Con la pubblicazione a maggio 2013 della UNI ISO/TS 14067 è finalmente disponibile un riferimento unico a livello mondiale per la Carbon Footprint di prodotto (CFP). Una forte tensione internazionale ha però portato alla pubblicazione del riferimento normativo come Specifica Tecnica, invece che come vero e proprio Standard internazionale.
Quali ragioni hanno portato a privilegiare questa scelta dopo cinque anni di lavoro? Ciò comporta qualche implicazione per i produttori e i consumatori?
Come cambiano a questo punto le opportunità di mercato per chi è intenzionato a sviluppare una CFP?
Quali scenari sono prospettabili per il prossimo futuro a livello nazionale e internazionale?
Il testo si propone di fare chiarezza su questi punti, riprendendo il filo lasciato in sospeso con la pubblicazione di Carbon Footprint (2011), quando i lavori per la UNI ISO/TS 14067 lasciavano solo intravedere i possibili percorsi di sviluppo dell’atteso standard internazionale.
Di Daniele Pernigotti