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LA RICETTA
“FENICE ALLA FIAMMA CON ERBE AROMATICHE” utensili necessari: Camino o barbecue e tutto quanto serva per fare una brace, griglia con alzata di almeno 20 cm dalla brace, un pentolino, spruzzino. preparazione brace: Legno e rami di quercia, corteccia di cannella, nido di rami di mirto. preparazione della fenice per la cottura: Prima di tutto, c’è un piccolo problema. La Fenice immortale, almeno no a uando non stata cotta a puntino. Quindi se la volete cucinare, dovrete farlo da viva. Per fortuna, oltre che non poter morire, non può nemmeno sentire il dolore. Vi guarderà con aria velatamente malinconica mentre la spennate, le togliete le interiora e l’aprite a libro. Probabilmente vi farà sentire molto in colpa. Se non reggete all’emozione, bendatela.
Dopo averla così preparata e aver formato la brace, fate bollire due litri di acqua con 5 foglie e scorze di mezzo cedro, un rametto di rosmarino e uno di timo, un cucc iaio di sale. ate ra reddare.
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Mettete da parte un bicchiere e immergete la Fe- nice nel liquido rimanente per 5 ore. Asciugatela.
Scaldate un pentolino di olio con rosmarino, cannella, cedro, timo e mirto.
Massaggiate la Fenice con l’olio aromatico e sale. In questa fase sembrerà divertita, nonostante tutto. I massaggi piacciono anche alle fenici.
Mettete la Fenice sulla brace con griglia alta almeno 20 cm per circa 40/50 minuti.
A questo punto probabilmente canterà. Apprezzate la meravigliosa melodia della sua voce. Continuate a spennellare con l’olio aromatico durante la cottura alternando con l’infuso messo da parte per ammorbidirla (meglio usare uno spruzzino).
A ne cottura a iun ete rami di rosmarino, mirto, timo alla brace e aspettate la amma alta. Siamo arrivati al momento in cui, inevitabilmente, la Fenice morirà, non prima di aver pianto calde lacrime. Raccoglietele in una piccola ampolla: curano quasi tutte le malattie. Il momento in cui versa le sue lacrime è quello della perfetta cottura, quindi non potete sbagliare.
Rosolate la Fenice per dorare la pelle e servite subito in tavola. Per migliorare l’esperienza degustativa, di ondete nella sala da pranzo aromi di incenso e mirra.
Finito il pasto, raccogliete tutti i residui (testa, zampe, ossa, interiora, potete tenere le piume) e ettateli nella amma alta.
Aspettate che la Fenice si riformi come nuova. Lasciatela riposare tre giorni, se l’è meritato. Al quarto giorno potrete cucinarla di nuovo.
