BS112_DEBITO_DI_SANGUE

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«Farò del mio meglio» le promise. «Ma prima ho bisogno di sapere qualcosa di più sul motivo che l'ha condotta qui.» La ragazza era obesa, per cui era difficile indovinare la sua età, ma Jane pensò che dovesse avere ventiquattro o venticinque anni. Gerald, il volontario che aveva annunciato a Jane il suo arrivo, le aveva solo detto che due sue sorelle erano scomparse. Jane non sapeva se la notizia fosse passata al telegiornale, ma non era strano. Ultimamente era stata tanto impegnata che non aveva neanche acceso il televisore. «Come si chiama?» La donna prese un fazzoletto e si soffiò il naso. «Gloria Rickman.» «Io sono Jane Burke. Posso darti del tu, Gloria?» La ragazza annuì. «Accomodati pure» la invitò Jane. «Così parliamo un po'.» Non le capitava spesso che qualcuno sedesse davanti a lei dall'altro lato della scrivania. Era ancora una tirocinante, il che significava che nei sei mesi in cui aveva lavorato lì aveva passato il tempo a fare noiose ricerche. Aveva trascorso interminabili giornate immersa fino al collo nella burocrazia o in giro in tribunale e nei vari uffici per conto delle tre socie che avevano aperto quel centro di assistenza alle vittime di maltrattamenti e abusi. Tuttavia Jane aveva la sensazione che il corso di diritto penale che aveva frequentato e tutto quello che aveva imparato in quei mesi di praticantato stessero per dare i loro frutti. Sheridan Granger era in maternità, e Skye Willis e Ava Trussell erano in Sudamerica, impegnate in uno dei rari incarichi a pagamento che avevano accettato: 11


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