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Sherlock

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A cura di Luigi Pachì

Orlando Pearson

SHERLOCK HOLMES E L ’AVVENTO

DELL ’ INVERNO PIÙ FREDDO

RACCONTO LUNGO

Traduzione di Elisa Passeri

ISBN 9788825424539

© 2021

Titolo originale: SherlockHolmes-ASeasonalTale

Edizione ebook © 2023 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

Versione: 1.0

Traduzione di Elisa Passeri

Copertina di Dante Primoverso

Collana a cura di Luigi Pachì

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

INDICE

Copertina

Illibro

L'autore

Sherlock Holmes e l’avvento dell’inverno più freddo

IL LIBRO

Possibile che si stiano avverando le profezie delle Sacre Scritture sulla fine dei tempi?

La notte di Natale, in una stalla di Londra, nasce un bambino, che scompare del nulla coi genitori poco dopo il parto, senza che Holmes e Watson riescano a rintracciarli. All’arrivo di gennaio, un gelo senza precedenti si abbatte su Londra e il signor Lawler, un potente uomo d’affari, chiede la consulenza di Holmes per indagare sulle cause di un clima così estremo. Il detective e il Dottore si interrogano dunque sul legame tra questi due eventi: possibile che si stiano avverando le profezie delle Sacre Scritture sulla fine dei tempi?

L'AUTORE

Orlando Pearson, creatore della serie The Redacted Sherlock Holmes, è un uomo d’affari internazionale e vive a Londra. Di giorno fa il pendolare nella City e di notte frequenta gli spiriti di Baker Street. I suoi interessi includono la musica classica, la storia, l’attualità e l’economia. Tutti questi argomenti pervadono la sua scrittura e, in particolare, Il tesoro del Prete Rosso. Gli scritti di Pearson sono già stati tradotti in tedesco, ma questa è la prima occasione in cui una sua opera compare in lingua italiana.

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Sherlockiana ISBN: 9788825403039

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Sherlockiana ISBN: 9788825424348

I

I miei lettori di certo ricorderanno l’estremo freddo dei primi mesi del 1895. L’inverno a cavallo tra il 1894 e 1895 portò soltanto due casi da aggiungere ai miei annali: uno alla fine del dicembre 1894, che precedette l’avvento del clima polare in tutto il paese; l’altro che invece venne portato alla nostra attenzione alla fine del marzo 1895, proprio quando gli ultimi residui di gelo stavano svanendo. Holmes non riuscì a risolvere in maniera per lui soddisfacente nessuno dei due misteri, ma entrambi sollevarono delle profonde e simili questioni esistenziali che il mio socio e io non avevamo mai affrontato in nessun’altra occasione. Inoltre, queste situazioni si verificarono una dietro l’altra nella lista delle nostre indagini e, sebbene gli eventi principali ebbero luogo a parecchi mesi di distanza, entrambe giunsero a conclusione a distanza di pochi minuti. Di conseguenza, mi pare sensato raccoglierle in un unico racconto.

L’alba del 25 dicembre 1894 sorgeva tetra. Holmes guardava fuori dalla finestra, osservando prima nella strada sottostante, per poi spostare lo sguardo al cielo che finalmente, appena dopo colazione, cominciava a illuminarsi.

– Il fatto che i Romani sentissero il bisogno, in questo periodo dell’anno, di celebrare il Sol Invictus, il sole invincibile, non dovrebbe sorprenderci – commentò con tono lugubre. – L’oscurità che pare provenire dallo Stige e che avvolge questi ultimi giorni di dicembre sembra davvero infinita e il desiderio umano di cercare uno schema negli avvenimenti casuali od oltre la nostra comprensione è quasi irresistibile. Durante il nostro primo incontro, mio caro Dottore, le

avevo detto che ogni tanto il mio morale cala, ma che mi rimetto in sesto rapidamente. Questo squallore permanente, unito all’assenza di lavoro stimolante, è proprio quel genere di cose che mi fa precipitare nel languore e il pensiero che ci siamo ormai lasciati alle spalle il solstizio d’inverno è solo una misera consolazione.

Il cielo era in effetti plumbeo e, come feci notare al detective nonostante sembrasse non ascoltare la mia osservazione, gli elementi più colorati visibili dalla nostra finestra erano i mattoni grigiastri degli edifici davanti a noi. Poco dopo questa conversazione, con mio enorme sollievo, il nostro salotto ospitò un nuovo visitatore. L’uomo che interruppe le cupe considerazioni del mio coinquilino era il cliente più trasandato che avessimo mai ricevuto. Holmes aveva più volte sostenuto che i suoi casi più interessanti tendevano a scaturire dalle classi meno abbienti, ma quando studiai la figura dell’anziano vestito di stracci presentatosi a Baker Street a quell’ora di mattina, confesso che nutrivo delle aspettative bassissime.

– Mi chiamo Michael – si presentò dopo attimi di riluttanza e confusione, che abbrevierò per questioni di chiarezza. – Mi occupo delle stalle del grande manicomio di St George’s Fields, a Southwark. Negli ultimi due giorni, sono accaduti degli episodi piuttosto strani e ho pensato di discuterne con qualcuno, solo che non avevo idea di chi potesse essere la persona giusta. C’è una grande stalla presso l’ospedale, è usata soprattutto per i visitatori che vengono a trovare i loro parenti malati. Uno stalliere deve essere sempre presente perché l’ospedale riceve visitatori a tutte le ore del giorno e della notte e i

nostri dottori lavorano in orari particolari. Di solito, sono in servizio notturno per assicurarmi che tutto fili liscio.

– Continui – il mio amico incoraggiò l’ospite, sporgendosi in avanti dalla poltrona. Dall’espressione sul suo viso, intuii che era assai interessato a quanto Michael ci stava riferendo, anche se non riuscivo a indovinare dove ci stesse conducendo la narrazione del nostro cliente.

– Ieri sera sono andato al lavoro alle nove e ho trovato un uomo e una donna nella nostra stalla. Sono apparsi dal nulla: lo stalliere che era di turno prima di me non me ne aveva parlato. Lavorando in un posto come il manicomio, sono abituato a vedere situazioni bizzarre, ma quella era una novità. La coppia diceva di aver affrontato un lungo viaggio, di non avere un posto dove stare e di aver deciso di sistemarsi nella nostra stalla. La donna era in avanzato stato di gravidanza e, con mio totale stupore, ha proposto di partorire lì dove si trovava. Sono andato dal mio superiore per spiegargli il problema, ma mi ha risposto che non c’erano stanze per nessuno in ospedale e mi ha suggerito di pensare a qualche compito in cui lo straniero potesse rendersi utile. Perciò ho mandato l’uomo a riparare alcune delle mangiatoie che avevano bisogno di manutenzione: era un’attività di cui di sicuro si era già occupato in passato, visto che se l’è cavata benone.

I miei lettori avranno indovinato come le dichiarazioni di Michael sul fatto che nella stalla si stesse apparentemente ricreando la Natività mi avevano già convinto a etichettarlo come un innocuo burlone, ma

dalla posa vigile di Holmes e dai suoi occhi luccicanti compresi che era del tutto immerso nel resoconto dello stalliere.

– Appena passata la mezzanotte – continuò Michael – la donna –anche se, in realtà, non aveva più di tredici o quattordici anni – ha dato alla luce un maschietto e lo ha posato in una delle mangiatoie aggiustate dal marito, mentre io sono venuto qui.

– C’è dell’altro?

– Beh, speravo che all’”altro” provvedesse lei, signor Holmes. Una donna che partorisce in una stalla sarebbe impegnativo per chiunque.

Il detective ragionò per un istante. – La coppia e il neonato sono ancora lì?

– Sì, signore.

– Allora dobbiamo recarci sul posto e parlare con loro. Questi eventi che lei descrive essere accaduti a St George’s Field sono così fuori dall’ordinario che richiedono un’investigazione.

Ero incerto se accompagnare Holmes in quello che mi sembrava un giro a vuoto, in un giorno in cui di vuoto ci sarebbe stato anche il mio stomaco, se avessi saltato il pranzo natalizio a mezzogiorno. Il mio socio, tuttavia, si girò verso di me e disse: – Watson, nessuno degli eventi che lei ha messo per iscritto era meritevole della sua penna come ciò che sta accadendo a Southwark. La supplico di unirsi a noi.

Di fronte a un appello come quello, non mi rimase altra scelta che seguirli. Su insistenza del mio amico, partimmo su due vetture separate, sebbene notai che il guidatore della carrozza di Holmes e Michael fosse molto riluttante ad accettare un cliente trasandato come

lo stalliere. Holmes dovette insistere che voleva la nostra nuova conoscenza nella sua stessa vettura.

Arrivammo a Southwark a metà mattinata e rimasi sorpreso nell’udire, nel tragitto dalla carrozza alle stalle, una musica meravigliosa diffondersi intorno a noi. – Il coro del manicomio ha cominciato le prove dalle prime luci del mattino – commentò Michael mentre ci conduceva nella stalla, la quale non aveva affatto gli odori che di norma vengono associati a un posto simile. Al contrario, sembrava esserci una nota d’incenso nell’aria. La coppia di cui lo stalliere ci aveva parlato era seduta nella stalla, immersa in una pozza di luce proiettata da un raggio del pallido sole dicembrino che penetrava da un buco nel tetto.

– Buongiorno – esordì Holmes. – Io sono Sherlock Holmes e questo è il mio collega, il Dottor Watson. Siamo venuti qui per vedere se avevate bisogno di aiuto. Ritenete che l’assistenza medica del Dottor Watson possa esservi utile?

La giovane simile a un fantasma che Michael ci aveva descritto aveva davvero quattordici anni o giù di lì. Aveva gli occhi scuri e la pelle olivastra e ci osservò con sguardo fermo prima di parlare. I miei lettori dovranno pazientare anche se non capiranno immediatamente le parole della ragazza. L’episodio è spiegato qualche riga più sotto. –Megalanee i psichi mou ton kurion – furono i suoi che udii, ma non avevano per me alcun significato. Sbirciai verso il mio socio: sul suo volto si era dipinta un’espressione di sorpresa. – È il Magnificat, il canto di lode della Madonna pronunciato quando le viene svelato che è incinta – mi bisbigliò. – La ragazza sta usando il greco antico. – La

giovane continuò a parlare e Holmes tradusse sia le frasi che ella aveva già pronunciato, sia il seguito del discorso. – L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. – La voce della neo mamma esprimeva una serenità assoluta, ma passò all’improvviso all’inglese. – Sentivo di doverlo dire. Non ho idea di cosa significhi! – Nel cambiare lingua, mi accorsi che il suo accento era piuttosto rozzo ed ebbi l’istinto di guardarmi intorno per controllare, casomai le appassionate parole in greco fossero giunte dalla bocca di qualcun altro.

L’uomo, che aveva la stessa carnagione scura, si fece avanti.

– Cosa dobbiamo fare? – chiese con tono lamentoso nello stesso accento grezzo della compagna. – La mia fidanzata continua ad avere questi strani momenti da quando è rimasta incinta. Siamo gente semplice e non abbiamo idea di dove possa aver imparato una lingua straniera. Ho pensato che il posto migliore per lei potesse essere l’ospedale, dove magari trovare qualcuno che riusciva a capirla, ma non c’era posto e ci hanno detto di rimanere nella stalla. Non so proprio cosa fare.

Dopo ulteriori discussioni, effettuai una breve visita medica su madre e neonato e stabilii che le loro condizioni erano normali sotto ogni aspetto.

Mi voltai verso Holmes. – Non vedo quale assistenza possiamo offrire noi – dichiarai.

– Dobbiamo assicurarci che la giovane riceva delle cure appropriate – rispose il mio amico. – Una stalla non è posto per una donna che ha appena partorito e mi pare evidente che la sua condizione fisica non

sia ciò che desta più preoccupazione. Venga con me, Watson, e faremo in modo che alla ragazza venga assegnato un letto qui per un paio di notti.

Solo durante il percorso dalla stalla all’edificio dell’ospedale riuscii ad articolare il pensiero che si era insinuato nel mio cervello nell’ascoltare l’iniziale confusa deposizione di Michael ma che adesso mi risuonava in testa come tanti campanelli.

– Holmes! – esclamai. – Questa è davvero la storia di Natale. Ci sono troppe somiglianze, non può non essere così!

Il detective si girò verso di me portandosi un dito alle labbra. –

Come abbiamo visto nel caso di Jonas Oldacre, che lei ha descritto nel racconto Il costruttore di Norwood,1 un investigatore deve sempre cercare un’alternativa alla spiegazione più ovvia. Indagherò su questo mistero come farei per qualsiasi altro caso.

Con mio sollievo, il responsabile sanitario dell’ala femminile del manicomio era il buon Dottor Bridge, mio vecchio mentore sulla febbre cerebrale quando ancora ero uno studente di medicina.

Espresse un certo stupore per il fatto che una donna prossima al parto, specialmente una che dimostrava sprazzi di delirio, fosse stata respinta alle porte dell’ospedale. – Qui facciamo tutto il possibile per aiutare chiunque ha bisogno – spiegò. – E in una circostanza estrema come quella da lei descritta, Watson, fornire assistenza era il minimo.

Acconsentì a ospitare la coppia e il loro bambino per almeno tre notti e Holmes e io ritornammo alla stalla con la buona notizia.

Al nostro arrivo, con nostra grande costernazione, scoprimmo non solo che la coppia e il neonato se n’erano andati, ma che Michael era

sparito e il suo sostituto era un tizio del tutto all’oscuro delle due persone che si erano accampate nella stalla. Quasi certamente è irrilevante ai fini della narrazione, ma la musica si era interrotta e le porte e le finestre della stalla erano state spalancate, facendo sparire ogni traccia degli inebrianti profumi che fino a poco prima aleggiavano nell’ambiente.

Il giovanotto che era adesso di servizio era brusco e poco disponibile. No, Michael non gli aveva comunicato niente di speciale al cambio del turno. Si mise dunque a ripulire il disordine lasciato da quella che riteneva fosse la trascuratezza del collega verso le proprie mansioni. Il nuovo stalliere aveva effettuato una pulizia così accurata che neanche l’attento esame di Holmes riuscì a scovare i segni della permanenza nella stalla di due individui.

Sembrava che non ci fosse altro da fare, perciò il detective e io salimmo di nuovo su una vettura e rientrammo a Baker Street.

Il mio amico rimase in silenzio, ma la confusione scritta sul suo viso era evidente. Mentre procedevamo verso nord-ovest, scrutava i passanti come sperando di localizzare la coppia e il bambino. Rimase chiuso nel proprio mutismo per il resto della giornata, limitandosi a riempire di continuo la sua pipa con il tabacco più forte. Stavo per ritirarmi per la notte, quando finalmente Holmes parlò.

– Non ha senso, Watson: che i due giovani si siano spaventati e siano spariti prima che potessimo aiutarli è spiacevole ma non impossibile; che Michael se ne sia andato appena finito il suo turno è poco utile ma ragionevole. Ma come ha fatto la ragazza a imparare il

greco antico? Di certo non grazie alla limitata istruzione che può aver ricevuto.

– Come ha intenzione di procedere? – volli sapere.

– Devo capire come fare per rintracciare la coppia. Mi impegnerò con tutti gli sforzi possibili. Questo caso va investigato come qualsiasi altro mistero, soprattutto se ciò su cui dobbiamo indagare potrebbe ribaltare la versione universalmente riconosciuta di eventi successi duemila anni fa.

1. L’avventura del costruttore di Norwood (The Adventure of the NorwoodBuilder, 1903) è un racconto del Canone in cui viene narrata la vicenda di Jonas Oldacre, che inscena il proprio omicidio per incastrare il giovane avvocato John Hector McFarlane e vendicarsi di un affronto subito anni prima dalla propria famiglia. [N. d. T.]

I I

Nei giorni successivi, Holmes si fermò di rado nel nostro appartamento. In seguito, mi raccontò che aveva chiesto informazioni nelle locande e nelle pensioni, parlato con gli usceri degli ospizi, sguinzagliato gli Irregolari di Baker Street2 e consultato insieme alla polizia le liste delle persone scomparse. Era riuscito a ricostruire i movimenti dei fuggitivi lungo il corso del Tamigi fino a Slough, ma oltre quel punto le tracce di interrompevano. Era come se le due persone che avevamo visto coi nostri occhi fossero scomparse dalla faccia della Terra.

Non molto tempo dopo fu costretto a interrompere la ricerca. Quel dicembre così mite, lasciò il posto a gennaio e a una serie di aspre gelate, con i termometri che per giorni e giorni mostravano temperature di molto al di sotto dello zero. Trascorsi la gran parte dei successivi due mesi e mezzo in casa, avvolto nelle coperte. Avevo venduto l’attività medica e Holmes non aveva casi di cui occuparsi, tranne la missione fallita descritta nei paragrafi precedenti. Anche i nostri concittadini londinesi preferivano rimanere al chiuso il più a lungo possibile e il marciapiede sotto la nostra finestra, di solito affollato, era praticamente deserto.

Il freddo estremo significava che il carbone non poteva essere trasportato, perciò le nostre stanze a Baker Street diventarono gelide e tristi man mano che le riserve di combustibile solido diminuivano. Il fornello a gas, che tenevamo acceso tutto il giorno, diventò la nostra unica fonte di calore. La superficie del Tamigi congelò e, in quei rari giorni in cui potevano essere stampati e distribuiti, i giornali

riportavano notizie di numerosi decessi per assideramento, ipotermia e inedia. Il periodo prolungato di clima glaciale comprese gennaio, febbraio e buona parte di marzo.

Il detective ogni tanto sottolineava con tono lamentoso che i criminali di Londra fossero degli sciocchi a non approfittare dell’assenza delle persone dai luoghi pubblici e delle estreme condizioni meteo per mettere a segno qualche colpo. Tuttavia notai che era riluttante quanto me a lasciare il tepore del nostro alloggio per gettarsi nelle rigide distese innevate all’esterno. Per contro, le sue energie intellettuali non sembravano risentire del gelo e concentrò questo vigore nei modi più inaspettati per scovare la coppia e il bambino. Nel 1894 si era verificata quella piccola questione da me raccontata col titolo di Il caso dell’uomo deforme.3 Per risolvere il mistero, il mio socio aveva mostrato una conoscenza della Bibbia che mi aveva colto di sorpresa, dato che non ero a conoscenza di un suo interesse verso i testi sacri. Ora, seduti ai lati del nostro tremolante fornello a gas, Holmes era immerso nello studio della Bibbia, esaminando con minuzia sia il testo stesso sia le sue esegesi. I lettori potrebbero aspettarsi che durante un periodo tanto lungo di confinamento a stretto contatto, il mio amico e io tenessimo conversazioni su un’ampia gamma di argomenti, ma lo studio biblico assorbì la totale attenzione di Holmes e ci parlammo a malapena.

Alla fine di marzo – dopo che un lungo disgelo aveva fatto sparire gli ultimi frammenti di ghiaccio dalle nostre finestre e si vedevano i primi germogli sugli alberi – il mio amico mi fornì un resoconto sul suo

lavoro. – Cosa ne dice di una passeggiata a Regent’s Park? – mi chiese in una mattina luminosa ma ancora frizzante.

Non era da Holmes invitarmi per una camminata per il semplice piacere di farla e immaginai che questo insolito suggerimento derivasse dalla mancanza di casi di cui occuparsi unita al desiderio di evadere dal nostro opprimente appartamento. Acconsentii felice alla proposta del mio coinquilino.

Per un paio d’ore, gironzolammo insieme, restando però sempre sui viottoli o sull’Outer Circle, poiché i prati, a causa del disgelo, erano diventati dei pantani. Ci ritrovammo a passeggiare insieme a numerose altre persone: i londinesi avevano lasciato il tepore dei loro caminetti per godere dell’aria fresca. Sull’Outer Circle c’erano pedoni, ciclisti e carrozze, insieme a qualche intrepida automobile. Ognuna, secondo le leggi dell’epoca, seguiva un uomo con in mano una bandierina rossa che doveva procedere alla velocità massima permessa in città di circa tre chilometri orari. Queste auto non mancavano mai di bloccare la traiettoria delle ben più veloci vetture a due e quattro ruote trainate da cavalli.

Domandai a Holmes aggiornamenti sulla vicenda di Southwark e se avesse in programma di continuare a indagare.

– Temo – rispose – che se lei dovesse scriverne un resoconto, dovrebbe probabilmente trattare l’episodio come uno dei pochi casi irrisolti tra quelli portati alla mia attenzione, per quanto lei li abbia comunque definiti degni di interesse. Si ricorderà che la coppia e la loro storia presentavano molte somiglianze con il racconto della Natività. Visto che non sono stato più in grado di proseguire la ricerca

delle persone scomparse nel pieno del desolante inverno, ho concentrato le mie energie intellettuali sullo studio delle profezie bibliche e di altri scritti ad esse associati.

– E cosa ha concluso? Che il bambino che abbiamo incontrato rappresenta la Seconda Venuta di Cristo e dunque che la fine dei giorni incombe su di noi?

– Non credo – rispose Holmes con un tono di voce privo della sua abituale sicurezza. – Altrimenti le avrei riferito la storia del ratto gigante di Sumatra. La fine dei giorni avrebbe giustificato la pubblicazione di quella storia, che il mondo fosse stato pronto o no.4

Non era la prima volta che Holmes menzionava questo ratto gigante di Sumatra senza specificare perché il mondo non fosse ancora pronto per gli eventi collegati alla vicenda. Sperai che approfondisse la sua dichiarazione, invece proseguì il discorso sugli eventi accaduti a dicembre.

– Nel Nuovo Testamento è contenuta una visione apocalittica riguardo alla Seconda Venuta, che si dice sarà preceduta da gravi carestie e guerre, con il sole che verrà oscurato e la luna che non brillerà. Nonostante la prolungata asprezza del recente inverno, al momento non sono in vista degli eventi di una simile portata. No, i fatti a cui abbiamo assistito sono molto più tipici delle profezie incentrate sulla prima venuta di Cristo. La maggioranza delle previsioni circa la prima venuta erano contenute negli scritti di Isaia. Il Vangelo di Matteo attinge numerosi contenuti da Isaia per certificare la nascita nella stalla come venuta al mondo del figlio di Dio. Isaia affermava

che il bambino sarebbe nato da quella che, a seconda della traduzione, viene indicata come una vergine o una giovane donna.

«La mia conoscenza dell’ebraico mi fa capire che il profeta si riferisse alla seconda opzione. Matteo, al contrario, dichiara in modo inequivocabile che la madre dell’individuo da lui chiamato il Redentore era una vergine.»

– Come lei capirà, Holmes – dissi, arrossendo lievemente al pensiero – Non potevo confermare questa circostanza dopo il parto. Il mio breve esame ha potuto appurare solo che la giovane aveva circa quattordici anni ed era in buona salute per una donna in travaglio fino a poco tempo prima.

Il detective fece una pausa, come per registrare l’informazione che gli avevo appena fornito. Dopodiché, riprese a parlare. – Un altro profeta, Michea, sosteneva che il Redentore sarebbe nato a Betlemme, invece Osea era convinto che sarebbe venuto al mondo in Egitto.

– Ma, Holmes, il bambino è nato a Londra!

Il lungo periodo di inattività non aveva diminuito l’asprezza del mio amico nei confronti di coloro che percepiva come intellettualmente più lenti di lui. – Il manicomio, Watson, si chiama Bedlam perché in origine venne fondato dal priorato di Santa Maria di Betlemme. Di conseguenza, la nascita a cui abbiamo assistito combacia alla perfezione con la profezia di Michea.

– Holmes! – esclamai, anche se, ripensandoci, forse fui un tantino imprudente ad alzare la voce. – Se lei afferma che il parto a Southwark sia la Venuta del Redentore, sta ribaltando quasi due

millenni di insegnamenti della Chiesa cristiana. In tempi meno amichevoli di questi, sarebbe stato bruciato come eretico, oppure le sue capacità deduttive l’avrebbero mandata al rogo come stregone!

– Ed è proprio per questo motivo che sono stato cauto nel condividere con lei i risultati dei miei studi. Non solo la coppia della stalla soddisfa vari requisiti delle profezie originali, ma non riesco nemmeno a spiegare come ha fatto la ragazza a imparare a parlare in quel modo.

– Allora come intende procedere?

– La vicenda è estremamente coinvolgente, ma i miei tentativi di localizzare i due giovani si sono rivelati infruttuosi ben prima dell’avvento del freddo estremo. La pista che ho trovato adesso sarà ancora più difficile da seguire, dopo la lunga pausa delle indagini imposta dal clima. Porterò avanti altre ricerche finché non arriveranno altri clienti, ma temo che il caso di Southwark rimarrà irrisolto e la questione sul fatto che la nascita stravolge la nostra attuale versione della storia rimarrà in sospeso per molti anni a venire.

Quando ritornammo a Baker Street, ci stava aspettando il fattorino. – È passato di qui un gentiluomo, signore! Ha detto che ritornerà.

Non appena salimmo le scale, il visitatore apparve al portone principale.

Nel mio racconto Il Ministro e gli industriali, ho introdotto l’esile e imperscrutabile signor Lawler, che indossa sempre un cappello a cilindro. All’inizio di quella vicenda, l’uomo era un membro junior del Gabinetto inglese. La storia si concluse non solo con i risultati che il signor Lawler auspicava per il suo partito politico, ma anche con

ulteriore guadagno per lui nella forma di una nuova e altamente remunerativa direzione non esecutiva di una delle maggiori compagnie britanniche, posizione per la quale si dimise dal Gabinetto. Holmes e io non riuscimmo ad accertare se quell’epilogo scaturì dai nostri sforzi e avevo immaginato che non avremmo mai più avuto a che fare con il signor Lawler. Rimasi perciò sorpreso quando il nostro ex cliente si presentò alla soglia del nostro appartamento. Era elegante e cordiale proprio come al tempo del primo caso e, dopo le abituali formalità, arrivò dritto al punto.

– Sono un uomo impegnato, signor Holmes – commentò, accendendosi una sigaretta. – Oltre ai miei compiti di fiero rappresentate dei miei elettori presso la Camera dei Comuni e alle onerose responsabilità come direttore non esecutivo addetto alla supervisione di alcune delle maggiori imprese nazionali, sono anche ambasciatore per conto di numerose organizzazioni non governative.

Una di queste è l’associazione dietro una rinomata pubblicazione annuale, L’almanacco del clima. Questo gruppo, che percepisce sostanziosi finanziamenti, si dedica all’osservazione delle condizioni metereologiche e del clima. Abbiamo avuto una successione di inverni duri, culminati con l’orrore ghiacciato appena trascorso e ciò sembra formare uno schema, insieme al susseguirsi, negli ultimi anni, di pessime estati.

Il signor Lawler stava per continuare l’esposizione del suo problema, ma già dall’inizio delle affermazioni del nostro ospite avevo notato lo sconcerto dipingersi sul viso di Holmes. Anche se era chiaro che il

signor Lawler avesse molto altro da spiegare, il mio socio non poté trattenersi oltre.

– Mio caro signor Lawler – intervenne. – Ho tentato nel mio piccolo di essere un benefattore per l’umanità, ma non comprendo come possa esserle d’aiuto in questa faccenda. Neanche con tutti i poteri che il mio cronista, con occasionali abbellimenti mi attribuisce – e qui Holmes annuì nella mia direzione – potrei influenzare il meteo o alterare il clima.

– Un attimo, signor Holmes, un attimo. Non sono venuto qui perché una commissione le chiede di cambiare il clima. – Credo che il signor Lawler si aspettasse un’altra interruzione da parte di Holmes, ma il mio amico rimase in silenzio. Lawler riprese a parlare. – Diversi anni fa, alcuni operai che stavano lavorando alla Metropolitan Railway si sono imbattuti in degli enormi macigni che bloccavano il passaggio nel loro tunnel presso la stazione di Finchley Road.

Vidi il detective sollevare un sopracciglio, perplesso per quell’informazione all’apparenza irrilevante.

– Signor Holmes – disse Lawler, accelerando il flusso della narrazione, sospetto per paura che il mio coinquilino volesse terminare il colloquio. – I massi erano così grandi e così numerosi che non poterono essere estratti ed erano così conficcati in profondità nel terreno che era impossibile scavargli intorno. Alla fine furono fatti saltare in aria con la dinamite. Gli scienziati del Dipartimento di geologia dell’University College di Londra avevano espresso un certo interesse per le pietre e chiesto se potevano esaminarne i frammenti estratti dopo la detonazione. Sono riusciti a formulare delle conclusioni

solo nelle ultime settimane e ci hanno presentato nell’Almanacco una prima bozza delle loro considerazioni.

– E? – volle sapere Holmes.

– Signor Holmes, le rocce erano tutto ciò che restava di un gigantesco ghiacciaio.

Per la prima volta dall’arrivo del signor Lawler, scorsi una scintilla di interesse brillare negli occhi del mio socio, che però lasciò che il nostro cliente continuasse a parlare senza interromperlo.

– I ghiacciai di norma finiscono per diventare un ammasso di detriti, ma questo conglomerato di pietre era la punta di un ghiacciaio fuori dall’ordinario – spiegò il signor Lawler. – Il ghiacciaio, per quanto riusciamo a misurare, si estendeva verso nord dal punto in cui la stazione era in costruzione. Ciò significa che in un certo momento, in un passato remoto, la coltre di ghiaccio che ricopre il Polo Nord e che attualmente termina a migliaia di chilometri a nord rispetto a noi, nelle terre inospitali della Norvegia, si estendeva per quasi tutta l’area del nostro paese. La recente prevalenza di inverni rigidi ha spinto noi dell’Almanacco del clima a porgerci due domande: primo, se delle stagioni così rigide sono destinate a ripetersi, e secondo, se è l’umanità a compiere delle azioni che stanno causando il cambiamento. Senza ripetere l’ovvio, sappiamo che il clima dipende dal cielo. Gli ultimi cento anni hanno visto un aumento senza precedenti di carbone e altri combustibili che vengono bruciati come parte del processo di industrializzazione.

«Ciò significa che nell’atmosfera vengono rilasciati fuliggine, zolfo e gas associati a un livello assai più elevato di quanto non sia successo

fin ora nella storia dell’uomo. È possibile che l’aumento di queste sostanze stia bloccando la luce del sole, causando quindi un raffreddamento del clima, nonostante i gas in questione siano invisibili all’occhio umano?» – Vada avanti.

– Ho avuto l’opportunità di condividere le mie preoccupazioni con il Primo Ministro. È d’accordo con me sul fatto che le questioni da me sollevate siano un pericolo non solo per la sorte di coloro che vivono in questo paese, ma per il benessere di ognuno sul pianeta. È riluttante a investire denaro governativo per finanziare direttamente un’idea che potrebbe rivelarsi non più di una fantasiosa speculazione. La nostra organizzazione, a parte ciò che riceve dai benefattori, beneficia delle risorse dal Governo. Queste sovvenzioni saranno aumentate nel prossimo anno finanziario, poiché il Governo gradirebbe da noi più informazioni su maree e correnti per contribuire

all’efficienza operativa della Royal Navy. Ciò libererebbe delle risorse che ci permetterebbero di ampliare i campi delle nostre ricerche.

L’almanacco del clima vorrebbe chiederle di scoprire quanto più possibile riguardo alla storia della meteorologia e di stabilire se questo passaggio verso inverni più gelidi ed estati più tiepide abbia qualcosa a che fare con l’attività dell’uomo.

Sbirciai verso il mio collega per indovinare cosa pensasse di questa commissione, piuttosto unica tra tutte le richieste di aiuto che gli erano giunte. Holmes era, tuttavia, l’impenetrabilità stessa e si limitò a dire a Lawler che avrebbe dovuto riflettere su come rispondere a

quella proposta di investigare sui cambiamenti climatici e il ruolo dell’uomo in essi.

Il signor Lawler espresse soddisfazione per le parole del detective e, con un gesto plateale, estrasse un libretto degli assegni e il registro dei pagamenti con il nome dell’Almanacco del clima impresso sulla copertina. Procedette dunque a documentare il versamento in anticipo a Holmes della somma di 100 sterline. – Naturalmente, signor Holmes – disse il nostro ospite – è più che giusto corrisponderle una cifra anticipata in considerazione di ciò che riceverà nell’occuparsi di questo caso.

Credo che il detective rimase leggermente sorpreso nel ricevere una cifra così generosa quando non aveva ancora accettato in modo definitivo l’indagine. Nonostante ciò, prese l’assegno che il signor Lawler gli porgeva e se lo infilò in un taschino interno. E così, l’uomo d’affari se ne andò all’improvviso proprio come era arrivato.

Quando restammo di nuovo soli, sfidai Holmes. Come aveva potuto accettare, gli chiesi, del denaro in anticipo per occuparsi di un caso nonostante non avesse formalmente accettato di condurre l’investigazione? Perché, continuai, non aveva proposto di studiare i cambiamenti climatici nell’arco di un periodo che fosse lungo abbastanza per avere rilevanza scientifica e come aveva intenzione di stabilire che l’enorme rivoluzione industriale dell’ultimo secolo stava influenzando il meteo? Aveva alla fine deciso di abbandonare la vicenda in cui eravamo stati coinvolti appena prima del grande gelo?

Senza rispondere, il detective si appoggiò allo schienale della poltrona, con le palpebre abbassate per tre quarti e le punte delle dita

premute le une contro le altre. Ci fu un silenzio prolungato, dopo il quale, finalmente, parlò. La sua voce aveva una tonalità stranamente distaccata.

– I giornali sono stati pieni di storie di povertà causate dal freddo duraturo. A dispetto del massiccio sviluppo industriale menzionato dal signor Lawler, l’economia rimane in larga parte basata sull’agricoltura.

Se il meteo impedisce le coltivazioni, i contadini non possono lavorare, ma devono comunque mangiare e pagare l’affitto. Allo stesso modo, la lunga stagione glaciale ha prosciugato il mio flusso di clienti, mentre le spese sono rimaste le stesse, anzi, sono aumentate perché ho dovuto pagare la fornitura di gas per riscaldare la mia abitazione. Non percepisco una pensione dell’esercito e non beneficio di alcun capitale derivato dalla vendita dell’attività medica.

«Inoltre, le ricerche sulla coppia che abbiamo incontrato nella stalla di Bedlam non solo si sono rivelate completamente infruttuose ma, anche se dovessi continuare a indagare, non ne ricaverei alcun guadagno. Sebbene detesti decidere le mie priorità in base a delle considerazioni finanziarie, una commissione da parte di una ricca organizzazione come quella che si occupa dell’Almanacco delclima,al momento, è per me più che benaccetta.»

– Ma di sicuro qualsiasi pagamento futuro da parte degli editori dell’Almanacco del clima o qualsiasi ulteriore finanziamento per un progetto di questa natura dipendono dal fatto che lei confermerà o no il legame tra il raffreddamento del clima e lo sviluppo industriale. È davvero disposto a tollerare un modusoperandicosì indecoroso?

Vidi Holmes trasalire all’idea che sarebbe stato pagato in base alle conclusioni a cui sarebbe giunto e non perché aveva deciso di accettare la commissione. Seguì un altro esteso silenzio, mentre considerava quella prospettiva.

– Sono pienamente fedele all’esigenza professionale di mantenere la mia indipendenza e integrità – dichiarò infine. – Niente mi convincerà ad abusare delle capacità in mio possesso per produrre una falsa opinione. Condurrò le mie ricerche e formulerò il mio punto di vista sulle scoperte fatte senza paura o servilismo, anche se L’almanacco delclimanon dovesse gradire la mia risposta.

– Come ha intenzione di approcciarsi a una materia così complessa come i possibili cambiamenti del clima? – insistetti. – Per le sue solite avventure, lei ha me come cronista, con tutte le inadeguatezze che non manca mai di sottolineare. Al clima non importa se lei ha un biografo con il quale consultarsi.

– Al contrario, caro Watson – mi contraddisse Holmes, raddrizzandosi leggermente. – Ci sono pochi argomenti su cui, nel corso dei secoli, sono stati versati più fiumi di inchiostro. Dall’aurora dalle dita rosate di Omero di tremila anni fa, ai registri dei monaci del Medioevo, fino agli scritti degli altrimenti sottoccupati parroci di campagna degli ultimi duecento anni, siamo fortunati a possedere delle relazioni sul meteo che, sebbene di natura sintetica, sono tutto fuorché non esaustive.

2. Gli Irregolari di Baker Street sono un gruppo di ragazzi di strada a cui Holmes spesso si rivolge nelle sue indagini. Fanno la prima

apparizione in AStudyinScarlet(Unostudioinrosso, 1887). Wiggins è il leader della banda. [N. d. T.]

3. Il caso dell’uomo deforme (The Adventure of the Crooked Man, 1893) è un racconto del Canone in cui Holmes e Watson indagano sulla morte del comandante James Barclay, trovato morto in casa sua accanto alla moglie svenuta. [N.d.T.]

4. Il ratto gigante di Sumatra viene citato da Sherlock Holmes nel racconto del Canone L’avventura del vampiro del Sussex (The Adventure oftheSussexVampire, 1924). Secondo il detective, quella del ratto gigante è “una storia per cui il mondo non è ancora pronto”: non fornisce dettagli sulla questione, ma lascia intuire che si tratta di un caso di cui si è occupato prima di conoscere Watson. [N.d.T.]

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