A scuola con Pitti | Guida per l'insegnante

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Imparare con leggerezza

GUIDA

al percorso Classe prima
Camillo Bortolato

Camillo Bortolato

GUIDA al percorso

Classe prima

RISORSE DIGITALI

Guida per l’insegnante

Questa Guida in formato PDF stampabile verrà aggiornata con nuovi suggerimenti stimolati dall’uso in classe.

Libri digitali

I volumi di A scuola con Pitti sono disponibili anche in versione digitale per l’utilizzo a casa o a scuola sulla LIM.

Cliccando sull’icona all’interno dei libri digitali puoi imparare, ascoltando e riascoltando, un agile repertorio di parole e frasi in inglese

Tastiera analogica

Attivando le risorse digitali, puoi usare la tastiera analogica, che permette di accelerare tutto il processo della lettura, individualmente o in classe.

Video di approfondimento e Abecedario digitale

Inquadrando i QR code, o direttamente dai libri digitali, puoi accedere a risorse audio e video per:

• focalizzare il funzionamento della Linea del 20, aiutare la memorizzazione di fatti numerici, supportare il conteggio fino a 100 e fino a 1000, osservare la corrispondenza monete-centesimi;

• approfondire i contenuti delle discipline;

• curare la precisione e la fluidità della scrittura;

• visualizzare, con l’Abecedario digitale, le immagini gancio collegate alle lettere, ascoltare e apprendere l'alfabeto.

Come accedere alle risorse digitali

– Collegati a risorseonline.erickson.it/mab

– Se è la prima volta che accedi, seleziona Registrati; se invece hai già un account, clicca su Accedi ed effettua il login.

– Una volta effettuato l’accesso, inserisci il codice di attivazione che trovi nei volumi del kit «A scuola con Pitti». Se sei già registrato, clicca su Riscatta un altro codice.

GUIDA scuola con Pitti Imparare con leggerezza GUIDA al percorso per la classe prima Camillo Bortolato 16 17 Il ci gno vi ve ne la go Un pe sce ha fa me fa un sa to nell’ 6 LA LINEA DEL 20 INDIVIDUALE Qua n ti ta s ti ? Si suggerisce di esplorare tutte le potenzialità della Linea del 20 fin dai primi giorni. Questa attività è orale. Qui trovi un video per visualizzare il funzionamento della Linea del 20. Qua n ti ta s ti al za ti?
desktop,
Per LIM e tablet

GUIDA al percorso

Classe prima

Premessa

Italiano

Il mio libro di lettura

Il mio quaderno di scrittura

Matematica

Storia

Geografia

Scienze

La classe analogica

«A scuola con Pitti»… perché questo titolo?

Perché Pitti è l’immagine della tenerezza e della voglia di crescere.

È un uccellino piccolo ma forte, come ogni bambino che va a scuola.

NOTA

Questa Guida contiene indicazioni generali sul Metodo Analogico e suggerimenti disciplina per disciplina per utilizzare in classe A scuola con Pitti 1 e svolgere il percorso curricolare di classe prima. È inclusa nelle risorse digitali in formato PDF stampabile. In caso di acquisti di classe, viene inviata anche in formato cartaceo.

A scuola con Pitti può essere adottato come libro di testo — attraverso l’adozione alternativa ai libri di testo ministeriali —, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e con il limite di spesa stabilito per ciascuna classe di corso. Per maggiori dettagli e informazioni, consulta il sito Erickson www.erickson.it, il sito di Camillo Bortolato www.camillobortolato.it, o scrivi a metodoanalogico@erickson.it.

A scuola con Pitti 1 è composto da tre volumi: Il mio libro di lettura, Il mio quaderno di scrittura e Il mio libro di matematica, storia, scienze e geografia, che contengono il codice per accedere alle Risorse digitali.

È possibile inoltre acquistare il kit in accoppiata con la Linea del 20: l’opportunità di fruire dello strumento concreto rende il percorso di matematica maggiormente veloce e intuitivo.

PREMESSA

Il primo anno di scuola è un anno importante, che preoccupa insegnanti, famiglie, bambine e bambini. Questa nuova proposta può trasformarlo in un anno straordinario di scoperte quotidiane per tutti.

Giunge dopo decenni di preparazione e di esperienza da parte di migliaia di insegnanti che hanno sperimentato il Metodo nella loro classe adottando i materiali.

Si rivolge ora a tutti coloro, insegnanti e genitori, che aspirano a una scuola più semplice, cominciando proprio dalla scelta dei testi da adottare: meno libri da sfogliare e meno peso da portare a scuola.

Più sintesi ed essenzialità nei contenuti in cambio di maggior efficacia, proprio come piace ai bambini. Lo slogan è «imparare con leggerezza», che significa sgravare i bimbi dal peso inutile per farli volare nel cielo della conoscenza, come Pitti il pettirosso che dà il titolo alla proposta.

In altre parole, «fare di meno per imparare di più» o, come si dice in architettura, «less is more».

Il risultato sarà veder salire i bambini sempre più in alto, senza altro merito che quello di aver risparmiato loro la gabbia di una programmazione troppo stretta, che li avrebbe costretti a camminare per terra un passettino alla volta fino a perdere le ali.

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Tutto sta nel percepire come sono veramente le bambine e i bambini osservandoli.

Come sono i bambini?

I bambini non fanno altro che meravigliarci.

Sempre più si fa largo la convinzione che non siano da meno degli adulti in tema di apprendimento, anzi più sensibili ed efficienti di noi nell’imparare cose nuove.

A casa, con le loro piccole ali, sono abituati a esplorare il mondo in tutti gli aspetti e nulla sfugge alla loro intuizione perché, guardando dall’alto, tutto quello che vedono si trasforma in riconoscimento spontaneo. Non è, in altre parole, frutto di una traduzione dal linguaggio, come accade a scuola.

I bambini adorano le cose complesse e per questo hanno le pupille più aperte di noi. Se qualcosa appare confuso, si abbassano per vederle meglio da vicino e poi ritornano in alto.

Un processo che va dall’alto al basso, ma poi subito dal basso all’alto a ogni ritorno di respiro.

E tutto questo processo di andirivieni dalla sintesi all’analisi è vorticoso, concitato, ammantato di stupore e di sorpresa.

Il «come» del processo di apprendimento appartiene al loro segreto. Appare intraducibile, tanto più perché la comprensione arriva per loro nel momento in cui si distanziano dall’argomento per la sintesi finale. Lasciarsi andare alla

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conoscenza è il ribaltamento che contraddistingue il modo meraviglioso dei bambini di imparare al volo.

Questi bambini si presentano poi a scuola pensando di imparare tutto nello stesso modo, cioè senza molte istruzioni preventive perché è così che hanno preso confidenza con la complessità dei loro dispositivi digitali della cui competenza sono orgogliosi.

L’insegnante che li accoglie a scuola percepisce che sanno un sacco di cose ma si preoccupa. La televisione li ha abituati a un sapere a pioggia e non sanno cosa sia il rallentamento e la pazienza di adattarsi a un tempo scolastico che sembra non passare mai.

Come tenerli fermi ad ascoltare l’insegnante che parla?

Cosa fare per occuparli in modo che passi questo tempo che per loro è infinito?

Con una parcellizzazione del programma? È questa la risposta adatta a loro?

Le cinque innovazioni

La novità insita nella proposta di A scuola con Pitti va nella direzione di adeguare il tempo dell’apprendimento e i contenuti delle varie materie a quello che i bambini vivono fuori della scuola.

Ecco in anteprima, come in un trailer, le innovazioni che proponiamo disciplina per disciplina con l’approccio del Metodo Analogico.

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Italiano: uno slancio della lettura conseguita già nei primi giorni e poi una minuziosa gradualità nella scrittura. La sostituzione del libro di lettura con un libro di narrativa.

Matematica: un’apertura veloce alle quantità del dieci, del cento e del mille tramite le immagini, poi un minuzioso esame delle operazioni di calcolo mentale una per una.

Storia : prima lo studio del tempo (ore, giorni, mesi, stagioni) e poi un tuffo veloce nella storia attraverso immagini.

Geografia: un invito a conoscere il proprio territorio attraverso le mappe che, essendo linguaggio analogico, sono adattissime ai bambini.

Scienze: un excursus sulla vita degli animali e della piante raccordandosi con quanto i bambini già sanno.

Cinque cambiamenti nei contenuti non per anticipare i programmi disciplinari, ma per creare fascino e interesse verso di loro collegandosi con le innumerevoli ma frastornate informazioni che i bambini già posseggono.

I bambini ci ringrazieranno perché non c’è niente di più difficile per loro nella comprensione che la gradualità goccia a goccia che parcellizza i contenuti rendendoli freddi, indigesti e refrattari alla comprensione.

Anche gli alunni in difficoltà potranno tirare un sospiro di sollievo perché spesso la dilatazione dei tempi, in nome della semplificazione, li obbliga alla fine a una sintesi più ardua.

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Quale programmazione?

In questo cambiamento, la programmazione che ci fa da riferimento è quella pensata 140 anni fa da un bambino fin troppo speciale: Pinocchio.

Nel capitolo 9 si racconta che il burattino, un giorno di neve, andava a scuola con il suo abecedario nuovo sotto il braccio e dalla felicità non sentiva neppure il freddo.

Era il suo primo giorno di scuola, in classe prima, e non vedeva l’ora di presentarsi davanti al suo insegnante per sfogliarglielo tutto e per dirgli: «Sono qui per imparare!».

E intanto farneticava nella sua mente i suoi propositi…

«Oggi imparo a leggere, domani imparo a scrivere e dopodomani imparo a fare i numeri…».

Era quello che si attendeva e che coincide con questa proposta di A scuola con Pitti… tranne per la scrittura! Per questa competenza bisogna infatti rimanere a scuola tutto l’anno e ascoltare bene l’insegnante:

«Leggere in un giorno e scrivere in un anno» è il principio giusto.

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ITALIANO

Leggere e scrivere

La distinzione tra leggere e scrivere, come già prospettato nella programmazione di Pinocchio, è il punto cardine per sviluppare il programma di italiano nel modo corretto.

Queste schematicamente le distinzioni:

Leggere Scrivere

Vedere Fare

Riconoscimento percettivo Analisi

Si può imparare a leggere anche da soli

Per imparare a scrivere ci vuole una guida

• Leggere è come vedere le cose già fatte. Scrivere invece è come fare queste cose perché un conto è, ad esempio, ammirare un dipinto o un ricamo nella sua bellezza e un altro è saperlo fare intrecciando punto dopo punto. C’è bisogno di lentezza, esercizio, maestria, accuratezza, ecc.

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Scrivere e digitare

• La gradualità nella lettura procede come una espansione in tutte le direzioni per intercettare il significato di una parola. Al contrario, la scrittura avanza in modo lineare, millimetro per millimetro, costretta nel binario delle righe seguendo regole dettate da altri. Non c’è spazio per la creatività e l’intuito.

• La lettura è il regno del riconoscimento percettivo anche approssimativo delle parole. Invece, la scrittura prevede una conoscenza di ciascuna parola fino nel dettaglio di ogni singola lettera, compresi gli eventuali accenti. È un processo esecutivo che esige una costruzione analitica e lenta, come quando si fa un muro mattone su mattone. Non è comprendere, è fare.

La conclusione è che si può imparare a leggere anche da soli, anche se caoticamente come fanno sempre più i bambini prima di arrivare a scuola; mentre per scrivere bisogna avere una guida che indichi delle regole precise senza le quali il risultato diventa insoddisfacente.

Il paragone con la matematica è stringente.

Leggere è come il calcolo mentale, maggiormente personale, creativo e libero, mentre la scrittura è come il calcolo scritto, prescrittivo e regolativo, che si impara a scuola con un insegnante competente nell’argomento.

Va aggiunto che la parola «scrivere» ha varie sfaccettature, perché un conto è «digitare» sulla tastiera le parole

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pigiando sui tasti e un conto è scriverle manualmente tracciando il percorso giusto della lettera.

Il termine «digitare» sta tra il leggere e lo scrivere.

Lo scrivere con la matita è un’arte che necessita all’inizio di fatica, pazienza, passione. Un’autodisciplina costante di cui i bambini devono essere avvertiti.

Per rinforzare in loro l’idea della differenza si può parlare al bambino in questo modo:

Ora che leggi puoi essere veloce come una Ferrari, accelerando e frenando quando serve.

Ora che scrivi devi essere lento, regolare e forte come un trattore.

L’uso del binomio linguistico «letto-scrittura» può generare l’idea di dover progredire con la stessa velocità e con lo stesso ritmo per entrambe, con il rischio di avere bambini in difficoltà nella lettura per l’eccessiva lentezza e in difficoltà nella scrittura per l’eccessiva velocità.

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IL MIO LIBRO DI LETTURA

Il mio libro di lettura si compone di tre parti:

• l’abecedario, con la presentazione delle immagini gancio e dei suoni speciali;

• la storia della Famiglia di Pitti, suddivisa in 7 capitoli;

• la sezione Stagioni in rima, con poesie e filastrocche.

L’abecedario

Lo strumento per imparare a leggere in questa proposta è l’abecedario, che si trova all’inizio del libro di lettura, disposto in due pagine affiancate. Tutto lì!

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4 5 GI GE CI CE GA GO GU CA CO CU ci gi ge ca ga go gn sci sce ce co cu gu gli ghi ghe che chi n a b d c c e f g g h j k l m n o p q r s t u v w x y z i Leggere tutte le lettere già nei primi giorni, compresi suoni complessi. Qui un video per esplorare l’abecedario e le immagini.

Non quindi un libro intero con le lettere distribuite e presentate una per pagina. Come avrebbe potuto pensare Pinocchio di imparare a leggere con un maestro che gli avesse consentito di sfogliare una pagina al giorno del suo meraviglioso libro?

Questa striscia dell’abecedario corona il suo desiderio — che è quello di ogni bambino — di avere davanti tutto il materiale da studiare, come quando ci si affaccia alla tastiera del computer per provare a scrivere.

La funzionalità di questa tastiera alfabetica va oltre quella della tastiera del computer. Diventa lo strumento per imparare a leggere da soli per le sue caratteristiche specifiche:

• presenta tutte le lettere trasformate in icone, cioè provviste di ganci emozionali che permettono un riconoscimento immediato delle lettere;

• va nella direzione di ripristinare l’equilibrio tra fone mi e grafemi raddoppiando i tasti per i grafemi C e G, perché possono avere sia un suono dolce, contrassegnato dal colore azzurro o arancione, sia duro, segnalato dal colore marrone scuro;

• riduce invece i tasti da digitare per i suoni speciali come CHI, SCI, GHI, GN, ecc., per cui basterà «pigiare» su un solo tasto, facendoli diventare i più amati dai bambini per il risparmio di tempo e di errori;

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tre tasti un tasto

• utilizza l’ordine alfabetico e non il sistema QWERTY. Un ordine che poi il bambino ritroverà nelle rubriche dei suoi dispositivi.

Il problema del metodo

I bambini si tuffano subito in questa tastiera di carta, galvanizzati dalla promessa di poter imparare subito a leggere e a modo loro. Ciascuno inizia per prove ed errori.

La questione del metodo da adottare si risolve nella constatazione che ciascuno ha sempre il suo metodo. La comprensione è un un percorso privato e personale. Né analitico, né globale, né sillabico o fonosillabico, ma tutto insieme e in modo «non rendicontabile», un po’ come per il tablet. Se si fosse pensato a un metodo standardizzato per approcciarsi a questo dispositivo, molti ci avrebbero rinunciato dopo appena qualche lezione, specialmente i bambini.

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Il modo di apprendere varia per ciascun bambino nella classe e non possiamo pensare di coglierlo, perché sfugge a lui stesso. Infatti, non usa sempre la stessa strategia, leggendo le parole a volte in un modo, altre volte in un altro. A volte balbettando le lettere iniziali, a volte sillabando, a volte globalmente. Poi in una successiva lettura tutto cambia ancora.

Tutto sa di magico per chi lo vive.

Primi giorni

Nei primi giorni c’è la gioia di recitare tutto l’alfabeto e magari di cantarlo assieme.

Qualcuno saprà già comporre il suo nome indicando le lettere giuste e questo stimola anche gli altri a provarci. È tutto un gioco di imitazioni.

Certe volte è l’insegnante che digita un nome e tutti cercano di indovinare.

La mente di ciascuno opera con migliaia di giga in ogni momento.

Improvvisamente anche un bambino in difficoltà si sente capace semplicemente perché si è «buttato a leggere» ignorando le immagini gancio presenti nelle lettere.

Toccando le lettere iniziali di Serpente, Orologio, Letto, Elefante ha fatto scaturire la parola SOLE, compiendo in questo modo in un attimo una operazione metafonologica che poi servirà per tutte. Ecco che cos’è la lettura: un volo

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di allontanamento dalle immagini gancio! Il bambino festeggia con un grido di esultanza.

Dopo alcuni giorni di questo approccio alla lettura con la tastiera, prima che il lavoro diventi saturante per i bambini, è consigliabile passare al libro di lettura perché si può imparare a «leggere leggendo», senza pretendere che sia tutto chiaro per tutti, senza pretendere di raggiungere una comprensione analitica di ciascuna parola.

L’insegnante si sorprende per quanto poco ha fatto fino a quel momento.

L’immagine dei bambini che raggiungono questo risultato nel corso dei giorni la riporta a quella degli gnocchi nell’acqua bollente, che vengono a galla da soli, quando vogliono loro.

E ogni volta è una festa per la fine dell’età dell’analfabetismo!

Per ogni insegnante, questo enorme salto della programmazione, che dà la libertà a tutti di imparare con i propri tempi, come gli gnocchi, esige il coraggio di un giorno solo.

Poi tutto diventa evidente, come un sipario che si apre.

La famiglia di Pitti

Il racconto che segue l’abecedario si chiama «La famiglia di Pitti» e, diversamente dai consueti libri di lettura concepiti come una antologia di brani slegati, presenta

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un racconto unico capace di appassionare i bambini alla vicenda narrata.

Permette ancorché di proseguire con l’acquisizione della lettura grazie ad alcuni accorgimenti.

• Presenta nelle prime venti pagine i caratteri trasformati in lettere gancio, come nell’abecedario.

• Introduce nelle parole le unità di lettura che sono «frammentazioni» interne, non sempre coincidenti con le sillabe, delle parole per aiutare lo sguardo inesperto dei bambini a non perdersi. Una volta che il bambino ha familiarizzato con la parola separata in unità di lettura, e può quindi riconoscerla e leggerla fluidamente, viene presentata unita.

• Utilizza fin da subito i caratteri stampato maiusco lo e minuscolo per dar modo ai bambini di imparare entrambi, individuando da soli corrispondenze e differenze.

lettere gancio

separazione in unità di lettura

introduzione da subito dello stampato minuscolo

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Il racconto

• Ricorre a illustrazioni studiate per rinforzare i dati della narrazione, supportando la comprensione pagina per pagina.

• Fa precedere ogni capitolo da un testo letto dall’insegnante per creare un’atmosfera di suspense.

• Passa poi gradualmente a ridurre le dimensioni del carattere, a presentare sempre più parole unite e all’uso esclusivo dello stampato minuscolo, sempre con il supporto forte delle immagini.

Si sviluppa così un graduale accesso alla lettura che si dimostrerà particolarmente adatto anche a bambini in difficoltà.

I tre fuggitivi salgono ancora il pendio della montagna finché scoprono una pozza di nascosta. Tutto intorno cespugli e rocce. «Qui staremo bene» dice Ciuffo «Abbiamo tutto, l’ e gli insetti» dice Gaia «I nemici non ci possono vedere dal cielo» dice Fiocco

Arriva la sera. Dal loro rifugio segreto, i pettirossi osservano altri animali che si avvicinano per bere.

Arriva una famiglia di ghiri piccoli piccoli ma con una grande coda pelosa. Ecco una famiglia di tassi con il muso lungo bianco e nero.

Per quanto riguarda il contenuto, «La famiglia di Pitti» prosegue la saga iniziata all’infanzia con «La piccola storia di Pitti»,1 che ha per protagonista un pettirosso

1 «La piccola storia di Pitti» è contenuta nel kit Primi voli in lettura (Erickson, 2015).

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108 SULLA CIMA 109 LA FAMIGLIA DI PITTI
qui il nibbio non ci vede
tutto è bello

pieno di sensibilità e di ardore per l’esplorazione del suo mondo, in cui i bambini possono rispecchiarsi.

Leggendola puntata per puntata, come nelle serie televisive, cresce la passione per la vicenda.

Grazie anche alla mappa del mondo di Pitti (riportata nel libro di matematica e discipline alle pp. 114-115), ne emerge una super comprensione che motiva i bambini nel proseguire con la lettura e, al termine, li spinge a chiedere di continuare con un altro libro, per sapere come la storia va avanti.2

Al termine della storia vengono descritti i personaggi protagonisti del racconto. Un’occasione per parlare di sentimenti con termini precisi.

Un’accortezza didattica per non discriminare i bambini

nella lettura è quella della lettura corale3 che permette

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2 C. Bortolato (2021), Il grande incendio, Trento, Erickson. 3 Si ringrazia Lucia Bolcato, formatrice del Metodo Analogico, per aver pensato e sperimentato la lettura corale.

di renderli tutti attivi esonerando quelli in difficoltà dalla temuta prestazione individuale e risolvendo il problema dell’insegnante di riuscire a sentire tutti.

Maiuscolo e minuscolo

FOGLIA foglia

Un’altra peculiarità del libro si riferisce alla scelta del carattere tipografico maiuscolo o minuscolo nella narrazione. Dopo i primi due episodi in cui compaiono entrambi, si passa allo stampato minuscolo per il motivo fondamentale che favorisce il riconoscimento iconico delle parole considerate quasi al pari delle immagini. Le lettere, infatti, sono maggiormente caratterizzate e non si confondono le une con le altre.

Per fare un esempio, si riconosce più in fretta, a parità di grandezza, la parola foglia piuttosto che FOGLIA in maiuscolo per la diversità in altezza di alcune lettere.

Andando avanti nella lettura subentra una specie di memoria fotografica per cui basta riconoscere solo alcune lettere. Nella parola «Pitti», la lettera iniziale avverte che si tratterà di un nome proprio.

Proprio per ovviare all’effetto appiattimento, lo stampato maiuscolo ha bisogno di essere presentato in una dimensione «maggiore» per essere fruito, come suggerisce il nome stesso.

Questo ingrandimento avviene a scapito dell’interlinea, producendo così un «effetto muro» che sottrae anche lo spazio per tenere il segno con le dita tra le righe.

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La preferenza dello stampato minuscolo per la lettura è confermata anche dalla scomparsa dello stampato maiuscolo dagli schermi dei media. È raro, cioè, che il maiuscolo venga usato nei comandi dei sistemi operativi o di interfaccia grafica.

Stagioni in rima

Al termine della storia vengono presentati brevi testi poetici sulle quattro stagioni.

Lo scopo è di giocare con il suono e la musicalità delle parole e sperimentare il piacere di recitarle a memoria.

La presenza delle rime accentua l’aspetto giocoso e aiuta a ricordare.

La filastrocca iniziale «Filastrocca del pettirosso» si presta anche ad essere accompagnata con i gesti del corpo.

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IL MIO QUADERNO DI SCRITTURA

Imparare a scrivere è un’attività non meno entusiasmante di imparare a leggere per vari motivi:

• perché dopo avere trascorso mezz’ora di fermento in classe con tutti che parlano, c’è bisogno di un po’ di silenzio, concentrazione e pace;

• perché ognuno nel quaderno trova un lavoro da fare già pronto che non ha bisogno di spiegazioni;

• perché l’attività di copiatura è simile al disegno.

Così anche l’insegnante può finalmente prendere fiato e guardare i suoi alunni prendere la fatica come un piacere.

Scrivere a mano, liberi dal pensiero di imparare a legge re, è la condizione per poter amare entrambe le attività e i bambini lo avvertono subito.

Comprendono che qui l’apprendimento a goccia, scartato nella lettura, è necessario. Bisogna essere lentissimi, perché conta la bellezza e l’attenta cura in quello che si scrive.

Prime pagine

La cosa più stupefacente per i bambini è scoprire che la prima consegna è quella di scrivere tutto l’alfabeto in stampato maiuscolo.

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L’opposto quindi di scrivere la stessa lettera decine e decine di volte, operazione che, stancando, fa scrivere sempre peggio.

I bambini si sentono trattati da grandi e non confinati a fare cose ripetitive.

Nel frattempo, l’insegnante, sollevato dal problema di predisporre le lettere modello nei quaderni di tutti, può aiutare chi è in difficoltà.

Il tempo passa veloce e i bambini più veloci trovano sotto alle pagine un’attività grafica permettendo anche agli altri di finire in tranquillità.

Come proseguire

La scelta generale è di presentare il maiuscolo sui quadretti e il corsivo sulle righe. Qualora l’insegnante volesse avvalersi anche di un quaderno supplementare il consiglio è di scegliere un quaderno a righe su cui incollare all’inizio delle pagine a quadretti per lo stampato sapendo che è importante passare presto alla scrittura in corsivo.

24 GUIDA 4 5 Pa r ti da l pu n ti no STAMPATO MAIUSCOLO È un esercizio grafia separato dall’impegno di imparare leggere.

Lo stampato maiuscolo, proprio per l’elementarità del suo tratto, si presta egregiamente a completare il percorso di pregrafismo e prescrittura iniziato nella scuola dell’infanzia.

Dalle pagine 12 e 13 del quaderno comincia l’attività di copiatura di parole e frasi con il suggerimento di tracciare ciascuna lettera senza toccare i bordi dei quadretti.

Il corsivo

Scrivere in corsivo è un’arte perché ogni parola è un ricamo in pochi centimetri. Se lo distendiamo il filo diventa lungo come tutta la riga, perché è un filo unico.

La motivazione per preferire il corsivo allo stampato si trova nell’etimologia stessa della nome che significa «correre». Rispondeva infatti all’esigenza degli amanuensi e degli Umanisti di procedere più velocemente rispetto allo stampato.

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12 13 Ri co pia Ricopiatura in verticale evitando quadretti. U U N N G P G A G L P P M M P P P P F F M M A A L L C C B B N N F F F S L T O P M T U O T N N S B D D L L L N U E A S A E A A A N U A O I I O C L N T N À M T M R T A A A O O O A I A E E O E O O O E U U U U Vai piano piano!

Una miglioria valida ancor oggi per i bambini ed è possibile evidenziarne i vantaggi prendendo ad esempio una parola come «semplicemente»:

SEMPLICEMENTE semplicemente

Per scriverla, nella versione in stampato maiuscolo, si solleva la matita dal foglio più di venti volte mentre nel corsivo solo un paio.

Con il maiuscolo, l’impegno è aggravato dalla tensione di riposizionare ogni volta la punta della matita in modo regolare all’interno della parola. L’irregolarità di uno dei 13 spazi vuoti tra le lettere può ostacolare la lettura agevole della parola.

Con il corsivo inoltre la possibilità di scrivere le parole minutamente diminuisce la fatica distale della mano.

Il risultato è che il tempo per scrivere si dimezza e la scrittura nel quaderno diventa più bella.

Lettere minuscole

Le lettere sono presentate divise in cinque famiglie per affinità del tratto iniziale.

Già nel primo mese sarà possibile affrontare la prima famiglia.

Per una esecuzione più chiara è possibile inquadrare i QR code che evidenziano i movimenti corretti della mano per ciascuna lettera.4

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4 Si ringrazia Silvia Cabrini per la collaborazione alla realizzazione dei video.

La famiglia delle tonde

La famiglia delle tonde risulta la più delicata perché ci sono principalmente due modi per eseguirla.

Il primo prevede di legare la «gambetta» iniziale alla lettera senza staccare la penna. Procedendo sempre in senso antiorario si ha modo di completare l’occhiello con più precisione.

Il secondo modo prevede per tutte queste lettere di partire alle ore 14 e procedere verso sinistra per ricongiungersi alla gambetta della lettera precedente.

Sarà cura dell’insegnante scegliere la modalità preferita.

Corsivo maiuscolo

Anche nel maiuscolo le famiglie sono suddivise per affinità di tratto.

Per alcune tonde anche qui è possibile scegliere tra i due modi di procedere.

Nel primo modo si parte dall’alto, a ore dodici, e si scende proseguendo poi in senso antiorario.

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Nel secondo modo si parte dalla gambetta, si traccia una «piccola onda » verso destra per poi salire in senso antiorario.

Anche qui è possibile scegliere e poi variare, perché la scrittura è sempre materia di sperimentazione.

Legature

A partire da pagina 32, l’attenzione si sposta sulle legature, che sono anch’esse oggetto di osservazione ed esercitazione, soprattutto in alcuni casi specifici.

Inquadrando il QR code presente nella pagina è possibile mostrare ai bambini i dettagli al rallentatore.

Ortografia

Il quaderno passa poi a considerare la scrittura corretta di alcune parole. La consegna è di interiorizzare la scrittura corretta, quasi fossero fotografie.

Un’attività utile per rinforzarle sono i «dettati confermativi» che consistono nel riscrivere le parole sotto dettatura dell’insegnante o, meglio ancora, a coppie tra

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compagni. Un compagno detta all’altro controllando l’esattezza e poi si inverte il ruolo.

Ciascuno in questo modo si sente responsabilizzato rispetto al proprio apprendimento.

Le ultime pagine del quaderno sono dedicate a scrivere autonomamente parole e pensierini personali.

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MATEMATICA

Premessa

Insegnare matematica in classe prima con questa proposta è un’opportunità per ogni insegnante di vivere con i bambini un anno davvero emozionante.

Un anno fatto di scoperte quotidiane che non consistono tanto nel fare cose nuove, quanto nell’evitare attività inutili e soprattutto disorientanti per i bambini.

Rovesciando il percorso consueto, una sensazione di leggerezza, di liberazione e di sollievo coglie l’insegnante.

Non più infatti la consuetudine estenuante di presentare i numeri uno alla volta nel corso di settimane e di mesi ma, all’opposto, si parte quasi dalla fine. Un salto di programmazione pazzesco, come quello già proposto in italiano con l’abecedario, che sarà ripagato dalla soddisfazione di vedere i bambini sempre più competenti e felici.

Il nuovo programma realizza in pieno il desiderio a cui agognava Pinocchio, cioè quello di imparare i numeri già il terzo giorno di scuola.

Scoprire il calcolo mentale

Il motivo fondamentale di questa sorprendente facilità sta nel definire cosa sia il calcolo mentale differenziandolo

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del calcolo scritto. Una distinzione equiparabile a quella fatta in italiano tra leggere e scrivere.

Per chiarire meglio questa divaricazione ci viene in aiuto l’immagine della montagna che mette insieme due mondi: in basso quello del calcolo mentale, regno dell’ingenuità e della creatività, in alto il mondo della disciplina, delle prescrizioni e delle regole, rappresentato come un tempio.

Calcolo mentale Il cammino di ogni bambino o bambina per raggiungere la vetta è quello che l’umanità ha percorso in migliaia di anni. In questo senso, filogenesi e ontogenesi si congiungono.

La partenza è ai piedi della montagna dove subito compaiono le immagini delle quantità, cioè le palline disposte nel modo giusto.

Se la sua attenzione rimarrà su di esse arriverà presto in cima alla montagna senza perdersi.

Basterà un esercizio come quello che proponiamo adesso per capire tutto del calcolo mentale…

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Calcolo scritto

Come fare sette meno cinque?

Se il bambino avrà l’accortezza di togliere le prime cinque palline con un solo gesto, avrà capito tutto del calcolo mentale, che è libero, personale, soggettivo, fatto di strategie simili a furbizie. Non c’è, soprattutto, la presenza ingombrante delle cifre a occupare la mente.

Le difficoltà nascono se viene proposta una didattica capovolta, con le cifre del tempio della scrittura al posto delle palline.

Allora per spiegare il 10 ci sarà bisogno di fare lunghi discorsi per chiarire che l’uno che sta davanti vale dieci e per giustificare la presenza dello zero. Si parlerà di cambio.

Così sarà un vero problema per il bambino andare a ritrovare l’immagine corretta della quantità «dieci» con inclusa la separazione delle cinquine, senza la quale tutte le rappresentazioni mentali franano. Dato il suo smarri-

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10
Dieci

mento, qualcuno arriverà addirittura ad affermare che gli manca il «concetto di quantità».

L’argomento del valore posizionale delle cifre sostituirà insomma il tema del «valore posizionale delle quantità» disposte secondo l’ordine delle dita delle mani.

Cos’è dunque il calcolo mentale?

Non è anzitutto una questione di cifre perché altrimenti si dovrebbe affermare che gli Egizi, i Greci, i Romani non conoscessero il calcolo mentale.

Il calcolo mentale c’è da sempre e non cambierà mai. Anzi, prima della introduzione delle cifre indo-arabiche era fortissimo.

Il calcolo mentale è come un gioco, dove le immagini delle quantità sono associate a una filastrocca facilissima, imparata a memoria, che si ripete uguale all’infinito, composta da parole che derivano ancora dal latino («unus, duo, tres, quattuor… decem… centum… milia»), in cui soprattutto non serve nominare lo zero. E infatti non viene mai nominato quando si leggono i numeri naturali.

Il calcolo mentale è il vero campo del senso e non cambierà mai, indifferente alle cifre, che sono strumenti, e alle culture.

Invece, in questa montagna rovesciata, l’impegno richiesto è dare senso alle cifre 1-uno e 0-zero, agendo secondo un transcoding inverso. Cioè si vuole tentare di trasformare il pane già cotto in farina e acqua come

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era prima. Questo spiega lo smarrimento dei bambini e l’esplosione di conoscenza affrontando l’ascesa della montagna dai suoi piedi, come fa il Metodo Analogico.

Palline e centesimi

L’attenzione sulle palline, altrimenti denominate dots dall’inglese, è sostanziale per riportare al senso della quantità come punto di partenza.

Ma più ancora delle palline, uno strumento per aggiungere maggior concretezza e aderenza alla vita è utilizzare a scuola i «centesimi», cioè le monetine dell’euro, rotonde anch’esse e tangibilmente concrete. Ognuna è portatrice dell’idea stessa di valore. Anche «centesimo» è una parola che deriva dal latino.

Nell’uso orale delle monete non si usano i codici scritti; quando cioè si parla di monete o prezzi non si nominano lo zero e la virgola . Ad esempio, si dice «cinque centesimi» e non «zero virgola zero cinque centesimi». Si dice «un euro» e non «uno virgola zero zero». Il linguaggio è linguaggio.

Sarà questo il futuro di una didattica pregnante di contenuti e vicina alla vita che il Metodo Analogico ha già inaugurato fin dall’infanzia.5

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5 C. Bortolato (2022), Più forti nel calcolo mentale, Trento, Erickson.

Calcolo scritto

Perché si dà così grande importanza allo studio delle cifre fino ad assorbire tutta l’attenzione dei bambini in classe prima?

Perché questo sistema notazionale ha una importanza incommensurabile nel corso della storia: segna l’intro duzione del calcolo scritto, cioè di quelle operazioni che si fanno prendendo carta e penna e mettendo i numeri in colonna. Lì la presenza delle cifre e dello zero è il fattore costituente.

Le colonne nel tempio rappresentano le quattro operazioni. I bambini in seconda impareranno le procedure «a intreccio» di ciascuna di esse che permettono di raggiungere risultati strabilianti quasi senza accorgersene.

È un mondo di strumenti meravigliosi, ma separati da quello del calcolo mentale che avviene invece quasi ingenuamente concentrandosi sulle immagini delle palline o dei centesimi.

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La Linea del 20

Nelle prime pagine del libro viene proposta l’immagine della Linea del 20, lo strumento del Metodo Analogico che introduce al calcolo mentale intuitivo.6

Con i suoi tasti divisi in cinquine simula le mani che sono il nostro primo calcolatore analogico.

Funziona anch’essa come un computer in grado di produrre innumerevoli immagini delle quantità con solo 20 tasti.

Ciascun tasto, rappresentato alzato o abbassato, manda un messaggio «on off» alla nostra percezione. Un messaggio integrato perché valgono sia i tasti «giù» sia i tasti «su».

In ogni operazione di calcolo succede un processo velocissimo.

La mente detta l’idea di una quantità e lo strumento la trasforma in modo che sia compatibile per essere letta dagli occhi in termini di immediatezza. Ad esempio il

6 È possibile acquistare A scuola con Pitti 1 in accoppiata con lo strumento La linea del 20. Per quanto non indispensabile per svolgere il percorso di matematica, l’avere a disposizione lo strumento concreto permette ai bambini di manipolare e operare con le quantità entro il 20, per un’esperienza di apprendimento più efficace e significativa.

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numero 6 può essere rappresentato dallo strumento come 5 e 1, oppure 3 e 3, o 4 e 2, ecc. Proprio per questo, le cifre non appaiono sui tasti: qualsiasi tasto può diventare il numero 6, a seconda della combinazione di tasti che è stata utilizzata per rappresentarlo.

Tutto è talmente complesso e, allo stesso tempo, istantaneo da sembrare magico… ogni operazione non dura che un paio di secondi! Per questo si chiama «calcolo intuitivo».

I bambini in difficoltà

I bambini in difficoltà sono in particolar modo coloro che non hanno intercettato l’essenza, quasi la banalità del calcolo mentale e rimangono agganciati alle cifre che vagano come gusci vuoti nella loro mente.

Oppure sono quelli che contano sulle dita come fossero bastoncini. Sanno solo fare «più uno» e «meno uno» e ogni dito che contano è un’operazione.

I compagni più fortunati, invece, risolvono qualsiasi calcolo al volo, come fosse fare «uno più uno».

Hanno afferrato che il segreto non è l’uso delle dita delle mani, ma l’uso dell’ordine delle dita che si muovono in modo coordinato pur restando ferme al loro posto.

Proporre la linea dei numeri, concepita come una retta suddivisa da tacchette, produce solo smarrimento.

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Perché, con lo zero iniziale, scompaiono le quantità sostituite dagli spazi: il pieno diventa vuoto e viceversa.

Perché tali spazi hanno un confine destro e sinistro e il numero contrassegna i confini e non lo spazio.

Perché sparendo la dimensione discreta bisogna ripiegare sugli archetti posti in alto.

Perché la mancata separazione delle cinquine costringe sempre a contare per uno.

Si tratta di una rappresentazione certamente valida, da proporre ai bambini dopo che hanno consolidato il computo di quantità nella sua dimensione discreta. La porta di accesso alla montagna della matematica è un’altra.

Riportando tutto al posto giusto (calcolo mentale, calcolo scritto, conteggio, calcolo intuitivo, retta numerica…), tutto assume una veste di armonia poiché non ci sono più cose giuste o sbagliate ma solo cose fuori posto.7

Quando cominciare il percorso?

La risposta è «subito», perché è quello che desiderano i bambini spinti nei primi giorni da un grande entusiasmo di apprendere, come Pinocchio.

Si comincia nel libro con un esercizio di fatica (completare la pagina fino ad arrivare a 100 quadratini, p. 5),

7 Per approfondire gli aspetti teorici del Metodo Analogico si vedano anche La via del Metodo Analogico (Erickson, 2014) e Lettera a un bambino che ha paura della matematica (Mondadori, 2018).

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compensata però dalla soddisfazione di aver raggiunto e conquistato un numero così importante.

Poi l’attività sarà quella di presentare «a pioggia» tutto il programma e i materiali8 prima facendoli vedere in opera perché è così che i bambini imparano a casa con il computer, tuffati nel mare della complessità.

Proseguendo l’insegnante avverte che più i bambini apprendono, più vogliono accelerare per meravigliarlo.

Questa è la scuola del futuro!

Come usare il libro

Il libro è organizzato in più parti separate: calcolo, problemi e geometria, in modo da concentrare maggiormente l’attenzione.

La prima parte dell’anno può essere dedicata ad acqui sire le strategie del calcolo e la seconda ad affrontare i problemi. Alla fine, vengono introdotti, in maniera molto semplice, alcuni concetti e termini della geometria.

Nelle pagine 4 e 5, vengono proposte due attività che mettono subito alla prova l’attenzione e la perseveranza nel compito, che sono i requisiti più importanti per affrontare nel modo giusto il percorso dell’anno. Possiamo considerarle delle «prove d’ingresso» che ci parlano dei bambini che abbiamo in classe.

8 A sostegno del percorso di classe, l’insegnante può utilizzare vari strumenti integrativi e volumi che presentiamo da p. 58.

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L’armadio delle palline e la griglia dei quadretti permettono già di intuire la struttura del cento che sarà fondamentale per appoggiare le future conoscenze.

Nelle pagine 6 e 7 si passa a conoscere lo strumento della Linea del 20, qui rappresentato con delle immagini in cui si vedono i tasti alzati e i tasti abbassati. Inquadrando il QR code presente in alto nella pagina si potrà vedere il funzionamento dello strumento reale, ma già le immagini sono eloquenti per far capire che è un sistema che si muove rimanendo fisso, come luci che si accendono e si spengono, come dei LED.

Queste attività vanno ripetute varie volte, per consolidare la lettura e il riconoscimento sempre più rapido da parte dei bambini.

In pratica si fa esperienza di lettura di quantità con annessi ribaltamenti e traslazioni. Tutto è pensato per rimanere nell’oralità.

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7 6 LA LINEA DEL 20 Qua n ti ta s ti ? Si suggerisce di esplorare tutte le potenzialità della Linea del 20 fin dai primi giorni. Questa attività orale. Qui trovi un video per visualizzare Linea del 20. S co p ri nu me ri cu gi ni CONTARE CON LA LINEA DEL 20 Qua n ti ta s ti al za ti? uno due undici dodici esempio strumento, possibile utilizzare la sola immagine. Con lo strumento reale, però, possibile svolgere gli esercizi con maggiore evidenza come mostrato

Nelle pagine 8 e 9 si passa a un esercizio semplice di conteggio con un disegno, senza ricorrere ancora ai numeri scritti. Più che la comprensione conta l’accuratezza che trasforma l’enumerazione in conteggio attraverso la corrispondenza biunivoca.

Nelle pagine 10 e 11 vengono presentati i simboli numerici con degli esercizi di grafia. Viene suggerito agli alunni di seguire il verso delle frecce che è prevalentemente dall’alto.9 Per le esercitazioni nel quaderno personale è preferibile usare il quadretto da un centimetro e fare in modo che il numero non tocchi i lati del quadretto.

Da pagina 14 a 21 gli esercizi orali riguardano il riconosci mento delle quantità, che è la base del calcolo mentale.

Lo scopo è di riuscire a leggere le quantità senza dover ricorrere ogni volta al conteggio uno a uno.

In un certo senso bisogna lasciarsi andare al riconoscimento a colpo d’occhio.

In questa funzione di riconoscimento assumono il loro vero significato le operazioni topologiche, che per il

9 Un esercizio analogo viene presentato nel Maxitablet analogico – classe prima (per maggiori dettagli si veda a p. 58), con il vantaggio aggiuntivo di poter cancellare e rifare l’esercizio più e più volte.

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calcolo sono quelle di traslazione e ribaltamento della numerazione rispetto alla disposizione delle palline. È importante ridurre al minimo il linguaggio verbale poiché tutto è intuitivo. Quelli che devono emergere sono le strategie personali nel manipolare le immagini e nel leggere la quantità, fondamentali per il calcolo mentale.

Ogni attività può essere replicata varie volte anche collettivamente. Ogni bambino tiene il segno come quando si usa il libro di lettura.

Da pagina 22 a 29 si entra nel campo delle operazioni. Non c’è nulla di concettuale da spiegare poiché il significato di queste operazioni è null’altro che «aggiungere» e «levare».

Usando lo strumento reale il percorso è sicuramente facilitato. In mancanza è possibile comunque procedere utilizzando la sua immagine. In questo caso si consiglia di posizionare la punta della matita tra i tasti disegnati.

Addizioni e sottrazioni sono affiancate perché con la Linea del 20 risultano intuitive e immediate.

A pagina 30 si passa a operare sulla linea dei numeri rappresentata dalle palline che sostituiscono i tasti che, a loro volta, rappresentavano le dita.

Anche qui è importante posizionare la punta della matita negli spazi vuoti tra le palline per poter avere le immagini delle quantità più nitide e senza l’ambiguità di conteggiare anche quella che si tocca.

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Nelle addizioni si avanza accostando immagini di quantità in modo da evitare di contare le palline una a una. Nelle sottrazioni si procede, anche qui, evitando di considerare pallina per pallina. Non si conteggia, cioè, a ritroso, una pallina per volta.

Ad esempio, nell’operazione 13 – 11 si tolgono in un istante le prime undici palline.

Nell’operazione 13 – 4 si tolgono in un istante quattro palline dalla fine.

Nell’operazione 13 – 5 è facile togliere la quantità cinque all’inizio. Nel calcolo mentale la regola è che qualsiasi operazione sia facile come fare «più uno».

Al contrario, quando si conta sulle dita, ogni dito che si alza è un’operazione.

La tensione della direzione va tendenzialmente in avanti per cui anche nelle sottrazioni la strategia più spontanea è di risolvere come operazioni di riempimento. Nel fare 9 – 7, ad esempio, si pensa a quanto manca per arrivare da sette a nove.

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A pagina 38 arriva il momento dello «svezzamento» dalle palline che comporta l’accettazione della fatica della rappresentazione mentale.

L’invito è a consultare queste immagini fissate nella mente, anche se pesano in termini di «megabyte» più che le cifre, come nel computer. L’attenzione superficiale non porta a risultati.

A pagina 40 sono presentate alcune operazioni che vanno acquisite come «fatti numerici» perché la risoluzione per via semantica comporterebbe troppe scomposizioni mentali. Nell’operazione 6 + 6, ad esempio, bisognerebbe immaginarsi di dividere il secondo addendo in 4 e 2 per raggiungere prima il 10 e poi aggiungere 2.

Sapere il risultato direttamente dà un senso di liberazione rendendo più leggero il resto del percorso.

Inquadrando il QR code che si trova sopra la pagina è possibile accedere a un video che aiuta la memorizzazione di queste operazioni.10

A pagina 48 si introducono i simboli «maggiore» e «minore» (> <). Per saperli leggere l’invito è di posizionarsi a sinistra del simbolo perché convenzionalmente la lettura va da sinistra a destra. In questo modo possono essere letti anche da soli, come i segni «più», «meno» e «uguale» (+ – =).

10 Il rinforzo di queste operazioni particolarmente difficili è possibile anche attraverso il Maxitablet analogico – classe prima (p. 58).

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Da pagina 51 vengono introdotti i centesimi che sostituiscono le palline dell’armadio del 100. Nulla cambia nella gestione delle immagini mentali perché la parola «centesimi» di derivazione latina non ci porta alla matematica dei numeri decimali con la virgola.

Anche in questa fase il linguaggio verbale prevale sul linguaggio scritto e guida alle immagini che sono le stesse già incontrate. Il lessico diventa quello familiare sostituendo anche la virgola con la congiunzione «e».

A partire da pagina 66 incontriamo i problemi impostati in modo più organico. L’uso dei centesimi porta ad affrontarli con più naturalezza anche perché non sono collegati rigidamente all’esercitare una delle 4 operazioni, ma al ragionare e osservare la situazione.

Non viene richiesta la scrittura dei numeri con la virgola anche se non ci sarebbero difficoltà per i bambini riconoscere che 0,50 è diverso da 0,05. Tutto è risolto manipolando le immagini senza, per ora, l’obbligo di scrivere l’operazione aritmetica. Lo studio sul testo arriva dopo.

A pagina 74 cominciano le attività di comprensione del testo linguistico dei problemi a cominciare dalle domande.

Alcuni termini richiedono un’attenzione particolare per il loro grado di sovraordinazione: oggetti, frutti, contenitori ecc. Alcune scelte possono essere discusse.

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A pagina 78 si entra nel testo che contiene indicatori logici che vanno messi a fuoco: ciascuno, tutti, in meno, in più, ultimo, penultimo, ecc.

Attraverso le immagini è possibile chiarirne il significato in modo da preparare i bambini al testo verbale.

A pagina 80 viene richiesto di risolvere il problema ancora senza definire l’espressione aritmetica, addizione o sottrazione.

Per la soluzione viene così lasciata la libertà di usare il pensiero intuitivo che non sempre coincide con il percorso aritmetico convenzionale. Intervenendo sulle immagini con la matita è possibile evidenziare la strategia risolutiva e anche giungere al risultato. Da pagina 84 verrà chiesto anche di scrivere l’operazione aritmetica.

Da pagina 86 l’attenzione è dedicata alla geometria invitando i bambini a prendere confidenza con i nomi delle figure piane e solide.

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87 86 Impara i nomi e colora GEOMETRIA: LINGUAGGIO Colora GEOMETRIA: LINGUAGGIO Figure piane Solidi quadrato cubo rettangolo cono triangolo cilindro rombo piramide cerchio sfera Colora. quadrati rettangoli

Seguono alcune attività in cui viene utilizzato il righello per misurare e tracciare linee con la giusta precisione.

Le ultime pagine sono dedicate ad attività più rilassanti, ma non meno impegnative.

Come tutte le altre proposte grafiche che arricchiscono le pagine, lo scopo è quello di armonizzare i tempi della classe, cioè di impegnare i bambini che finiscono gli esercizi prima degli altri, in modo da permettere a tutti di finire il lavoro con la dovuta serenità.

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Il programma di storia si inserisce nella spinta al rinnovamento dei contenuti portato avanti da questa proposta alternativa, in linea con i suggerimenti delle Indicazioni ministeriali.

L’idea è di offrire «un cibo» abbondante, ricco, attraente, per intercettare l’attenzione dei bimbi abituati ai ritmi vorticosi dei media.

La proposta si articola in due obiettivi:

• misurare il tempo

• primo sguardo sulla storia.

Misurare il tempo

Le prime pagine sono dedicate a familiarizzare con la convenzionale divisione del tempo in ore, giorni, settimane e mesi.

48 GUIDA STORIA
Impara i giorni della settimana Colora giorni di scuola. lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica Impara i nomi dei mesi Impara i nomi delle stagioni Colora l’albero nelle stagioni. Completa. primavera estate autunno inverno primavera estate autunno inverno ieri oggi domani mercoledì lunedì giovedì martedì 102 103 MESI, LE STAGIONI GIORNI luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Le immagini del libro sono uno strumento per riuscirci senza bisogno di eccessive spiegazioni:

• ecco la striscia dei mesi pronta per essere esaminata nei dettagli e imparata a memoria;

• ecco la settimana configurata come una scala per raggiungere il giorno finale di riposo;

• ecco il tempo circolare della giornata che dura 24 ore;

• ecco l’orologio che riporta solo 12 ore e quindi la lancetta deve fare un doppio giro;

• ecco l’orologio digitale che usa il linguaggio dei numeri.

Ogni immagine utilizza una specifica modalità di interpretare il tempo conferendogli una particolare forma, e questo si traduce nella mente dei bambini in stupore.

Come può il tempo essere rappresentato come uno spazio che si allunga o si accorcia a piacere, o diventa rotondo, curvo, quadrato? Evidentemente il tempo è una metafora dello spazio e viceversa.

Assistere a queste trasformazioni conferma nel bambino la convinzione che il suo pensiero, in cui tutto è analogia, è anche quello degli adulti.

Pensare che nel programma di storia di classe prima sia necessario costruire nei bambini il «concetto di tempo» tramite esercizi del tipo «prima/dopo» è svilire la loro grandezza.

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Primo sguardo sulla storia

Segue nel testo la parte dove si affronta «la storia» nel senso disciplinare del termine.

La proposta che rovescia le consuetudini scolastiche è di presentare ai bambini da subito, in anteprima, tutto il percorso della storia che abbraccia millenni, e di farlo come un gioco, come una narrazione, come una visione dall’alto.

Lo strumento per farlo sono nove immagini che raffigurano il mondo di Pitti in varie ere ed epoche, osservando come si trasforma fino ad arrivare al presente, per poi immaginare come potrà apparire nel futuro. Naturalmente, queste illustrazioni contengono anche alcune forzature, collocando in contemporanea o nello stesso luogo elementi o eventi accaduti in tempi e luoghi diversi. Basti pensare, ad esempio, ai dinosauri illustrati nella prima tavola, che vissero in ere e luoghi molto lontani tra loro.

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vulcani che eruttavano lava. Poi, forse per la caduta di un enorme meteorite, le piante morirono e di conseguenza anche dinosauri. Qui è possibile accedere a risorse digitali con spunti di approfondimento per ciascuna ciò che bambini già sanno. evidenziati nel testo. Riservare gli approfondimenti agli anni futuri. 1. Il tempo dei dinosauri Milioni e milioni di anni fa c’era
valle selvaggia, abitata da rettili, i dinosauri. Alcuni potevano nuotare o volare. La terra tremava spesso e c’erano molti 116 117 archeotterige coritosauro velociraptor spinosauro stegosauro ittiosauro parasaurolofo tirannosauro diplodoco triceratopo argentinosauro pterodattilo anchilosauro vulcano allosauro brachiosauro compsognathus Ogni casa ha la sua storia All’inizio c’era un bosco. Un giorno arrivò una ruspa che spianò il terreno. Dopo dei muratori costruirono muri e il tetto. In seguito venne sistemato il giardino. A questo punto la casa era completa. Infine venne costruita la rimessa… Leggi questa piccola storia e ripetila, utilizzando se vuoi le parole in grassetto. 1 4 2 5 3 6 113 LO SCORRERE DEL TEMPO
una

Ai bambini, abituati come sono a seguire film o serie TV ambientati in ogni epoca, non sarà difficile accedere a questa narrazione che ha il sapore di un racconto.

Gli scopi sono quindi i seguenti:

• dare loro l’idea di cosa sia questa nuova disciplina che si accingono a studiare;

• far capire che anche ciò che sembra immutabile come il presente è frutto di cambiamento;

• far percepire che la narrazione storica ha bisogno di essere organizzata in periodi: il tempo dei dinosauri, il tempo degli uomini primitivi, il tempo delle prime civiltà, ecc.;

• arricchire il linguaggio di nuovi termini attinenti alla materia;

• accendere il desiderio di fare lo stesso viaggio nel tempo con il proprio territorio immaginandolo ancora senza case, senza strade, pieno di boschi, di acqua, ecc.

L’intento, quindi, non è di «insegnare la storia» anzitempo, ma semplicemente quello di appassionare i bambini a questa disciplina attingendo agli elementi emozionali che già conoscono: la caverna, i dinosauri, il castello, i nemici a cavallo, le carrozze, la locomotiva, ecc., collocati in questo spazio organizzato, acquisiscono un nuovo significato.

Sotto ogni immagine c’è un breve testo che guida la narrazione.

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In questa dinamica non è l’insegnante a interpellare i bambini ponendo le classiche domande di comprensione, ma si preparano le condizioni affinché siano i bambini stessi a porre domande all’insegnante per approfondire i termini e quanto rappresentato nelle tavole, con l’obiettivo che diventino sempre più numerose. Perché facevano le palafitte? Perché i nemici distruggevano le città? Perché, perché, perché…

Questo fenomeno che vede l’insegnante così apparentemente passivo indica che l’obiettivo di storia in classe prima è stato raggiunto.

La scelta di partire dalla storia di un territorio conosciuto come quello della mappa di Pitti è un invito a sviluppare la conoscenza del proprio territorio.

Le nove tavole possono prestarsi anche negli anni successivi a livelli di lettura più approfonditi in cui far emergere i nessi tra ambiente ed economia. Ma già ora si possono coltivare i semi di interesse dei bambini, individuando dettagli, piste di esplorazione, richiami a continuità e discontinuità tra le diverse epoche.

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GEOGRAFIA

Il programma di geografia, come abbiamo già illustrato per la storia, concretizza la sua proposta in un rilancio dei contenuti per corrispondere alle capacità dei bambini. Per fare questo, affronta la «geografia» nel suo significato originale del termine come scienza che ha per oggetto lo studio, la descrizione e la rappresentazione della Terra.

Si comincia così dalle mappe e cartine del proprio terri torio, raccogliendo e acquisendo, quanto più è possibile, nomi di paesi e città circostanti, di laghi, fiumi, ecc.

Un’attività che i bambini riconoscono perché i loro giochi pullulano di mappe e di cartine di luoghi, veri o immaginari che siano. Adorano esplorare come fanno con la mappa di Pitti, guardandola a lungo, fissando le strade e tracciando percorsi.

Hanno bisogno di dati ed elementi nuovi per dare alimento alle capacità cognitive che sono nel pieno del loro splendore. I concetti di dentro e fuori, sopra e sotto, vicino e lontano sono competenze topologiche già presenti in modo sofisticato, che non necessitano di un lavoro specifico.

Sappiamo che le mappe sono un sistema di conoscen za analogico per eccellenza, quindi «spontaneo» nei bambini:

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• perché sono lo sguardo dall’alto

• perché non c’è descrizione ma presa d’atto

• perché i simboli in quanto iconici sono associativi.

Zoomare per vedere da vicino o da lontano è un piacere che non ha bisogno di apprendimenti. I bambini si arricchiscono di informazioni stralciate, anche se non sempre chiare e precise.

L’impegno della scuola è di accoglierle e organizzarle attraverso il linguaggio della disciplina: questo è un fiume e non un torrente, questo è un paese e non una città, questa è una autostrada e non una ferrovia, ecc. Poi ciò che si impara nel piccolo sarà esteso al grande.

Il percorso

Il territorio di riferimento è ancora una volta la mappa del mondo di Pitti che servirà da esempio per lo studio del proprio territorio.

Il percorso sul libro comincia con l’idea di volare in alto come Pitti o, meglio, come un drone provvisto di telecamera che si alza e inquadra: prima la casa della betulla, poi il paese intorno alla propria scuola, poi l’intero paese, poi un insieme di paesi con una visione sempre più ampia.

L’invito all’insegnante o al genitore è di reperire delle mappe o delle cartine per studiare in parallelo il proprio territorio intorno alla scuola e poi «salire» sempre di più per vedere anche i paesi vicini con mappe più estese.

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L’obiettivo creare interesse per le cartine, che sono rappresentazioni in chiave analogica alla portata dei bambini. 136
È importante conoscere il posto dove vivi Sopra vedi l’immagine del paese di Pitti visto dall’alto. Incolla sul tuo quaderno l’immagine vista dall’alto della zona dove si trova la tua scuola.

Le definizioni generalizzanti giungeranno poi di conseguenza in modo spontaneo.

Un’attività gradevole da fare sulla mappa del paese di Pitti potrebbe essere quella di dare un nome di fantasia alle vie per trasmettere l’idea che si tratta di convenzioni, frutto di scelte.

Anche le vie intorno alla loro scuola hanno un nome ed è interessante conoscerle per crescere in consapevolezza.

Nelle ultime pagine, ogni bambino è invitato a incollare immagini di argomento geografico, provviste di nome che andrà rintracciato nelle cartine, eventualmente usando la LIM in classe o il computer a casa.

Un’occasione per incrementare il «tesoro personale» di conoscenze che porta i bambini a sentirsi grandi.

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Appassionarsi alla geografia vuol dire conoscere tanti paesi, città, paesaggi diversi, ecc. Questa attività può continuare sul quaderno. Conoscere paesi e città Incolla immagini di paesi e città e scrivi sotto il loro nome. Viest�Loвr� 142 143

SCIENZE

Il programma di scienze è un’altra occasione per mettere le ali ai bambini e condurli a fare un volo panoramico su tutti gli aspetti che riguardano la vita naturale.

Gli esseri viventi

Un’apertura grande sul mondo degli esseri viventi che non può che evocare emozioni forti nei bambini: tutti gli esseri viventi nascono, si nutrono, si difendono, fanno figli e muoiono.

L’obiettivo è di offrire piccole incursioni sui vari ar gomenti, lontano quindi da pretese di esaustività, visto anche che l’argomento sarà ripreso più e più volte nel corso degli anni.

Ogni termine è come un contenitore di significato. Nascere, nutrirsi, difendersi, adattarsi, riprodursi, sono termini linguistici che evolvono la qualità comunicativa dei bambini. Sono strumenti più elevati di pensiero.

Il testo si limita a offrire dati sugli animali e sulle piante in forma quasi lapidaria. Sarà poi compito del bambino e dell’insegnante ricavare riflessioni dal confronto con altri dati.

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SCIENZE Esseri viventi e non viventi VIVENTI NON VIVENTI Cerchia gli esseri viventi. Gli esseri viventi nascono, crescono, fanno figli e muoiono. cane passero oro foca ulivo sasso felce pesce patate ferro pulce rosa pioggia foglie albero 144 ESSERI VIVENTI E NON VIVENTI

Lo stile è leggero, e conciso, offrendo solo informazioni. Attività che poi invoglierà a continuare da soli.

Tecnologia in casa

Nell’ultima sezione del testo dedicata alla tecnologia, le domande diventano complesse, alimentando così il fascino per la scoperta e dimostrando la fiducia che abbiamo nei bambini e nella loro capacità di apprendere.

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Nuove tecnologie Cerchia i dispositivi che hai in casa. Disegna altri dispositivi che conosci e scrivi loro nomi. computer tablet stampante lettore di ebook web cam chiavetta usb drone modem visore VR 157

LA CLASSE ANALOGICA

A scuola con Pitti 1 è un percorso curricolare completo per la classe prima. È possibile integrarlo con strumenti e materiali che lo consolidano e consentono di approfondire abilità e contenuti.

Il Maxitablet analogico – classe prima

È una lavagnetta da banco, delle dimensioni di 40 x 26 cm, riscrivibile utilizzando un pennarello apposito per esercitarsi su questi argomenti:

• lo stampato e il corsivo

• la tastiera di lettura

• ortografia al volo

• l’armadio del 100 e la casa del 1000

• la cassaforte dell’euro

• classificazioni, ecc.

In questo modo, scrivendo e cancellando senza paura di sbagliare l’apprendimento si trasforma in una attività personale di scoperta, come si trattasse di un «vero» tablet.

È particolarmente efficace per le attività di copiatura del corsivo già nei primi giorni ed è molto indicato per attività di sostegno e recupero.

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Strumenti per la lettura e la scrittura

Oltre a quello presente nel libro di lettura, è possibile utilizzare nei primi giorni altre versioni dell’abecedario che permettono di vivere collettivamente la gioia di imparare a leggere.

Tra queste:

• la maxitastiera: uno strumento in formato gigante da appendere alla parete su cui indicare le lettere servendosi di un bastoncino come fosse un mouse;

• l’abecedario murale: uno strumento che riporta tutte le lettere suddivise in cinque fasce, facile quindi da appendere, per recitare ogni giorno tutta la sequenza, per giocare a digitare i propri nomi, per cantare l’alfabeto, ecc.11

• la tastiera digitale: è lo strumento più completo per imparare a leggere (utilizzabile su PC, LIM e tablet).

È una web app che propone attività con immagini e audio delle lettere e delle parole, da esplorare e scoprire anche in autonomia, con un sistema di autovalutazione con feedback sonori e visivi.

11 Con la reintroduzione dell’ordine alfabetico, gli abecedari maxi diventano occasione per ripetere e cantare insieme l’alfabeto del Metodo Analogico. In Internet o su YouTube, è possibile reperire canzoni e video ispirati all’abecedario del Metodo Analogico, che possono essere proposti in classe, oltre ad attività e suggerimenti dall’esperienza degli insegnanti che usano il Metodo in classe.

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• la tastiera analogica: uno strumento (per PC, tablet e LIM) in cui la tastiera diventa operativa come quella del computer e permette di digitare le prime parole utilizzando le lettere gancio. La tastiera analogica è accessibile dalle risorse online di A scuola con Pitti 1.

• Con Il grande incendio viene offerto ai bambini un secondo libro di lettura collettiva per continuare le avventure di Pitti e della sua famiglia, raccordandosi alle vicende del libro di lettura.

Strumenti per il calcolo e i problemi

A sostegno e incremento di questo percorso è possibile fare ricorso ad altri strumenti sviluppati dal Metodo Analogico.

• L’app In volo con la matematica (versione individuale e per l’insegnante) permette di scorrere tutto il programma di classe prima.

• Con il Numerario, composto di libro e di web app, si impara fin dall’infanzia a leggere sia i numeri, anche grandi fino al bilione, sia il denaro (centesimi ed euro).

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• Più forti nel calcolo mentale (con inclusa web app), per lanciare in pochissimo tempo i bambini alla conquista del calcolo, usando centinaia di immagini e lavorando con centesimi, monete e banconote.

• La Linea del 20 maxi è la versione per la classe della Linea del 20 per spiegare le operazioni che i bambini compiono con lo strumento individuale.

• La Linea del 100 maxi è uno strumento a tasti ribaltabili simile al pallottoliere per operare con i numeri fino al 100.

• La Cassaforte dell’euro è un cartellone che rappresenta l’euro formato da cento centesimi per conquistare immediatamente il calcolo mentale evitando di introdurre concetti come unità, decine e centinaia.

• Risolvere problemi per immagini, web app contenente tutti i problemi della primaria, suddivisi classe per classe, consentendo di avanzare veloci superando anche il programma di classe, come piace ai bambini.

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Per approfondimenti, si veda www.erickson.it e www.camillobortolato.it

Sul sito di Camillo Bortolato sono riportati anche gruppi Facebook di insegnanti che seguono il percorso del Metodo Analogico.

Un ringraziamento ai formatori e colleghi insegnanti che in questi anni hanno messo in pratica, con coraggio, questo percorso di cambiamento della scuola che avviene classe per classe, insegnante per insegnante.

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Appunti

Supervisione editoriale

Giuseppe Degara

Progettazione / Editing

Lucia Dorigatti

Collaborazione

Mariarosa Fornasier

Direzione artistica

Enrico Bortolato

Giordano Pacenza

Progetto grafico

CHIALAB

Enrico Bortolato

Illustrazioni

Enrico Bortolato

Michela Nava

Illustrazioni di copertina

Enrico Bortolato

Greta Zanetti

Impaginazione

Mirko Pau

Camillo Bortolato

Insegnante e pedagogista, autore di strumenti e materiali sul Metodo Analogico pubblicati con Erickson.

www.camillobortolato.it www.erickson.it

A scuola con Pitti è una proposta completa per svolgere il percorso curricolare di classe prima in modo nuovo, diretto, veloce, all’altezza delle aspettative dei bambini e delle bambine. Proprio per questo, persegue il principio del fare di meno per imparare di più, rinnovando ogni materia all’insegna dell’essenzialità che si traduce in maggior efficacia.

Una scelta di cambiamento che nasce da decenni di esperienza nelle classi con il Metodo Analogico. La Guida al percorso offre indicazioni generali sul Metodo Analogico e suggerimenti disciplina per disciplina.

Il mio libro di LETTURA

Lo speciale abecedario con le lettere gancio consente di imparare a leggere già nei primi giorni di scuola, così da appassionare e motivare il bambino. Si affronta, fin da subito, un «vero» libro di narrativa, che ha per protagonisti Pitti e la sua famiglia.

Il mio quaderno di SCRITTURA

Il quaderno permette di affrontare l’avvio alla scrittura in serenità disgiungendolo dall’apprendimento della lettura. Propone presto il corsivo che, data la sua complessità, viene curato meticolosamente lettera per lettera con l’obiettivo di armonizzare sempre più il tratto.

LIBRO e RISORSE DIGITALI

I volumi e la Guida sono disponibili anche in formato digitale, con materiali e risorse aggiuntive.

Il mio libro di MATEMATICA

Contare, leggere quantità, fare addizioni e sottrazioni, operare con gli euro e i centesimi, risolvere problemi… Il volume offre un itinerario didattico completo per la matematica secondo l’approccio del Metodo Analogico.

Il mio libro di STORIA GEOGRAFIA e SCIENZE

Presenta in modo innovativo i contenuti delle discipline dando slancio al desiderio di conoscere dei bambini, attingendo alle molte informazioni che sono abituati a raccogliere nella vita quotidiana.

9 7 8 8 8 5 9 0 3 4 4 7 6
Copia non destinata alla vendita, riservata nella versione cartacea alle adozioni di classe

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