GRS820_PRIGIONIERA DEL CAVALIERE

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ci sarebbero state donne a sufficienza nella sua tenuta per scaldare i loro letti. Perché non avevano potuto attendere ancora qualche ora? Il volto della fanciulla brillava di uno splendore perlaceo nella luce velata d'oro pallido, i suoi occhi erano spalancati e inquieti mentre fissava il semicerchio di soldati. Portava i capelli color dell'idromele tirati indietro in una crocchia stretta sulla nuca, fissata da una retina dorata. Un velo di seta cadeva in pieghe rigide dal copricapo semplice a forma di cuore. Contro gli abiti polverosi e macchiati dal viaggio dei suoi soldati, spiccava come un gioiello luccicante, un fiore delicato tra semplici rovi. «Ora me ne andrò» stava dicendo, con il visetto ovale contratto in un'espressione determinata, mentre faceva roteare ancora un paio di volte la spada per sicurezza, «e voi non mi seguirete.» Dietro l'albero, Bastien sorrise; dall'espressione del suo volto, era ovvio che non aveva alcuna idea di cosa avrebbe fatto in seguito. Se si fosse voltata, gli uomini le sarebbero saltati addosso; se avesse indietreggiato, incerta sul sentiero, il fitto sottobosco le avrebbe impedito di muoversi rapidamente. Bastien avanzò furtivo nell'ombra dietro di lei, con i passi leggeri e sicuri come quelli di un gatto. Le bocche dei suoi uomini si spalancarono per la sorpresa nel vederlo. John, il più giovane, iniziò ad arrossire; sapeva che avevano agito male e che l'avrebbero pagata per quello. La fanciulla indietreggiò titubante, la punta della spada che si abbassava mentre le sue spal20


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