SED13_L'AMANTE DEL LIBERTINO

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ne sapete, il peggio potrebbe già essere accaduto.» «Oh!» Il tono non era stato minaccioso, bensì divertito. Henrietta batté le palpebre, sconcertata. Poi, mentre la vista diventava più chiara, rimase senza fiato: davanti a lei stava l'uomo più bello che avesse mai visto. Alto, bruno e vergognosamente affascinante, un vero e proprio adone. Il taglio impietosamente corto dei suoi capelli neri come l'inchiostro rivelava lineamenti dalla simmetria impeccabile. Sopracciglia ad ala di gabbiano. Occhi magnetici di una particolare tonalità d'azzurro... o forse di grigio?, simile al cielo in una notte tempestosa. Lo sconosciuto era in maniche di camicia e non si era rasato, ma quelle lievi mancanze non facevano che accentuare la sua perfezione fisica. Lei sapeva che lo stava fissando assai poco educatamente, ma non riusciva a farne a meno. «Chi siete? Che cosa ci fate in questa stanza... con me?» Rafe lasciò vagare lo sguardo sulla giovane che aveva appena salvato, che si stringeva al lenzuolo come se fosse stato uno scudo e lo fissava come se fosse stato nudo. Portava chiaramente impresso sul viso ciò che le passava per la mente e lui non seppe resistere alla tentazione di stuzzicarla. «Non riesco proprio a immaginarlo. E voi?» Henrietta deglutì. La risposta sottintesa a quella domanda risultò per lei scandalosamente intrigante. Indossava ben poco, mentre lui era mezzo vestito... 11


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