MEAT BLOGGER
Il blog “Maremma che Ciccia” in viaggio alla ricerca della formula per una macelleria di successo
Tradizione o innovazione? di Andrea Laganga
O
gni giorno, attraverso i social, è possibile curiosare tra i banchi delle macellerie d’Italia, ammirando l’arte della carne nelle varie forme e stili di chi le lavora. Vediamo interpretazioni di tagli, piatti più o meno elaborati, idee e pensieri diversi, liberi da stereotipi e standardizzazioni. Certo, la carne non cambia, ma intorno ad ognuno di noi, ai professionisti di questo settore, c’è un mondo tutto da interpretare. Abbiamo perciò suddiviso i macellai in due grandi categorie, i tradizionalisti da una parte e gli innovatori della
carne dall’altra. Questo mese ci occupiamo dei macellai che fanno della tradizione la loro bandiera. Partendo dal Nord Italia, andiamo prima a Torino a conoscere un vecchio maestro, non certo per l’età anagrafica quanto per la passione che esprime nel rispondere alle mie domande. È EUPREMIO CHETTA, meglio conosciuto come “Premio”, macellaio da parecchi lustri, come gli piace autodefinirsi, data la quarta generazione portata avanti dalla sua famiglia con il figlio Antonio. Scendiamo poi nel Centro Italia, dove a mettersi in gioco sono
due macellai toscani, diversi tra loro, sia per storia che per età, ma con in comune la passione per la tradizione nel mondo delle carni. Il primo, ALESSANDRO CIACCI, è un maestro delle carni in quel di Cecina, Livorno. A Capalbio, in provincia di Grosseto, andiamo invece per incontrare LUCA TERNI, macellaio da generazioni e volto noto della TV, vincitore del “Macellaio d’Italia” nella trasmissione Detto Fatto su RAI 2, rete sulla quale conduce una rubrica televisiva tutta sua. La sua filosofia è quella di essere innovativi attraverso il ritorno al classico, avendo cura e
Eupremio Chetta con il figlio Antonio, macellai a Torino.
Eurocarni, 5/16
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