Sostenibilità in pillole

Page 1


Bologna_Pillole.indb 2

05/04/13 11:27


sostenibilitĂ in pillole

per imparare a vivere su un solo pianeta

Bologna_Pillole.indb 1

05/04/13 11:27


Bologna_Pillole.indb 2

05/04/13 11:27


gianfranco bologna

sostenibilitĂ in pillole Per imparare a vivere su un solo pianeta

prefazione di Piero Angela

Bologna_Pillole.indb 3

05/04/13 11:27


Gianfranco Bologna sostenibilità in pillole per imparare a vivere su un solo pianeta realizzazione editoriale

Edizioni Ambiente srl www.edizioniambiente.it

coordinamento redazionale:  Diego Tavazzi progetto grafico:  GrafCo3 Milano impaginazione: Roberto Gurdo immagine di copertina: Shutterstock

© 2013, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milano tel. 02.45487277, fax 02.45487333 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’editore.

ISBN 978-88-6627-039-3 Finito di stampare nel mese di aprile 2013 presso Grafiche del Liri – Isola del Liri (FR) Stampato in Italia – Printed in Italy Questo libro è stampato su carta riciclata 100%

i siti di edizioni ambiente

www.edizioniambiente.it www.nextville.it www.reteambiente.it www.puntosostenibile.it www.freebookambiente.it seguici anche su:

Facebook.com/EdizioniAmbiente Twitter.com/#!/EdAmbiente

Bologna_Pillole.indb 4

05/04/13 11:27


sommario

prefazione di Piero Angela

7

1.  premessa

15

2.  introduzione

23

3.  la sostenibilità è scienza

57

4.  la sostenibilità è complessità

63

5.  la sostenibilità è resilienza

73

6.  la sostenibilità e il sistema terra

81

7.  la sostenibilità e l’antropocene

99

8.  la sostenibilità e gli antromi

105

9.  la sostenibilità e la popolazione

109

10.  la sostenibilità e i limiti della nostra crescita

119

11.  la sostenibilità e i “confini planetari”

127

12.  la sostenibilità e l’economia

139

13.  la sostenibilità e l’energia

165

14.  la sostenibilità e il clima

171

15.  la sostenibilità e la biodiversità

187

16.  la sostenibilità è efficienza, efficacia e sufficienza

203

17.  la sostenibilità e gli indicatori

Bologna_Pillole.indb 5

211

05/04/13 11:27


18.  la sostenibilità e i nuovi indicatori di progresso e benessere

215

19.  la sostenibilità e i flussi di materia

225

20.  la sostenibilità e l’impronta ecologica

233

21.  la sostenibilità e l’impronta idrica

239

22.  la sostenibilità, l’impronta di carbonio e l’impronta di azoto

245

23.  la sostenibilità e le città

249

24.  la sostenibilità e il cibo

255

25.  la sostenibilità e i passi concreti per attuarla

263

note

275

Bologna_Pillole.indb 6

05/04/13 11:27


2. introduzione

Stiamo attraversando un periodo affascinante per quanto riguarda la nostra capacità di comprendere ciò che ci circonda. Il nostro sapere è in una fase di ebollizione, i confini disciplinari si fanno inevitabilmente sempre più labili. Stiamo facendo progressi straordinari nella conoscenza ma, nello stesso tempo, siamo sempre più consaLa sfida che ci proviene dalla sostenibilità, cioè di copevoli che soffriamo di un sapere me rendere compatibile la fortemente parcellizzato, separanostra presenza e il nostro sviluppo economico e sociale su to, diviso. Siamo di fronte a tanti questo pianeta senza distruggere, cotasselli di un mosaico, e abbiamo me stiamo facendo ora, i sistemi naturali dai quali deriviamo e, senza i quali seri problemi a concepirlo nella non possiamo vivere, tocca in pieno il sua interezza. problema degli attuali difetti della nostra cultura divisa e parcellizzata. Più sappiamo, più conosciamo, La sostenibilità si occupa proprio della più ci sforziamo di ridurre, diconoscenza delle interrelazioni tra i sistemi naturali e i sistemi sociali (che gli stinguere, separare, limitati anstudiosi anglosassoni definiscono SES, che dalle nostre capacità di comSocio-Ecological Systems), delle loro dinamiche e del loro sviluppo, e cerca prendere le dimensioni di insieme di capire come governarle nel miglior e le connessioni. Sempre più ci rimodo possibile per garantire loro un’evoluzione dinamica e armonica, che esce difficile collegare, connettenon comprometta le basi della sopravre, inquadrare la nostra conoscenvivenza dei nostri sistemi sociali. Quella della sostenibilità è senza alcun za in una dimensione complessiva dubbio la sfida maggiore che si pone che metta insieme i diversi comall’umanità oggi e dovrebbe essere collocata al primo posto delle agende ponenti della nostra conoscenza politiche internazionali. piuttosto che separarli.

Bologna_Pillole.indb 23

05/04/13 11:27


24

sostenibilità in pillole

Si tratta anche di una vera sfida alla comprensione della complessità (tema che approfondirò più avanti). Ed è una vera sfida a costruire un futuro diverso con un impegno senza precedenti nella nostra storia. Stephen Palumbi, biologo dell’UEdward Wilson, della Harniversità di Stanford, mostra con vard University, uno dei numerosi esempi come l’intervenmaggiori esperti di biodiversità al mondo, che ha dedicato della nostra specie stia acceleto l’intera vita ad approfondire rando i ritmi dell’evoluzione biola conoscenza della straordinaria ricchezza della vita presente sul nostro logica, soprattutto tra le specie con pianeta, in particolare dell’incredibile 2 cui viviamo a più stretto contatmondo delle formiche, ha scritto in uno dei suoi libri: “Poche persone osato: quelle che costituiscono i nono dubitare che il genere umano si stri alimenti e i nostri parassiti. Pasia creato un problema di dimensioni planetarie. Anche se nessuno lo desidelumbi scrive:3 “Il nostro impatto rava siamo la prima specie a essere disull’evoluzione è aumentato con i ventata una forza geofisica in grado di alterare il clima della Terra, ruolo prefarmaci, con il controllo chimico cedentemente riservato alla tettonica, dei parassiti e la capacità di plaalle reazioni cromosferiche e ai cicli glaciali. Dopo il meteorite di dieci chismare l’ambiente fisico e biologico lometri di diametro che precipitò nello per soddisfare i nostri bisogni. CoYucatan, ponendo fine all’era dei rettili sessantacinque milioni di anni fa, i più sì, siamo diventati la forza evolutigrandi distruttori della vita siamo noi. va più potente della Terra. A parte Con la sovrappopolazione ci siamo creati il pericolo di finire il cibo e l’acqua. forse il meteorite che si ritiene abCi attende dunque una scelta tipicabia provocato l’estinzione dei dimente faustiana: accettare il nostro comportamento corrosivo e rischioso nosauri, siamo i migliori candidacome prezzo inevitabile della crescita ti a vincere la medaglia d’oro per demografica ed economica, oppure rianalizzare noi stessi e andare alla rilo sconquasso planetario, il giorno cerca di una nuova etica ambientale”. che sarà considerato ufficialmente uno sport da Olimpiadi”. Come ricorda Christopher Flavin, del Worldwatch Institute: “Negli ultimi cinquant’anni il consumismo si è imposto quale cultura dominante in un paese dopo l’altro. È diventato uno dei motori dell’inarrestabile crescita della domanda di risorse e della produzione di rifiuti che sono il marchio distintivo della nostra epoca. L’attuale portata degli impatti ambientali è di certo legata a fattori quali un’esplosione demografica senza precedenti, la diffusione di un certo livello di ric-

Bologna_Pillole.indb 24

05/04/13 11:27


2 | introduzione

25

chezza e benessere, e una serie di scoperte epocali in campo scientifico e tecnologico. Ma è altrettanto innegabile che il consumismo è Scrive Amory Lovins, fisico, fondatore del Rocky corresponsabile di questa situaMountain Institute e invenzione, in quanto ha contribuito tore di tecnologie e approcci per ridurre l’utilizzo di materie a incentivare – e ad amplificare 5 prime ed energia: “L’umanità è nel oltre misura – le altre forze che mezzo della più grande trasformazione infrastrutturale mai verificatasi, hanno permesso alle nostre cirisultante dalla fusione delle tecnoloviltà di crescere oltre il limite di gie per l’informazione con il settore dell’energia, oltre che dalla combinasopportazione dei rispettivi conzione di trasformazioni tecnologiche 4 testi ecologici”. e sociali. Tutto ciò provoca raffiche di sconvolgimenti, e i prossimi dieci anni Per modificare questa situaziosaranno quelli in cui verranno formune è perciò necessaria una vera late le scommesse più azzardate, in cui si porranno le basi per la loro riuscita e e propria rivoluzione culturale i in cui si darà avvio alla trasformaziocui elementi, già in atto, in tanne di metà del XXI secolo. Il Business As Usual non è più un opzione: stante società in tutto il mondo, sono cambiando troppe cose, e stanno cambiando troppo in fretta. Siamo già no stati individuati da numeronella nuova era dell’energia: il nostro si autori di diversa cultura e prosguardo deve diventare più acuto, la nostra capacità di comprensione più venienza. profonda. Dobbiamo pianificare con E proprio in merito a questo tepiù umiltà e agire con più coraggio. [...] La trasformazione non sarà facile, ma ma, Paul e Anne Ehrlich, ecolosarà molto meglio che non fare niente. gi alla Stanford University, coAssieme a grandi opportunità, ci saranno grandi incertezze, grandi rischi e sì hanno scritto nel box che hangrandi pericoli. [...] L’audacia nel giudino predisposto per lo State of the zio è un’opportunità e una responsabilità per ogni leader che disponga delle World 2010 del Worldwatch Inrisorse e dell’immaginazione necessaria 6 stitute: “Sembra evidente che la a usarle. E adesso non abbiamo bisogno solo di capacità manageriali ma sola consapevolezza del pericolo soprattutto di leadership. Un sistema biofisico che sta correndo la noenergetico sta morendo e un altro sta lottando per emergere. Nel mezzo di stra civiltà sia insufficiente a stiuna simile tempesta, stare immobili molare i cambiamenti necessari sembra la cosa più semplice. Come ha scritto T.S. Eliot ‘fra l’idea / e la realtà / per evitarne il collasso. Occorre fra il movimento / e l’atto / cade l’Omuna comprensione più ampia del bra’. Tuttavia il terreno di gioco sta cambiando e non è più possibile stare modo in cui le culture si modifermi”. ficano, il che sottolinea l’urgen-

Bologna_Pillole.indb 25

05/04/13 11:27


26

sostenibilità in pillole

za da parte della società globale di concentrarsi sulla necessità di una rivoluzione culturale”. Proprio per questo scopo Ehrlich, insieme a tanti altri studiosi, ha dato l’avvio a un’iniziativa di ricerca, il MAHB (Millennium Assessment of Human Behavior), che si è poi tramutata nella Millennium Alliance for Humanity and the Biosphere, che ha come obiettivo proprio quello di comprendere a fondo come sia possibile attuare questa rivoluzione culturale.7 La palese dimostrazione scientifica dell’impossibilità di far vivere l’umanità al di sopra dei limiti biofisici del nostro pianeta sembra ormai molto più diffusa di qualche decennio fa, quando alcuni pionieri iniziarono a porre con forza questo problema. Insieme a due studiosi delle scienze del sistema Terra, Paul John McNeill, professore alCrutzen, premio Nobel per la la Georgetown University, nella sua analisi della storia chimica, e Willy Steffen, John dell’ambiente del XX secolo 8 McNeill ha scritto un articolo scrive: “Inconsapevolmente, il genere umano ha sottoposto la Tersulla rivista Ambio della Royal ra a un esperimento non controllato Swedish Academy of Sciences di dimensioni gigantesche. Penso che, con il passare del tempo, questo si ri(l’Accademia scientifica che ogni velerà l’aspetto più importante della anno assegna i Premi Nobel). I storia del XX secolo: più della Seconda guerra mondiale, dell’avvento del cotre studiosi si sono concentrati sul munismo, dell’alfabetizzazione di massa, della diffusione della democrazia, fatto che le prove scientifiche sin della progressiva emancipazione delle qui acquisite documentano che ci donne”. troviamo in un periodo geologico che possiamo definire Antropocene (proposta fatta per la prima volta dall’ecologo Eugene Stoermer e da Paul Crutzen nel 20009 e che approfondiremo adeguatamente in seguito), tanto sono evidenti i segni e la pressione dell’intervento umano a livello planetario su tutte le “sfere” (l’atmosfera, la pedosfera, la geosfera, l’idrosfera e la biosfera) nelle quali abbiamo artificialmente suddiviso le componenti della nostra Terra.10 Il problema che si pone oggi all’intera umanità è come mantenere quegli equilibri dinamici che hanno consentito lo svilupparsi delle nostre civil-

Bologna_Pillole.indb 26

05/04/13 11:27


2 | introduzione

27

tà e che hanno condotto al nostro successo come specie, cercando di far sì che tutti gli esseri umani imparino a vivere nei limiti di un solo pianeta, cioè cercando di praticare, nel concreto, la sostenibilità. Per questo motivo sono fondamentali le ricerche che vengono Oggi ci troviamo nel pieeffettuate per analizzare i PAGES no di un fenomeno che gli scienziati definiscono GEC (Past Global Changes), cioè i nu(Global Environmental Chanmerosissimi cambiamenti globali ge), cioè un cambiamento di dimensioni globali che si sta verificando che si sono verificati nel passato, e sulla Terra, indotto da una sola specie, per paragonarli alle situazioni atla nostra (da cui appunto la proposta di un nuovo periodo geologico da detuali, per comprendere le evenfinirsi Antropocene) e i cui effetti sotuali necessità e capacità di reaziono equivalenti a quelli prodotti dalle grandi forze della natura che hanno ne che le società umane potrebmodificato la nostra Terra in tutta la bero esercitare nei loro confronti. sua storia. La nostra specie invece che essere proUn tema particolarmente interestagonista di un cambiamento ambiensante riguarda gli studi sui camtale globale che, paradossalmente, potrebbe condurre persino alla nostra biamenti globali del sistema cliestinzione, dovrebbe cercare di fare di matico del passato. La modificatutto per salvaguardare gli equilibri dinamici che, appunto, le hanno consenzione della composizione chimica tito la capacità di civilizzazione. dell’atmosfera, dovuta all’intervento umano, provoca l’incremento dell’effetto serra naturale, e costituisce attualmente uno dei fattori di maggiore rischio per il nostro futuro, come vedremo più in dettaglio nel capitolo “La sostenibilità e il clima”. Purtroppo, il mondo politico ed economico non sembra avere familiarità con le conoscenze delle scienze del sistema Terra e con le ricerche delle paleoscienze che cercano di comprendere come si è modificato il nostro pianeta per cercare di comprendere, tra l’altro, quali paragoni possono essere ammissibili tra la situazione attuale e quelle passate. La cosa più singolare è che il mondo politico ed economico sembra ignorare che gli stravolgimenti che si sono verificati nel passato, e che la scienza sta spiegando con sempre maggiore accuratezza, non si sono certo verificati in presenza di una popolazione umana di più di sette miliardi di persone (che dovrebbero diventare nove entro il 2045) che hanno colo-

Bologna_Pillole.indb 27

05/04/13 11:27


28

sostenibilità in pillole

nizzato ormai in maniera fisicamente osservabile, attraverso i satelliti, almeno la metà della superficie delle terre emerse. È molto interessante seguire tra i tanti programmi di ricerca quelli sui cambiamenti globali del passato, perché possono fornirci formidabili chiavi di lettura sulle similitudini con fenomeni che si stanno verificando anche adesso. Nell’ambito del programma di ricerca International Geosphere Biosphere Programme, a sua volta inserito nell’Earth System Science Partnership, esiste un apposito programma di ricerche definito Past Global Changes,11 che riunisce gli studiosi che lavorano per comprendere come e perché hanno avuto luogo i grandi cambiamenti globali del passato (e quali effetti hanno prodotto).12 Nell’ambito dell’ultima era individuata dal Geological Time Scale, cioè dalla scala dei tempi geologici del nostro pianeta che sono analizzati, individuati e aggiornati dalla International Stratigraphic Commision, e che viene definita Era Cenozoica (la cui durata va da 65,5 milioni di anni fa a oggi), si ritiene che il cambiamento più significativo nelle condizioni della superficie terrestre sia quello che ha avuto inizio in corrispondenza del passaggio tra il Paleocene e l’Eocene, verificatosi all’incirca 55 milioni di anni fa. L’importanza di questo evento, noto con il termine di PETM (Paleocene-Eocene Thermal Maximum, Massimo termico del Paleocene-Eocene), in particolare in relazione agli attuali cambiamenti globali indotti dall’intervento umano, riguarda il fatto che produsse un rapido riscaldamento globale del sistema climatico, importanti modificazioni negli ecosistemi e significative modifiche del ciclo del carbonio. Il PETM fu caratterizzato da un aumento delle temperature globali di circa 6 °C nell’arco di circa 20.000 anni. Questo evento è oggetto di studi approfonditi che cercano di identificare le cause che lo hanno prodotto e le possibili correlazioni con il successivo incremento della concentrazione di gas a effetto serra verificatosi nel corso dei millenni. Durante l’Eocene, la configurazione degli oceani e dei continenti era diversa da quella attuale. Il livello di concentrazione atmosferica dell’anidride carbonica (CO2) del periodo era significativamente più elevato di quello odierno. Inoltre, non erano presenti calotte glaciali.

Bologna_Pillole.indb 28

05/04/13 11:27


2 | introduzione

29

Le temperature della superficie terrestre, come abbiamo visto, aumentarono di circa 6 °C a partire dalla fine del Paleocene e per tutta la prima parte dell’Eocene. A questo graduale incremento, che ha avuto luogo su tempi lunghi, si sovrapposero almeno due picchi di incremento della temperatura, caratterizzati da un rapido riscaldamento globale, significativi cambiamenti ambientali e notevoli aumenti del livello di carbonio nell’atmosfera. Di questi, il PETM fu il più intenso e probabilmente fu il primo fenomeno di questo tipo che ebbe luogo nel Cenozoico. Un altro incremento di temperatura si registrò circa 53,7 milioni di anni fa (Ma) e viene identificato come ETM-2 (Eocene Thermal Maximum 2, Massimo termico dell’Eocene 2). È possibile che si siano verificate altre situazioni simili, e oggi il numero, la definizione, la datazione precisa e il relativo impatto globale di questi incrementi delle temperature dell’Eocene sono oggetto di intense attività di ricerca. Nel corso di quei periodi il ciclo del carbonio ha subito significative modifiche e, in base ai dati disponibili, le stime dell’incremento di carbonio oscillano tra 2.500 e 6.800 miliardi di tonnellate nell’arco di un periodo di circa 20.000 anni. Il clima, oltre che più caldo, dovrebbe anche essere diventato più umido, con un aumento del tasso di evaporazione che raggiunse il picco nei tropici. Anche in mancanza dell’apporto idrico derivante dalla fusione dei ghiacci, data l’assenza di calotte ghiacciate, il livello dei mari dovrebbe essere salito a causa del fenomeno dell’espansione termica. Il PETM ha causato un’estinzione di massa di percentuali significative di alcuni gruppi di organismi marini come i foraminiferi bentonici, che sono organismi unicellulari (Protozoi) che vivono nel fondo degli oceani, mentre per quanto riguarda animali come i mammiferi sembra che abbia favorito la formazione di nuove specie. Diversi gruppi di mammiferi, come gli artiodattili (animali come i cervi), i perissodattili (animali come i cavalli) e i primati (le scimmie) apparvero e si diffusero in tutto il globo tra i 13.000 e i 22.000 anni dopo l’avvio del PETM. Si ritiene che il PETM abbia avuto molteplici cause, tra cui l’incremento delle attività vulcaniche, gli assestamenti tettonici delle superfici del-

Bologna_Pillole.indb 29

05/04/13 11:27


30

sostenibilità in pillole

le terre emerse (dovuti agli spostamenti delle placche che modificano la struttura, la posizione e la geografia dei continenti), le eventuali variazioni dell’eccentricità dell’orbita terrestre (che modificano la distanza della Terra dal Sole a causa delle variazioni dell’orbita ellittica del nostro pianeta), l’eventuale impatto sulla Terra di una cometa ricca di carbonio, la fusione dei clatrati di metano (un mix di metano e ghiaccio presente nel suolo ghiacciato delle zone circumpolari la cui fusione produce l’emissione di grandi quantità di metano nell’atmosfera) ecc. Comparando la situazione attuale con quella del PETM, è possibile comprendere meglio quali possano essere i livelli accettabili, per gli effetti che possono derivarne sulla civiltà umana, di anidride carbonica nell’atmosfera. Queste ricerche hanno condotto studiosi come il climatologo James Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA e professore alla Columbia University,13 a indicare una concentrazione in atmosfera di 350 parti per milione (ppm) di anidride carbonica come “confine planetario” (tornerò successivamente su questo tema), che non dovremo superare, pena effetti devastanti per le società umane.14 Come sappiamo, oggi siamo a oltre 390. Hansen sottolinea le scale temporali nell’ambito delle quali ha luogo l’incremento della concentrazione dell’anidride carbonica nella composizione chimica dell’atmosfera (per cause naturali o antropiche) e scrive: “La sorgente naturale di emissioni di CO2 dal sottosuolo ai pozzi di superficie, quando divisa tra oceano, atmosfera e biosfera, ammonta a pochi decimillesimi di ppm all’anno. Il pozzo naturale, la decomposizione, è dello stesso ordine di grandezza. La sorgente e il pozzo naturali possono essere squilibrati, come quando l’India si stava muovendo attraverso quello che è oggi l’Oceano Indiano, ma questo valore si aggira tipicamente attorno a un decimillesimo di ppm all’anno. In un milione di anni tale squilibrio modifica la concentrazione di CO2 in atmosfera di 100 ppm, che è davvero un cambiamento enorme. Ma l’uomo, bruciando i combustibili fossili, sta facendo aumentare la concentrazione di CO2 in atmosfera di 2 ppm l’anno. In altre parole, la forzante climatica indotta dall’uomo è di quattro ordini di grandezza – diecimila volte – più potente della forzante naturale. [...] L’uomo ha il

Bologna_Pillole.indb 30

05/04/13 11:27


2 | introduzione

31

controllo del clima futuro, sebbene in questo contesto la frase ‘ha il controllo’ sia fuori luogo.” Le indicazioni di James Hansen e di tanti altri climatologi hanno ispirato una mobilitazione internazionale (che fa capo al sito web www.350. org) per cercare di riportare la concentrazione di anidride carbonica a 350 ppm. La pressione umana sui sistemi naturali è divenuta ormai insostenibile. Il già citato John McNeill15 riassume come, dal decennio del 1890 al decennio del 1990, la pressione umana sulle risorse è andata crescendo in maniera straordinaria: la popolazione umana è aumentata di un fattore 4, la popolazione urbana di un fattore 13, l’economia mondiale di un fattore 14, l’output industriale di un fattore 40, l’uso dell’energia di un fattore 16, la produzione di carbone di un fattore 7, le emissioni di anidride carbonica di un fattore 17, l’uso dell’acqua di un fattore 9, la pesca delle risorse ittiche di un fattore 35. Dai dati desunti dalle analisi dei cosiddetti Vital Signs (i “segni vitali”, cioè quegli indicatori che danno conto dell’evoluzione della situazione complessiva delle nostre società dal punto di vista ambientale, sociale ed economico), così come li ha definiti il Worldwatch Institute, che pubblica un rapporto annuale con questo titolo dal 1992, possiamo verificare come tutte le nostre attività di produzione e consumo di risorse ed energia continuino inesorabilmente a crescere. Prendiamo, per esempio, le automobili che circolano sulle strade di tutto il pianeta. Secondo i dati del Vital Signs 2012, la “flotta” mondiale di automobili ha raggiunto i 669 milioni di vetture. Nel 1992 erano 413 milioni e nel 2000 500. Le automobili presenti sul pianeta erano invece, nel 1950, 53 milioni. Se includiamo anche i camion, grandi e piccoli, sulle strade di tutto il mondo oggi circolano 949 milioni di veicoli tra auto e camion.16 Nel 1992 in totale erano 559 milioni. Dal 2009 la Cina è diventata la prima produttrice di automobili. La Cina ha continuato a espandere sia la sua produzione di autoveico-

Bologna_Pillole.indb 31

05/04/13 11:27


32

sostenibilità in pillole

li sia il numero di automobili possedute dai suoi abitanti. Attualmente si calcola che sulle strade cinesi vi siano più di 50 milioni di autoveicoli, una cifra simile a quella presente negli Stati Uniti nel 1947. Il settore trasporti è responsabile, a livello mondiale, di circa un quarto dell’utilizzo energetico e presenta la crescita più rapida di emissioni di carbonio rispetto a qualsiasi altro settore dell’economia. Il trasporto su strada pesa oggi per il 74% di tutte le emissioni di anidride carbonica dovute complessivamente al settore trasporti a livello mondiale. È evidente che non è possibile continuare su questa strada. È proprio la scienza dell’ambiente che lancia un allarme: il nostro intervento sulla natura sta intaccando il funzionamento delle basi naturali che garantiscono la sopravvivenza dei nostri sistemi sociali, così come sono presenti sul nostro pianeta. 17

Edward Wilson scrive: “Consideriamo l’essenza dell’ambientalismo come è stata definita dalla scienza. La Terra, a differenza degli altri pianeti del sistema solare, non è in equilibrio fisico. Dipende dal suo guscio che è vivo e crea le particolari condizioni in cui la vita è sostenibile. Il suolo, l’acqua e l’atmosfera sulla superficie si sono evoluti nel corso di centinaia di milioni di anni fino alla loro condizione attuale grazie all’attività della biosfera, uno strato meravigliosamente complesso di creature viventi le cui attività sono collegate tra loro in cicli globali precisi, ma fragili, di energia e materia organica trasformata. La biosfera ricrea il nostro mondo speciale ogni giorno, ogni minuto e lo mantiene in un eccezionale e scintillante disequilibrio fisico. Di questo disequilibrio la specie umana è completamente schiava. Quando modifichiamo la biosfera in una qualsiasi direzione, allontaniamo l’ambiente dalla danza delicata della biologia. Quando distruggiamo ecosistemi e annientiamo le specie, degradiamo il più grande patrimonio che questo pianeta abbia da offrire e in tal modo minacciamo la nostra stessa esistenza. Non siamo scesi su questo mondo come esseri angelici. Né siamo alieni che hanno colonizzato la Terra. La nostra specie si è evoluta qui, una fra molte, nel corso di milioni di anni ed esiste in quanto miracolo organico, collegato ad altri miracoli organici. L’ambiente naturale che trattiamo con tanta insensata ignoranza e sconsideratezza è stato la nostra culla, il nostro asilo, la nostra scuola e continua a essere la nostra unica casa. Siamo profondamente adattati alle sue particolari condizioni, in ogni singola fibra del corpo e in ogni singolo processo biochimico che ci dà la vita. Questa è l’essenza dell’ambientalismo, il principio ispiratore di quanti si occupano della salute del pianeta. Ma non è ancora una visione del mondo molto diffusa – evidentemente è ancora troppo poco persuasiva per distogliere molti dai diversivi primari dello sport, della politica, della religione e delle ricchezze personali”.

Bologna_Pillole.indb 32

05/04/13 11:27


Bologna_Pillole.indb 2

05/04/13 11:27



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.