle mostre, ma il suo faro illuminante è sempre rimasto il libro. È un oggetto che non scambieresti con nessuna cosa al mondo, soprattutto quando i tuoi occhi ne hanno scorso e sfogliato a centinaia. E Giunco lo vedi sempre con qualcosa che è pronto ad essere letto, che sia volume o rivista, che sia un catalogo o un libretto d’opera. Questa voglia sublime, al confine del maniacale, lo portò, in anticipo sui tempi di altre istituzioni regionali, a formare la prima emeroteca, luogo di raccolta di giornali e riviste. E da lì il passaggio è stato breve sia nel creare un’organizzazione certosina del patrimonio documentale comunale sia nel diventare promotore culturale di eventi di prestigio di primissimo piano. Oggi, anche se in pensione, la sua figura primeggia pure come memoria storica della città che gli ha dato i natali e lo ha visto crescere. Davanti a noi troviamo quella persona gracile, ma che in fatto di narrazione si trasforma in un super eroe del ricordo, sprigionando la favella di chi cose da raccontare ne ha a iosa. Via Thaulero, la storia di Roseto nel suo Dna. Quella abitazione in via Thaulero la ricordo bene. Era piccola, ma accogliente, con un minuto cortile interno. Sono nato il 4 agosto 1946: mio padre Donato veniva da Campli, mentre mia madre, Amelia Fanelli, era pescarese. Si conobbero perché lui era spesso in giro per lavoro nel riscuotere le tasse. Era


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Ricordi 1 -

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Spiaggia di Roseto, primi anni ‘50. A sin Roberto Lera, compagno di giochi estivi che forniva a Mario Giunco (a destra) i libri gialli

Roseto, metà anni ‘50. Mario Giunco su una barca con, a sinistra, Gianni Alleva

un’attività che aveva mio zio Amilcare, padre di Arnaldo, come appaltatore delle imposte di consumo, cioè il dazio, grazie ai contratti con i vari Comuni. L’agenzia di Roseto - prima posta in piazza della Libertà sotto la villa Passamonti, poi trasferitasi in piazza Dante nello studio di Pace Celommi e infine di nuovo in piazza della Libertà, questa volta a fianco dell’Azienda di Soggiorno - era il vero luogo di incontro di molti Rosetani per scambiarsi opinioni e idee. Ritornando alla mia nascita, mi ricordo la levatrice Vanda Melchiorre, che ovviamente ho conosciuto in seguito, moglie di Peppino Candelori. Il suo ruolo era fondamentale, tant’è che divenne un’istituzione. Alcuni anni dopo, esattamente nel 1952, nacque mia sorella Rita. Nel tempo cambiai residenza. Agli inizi degli anni ‘60 andai ad abitare in via Nazionale nei pressi della chiesa, poi negli anni ‘70 in via Mazzini al civico 32 per poi trasferirmi nel 1980 in via Nazionale 13, Roseto nord, dove vivo tuttora. La sua è stata un’infanzia tranquilla, senza privazioni. In realtà non avevamo difficoltà economiche. Niente lussi, ma una vita tranquilla, dato anche il lavoro di mio padre. In quell’ufficio, che io frequentai sin da piccolo dando una mano quando occorreva, c’erano pure Ettore Montese e Peppino Candelori in qualità di agenti delle riscossioni. Uno dei miei primi ricordi è il profumo dei glicini di villa Passamonti. Anche la scuola per me è stato un bel periodo. Iniziai con un anno di anticipo le Elementari in via Milli e rimanemmo con la maestra Dorotea Cordoni Pavone per tre anni. In quarta passammo nello stabile nei pressi, sempre in via Milli, dove oggi c’è la sede di un sindacato, per poi trasferirci l’ultimo anno in via Triboletti, di fronte l’ingresso del palazzo Rolli. In entrambi gli anni il maestro fu Emidio Di Furia e i compagni di allora erano Sandro De Simone, Giovannino Bartolone, Daniele Cytron, Enzo Barchiesi, Pasquale Caprara e Luigi Di Bernardo. Uno dei nostri passatempi era quello di sollevare il calamaio posto nei banchi di legno. Una volta accadde che il recipiente era pieno e mi schizzo via, andando a macchiare il vestito del maestro Di Furia. Allora non si scherzava e le pene erano solo corporali. Così fui sottoposto alle bacchettate. La cosa che colpiva di quegli anni era la dovizia di scelta della bacchetta stessa, che in pratica doveva essere performante. Niente a che vedere, per fortuna, con quello che accade oggi. Potrei dire la stessa cosa su come si operavano le tonsille. Mi ricordo che il medico, come abitudine di allora, mi ordinò di asportarle e l’operazione la feci all’ospedale che ancora c’era a Roseto, posto dove oggi c’è una banca nei pressi della chiesa Ss Maria Assunta. Mi tennero aperta la bocca con

Roseto, fine anni ‘50. Mario e la sorella Rita sul terrazzo del Lido La Lucciola

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III serie

Viterbo, 1972. Mario Giunco, il primo da destra in piedi, è con alcuni commilitoni

un attrezzo rudimentale e con un minimo di anestesia fecero l’intervento. Fu traumatizzante e non bastarono i tanti gelati che mi diedero per sminuire il dolore. Lei era un alunno modello, con un debole per la musica. In quegli anni avevo come insegnante di Educazione Musicale il maestro Merlini. Ci avvicinò lui alla musica, ma poi volevo imparare a suonare la fisarmonica, così iniziai a frequentare le lezioni del famoso maestro Bizzarri di Morro d’Oro, che aveva uno studio a Roseto, esattamente di fronte alla sede delle Poste di via Nazionale. Ma non durò molto, anche se devo dire che quell’infarinatura mi ha aiutato molto ad apprezzare questa arte, in assoluto l’espressione dell’anima che preferisco. Se in seguito ho potuto seguire concerti e opere liriche con passione, lo devo a quegli anni. A latere posso aggiungere che mi sarebbe piaciuto suonare il violino, che oltretutto possedevo. Venne il tempo delle Medie. E con esso il cambio di città. Mia nonna abitava a Pescara e così mia madre decise di farmi continuare gli studi alla Scuola Media Tinozzi in via Venezia. Era vicino casa e anche di quel periodo ho dei bei ricordi con gli amici di allora che erano Albano Paolinelli, Alessandro Sonsini, Bruno Alessandrini, Marco Fumo e altri, tutti che avranno una vita professionale di rilievo. Mi piacevano le materie letterarie, un po’ meno la Matematica e il Disegno. Anzi, per me il fatto che andassi bene in Latino mi consentiva di barattare le versioni con dei disegni, dove ero meno portato e questo addirittura avvenne anche all’esame di Terza Media. Così fu consequenziale l’iscrizione alle Superiori prima al Ginnasio e poi al Liceo D’Annunzio. Riconosco che era una scuola d’élite, con insegnanti di primissima grandezza. Ricordo Attanasio De Luca di Latino e Greco che mi ha fatto amare ancora di più i classici, poi c’era Di Filippo per Filosofia, bravo a scrivere anche operette. Era molto eclettico, al punto che anticipò la didattica a moduli di oggi. Un ruolo importante lo ebbe anche Alberto Orofino di Italiano, tipo particolare, un po’ bohémien ed esteticamente molto apprezzato dalle studentesse. In quegli anni i compagni erano Fumo e Alessandrini delle Medie, ma anche Massimo Palladini, poi famoso architetto, Antonio Iacone, oggi ematologo, Luciano Brandimarte e Flavio Mazzoni. Il soggiorno pescarese fu molto formativo. Era una città aperta con diverse iniziative culturali. Conobbi in quegli anni Andrea Pazienza, conosciuto come Paz, famoso fumettista, che mi regalò un disegno, purtroppo perso nel tempo. Ebbi modo di andare spesso al cinema (mio zio era operatore presso il S. Marco), al teatro, ai concerti musicali e anche di seguire la liri-

ricordi


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Ricordi 1 -

Roseto, 1982. Mario Giunco mentre prepara le tessere della “Cover Jeans” per il campionato di serie A 2 di basket

Atri, maggio 2007. Mario Giunco con Vittorio Andreoli, famoso psichiatra e scrittore

ca, anche se ciò che mi è valso di più è stata la frequentazione della Biblioteca Magistrale F. Di Giampaolo: trovavo tutto ciò di cui avevo bisogno, leggevo ogni tipo di libro: in quel periodo un autore mi piaceva più degli altri ed era Franz Kafka. Quando potevo, nei fine settimana, cercavo di rientrare a Roseto e d’estate ero sempre qui, anche perché davo una mano a mio padre in ufficio. Finite le Superiori fu il momento dell’università. Non potevo che scegliere Lettere e Filosofia a Chieti. Fu un naturale approdo, data la mia formazione. Intanto ero tornato a Roseto e facevo il pendolare universitario. Per tirare avanti, oltre a dare una mano a mio padre, facevo delle ripetizioni di Greco e Latino. Nel frattempo mi ero legato anche a un gruppo di giovani studenti impegnati in ambito culturale. Creammo il Movimento Giovanile Parrocchiale con Giacinto Proti, persona che ho apprezzato tantissimo per la capacità innata di convincere gli altri, Maria Pia Di Nicola, Adriana Piatti, Stelvio Lulli. Tutti volevamo fare qualcosa di nuovo e di culturalmente importante. Ma il servizio militare era in agguato. Non si poteva sfuggire. Così nel 1972 partii per Viterbo e fui inserito nel Vam, cioè Vigilanza Aereonautica Militare. Mi toccavano le guardie, ma di quel periodo ho un bel ricordo per due motivi. Il primo è che mi feci carico di sacrifici in più pur di aiutare due ragazzi, completamente analfabeti, i cui cognomi erano Reali e Palladino. Dissi loro che li avrei sostituito nei turni di guardia, purché s’impegnassero a imparare a leggere e scrivere. Per me fu una grande soddisfazione vederli alfabetizzati e loro mi ringraziarono di cuore. L’altro aspetto è che con noi c’erano Massimo Ranieri, già famosissimo che attirava l’attenzione di tutti, e un componente dell’Equipe 84. Tuttavia ci fu anche un risvolto negativo: gli atti di nonnismo che vedevo infliggere alle giovani reclute. Era un atteggiamento che detestavo. E il Comune di Roseto quando entra nella sua vita? Siamo nel 1974 e Dante Pistilli, delegato alla cultura dal sindaco Ragnoli mi volle al suo fianco per organizzare le manifestazioni culturali allestite dall’Amministrazione. Ricoprii per sei anni quel ruolo, con contratti trimestrali in qualità di operaio o netturbino. L’assunzione definitiva avverrà solo nel 1987, grazie a una delibera di Giunta. Intanto iniziai nel 1980 la realizzazione dell’emeroteca comunale. Era la prima in assoluto in Abruzzo: nemmeno la Regione l’aveva ancora istituita. Poi iniziarono le collaborazioni con l’Atam (Associazione Teatrale Abruzzese Molisana), l’Istituzione Sinfonica Abruzzese e i Solisti Aquilani. Il teatro a Roseto fu una bellissima realtà, soprattutto con il

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III serie

Roseto, 2008. Franco Ferrarotti, componente della giuria “Premio di Saggistica Città delle Rose”, con Mario Giunco, responsabile del settore cultura del Comune di Roseto degli Abruzzi

vecchio Odeon che conteneva 700 posti. Eravamo ogni anno primi o secondi per numero di abbonati e il nostro Comune ha ospitato le più grandi compagnie nazionali, con i migliori attori. Prolifico fu pure lo scambio con le scuole, con una attiva partecipazione degli studenti. Nel 1996 partì la rassegna cinematografica Opera Prima, nata da un’iniziativa di due anni precedenti dedicata a Carlo Delle Piane e poi a Tonino Valeri. Tra le operazioni più belle portate avanti in questi anni c’è stata la riorganizzazione del lascito di Raffaele D’Ilario, interamente catalogato grazie al segretario comunale di allora Giuseppe Sorbo. Ma anche la riapertura della Biblioteca Comunale nella Villa Ponno, trasferita nel 2002 nell’odierna sede oppure il potenziamento della pinacoteca con i quadri dei Celommi. Poi nel tempo è arrivato il Premio di Saggistica “Città delle Rose”. Insomma il mio lavoro è stato quello di creare le condizioni affinché la cultura si diffondesse e l’ho fatto senza guardare mai gli orari o i giorni di riposo, grazie anche al contributo di tanti collaboratori, tra cui voglio ricordare Franco Di Bonaventura e Rosella Iezzoni. Il 1° settembre 2012 sono andato in pensione, ma collaboro ancora con il Comune per l’organizzazione delle varie manifestazioni. Come è cambiata Roseto negli ultimi lustri? Inevitabilmente ci sono stati dei mutamenti, al di là delle Amministrazioni civiche che sono espressioni del voto. La nostra città avrà un futuro solo se non cancella il suo passato e riuscirà a valorizzare le potenzialità che vengono dalla scuola. Mi piacciono quegli insegnanti che sanno dare fiducia agli studenti, che si rendono promotori di iniziative culturali di pregio. Personalmente ho fiducia nei giovani e dico loro che devono sgombrare il campo dai falsi miti, unico modo per crescere autonomamente. Spesso avranno sbattute le porte in faccia, ma devono avere la tenacia di andare avanti. Nel mio piccolo la strada che ho percorso l’ho voluta io e me la sono fatta da solo. Un desiderio ce l’ha? Tanti, ma uno è legato al nostro territorio. Desidererei che la biblioteca istituzionale della Villa Comunale non vada persa e si possa recuperare quella del lascito Scialletti, un vero patrimonio. Mario Giunco adesso è come sollevato. Ha raccontato parte della sua vita, ma sa anche che il suo apporto culturale per Roseto non è andato mai in pensione. Perché il sapere non l’arresti con una palizzata o un recinto. È il bello della cultura ed è anche una delle fortune dell’umanità.


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“Brucare Onlus” si torna ai sani principi della campagna di una volta

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Predisponendo 81 lotti di 50 mq ciascuno, famiglie, studenti universitari e pensionati possono trascorrere gran parte del loro tempo libero a contatto con la natura e a coltivare prodotti biologici

ella odierna società si pensa spesso, purtroppo erroneamente, che dietro ogni sacrificio ci debba essere un ritorno, solitamente economico. Nella realtà che vi stiamo per raccontare un ritorno c’è per i protagonisti, ma in termini di soddisfazione personale. Bruno Petrini e Carlo De Lauretis, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione “Brucare Onlus” (alla quale si affianca l’azienda agricola “Il Bruco”) hanno creato una realtà unica a livello regionale. Predisponendo 81 lotti di 50 mq ciascuno, famiglie, studenti universitari e pensionati possono trascorrere gran parte del loro tempo libero a contatto con la natura e soprattutto possono coltivare con le proprie mani preziose derrate. Bruno (esperto di onoterapia che ha reso disponibile per la collettività le sue proprietà agricole) e Carlo (appassionato di ortoterapia) hanno messo in campo le loro competenze di agricoltura biologica e naturale. Una soddisfazione che trapela dalle loro parole e dai loro occhi. Le diverse partizioni di terreno sono perimetrate da semplici corde ancorate a dei pali. Perché avete fatto questa scelta? Abbiamo intenzionalmente delimitato i singoli lotti in questo modo, evitando muri, staccionate o altre recinzioni per non dare un senso di chiusura e di autoreferenzialità. Lo spirito degli ortolani che ogni giorno vengono qui a prendersi cura delle proprie piantine è improntato sulla massima condivisione. Nei campi si osservano diverse colture, erbe spontanee e anche metodi di coltivazione biologici e innovativi, in grado di sfruttare gli effetti benefici di piante e insetti per fertilizzare naturalmente il terreno. Molti ortolani utilizzano la tecnica della permacultura: si tratta di un modalità di progettazione e di interazione dei vari elementi dell’agricoltura che rispetta gli equilibri della natura: vengono predisposti dei cumuli di terra ricoperti di paglia (così da mantenere sempre un certo livello di umidità) che permettono la coltivazione congiunta di diverse piantagioni; l’aspetto importante è che non vengono utilizzati concimi chimici proprio perché questo sistema consente di autoprodurre fertilizzanti naturali. Si riduce così al minimo l’entità del lavoro manuale e quindi si realizza un significativo risparmio di energia.

Essenziale in tal senso è anche il ruolo delle piante spontanee e selvatiche che, oltre ad essere spesso commestibili, sono capaci di ripristinare la fertilità del terreno o di attirare insetti utili alle colture. Vi prendete cura anche degli animali? Siamo allevatori di dieci razze pure; nella nostra fattoria potete osservare diversi esemplari, autoctoni e importati. Ne sono esempi la gallina atriana, la tacchinella abruzzese, l’asino sardo, la moroseta con barba (razza originaria dell’Asia, unica al mondo per le sue caratteristiche ornamentali), il gallo sultano reale (originario dell’India) e i porcellini d’India. Che ruolo hanno gli spazi verdi nel vostro progetto? Per la nostra “grande famiglia” costituiscono uno spazio fondamentale nel quale condividere attività, iniziative e momenti ricreativi. Abbiamo predisposto campi e giardini per ricreare in maniera fedele l’aia del contadino, con l’obiettivo di riportare le nuove generazioni alle tradizioni della civiltà e della cultura rurale. Organizziamo attività che vanno dalla musicoterapia allo yoga, dall’ortoterapia alla onoterapia e all’ippoterapia e, in generale, iniziative alternative alla medicina tradizionale. Predisponiamo corsi di agricoltura naturale, di potatura, laboratori esperienziali e dimostrazioni per riproporre le vecchie tradizioni e gli antichi mestieri. Per completare questo progetto stiamo ultimando una struttura in legno con l’obiettivo di creare un’aula didattica con oggetti di una volta. Collaborate anche con scuole e associazioni del territorio? Sì, abbiamo realizzato iniziative con l’Associazione Dimensione Volontario ONLUS di Roseto e con diverse Scuole Elementari e Medie della nostra provincia; per noi queste forme di collaborazione sono edificanti e ci forniscono linfa per continuare a credere nelle nostre forze e nelle nostre idee. Ma il loro impegno nel sociale non è limitato a ciò: collaborano, infatti, con il Centro di Ascolto di Roseto, con la Casa Famiglia di Montepagano (si sono impegnati anche alla ristrutturazione della stessa) e si sono fatti promotori di un’importante colletta alimentare a sostegno delle famiglie meno abbienti del territorio. Il prossimo appuntamento è per le giornate del 19 e 20 settembre durante le quali saranno predisposti diversi stand che proporranno attività, workshop e laboratori.


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Agosto, via Marina non ti conosco Molti definiscono via Marina come “la strada degli alberghi e delle pensioni”. è importante capirne la rilevanza, almeno sotto il profilo della visibilità turistica

È

una delle vie più importanti della città, versante mare, cioè nella zona a Est della ferrovia, se non altro per la presenza di ben sette strutture alberghiere. Infatti, molti conoscono via Marina come “la strada degli alberghi e delle pensioni” ed è importante capirne la rilevanza, almeno sotto il profilo della visibilità turistica. Eppure questo tratto di strada è uno dei più abbandonati e se durante l’inverno pochi se ne accorgono, d’estate tutta la trascuratezza viene a galla, lasciando allibiti i residenti e villeggianti. Le immagini che vi proponiamo sono datate 10 agosto e solo dopo una protesta vibran-

te e accesa da parte di un abitante del posto, gli operi del Comune sono hanno dato una pulita, estirpando le tantissime erbacce. Va detto che l’intervento, se ha tolto di mezzo le sterpaglie, nulla ha potuto contro le tante rotture di marciapiedi. Alcuni tratti sono veramente pericolosi, dal momento che ormai insistono dei gradini provocati dal fuoriuscire delle radici. È vero che nella zona è in programma il rifacimento dei parcheggi a spina di pesce e la costruzioni di nuovi marciapiedi, ma quando sarà l’anno giusto? Intanto ad agosto, oltre alle mogli, non si riconoscono nemmeno le vie più trafficate. Un bel danno d’immagine.


Vuoi svuotare la soffitta e riempirti il cuore?

Ti aspettiamo!

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di angela sala

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on questo slogan, un comitato spontaneo di amiche rosetane ha deciso di organizzare un evento in cui mettere a disposizione, a scopo benefico, quegli oggetti che solitamente giacciono inutilizzati in soffitta, in cantina o in qualche angolo più o meno remoto di casa. Avvalendosi del patrocinio della onlus “L’Aquila per la Vita” (impegnata nell’assistenza domiciliare ai pazienti oncologici), l’evento si svolgerà domenica 13 settembre 2015, dalle ore 10:00 alle ore 23:30, presso l’Oratorio della Parrocchia del Sacro Cuore di Roseto degli Abruzzi, grazie alla disponibilità e alla collaborazione di Padre Antonio Ghidoni. Il ricavato confluirà nella “Borsa di Studio Simone Marini”, assegnata annualmente alla migliore tesi di laurea in oncologia, in memoria del giovane e indimenticato rosetano nel secondo anniversario della sua scomparsa. È chiamato a raccolta qualsiasi cittadino, maggiorenne, che voglia disfarsi di articoli quali stoviglie, vasellame, elettrodomestici, mobili, suppellettili e complementi di arredo, accessori e attrezzature di vario tipo (per animali, da giardino, da pesca ecc.), finanche collezioni di fumetti e dischi. Gli oggetti dovranno essere portati all’interno dell’Oratorio

del Sacro Cuore, da lunedì 7 settembre a venerdì 11 settembre, in una fascia oraria compresa tra le 18:00 e le 22:00; mentre, per gli oggetti di cui risulti difficoltoso il trasporto, è fornito un servizio di ritiro a domicilio, esclusivamente nella giornata di sabato, su prenotazione e previo invio di foto del materiale in questione. Il comitato promotore visionerà e valuterà lo stato e il valore degli articoli donati, stabilendo una griglia di riferimento per gli interessati alla loro acquisizione. Il comitato, inoltre, si riserva la facoltà di restituire ai proprietari gli oggetti non funzionanti e non adeguati all’evento. Gli oggetti giacenti saranno devoluti alla Caritas locale. Per info inviare un’e-mail a ilcuoreinsoffitta@gmail.com o contattare la pagina Facebook de “Il cuore in soffitta”.


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ancora spettacolo per

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nche quest’anno grande successo per l’ASD Pattinaggio Roseto, che alla 33° edizione della manifestazione lido delle rose, ha fatto vivere a tutto il pubblico una magica ed emozionante serata tra musica dal vivo e pattinaggio sulle note dei brani musicali più belli di questi ultimi anni . La sintonia tra gli atleti di livello internazionale diretti dal pluricampione Patrick Venerucci, i nostri piccoli e grandi atleti, il gruppo musicale “Accessori anni sessanta” e l’organizzazione curata nei minimi particolari hanno garantito una serata di grande livello tecnico/ spettacolare e di intense emozioni . Questa edizione ha avuto una valenza particolare poiché è stata dedicata al ricordo di Domenico Di Giuseppe , presidente della società e vice presidente della Federazione , per il ventennale della sua scomparsa . Sensibilità e generosità è stata dimostrata dagli spettatori e dalla società per un momento di solidarietà nei confronti dell’associazione sclerosi multipla che opera nel territorio della provincia. Tutte le foto della serata sono pubblicate sulla pagina Facebook della società dove troverete anche i numeri della lotteria . La ASD Pattinaggio riprenderà le lezioni il primo venerdi di settembre presso l’arena quattro palme offrendo 4 lezioni gratuite ai nuovi iscritti. Info www.asdpattinaggioroseto.com Cell.3336984196

l’asd pattinaggio


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Cultura di MARIO GIUNCO

ABRUZZO, CULTURA IN GRAN TEMPESTA Musica, teatro, cinema: mancano le risorse, aria di crisi in ogni settore

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on è una stagione lieta per la cultura abruzzese. In meno di quattro mesi sono scomparsi, tra gli altri, Francesco Sanvitale, musicologo, cui si deve la riscoperta e la valorizzazione di Francesco Paolo Tosti, Giuseppino Mincione, latinista, Mario Di Jorio, attore e regista, Enzo Gentile, uno dei fondatori del sistema della distribuzione teatrale. L’Abruzzo è stato per anni il primo circuito teatrale nazionale (ATAM) e tanti centri della regione, altrimenti esclusi, ne hanno tratto benefici. Nello stesso tempo l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e il complesso dei Solisti Aquilani sono diventati messaggeri della musica in Italia e all’estero. Oggi è crisi profonda. L’ultima seduta del Consiglio regionale – siamo nella “zona di guerra” dei politici - si è chiusa con una frattura in seno alla maggioranza. Non è stato assegnato un contributo all’ISA (Istituzione Sinfonica Abruzzese), fondamentale per il prosieguo dell’attività dell’orchestra. E’ apparso evidente in quale mare tempestoso navighi la cultura abruzzese: poche idee, troppi nocchieri d’acqua dolce. Titolare della delega è il Governatore, il quale, per i molteplici impegni, l’ha “trasferita” ad un consigliere, che cerca di onorarla , per quanto può, ricoprendo, tra l’altro, un delicato ruolo politico. C’è poi il dirigente della Cultura, che “guida” tanti altri settori, non a caso pure i trasporti. Dipendesse da lui, si occuperebbe solo di cultura, conosce bene il mestiere. E fa intendere, come quel ministro del passato e, prima di lui, il padre del poeta Ovidio, che ben difficilmente le lettere danno da mangiare. Molto realisticamente. In Italia – dice il dirigente - chiude una fabbrica al giorno, l’orchestra regionale del Lazio non c’è più, può succedere anche per la Sinfonica Abruzzese, se non si adegua alle nuove regole del mercato e alla concorrenza. La Regione sta forse provando a ridurre il contributo assegnato all’ISA, che comporterebbe la diminuzione proporzionale di quello statale, attinto dal Fondo unico per lo spettacolo? Per “accontentare” chi?

E’ sorta, infatti, una “Rete” di coordinamento delle varie associazioni culturali, alcune antiche e importanti, come la Riccitelli Musica di Teramo, esclusa da tutti i finanziamenti, un vero peccato mortale. Per evidenziare la drammaticità della situazione, tre consiglieri di maggioranza hanno fatto saltare la seduta consiliare di cui sopra (chiaramente, il motivo non è solo questo). Quando si ristabiliranno gli equilibri dei politici (e dei contributi) ? Il Teatro Marrucino di Chieti ha perso il titolo di “teatro di tradizione”, la serie A della lirica, per il mancato rispetto dei parametri ministeriali, in merito a giornate lavorative, numero degli orchestrali e nazionalità dei cantanti (i concorsi sfornano solo orientali, bravi quanto si vuole, ma inadeguati al nostro repertorio) . A proposito di parametri, rischia anche il TSA, che non avrebbe il requisito minimo della capienza di un teatro in sede (L’Aquila) e non potrebbe assicurare il necessario numero di recite. Ma su questi argomenti è meglio non avventurarsi. Si fa solo rilevare che in Abruzzo c’erano più teatri sotto i Borboni che oggi. Per limitarci alla provincia, il Comunale di Teramo non è attualmente idoneo alle rappresentazioni – è in corso di sistemazione il cinema Smeraldo, che sarà dotato di una sala con letti triclinari, come quelli che usavano gli antichi romani per i banchetti -, l’Odeon di Roseto è in sospeso e sarebbe una vera iattura per la città perderlo. Resta il Comunale di Atri, con la sua bellezza e i suoi limiti. I teatri, una volta abbattuti, non si ricostruiscono più. Due parole anche sul cinema. Quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione dell’Abruzzo, hanno attivato da anni strutture di promozione dell’industria cinematografica, che si chiamano Film Commission. Adesso, dopo un lungo letargo, nella nostra regione sarebbero per sorgerne due (o tre). Meglio tardi che mai. Il film “Cloro” di Lamberto Sanfelice, recente vincitore di “Roseto Opera Prima”, girato in suggestive località abruzzesi e rappresentante l’Italia all’ultimo Festival di Berlino, non ha ricevuto nemmeno un centesimo di finanziamento.


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Attualità

Il mistero

della scuola di via Veronese Ancora ignota l’origine del cattivo odore che nello scorso anno scolastico aveva costretto la direzione a trasferire gli alunni di due aule. Eseguiti diversi interventi per appurarne la fonte. Il fenolo, la sostanza riscontrata negli ambienti, avvertito anche durante l’estate

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l 14 settembre tornerà a suonare la campanella per l’inizio del nuovo anno scolastico. Ma a Roseto resta ancora un mistero da svelare: lo strano odore che è stato avvertito in due aule della scuola “Schiazza” di via Veronese, nella zona nord della città. A pochi giorni dal ritorno tra i banchi per i piccoli studenti, non è stata ancora accertata l’origine della puzza, identificata dall’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, come emissioni, anche se in piccolissime quantità, di fenolo. Si tratta di un elemento che si trova soprattutto nei prodotti utilizzati per la pulizia di ambienti ed è un derivato del benzene, prodotto che si ricava dagli idrocarburi. Sono stati eseguiti prelievi dell’aria, alcuni carotaggi nella parte esterna, lato nord, accanto ad un’aula, sino a raggiungere una profondità di 15 metri. Dagli accertamenti non sono emersi elementi che possano far pensare ad un inquinamento del terreno o delle stesse falde, nonostante la presenza nelle vicinanze di un fosso

per la raccolta di acque piovane. Nei giorni scorsi l’assessore all’ambiente Fabrizio Fornaciari e il suo collega alla pubblica istruzione Alessandro Recchiuti hanno incaricato una squadra di operai di eseguire uno scavo all’interno dell’aula in cui il cattivo odore era particolarmente accentuato. Anche in questo caso, non sono state trovate fonti che originerebbero il cattivo odore. Nel frattempo i genitori dei bambini che frequentano la scuola Schiazza,

hanno avuto vari incontri in Comune. L’ultimo il 4 agosto scorso. E’ stato detto dagli amministratori che se la puzza non sarà più avvertita, come sembra che stia succedendo, la scuola riaprirà i battenti regolarmente e i bambini non saranno spostati in altre strutture, come chiesto invece dagli stessi genitori. Tuttavia resta la preoccupazione di molte mamme e papà. Tant’è che qualcuno ha già deciso di iscrivere i propri figli in altri plessi. Avviata anche una raccolta di firme per chiedere il trasferimento temporaneo dei loro figli in altre strutture, la ripetizione di analisi dell’aria con strumentazione adeguata e altri interventi per accertare l’origine del problema. E’ stato persino suggerito di verificare se alcune aziende del territorio abbiano fatto uso del fenolo, un tempo utilizzato anche per “disinfettare” i condotti della rete fognaria cittadina. A giorni, infine, inizieranno gli interventi di pulizia attorno alla scuola, visto che l’erba alta ha raggiunto anche gli accessi al plesso, soprattutto sul lato nord.


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CONCLUSO CON SUCCESSO IL TORNEO NAZIONALE

GIOVANILE AL CIRCOLO TENNIS ROSETO Bel gioco e numerose promesse per una manifestazione storica intitolata all’amatissimo Presidente Pietro Di Berardino

Elisabetta Di Berardino premia Tommaso Meo

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opo sette giorni intensi di tanto tennis giovanile si è concluso al Tennis Club Roseto il Torneo Nazionale Memorial “P. Di Berardino”. Giunto alla sua 25° edizione e sostenuto dallo sponsor tecnico Dunlop, ha visto una buona partecipazione di atleti nonostante la Federazione Tennis Abruzzo non abbia inserito la manifestazione nel Portale Unico delle Competizioni del sito FIT, se non qualche giorno prima dell’inizio. Quattro anni fa il Consiglio direttivo del Circolo ha deciso di intitolarlo alla memoria del compianto Presidente Pietro Di Berardino, che tanto ha dato al tennis rosetano. Circa 100 i giovani tennisti provenienti da tutta Italia, che hanno disputato incontri di buon livello tecnico, mettendo in mostra la loro bravura. In particolare, per quanto riguarda i portacolori del TC Roseto, si sono contraddistinti il piccolo Yaniche Boagnon, non ancora 11 anni, che ha conseguito due vittorie nella categoria Under 14 e Valentina Di Pompeo, classe 2003, arrivata in finale nel torneo Under 14. Da segnalare l’ottima prestazione di Tommaso Meo, classe 2003 di Amandola (FM), vincitore del torneo U12, che ha battuto di misura, in semifinale e in finale, i due giocatori abruzzesi U11 più

Yaniche Boagnon

Di Berardino premia Irene Belardi(sin) e Valentina Di Pompeo

forti: Antonino Rattenni e Fabio Massimo Casagrande. Questi i risultati delle finali: Under 10 maschile: -Matteo Del Toro batte Amicone Antonio 62 61 Under 12 maschile: -Tommaso Meo batte Antonino Rattenni 63 62 Under 14 maschile.: -Yon Filippo Signori batte Stefano Chiarito 64 63 Under 14 femminile.: -Irene Belardi batte Valentina Di Pompeo 67 62 61 Under 16 maschile: -Gianluca Centi Pizzutilli batte Federico Melchiorre 61 60 Eccellente l’organizzazione della manifestazione coordinata dal Giudice Arbitro Pierluigi Bianchini e direttore del torneo Armando Risi che in una settimana sono riusciti a concludere le gare soddisfacendo le innumerevoli richieste di tutti giocatori. Il Presidente del TC Roseto M.N Luigi Bianchini ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del torneo profondendo impegno e dedizione. Prossimo appuntamento agonistico al TC Roseto, il Torneo nazionale di IV Categoria maschile e femminile che si svolgerà dal 28 agosto al 6 settembre.


Psicologia di LUISA DEL NIBLETTO

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Minacciati dai DEMONI Pensieri, emozioni e ricordi orientano la nostra vita spaventandoci e rendendoci infelici

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mmagina dei demoni che hanno fatto questo patto con te: loro non usciranno allo scoperto fino a che viaggerai senza meta. Puoi immaginare di essere al timone di una barca in mezzo al mare e che questi demoni siano sotto coperta, quindi non devi occupartene finchè mantieni il patto stabilito con loro. Non appena punti anche solo gli occhi a riva subito si fanno vedere, si agitano, ti minacciano e non fai altro che scusarti con loro di non aver mantenuto il patto, così torni a vagare senza meta nel mare e i demoni scompaiono sotto coperta. Tutto sembra a posto per il momento. Ma questa situazione ti rende annoiato, infelice, ansioso, ti guardi intorno e vedi altre barche che puntano verso terra e raggiungono la riva e pensi che anche tu vorresti andare. Ma i demoni sono lì pronti a minacciarti semmai dovessi anche solo puntare verso la riva. E’ vero però che questi demoni non ti fanno mai male veramente, possono minacciare, agitarsi, ma concretamente non possono farti davvero male fisicamente, hanno un unico potere, quello di fare paura. Quando capirai che loro possono solo spaventarti con le loro minacce, ma che non possono farti male fisicamente, sarai libero da loro e dal patto che hai con loro. Quando capirai questo sarai libero di dirigere la barca ovunque vorrai, lasciando che i demoni ti circondino, ti minaccino, ma continuando a portare la tua barca verso la riva perchè loro concretamente non possono fermarti. Devi essere disposto a tenere a bordo questi demoni perchè anche se provi a lottare contro di loro, nella stiva ce ne sono tanti altri che sono pronti a prendere il posto e a minacciarti. Quindi essere disposto a tenerli a bordo mentre tu porti la barca verso la riva! Diamo un nome a questi demoni: sono pensieri, emozioni, ricordi, impulsi, sensazioni, che orientano la nostra vita e che molto spesso ci spaventano e ci lasciano girovagare senza raggiungere mai la nostra meta. Questi pensieri arrivano minacciosi e spaventanti soprattutto in momenti

critici, quando dobbiamo prendere delle decisioni importanti per la nostra vita. Arrivano per avvertirci “Potresti non riuscirci”, “Potresti sbagliare”, “Potresti essere rifiutato”, ci ammoniscono con pensieri negativi, immagini disturbanti, brutti ricordi e una gran varietà di emozioni e sentimenti spiacevoli. Troppo spesso lasciamo che questi avvertimenti ci impediscano di condurre la nostra vita nella direzione che vogliamo darle. E’ importante imparare a lasciare andare i giudizi che la nostra mente dà a noi stessi per non restare imbrigliati. Nel momento in cui arriva un giudizio della nostra mente riconoscerlo e dire a noi stessi ‘in questo momento sto avendo il pensiero che... ‘, poi chiedersi se il pensiero che abbiamo identificato è davvero utile al raggiungimento della nostra meta! Questo può essere già un primo passo per uscire dalla trappola psicologica dell’infelicità all’interno della quale i nostri pensieri giudicanti ci ingabbiano! Suggerisco la lettura di: La trappola della felicità, Russ Harris, Erickson, 2010.


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Nutrizione

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pomodoro di Simona Ruggieri

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è meglio

Tra le altre sostanze presenti, da sottolineare è sicuramente il licopene, un potente antiossidante che svolge un’azione protettiva nei confronti delle malattie degenerative legate ai processi di invecchiamento

ato in America, arriva in Italia solo nel primi anni del 1600, diventando uno dei simboli principi dell’estate: il pomodoro! I pomodori appartengono alla categoria degli ortaggi e si caratterizzano per un gran contenuto idrico, pari a circa il 95%; contengono a mala pena 0,2 grammi di grassi per 100 grammi di prodotto, 1,2 grammi di proteine e circa 2,8 grammi di carboidrati, di cui tutti semplici. La fibra apportata dai pomodori è circa 1 grammo per cento grammi di prodotto e le Kcal sono appena 17! Il pomodoro rappresenta un vero e proprio rifornimento di potassio (290 mg/100 gr), ma tra gli altri minerali annoveriamo anche il fosforo, il calcio, il sodio e le vitamine A e C.

Tra le altre sostanze presenti, da sottolineare è sicuramente il licopene, un potente antiossidante che svolge un’azione protettiva nei confronti delle malattie degenerative legate ai processi di invecchiamento. Il contenuto in licopene è influenzato dal livello di maturazione del pomodoro, nei pomodori rossi e maturi infatti sono presenti 50 mg/kg di licopene, mentre la concentrazione scende a 5 mg/ kg nelle varietà gialle. Per le sue proprietà medicamentose, il pomodoro è consigliato ai costipati, essendo un buon stimolate intestinale, ai diabetici, per la povertà in zuccheri, agli ipertesi, per la scarsa quantità di sale ma il pomodoro è controindicato a chi soffre di acidità di stomaco o a chi è allergico al nickel.

La ricetta del giorno: i pomodori ripieni !

Ingredienti per 6 pomodori: 6 pomodori, 160 gr farro o riso integrale, 20 g parmigiano, aglio, olio, sale, pepe, basilico, un pezzetto di scamorza.

Lavare e asciugare i pomodori, privarli della calotta, scavarli del contenuto e mettere da parte. Frullare il contenuto dei pomodori e poi mettere in padella con olio e aglio e basilico tritato. Lessare il farro e scolarlo al dente, versarlo in una ciotola e aggiungere il contenuto del pomodoro, il parmigiano e il pepe; mescolare bene e riempire i pomodori. Tagliare la provola a dadini e posizionarla al centro del ripieno. Mettere i pomodori in forno caldo a 180°C per almeno 50 minuti e servite caldi! A piacere far dorare le calotte dei pomodori e utilizzarle per chiudere i pomodori prima di servire!


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Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. Henry Cartier-Bresson

fotografia

Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a fotografia@eliodascenzo.it

Autore: Andrea Cusano, 17 anni, studente, Roseto degli Abruzzi Titolo DELL’OPERA: In giro per… luogo: Valencia - Città della Scienza FOTOCAMERA: Canon eos 550D - Obiettivo: Canon ef-s 10-18 mm Parametri di SCATTO: Lunghezza focale: 18 mm Esposizione: Priorità ai tempi (tv) 1/160 sec – f/9 – iso 100 Misurazione: Valutativa

Elaborazione:

Photoshop Camera Raw

di ELIO D’ASCENZO

L’AUTORE RACCONTA... Valencia è una città stupenda, che almeno una volta nella vita bisogna visitare. Mi ha saputo trasmettere molte emozioni. Provare per credere.

consiglio

Valutazione

(strettamente personale)

Composizione: scarsa (non è stata usata la regola dei terzi per far emergere o sottolineare la dinamica visiva dell’immagine) Luce: ottima (i parametri tecnici per ottenere una buona esposizione sono stati rispettati e ben utilizzati). Bilanciamento: scarso (gli elementi visivi non risultano in equilibrio a causa del forte disturbo dell’elemento diagonale nella parte superiore). Movimento: buono (il movimento è implicito all’interno dell’architettura stessa ma è anche favorito dalla presenza della barca, l’occhio quindi tende ad esplorare la foto). Emozione: scarsa (sicuramente il fotografo ha vissuto l’emozione di quell’attimo, affascinato dalla struttura, ma la foto rimane più reportagistica che emotiva). Momento: ottimo (il momento chiave, quello caratterizzato dalla presenza dell’elemento umano in contrapposizione all’elemento architettonico, è stato catturato). Voce/Comunicazione: buona (la foto ispira un’idea di esplorazione, il racconto di un momento di scoperta) Tecnica di esecuzione: ottima (come già spiegato per la luce, i parametri tecnici sono stati ben studiati e utilizzati per ottenere lo scatto al meglio).

Bravo Andrea a utilizzare i parametri di scatto, emergono lo studio della luce e la riflessione sull’ottimizzazione dell’esposizione. Lo scatto risulta quindi tecnicamente giusto, suscita magari poca emozione… Forse con un’altra ottica o un’altra angolazione era possibile creare un immagine più creativa e meno reportagistica. Il consiglio in questo caso, visto la posizione del fotografo e l’attrezzatura a disposizione, è che si poteva esporre la foto non attraverso una misurazione valutativa (che tende ad appiattire l’immagine), ma con una misurazione “spot” sulle alte luci si potevano creare dei giochi di luci ed ombre che avrebbero reso tutto più dinamico (vedi consiglio sotto, nel quale è stato anche realizzato un ritaglio per equilibrare la foto). Dai! Uno scatto al giorno. Provare, creare…


Vittoria

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1 anno

Nel corso della cena di beneficenza all’hotel Bellavista é stata premiata per i sui 50anni di vacanze a Roseto la signora Rosa Rota Di Pietro. Grazie Rosetta per la tua amicizia e la tua bontá, tuo marito Remo ti guarda e ti sorride dal cielo! Con affetto, i tuoi amici rosetani.

Con affetto e simpatia, tanto amore ed energia, un pizzico di gioia e ironia, tanti auguri piccola mia....da mamma, papà e il fratellino Stefano.

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