Eidos news 214 x il web

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Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

ANNO 8 N.214


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FUN, AGILE E TECNOLOGICA

#NUOVA TWINGO

COMING SOON...VENERDI’ 12 SETTEMBRE DALLE 21 IN POI PRESSO IL LIDO LA BUSSOLA “NUOVA TWINGO NIGHT” LUNGOMARE CELOMMI - ROSETO DEGLI ABRUZZI

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ottobre -4/10:tributo a Rino Gaetano ( Osvaldo Bianchi e Luca Mongia) -11/10:bronx duo-world music -18/10:lucky radio -funky/dance & hip hop -25/10:jolly blu - cover band 883 -31/10(venerdi -halloween):accessori anni ‘60 novembre -8/11:cover band Zucchero -15/11:ligalegend- cover band di Ligabue -22/11: trio brasil -29/11: i disperati - rock a billy dicembre: -6/12: pap kan e The kemaan musica senegalese -13/12:pepticon blues -20/12: Gianna love- cover band di Gianna Nannini -27/12 serata GOSPEL.

contrare il gusto di una clientela varia. A questo si aggiunge una vasta scelta di birre artigianali, vini locali prestigiosi e cocktail realizzati con gusto. Il locale è ampio, con una grande sala fumatori al chiuso. Per dare a tutti la possibilità di gustare l’aperitivo senza dover stare al freddo o stretti nella calca. Se poi cercate un’alternativa all’aperitivo, lo staff vi aspetta per il classico caffè, ricco di esperienza, gentilezza e simpatia. E c’è anche la straordinaria occasione di seguire le partire di calcio, per tifare e seguire la vostra squadra del cuore grazie ai maxi schermi.

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Roseto, inchiesta sul concorso per 4 vigili stagionali

E’ scattata dopo la denuncia presentata da uno dei partecipanti al bando che ora vuol vederci chiaro. Troppi dubbi, troppe situazioni anomale secondo uno dei concorrenti che ai primi di agosto ha depositato un esposto ai carabinieri. Gli atti trasmessi già in Procura a Teramo

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l concorso indetto dal Comune di Roseto per l’assunzione a tempo determinato (per i soli tre mesi estivi) di 4 vigili urbani è destinato a passare sotto la lente di ingrandimento della Procura di Teramo. La magistratura si è messa in moto dopo che uno dei partecipanti al bando ha deciso di presentare ai carabinieri una denuncia formale ritenendo il concorso poco chiaro, almeno per quanto riguarda l’attribuzione dei punteggi da parte della commissione. Secondo il ricorrente sarebbero stati assegnati dei punteggi non congrui e comunque con l’intento di agevolare qualcuno ammesso alla prova orale. Nella denuncia depositata ai carabinieri, il ricorrente traccia dettagliatamente l’iter e puntualizza su alcuni aspetti che hanno lasciato forti dubbi, a suo parere, sull’esatta procedura seguita. “In data 09 maggio 2014 il Comune di Roseto degli Abruzzi (TE) ha indetto una selezione pubblica per titoli integrata da colloquio per l’assunzione a tempo determinato di n° 4 agenti di P.M. Cat. C – Posizione economica C1. I concorrenti idonei sono stati convocati in data 3 giugno 2014 per il colloquio previsto dal bando. La valutazione dei titoli, richiesta dai concorrenti in sede di colloquio, non è stata resa nota prima della effettuazione della prova orale (come invece previsto dall’art. 20 del Capo V Criteri di valutazione dei titoli. Adempimento dello svolgimento delle prove). La prova si è svolta a porte chiuse (senza possibilità di presenziare alle prove degli altri concorrenti) e con discutibili criteri di valutazione. Un candidato è stato sorpreso a parlare al telefono (nonostante l’ordine di depositare i cellulari sotto il controllo della Commissione). Poi prelevato da un vigile è stato condotto dalla Commissione, che però non ha proceduto alla sua estromissione dalla selezione. In data 05 giugno 2014 è stata pubblicata la graduatoria finale della selezione, ma si sono

evidenziate sin da subito delle irregolarità sulla attribuzione dei titoli di più concorrenti (per eccesso o per difetto). L’art. 20 del Capo V Criteri di valutazione dei titoli “Adempimento delle svolgimento delle prove” prevedeva l’assegnazione di 0,50 punti per ogni anno, o frazione di anno, di servizio svolto presso gli enti pubblici nella stessa categoria. Dalla verifica, dovuta effettuare personalmente presso gli Uffici Comunali entro 8 giorni dalla pubblicazione della graduatoria finale (il bando non descriveva l’insolita modalità di accesso agli atti), è emerso per che i titoli attribuiti allo scrivente, risultavano incongruenti e sensibilmente inferiori a quanto evidenziato nei documenti presentati. In data 12 giugno 2014 è stata inviata alla Commissione, tramite posta elettronica certificata, una richiesta di accesso agli atti per chiedere la modalità con cui erano stati effettuati i calcoli relativi all’attribuzione dei punti e contestualmente la revisione dei titoli di tutti i concorrenti. In data 1° luglio 2014 il Presidente della Commissione invia la Determina e rigetta le richieste, adducendo una motivazione non plausibile, in merito alla sola attribuzione dei titoli di personale competenza. Il Presidente asserisce che non sarebbero stati indicati inizio e fine dei periodi lavorativi. Tuttavia nel bando non venivano richieste le date di inizio e fine servizio; nella domanda di ammissione predisposta dall’Ente sono stati regolarmente indicati sommariamente gli anni in cui è stato prestato il servizio presso Enti pubblici. Paradossalmente, nel caso di specie, avrebbero dovuto assegnare il massimo dei punti attribuibili; nel Curriculum Vitae allegato alla domanda di ammissio-

ne, valido quale autocertificazione, sono stati specificati analiticamente i mesi e le frazioni di mese di servizio prestato. L’attribuzione dei punti (errata) dimostra chiaramente, in antitesi a quanto asserito dal Presidente, che i periodi di servizio sono stati ritenuti dimostrati dalla Commissione, in quanto la loro specificità è elencata nel Curriculum. In data 06 luglio 2014, non avendo avuto risposte valide in relazione alle perplessità sulle procedure applicate, si provvedeva a formulare un ulteriore invito alla Commissione Giudicatrice, per ribadire la necessità di conoscere le modalità di attribuzione dei titoli di TUTTI i concorrenti e verificare la correttezza delle procedure applicate. In data 28 luglio 2014 il Presidente si limitava a inviare due verbali, non esaustivi, senza produrre spiegazione alcuna, alle ripetute e numerose richieste avanzate. Apparendo evidente il comportamento antigiuridico segnalato, rilevando una immotivata discriminazione perpetrata attraverso le irregolarità evidenziate, tese a favorire alcuni candidati e a precludere ad altri la possibilità di lavorare anche nei prossimi anni, si chiede che la Procura verifichi quanto esposto, diffidi la Commissione a verificare la correttezza delle procedure e a sanare le anomalie riscontrate e valuti se nello stesso tempo emergano anche violazioni della legge penale (individuando, se del caso, anche i responsabili) non potendosi tollerare un simile plateale comportamento, nel rispetto della legalità e della giustizia, della trasparenza e della correttezza degli atti e della tutela dei diritti dei lavoratori”. Insomma per qualcuno i conti non tornano. Ma chi ha presentato denuncia ai carabinieri sul concorso per vigili a Roseto potrebbe non essere solo. Altri concorrenti esclusi hanno avuto dubbi sulla regolarità dello stesso e c’è chi potrebbe presentare a breve un altro esposto in Procura per verificare eventualmente se vi siano state delle irregolarità.


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Salve

le cooperative di Roseto Non ci sarà il taglio del 5 per cento che l’ufficio economato avrebbe voluto applicare nell’ambito della spending review. La decisione è maturata dopo che l’assessore Alessandro Recchiuti si era opposto e aveva minacciato persino le dimissioni se fossero stati ridotti i fondi destinati alle attività di natura sociosanitaria e assistenziale. Se fosse passata la linea della riduzione dei costi le coop avrebbero dovuto ridurre personale e servizi di Manuela Martella

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’appello delle cooperative che prestano servizio per conto del Comune di Roseto è stato accolto. La Giunta Municipale, infatti, ha disposto che non venga applicata la riduzione del 5 per cento delle somme destinate alle coop e di rispettare i contratti esistenti che riguardano i servizi di natura sociosanitaria ed assistenziale. Il provvedimento blocca di fatto l’azione degli uffici economato del Comune che avevano avviato una ricognizione stabilendo un taglio del 5 per cento in applicazione di una norma inserita dal Governo centrale nel piano della spending review. Norma che tuttavia non prevedeva alcuna obbligatorietà, aspetto su cui si è battuto l’assessore ai servizi sociali Alessandro Recchiuti. Il taglio del 5 per cento avrebbe

significato per le coop rosetane riduzione del personale e delle prestazioni. “Se avessimo applicato la riduzione”, spiega Recchiuti, “saremmo andati incontro ad una inevitabile riduzione anche della quantità e della qualità di servizi che sono essenziali e spesso destinati alle fasce più deboli della popolazione. Oltre al rischio di una perdita di posti di lavoro nel settore dei Servizi Sociali”. La decisione presa dall’amministrazione è un vero e proprio atto di

indirizzo destinato agli uffici competenti per stabilire che la riduzione del 5 per cento non venga applicata ai servizi di natura sociosanitaria ed assistenziale. “E’ senza dubbio un risultato importante”, ha aggiunto l’assessore, “Abbiamo ascoltato il grido d’allarme lanciatoci dalle cooperative e abbiamo deciso di intervenire, consci dell’importanza strategica che questi servizi rivestono. E’ stata compresa fortunatamente la preoccupazione che avevo evidenziato nei giorni scorsi, che non era frutto di un disaccordo con la struttura comunale, ma la necessità di rimarcare come un settore così delicato non potesse essere investito della scure che il Governo, in maniera insensata, aveva deciso di applicare a tutti i settori. Andava fatta un’analisi da parte del Governo centrale e non decidere tagli insensati”.


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L’

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Clima balordo estate da dimenticare e nuova erosione

Le ripetute piogge nei mesi di maggio, giugno e luglio hanno fatto storcere il muso a molti operatori turistici che speravano in un settembre più caldo. E invece l’arrivo di Elettra, perturbazione scesa dall’artico puntuale come un orologio Svizzero, ha decretato la fine della bella stagione. Crollo delle temperature e soprattutto mareggiate che hanno riproposto il fenomeno erosivo

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uella del 2014 non sarà di certo un’estate da incorniciare, almeno per quanto riguarda le condizioni climatiche. Oltre 40 giorni di piogge complessive hanno penalizzato notevolmente gli operatori turistici locali. E chi sperava in un avvio di settembre tipicamente estivo è stato subito smentito dall’arrivo della prima perturbazione artica a cui è stato dato il nome di Elettra. Freddo, pioggia, vento e mareggiate hanno di fatto decretato la fine della bella stagione. La mareggiata dei primi due giorni di questo mese ha inoltre costretto i titolari di molti chalet, soprattutto a Cologna Spiaggia e a Roseto sud a togliere anzitempo ombrelloni e sdraio dalle prime due file con le onde che peraltro hanno raggiunto in alcuni casi anche la quinta fila. Una situazione che ha riproposto il problema dell’erosione. E’ bastata infatti la prima vera mareggiata per far tornare a parlare gli operatori turistici locali, seriamente preoccupanti in vista della prossima stagione fredda.

“Abbiamo dovuto togliere due file di ombrelloni”, ha spiegato Ernano Perletta, titolare del Lido Lo Squalo, “perché il mare avrebbe spazzato via. Le onde hanno raggiunto la quinta fila, a conferma che qui se non si pone riparo avremo di nuovo la spiaggia inghiottita a causa di mareggiate ed erosione”. Il problema interessa tutto il litorale colognese. In alcuni casi sono state smantellate del tutto le zone di ombreggio per evitare il peggio. Le onde hanno invaso anche il piccolo spicchio di arenile dinanzi al camping Marino, sempre a Cologna, dove lo scorso inverno le ripetute mareggiate di grecale cancellarono la strada di accesso. Il titolare, difatti, prima della stagione estiva ha dovuto ricostruire a proprie spese un passaggio alternativo all’ingresso principale che si trova in via degli Acquaviva. “E’ stata una stagione balorda per via di condizioni meteo non eccezionali”, prosegue Perletta, “quello che adesso chiediamo all’amministrazione comunale di Roseto è di realizzare quelle opere programmate già per la scorsa primavera e che prevedono il potenziamento delle scogliere esistenti e la chiusura dei varchi”. La mareggiata di questi giorni si è fatta sentire anche nella zona sud di Roseto. Anche qui è previsto un intervento importante antierosione che consiste nel potenziamento delle scogliere soffolte. Il ripascimento morbido ha dato scarsissimi risultati e il problema dell’erosione non è stato affatto attenuato. Ecco perché gli operatori turistici colognesi e rosetani sperano che le opere antierosione possano essere realizzate prima che si entri nella piena stagione invernale. Nei giorni scorsi l’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari ha contattato la Regione per conoscere a che punto sia la gara di appalto. E dalle ultime notizie sembra che ad ottobre finalmente partiranno i lavori, finanziati coi fondi Fas per un importo di 3milioni e 740mila euro.


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DA

ROSETO PER L’AQUILA I due rosetani Gabriella Sperandio e Giannicola De Antoniis vincono il concorso internazionale “Off Site Art”

Off Site Art” è il Progetto promosso da ArtBridge, organizzazione no-profit di New York per la valorizzazione dell’arte e dei patrimoni culturali che trasformerà il centro storico dell’Aquila in una galleria d’arte al cielo aperto con l’obiettivo di creare dei benefici nel presente di questa città disgregata, occupando le impalcature dei cantieri del centro storico e trasformandole in muri di una grande galleria d’arte all’aperto, davanti ai quali è possibile soffermarsi e stupirsi, conoscere e riflettere. Immagini dove lo sguardo può correre e perdersi. Non certo per scappare dalla realtà, ma, al contrario, per poter gioire del presente. 1200 artisti emergenti italiani hanno partecipato alla sfida call for art lanciata dall’organizzazione newyorkese “Off Site Art” compilando il form e inviando le immagini di massimo

cinque opere d’arte, accompagnate da un unico messaggio di 140 caratteri. La commissione scientifica internazionale di altissimo livello, composta da Ida Panicelli (curatore alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma critico d’arte e direttrice di Art Forum) Cecilia Alemani (direttrice del programma di arte pubblica dell’High Line Art di New York) Cecilia Guida (Presidente della Fondazione Pistoletto) Giuseppe Lignano (professore di architettura e progettazione urbana alla Colombia university di New York) ha selezionato le immagini da stampare sui teli in PVC che ricopriranno tutte le impalcature dei cantieri pubblici e privati de l’Aquila grazie ai contributi de l’ANCE Abruzzo, Il Comune, l’Università e il Gran Sasso Science Institute. Ciascuna opera su tela rimarrà esposta fino a conclusione del restauro del singolo edificio creando un vero museo a cielo aperto nella città e accompagnando simbolicamente, passo dopo passo, la rinascita della città nella fase transitoria della ricostruzione. Tra i 1200 artisti emergenti italiani ne sono stati selezionati 19 le cui opere saranno esposte a l’Aquila. E tra questi i due artisti emergenti rosetani Gabriella Sperandio e Giannicola De Antoniis molto apprezzati sia per le idee che hanno proposto sia per il messaggio insito nelle loro opere in cui arte contemporanea e musica si uniscono per creare un ponte verso un futuro pieno di speranza, che dall’oscurità della terra conduce fino alla luce, che un giorno si spera possa illuminare di nuovo l’anima di chi ha smesso di sognare e di credere nella città del terremoto che per i due concittadini “è una città che ha tutto e può ambire al suo grande riscatto, perché se si parte dalla cultura questo riscatto è possibile e non sarà più solo un sogno”.

Una delle 5 immagini dei 2 rosetani

Una delle 5 immagini dei 2 rosetani

Prime immagini già montate


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Politica

I politici italiani? Potrebbero dare uno sguardo in Islanda Nello Stato nord europeo si sono inventati una cosa molto innovativa: hanno preso 950 persone comuni, a cui è stato affidato il compito di riscrivere la Costituzione. Un’idea esportabile pure da noi? di William Di Marco UN SISTEMA ALLO STREMO - Ci risiamo con alcune accuse che abbiamo più volte scritto su queste colonne: possono essere ripetitive, ma, guardando a fondo, non lo sono affatto. Il nostro sistema politico è veramente allo stremo e non ha la forza per rigenerarsi. La situazione è così piena di incrostazioni che ormai in tantissimi sono sfiduciati e parlano di condizione quasi irrecuperabile. Alcuni commentatori di peso su importanti quotidiani sottolineano apertamente di una “necessaria rivoluzione” o addirittura di una “dittatura morbida” per venire a capo della canzone. Tutto ciò denota - guardando in realtà la congiuntura senza paraventi di convenienza partitica o corporativistica - come siamo a un punto di frizione veramente pericoloso. Il perché lo abbiamo analizzato spesso e alle molteplici storture si è aggiunta una crisi economica e finanziaria che sta fiaccando quel ceto medio così determinante a reggere l’ossatura produttiva del nostro Paese. OCCORRE UNA SCOSSA - Pertanto occorrerebbe una virata decisa per invertire un andazzo deprimente e questa politica non è per niente attrezzata a impostare un reale cambiamento. Certo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha un piglio diverso, anche una marcia in più (come scritto sull’ultimo numero di Eidos), ma appartiene a un apparato che può produrre trasformazioni di facciata e nulla di realmente necessario per la nostra Italia. La dimostrazione è la modifica del Senato (l’iter è ancora lungo e si concluderà con un referendum molto incerto). Intanto abbiamo sottolineato come se il centro-sinistra (Pds e Margherita) avesse appoggiato la riforma più articolata e meglio impostata del 2005, oggi avremmo già le due Camere non più paritetiche, più snelle e con meno parlamentari. Avremo avuto un governo e un premier più forti, con la certezza di una “sfiducia costruttiva”,

capace di eliminare i salti nel buio. Ma in quel momento una scelta ideologica fece sì che le cose saltassero attraverso un referendum, cavalcando lo slogan del tanto peggio, tanto meglio. Oggi, invece, la riduzione del Senato da 315 più i senatori a vita a soli 100 membri in totale sembra chissà quale risultato, mentre è solo un obbrobrio di riforma. I nostri rappresentanti non saranno più eletti, bensì nominati dai Consigli Regionali, non si sa quale ruolo avranno, non abbatteranno i costi della politica, poiché la stragrande maggioranza delle spese le assorbe il mantenimento della Camera alta del nostro sistema. È vero che è meglio questa riforma sgangherata (almeno per quanto riguarda l’eliminazione del cosiddetto “bicameralismo perfetto”) rispetto a come è l’attuale situazione, ma quando si partorisce qualcosa per accontentare principalmente i partiti, non si va da nessuna parte. NESSUNO TAGLIA IL RAMO DOVE È SEDUTO - Bisogna partire da un nuovo modello di Costituzione per modificare tutto ciò che oggi appare immodificabile. Basta con le due Camere che si sovrappongono, basta con l’attuale architettura del Titolo V che tanti danni ha fatto nel campo delle false autonomie territoriali. Basta con una legge elettorale non chiara. Occorrono coraggio e determinazione, dove il voto popolare diretto sia il primo passo per ridare centralità alla gente e per sapere chi realmente comandi, per un certo periodo di tempo, una volta per tutte. Che si elegga direttamente il Presidente della Repubblica, il quale possa formare un suo governo. Ma ovviamente per fare tutto ciò occorrono uomini nuovi e diversi, non necessariamente giovani, ma certamente non coinvolti con questo sistema, che sbrigativamente e senza offese chiameremo “romano”. L’ISLANDA HA AVUTO UN’IDEA - In Islanda (un Paese piccolo rispetto al nostro, ma certi esperimenti possono essere adatta-

ti), dopo circa settant’anni in cui la politica ha tergiversato sui cambiamenti della Costituzione ereditata dalla Danimarca e datata 1874 (l’isola è stata una colonia di quest’ultima fino al 1944), ha fatto una cosa veramente innovativa. Nel 2010 fu convocata un’assemblea costituente formata “da 950 cittadini islandesi, scelti a caso dal registro nazionale, rispettando il principio di equa rappresentanza di sesso, età e provenienza territoriale”. A quel punto il gruppo ha iniziato a lavorare per poi portare a completamento un lavoro molto articolato, sottoposto a referendum nel 2012. Non tutto è filato liscio e la partecipazione della gente non è stata così massiccia, tuttavia il principio “popolare” ha funzionato, soprattutto perché l’assemblea era formata da gente comune che spesso ha le idee più chiare dell’apparato politico e burocratico. Un esempio eclatante in Italia lo si può ripescare nel referendum per l’elezione diretta del sindaco. Se fosse stato per la politica avremmo ancora il primo cittadino frutto di giochi equivoci nell’ambito del Consiglio comunale: oggi invece è il popolo che decide. Sono anni che diciamo che dall’interno la politica “romana” non può mutare: gli enormi privilegi e la connivenza con le alte sfere dei burocrati non porterà mai a nessun cambiamento reale e incisivo. Mentre un’assemblea dal basso, con giovani e persone non coinvolte con l’apparato dirigenziale esistente, potrebbe fare molto meglio. Buttiamo il cuore e la testa un po’ oltre i nostri confini. E se possibile, facciamoli arrivare in... Islanda.


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L’O.? CHE EPIFENOMENO, BELLEZZA!

di MARIO GIUNCO

La nuova letteratura rosa. Tra eros, trasgressione e i classici del pensiero. Con le dovute “sfumature”. A portata di tutte le tasche A Valerio Bianchini, allenatore-filosofo del basket di sempre.

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n piccolo inserto, riquadrato in rosa, nelle pieghe della rivista. Invita alla lettura, in punta di piedi, come fa chi spia dal buco di una serratura. Così si presentano le pagine di “Sperling Privé”, firmate da un noto editore, che bandisce anche l’omonimo concorso per aspiranti scrittori. Inserti un tempo cellofanati e in periodici per uomini soli oggi si trovano, a prezzi modici, su “TuStyle”. Accanto ai consigli di bellezza, le prelibatezze culinarie e le novità della moda. L’eros senza frontiere. Evolve il senso comune del p. Tutto ciò che potea la lingua nostra è qui mostrato a volte con manzoniana verecondia, più spesso con anatomica e fisiologica precisione. Non una parola di troppo, solo qualche erroruccio veniale da matita rossa. Il compito di uno studente di liceo. Che conosce le fonti e i passi canonici: l’”Amante di Lady Chatterley” (1928) di David Herbert Lawrence, inno alla vita ecologicamente salutare, governata da sensibilità e tenerezza, specie se si abbandona il marito paralizzato per il robusto guardiacaccia (l’autore scriveva di sé, del proprio tormento di uomo tradito), “Emmanuelle” (1967), tutte le “Sfumature” nelle diverse tonalità cromatiche, con appena un tocchettino di “Histoire d’O” (1958), il sadomaso non guasta mai. E con qualche incursione filosofica, Hegel e gli idealisti tedeschi in primis. Ma senza un filo di ironia. Il pallido ortaggio della Littizzetto se ne sta da parte, venduto in separato plico, a prezzi di mercato. Un racconto? La protagonista si chiama Antonella, trentotto anni, avvocato di successo, determinata e cocciuta. E’ appoggiata alla scrivania del suo studio, accanto a una pianta di ficus benjamina, dono della migliore amica. “Sudata e ansimante, quasi con le lacrime agli occhi e incredula di tutto. Perfino di se stessa. Ma era successo e non poteva negarlo. Poteva non pensarci, ma tutto era indizio che fosse successo davvero: i capelli in disordine, la camicetta slacciata e le mutandine di pizzo nero lì, sulla moquette del suo studio in Piazza di Spagna”. E’ l’incipit di “Un innocente peccato” di Beatrice De Carli, di cui non è dato sapere né sesso, né nome vero (solo una vaga assonanza con l’Andrea De Carlo, romanziere di recente passato al servizio pubblico in tarda notte, famoso per sbattere in faccia, in perfetto stile inglese, il testo da lui rifiutato ai malcapitati concorrenti della trasmissione ‘Masterpiece’: il che potrebbe essere pure titolo di merito, detto sottovoce). Inizia subito un lungo flashback, come nemmeno in “Viale del tramonto”, il capolavoro di Billy Wilder. Conosciamo meglio la protagonista. Tutto quello che fa è già definito, tutto quello che indossa è firmato. Pubblicità da saldi di fine stagione, ma anche segno di non sopite angosce. Come sempre. “Era determinata e metodica, odiava i ritardi e le imprecisioni. Si alzava ogni mattina alle 6,30, faceva un

quarto d’ora di yoga, una bella doccia e apriva la sua infinita cabina armadio alla ricerca di un tailleur. ‘Solo’ tailleur, preferibilmente Prada nero o blu, ma anche Armani, e camicette in seta bianche o celesti di Armani o Jil Sander. Pump con il tacco nere o beige ‘solo’ Jimmy Choo. E le borse erano Chanel, ‘solo’ Chanel. Un assortimento che tradiva l’intenzione di essere sempre e ‘solo’ la stessa Antonella, con rarissime variazioni sul tema. Era il suo modo di essere ricca. Di ricordare a se stessa, ogni mattina, ogni volta che si guardava allo specchio, che ce l’aveva fatta. Era lontana quella ragazza che guardava le sue compagne ricche e viziate, e che sognava una borsa Naj-Oleari ma, non potendola avere, fingeva con tutti di disprezzarla”. L’avvocato è turbata, perché ha già commesso l’innocente peccato del titolo. Anzi è plurirecidiva. Ha preso una sbandata per il figlio di un ricco cliente (non per il padre, che pure era a portata di mano e non avrebbe certo sfigurato), un giovane impunito – Leone di nome e di fatto – che “fuma” a tutto spiano e si trova ristretto a Rebibbia, carcere anche chic, per furto con scasso. Cosuccia da niente e infatti uscire è un gioco, tanto paga papà. Ma qui scatta la scintilla. Antonella tituba un po’: “Un ragazzino, uno che oggi non mi chiamerà e non mi inviterà a cena. Ma il problema vero sta nel fatto che io…io…vorrei che lo facesse”. Più stringata, ma con pari intensità psicologica, la Zerlina mozartiana, insidiata da don Giovanni: “Vorrei e non vorrei…/ Mi trema un poco il cor…/ Felice, è ver sarei; / Ma può burlarmi ancor”. Le dà coraggio l’amica del cuore: “Non tutti gli amori sono destinati ad essere felici e duraturi. Se ci pensi bene, alla fine delle favole si dice sempre che ‘vissero felici e contenti’, ma da nessuna parte si specifica ‘insieme’. Concedimi il beneficio del dubbio: non è detto che il grande amore sia per sempre”. Carpe diem, insomma. E la sventurata rispose. Dopo il dubbio metodico. “Leone la strinse a sé, le riavviò i capelli e poi la adagiò sulla poltrona. Lei gli sorrise sentendosi così strana, tutta sottosopra e capì che la notte era appena iniziata. ‘Sono calmissima, ma festeggerei l’epifenomeno con un bicchiere di vino’. Lei aveva qualcosa da festeggiare, iniziava a dare i nomi alle cose, forse dovette sentirsi in quel modo Eva la prima volta che fece l’amore con Adamo, quando decise che quello si chiamava piacere e il frutto dell’unione era un orgasmo”. E come non pensare a Valerio Bianchini che, senza scomodare illustri progenitori, definì la conquista di un titolo sportivo un epifenomeno positivo. Tornando ad Antonella, si capisce che pure lei ci cascherà. Infatti, dopo averla introdotta nei paradisi della droga, dopo qualche eroico amplesso, che non è il caso di descrivere minutamente - casta sia la pagina - Leone se ne va, come era entrato (nella sua vita). Un’ultima botta e via. Quella descritta all’inizio, vicino alla finestra che dà su piazza di Spagna. E alla pianta di ficus, prossima anche quella ad avvizzire.


IE CUR IOSIZ Notizie)

(tra Curiosità &

13 a cura della redazione Cerchi Concentrici Promotor

Perché VIA F.lli Rosselli A CAMPO A MARE si chiama così?

Da sin. Carlo e Nello Rosselli Stiamo alla penultima via di Campo a Mare Inferiore, che in questi mesi abbiamo esaminato. Quella in questione si snoda dalla piazza principale, Aldo Moro, per confluire in via Einaudi. I fratelli Carlo (Roma, 16 novembre 1899 / Bagnoles-de-l’Orne, 9 giugno 1937) e Sabatino detto Nello Rosselli (Roma, 29 novembre 1900 / Bagnoles-de-l’Orne, 9 giugno 1937) furono due importanti figure di politici, giornalisti e attivisti dell’antifascismo italiano. Vissero a lungo in esilio a Parigi e furono uccisi a Bagnoles-de-l’Orne il 9 giugno 1937 da formazioni locali di estrema destra, molto probabilmente su ordine proveniente dai vertici del fascismo. Residenti a Firenze in una casa in via Giusti, appartenevano a una famiglia agiata. Nel giugno 1937 Carlo soggiornò per delle cure termali a Bagnoles-de-l’Orne. Qui fu raggiunto dal fratello Nello, che

aveva ottenuto il passaporto nel maggio 1937, su intercessione di Gioacchino Volpe (probabilmente in buona fede) con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare, attraverso Nello, al rifugio di Carlo. Il 9 giugno i due furono uccisi da una squadra di “cagoulards”, miliziani della “Cagoule”, formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano. I fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino di Père Lachaise, ma nel 1951 i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel Cimitero Monumentale di Trespiano, nel piccolo borgo omonimo, comune di Firenze, sulla via Bolognese. Nello stesso cimitero sono sepolti anche Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Spartaco Lavagnini. (InfoWeb)

La copertina del primo numero di Controcolpo di settembre 1989 A Roseto l’editoria ha avuto sempre un preciso spazio, settoriale o generalista che fosse. Nel settembre del 1989 (venticinque anni fa) usciva nella edicole rosetane come copia omaggio - ancora non si chiamavano free press come i giornali gratuiti vengono appellati oggi - il primo numero di “Controcolpo”. L’editore rispondeva al nome di Raffaele Longo, mentre il direttore responsabile portava la firma di Vincenzo Angelico, un binomio che troveremo anche in altre iniziative del settore. Registrato presso il Tribunale di Teramo con il numero 288 del 17-7-1989, aveva la fotocomposizione curata da “Linea Maginot”, la stampa affidata al “Centro Stampa Morlacchi” e i disegni erano di Nino Sorgi.

Per l’apertura di pag. 2 e 3 c’erano tre articoli: il primo con gli auguri del sindaco Claudio Angelozzi, poi l’editoriale “Per l’avventura” di Vincenzo Angelico e infine “Roseto sì, Roseto no” di Raffaele Longo. In questo primo numero diversi interventi avevano un’impronta ironica e sarcastica, con pezzi sulla politica locale, sulla delinquenza e droga, sul Circolo Filatelico, sui pensionati e la sede che non c’è, sullo sport locale, sul Presidente della Provincia Dino Di Giuseppe, sul Piano Regolatore, sull’Atp e con, infine, una rubrica chiamata “Piccola Città”. A pag. 8 era riportato un articolo dal titolo “Grancalderone”, in cui campeggiava la firma di un carissimo amico e collaboratore della nostra testata: Luigi Braccili.


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E I Z I S O I R U C Notizie)

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(tra Curiosità &

Roseto per la Palestina In seguito all’operazione militare israeliana “Margine Protettivo”, cominciata l’8 luglio 2014 ai danni del popolo palestinese, numerosi enti italiani si stanno attivando per fornire aiuti umanitari alle vittime di guerra. Secondo i dati forniti dall’ONU, il conflitto ha prodotto all’oggi 2.141 vittime palestinesi e circa 11 mila feriti che si contano soprattutto tra civili e bambini, oltre alle migliaia di

sfollati e alla devastazione di infrastrutture e di interi quartieri nella striscia di Gaza. La città di Roseto degli Abruzzi ha preso parte attiva alle iniziative umanitarie in favore delle vittime, costituendo il comitato Roseto per la Palestina. La provincia di Teramo, insieme al comitato rosetano, ha promosso una raccolta di farmaci da inviare a Gaza durante la riapertura dei valichi di fron-

tiera. L’iniziativa converge con la raccolta nazionale effettuata dall’associazione Music for Peace, da sempre a sostegno e supporto del popolo palestinese. Entro lunedì 8 settembre è possibile collaborare, acquistando prodotti ospedalieri come antibiotici a largo spettro, acido tranexamico, antidolorifici, antinfiammatori, garze, siringhe, bende, cerotti e disinfettanti presso le farmacie che hanno aderito all’iniziativa umanitaria: farmacia Chicco, farmacia Candelori, farmacia Dott. Mannella di Campo a Mare, ex comunale. (Emanuela Collevecchio)

Un successo la II edizione di “Versi verso il mare” 2014 Grande richiamo di pubblico per la rassegna letteraria Versi verso il mare 2014 dal titolo “Tratti di luna nella Letteratura Italiana e il Canto terzo del Paradiso”, che si è tenuta martedì 19 agosto, presso il Lido Costa Est di Roseto. L’iniziativa, giunta ormai alla sua seconda edizione, grazie alla collaborazione della prof.ssa Maria Antonietta Tavani, e dopo un primo evento animato dai celebri versi del poeta Eugenio Montale, è stata dedicata quest’anno alla luna, la dea della notte. Un percorso suggestivo e raffinato ancora una volta tracciato dal prof. Luigi Ianni, che ha guidato il pub-

blico alla scoperta e alla comprensione degli aspetti più significativi e reconditi della luna nella Letteratura Italiana: dalla novella pirandelliana “Ciàula scopre la luna”, con excursus che hanno toccato il poeta Giovanni Pascoli e la celeberrima aria “Casta Diva”, tratta dalla Norma di Bellini, per approdare infine al terzo canto del Paradiso dantesco. Un omaggio alla donna, con la poesia “Amai” di Umberto Saba, è stato il finale a sorpresa di una serata all’insegna dell’autentica conoscenza. (Biancamaria Di Domenico)

È morto Adel Smith, ospite nel 2004 della Settimana della Fratellanza Adel Smith

Lo scorso 22 agosto è morto all’età di 54 anni Adel Smith, che ebbe una certa notorietà nazionale nei primi anni della decade scorsa per la sua battaglia contro il crocefisso e la presenza di simboli sacri negli edifici pubblici, comprese soprattutto le scuole, ma anche le aule giudiziarie, gli ospedali, i seggi elettorali. La sua protesta culminò con il lancio di un crocifisso dalla finestra dell’ospedale dell’Aquila. Fu ospite a Roseto nel corso delle conferenze della IV Settimana della Fratellanza. Ebbe un lungo confronto - nell’ultima delle quattro giornate

Da sin. Adel Smith e Franco Bottoni

della manifestazione, esattamente il 20 settembre 2005 - con padre Franco Bottoni, allora sacerdote della parrocchia del S. Cuore e responsabile del Centro Giovanile. I due si misurarono in un dibattito pacato e civile, senza che Smith fece emergere le posizioni intransigenti, che spesso gli erano valse le critiche sia del mondo religioso sia di quello laico e aconfessionale.


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CUR IOSIZIEizie)

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Not (tra Curiosità &

I “ragazzi di una volta” (14) Giovani rosetani su una barca a vela Il legame con il mare dei rosetani è proverbiale. Da un lato la marineria e dall’altro l’attrazione turistica ha fatto sì che nella località adriatica si apprezzassero le imbarcazioni di diverso tipo, grazie anche al porticciolo e alle gare di “offshore” degli anni ‘60. I giovani, quindi, appena c’era l’opportunità, si cimentavano con le barche, nel caso specifico a vela. È quello che vuole rappresentare questa foto degli anni’40, in cui quattro ragazzi rosetani cercano una posa attraente, forse poi da donare alle giovani villeggianti provenienti dalle città. In alto sull’albero maestro Attilio Lamolinara; in basso da sin. Mario Di Leonardo (‘Ndi lu sartor’), Reno Marini e Silvano Rega.

È uscito Chorus di luglio in formato doppio Il n° 40 di Chorus è in edicola, questa volta con le pagine raddoppiate: non solo quattro facciate, bensì otto. Sono gli approfondimenti legati al prossimo evento della XIII Settimana della Fratellanza che ha richiesto più spazio. L’editoriale che apre la rivista è: “La questione mediorientale non va presa affatto sottogamba”, in cui si specifica Oggi non possiamo nascondere che le problematiche legate al Medio Oriente, invece di essere risolte, sono andate via via peggiorando, senza che ancora non si intraveda una reale soluzione. Bisogna dialogare ancora, ma anche essere fermi sul concetto di reciprocità. Di seguito Paolo Nocelli scrive che “L’Abruzzo deve già investire sul cicloturismo” per poi specificare che Il Corridoio Adriatico e la Ciclabile del Vomano potrebbero già partire, guardando certamente ai grandi progetti, ma facendo diventare realtà già quello che esiste. La studentessa Laura Rapali, invece, si sofferma su “Chi comanda davvero in Italia? Il ruolo della malavita organizzata”. L’appeal

della mafia è purtroppo innegabile, laddove riesce ancora ad attirare nella propria rete sciagurata tantissimi giovani che alle volte vi aderiscono perché, nei quartieri disagiati in cui vivono, non hanno un’alternativa. Il rosetano Manlio Gian Maria Puliti pubblica l’introduzione della sua tesi di laurea in Ingegneria Elettronica discussa presso l’Università di Pisa, in cui spiega quali sono gli ultimi studi su un materiale che cambierà la vita a molti di noi: il grafene. Infine il giornalista Ugo Centi spiega che cos’è “Il turismo che non… viene!” per poi porsi una domanda: Di che turismo ha bisogno Roseto. È difficile dirlo, anche se è indubbio che qualcosa di nuovo bisognerebbe inventare... Il giornale è disponibile: a) sul sito www. williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 40; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a chorus@williamdimarco.it.


CI PIACE

Chi sporca dovrà comprare alberi per la città A Pineto il Comune sta per approvare un regolamento che obbliga i cittadini sporcaccioni, sorpresi ad abbandonare rifiuti in strada o in campagna, ad acquistare un albero per abbellire la città. L’idea è al vaglio degli amministratori ed è stata lanciata dal sindaco Robert Verrocchio e dall’assessore all’ambiente Laura Traini. Nonostante la raccolta porta a porta sia operativa da circa 8 anni (Pineto è stato uno dei

NON CI PIACE

A contrada Spinaci strade in stato di degrado Continuano ad esserci strade in stato di degrado e di abbandono come testimonia la foto che identifica Contrada Spinaci, sita nella frazione di San Giovanni. I residenti si lamentano da tempo per lo stato in cui si trova la strada, la quale crea molti disagi a pedoni e veicoli che ogni giorno si trovano a passare in un tunnel di alberi, erbacce ma anche rifiuti di ogni genere, oltre al fatto della presenza di buche, mancanza di asfalto, in alcuni tratti, e di un impianto di illuminazione inadeguato, impedendo così una guida sicura. (Talisa Feliciani)

primi Comuni in Abruzzo a dotarsi di questo servizio) c’è chi ancora oggi scarica il proprio pattume a ridosso delle strade. Materassi abbandonati, mobili, e anche pezzi di eternit scaricati a cielo aperto. Ma d’ora in avanti guai per gli incivili. Oltre a multe salatissime (sino a 500 euro) si dovrà fare carico anche dell’acquisto di un albero che verrà poi sistemato in uno dei tanti spazi pubblici presenti sul territorio pinetese. Una iniziativa sicuramente lodevole.


Disfarsi del vecchio computer mandandolo al macero? Un peccato perché c’è chi potrebbe rigenerarlo e metterlo a disposizione degli utenti della ludoteca di Montepagano. L’appello a non gettare i vecchi pc nella spazzatura è dell’associazione “Girotondo”, la stessa che gestisce la ludoteca. La simpatica iniziativa viene promossa in questi giorni attraverso facebook con un appello accorato da parte dei responsabili dell’associazione

che sono appunto in cerca di pc ormai non più utilizzati perché sostituiti da nuove macchine. Computer che però potrebbero tornare di nuovo utili. Un modo carino, inoltre, di aiutare l’associazione che mantiene vivo l’impegno nella ludoteca. Quanti ragazzi hanno a casa un vecchio computer (magari neppure tanto vecchio) ma che non viene più utilizzato perché superato dalle nuove tecnologie? Ebbene, regalatelo alla ludoteca…

CI PIACE

Donate i vostri vecchi computer alla ludoteca di Montepagano

Dare sempre la colpa alle amministrazioni comunali per la presenza del territorio di micro discarica non è del tutto giusto. Le responsabilità dell’Ente sono forse quelle di non provvedere immediatamente alla bonifica delle aree. Ma di certo i maggiori colpevoli siamo noi cittadini, tutti quanti, sia di chi abbandona i rifiuti per strada, sia di chi pur essendo testimone di questo scempio, non denuncia il fatto agli organi competenti. In zona Borsacchio da mesi è abbandonato un vecchio elettrodomestico. A Roseto, nella zona dell’autoporto c’è un punto di raccolta e stoccaggio dei rifiuti

ingombranti e il conferimento è gratuito. Cosa costa raggiungere questa zona, anziché disfarsi dei rifiuti scaricandoli a ridosso di un fossato o sul ciglio della strada? E’ una vergogna! C’è poi la questione spiaggia. In questo caso forse la responsabilità dell’Ente è maggiore perché i rifiuti sono stati accumulati in un punto dell’arenile per fare in modo che poi la ditta incaricata li portasse via. Ma dal mese di luglio e con l’estate ormai conclusasi peggio di come era iniziata, nessuno ha fatto in modo che quel cumulo venisse portato via.

INFORMATIV A PER I CITTADINI

AR

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto. Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito. Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti. La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

Antonio Ruggieri S.r.l.

Via Brasile Zona Ind.le Voltarrosto - Rosrto Ufficio 085-8932081 . Fax 085-8932769 Info. 338-8602828 - e-mail antonioruggierisrl@gmail.com

NON CI PIACE

L’abbandono dei rifiuti, un gesto di inciviltà!


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Roseto città turistica?! - Che bello amore mio! È trascorso un anno faticoso, pieno di impegni familiari e di responsabilità professionali, con qualche inevitabile problema di salute; abbiamo sostenuto sacrifici economici ma adesso, finalmente, possiamo dimenticare tutto per qualche giorno e goderci le meritate vacanze in questo posto bellissimo! Che succede?!? Cos’è questo rumore?!? I ladri?!? Hanno forzato la finestra?!? Un incidente proprio davanti alla nostra camera?!? Che paura… - No cara, tranquilla, sono gli addetti alla raccolta differenziata che stanno ritirando il vetro… - Ma sono le 4 di notte accidenti! - Lo so, cara, ma sai, loro stanno lavorando, hanno diritto di farlo, dobbiamo aver pazienza… - Ma non possono evitare di parlare ad alta voce, almeno? - Hai ragione cara, ma forse ci sono delle “comunicazioni operative” che occorre trasmettere con chiarezza… Anche se mi pare che stiano raccontando i fatti loro, vabbè, dobbiamo aver pazienza, domani andrà meglio… Al mare è meraviglioso poter ascoltare il rumore delle onde, i bambini giocare, l’energia dei ragazzi divertiti… - Ma perché devono imporre due dosi giornaliere di pubblicità su “Palo Alto” ad un volume così ossessivo? Non si riesce nemmeno a parlare tra di noi! - Tranquilla cara, si tratta di una iniziativa di pubblica utilità, non è solo pubblicità che ci cade addosso, senti? Stanno proprio dicendo cosa ritirano domani per la raccolta differenziata … - Stanotte vorrai dire! Pensa, ci sono luoghi in cui non è consentito ascoltare radio ad alto volume sotto l’ombrellone...Qui invece… - Hai ragione... Dobbiamo avere pazienza... Dopo pranzo non c’è niente di meglio che mettersi sul letto per una pennichella rilassante… - Ma cos’è questo rumore?!? – Il trapano addirittura?!? Non sarà mica quel cantiere vicino casa?!? Ma dai, il cantiere no! Ma non ci sono degli orari da rispettare? Ho letto da qualche parte che nelle località turistiche le attività rumorose si interrompono nel periodo di vacanza… - Lo so, cara, hai ragione, ma evidentemente sono in ritardo con la consegna e devono lavorare anche adesso, hanno diritto… Dobbiamo aver pazienza… Tranquilla, andrà meglio domani… Prima di cena è piacevole fare una bella passeggiata per il lungomare! Certo, occorre stare attenti alle biciclette…

- Ma non esiste una pista ciclabile? Attenzione! Un pattinatore… Attenzione! Un ragazzo con lo skateboard… Attenzione! Quel gruppo di podisti ci viene addosso, spostati di là! No, ci sono parcheggiate decine di biciclette! Ma non c’è un vigile qui? - Lo so cara, hai ragione, ma i vigili stanno lavorando ed hanno cose più importanti: fanno multe alle macchine parcheggiate senza disco orario e non possono preoccuparsi della tua passeggiata tranquilla! Dobbiamo aver pazienza… - Sai che ti dico? Andiamo alla Villa comunale a sederci su una panchina al fresco, insieme al nostro cucciolotto… Ma che c’è scritto su quel cartello?: “Vietato introdurre cani”. Ma come?!? Il mio cane è così pulito da salire sul letto di casa e non può entrare in un giardino pubblico? - Lo so, cara, forse si teme che le persone non abbiano l’attrezzatura per rimuoverne i bisogni o i guinzagli necessari e si tiene a preservare le aiuole… - Ma cosa c’entra? Dobbiamo scontare la maleducazione di qualcuno o l’incapacità di far rispettare le regole di buona educazione? - Hai ragione cara, soprattutto perché non mi pare che fuori dalla Villa ci sia molto controllo e rispetto riguardo ai “bisogni” sui marciapiedi… E non solo degli animali, vista la condizione di quel “sottopasso” così centrale... - Di notte, poi, musica ad alto volume, schiamazzi… Si parla come nel pieno del pomeriggio... - Lo so, cara, hai ragione... Vedrai che domani andrà meglio, dobbiamo aver pazienza… - Domani?!?, Guarda che tra poche ore si ricomincia con i “rumori” per la raccolta dei rifiuti… - Hai ragione cara, ma dobbiamo aver pazienza… - Bastaaaaaa!!! Sono stufa di aver pazienza! L’anno scorso dicevi le stesse cose! Tutti hanno diritti, chi di lavorare, chi di divertirsi, chi di fare soldi rompendo le scatole al povero turista che vuole godersi il mare … Il mio diritto di trascorrere un periodo di riposo in pace interessa a qualcuno? Mi pare di no! Allora ci penseremo noi a tutelarlo, andremo altrove, dove non dovremo fare lo slalom tra presunti diritti “costipati” in un contesto privo di regole di base. Roseto, estate 2014… e non solo. Una turista e suo marito. Lettera firmata


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POOL

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PARTY

opo l’anno “di riposo” a causa dei noti problemi sui decibel è tornato quest’anno l’ormai celebre Pool Party tenutosi lunedì 11 agosto presso il fantastico scenario collinare del Focolare di Bacco. In un clima suggestivo ed originale l’evento ha fatto registrare anche quest’anno il sold-out e ha visto per la prima volta la partecipazione di tutto lo staff del “Beach Volley Roseto” capitanati da Marco e Chicco ed i loro atleti, della famosa Scuola di zumba by Kikka Mora e Simone Iachini nonchè dei “The Fuzzy Dice” e la loro musica Rock’n’Roll anni ‘50. A completamento l’ormai consolidata triade dei Dj Pino Titta / Karl / Roberto Battaglia. Tutto ciò sotto la sapiente capacità organizzativa di Mr. Paolo Ginoble e del suo staff. Il tutto ha dato vita ad una serata ricca di buon cibo, tanta musica e sano divertimento che si è protratta fino a notte inoltrata.

2014

L’evento è stato selezionato tra i migliori e più divertenti del centro Italia secondo una famosa rivista mondana nazionale che per la seconda volta in tre anni è venuta a far visita al Focolare di Bacco in occasione della serata. “Siamo molto felici di questo riconoscimento” ci dice Andrea Bozzelli uno dei titolari della struttura “un riconoscimento che dà lustro alla nostra attività e che premia l’impegno di tutta l’organizzazione che fà capo a Paolo con cui visto il legame fraterno che ci lega è diventato semplicissimo collaborare“ Tra i programmi futuri Paolo Ginoble prova a scoprire un pò le carte: “ho in mente un qualcosa di grande e di importante che vedrà coinvolta tutta la città e i commercianti rosetani, a giorni presenteremo in Comune un programma dettagliato di cosa fare e come poterlo realizzare anche senza la loro partecipazione economica, chiederemo loro solo la disponibilità di determinate zone e strutture.....sperando che il Comitato antirumore lo permetta!!! “


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Ricordi 15 -

II

serie

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Camillo Mongia Vide la prima volta la pallacanestro al campo della pineta e ne fu stregato. Poi migliorò tecnica e tiro, così da ottenere un record di rilievo: non sbagliare nemmeno un libero per tutto un campionato di William Di Marco

Camillo Mongia

A

Il giornalista Aldo Giordani lo definì “il più tecnico e moderno giocatore di pallacanestro d’Abruzzo” per come interpretava questo sport. I suoi canestri che iniziò a fare con una mano sola, anche in sospensione, imitando i pivot famosi che vedeva sfilare nel torneo estivo - lo resero un ottimo realizzatore. Eppure quella volta per vincere ebbe bisogno della mano di Gigino Braccili, che dal tavolo sapeva “segnare” anche lui...

ricordi

rpionare la palla e lanciarla lunga, dove già c’è qualcuno ad attenderla. È come se ci fossero due punti per tracciare una linea e da lì iniziare un percorso che si snoda e che dura tutta una vita. La palla diventa più piccola, come una biglia che scorre in quelle piste perfette e lisce fatte sulla sabbia d’estate, quando il sole picchia, asciuga e compatta l’arena che diventa un asfalto chimerico. Camillo Mongia quella pista l’avrà percorsa in lungo e in largo, date le sue molteplici attività. Tuttavia nell’immaginario collettivo è stato lui il pivot del Roseto basket e se sul campo si confrontava con quelli che erano di gran lunga più alti di lui, contavano poco i centimetri, ma quella voglia pazza che era tipica dei ragazzi degli anni ‘50, bravi a ottenere la serie A sul campo, guadagnata centimetro dopo centimetro. Qui l’altezza contava poco: era molto più importante correre come matti, in modo da ubriacare gli avversari e farli impazzire, come quando la piccola palla d’acciaio viene sbattuta a destra e a manca da un flipper. E quella biglia, per riprendere la metafora iniziale, lo ha portato nella vita a fare tante cose, dando sfogo al suo carattere di uomo mai domo. Così Camillo sin da quando giocava nella Cartegiunco, la rappresentava come venditore in mezza Italia, andando sotto e sopra per le attività, cercando di proporre le novità delle carte da imballo cellophanate. Ma la sua intraprendenza non si fermò qui. Appena ebbe la possibilità, e grazie anche all’esperienza della famiglia della moglie, aprì una delle più importanti lavanderie della provincia, dove il lavoro non mancava di certo. Avrebbe potuto appendere “i panni” al chiodo, ma il suo percorso lavorativo è poi proseguito in banca presso un importante istituto di credito ubicato a Silvi. Insomma, una vita dove non ci si è annoiati affatto e in cui la famiglia ha avuto un ruolo centrale, che ha permesso di raggiungere quella stabilità che ogni uomo cerca. Oggi alla

mente ritornano i momenti esaltanti di quei giorni passati alla rincorsa di un pallone a spicchi che per la prima volta il nostro Camillo vide al campo della pineta. Era un ragazzino già molto alto e a quindici anni, con i suoi centottantacinque centimetri, fu notato da diversi giocatori, tra cui Pino Mazzarella che lo spinse a indossare la casacca biancazzurra. Il torneo estivo iniziava in quegli anni e lui vedeva nei pivot di fama che venivano a giocare al Lido delle Rose un modo strano di tirare con una mano, loro che erano abituati al tiro a “cucumett” dei primordi (la palla veniva spinta verso l’alto con entrambe le braccia). Ecco che diventò il primo ad andare a canestro utilizzando una sola mano e a intraprendere il percorso della modernità di uno sport che fa delle innovazioni continue la sua principale caratteristica. Sembra che il pionierismo sia nato a Roseto, che la palla a cesto sia diventata pallacanestro e poi basket proprio in questa parte d’Abruzzo. Forse si esagera a dirlo o solamente a pensarlo? Per convincersi del contrario basta mettersi per un attimo seduti e ascoltare le mitiche imprese degli anni che furono, che videro protagonista il nostro interlocutore. La mamma rosetana prevalse sul papà pinetese. Potremmo dire così? È andata proprio in questo modo. Sono nato a Borgo S. Maria di Pineto il 7 settembre 1933. Mio padre Sabatino lavorava i campi e si era sposato con Filomena De Vincentiis, nata a contrada Giardino di Montepagano. Fu così che nel 1940, quando avevo da poco superato i sei anni, ci trasferimmo a Roseto. Mio padre aveva trovato posto nelle tenute di Ponno e la nostra casa era appena dietro l’attuale Villa Comunale. Ci abitavano in quell’edificio anche altri dipendenti della famiglia patrizia rosetana, dal momento che tutt’intorno a noi vi erano solo campagne. Per far capire come fosse la zona, via Manzoni arrivava fino a dietro casa nostra, così via De Amicis e via Mazzini. Una barriera separava queste strade dalla campagna, in cui si distingueva solo


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Ricordi 15 -

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Imola, metà degli anni ‘50. Camillo Mongia ritratto prima della gara

Roma, 1955 o 1956, Foro Italico Palestra della Cavallerizza, gara del Roseto contro l’ex-Massimo Roma. Camillo Mongia (al centro piegato) si appresta a contrastare la “palla a due” al gigante pivot locale Orlando

ricordi

la ciminiera della fornace Ponno-Branella. Poi ci fu il momento della scuola... In realtà la I Elementare la frequentai a Borgo S. Maria. Di quel periodo ho pochissimi ricordi, ma qualcosa conservo. Per esempio eravamo in una classe unica mista. La nostra principale attrazione era il Cenerone Vulcanello, ma a noi bambini era proibito andarci. Mio zio mi raccontava che aveva infilato fino a settanta canne in profondità legate una con l’altra. Un’altra cosa che ci piaceva ma che non potevamo affatto fare era il bagno nel torrente Calvano. Poi ci trasferimmo a Roseto e qui iniziai a frequentare le Elementari con la maestra Emma D’Ilario e la nostra scuola era in via Leopardi angolo via Nazionale. Gli altri tre anni li passai direttamente nella sede di via Milli con gli insegnanti Giansante e Pavone. Erano tempi duri. Cosa ricorda della guerra? Solo alcuni episodi che mi sono rimasti impressi. Come la partenza di mio padre che avvenne appena dopo esserci trasferiti a Roseto. Fu coinvolto nella “Campagna di Russia” e per lui fu un vero inferno. Il fatto che ci fa capire le pene che patì è racchiuso in questo episodio. Erano passati sette mesi dall’8 settembre. Di mio padre non avevamo avuto più notizie. Era riuscito a scappare dal fronte e con ogni mezzo si era avviato verso l’Italia. Camminò moltissimo e si era anche nascosto sotto i camion dei tedeschi, sorretto da delle cinghie. Nell’aprile del 1944, erano le dieci di sera, sentimmo bussare alla porta. Mia madre non aprì perché avevamo paura di qualche male intenzionato, ma chi bussava diceva di essere Sabatino. Quando aprimmo, non volevamo credere che papà fosse tornato. Era ridotto malissimo e pesava poco più di 40 chili, lui alto quasi quanto me! Torniamo alla scuola... Dopo le Elementari mi iscrissi all’Avviamento a Giulianova. La scuola era nel Paese, nella piazza del Belvedere di fronte alla statua di Vittorio Emanuele II. Finii il corso che durava cinque anni, per poi iscrivermi a Fermo all’Istituto Industriale all’indirizzo Elettrotecnico. Mi ricordo che con me c’era Franco D’Ilario, il fratello di Pio che divenne sindaco di Roseto. Partivamo la mattina alle 5 e 30 per rientrare alle 7 e mezza di sera. Non finii il ciclo di studi, anche se mi piaceva tantissimo il disegno edile e meccanico. Infatti per un periodo ero conteso dai vari studi dei geometri, quali quelli di Nino Bacchetta, Pace Celommi, Pasquale D’Egidio, ma anche da ingegneri come Marinelli

II

serie 25

Campionato di Serie A 1957-1958. Quello che fu definito “Il quintetto indimenticabile”. Da sinistra: Piero Di Blasio, Emidio Testoni, Settimio Angelini, Camillo Mongia, Remo Maggetti. Sponsor: Cartegiunco Roseto

e Valentini. Questa mia vera e propria attività durò fino al 1954, quando gli impegni sportivi si fecero più pressanti. Ecco, per l’appunto, la pallacanestro. Come iniziò la passione? Intanto il primo canestro l’avevo visto a scuola, posto a nord dello stabile in via Giannina Milli. Ma la vera svolta si ebbe con il rettangolo di terra battuta della pineta. Lì iniziai a vedere i campioni che venivano d’estate per il torneo. A quindici anni ero alto 1,85 e osservavo giocare chi era più grande di me, come Tonino Bruscia, Piero Di Blasio, Nino Bacchetta, Pino Mazzarella, Pasquale Moretti. Mi appassionai soprattutto quando vidi il pivot del Bologna che tirava i tiri liberi con una mano sola. Allora era un classico il tiro a “cucumett”. Fui il primo a introdurre questa novità e la stessa cosa feci per i tiri su azione, perché c’erano ancora molti giocatori che lanciavano la palla con entrambe le mani. Nel 1951 a diciotto anni, e 191 centimetri di altezza, entrai in prima squadra al fianco di Bruscia. Mi volle Pino Mazzarella e c’erano ancora i vari Piero Di Blasio ed Ercolino Bacchetta. Si stava, intanto, formando l’ossatura dei giovani, con Pino, Saul e Settimio Angelini, Emidio Testoni, Remo Maggetti, Silvio Pela, Giorgio Bacchetta, Italo Bruscia ed altri ancora. Ma il Biella fece capolino... Ero una promessa, al punto che in seguito il noto giornalista sportivo Aldo Giordani mi definì “il più tecnico e moderno giocatore d’Abruzzo”. Così venne a cercarmi il Biella, che faceva il campionato di serie B. Eravamo nel 1954 e in Piemonte ci rimasi un anno. Mi ricordo che il quintetto base era formato da giocatori che provenivano tutti da fuori. Quando tornai d’estate a Roseto, i dirigenti locali mi convinsero a rimanere, perché avevano intenzione di formare una squadra per salire dalla serie C alla B. Così rimasi e nel 1955-56 ottenemmo la promozione in serie B e l’anno dopo ci fu l’apoteosi della serie A. Il campionato di serie B era strutturato in quattro gironi e le vincenti di ognuno si sarebbero affrontate a Reggio Emilia per gli spareggi. Oltre a noi, c’erano La Spezia, Udine e Napoli. Le prime due sarebbero andate in serie A. Eravamo nettamente sfavoriti, anche per una questione di altezza dei nostri giocatori. Il più basso degli avversari aveva un’altezza quanto la mia, che ero il pivot del Roseto. Coprivo il ruolo di capitano della squadra, fatto importante perché ero l’unico che poteva chiamare il “time out”. Così affrontammo il Napoli con il pubblico che all’inizio quasi ci derise, ma poi iniziò a fare il tifo per noi.



Ricordi 15-

Alba Adriatica, 12 settembre1959. Camillo e la moglie Marisa Lauri nel giorno del loro matrimonio

Roseto, 1967. Mongia all’interno della sua lavanderia sita in via Triboletti

L’unico modo per poter superare i partenopei era puntare tutto sulla velocità e così fu. Alla fine dei tempi regolamentari il risultato era fermo sul 58 pari. Disputammo i supplementari e negli ultimi 20” i campani ebbero la possibilità di chiudere la partita. Erano avanti di un punto, ma sbagliarono la conclusione. Da sotto il tabellone presi il rimbalzo, arpionai il pallone e lo lanciai lontano dove era scattato Remo Maggetti, che concluse a canestro. Fu un trionfo. Poi vincemmo più facilmente contro La Spezia e in finale, superammo la Snaidero Udine per 81 a 80, anche se entrambe accedemmo alla massima serie. Al palasport reggiano c’erano già diversi rosetani che ci avevano seguito, ma che noi avessimo fatto qualcosa di grande ce ne accorgemmo già quando rientrammo, al passaggio a livello di Martinsicuro, dove c’erano almeno 200 tifosi ad accoglierci. Poi a Giulianova vedemmo i cartelli degli amici giuliesi che avevano scritto: Coppi (con sotto il riferimento a Roseto) e Bartali (con la scritta Teramo), cioè noi primi e i teramani a rincorrerci. A Roseto ci fu il trionfo e la festa durò tutta la notte. Dopo alcuni giorni venne anche il Prefetto per donarci degli attestati. Ma un incidente le fece decidere di smettere. Forse non fu solo quello, ma certamente contribuì. Era l’8 marzo del 1959 e io ero a Livorno con la squadra. Avevamo un pulmino della Cartegiunco e guidavo io. Mi giunse la notizia che mio padre era morto in un incidente ferroviario a Pineto. Fu una distrazione che ce lo portò via, ma io rimasi sconvolto al punto che lasciai perdere lo sport, anche se poi frequentai il corso allenatori con Giancarlo Primo. Feci il secondo a Troskot e allenai il Giulianova e l’Atri. Però i record le rimasero. Fa riferimento a quello del 1956: in tutto il campionato non sbagliai un solo tiro libero. Poi nel 1957 all’Arena 4 Palme contro il Rimini feci 11 su 11 da 2 punti. Come allenatore, quando ero a Giulianova, giocammo contro il Tossicia e il nostro giocatore Vittorio Martella, oltretutto di Roseto, realizzò ben 112 punti. Ha parlato di Rimini, quindi non possiamo dimenticarci alcuni aneddoti... Anche lì ce ne sarebbero a iosa. Quello avvenuto in Romagna ha dell’incredibile. In quella partita la nostra squadra era quasi sempre alla pari con il Rimini. Il tabellone era manuale, con delle persone che cambiavano il punteggio. Il Rimini era avanti di un punto e a un “time out” il nostro accompagnatore seduto al tavolo era Gigino Braccili. Appena il segnapunti si distrasse, lui con la penna aggiunse due punti a Maggetti nel referto e

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Roseto, 2011. Una recente foto di Mongia con il nipote Jacopo Teo

così a fine gara pretese il conteggio, anche se il tabellone riportava la vittoria dei padroni di casa. Gli arbitri furono costretti ad assegnarci la vittoria e noi dovemmo letteralmente fuggire da Rimini e rifugiarci in “campo neutro” a S. Marino per mangiare. Poi un’altra volta a Chieti Bruscia, come usava fare, si prese il pallone a fine gara. Serviva alla nostra scorta, perché allora ce n’erano pochi. Siccome l’organizzatore del torneo era Aldo Anastasi, il giorno dopo, non avendo il pallone e sapendo della mania di Bruscia, mandò un responsabile in albergo con il messaggio: “Fatti ridare il pallone da Bruscai, perché ce l’ha lui”. La vita lavorativa e familiare le ha dato soddisfazioni. Ho sempre lavorato sodo. Ai tempi del basket, facevo il rappresentante per la Cartegiunco e giravo dalle Marche fino al Molise. Questo lavoro durò fino al 1971, ma nel frattempo, cioè dal 1957, avevo aperto una lavanderia in via Tribioletti e il 15 febbraio 1964 mi trasferii sotto il Palazzo di Rolli, poiché quando era in costruzione avevo comprato sulla carta dei locali. L’attività andava bene ed ebbe anche sei addetti. Poi nel 1982 la vendetti, perché fui assunto dalla Banca Popolare dell’Adriatico e andai a lavorare nella filiale di Silvi fino alla pensione del 1996. Nel frattempo mi ero sposato con Marisa Lauri di Alba Adriatica, era il 12 settembre 1959. La sua famiglia aveva una lavanderia e da lì venne in mente anche a me di aprirne una a Roseto. Abbiamo avuto due figli, Marco nato l’11 giugno 1960, che oggi fa l’ingegnere, e Annalisa il 15 febbraio 1964, insegnante di Scienze Motorie a Roma. Attualmente ho anche un nipotino, il piccolo Jacopo Teo. Cosa le è piaciuto in tutti questi anni di Roseto? E ai giovani ci pensa? Intanto mi sono piaciuti due personaggi. Aldo Anastasi, perché veramente ha dato tanto alla pallacanestro. Poi il sindaco Giovanni Ragnoli: se non fosse stato per lui, forse oggi non avremmo il palasport. Per quanto riguarda i giovani, credo che manchi in loro lo spirito di sacrificio. Intanto non imparano più i mestieri e questo è qualcosa di grave. La scuola è tutto un liceo, ma chi svolgerà il ruolo di falegname, di fabbro o di meccanico? L’uomo pragmatico e pieno di iniziative lo si scorge in tutta la sua forza da queste affermazioni finali. La vita di Mongia è stata sempre improntata sul pragmatismo e ancora una volta svetta sotto canestro, arpiona la palla e la lancia, questa volta verso il futuro, sotto forma di domanda, per niente banale.

Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini.


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foto: Mimmo Cusano

OBIETTIVO SALVEZZA Esordio al PalaMaggetti, in amichevole, sabato 20 settembre alle 18, contro il Montegranaro

l Roseto Sharks lavora da giovedì scorso a ranghi compatti, essendo arrivato mercoledì l’ultimo giocatore dell’organico e cioè il play statunitense Damier Pitts, che sarà il regista titolare. Il quintetto vedrà nel ruolo di guardia la possibilità per coach Tony Trullo di schierare il rosetano Pierpaolo Marini o di partire con Yankiel Moreno, cubano e italiano di formazione, che giocherà anche

da cambio del play. Da ala piccola agirà lo statunitense Davon Usher, mentre all’ala forte ancora ballottaggio fra l’altro rosetano Innocenzo Ferraro e Giovanni Carenza. Il ruolo di centro sarà occupato dal dominicense Sylvere Bryan, passaportato italiano per matrimonio. In panchina i giovani Giulio Antonini (play) e Piero De Dominicis (esterno) e il lungo Giga Janelidze, georgiano ma italiano di formazione.

Obiettivo dichiarato della Società è quello della salvezza e la squadra così allestita può di certo raggiungere il traguardo, a patto di inserire al meglio i due americani e, soprattutto, recuperare i lunghi Sylvere Bryan e Innocenzo Ferraro, entrambi alle prese con guarigioni relative al ginocchio destro. Dopo la prima uscita in amichevole contro il Pescara di Serie C, sabato 6 settembre altra amichevole contro il Pe-

Davon Usher vola a schiacciare in amichevole contro Pescara

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere


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Il Roseto Sharks 2014-2015

scara di Serie B in trasferta. Mercoledì 10 settembre, ad Atri alle 18, amichevole contro il Montegranaro di Serie B, mentre sabato 13 a Ferentino per sfidare la forte squadra di A2 Gold. Venerdì 19 settembre, alle 18, trasferta a Ortona contro la squadra di Serie C di coach Sorgentone. Sabato 20, esordio al PalaMaggetti, alle 18, contro il Montegranaro (B) e il 27 settembre in trasferta contro i pari grado del

Latina. Intanto, prosegue la campagna abbonamenti, con i prezzi bloccati per la 4^ stagione consecutiva. I Numerati costano 200 euro, i Normali 100 e i Ridotti (Under 15 e Over 65) 75. I numerati possono essere acquistati solo presso la sede sociale, mentre per tutti gli altri, i punti vendita rosetani sono i seguenti: Sede sociale Roseto Sharks, presso PalaMaggetti (dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 19); Hotel

basket

Bellavista, Lungomare Trento 75; Tabaccheria Menotti, Via Nazionale; Tabaccheria Pincelli, Via Nazionale 444; Tabaccheria Pavone, Via Salara 40; Bar tabaccheria Stop and go, Via Nazionale 15; Alcini, Via Nazionale 145; Eni Cafè Shop F.lli Di Francesco, Via SS 16 Adriatica sud; Bar Jonny, Via Di Vittorio 16; Bar Planet Cafè, Via Nazionale 13; Tabaccheria Cartolotto, Via Salara 1; Bet Passion, Via Nazionale 150.

Giovanni Carenza

Davon Usher

Pierpaolo Marini

Giga Janelidze

Sylvere Bryan e Innocenzo Ferraro lavorano per recuperare

Yankiel Moreno


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Il ricordo di Eidos dell’amico

OTTAVIO DI BONAVENTURA

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na mattina d’Agosto ci ha lasciato Ottavio; l’Avvocato, il Professore e .......; il grande amico, altruista, sempre disponibile e presente; grande figura carismatica, era il catalizzatore della “compagnia”. Aveva sempre una parola di conforto per tutti, era felice di farsi trovare “in piazza” per poter dialogare e dispensare consigli o narrare aneddoti. La sua vena ironica sfiorava, qualche volta, il sarcasmo, ma il tutto era pervaso da profonda bontà e umanità. Lo spirito goliardico è stato la colonna sonora della sua esistenza, in gergo musicale un :”EVERGREEN”. Per tutto ciò, mi sento di onorare la memoria del caro amico e compare, Ottavio ricordando alcuni “flash” di vissuto con lui e alcuni amici, i sempre presenti; ed ho voluto farlo in rime, volutamente con lo stile con cui le avrebbe scritte Ottavio stesso, che, si ispirava, per le sue poesie ( ne ha scritte moltissime, per vari eventi e ricorrenze!!!!) alla metrica di alcuni noti poeti alcuni brani sembreranno “ermetici” a chi quei momenti non li ha vissuti. Al tutto ho cercato di dare una musicalità che mi è consona.

Caro Ottavio Or sei sù E noi siam rimasti giù!!! Oppur...., che noi siam quà e tu sei nell’aldilà.... si potrebbe anche dire che hai finito di soffrire!?! Ma ci lascia assai sgomenti Il precipitare degli eventi!! Mi ricordo quelle accese discussioni su Fellini, la Dolce Vita ei Vitelloni, su Totò, Leopoldo Trieste, Toni Ucci su Antonioni e Bertolucci!!! Il Nobèl a Dario Fò ci lasciò perplessi un pò.... Una sera, tutti gli attori che, il di Teramo Paesani ci portò a batter le mani, e ancora in compagnia venner a cena, a casa tua, ed infin a casa mia c’era anche la Forgione che rivedemmo in televisione. E sui Beatles, sorridendo penso ancora alle tue asserzioni ch’eran dei romanticoni!!! (Yesterday, Michelle, Imagine, All you need is love) tanti e tanti bei momenti con gli amici, sempre contenti di dover applaudire, dopo il fischio preambolare, del Garcia Lorca la sposa infedele detta in prosa!!! Anche molto mancherà la tua ironia e ... L’umanità . Ciao Ottavio, ciao compà Tu sei là e noi siam quà Ci vedrem nell’aldilà!!! (Luigi Rapone)

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PICCOLI TALENTI CRESCONO AL LIDO DELLE ROSE

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on ha ancora 12 anni (li compirà il 18 Ottobre) ed è di Roseto degli Abruzzi. Nicolò ORFINI, con l’aggiornamento di settembre del punteggio internazionale stilato dalla Federazione Mondiale degli Scacchi (FIDE), raggiunge i 1921 punti ELO conseguiti e si colloca al 4° posto assoluto tra i circa mille giocatori attivi Under 12 italiani. Ma sono i numeri globali evidenziati nella tabella FIDE che impressionano: presente nella top 100 europea: 95° su oltre 34.000 giocatori under 12, presente nella top 200 mondiale: 142° su oltre 42.400 giocatori under 12. Già Campione Italiano sia nel 2013 che 2014 under 12 a tempo Rapid (30 minuti), vanta una bacheca di 35 coppe vinte in poco più di due anni di scacchi, ed a 11 anni è l’attuale n. 1° tra gli Under 16 abruzzesi, con la possibilità concreta di conseguire, in caso di ulteriori risultati positivi nei prossimi tornei, il titolo di Candidato Maestro di Scacchi entro l’anno. Un significativo record abruzzese per questo sorridente ragazzino, che ha iniziato a giocare a scacchi due anni fa nei pomeriggi del doposcuola e che oggi si permette di arrivare nelle prime posizioni dei Campionati Nazionali under 16 di Tarvisio (UD) e nei recenti importanti tornei a tempo lungo come a Fano (PU) e Pisignano (LE), vincendo contro giocatori largamente più esperti e maturi e mantenendo sempre alta la concentrazione per partite lunghe anche 4 o 5 ore di seguito.

Una grande soddisfazione per lui e per la sua famiglia, in particolare per la sorella Giada prima tifosa, per il Presidente del suo attuale Circolo Andrea REBEGGIANI di Chieti e per il suo preparatore, il Maestro Angelo d’ANGELO di Pescara. Tanti amici ed appassionati di Roseto e degli altri Circoli del Teramano seguono con piacere i suoi progressi, spesso riportati nelle pagine dei giornali e sulla rete. Gli scacchi non sono uno sport di nicchia. Nei paesi dell’Est è una materia scolastica curriculare. La Commissione Europea ne raccomanda l’insegnamento e lo sviluppo nelle scuole dell’Unione per i benefici soprattutto nell’età giovanile che questi sono in grado di sviluppare. Gli scacchi allenano la mente e permettono il confronto senza tenere conto della prestanza e situazione fisica degli avversari, età e o qualsiasi altra possibile differenza, che all’avvio dell’orologio sulla scacchiera immediatamente scompare. E’ il gioco delle regole, e tanto insegna per il loro rispetto. La sconfitta poi si affronta in un contesto positivo e sovente le partite vengono riviste direttamente dai contendenti per esaminare insieme gli eventuali errori da evitare in futuro. I punteggi acquisiti che determinano la forza e la bravura di un giocatore sono frutto di formule matematiche, non c’è spazio per valutazioni soggettive o discriminatorie. L’Abruzzo agevola la crescita dei suoi talenti attraverso le lezioni e la pratica per i tanti iscritti ai Circoli Scacchistici presenti sul territorio ed organizzando un’ottima offerta di Tornei Internazionali e Rapid, proposti durante l’anno, che attraggono moltissimi appassionati anche da altre regioni, spesso con famiglie al seguito. Uno sport di cui ora si può esserne anche italicamente fieri, visto che proprio in questi giorni ci godiamo le fantastiche imprese del nostro più forte Grande Maestro,Fabiano Caruana, che dopo aver battuto il n.1 al mondo, il campione iridato norvegese Magnus Carlsen nel ricchissimo torneo di Saint Louis (Usa, 300.000 dollari di montepremi, 100.000 al vincitore), ha superato anche l’armeno Levon Aronian, n. 2 della classifica mondiale, prendendone così il suo posto nel ranking ed candidandosi seriamente alle prossima sfide per il titolo mondiale, cosa mai avvenuta nella storia del nostro paese. Avanti così.


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Oasi naturalistica alla foce

del

fiume Tordino

Da circa un anno i volontari dell’Associazione Amici del Quartiere Annunziata di Giulianova stanno reintroducendo alcune specie animali autoctone. Anatre, garzette, aironi, cormorani, fischioni stanno ripopolando un tratto di oltre un chilometro. Presenti anche delle piccole colonie di nutrie e gamberi della Luisiana

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rasformare la foce del fiume Tordino, un tratto di circa un chilometro, in una vera e propria oasi naturalistica. Ci stanno riuscendo gli iscritti dell’associazione Amici del Quartiere Annunziata di Giulianova che da alcuni mesi stanno reintroducendo gradualmente animali autoctoni che hanno iniziato a ripopolare il fiume come ad esempio il germano reale, un’anatra che ha nidificato durante l’estate. Sono presenti almeno tre coppie che hanno dato vita ad una quindicina di piccole anatre. Ma sono presenti anche garzette, aironi, cormorani che si appostano a ridosso del corso d’acqua, in agguato contro le ignare prede, soprattutto piccoli pesci, molluschi e qualche crostaceo come i gamberi della Luisiana che hanno trovato nel fiume Tordino il loro ambiente naturale. Capita, anche se di rado, di imbattersi in qualche fenicottero che durante la migrazione si ferma da queste parti e si lascia ammirare. C’è vita insomma alla foce del corso d’acqua, soprattutto da quando tre anni fa è stato definitivamente dismesso il depuratore dell’Annunziata. Oggi il fiume, almeno nel tratto che va dal ponte ferroviario sino alla foce, sta diventando meta di numerosi visitatori, soprattutto appassionati della natura che affrontano alcuni sentieri armati semplicemente di macchine fotografiche. Di sera è anche

possibile ammirare famigliole di nutrie, un roditore che ormai ha preso possesso degli argini del fiume, riproducendosi senza problemi, e che qualcuno scambia per grossi ratti. In realtà sono animali che un tempo venivano allevati nell’hinterland abruzzese per la loro pelliccia. Ma da quando questo commercio si è praticamente azzerato, gli allevatori hanno liberato le nutrie che hanno alla fine iniziato a colonizzare gli argini dei fiumi, compreso il Tordino. Questo tratto del Tordino la scorsa primavera, grazie all’azione dei volontari dell’associazione, è stato ripulito dai rifiuti, soprattutto plastica, depositati a ridosso degli argini a seguito delle piene di novembre e dicembre dello scorso anno. Rifiuti provenienti da una vecchia discarica dismessa, a Coste Lanciano, ed erosa in occasione delle alluvioni. Il problema da risolvere adesso è un altro: bonificare tutte quelle discariche abusive che si trovano più a monte, sia sul versante giuliese, sia su quello di Roseto.


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Più di 300 partecipanti all’Odissea Rosetana Numerose le adesioni alla caccia al tesoro ospitata il 13 agosto dal Lido Paranzella

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ltre trecento persone, suddivise in ventidue squadre, si sono sfidate nell’”Odissea Rosetana”, la caccia al tesoro svoltasi lo scorso 13 agosto al Lido Paranzella. I tantissimi partecipanti sono stati impegnati dalle 21 alle 6:30 del mattino successivo in un evento, giunto alla quarta edizione, dal numero di adesioni unico o quasi sulla nostra costa. Già quest’anno l’organizzazione è riuscita a richiamare l’interesse di formazioni provenienti da paesi limitrofi, ma l’obiettivo negli anni a seguire sarà proprio quello di garantirsi la partecipazione di diversi team “extra-roseta-

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ni”. La preparazione e la buona riuscita dell’evento hanno richiesto uno staff composto da sette organizzatori e da numerosi amici-volontari che hanno dato il loro valido apporto affinchè tutto filasse nella giusta direzione. Tanti i momenti suggestivi durante la lunga nottata, come quello dell’avvio della sfida. Tutti i capitani delle ventidue squadre, vestiti (più o meno) come Ulisse, sono stati legati ad altrettanti pali della luce, inscenando una tempesta. Gli altri componenti della squadra erano invece impegnati a risolvere il primo gioco, al termine del quale hanno avuto la possibilità di liberare i propri capitani.


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La vita oltre la Terra La domanda ricorre frequente: siamo soli nell’Universo? Probabilmente no! Altri mondi potrebbero ospitare forme di vita, sia essa intelligente, sia in forma microbica di MARCELLO PERPETUINI

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ggi quando si parla di altre forme di vita, intesa come noi la conosciamo, il pensiero e l’immaginazione iniziano subito a correre veloce, si direbbe alla “velocità della luce”, verso altri mondi, altre dimensioni. Ciò che da sempre affascina ogni altra aspetto, il genere umano, è sapere, conoscere, se l’uomo è il “privilegiato” ed unico abitante sapiente di questo immenso e quasi infinito universo. E’ inutile ribadire anche qui che allo stato attuale, non vi è alcuna prova scientifica dell’esistenza di altre forme di vita intelligente. Eppure le stiamo cercando da tempo attraverso vari e complicati studi ed apparecchiature, come i radiotelescopi sparsi in tutto il mondo, in grado di captare anche il segnale radio più remoto, in arrivo dalle profondità cosmiche. Ragionando per logica, quando qualcosa di cui si ipotizza l’esistenza, non viene mai scoperta è per due semplici ragioni: o non esiste, oppure si nasconde. Ma ragionando ancora per logica, è doveroso sottolineare che ad oggi non si ha conoscenza di nessun oggetto fisico in grado di spostarsi tra le galassie, distanti tra loro anche miliardi di anni luce: nessun vettore, quindi nessun possibile e plausibile alieno dalle parti nostre. Questo dice la scienza e lo conferma la logica. Non solo. Ad aggravare la posizione degli aspiranti cacciatori di ufo, ci si mette anche la matematica, oltre

che la fisica. Esiste una possibilità quasi pari a zero di trovare un nostro “gemello”, da qualche parte lì tra le stelle, quasi pari a zero per la legge della complessità dell’origine della vita, così come noi la intendiamo e conosciamo. Spaventa il pensiero di incontrare un alieno, quanto l’idea di essere davvero soli in tutto il cosmo. Eppure, con ogni probabilità, l’origine della vita qui sul nostro pianeta ha avuto origine extraterrestre attraverso l’arrivo sulla Terra, in un periodo che va a collocarsi diversi miliardi di anni fa indietro nel tempo, di piogge di meteoriti che hanno “inseminato” il nostro pianeta portando con loro i “mattoni” che sono alla base della vita stessa. Gli amminoacidi. Diversi reperti in mano alla Nasa caduti anche recentemente, dimostrano che queste meteore, sono i portatori di molecole molto complesse che riescono a resistere anche alle altissime temperature da impatto con l’atmosfera terrestre. Questo processo di spargimento di “base della vita” si chiama “panspermia”, la teoria suggerisce che anche altri pianeti possano essere stati “fecondati” da meteore. E’ una teoria affascinante e molto accreditata. In questo caso anche noi umani, allora, saremmo in un certo senso degli “alieni” essendo la vita iniziata al di fuori dal nostro pianeta e arrivata qui grazie al contributo di corpi celesti. Ma questa è già un’altra storia, di cui parleremo la prossima volta…

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L’abbraccio del

mare…

Lo scrittore Marcello Perpetuini (collaboratore di Eidos) conquista il pubblico con il suo nuovo mediometraggio presentato in occasione di Roseto Opera Prima

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rande successo, per il nuovo e atteso film dello scrittore e autore rosetano, Marcello Perpetuini dal titolo: L’abbraccio del mare (la chiamavano estate…). Diverse sono state nel corso dell’estate le serate di presentazione del filmato di quasi 40 minuti che ha suscitato gradevoli emozioni nel pubblico intervenuto sempre numeroso. Non sono mancati nel film anche momenti di piacevole e spiccata comicità, tipicamente abruzzese. La prima visione assoluta il 20 luglio scorso in Piazza della Repubblica all’interno della rassegna cinematografica, Opera Prima, successivamente presso il lido Lo Smeraldo e infine presso il villaggio turistico Lido D’Abruzzo. Una riproduzione emblematica e suggestiva della Roseto anni’ 80, con la messa in scena della storia di un amore semplice ma tenace, intriso di delicati ricordi, che ha coinvolto positivamente il pubblico, in particolare gli over 40 di oggi. Belli i paesaggi, in gran parte girati a Roseto e dintorni. Molto particolare invece l’inizio del film, con una Roma vista dal Gianicolo, che riporta lo spettatore a film di produzioni molto più costose ed impegnate. Evocative e azzeccate anche le musiche, da Claudio Baglioni a Vasco Rossi degli anni d’oro. Gli attori, molti alle prime armi, hanno messo dentro il lavoro impegno e passione. I protagonisti, Silvio Pacioni, Francesca Collevecchio, Dante Massari, ma anche gli altri componenti dl nutrito cast tutto rosetano, hanno espresso alla grande gli intenti del regista Giancarlo Alberti, che ha diretto con energia ed entusiasmo costanti l’intero gruppo, con un’attenzione particolare alla preparazione degli attori e al montaggio finale del film. Da sottolineare anche la preziosa presenza in prima fila di Paolo Bruni, recentemente colpito da una grave malattia, che ha consigliato la produzione nei vari passaggi della lavorazione. Paolo Bruni è oltretutto un pioniere della televisione in Abruzzo avendo lavorato per la RAI per oltre 50 anni. Il film é stato prodotto interamente da Marcello Perpetuini, con fervore e grande coinvolgimento, nonché determinazione, che ha dichiarato: “E’ un lavoro durato oltre un anno, che ha impegnato quasi un centinaio di persone, un ringraziamento particolare va ai miei amici e collaboratori Giancarlo Alberti e Fiorella D’Alessio, ma anche a tutti i ragazzi del cast che hanno sostenuto e creduto in questo ambizioso progetto cinematografico fino alla fine. Oggi fare cinema o arte in generale è quasi da folli, a causa della crisi economica, ma si sa che la passione va oltre ogni ostacolo, e il premio finale per me è riuscire a donare un po’ di felicità negli occhi della gente che ti segue…” Gli elogi di pubblico e critica vanno anche alla sceneggiatura semplice, ma efficace e toccante di Fiorella D’Alessio. Sono previste a breve altre presentazione del secondo film di Perpetuini, di cui vi daremo notizia anche qui sul nostro giornale.


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Anno sportivo 2014

a.s.d. Meeting Roseto

E

’ appena iniziato un nuovo anno sportivo, siamo tutti pronti ai blocchi di partenza per attivarci e immergerci di nuovo nel mondo della ginnastica! Il 1° settembre si è tenuto un collegiale che ha coinvolto tutte le tesserate. Nel week end del 20/21 settembre ci sarà un’ulteriore approfondimento. Coordinatore del collegiale è l’istruttore nazionale Matteo Bonfiglio coadiuvato da Erica Perletta, Valentina Di Bonaventura, Barbara Nardinocchi, Viviana Leoncini, sotto lo sguardo attento di Ida Maggetti.

Sono molto importanti questi incontri di approfondimento della disciplina sia dal punto di vista tecnico che di condivisione. Dopo queste esperienze le ginnaste sono maggiormente motivate, più fiduciose dei propri mezzi, disposte a fare sacrifici per ottenere un miglioramento. E’ indubbio, quindi, che questo è il miglior modo per ricominciare! Tra le novità di quest’anno è l’organizzazione di un’incontro mensile con Matteo che, con i suoi consigli e la sua esperienza, riesce a rendere più semplice l’insegnamento di esercizi acrobatici più complessi. Inoltre attiveremo un corso di coreografia con basi di danza per chi vuole approfondire questo settore. La nostra è davvero una realtà con numeri importanti. Sono sempre di più le bambine, le ragazze che si avvicinano a questo sport che richiede coraggio determinazione, studio del corpo e delle posizioni per far si che si riesca a volteggiare nell’aria sempre più in alto. La ginnastica artistica è’ una vera e propria disciplina sportiva che ti abitua a ritmi, a impegni, a orari, ma soprattutto a condividere con altri l’impegno per raggiungere obiettivi comuni. Ecco appunto, il nostro insegnamento principalmente basa le sue fondamenta sul creare l’idea di squadra, sull’appartenere ad un gruppo che viaggia insieme con le stesse ideologie sportive, sull’abbraccio generazionale, sul sentirsi unite per un unico obiettivo.

Da lunedì 8 settembre, come di consueto, si ricomincia con la preparazione atletica e dal 15 settembre ricominciamo con i regolari corsi per le diverse categorie, con la possibilità di alcune lezioni di prova per chi si avvicina per la prima volta alla ginnastica artistica. giovanissimi = (scuola materna) psicomotricità e avviamento alle piccole regole di condivisione; giovani = (1^ e 2^ elementare) avviamento alla disciplina sportiva con percorsi motori e acrobatica di base; 1^ fascia (3^ 4^ 5^ elementare) 2^ fascia (scuole medie), 3^ fascia (scuole superiori) consolidamento della disciplina sportiva con evoluzione dell’acrobatica.


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L’atletico Morro d’Oro Calcio

torna in Promozione

Conquistata la Promozione, l’Atletico Morro D’Oro torna a volare in alto. L’incubo per i morresi finisce, ora parte il campionato della rivincita

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anti sono stati coloro che hanno goduto della mancata iscrizione del Morro D’oro Calcio al campionato di Promozione del 2011. Altrettanti hanno deriso una società che aveva detto “basta”. Nessuno però si aspettava che in soli tre anni il calcio a Morro D’Oro sarebbe risorto. Come poteva una squadra che ha militato in serie C2 finire nel dimenticatoio? Ora le cose stanno tornando al loro posto, i morresi hanno riacquistato la fiducia che nutrivano nei confronti della loro maglia. Adesso si gioca per davvero, più agguerriti che mai. Forse nutrendo speranze per un ritorno futuro in serie D. Come ogni campionato che si rispetti ci sono stati nuovi acquisti: in difesa c’è il morrese Giordano Pellanera (fratello del bomber Daniele), a centrocampo Francesco D’Aniello, in attacco Ettore Scrivani, mentre Di Giacinto e Cifaldi saranno i fuori quota (così come previsto dal regolamento del campionato di Promozione). Il Presidente della società, Ettore Di Giammatteo, ce la metterà tutta per fronteggiare con entusiasmo tutte le partire, soprattutto quelle contro il Notaresco. Un derby che non si vedeva più da diversi anni, date le differenti categorie in cui le due squadre hanno giocato negli ultimi campionati. È importante ricordare che il Morro D’Oro, oltre che

ad una indimenticabile stagione in serie C2, ha disputato per ben dieci anni il campionato di serie D. Ora ci si chiede: quale futuro avrà il calcio morrese? I bianco rossi sperano di iniziare una nuova avventura su solide basi in modo da tenere alto il nome della squadra. È ovvio che sono iniziati anche i vari sfottò con i tifosi delle altre compagini. L’importante è affrontare con serietà le prossime sfide, sia sul campo che sotto il profilo organizzativo, in modo da disputare un buon campionato. Adesso bisogna solo rilassarsi e attendere le partite vere... senza ansia.

di Arianna Mazzitti


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In pista con i campioni di minimoto

i fratelli Andrea e Matteo Patacca

I due campioni abitano a Borgo S. Maria di Pineto insieme a mamma Barbara e a papà Alessandro (rosetano d’origine: infatti nella Città delle Rose gestisce, unitamente al padre Sabatino e lo zio Renato, un’officina meccanica), che cura ogni dettaglio, ovviamente compresa la messa a punto della meccanica

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ue fratelli e una sola passione: quella per la minimoto. Andrea Patacca, che ha 14 anni, gareggia con successo nel campionato Open A - in cui si sfidano i piloti con peso in ordine di marcia fino a 70 kg - si è aggiudicato il campionato Europeo UEM nel 2012 svoltosi in Spagna a Saragozza con una Phantom 101. Matteo, il più piccolo, a soli 10 anni vanta già il titolo di campione Italiano Velocità classe Junior B, categoria in cui i piloti hanno un’età compresa tra 10 e i 12 anni, con minimoto di cilindrata max 40 cc. Anche lui cavalca piccoli bolidi della stessa marca, vale a dire una Phan-

Andrea Patacca

tom contraddistinta dal numero 88. I due campioni abitano a Borgo S. Maria di Pineto insieme a mamma Barbara e a papà Alessandro (rosetano d’origine: infatti nella Città delle Rose gestisce, unitamente al padre Sabatino e lo zio Renato, un’officina meccanica), che cura in ogni dettaglio - ovviamente compresa la messa a punto del motore - la carriera rigorosamente in ascesa dei giovani campioni. Abbiamo avuto il piacere di intervistarli e saperne di più su questo sport che in Abruzzo è ancora poco praticato. Da quanto state sulla moto? Andrea: “Sono salito per la prima volta su una minimoto all’età di 5 anni, praticando agonismo a 7 anni; mio fratello Matteo, seguendo le mie orme, ha iniziato all’età di 3 anni. Il nostro punto di riferimento è stato il circuito di Giulianova, dove passavamo intere giornate”. Quante ore dedicate all’allenamento? Matteo: “Io e Andrea dedichiamo praticamente ogni sabato e ogni domenica all’allenamento. Gli altri giorni siamo impegnati con la scuola, ma nel weekend passiamo ore e ore nel perfezionare la nostra tecnica”.

di Alessandra Temperini

Perché questo sport è poco diffuso nel nostro territorio? Andrea: “È purtroppo uno sport poco diffuso perché i costi sono elevati. E poi in Italia è il calcio che la fa da padrona e gli sport minori sono limitati. Per esempio, nessuno dei miei compagni di scuola pratica questa disciplina. Tuttavia già se si va nelle Marche e soprattutto in Emilia Romagna la situazione cambia parecchio: lì il seguito è notevole”. Ultima domanda che vale per entrambi: quali sono i vostri progetti per il futuro? Matteo: “Io tra un paio di anni vorrei fare il passaggio per gareggiare con le moto più grandi. Voglio crescere e curare questo sport, visto che è la mia unica passione”. Andrea: “Per il momento devo portare a termine questa stagione nel migliore dei modi (È primo in classifica e sta per essere coronato Campione d’Italia, ndr). Vorrei crescere di livello e magari provare anche con le moto più grandi. Una cosa è certa: cercherò di dare il massimo sempre”.

Matteo Patacca col n. 88


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Giorgio Mattioli un artista legato a Roseto che parla della nostra città Con lui abbiamo fatto il punto su quello che è la situazione rosetana sotto il profilo culturale, così da avere una prospettiva diversa, proprio da chi ci osserva fuori il contesto locale di Ilaria Di Cristoforo

Giorgio Mattioli con le nostre intervistatrici

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iorgio Mattioli è un artista poliedrico, da sempre impegnato nei più svariati campi dell’arte. Regista, attore teatrale, pittore e scultore è nato a Ferrara ed è uno dei personaggi che, in ambito culturale a livello nazionale, ha sempre quando ha potuto messo in risalto il suo attaccamento verso Roseto. L’artista trascorre alcuni periodi dell’anno nella nostra cittadina e in uno di questi abbiamo colto l’occasione per intervistarlo, in modo da fare il punto, tra le altre cose, su quella che è la situazione rosetana sotto il profilo culturale, così da avere una prospettiva diversa proprio da chi ci osserva fuori il contesto locale. Ecco il resoconto del nostro incontro. In generale stiamo attraversando un periodo critico in ambito economico e politico: ma questa crisi si riscontra anche nell’arte? Sì, anche in quest’ambito c’è una crisi molto marcata. Quando c’è una fase di involuzione economica, l’arte è uno dei campi che soffre di più, mentre dovrebbe essere il contrario: un punto da cui ripartire in quanto la creatività è con-

siderata anche un “refugium peccatorum”, un luogo in cui trovare conforto. Cosa rappresenta per lei la creatività? La creatività è la figlia della fantasia e dell’immaginazione che si conquista da piccoli, partendo da semplici disegni e non di certo stando davanti alla televisione o al computer, aspetti che oscurano la mente pura di un bambino. L’ambiente in cui cresciamo è molto importante in quanto crea l’”humus dell’uomo”. Scendiamo un po’ più nel locale. Secondo lei, di cosa avrebbe bisogno Roseto per svilupparsi sotto il profilo culturale? Innanzitutto dell’umiltà, in quanto ho notato che spesso alcuni rosetani sono colpiti da una sorta di “virus” che impedisce di scavare dentro se stessi. Ciò testimonia la mancanza di personalità e originalità. Trovo che non ci sia collegialità e molte volte ognuno va per conto suo. Invece bisogna non essere presuntuosi e mettersi a disposizione degli altri, in modo rispettoso. Ha mai provato a proporre nuove iniziative culturali nella cittadina rosetana? Sì, tante volte, ma spesso le mie proposte sono state rifiutate o sottovalutate,

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di Talisa Feliciani

in quanto emerge una mancata visione d’insieme sotto il profilo culturale e conseguentemente viene meno quell’aspetto critico nei confronti dell’arte che alla lunga risulta penalizzante. Per far sì che ci sia un più consapevole approccio artistico, cosa suggerisce di attuare? Si può iniziare creando incontri con addetti ed esperti dell’arte, coinvolgendo e dialogando con la collettività stessa. Questi gruppi dovrebbero interagire tra loro, per cercare un punto in comune. Esistono delle persone che si stanno muovendo in tal senso: bisogna lavorare per far emergere il grande potenziale che ha Roseto. Cosa dovrebbero fare le istituzioni? Assolutamente nulla, in quanto non hanno la capacità di accogliere e proporre delle iniziative valide in campo artistico-culturale. Infine, cosa le appaga di Roseto quando viene qui? Sono arrivato a Roseto nel 1956 e sin dall’inizio sono rimasto colpito sia dalla sua bellezza sia di come la natura possa essere importante per questa città. Dovremmo ripartire da questi due concetti.


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La Festa Popolare dell’associazione Città per Vivere ha coinvolto per ben sei giorni un vastissimo pubblico Anche quest’anno la programmazione è risultata molto varia e piena di spunti artistici. Toccante il ricordo del terremoto dell’Aquila

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’anteprima di questo bell’appuntamento c’è stato già il 4 agosto nel teatro della Villa Comunale con la commedia dialettale del poeta-scrittore Vinicio Ciafrè, messa in scena dal gruppo “I Picchiatelli”, a cura del Centro Anziani di Roseto. Dal 7 all’11 agosto la festa vera e propria si è svolta presso l’Arena 4 Palme, in cui hanno presentato il meglio della loro ricerca nel campo dell’etnomusica il prof. Carlo Di Silvestre (con il concerto de Il Passagallo), il dott. Sergio De Carolis (con il Gruppo Folk Vomano), poi nel campo della musica jazz il prof. Luigi Candelori (con il Gruppo Tradizioni Progressive), inoltre La Corale G. Verdi di Teramo e il Coro Antonio di Jorio di Atri. La serata dedicata all’Aquila ha visto il Laccio d’Amore di Penna Sant’Andrea esibirsi nel famoso ballo. I giornalisti Umberto Braccili, Ugo Centi e Mirella Lelli hanno presentato il romanzo “Bella Mia” di Donatella di Pietrantonio ambientato nell’Aquila terremotata, in pre-

senza dell’autrice segnalata al Premio Strega, Il M° Pincelli ha eseguito un brano musicale composto per l’occasione. La docente Lucia Di Pietro ha presentato gli alunni della Scuola Media D’Annunzio vincitori di concorsi poetici. Hanno recitato poeti giovani e meno giovani in

lingua e in vernacolo, tra cui: Laura De Gregorio, Pierluigi Marini, Marco Deda, Lorenzo Caradio, Gagliardi Sara, Federica D’Egidio, Lucrezia Vellucci, Rodolfo dal Sasso, Lupi Candeloro, Franca Prosperi, Azzurra Marcozzi, Giuliana Sanvitale, Vittorio Verducci, Giovanni Di Girolamo, Livio Di Padre, Quirino Iannetti, Concetta Zilli, Emilio Marcone, Orazio Barnabei, Mirco Papirii, Arianna Sforza, Lucia Di Pietro. Lo storico Adelmo Marino ha illustrato interessanti aspetti del Risorgimento teramano, epoca in cui si svolge la vicenda di Michelangelo Forti, umanista, sacerdote, patriota, protagonista del lungo racconto “E tu, ritorna” di Giovanna Forti di prossima pubblicazione. L’ultima sera sono stati proiettate alcune foto scattate da Antonio Mazzoni nel secondo dopoguerra. A seguire il video sulla riserva naturale del Borsacchio prodotto dal Liceo Saffo, presentato dalla docente Giorgia Settepanella. In chiusura la videopoesia “La forza dell’amore” di Giovanna Forti. Anche quest’anno l’articolata programmazione della Festa Popolare ha riscosso notevoli apprezzamenti dal pubblico locale e dai tanti turisti presenti.


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Che “ font” m i metto? di GIORGIA PASQUINI

Mentre leggete questo articolo, qualcuno ha scelto per voi un font, uno stile del carattere, per trasmettervi un determinato messaggio e per facilitare la vostra lettura e comprensione verso quel determinato senso

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na delle attività preferite dai bambini, in età pre e scolare, è la lettura dei cartelloni pubblicitari, delle insegne e dei titoli di giornale. Io personalmente lo faccio ancora. Quello che spinge i bambini a farlo è senz’altro la sfida di riuscire a leggere ma, soprattutto, la comunicazione che avviene nel riconoscere un segno, un impulso elettrico, che può comunicare quella stessa lettera/parola in tanti modi diversi. Mi sembra quasi offensivo, ora che introduco il tema della tipografia, tirare fuori sempre questo benedetto computer o cellulare. Voglio parlare dei libri, dei latini, dei tipografi e delle Bibbie. Voglio parlare della stampa, di Pietro Bembo, del quotidiano “The Times” e delle metro. Il computer viene dopo. Per scrivere la storia della tipografia, della scrittura e della stampa impiegherei decenni e offenderei la memoria dei grandi esperti storici soffermatisi sull’argomento; quello che voglio offrire è semplicemente uno stimolo in più per chi legge, una piccola consapevolezza in più. Ad esempio, mentre leggete questo articolo, qualcuno ha scelto per voi un font, uno stile del carattere, per trasmettervi un determinato messaggio e per facilitare la vostra lettura e comprensione verso quel determinato senso. In particolare, due sono le macro categorie in cui il mondo dei caratteri si suddivide: quella dei caratteri graziati e quella dei caratteri bastoni. I caratteri graziati

sono quelli che presentano una grazia, ovvero, un prolungamento ortogonale che serve a legare le lettere tra loro visivamente, facilitando la lettura continua. Non a caso è utilizzato per testi lunghi o libri e tutti ne conosciamo per forza uno: il fatidico Times New Romans che apre tutti i nostri testi Word di default. I caratteri bastoni sono quelli che invece non presentano le grazie, sono quindi senza parti terminali e sono spesso utilizzati per testi più brevi. Tra quelli che troviamo in cima alla lista della nostra tendina dei caratteri troviamo, ad esempio, l’Arial. Da qui poi si sviluppano un numero incredibile di caratteri, più o meno famosi, ai quali dedicheremo un apposito approfondimento a quelli più rappresentativi e vicini alla nostra quotidianità. Progettati nella mente di tipografi, sono stati intagliati e modellati per la stampa e, oggi, trasferiti su supporto digitale. Considerevole è questo passo: il salto dal cartaceo al digitale, inteso come supporto, ha dato il via ad un altro sottoinsieme che è quello dei caratteri digitali, progettati in maniera molto più “visiva” che geometrica. Quello dei caratteri è un mondo da esplorare piano e consapevolmente, un mondo che rivela sensazioni, che pubblicizza messaggi che vengono da noi captati involontariamente, una dinamica estremamente interessante sia dal lato tecnico che emozionale. Ma un passo alla volta. Oggi ne abbiamo già fatto uno.


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il gruppo musicale che si diverte e fa divertire il pubblico Tanti sono gli ingredienti di questa band rosetana che unisce alla buona musica un apprezzabile impasto vocale

Da sin. Antonio Bidetta, Gianluca Locicero, Giogia Brandimarte, Carlo Tacconelli e Ivan Di Gialleonardo

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uona musica, sano divertimento e splendida interazione tra artisti e pubblico. Sono queste le qualità principali degli “Accessori Anni Sessanta”, un gruppo musicale (tutti bravi a cantare, con un mix riuscito di voci) composto dai giovani: Antonio Bidetta (chitarrista), Gianluca Locicero (bassista), Giorgia Brandimarte (voce e cori), Ivan Di Gialleonardo (batterista) e Carlo Tacconelli (tastierista). Per conoscerli meglio, li abbiamo intervistati. Come è nata l’idea di dare vita ad un gruppo? L’idea è nata l’anno scorso, quando Antonio e Gianluca si sono incontrati, spinti dal desiderio di divertirsi con le note del rock ‘n’ roll. Con loro inizialmente

c’era anche Emanuele Cerquone, che è rimasto nel gruppo per poco meno di un anno. Successivamente si è aggiunta Giorgia, dapprima come corista, poi come voce principale, la quale ha contattato Carlo (che nel frattempo si trovava in America Centrale proprio per ragioni legate alla musica) e Ivan. Siamo tutti di Roseto, tranne il batterista, che vive a Guardia Vomano. Ci siamo esibiti per la prima volta lo scorso marzo al “Dolce & co” di Mosciano e subito abbiamo capito che tra di noi si sarebbe instaurato un bel rapporto, non solo professionale, ma anche di amicizia. Come mai avete scelto questo nome per identificare il vostro gruppo? Proposto da Gianluca è stato fatto pro-

di MARTINA BIDETTA

prio anche dagli altri, sin da subito. Ciò che vogliamo trasmettere a coloro che ci ascoltano è la riproduzione musicale - come se fosse un mercatino espositivo di oggettistica - che, pur essendo di epoche passate, conserva delle proprietà e qualità superiori rispetto ai prodotti contemporanei. Siamo degli oggetti che sprigionano musica. In particolare quella degli anni Sessanta, perché, a nostro avviso, la più autentica e popolare. Per questo non facciamo più prove, ci piace improvvisare. Perché questa musica, secondo voi, perdura negli anni e diventa sempre più attuale? Il progresso ci ha esasperati. La musica nasce come forma di intrattenimento, non serve andare alla ricerca di realtà sofisticate e troppo articolate, perché la semplicità e l’immediatezza sono le chiavi del successo in un mondo sempre più complicato. Basti pensare al ruolo dei Beatles, sbocciati proprio negli anni ‘60. Il loro stile compositivo ha contribuito al rinnovamento della canzone, assurgendo a modello di comportamento e punto di riferimento per le giovani generazioni di quegli anni. Che progetti avete per il futuro? Non amiamo pensare troppo in avanti, per noi il futuro è oggi, il presente. Proprio perché non è questo il nostro lavoro, non vogliamo mai perdere la spontaneità. Il nostro obiettivo è quello di continuare a divertirci e a trasmettere spensieratezza a coloro che ci ascoltano. Ognuno di loro, infatti, è impegnato nel quotidiano: Ivan è un ingegnere edile, Gianluca un architetto, Carlo un ingegnere ambientale e Antonio e Giorgia sono studenti universitari prossimi alla laurea. In bocca al lupo ragazzi e continuate a farci divertire con le vostre note e con i vostri sketch!


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Daniela Musini in difesa di d’Annunzio L’attrice e scrittrice rosetana si rivolge al sindaco di Pescara che ha deciso di non utilizzare più il logo “Pescara città dannunziana”

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ncredula e amareggiata. La notizia che il Sindaco di Pescara Marco Alessandrini ha deciso di non utilizzare più il logo “Pescara città dannunziana” ha suscitato in me una miriade di pensieri/suggestioni/emozioni, tutti pervasi da un profondo rammarico. Mi ero astenuta finora dal commentare tale provvedimento perché non volevo intervenire sull’onda dell’emotività. Lo faccio ora, a mente fredda, ma con lo stupore che non si è placato e il rincrescimento che è montato come una marea. Lo faccio perché amo d’Annunzio e, come molti sanno, ne interpreto l’opera sui palcoscenici di mezzo mondo, animata da un’appassionata, indefessa, testarda volontà di celebrarlo e di divulgarlo, insieme alla figura della sua “Imaginifica” Musa, Eleonora Duse. Sono orgogliosa, proprio per questa mia carriera internazionale, di poter testimoniare di quanto il Vate sia amato, apprezzato, tradotto, letto, persino idolatrato, dovunque, anche dove meno te l’aspetti. Ho tenuto conferenze e allestito recital/concerto ad Ankara, Istanbul, Berlino, Lione, Colonia, San Pietroburgo, Kyoto, Minsk, Varsavia, Philadelphia e Pittsburgh e mi appresto a portarlo persino in Armenia e in Tanzania: Ambasciate, Teatri, Consolati e Accademie di Musica mi richiedono continuamente proprio in qualità di interprete dannunziana e dovunque, sottolineo, dovunque io l’abbia interpretato e “raccontato”, la sublime maestria e l’inarrivabile arte del

Pescarese hanno colpito al cuore. Vedere un pubblico straniero che pur con la traduzione in mano, preferisce chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalla Poesia dell’Imaginifico per poi alzarsi in piedi in una meravigliosa standing ovation, mi emoziona sempre fino alle lacrime. Questo è d’Annunzio! Questo è il Vate! E se dovunque, ripeto, dovunque, conoscono Pescara, è proprio perché Patria di Gabriele d’Annunzio, proprio perché questa città adriatica ha dato i natali al più versatile, innovatore, geniale, straordinario protagonista della Cultura e della Storia del suo tempo, colui che ha composto capolavori assoluti e indiscutibili in tutti i generi letterari in cui si è cimentato: i suoi romanzi, le sue liriche, le sue opere teatrali, le sue novelle, persino i suoi articoli giornalistici denotano il Genio. Punto. E l’Amministrazione Comunale di Pescara che fa? Lo rigetta? Ne prende le distanze? Lo disgiunge dalla sua città natìa? Rinnega la propria proficua, immediata identificazione culturale? Ohi-

bò! Ma Recanati lo fa con Leopardi? Pesaro con Rossini? Asti con Alfieri? Salisburgo con Mozart? No. Nessuna città che possa vantare un figlio illustre lo fa. Nessuno. Ma Pescara sì, anche se d’Annunzio ce lo invidiano in tutto il mondo, anche se nei prossimi cinque anni si celebreranno anniversari di eventi storici di straordinaria importanza che l’hanno visto come protagonista, anzi Eroe (e usiamola con orgoglio questa benedetta parola!): il centenario dello scoppio della Prima Guerra mondiale, quello della Beffa di Buccari e del volo su Vienna, quello della presa di Fiume. D’Annunzio come risorsa turistica, artistica e culturale? Mille volte sì. Ma bisogna che il legame tra lui e la sua (ingrata?) città natale sia divulgato, rafforzato, esaltato e non sottaciuto e occultato e che si continui a celebrarlo attraverso eventi culturali a lui dedicati. Ci ripensi il Sindaco Alessandrini. Ascolti la voce non solo di una dannunzista e dannunziana qual io sono, ma quella di migliaia di cittadini della nostra amata Pescara e di tutti coloro che, stupefatti, stanno levando la propria voce in tutta Italia. Lasci quel logo di “Pescara città dannunziana” in bella mostra e sia orgoglioso, piuttosto, di essere il Primo Cittadino di una città che ha dato i natali ad un Titano della Cultura universale. Iterum rudit leo, ancora una volta ruggisce il leone: è un motto dannunziano. Faccia tornare a ruggire il leone. E che lo sentano tutti!


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Al quartiere dei Poeti di Pineto San Francesco è stato festeggiato tra musica e gastronomia

22, 23 e 24 Agosto 2014: i tre giorni di Festa dedicati al Santo Patrono del Quartiere dei Poeti, San Francesco, quest’anno hanno avuto una ventata di novità - anche grazie alla collaborazione di molti giovani, associazioni e artisti di vario genere - e hanno visto le strade della zona letteralmente gremite di gente. Fino all’anno scorso la festa si svolgeva in tre giorni suddivisi in due parti: la prima prevedeva serate animate da balli da sala e la seconda, corrispondente all’ultimo giorno, con il tanto atteso spettacolo pirotecnico da ammirare sia da sopra che da sotto il palco, situato sontuosamente nella piazza di fronte la Chiesa. Due o tre bancarelle illuminate attiravano le solite facce che, dopo un paio d’ore, rientravano a casa per andare a letto presto. Quest’anno non è stato così e il risultato della manifestazione lo ha confermato: la fatica per raggiungere un esito diverso, si è vista in tutti coloro che hanno organizzato le tre serate, i quali hanno pensato ad ogni dettaglio ma soprattutto ad ogni tipo di target. Alla domanda: “Qual è stato il sentimento che ha dominato in questi mesi di organizzazione dell’evento?”, la risposta data, è stata: “Paura”. Si sa, nei piccoli paesini la novità non è mai vista di buon occhio, la modernizzazione non è mai cosa ben accetta rispetto alle tradizioni ormai radicate negli anni e... nelle feste. Quei giovani che hanno deciso autonomamente di coinvolgersi nella messa a punto della rassegna, però,

sapevano che ce l’avrebbero fatta, perché mettevano in campo cinque gruppi musicali diversi, un’area mercatino ed esposizione di arte e artigianato, stand gastronomici ed animazione per bambini. Ora gli organizzatori possono dire di aver fatto bene a cambiare e a portare una ventata di freschezza a uno degli appuntamenti fissi e attesi dell’estate pinetese. La gioia di vedere gli abitanti del paese rincasare tardi la notte, invitare i loro amici a trascorrere la serata a Pineto è stata grande, come grande è stata la soddisfazione di sentir dire, passeggiando: “Ma che bella la Festa quest’anno!”. Senza dimenticare che la Festa del Quartiere dei Poeti ha anche una sentita valenza religiosa, tant’è che il programma degli eventi liturgici non è stato trascurato, anzi, è stato parte integrante della manifestazione. Lo stesso parroco della chiesa di San Francesco, dopo le funzioni, è sceso in strada ad ascoltare divertito musica moderna che i tanti gruppi ospitati suonavano per le vie. Così tutti i gruppi di chiesa sono stati coinvolti direttamente non solo nei riti religiosi, ma anche in quelli civili che, puntualmente, culminavano in cene comunitarie. È stata la festa dello stare insieme, della gioia del conoscersi ma soprattutto del rinnovarsi. Il comitato organizzatore, per spiegare la potente virata in ambito organizzativo che quest’anno ha intrapreso la festa, ha diffuso questo messaggio: “In questo

di MARTINA FRANCHI

particolare momento di crisi economica, si sente maggiormente l’esigenza di ritrovare uno spirito comunitario. L’idea di coinvolgere le realtà del territorio è nata proprio da questa contingenza che ha ridotto notevolmente le risorse finanziarie. Il primo contatto si è avuto con le associazioni locali che oltre alla disponibilità e alla partecipazione, hanno fornito spunti interessanti ai fini progettuali. Così accanto all’evento religioso si è delineato progressivamente l’evento civile con la partecipazione dei gruppi musicali, aziende enogastronomiche, oltre alla presenza di una sezione di artigianato artistico e all’animazione per i bambini. In questo contenitore culturale, non sono mancate le aree ristoro e quindi momenti di convivialità”. Le parole del parroco nonché presidente del Comitato Festa Parrocchia San Francesco, padre Angelo Monte, rafforzano questo bel quadro: “A conclusione dei festeggiamenti in onore del nostro Santo Patrono mi corre obbligo, e lo faccio con estremo piacere, far pervenire a nome mio personale e interpretando il sentimento di tutti i componenti della deputazione, il più vivo ringraziamento per la generosità e disponibilità di tutti, che hanno contribuito all’ottima riuscita della manifestazione. Ciò a dimostrazione che l’intesa fra pubblico e privato, fra dimensione civile e religiosa, è una collaborazione che va sempre ricercata e attivata a Gloria del Signore, attraverso anche i Santi, modello di vita da imitare”.


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Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. Henry Cartier-Bresson

fotografia

Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a fotografia@eliodascenzo.it

Autore: Luca Di Giannatale Titolo di studio: Diplomato al Liceo Scientifico Titolo DELL’OPERA: ATTENTI AL TRENO Luogo: Altopiano delle Cinque Miglia Apparecchiatura:Nikon D5100 - Obiettivo 18-55 mm f/3.5-5.6 IS Elaborazione: Adobe Camera Raw + Adobe Photoshop CS6 Parametri di SCATTO: Lunghezza focale: 18 mm f.to Dx Nikon Esposizione: 1/500 sec f:9 - ISO 100 priorità diaframmi mis. media ponderata

di ELIO D’ASCENZO

L’AUTORE RACCONTA... Condividere un emozione antica attraverso la fotografia. Se dovessi elencare i ricordi dei miei primi anni di vita sicuramente tra i principali ci sono una vallata di montagna, una ferrovia, un treno e il fascino di posti che nel mio immaginario restano ancora luoghi di frontiera. Per questo tornare a passeggiare sulla vecchia linea ferroviaria SulmonaCastel Di Sangro è un richiamo forte per ragioni non solo fotografiche, ma di suggestioni che mi legano a questi territori....infanzia, memoria, affetti, dolcezza, malinconia, grandi paesaggi.

Luca, l’autore di questa bella immagine mi ha mostrato altre foto sullo stesso tema, altrettanto suggestive! Ho scelto questa perché mi ha colpito subito per due motivi. Il primo è il cartello, la figura del treno è talmente vecchia e rovinata che oramai sembra un disegno a spruzzi d’inchiostro, bellissimo! Il secondo motivo riguarda la possibilità che si sarebbe avuta per migliorare e rendere più accattivante questa fotografia. Più cura nel taglio (regola dei terzi, bastava veramente poco). Il soggetto principale, cioè il segnale avrebbe avuto maggior risalto rispetto al cielo (tra l’altro troppo post-prodotto per questa situazione)! Posizionando la reflex su cavalletto, chiudendo il diaframma al massimo consentito ed eventualmente con l’ausilio di filtri ND si potevano utilizzare tempi di esposizione più lunghi per ottenere un effetto “motion blur”, dall’inglese “sfocatura del movimento”. Infine, occhio a quando si lavora con i diaframmi chiusi! Se il sensore è sporco sull’immagine si vedrà molto definito tutto lo sporco depositatosi. In questo caso un colpo di timbro clone o cerotto e nel cuore di questa fotografia non si sarebbe visto il peluzzo. Consiglio; se dovete pulire il sensore della vostra refex affidatevi a persone capaci o centri di assistenza qualificati. Quindi…dai, uno scatto al giorno. Provare, creare...


DIVAL ROSETO - A.S. ‘87/’88 54

TANTI AUGURI PER IL 50° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO A GIUSEPPE DI GENNARO E MARIA DI GIACINTO DAI FIGLI PAOLA, GABRIELLA E ALESSANDRO

Direttore Editoriale WILLIAM DI MARCO Direttore Responsabile Lino Nazionale 333 7181980 l.nazionale@virgilio.it 1 anno 6 anni

ELEONORA ed ELISA

Per Eleonora ed Elisa...per un frizzante compleanno! ...Siamo Winx..amiche e fate magiche..... …Allegria e scintillante magia , queste siamo Noi… ...Non c’è niente che ci fermerà...tra le stelle sempre insieme... …Noi per sempre ...e sempre insieme... Invincibili Winx!” Alessia Di S. e Alessia F.

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Ilaria Faga

1 settembre

Tanti auguri per il tuo 1° compleanno dai nonni, gli zii, le cuginette Kendra e Letizia e la sorellina Valentina

È vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. IMPAGINAZIONE E GRAFICA: ANDREA MARZII andreamarzii@ymail.com COORDINAMENTO TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (TEL. 329 9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO, EDITORE: EIDOS News S.r.l.

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