rels e strategia europea di gestione sostenibile dei rifiuti
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ai citati casi di alimentazione a combustori esistenti che generano emissioni “sostitutive”, spesso in senso migliorativo. In Italia la co-combustione di Cdr presso la centrale a carbone di Fusina (Ve) e la cementiera Buzzi-Unicem di Robilante (Cn) ha portato a emissioni verificate dagli organi di controllo come di qualità migliore rispetto a quelle da combustibili convenzionali in uso. Si confermano così i risultati di un ampio studio dell’Agenzia danese per l’ambiente che alla fine degli anni Novanta mise a confronto sperimentale, ad Arlborg, incenerimento diretto di Cdr e suo uso alternativo in co-combustione nel forno rotativo della cementiera Portland là locata: lo studio determinò che la co-combustione in cementiera si caratterizzava per miglior impatto ambientale, sociale ed economico rispetto all’incenerimento in impianto dedicato. Oltre alla combustione diretta, vanno citate tra le opzioni di recupero energetico la gassificazione del Cdr da immettere nelle reti di gas naturale o in impianti termoelettrici a ciclo combinato e la digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani, opzione che non esclude l’utilizzo del fango, una volta stabilizzato aerobicamente, come fertilizzante o ammendante. Infine, ultima opzione, la discarica del rifiuto residuo comunque pretrattato: la direttiva Discariche dell’Ue la penalizza (ritenendo il gestore di discarica penalmente/civilmente responsabile dei danni fino a trenta anni dalla chiusura) perché genera biogas climalterante e scoraggia prevenzione e riuso/recupero: di qui la necessità di misure disincentivanti, pur spettando alla discarica un ruolo satellitare nella gestione dei rifiuti nei nuovi paesi membri che devono conseguire gli standard Ue. Tra i contesti territoriali più sensibili agli effetti di una scorretta gestione dei rifiuti dobbiamo avere ben presenti le aree protette, luoghi di necessaria tutela, conservazione e riproduzione di quella biodiversità che rappresenta un valore critico per la nostra esistenza sul pianeta. Il progetto RELS ha focalizzato questa peculiarità e ha avviato analisi mirate e progettazione delle migliori soluzioni che la strategia europea e l’esperienza tecnologica e gestionale maturata anche a scala nazionale rendono disponibili al fine di migliorare il governo sostenibile di quelle aree. Non dimentichiamo la valenza economica delle aree protette, in primis per il turismo, risorsa cruciale per l’Italia: il turismo tenderà a generare una pressione crescente su quegli ambienti, quando dovesse allentarsi la crisi sistemica in atto, finanziaria e ambientale, dando fiato alle attese in tal senso derivanti dall’aumento, nel Nord dell’Europa e del mondo, dell’aspettativa di vita e del tempo libero a disposizione di quelle fasce d’età. La pressione, in qualche misura auspicabile, si eserciterà sugli aspetti insediativi, territoriali, sul sistema dei trasporti, sulle acque, sul consumo di beni: la produzione di rifiuti sarà tra le variabili in gioco più importanti che andranno viste in modo sistemico. Per questo dobbiamo sapere governare una serie complessa di azioni e reggere la sfida della sostenibilità, sapendo coniugare il massimo di capacità innovativa anche in tema di rifiuti alle nostre radici culturali, alla tipicità dei nostri prodotti, ai saperi materiali che rischiamo altrimenti di perdere, saldando l’ecoefficienza e la riflessione sugli stili di vita. Walter Ganapini
RELS.indb 11
04/09/13 15:40