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LA RIVISTA DELLA SALA D’ASPETTO

SALUTE PERTUTTI.IT

VOL. 1 - N. 1 - NOVEMBRE - 2018

TISANE e SALUTE MAL DI GOLA INFIAMMAZIONE DI NASO E ORECCHIE Vitiello G, Rossi O.

PROBLEMI DI PESO Della Seta D.

AMICI DEI DENTI Meggiboschi P.

CINEMA E IPOCONDRIA MARESCA J.

co UC mp LA ren de re

Perticone M.

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CIOCCOLATO lo so n è o n .M no za -M en e i r c S ta ella a aiu d o m Scop

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - LO/MI/3009 In caso di mancata consegna restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.

Cicero A.F.G.


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EDITORIALE

La sala d’attesa Buongiorno cari lettori!

della salute a 360 gradi, partendo dai piccoli gesti quotidiani che possono contribuire alla percezione di benessere, dall'assunzione di una tisana allo svolgimento di un'attività fisica strutturata, dalla scelta di un integratore di qualità a quella dei più moderni nutraceutici. In questo contesto, Salutepertutti.it si propone di trattare in modo divulgativo e facilmente comprensibile, ma scientificamente corretto, col supporto di Autori qualificati, i temi di principale interesse per tutte le persone, giovani ed anziani, donne e uomini, interessati al mantenimento ed alla promozione del proprio bene più prezioso.

Perché una nuova rivista sulla salute e perché chiamarla Salutepertutti.it? La salute resta il principale investimento che il cittadino può fare per se stesso e per i propri cari. E per salute non si intende soltanto l'assenza di malattia, ma anche la percezione di benessere, il sentirsi bene. Quindi una rivista che parli di salute non deve concentrarsi solo sulla malattia e sui modi di porre diagnosi, proponendo poi tentativi di cure. Una rivista che si rivolga a tutti e strutturata per tutti è una rivista che affronta il tema

E quindi… buona lettura a tutti! Arrigo F.G. Cicero

Presidente Società Italiana di Nutraceutica (SINut)

Salutepertutti.it è una rivista destinata alla sala d’aspetto del medico di Medicina Generale. Obiettivo di Salutepertutti.it è trasformare il luogo di attesa in un luogo piacevole, il tempo sprecato in un momento di pausa. Salutepertutti.it offre ai pazienti la possibilità, attraverso gli articoli di eminenti esperti, di rendersi effettivamente conto se il nostro modo di alimentarci è corretto e se i messaggi riguardanti le diffe-

renti diete e le proprietà dei numerosi integratori sono veritieri dal punto di vista scientifico. Questo impegno editoriale si avvale, con orgoglio, del patrocinio della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) e della collaborazione e supervisione del suo Presidente, Prof. Arrigo Cicero. Gli articoli di divulgazione scientifica per il grande pubblico si alternano a brani su argomenti di varia umanità con lo scopo di rendere più lievi i momenti di tensione emotiva e di preoccupazione che precedono l’incontro con il Medico, ricordando che di lì a poco c’è il mondo che aspetta. Pietro Cazzola

Direttore Responsabile

Il Suo parere per noi è importante

Ci aiuti a migliorare “Salutepertutti.it” Si colleghi al sito http://www.angelica.it/salutepertutti per lasciare un commento. Lo utilizzeremo per migliorare il prossimo numero. E troverà una bella sorpresa per il suo Benessere.

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SALUTEPERTUTTI.IT VOLUME 1 - NUMERO 1 - 2018 www.salutepertutti.it INDICE

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Questionario tratto da Proust - Risponde Pamela Villoresi Le tisane: hanno ancora un ruolo nel mantenimento della salute? - Arrigo F. G. Cicero L’infiammazione della gola: diagnosi, cura e prevenzione - Gianfranco Vitiello e Oliviero Rossi Un italiano su cinque ha problemi di peso, specie al Sud - Daniel Della Seta Cioccolato: il cibo degli dei - Maria Perticone Gli amici... dei nostri amici denti - Paolo Meggiboschi Cinema e ipocondria - Jacopo Maresca L’infiammazione di naso e orecchio: diagnosi, cura e prevenzione - Gianfranco Vitiello e Oliviero Rossi L’EDITORE Direttore Responsabile: Pietro Cazzola PR e Marketing: Donatella Tedeschi Comunicazione e Media: Ruben Cazzola Grafica e Impaginazione: Cinzia Levati Affari Legali: Avv. Loredana Talia Stampa: Lalitotipo, Settimo Milanese (MI)

Edizioni Scripta Manent s.n.c.

Via Melchiorre Gioia 41/A - 20124 Milano, Italy Tel. +39 0270608060 Registrazione: Tribunale di Milano n. 130 del 09.04.2018 e-mail: info@edizioniscriptamanent.eu web: www.edizioniscriptamanent.eu

È vietata la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, di articoli, illustrazioni e fotografie pubblicati su SALUTEPERTUTTI.IT senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’Editore non risponde dell’opinione espressa dagli Autori degli articoli e delle immagini da loro fornite. Diffusione gratuita. Ai sensi della legge 675/96 è possibile, in qualsiasi momento, opporsi all’invio della rivista comunicando per iscritto la propria decisione a: Edizioni Scripta Manent s.n.c. - Via Melchiorre Gioia, 41/A - 20124 Milano

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Questionario tratto da Proust ATTRICE DI TEATRO, CINEMA E TELEVISIONE

6. Il paese dove vorrei vivere, dal punto di vista alimentare Italia, senza alcun dubbio. 7. Il colore che preferisco, a tavola Rosso. 8. Il sapore che preferisco Olio di oliva e pane. 9. La mia ricetta preferita Pappa al pomodoro. 10.Il mio pasto preferito durante il giorno Cena. 11.Il mio modo di consumare pasti A tavola, apparecchiata con tovaglia, tovagliolo di stoffa, bicchiere dell'acqua e del vino, coltello e cucchiaio a destra, forchetta a sinistra. Soprattutto se ceno da sola.

Risponde Pamela Villoresi

12.Il cibo che amo Pasta e verdure.

1. Il tratto principale del mio carattere, rispetto al cibo Sono godereccia, ma assimilo molto. Amo mangiare e bere bene. Nonostante la mia ora (almeno) di ginnastica al giorno, lotto sempre con il peso. Perciò cerco di saltare il desinare per godermi una buona cena senza restrizioni.

13.Se dovessi cambiare qualcosa nel mio fisico? Pancia più piatta, ma anche le gravidanze hanno allentato un po' la muscolatura addominale: è un obiettivo irraggiungibile.

2. Il mio principale pregio, rispetto all’alimentazione in generale Sono ghiotta di verdure, non mi piacciono i dolci e detesto le salse che coprono il sapore dei cibi. Mangio perciò piuttosto “sano”.

14.Il cibo che detesto più di tutto Molluschi e pesce crudo. Mi disgusta anche il coriandolo. 15.Il dono di natura che vorrei avere Voce da usignolo, un ricco conto in banca.

3. Il mio principale difetto, rispetto all’alimentazione in generale Il buon vino la sera abbinato a ciò che mangio. Non eccedo, ma 2 o 3 bicchieri li bevo con vero piacere. È la prima cosa che tolgo quando sono a dieta... e dimagrisco subito.

16.Stato attuale del mio animo Ottimo. 17.Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza a tavola “Voleva dire NO, ha sempre detto SI”. La curiosità.

4. La mia occupazione preferita Nuotare, canottare, leggere e camminare.

18.Il mio motto alimentare Chi non sa godere a tavola non fa bene nemmeno l'amore.

5. Il mio sogno di felicità La mia vita.

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APPUNTAMENTI A TEATRO CON PAMELA VILLORESI: 29 Novembre – 23 Dicembre 2018 Roma, Teatro Manzoni CONFIDENZE PERICOLOSE di Dada Morelli Pamela Villoresi, Patrizia Pellegrino con Blas Roca Rey e Paolo Roca Rey Regia di Diego Ruiz 31 Gennaio - 10 Febbraio 2019 Napoli, Teatro Mercadante LA VITA A MORSI Regia Gigi di Luca

CONCERTI PER PIANOFORTE E VOCE RECITANTE: 14 Ottobre 2018 Roma, Scuola di Portico D’Ottavia CANTERO’ PER IL RE di Franca De Angelis Regia di Pamela Villoresi con Evelina Meghnagi (voce e canto), Cristiano Califano (chitarra, corde) e Arnaldo Vacca (percussioni)

9 Novembre 2018 Terni, Associazione Filarmonica Umbra LA MUSICA DELL’ANIMA ritratto di Eleonora Duse tra le note della sua epoca di Maria Letizia Compatangelo con Pamela Villoresi e con Marco Scolastra (pianoforte) Nora, Prossime date da definire Debutto nazionale nell'ambito della rassegna "La notte dei poeti” TERRA di Valeria Moretti con Pamela Villoresi e Danilo Rea

TELEVISIONE:

Marzo 2019 Canale 5: LONTANO DA TE, romantic comedy internazionale prodotta da Mediaset e Mediaset España con Megan Montaner e Alessandro Tiberi e con Pamela Villoresi, Rosario Pardo e Pepon Nieto

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NUTRACEUTICA

Le tisane: hanno ancora un ruolo nel mantenimento della salute? Arrigo F. G. Cicero

Presidente Società Italiana di Nutraceutica (SINut).

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n un mondo di Medicina basata su grandi studi condotti su migliaia di pazienti può sembrare strano rivolgersi ad alcuni rimedi tradizionali per il mantenimento della salute. Tuttavia, la Natura può offrirci un importante supporto, sia sotto forma di alimenti sani, che di piante medicinali assunte sotto forma di tisane o di integratori alimentari. In questo breve articolo ci soffermeremo sul potenziale salutistico delle tisane.

La tisana di per sé ricopre diversi tipi di valenza. In prima battuta, la preparazione e degustazione di una tisana rappresenta un momento di pausa in una vita tendenzialmente frenetica e stressante. Per questo motivo, la palatabilità di una tisana (indipendentemente dall’apporto che può fornire di sostanze potenzialmente positive per la salute) è di per sé di particolare importanza. In seconda battuta, le tisane costituiscono una fonte importante di idratazione ed uno stimolo a bere liquidi per persone che non hanno uno stimolo spontaneo all’assunzione di acqua. La deprivazione relativa di acqua è un fenomeno sempre più frequente, specie in donne, anziani e bambini, con ripercussioni salutistiche ed estetiche negative.

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Infatti la disidratazione relativa è associata a: • Calo della capacità di concentrazione • Riduzione delle performance mentali e fisiche • Sensazione di stanchezza ed irritabilità • Difficoltà digestive • Predisposizione alle infezioni urinarie ed alla calcolosi renale… …nonché a diversi altri disturbi a vari organi e apparati del nostro organismo.

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D’altra parte, la disidratazione ha anche una ripercussione estetica negativa, causando opacizzazione ed alterazione del colorito della pelle. L’assunzione di tisane, oltre che a facilitare un adeguato apporto di liquidi all’organismo, riduce la tentazione di assumere snaks durante la giornata o dopo la cena, contribuendo alla sensazione di sazietà e quindi riducendo il rischio di aumento di peso e di alterazioni metaboliche, quali l’elevazione dei livelli circolanti di glicemia e colesterolo. Accanto a queste importanti azioni, le tisane possono inoltre costituire fonti alimentari di sostanze di ori-

proprietà drenanti. Ad esempio, la betulla e l’ortosiphon facilitano la diuresi, e quindi lo smaltimento di liquidi accumulati (ritenzione idrica), senza avere l’effetto drastico di un farmaco diuretico e quindi neppure i potenziali effetti collaterali. L’assunzione dei principi attivi di queste piante in forma di tisana facilita peraltro ulteriormente la diuresi grazie all’apporto di acqua fornito dalla tisana stessa.

ORTOSIPHON

gine vegetale potenzialmente attive su diverse funzioni del nostro organismo. Esiste la possibilità di preparare tisane ad azione tonica, digestiva, drenante, “detossificante”, etc. Vedremo di seguito alcuni esempi. Alcune piante medicinali hanno

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CAFFÈ VERDE

Alcune tisane possono avere una blanda azione stimolante il metabolismo, in particolare quelle che contengono piante ad alto contenuto in catechine, antiossidanti associati in alcuni studi ad un blando effetto dimagrante. Di particolare interesse, in tal senso, sembrano essere le ti-

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sane contenenti caffè verde e tè verde. Il supporto a regimi dimagranti fornito da queste sostanze assunte in forma di tisana, come sopra detto, è amplificato dal fatto che l’assunzione della tisana spezza l’appetito e può sostituirsi all’assunzione di snack o di altre bevande zuccherate. Sempre rimanendo in un’area fra l’estetica e la salute, alcune tisane possono essere utilizzate per contrastare fenomeni fermentativi e quindi aiutare l’addome a sgonfiarsi, specie quando contengano finocchio ed anice, mentre altre possono aiutare l’intestino a mantenere una sua regolarità di svuotamento, come ad esempio il rabarbaro. Infine si potrà aiutare la funzionalità del fegato con una tisana al cardo mariano. Qualora la tisana volesse diventare un sostituto del caffè, si potrà optare per miscele contenenti piante ad azione tonica come l’eleuterococco (una variante “gentile” del ginseng), la cola (uno dei due celebri componenti storici della bevanda gassata più venduta al mondo) ed il tè verde. Chi del caffè predilige l’azione digestiva, allora potrebbe gradire l’ef-

TÈ VERDE

fetto di tisane contenenti zenzero o piante amare come la genziana. La controparte è l’impiego di tisane che contengano


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piante medicinali attive sul sistema nervoso centrale in senso sedativo: dalla più nota camomilla, a melissa, lavanda e valeriana.

VALERIANA

Ma le tisane possono anche veicolare principi attivi utili per la prevenzione e gestione di alcuni malanni di stagione. Ad esempio, l’echinacea può indurre la risposta immunitaria contro alcune infezioni, mentre alcune piante riscaldanti possono migliorare la sintomatologia influenzale come lo zenzero e la cannella. Le tisane infine possono veicolare alcune piante medicinali dotate di

tante proprietà salutistiche, ma che da sole non avrebbero necessariamente un buon sapore. Ad esempio, la curcuma è una radice con potentissima azione antiossidante ed antinfiammatoria, il cui sapore, se assunta da sola, può non essere gradito ai più. La sapiente unione della curcuma con altre piante medicinali di sapore più apprezzabile ed intenso, meglio se potenzialmente sinergiche (come l’arancia, la cannella e lo zenzero) ne può invece rendere l’assunzione piacevole. Tutto quanto sopra detto ovviamente acquisisce un significato particolare se l’abitudine all’assunzione di una o più tisane è associato ad un congruo stile di vita. Questo vuol dire che l’effetto positivo atteso dall’assunzione di una tisana è magnificato, quando la persona si occupi in generale di sé stessa, smettendo di fumare, aumentando la propria attività fisica e

CURCUMA

seguendo un regime dietetico corretto. In caso contrario, l’assunzione delle tisane resterà un momento piacevole in una giornata stressante. Per soggetti che abbiano comunque necessità di un supporto più intenso dalle piante medicinali sarà probabilmente più indicato assumerle sotto forma di integratore dietetico. PROPRIETÀ DELLA CURCUMA • Contrasta i radicali liberi ed i processi di invecchiamento cellulare • Antiossidante • Rafforza le difese immunitarie • Antinfiammatoria • Cicatrizzante • Digestiva • Epatoprotettore • Antimicrobico

Un’ultima nota rilevante: il tema della qualità! Le tisane sono tutte uguali? Quando si sceglie una tisana è molto importante che ci si possa fidare del prodotto assunto. Aziende importanti possono garantire sull’origine delle piante, sulla loro non contaminazione, sulla loro lavorazione, nonché sulla loro associazione in miscele sicure e con un effetto plausibile sull’organismo. Inoltre, contrariamente alle tisane sfuse, possono garantire un rapporto fisso fra le piante in modo tale che sia il sapore che l’eventuale effetto siano costanti. E dopo aver letto questo articolo… Buona tisana!

Letture consigliate Borghi C, Cicero A.F.G. Nutraceutici ed alimenti funzionali in medicina preventiva. Bononia University Press. Bologna, 2011. Cicero A.F.G. Trattato Italiano di Nutraceutica Clinica. Edizioni Scripta Manent, Milano, 2017. Goval R, Aveleso AO. Bioactive Compounds of Medicinal Plants: Properties and Potential for Human Health. Apple Academic Press. Oakville, Ontario, 2018. Heinrich M, Barnes J, Prieto-Garcia J, Gibbons S. Fundamentals of Pharmacognosy and Phytotherapy, 3ed. Elsevier. New York, 2018.

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GOLA

L’infiammazione della gola: diagnosi, cura e prevenzione Gianfranco Vitiello 1 e Oliviero Rossi 2 1 2

Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze. SOD di Immunoallergologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.

MAL DI GOLA Definizione La causa più frequente di mal di gola è la faringite acuta, ovvero l’infiammazione delle mucose che rivestono la parte più posteriore della bocca. Quando invece ad essere interessate sono le corde vocali, parliamo di laringite. Le cause più comuni Il mal di gola è uno dei sintomi più comuni che portano bambini e adulti a rivolgersi al proprio medico di medicina generale. Anche in questo caso, non è sempre facile identificare l’agente che ha causato il mal di gola. Tra le forme non infettive una causa comune è rappresentata dal reflusso acido gastro-esofageo.

Le forme infettive vedono come maggiore responsabile la famiglia dei virus, seguita in percentuale minore, ma non trascurabile, dalle forme batteriche. La presentazione clinica La gola si presenta secca, con una certa necessità di schiarirsi la voce, di solito senza successo. La deglutizione, soprattutto dei cibi più secchi, può diventare difficile e addirittura dolorosa, e spesso deve essere accompagnata dall’ingestione di acqua. Le tonsille e i linfonodi del collo potrebbero gonfiarsi e anche provocare un certo dolore. Se proviamo ad osservare la nostra gola allo specchio, questa potrebbe apparire arrossata, con un’ugola ingrandita. Anche le tonsille potrebbero appa-

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SOLO MAL DI GOLA? I SEGNI E SINTOMI CHE FANNO STARE MALE • Gola secca, arrossata, sensazione di dovere schiarire la voce • Deglutizione difficile, dolorosa • Tonsille e linfonodi ingrossati e doloranti • Ugola ingrandita • Tonsille ingrossate e molto arrossate (a volte con placche biancastre) • Coinvolgimento di naso (raffreddore comune) ed orecchie (otite media) • Febbre • Spossatezza • Dolori muscolari

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rire aumentate nelle loro dimensioni e sopra di esse potrebbero essere presenti delle placche biancastre su sfondo fortemente arrossato. In questi casi è sempre necessario contattare il proprio medico curante per una visita ambulatoriale. Il sintomo mal di gola può presentarsi da solo o, più comunemente, associato a vari sintomi che interessano le alte vie respiratorie, e quindi soprattutto il naso, con il comune raffreddore o più raramente le orecchie, con sintomi di otite media. La diagnosi

Nel caso del mal di gola è difficile, se non impossibile, identificare clinicamente l’agente infettivo responsabile. In particolare, grande importanza ha nei bambini il riconoscimento di un’eventuale faringite da Streptococco beta-emolitico di gruppo B

(SBEGA), che può rendersi responsabile di alcune gravi complicanze. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, il pediatra di famiglia effettuerà un tampone sulla gola del bambino, utilizzando dei test rapidi per il riconoscimento di questo batterio e quindi permettere di impostare un’eventuale terapia anti- biotica mirata. Nell’adulto, in generale, non è necessario alcun test e saranno le caratteristiche di gravità e la presenza di placche tonsillari a guidare le scelte terapeutiche del medico. Sicuramente, la presenza o la comparsa successiva di sintomi di accompagnamento, quale febbre, spossatezza, dolori muscolari, deve sempre rendere necessaria la consultazione con il proprio medico di famiglia. Terapia Le forme di faringite virale richiedono esclusivamente un trattamento sintomatico. Invece, le forme batteriche, soprattutto nei bambini, richiedono sempre TERAPIA DELLA FARINGITE Forme virali → Trattamento dei sintomi Forme batteriche → Antibiotici mirati

un immediato e adeguato trattamento antibiotico. Nel caso in cui il test rapido con il tampone faringeo avesse identificato uno SBEGA, non è necessario ripetere il tempone per verificare l’eradicazione del batterio dopo il trattamento antibiotico. Terapia sintomatica Tutte le forme, sia quelle infettive (virali o batteriche) che non infettive, provocano dei sintomi fastidiosi che possono diminuire di intensità attraverso un approccio sia farmacologico che non farmacologico. Gli spray orali a base di farmaci anti-infiammatori non steroidei, usati per un breve periodo, possono ridurre il livello di infiammazione e quindi diminuire la gravità del sintomo. L’uso prolungato di questi dispositivi è sempre sconsigliato. L’utilizzo di prodotti a base di flavonoidi, può essere indicato per ridurre, in bambini e adulti, la sensazione di irritazione e il dolore alla deglutizione. Inoltre, i flavonoidi presentano un discreto effetto antibatterico, che può quindi in qualche modo migliorare, ma non sostituire, l’attività degli antibiotici, riducendo la durata totale dei sintomi.

LA TERAPIA SINTOMATICA TIPO DI CURA Farmaci anti-infiammatori non steroidei (spray orali) Prodotti a base di flavonoidi

EFFETTO OTTENUTO Riduzione di: - Infiammazione - Gravità del sintomo Riduzione di: - Irritazione e dolore alla deglutizione - Effetto antibatterico - Durata dei sintomi

CONSIGLI UTILI Sconsigliato l’uso prolungato Da utilizzare anche con l’antibiotico

Letture consigliate

Linee Guida della Società Italiana di Pediatria. De Martino M. Pediatra. Edizioni EdiSES (2016). De Campora M, Pagnini P. Otorinolaringoiatria. Edizioni ELSEVIER (2013). Passalacqua G, de Paulis A, Incorvaia C, Parronchi P. Allergologia e Immunologia Clinica. Pacini Editore Medicina (2016). Kind D et al. Saline nasal irrigation for acute upper respiratory tract infections. Cochrane Database of Systematic Reviews (2015). Mehreen A et al. Phytochemical, antimicrobial and Toxicological Evaluation of Traditional Herbs Used to Treat Sore Throat. BioMed Research International (2016).

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Materiale informativo destinato esclusivamente alla classe medica 21 280 t 210x280_stampa_TT.indd 210x280_stampa_TT.ind 210x280_stampa_TT.in 210x280_stampa_TT.i 210x280_stampa_TT. 210x280_stampa_TT 210x280_stampa_T 210x280_stampa_ 210x280_stampa 210x280_stamp 210x280_stam 210x280_sta 210x280_st 210x280_s 210x280_ 210x280 210x28 210x2 210x 210 TT i dd 1

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LA SALUTE DEGLI ITALIANI - ATTUALITÀ E FUTURO

Daniel Della Seta

Giornalista. Autore e conduttore de "L'Italia che va..." Radio Rai.

UN ITALIANO SU CINQUE HA PROBLEMI DI PESO, SPECIE AL SUD

ANCHE I BAMBINI COINVOLTI. IL RUOLO DELLA MEDICINA PREVENTIVA PER COMBATTERE LE PATOLOGIE

OGGI IL 20% DEGLI ITALIANI AFFETTI DA MALATTIE CRONICO DEGENERATIVE CON UN’ETÀ MEDIA SOPRA I 65 ANNI, SPENDE IL 70% DEL BUDGET NAZIONALE

“Prevenendo le malattie, non solo si riducono gli alti costi che affliggono il Sistema Sanitario Nazionale, ma aumenta anche il benessere e la produttività di un Paese. Gli ultimi studi confermano che ciò che si spende in prevenzione è un risparmio. Per ogni dollaro investito in prevenzione, se ne risparmiano dieci”, dichiara il Prof. Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università di Milano.

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l 38% degli Italiani è in sovrappeso e un altro 11% è francamente obeso. In pratica metà della popolazione italiana ha un peso superiore a quello ottimale. I bambini dagli 8 ai 12 anni hanno una prevalenza di obesità pari al 12% e una prevalenza di sovrappeso pari al 24%. Siccome un bambino obeso ha 80 probabilità su 100 di rimanere tale anche in fase adulta, curare i bambini significa aiutare gli adulti di domani. In questo studio pubblicato nel 2017 e i cui aggiornamenti verranno presentati fra i vari temi affrontati dedicati alla medicina estetica, nel corso del prossimo Congresso ICAMP (Scuola Internazionale di Medicina Estetica Pratica) a Roma in programma il 23-24 Novembre, emerge un'influenza significativa dell'area geografica dinanzi al tema. Nel Sud e nelle Isole la prevalenza di obesità è maggiore rispetto al Nord. Nei bambini arriva quasi a raddoppiare rispetto alle regioni settentrionali: un profondo controsenso, se si pensa al Meridione come la patria

LA SITUAZIONE IN ITALIA Metà della popolazione italiana ha un peso superiore a quello ottimale Il 38% degli Italiani è in sovrappeso L’11% è francamente obeso I bambini di 8 - 12 anni hanno una prevalenza di obesità del 12% ed una prevalenza di sovrappeso del 24% Un bambino obeso ha 80 probabilità su 100 di rimanere obeso anche in età adulta Nell’Italia meridionale la prevalenza dell’obesità è maggiore rispetto alle regioni del Nord Il medico è cruciale nel prevenire le malattie legate alla (mala)nutrizione, tra cui l’obesità

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della dieta mediterranea, una tradizione gastronomica che pare stiamo sempre più abbandonando. “Occorre puntare quindi a formare dei medici – spiega il Prof. Michele Carruba, Presidente Onorario del Congresso promosso da ICAMP- che siano capaci di prevenire le malattie, nutrizionali e altre. Oggi una parte della popolazione richiede un supporto preventivo che buona parte dei medici non è in grado di gestire, in quanto questi si stanno formando sempre di più nella cura delle patologie. È per questo che si richiede un medico che sappia potenziare i sistemi di difesa, per prevenire di più e curare di meno”.

a 360 gradi che è esso stesso prevenzione dell’invecchiamento ed estetica allo stato puro. La medicina preventiva è uno dei percorsi formativi proposti all’interno della Scuola di Specializzazione di ICAMP, ha come obiettivo quello di potenziare tutti i sistemi di difesa indispensabili per proteggere il nostro organismo. Tutti i nostri sistemi infatti, da quello immunitario a quello antiossidante, hanno bisogno di una serie di sostanze che si possono assumere attraverso l’alimentazione, tra vitamine e sali minerali. Se non c’è una nutrizione corretta, questi sistemi funzionano meno e prevengono meno le patologie.

Interdisciplinarietà come credo assoluto tra i circa 500 specialisti provenienti anche dall'estero che partecipano al meeting di ICAMP volto a celebrare i 10 anni di attività del campus internazionale dedicato anche al tema della nutrizione con correlazioni importanti con altre materie medico-scientifiche. L’Università Guglielmo Marconi di Roma ha collaborato alla preparazione del programma della due giorni di lavori e con il Prof. Torello Lotti, dermatologo di fama internazionale, intendiamo rafforzare questa collaborazione istituzionale - sottolinea Maria Albini, coordinatrice di ICAMP. La nutrizione è parte integrante e fondamentale di un Congresso che tratta di Medicina Estetica, come abbiamo voluto sottolineare dando un nome significativo alla sessione dedicatale: il link innato tra medicina estetica e nutrizione. Perché oggi la bellezza passa sempre più attraverso un percorso di benessere fisico

“È quindi una medicina preventiva quella che cerca di fare in modo che le persone non si ammalino - chiarisce il Prof. Carruba - Prevenendo le malattie, non solo si riducono gli alti costi che affliggono il Sistema Sanitario Nazionale, ma aumenta anche il benessere e la produttività di un Paese. Gli ultimi studi confermano che ciò che si spende in prevenzione è un risparmio. Per ogni dollaro investito in prevenzione, se ne risparmiano dieci”. PREVENIRE DI PIÙ, CURARE DI MENO – CI SI PUÒ AMMALARE IL MENO POSSIBILE? La medicina preventiva potenzia i sistemi immunitario ed antiossidante a difesa del nostro organismo e fa sì che le persone non si ammalino La nutrizione corretta garantisce il buon funzionamento di queste nostre difese e previene le malattie Ciò che si spende in prevenzione è un risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale

INTERDISCIPLINARIETÀ E CONNESSIONE TRA FATTORI DIVERSI IBILITÀ SOSTEN RE A T ALIMEN E DIETA RRANEA MEDITE

ASPETT I CULTU RALI ED ECO NOMICI

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Il 20% degli italiani malati cronici e di età superiore a 65 anni spende il 70% del budget nazionale Le persone devono ammalarsi il meno possibile, riducendo da giovani il rischio di malattie ridimensionabili o persino evitabili

ASPETTI SOCIALI E SANITA RI

Oltre a quello nutrizionale, un altro problema che è utile prevenire riguarda l’invecchiamento della popolazione. Oggi il 20% degli italiani affetti da malattie cronico degenerative con un’età media sopra i 65 anni, spende il 70% del budget nazionale. Si sottolinea quindi l’urgenza di mettere in opera una serie di sistemi che possano fare in modo che le persone si ammalino il meno possibile.

TRA RAPPORTI ZIONE ALIMENTA IE E MALATT SCOLARI, CARDIOVA E E H IC N CR O ATIVE DEGENER

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“Purtroppo non tutte le malattie guariscono. Molte persone sono costrette ad essere seguite periodicamente per qualcosa di non curabile – conclude il Prof. Carruba – Nonostante la scienza abbia permesso, negli ultimi anni, di allungare la vita di persone molto malate, come quelle colpite da un tumore, rimane il fatto che queste hanno bisogno di cure per tutto il resto della loro vita. Stesso discorso per l’Alzheimer. Ma anche per l’obesità: questa può provocare problemi cardiologici, respiratori, renali, epatici, osteoarticolari, sessuali, creando una situazione cronica che riduce le aspettative di vita di un paziente di 10 anni in media. E negli ultimi suoi 20 anni di vita, il paziente obeso li trascorre cercando di curare tutte le problematiche correlate”.

L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano un’alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati. I dati confermano quanto già osservato in numerosi studi epidemiologici e meta-analisi condotti sull’argomento, e cioè che il consumo moderato di bevande alcoliche, se inserito in un contesto alimentare di tipo mediterraneo, rappresenta un fattore di protezione per la nostra salute. I dati lanciano un messaggio importante in termini di salute pubblica. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione mondiale, sappiamo che tra qualche anno gli over 65 rappresenteranno circa un quarto della popolazione europea. Ecco perché è necessario studiare e identificare quei fattori modificabili che possono garantire non solo lunga vita, ma anche una qualità di vita accettabile.

DIETA MEDITERRANEA:

SEGRETO DI LUNGA VITA Lo studio italiano in Molise, la regione italiana divenuta grande laboratorio scientifico La recente ricerca del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in Molise, pubblicata sulla rivista British Journal of Nutrition, ha analizzato il rapporto tra alimentazione mediterranea e mortalità in un campione di oltre 5mila persone di età superiore a 65 anni, reclutate nell’ambito dello studio Moli-SANI. Lo studio ha evidenziato il ruolo della dieta mediterranea come segreto di lunga vita. I ricercatori hanno anche passato al setaccio altri elementi epidemiologici di ricerca pubblicati finora in diversi paesi del mondo, per un totale di 12mila soggetti analizzati. La dieta mediterranea resta un autentico scudo salvavita, in grado di ridurre sensibilmente il rischio di mortalità anche nelle persone meno giovani. Questo, nonostante sia notevolmente cambiata nel corso degli anni, per via dell’ingresso nelle nostre dispense di prodotti della grande distribuzione alimentare e di uno stile di vita profondamente diverso da quello al quale erano abituati i veri detentori di questo stile di vita, i contadini del Mediterraneo. “Sappiamo da tempo che la dieta mediterranea è efficace nella riduzione del rischio di mortalità nella popolazione generale” spiega Marialaura Bonaccio, epidemiologa del Dipartimento e primo autore dello studio –“ma non sapevamo ancora quanto potesse esserlo anche per gli anziani, over 65”.

L'intenzione è aggiungere vita agli anni, non solo anni alla vita. Questo studio rappresenta una base solida per incoraggiare un sano modello alimentare ispirato ai principi della dieta mediterranea anche tra le persone più anziane.

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Ricerca e Salute incontrano la Gente

Un’intera regione diventa laboratorio per la ricerca contro le malattie cardiovascolari ed i tumori

Partito nel marzo 2005, lo studio Moli-SANI ha coinvolto circa 25mila cittadini residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Lo studio Moli-SANI, oggi coordinato presso l’IRCCS Neuromed, ha trasformato un’intera regione italiana in un grande laboratorio scientifico. “I dati dello studio Moli-SANI mostrano chiaramente che un modello tradizionale di dieta mediterranea, ricco di frutta, verdura, pesce, legumi, olio di oliva e cereali, poca carne e latticini e un moderato consumo di vino ai pasti, si associa a una importante riduzione media del 25% della mortalità per tutte le cause, con vantaggi, in particolare, per la mortalità cardiovascolare e cerebrovascolare”. Quali sono i cibi che ‘trainano’ l’effetto della dieta mediterranea? Una crescente adesione alla dieta mediterranea consente di ridurre il rischio di mortalità generale del 5%, in maniera dose-risposta, cioè progressiva. Più si segue una dieta mediterranea, maggiore è il guadagno in termini di riduzione del rischio di mortalità. Tra gli alimenti capaci, nell’ambito di un modello mediterraneo, di offrire una maggiore protezione si distinguono l’elevato consumo di grassi monoinsaturi (largamente presenti nell’olio extra vergine di oliva) e di pesce, ma anche il consumo moderato di alcol, preferibilmente durante i pasti principali.

25.000 CITTADINI RESIDENTI IN MOLISE, IN OSSERVAZIONE DAL 2005 ADERENTI ALLA DIETA MEDITERRANEA: - Frutta - Verdura - Pesce - Legumi - Olio di oliva - Cereali - Poca carne e latticini - Moderato consumo di vino ai pasti

RIDUZIONE DEL 25% DELLA MORTALITÀ CARDIOVASCOLARE E CEREBROVASCOLARE

QUANTO PIU’ SI SEGUE LA DIETA MEDITERRANEA, TANTO PIU’ SI RIDUCE IL RISCHIO DI MORTALITA’ SALUTEPERTUTTI.IT

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MEDICINA INTERNA

Cioccolato: il cibo degli dei Maria Perticone

Medico Chirurgo Specialista in Medicina Interna. Assegnista di Ricerca presso Università Magna Graecia di Catanzaro. Presidente Sezione Regionale Calabria - Società Italiana dell’Obesità (SIO).

medicina capace di guarire le malattie della mente e del corpo. Furono proprio queste proprietà medicamentose di questi semi a spingere il naturalista svedese Linneo (1707-1778 ) a dare alla pianta del cacao il nome Theobroma cacao L., dalle parole greche theo (Dio) e broma (bevanda).

ARTE CIOCCOLATIERA E INNOVAZIONE

DAL CACAO AL CIOCCOLATO

UN PO’ DI STORIA

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a pianta del cacao è originaria del Messico, dove fu coltivata per la prima volta dai Maya. I semi di questa pianta, dopo essere stati tostati, macinati, mescolati e aggiunti ad un liquido spumoso, venivano serviti sotto forma di una bevanda chiamata “xocolati” dal sapore molto amaro e poco appetibile, ma dalle note proprietà stimolanti. In Europa il cacao fece il suo primo ingresso nel XVI secolo, con una ricetta simile a quella dei Maya e con l’aggiunta di spezie per addolcirne il sapore poco gradevole. In tutti i luoghi in cui veniva consumato, il cacao veniva considerato la “bevanda degli Dei” grazie alle numerose proprietà che i popoli dell’America centrale furono i primi a descrivere. I semi erano un simbolo di prosperità nei riti religiosi e una

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a “bevanda degli dei” è il risultato di un lungo e complesso processo di lavorazione. Dopo la raccolta le fave di cacao vengono spaccate in due e viene estratta la polpa, di colore bianco e di consistenza morbida, quasi insapore e inodore. Il profumo è lieve e ancora non si distinguono i tipici aromi del cacao. Perché questi si sviluppino occorre procedere alla fermentazione. Questa è un’operazione fondamentale che può durare dai 3 ai 7 giorni. Maggiori sono i tempi di fermentazione, minore è la resa del cacao. L’unico cacao con tempi di fermentazione di 3 giorni è il cacao Criollo, una varietà molto antica e molto simile al prodotto utilizzato dai Maya, considerato il cacao più nobile. Dopo la fermentazione le fave vengono essiccate. In questo modo l’acqua in gran parte evapora e l’aroma diventa più accentuato.

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Mirco della Vecchia è il cioccolatiere che detiene, ad oggi, il maggior numero di record nel mondo nella categoria cioccolato. Ad oggi, sono ben 15 i Guinness detenuti dal campione veneto di fama internazionale. MIRCO DELLA VECCHIA CERCA LE MIGLIORI MATERIE PRIME Gli oltre 140 viaggi nelle terre del cacao hanno portato Mirco della Vecchia all’interno della foresta Amazzonica del Perù, nella natura ancora incontaminata, dove ha trovato una cooperativa di sole donne che, nel rispetto delle più antiche tradizioni Maya, coltivano ancora l’originale e rarissimo cacao Criollo biologico. La diffusione del cacao Criollo è molto limitata per l’estrema delicatezza della pianta di Criollo, che richiede una cura ed una dedizione non compatibile con la produzione commerciale di larga scala. Le aree di produzione, molto limitate, si trovano principalmente in Messico, Ecuador, Venezuela e Perù.

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Con la fase successiva di tostatura vengono valorizzati ed esaltati gli aromi precursori che si sono sviluppati con la fermentazione. Si procede quindi alla raffinazione. A questo punto la pasta di cacao o il liquore di cacao, che contengono circa il 54% di materia grassa, sono pronti per la fabbricazione del cioccolato, del burro di cacao e del cacao in polvere. La pasta di cacao, che si ottiene con la macinatura, è composta da: 53-55% di lipidi 13-15% di glucidi 9-10% di proteine alcaloidi (teobromina e caffeina) altri componenti (fibra, vitamine, minerali, flavonoidi) umidità (1-1,5%).

Il valore energetico del cioccolato deriva principalmente dalle componenti lipidica e glucidica, presenti in quantità variabile a seconda del tipo di cioccolato e dei semi utilizzati. Lipidi I lipidi, che costituiscono la sostanza grassa del cioccolato, derivano dal burro di cacao, che è composto per circa 2/3 di acidi grassi saturi e per 1/3 di monoinsaturi, con una piccola quantità di polinsaturi. Non è presente colesterolo. Tra i monoinsaturi è presente acido oleico, circa il 33%, che ha un effetto positivo sui livelli di colesterolo ematici. Tra i grassi saturi, acido palmitico, 25%, e acido stearico, 33%. I grassi saturi aumentano il colesterolo totale e il colesterolo LDL; l’acido stearico, invece, nonostante sia un acido grasso saturo, sembra non avere alcun effetto sui livelli di colesterolo. Questo può dipendere sia dalla diversa natura dell’acido stearico, sia dal suo ridotto assorbimento. Glucidi Lo zucchero aggiunto per la produzione del cioccolato è il saccarosio,

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in percentuali diverse a seconda del tipo: per il cioccolato fondente varia dal 20 a non oltre il 50%, mentre per quello al latte la quantità è attorno al 50%. Proteine La percentuale di proteine è piuttosto bassa e sono poco assimilate nell’organismo. Alcaloidi Nel cioccolato sono presenti altri componenti, che sono responsabili dell’azione stimolante e della sensazione di gratificante benessere, che il consumatore sente gustando il “cibo degli dei”. L’effetto eccitante e tonico è dato dalla presenza di alcaloidi, la teobromina e la caffeina (presente anche nel caffè e nel tè). Considerando che l’attività della teobromina, il principale alcaloide, è minore rispetto a quella di caffeina e teofillina presente nel tè, i possibili effetti avversi sono molto rari. Sali minerali e vitamine Sono presenti in diverse quantità: potassio e magnesio, che intervengono nel metabolismo energetico e aiutano a sopportare meglio la fatica ferro, uno dei costituenti dell’emoglobina, che interviene nei processi di trasporto dell’ossigeno nei tessuti fosforo, interessato nella formazione della struttura ossea rame, che svolge un ruolo fondamentale nella formazione dell’osso calcio (se tra gli ingredienti del cioccolato è presente il latte), che contribuisce alla normale coagulazione del sangue, contrazione muscolare e struttura dell’osso vitamine: vitamina B2 (riboflavina), vitamina A (retinolo), vitamina B1 (tiamina) e vitamina PP (niacina), nel loro insieme concorrono al fabbisogno vitaminico giornaliero.

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Flavonoidi Nel campo della nutrizione siamo soliti pensare che i cibi salutari non diano gioia al nostro palato. Ebbene, il cioccolato, oltre ad essere un piacere irrinunciabile, produce numerosi effetti benefici per la salute, sempre se consumato in quantità non eccessiva. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la presenza nel cacao di composti fenolici biologicamente attivi. Il cioccolato, infatti, contiene grandi quantità di flavonoidi, epicatechine, catechine e procianidine. 100 grammi di cioccolato fondente contengono 50-60 mg di flavonoidi, un quantitativo maggiore di quello del tè e del vino. Vari studi controllati condotti sull'uomo hanno dimostrato che alimenti e bevande, come il cacao, contenenti flavonoidi sono in grado di ridurre la pressione arteriosa e l'aggregazione piastrinica, diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari. I flavonoidi contenuti della polvere di cacao o nel cioccolato fondente, aiutano a mantenere l’elasticità dei vasi sanguigni, contribuendo ad un normale flusso sanguigno (1).

I BENEFICI DEL CIOCCOLATO CHE NON TI ASPETTI

Fa bene al cuore Secondo la celebre rivista Heart (2), ad un regolare consumo di cioccolato (fondente) si associano una riduzione del 37% delle malattie cardiovascolari e una riduzione del 29% di ictus rispetto ad un consumo saltuario. Questo non significa però promuovere un consumo incontrollato del cioccolato: resta un alimento calorico, da mangiare con buon senso (ne basta un quadratino al giorno per sfruttarne gli effetti positivi e


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tenere alla larga quelli negativi). Anche l'American Journal of Clinical Nutrition ha di recente pubblicato una ricerca che esalta alcune proprietà del cioccolato simili a quelle dell’aspirina. Merito degli antiossidanti contenuti nella cioccolata che inibirebbero l'aggregazione delle piastrine ovvero la formazione di trombi o coaguli responsabili delle ischemie cardiache. Ha proprietà anti-ossidanti La presenza di flavonoidi conferisce al cioccolato una proprietà anti-ossidante quattro volte superiore a quella del thè nero e due volte superiore al thè verde e al vino. In particolare, alcuni ricercatori spagnoli dell'università di Barcellona (3) hanno evidenziato il ruolo dell'epicatechina, flavonoide presente esclusivamente nel cacao amaro: si pensa che questa sostanza giochi un ruolo fondamentale nella prevenzione dell'aterosclerosi e di malattie cardiovascolari come l'infarto e l'ictus. Attenzione però: non tutto il cioccolato può essere d'aiuto. Tanto maggiore sarà la percentuale di cacao tanto maggiore sarà la presenza di flavonoidi. L’effetto anti-ossidante del cioccolato è maggiore neI cioccolato fondente, che contiene quantità superiori di flavonoidi rispetto al cioccolato al latte. Gli effetti biologici dei flavonoidi possono essere maggiori nel cioccolato fondente anche perché il latte può rallentare l'assorbimento intestinale dei flavonoidi. Ma attenzione alle quantità: con un

consumo eccessivo gli effetti benefici scompaiono, a causa dell’elevato contenuto calorico. Aiuta a prevenire la carie Una ricerca dell'Università di Osaka, Giappone, pubblicata su New Scientist (4) ha dimostrato che le tavolette di cioccolato con percentuale di cacao superiore all'80% aiutano a prevenire la carie. Merito di agenti antibatterici naturali come i tannini, il fluoro e i fosfati. Riduce la pressione arteriosa Gli effetti del cioccolato fondente nell'abbassare i livelli di pressione arteriosa sono pari ai benefici di 30 minuti di attività fisica al giorno e potrebbero teoricamente ridurre il rischio cardiovascolare di circa il 20% in cinque anni: è il risultato di uno studio svolto in Australia, ad Adelaide dalla Dottoressa Karin Ried (5). Migliora l’umore È risaputo che il cioccolato favorisce il buonumore. Ciò grazie alla presenza del triptofano, una sostanza contenuta in alcuni alimenti come fagiolini, crescenza, tacchino e zucchine. Il triptofano è un amminoacido che favorisce la sintesi della serotonina, il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento. A ciò vanno aggiunti gli effetti stimolatori del cioccolato su alcune zone del cervello che producono endorfine che, pur a livelli bassissimi, entrano in gioco nei processi depressivi e di stress inibendoli e migliorandoli (6).

Aiuta la memoria Il cioccolato è amico della memoria: contiene il doppio del fosforo rispetto al pesce (0,62 grammi ogni etto). Importante anche la presenza delle metilxantine, sostanze simili alla caffeina, che hanno il pregio di tenere svegli e di favorire la concentrazione, non facendo sentire la fatica. Di questa sostanza una tavoletta di fondente da cento grammi ne contiene tanto quanto un caffè espresso, mentre in una tazza di cioccolata calda si trova tanta metilaxantina quanta ne contiene una tazza di tè forte (6). Letture consigliate 1. http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_3_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=dossier&p=dadossier&id=35 2. Kwok CS, et al. Habitual chocolate consumption and risk of cardiovascular disease among healthy men and women. Heart. 2015; 101:1279-1287 3. Massot-Cladera M, et al. “Cocoa and Chocolate: Science and Gastronomy”—The Second Annual Workshop of the Research Institute on Nutrition and Food Security (INSA): 9 November 2016. Nutrients. 2017; 9,156. 4. https://www.newscientist.com/article/mg16722532-300-sniffing-danger/ 5. Ried K, et al. Does chocolate reduce blood pressure? A meta-analysis. BMC Med. 2010; 8:39. 6. Scholey A, et al. Effect of chocolate on cognitive function and mood: a systematic review. Nutr Rev. 2013; 71:665-681.

Pertanto, un cioccolato di qualità mangiato nelle giuste quantità è sicuramente un alimento da integrare nella nostra alimentazione per sfruttarne i molteplici benefici senza troppi effetti negativi sulla linea.

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ODONTOIATRIA

Gli amici… dei nostri amici denti Paolo Meggiboschi

Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia Libero professionista. Convenzionato interno presso la ASL Toscana Centro.

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l dente, questo nostro piccolo amico apparentemente silenzioso che partecipa attivamente alla nostra vita di relazione nel mangiare, nel parlare, nel rapporto con gli altri, ecc. Questo nostro amico di cui ci occupiamo giornalmente per mantenerci in buona salute. Questo nostro amico, il cui stato di salute è spesso correlato allo stato dell’intero organismo. Il dente (dai piccoli e sottili incisivi fino ai panciuti molari) ha una sua conformazione anatomica ben precisa adatta per la funzione per la quale è stato creato. La parte superiore, quella che vediamo al di sopra della gengiva, si chiama corona, quella che si trova al disotto

della gengiva, invisibile ai nostri occhi, si chiama radice. La corona è rivestita di smalto (il tessuto più duro dell'organismo), la radice di cemento. All'interno di questi due componenti si trova la dentina e al di sotto di questa la polpa (la parte più sensibile del dente, quella che quando viene stimolata genera il ”mal di denti”, in medicina “pulpite”) una massa gelatinosa dove si trovano il nervo, i vasi sanguigni e alcune cellule immunitarie. Lo smalto (costituito da una sostanza chiamata idrossiapatite), purtroppo, è un tessuto senza cellule e perciò una volta distrutto non si rigenera, il cemento sì, ma la parte più rigenerante è la dentina. Fra la corona e la radice esiste un piccolo restringimento del dente, una linea sottile costituita esclusivamente da dentina, denominata “colletto” e che solitamente è coperto dalla gengiva. Normalmente, un danno dello smalto non si può curare in altro modo che con le otturazioni effettuate dagli odontoiatri, che permettono di chiudere, previa ripulitura delle cavità aperte nei denti, questi varchi che si sono formati nella struttura dentale. Tali lesioni possono essere dovute

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per esempio ad erosione meccanica (spazzolino), chimica (cibi e bevande acide), sbiancamento professionale, apparecchi ortodontici, patologie digestive, bruxismo ed ogni deterioramento dei nostri denti costituisce un fenomeno irreversibile. Prodotti innovativi, che possono essere utilizzati anche in fase preventiva per il benessere dell’intero organismo e nati in laboratori di ricerca nell’ambito della chimica biologica ed ambientale, vantano un brevetto: il microRepair®. Biorepair® è frutto della collaborazione tra i laboratori di ricerca di Coswell ed il Laboratorio di Strutturistica Chimica Biologica e Ambientale (LEBSC) dell’Università degli Studi di Bologna

I microRepair® sono costituiti da una complessa molecola (carbonato apatite zinco sostitutiva) che si lega in modo meccanico e chimico allo smalto ed alla dentina, remineralizzando il dente e creando uno strato di protezione dalla carie, dal tartaro e dalla placca. Dopo anni di ricerca, è stato messo a punto un dentifricio che agisce sulla parete del dente che ha subìto questo deterioramento: questo interessante prodotto è Biorepair®. Come agisce il Biorepair®? Questa pasta dentifricia, in virtù della sua particolare formula, si deposita 2018;1,1.

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I microRepair® CARBONATO APATITE ZINCO SOSTITUITA = microRepair®

I microRepair® sono dotati di una struttura cristallina creata tramite un processo bottom-up in grado di legarsi meccanicamente e chimicamente a smalto e dentina. I microRepair® penetrano nelle microfratture superficiali dello smalto, si legano in maniera naturale e spontanea all’idrossiapatite del dente e creano uno strato di protezione da carie, placca e tartaro.

DENTE NON TRATTATO La struttura del dente scalfita in superficie

AZIONE DEI microRepair® I microRepair® penetrano nelle microfratture riparando lo smalto

DENTE TRATTATO CON I microRepair® I microRepair® creano uno strato di protezione da carie, placca e tartaro

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sulla zona distrutta formando una patina aderente, grazie alla presenza dei microRepair®. Quindi i microRepair® hanno una triplice funzione: 1.Ripara-smalto (remineralizzante): grazie al deposito di nuovo materiale su quello leso; 2.Desensibilizzante: ricoprendo la dentina e sigillandola contro eventuali stimoli nocivi; 3.Antibatterica: grazie alla presenza dello zinco. Essi risultano quindi particolarmente efficaci in tutte le problematiche legate alla sensibilità dentinale e per coloro che, in seguito a particolari trattamenti, hanno sviluppato ipersensibilità, infiammazioni, arrossamenti, parodontiti, gengiviti. Biorepair® rappresenta una interessante gamma di prodotti nati dalla ricerca scientifica per difendere i nostri denti, nella cui composizione sono totalmente mancanti sostanze chimiche aggressive. Esaminiamoli per evidenziarne le caratteristiche. Biorepair® ha dunque preso a cuore la salute della nostra bocca, affrontando tutte le fastidiose problematiche che quotidianamente insidiano i nostri amici denti. I prodotti sono tutti frutto di ricerca scientifica ed hanno dimostrato di potere alleviare/risolvere le varie sintomatologie grazie ad una vasta gamma di prodotti sui quali possiamo contare per ritornare a sorridere.

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Microscalfitture a microscopio

Microscalfitture e aree di demineralizzazione a microscopio

Per avere denti sani e forti a lungo è necessario RIPARARE la superficie danneggiata di smalto e dentina

sono in grado di riparare smalto e dentina, remineralizzando il dente e proteggendolo da carie, placca e tartaro

Letture consigliate Hiller KA, Kaikow A, Schmalz G. Influence of a ZincCarbonate-Hydroxyapatite containing tooth paste on dentin permeability. IADR San Diego, California, 1619 marzo 2011. Necas J, Bartosikova L, Brauner P, Kolar J. Hyaluronic acid (hyaluronan): A Review. Veterinarni Medicina. 2008; 53,(8):397-411. G.U. Serie Generale. 2010; 139:17-6.


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* test in vitro sulla remineralizzazione rispetto ad un dentifricio al fluoro standard. (Poggio C, et al. The role of different toothpastes on preventing dentin erosion: an SEM and AFM studyÂŽ. Scanning. 2014; 36(3):301-10.)


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CINEMA Jacopo Maresca

Dottore in Media Communication

Cinema ed ipocondria M

ickey Sachs ha il passo svelto, deciso. Parla tra sé e sé e si dirige preoccupato, come è solito fare, dal suo medico di fiducia. “Beh, che problema ha questa volta?” chiede il dottore. “Questa volta credo davvero di avere qualcosa… cioè sono assolutamente convinto” prosegue Mickey. “Credo di accusare una perdita di udito qui all’orecchio destro, no al sinistro… no al destro cioè, ora non riesco a ricordare”. Il dottore sorride, poi procede subito con una serie di test. Dopo poco rivela al suo paziente che in effetti una leggera perdita dell’udito c’è, ma per poter capire meglio di cosa possa trattarsi gli consiglia di effettuare ulteriori controlli in ospedale. “In… ospedale?” balbetta Sachs. "Via, non si allarmi!” Ribatte il medico. "Sono solo test audiometrici più sofisticati che non posso fare qui, non è niente”. “Beh se non è niente che ci vado a fare in ospedale!? Sono un po’ debole in campo alto decibel vabbè, non andrò all’opera…" “Senta, non c’è motivo di panico, voglio solo eliminare dei dubbi”. “Cioè!?” “Non è niente. Si fida di me?” Seppure con la sua tipica impronta comica, in questa scena del film "Hannah e le sue sorelle”, Woody Allen descrive molto bene la dinamic7a tipica del rapporto tra medico e paziente ipo-

condriaco e di come questa venga poi rappresentata all'interno del mezzo cinematografico. Se da un lato infatti si capisce come il medico debba avere a che fare di più con la paura della malattia che non con un malanno in sé, dall'altro in questa scena vediamo uno dei modi tipici della rappresentazione cinematografica di questo disagio, ovvero la messa al centro del comportamento del personaggio-paziente. Il cinema può essere un modo per capire come superare questo tipo di disagio, ma per provare a capire come, è necessario comprendere come esso interpreti e descriva il problema. Ma andiamo con ordine. Secondo il dizionario medico, l'ipocondria si può definire genericamente come uno "Stato psichico caratterizzato da una eccessiva preoccupazione per la propria salute” e questa preoccupazione può essere di due forme: ansiosa e ossessiva. Queste due tipologie possono essere prese come modello per separare in due macro-categorie i personaggi che nei film sono affetti da ipocondria.

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Ipocondria ossessiva

QUANDO LA PREOCCUPAZIONE … PREOCCUPA! Preoccupazione ansiosa - Preoccupazioni o dubbi riguardo alla propria condizione di salute Preoccupazione ossessiva – Grave convinzione di essere affetti da qualche malattia “anche se gli accertamenti sono negativi”

Ipocondria ansiosa

A questo gruppo ad esempio possono appartenere quasi tutti i personaggi scritti dal già citato Woody Allen, o Romain Faubert di “Supercondriaco” del comico francese Dany Boon, ma anche alcuni protagonisti di film di Carlo Verdone come Bernardo Arbusti e Camilla Landolfi del film “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” o Mimmo di “Bianco, Rosso e Verdone”.

Come risulta evidente da questa breve carrellata, le due tipologie di ipocondria mostrano una polarizzazione di genere, comico nel primo caso e drammatico nel secondo. E questo sostanzialmente per una necessità di rappresentazione cinematografica che il carattere di quel tipo di personaggio porta con sé. Per raccontare una forma di ipocondria più leggera, infatti, è necessario che ci sia un contesto di riferimento “normale” che faccia da contrappeso alle paure del protagonista, che non avalli cioè quel tipo di comportamento, ma che anzi ne evidenzi le esagerazioni mettendole in molti casi in ridicolo. Grazie ad esso infatti il pubblico è in grado di percepire quel problema come “immaginario” ed è proprio dallo scontro tra il personaggio e il resto dei personaggi che scaturisce l’effetto comico.

DANY BOON

MALEDETTO IL GIORNO CHE T'HO INCONTRATO (1992) CARLO VERDONE E MARGHERITA BUY

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A questo gruppo di “preoccupazioni”, invece, riesce più facile assegnare personalità più cupe, come Howard Hughes, interpretato da Leonardo di Caprio, ossessionato da germi e pulizia in “The Aviator”, ma anche, in senso più generale, la società distopica dipinta in “Gattaca” di Andrew Niccol la quale, spinta da una sorta di terrore collettivo verso la malattia, ha costruito un sistema con il quale è possibile programmare geneticamente i bambini in modo tale da renderli immuni a qualsiasi tipo di malanno.

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GATTACA: REGISTA ED INTERPRETI

ANDREW NICCOL

ETHAN HAWKE UMA THURMAN


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Un esempio possono essere i vari ospedali che frequenta il folle Carlo Rabagliati di Massimo Boldi nella commedia “Ma tu di che segno 6?”, disperatamente intento a dimostrare il verificarsi imminente della sua prossima malattia, o la tabaccaia de “Il magico mondo di Amèlie”, la quale è costretta a mettere in discussione la propria malattia con il confronto con una sua vecchia fiamma. MASSIMO BOLDI

RORY COCHRANE È CHARLES FRECK IN “A SCANNER DARKLY” (“UN OSCURO SCRUTARE”) DI RICHARD LINKLATER, 2006

Nel caso dell’ipocondria ossessiva invece, essendo necessario comunicare una forma patologica più grave, si tende a presentare il punto di vista del personaggio come unico possibile, eliminando quindi ogni possibilità di confronto sano. Il pubblico quindi guarda il mondo narrativo attraverso i suoi occhi malati e questo fa sì, quindi, che le sue paure risultino esagerate e molto spesso rappresentate visivamente, come la terrificante scena iniziale di “A scanner darkly” in cui Charles Freck, ossessionato dalla presenza di strani insetti immaginari sul suo corpo, cerca insistentemente di raccoglierne alcuni esemplari all’interno di barattoli di vetro per farli analizzare, per poi accorgersi di aver accumulato soltanto una serie di barattoli vuoti. Nonostante possano sembrare strade diametralmente opposte, però, ciò che accomuna queste due tipologie di rappresentazione sono personaggi interpretati da attori in overacting, tecnica di recitazione che tende ad enfatizzare

il tono e i movimenti del personaggio. Questo perché di base quindi, in un modo o nell’altro, il cinema ha sempre interpretato la paura della malattia in maniera estrema, ponendola spesso al centro del sistema narrativo e utilizzandola come strumento conoscitivo della psicologia del personaggio. Questo tipo di storie, però, non sembra proporre una soluzione univoca al problema. Per tornare sui titoli già citati, sono infatti diversi i finali proposti come soluzione al miglioramento della salute del paziente. In “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” Bernardo e Camilla guariscono innamorandosi e allontanandosi dalle cure psicologiche, mentre in “The Aviator”, al contrario, Huges stremato dalle sue paranoie è costretto, in fin di vita, ad affidarsi totalmente alle cure del medico. Volendo però trovare tra questi un finale più concreto che possa essere preso ad esempio nella vita reale, è utile tornare da dove siamo partiti. "Si fida di me?” chiede il medico a Mickey Sachs. La scena si interrompe su quella domanda. Ma Mickey, dopo un checkup medico completo, si scoprirà sano come un pesce. Letture consigliate

https://www.corriere.it/salute/dizionario/ipocondria/index.shtml http://www.sanihelp.it/enciclopedia/scheda/3961.html

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ORECCHIO E NASO

L’infiammazione di naso e orecchio: diagnosi, cura e prevenzione Gianfranco Vitiello 1 e Oliviero Rossi 2 1 2

Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze. SOD di Immunoallergologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.

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’infiammazione di gola, naso e orecchio è un inconveniente molto comune nella vita di tutti i giorni, sia nei bambini che negli adulti. Per esempio, è noto che un bambino va incontro, in media, a 8 episodi di infezioni delle vie respiratorie ogni anno. Per questo motivo è importante essere a conoscenza delle più comuni cause di queste affezioni, dei sintomi che possono accompagnare il loro decorso e di quando sia importante riferire al proprio medico i propri disturbi.

I SENI PARANASALI

LE

RINITI, LE RINOSINUSITI: DAL NASO TROPPO CHIUSO AL NASO CHE COLA TROPPO Definizioni Per rinite si intende un’infiammazione a carico delle mucose che rivestono le nostre cavità nasali. Si parla, invece, di rinosinusite quando questo processo si estende anche a livello delle mucose che rivestono i seni paranasali, delle strutture cavitarie piene

di aria che hanno un ruolo fondamentale di protezione ed alleggerimento di tutte le strutture che sono comprese nel nostro cranio. Le cause più comuni Le rinosinusiti possono essere divise in due principali forme: le forme infettive e non infettive.

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Le forme non causate da microbi possono essere divise a loro volta in forme allergiche e non allergiche. Le rinosinusiti di origine infettiva sono talmente comuni che rappresentano la principale causa di assenza da scuola, o dal lavoro, nel caso degli adulti. È però sempre molto difficile individuare lo speci2018;1,1.

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fico germe che ne è causa. Bisogna ricordare che nella maggior parte dei casi la causa di queste infezioni è da attribuire a un’ampia varietà di virus respiratori, compreso il virus dell’influenza. In un caso su 4, invece, la causa è batterica. Le riniti allergiche sono sempre più comuni nella popolazione generale e sono causate dagli allergeni (come per esempio i pollini). La causa più comune di rinite non allergica è invece quella vasomotoria, dove una alterata reattività del naso agli agenti esterni (a esempio gli irritanti) o cambiamenti bruschi della temperatura, possono portare alla sensazione di naso ostruito o naso che cola. I sintomi più comuni Le manifestazioni cliniche più comuni sono rappresentate dall’ostruzione nasale, dalla ipersecrezione e dagli starnuti, che solitamente sono in qualche modo combinati tra loro. In particolare, la congestione del naso può interessare entrambe le narici, o più comunemente una narice alla volta, secondo il cosiddetto “ciclo del naso”. Invece, nelle forme con secrezione vi è la rinorrea, ovvero l’escrezione di muco che può variare nel suo colore e nella sua densità, passando dal bianco al giallastro fino a diventare francamente verde nelle forme purulente. Quando a questi sintomi si associa la presenza di dolore a livello degli zigomi e della fronte, o un vero e proprio mal di testa, è

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molto probabile che si sia sviluppata una sinusite. Mal di gola, tosse e febbre possono accompagnare la rinite, come avviene nelle comuni sindromi influenzali. Nel bambino è molto più comune il precoce interessamento dell’orecchio medio, con la conseguente comparsa di otalgia (mal d’orecchio). Le forme allergiche presentano gli stessi sintomi, ma molto più spesso si associano alla congiuntivite allergica, con sensazione di prurito all’occhio e lacrimazione e fastidioso prurito nasale. Inoltre, gli starnuti sono molto più frequenti, spesso in rapida successione, soprattutto dopo essere stati esposti all’allergene. RINITI E RINOSINUSITI SINTOMI FREQUENTI • Ostruzione nasale (congestione di una sola narice, o di entrambe) • Ipersecrezione • Starnuti • Rinorrea (escrezione di muco) • Dolore [zigomi, fronte, testa (cefalea)] • Mal di gola • Tosse • Febbre • Mal d’orecchio La diagnosi La diagnosi di queste forme, seppur comuni, non è sempre facile. Infatti, non è quasi mai possibile isolare e conseguentemente identificare l’agente che ha causato la

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comparsa della rinite o della rinosinusite. Per questo motivo, è importante parlare con il vostro medico curante e descrivere la vostra sintomatologia con attenzione, concentrandosi su: ! Durata dei sintomi: secondo le principali Linee Guida Internazionali, esistono delle spie che possono permetterci di capire se la rinite sia causata da virus, piuttosto che da batteri. Una durata dei sintomi superiore a 10 giorni, oppure un peggioramento dei sintomi dopo 3-4 giorni dal loro inizio, sono indizi di un’eventuale origine batterica dell’infezione; ! Frequenza dei sintomi: la stagionalità o la periodicità dei sintomi può permettere al medico di sospettare un’origine allergica della rinite e di poterla distinguere dalle forme vasomotorie. Nel caso si sospetti una forma allergica, il medico curante prescriverà una visita specialistica da un Allergologo, che potrà ritenere opportuno sottoporre il paziente ad alcuni test, sulla cute o sul sangue, per identificare l’allergene o gli allergeni che sono causa dei sintomi.


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TERAPIA DI RINITI E RINOSINUSITI Forme infettive da batteri Forme allergiche

Forme vasomotorie

Antibiotici per via orale (3-10 giorni) • Farmaci antinfiammatori di tipo steroideo (steroidi) •Antistaminici Steroidi locali (nasali)

La terapia In base a quanto detto prima, la terapia della rinosinusite può essere molto variabile. Forme infettive Nei casi in cui il medico curante sospetti una forma infettiva batterica, è sempre necessario essere sottoposti ad una corretta terapia antibiotica, solitamente per via orale, con una durata che può variare dai 3 ai 10 giorni a seconda dell’antibiotico impiegato. Soltanto in questo modo sarà possibile evitare le complicanze e risolvere al più presto il problema. Nelle forme virali, invece, la terapia antibiotica non è necessaria.

sintomi, con i nuovi anti-istaminici orali, anche questi sicuri sia nel bambino che nell’adulto. Anche nelle forme vasomotorie, i gli steroidi locali nasali sono di fondamentale importanza per il controllo dei sintomi.

Nel caso delle soluzioni con acqua di mare, la presenza di alcuni sali minerali, come ad esempio rame, zinco, manganese e magnesio, può contribuire ad un certo effetto anti-infiammatorio, riducendo quindi la gravità del sintomo. Le soluzioni saline possono essere impiegate sotto forma di flaconcini monodose, soprattutto nei bambini, ma anche attraverso dispositivi spray, che grazie a pressioni adeguate permettono un corretto lavaggio delle cavità nasali. Al contrario dei decongestionanti nasali, i prodotti a base di soluzione salina possono anche trovare un impiego a lungo termine.

Il controllo dei sintomi I sintomi di una rinite possono essere molto fastidiosi e possono avere un impatto notevole sulla qualità della vita di chi ne è affetto, soprattutto nelle forme croniche. L’uso dei cosiddetti decongestionanti nasali deve essere assolutamente limitato a pochi giorni per evitare la comparsa dei loro effetti collaterali, come ad esempio l’ipertrofia della mucosa nasale (aumento di spessore). In questi casi possono, invece, essere d’aiuto le terapie sintomatiche di tipo non farmacologico. I lavaggi nasali con soluzioni saline, isotoniche o ipertoniche, possono aiutare le vie respiratorie a liberarsi delle fastidiose secrezioni presenti, umidificando e idratando la mucosa nasale.

La prevenzione Una corretta igiene delle vie aeree superiori può essere di qualche aiuto nel prevenire l’insorgenza delle forme infettive. La corretta umidificazione degli ambienti domestici con l’eliminazione degli agenti irritanti, primo su tutti il fumo di sigaretta attivo e passivo, è sicuramente positiva. Una corretta igiene respiratoria quotidiana, atta a mantenere le vie aeree libere, pulite e idratate può contribuire nel processo preventivo. Per questo motivo, lavaggi nasali quotidiani con soluzione solitamente isotonica, possono essere indicati soprattutto nelle persone con episodi rinitici ripetuti, come ad esempio avviene nei soggetti allergici.

CONTROLLO DEI SINTOMI: COME? Decongestionanti nasali

VANTAGGI

CONSIGLI UTILI

Riduzione senso di occlusione

Lavaggio nasale (soluzioni saline, con acqua di mare)

- Liberazione dalle secrezioni - Umidificazione - Idratazione della mucosa - Effetto anti-infiammatorio

Limitare l’uso a pochi giorni (rischio di ipertrofia della mucosa nasale) È possibile l’impiego a lungo termine

Forme non infettive Le forme allergiche possono essere trattate con spray nasali a base di farmaci anti-infiammatori di tipo steroideo, che risultano adatti anche per i bambini, visto il loro scarso o nullo assorbimento a livello del circolo sanguigno. Questa terapia può essere accompagnata, in base alla gravità dei DECONGESTIONARE IL NASO

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FATTORI FAVORENTI LE RINITI E RINOSINUSITI NELL’INFANZIA • Strutture anatomiche ravvicinate tra loro (naso, gola, orecchie), con passaggio facilitato di germi • Immaturità relativa del sistema immunitario • Maggiore predisposizione verso le infezioni, per: - Naturale attitudine del neonato a respirare solo con il naso (fino ai 6 mesi di vita) - Inserimento in ambienti ad elevato rischio di contagio [asilo nido, scuola, la stessa famiglia (fratelli e sorelle malati)]

L’IGIENE DELLE VIE AEREE SUPERIORI NEL NEONATO E NEL BAMBINO

• Purificare e umidificare l’aria ambientale (utilizzare vaporizzatori, asciugamani bagnati sui caloriferi; arieggiare frequentemente i locali anche d’inverno) • Eliminare l’inquinamento ambientale (fumo di sigaretta) • Limitare la temperatura in casa: nei più piccoli il meccanismo della termoregolazione è ancora immaturo • Far bere molto il bambino per idratare anche le secrezioni nasali • Praticare un’igiene respiratoria quotidiana, per mantenere le vie respiratorie libere e pulite

Orecchio interno

Orecchio medio Orecchio esterno

L’INFIAMMAZIONE

DELLE VIE UDITIVE Definizione L’otite è l’infiammazione, acuta o cronica, dell’orecchio, che può colpire quest’organo nella sua parte

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esterna e cioè del condotto uditivo, nella sua parte interna (labirintite), oppure nella sua porzione media e cioè a livello della membrana timpanica e della tuba uditiva. La forma esterna e la forma media sono quelle più comuni e spesso

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possono presentarsi assieme ad affezioni delle vie aeree superiori, come la rinite o la faringite. Cause principali Anche in questo caso le cause infettive possono essere virali o batteriche ed è spesso molto difficile distinguere le due forme. I sintomi più frequenti Nel caso dell’otite esterna, l’insorgenza dei sintomi è spesso improvvisa e il sintomo più importante è rappresentato dal dolore, soprattutto quando il padiglione auricolare viene toccato oppure spostato. I suoni possono essere percepiti come ovattati e possono essere presenti secrezioni che fuoriescono dal condotto uditivo. Nel caso dell’otite media, invece, sono praticamente sempre presenti sintomi di rinite, rinosinusite e faringite di accompagnamento. Questa forma interessa soprattutto i bambini, per la caratteristica connessione della tuba uditiva con la gola che non permette una corretta eliminazione delle secrezioni come invece avviene nell’adulto. Anche in questo caso è presente dolore, associato ad un senso di ovattamento simile a quello che si prova quando siamo sott’acqua. Inoltre, è presente il tipico “rimbombo” dei suoni e dei rumori, che fa sembrare il mondo che ci circonda come se avessimo una conchiglia appoggiata al nostro orecchio.


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La diagnosi Il medico di famiglia, oltre ad indagare la storia clinica, sottoporrà il paziente all’esame otoscopico attraverso una speciale lente che permette di indagare sia il canale uditivo che la membrana timpanica. La cute e la membrana potranno apparire arrossate e le secrezioni potrebbero essere talmente abbondanti da impedire anche l’esecuzione di questo esame diagnostico. Quando visibile, è importante verificare l’integrità della membrana timpanica. È rilevante ricordare come l’otite catarrale, soprattutto nei bambini, può essere segno di una patologia allergica oppure di un deficit delle difese immunitarie e richiede quindi sempre un approccio medico accurato.

Terapia Le Linee Guida Internazionali, soprattutto in ambito pediatrico, consigliano l’approccio della “vigile attesa”. La sintomatologia viene controllata per un periodo di 48-72 ore dall’insorgenza senza alcun intervento farmacologico. Il perdurare dei sintomi oltre questo periodo o il loro peggiorare prima che questo periodo termini, darà chiara indicazione al medico di medicina generale o al pediatra di intervenire prontamente con l’introduzione di un’antibioticoterapia solitamente per via orale. È necessario sottolineare come il protocollo della vigile attesa non sia indicato per bambini al di sotto dei 2 anni o con altre patologie di base che interessino le vie respiratorie (es. asma bronchiale), dove è sempre richiesto un intervento rapido e mirato. Prevenzione Una corretta igiene dell’orecchio esterno è necessaria per prevenire la comparsa di otiti esterne e anche di otiti medie. Un primo punto da sottolineare è che il cerume non

rappresenta una condizione di scarsa igiene. Difatti, il cerume è una sostanza prodotta da ghiandole del condotto uditivo esterno, ricca in grassi e sali organici, che ha un’azione di protezione della cute nei confronti degli agenti infettivi. Per questo motivo non bisogna mai essere aggressivi nelle manovre di igiene auricolare e non bisogna mai utilizzare i bastoncini rivestiti di cotone (cotton fioc) a questo scopo. La corretta igiene quotidiana deve quindi basarsi sul normale lavaggio con acqua del padiglione auricolare e delle zone più esterne del canale, seguito da appropriata asciugatura. È importante evitare di introdurre a livello del canale asciugamani o pezzi di carta per asciugarlo, ma basterà inclinare la testa per far defluire l’acqua residua. È inoltre possibile utilizzare, in bambini e adulti, prodotti a base di soluzioni isotoniche o acqua di mare per contrastare la formazione dei cosiddetti tappi di cerume, garantendo una corretta igiene del canale uditivo.

PREVENZIONE LE BUONE REGOLE PER UNA CORRETTA IGIENE DELL’ORECCHIO COSE DA FARE

COSE DA NON FARE

Lavare con acqua delicatamente il padiglione ed in canale uditivo (parti più esterne)

Cerume " non rimuoverlo aggressivamente con i cotton fioc: proteggi la cute! Non introdurre carta, o un asciugamano per asciugare il condotto uditivo

Asciugare il canale uditivo inclinando la testa e tamponando delicatamente con una salvietta morbida Utilizzare soluzioni isotoniche o acqua di mare Letture consigliate Linee Guida della Società Italiana di Pediatria. De Martino M. Pediatra. Edizioni EdiSES (2016).

De Campora M, Pagnini P. Otorinolaringoiatria. Edizioni ELSEVIER (2013). Passalacqua G, de Paulis A, Incorvaia C, Parronchi P. Allergologia e Immunologia Clinica. Pacini Editore Medicina (2016). Kind D et al. Saline nasal irrigation for acute upper respiratory tract infections. Cochrane Database of Systematic Reviews (2015). Mehreen A et al. Phytochemical, antimicrobial and Toxicological Evaluation of Traditional Herbs Used to Treat Sore Throat. BioMed Research International (2016).

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