Forlì IN Magazine – 03/2012

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Forlì

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Anno XV - N. 3 - LUGLIO - AGOSTO 2012

Fabio

Scozzoli La rana olimpionica

Bruno Grandi Leggenda italiana Made in Forlì Yuri Ciccarese Classico con brio Rocca delle Caminate Bastione sul crinale



Sommario

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4 Annotare Brevi IN 12 Essere Fabio Scozzoli 18 Dirigere Bruno Grandi 24 Suonare Yuri Ceccarese 30 Visitare Rocca delle Caminate 36 Costriure Città di fondazione 40 Abitare Villa in collina

| EDITORIALE di Andrea Masotti |

46 Viaggiare Alessandra Sitta e Giovanni Zamboni 50 Collezionare Dodo Frattagli 55 Creare Ilario Fioravanti 58 Raccontare Un milione di chilometri 60 Sfilare Noemi Visotti 62 Aiutare Banca del Tempo di Forlì 64 Navigare Alessandro Zaccheroni

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Il primo a tuffarsi in piscina in questa calda estate è Fabio Scozzoli, campione di nuoto pronto a farsi onore nelle vasche olimpioniche di Londra. A lui dedichiamo la copertina di Forlì IN, affiancandolo ad un’altra gloria olimpica come Bruno Grandi, che vanta un palmarès unico di incarichi internazionali. Largo alla musica poi con il flautista Yuri Ciccarese, direttore del festival “Sadurano Serenade”. Il viaggio nel territorio ci porta invece verso Rocca delle Caminate raggiunta da un insolito percorso che parte da Predappio, cittadina protagonista, assieme a Terra del Sole, Cervia e Milano Marittima, dell’articolo dedicato alle città di fondazione

in Romagna. Si prosegue con una moderna villa sulle colline cesenati per toccare poi i confini del pianeta con i viaggi di Alessandra Sitta e Giovanni Zamboni. Torniamo in ambito locale col rocchigiano Dodo Frattagli, promotore di eventi lirici, e con la mostra a Longiano dedicata ad Ilario Fioravanti. I viaggi in moto raccontati nel libro di Loris Camprini riportano verso il mondo e la grinta della “modella rotella” Noemi Visotti ci rende orgogliosi di abitarlo, così come l’impegno dei volontari della Banca del Tempo di Forlì. In chiusura parliamo di web marketing con Alessandro Zaccheroni, che approfondirà il tema nei prossimi numeri.

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Chiuso per la stampa il 6/07/2012 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Premio “Città di Forlì”

Forlì - Nona edizione per il premio

La terrazza di Romagna riparte la Ca’ Bertinoro - Riprende l’attività della Ca’ de Be’ di Bertinoro, storica osteria del buon vino affacciata sul colle gestita oggi da un giovane staff guidato da Simone Rosetti e Michele Baldini. Sistemati i danni causati dal principio d’incendio che lo scorso 28 giugno si è sviluppato all’interno del ristorante, torna ad accogliere il

de Be’

pubblico nelle sue ampie sale e nella terrazza, uno dei luoghi più suggestivi del territorio romagnolo. Fortunatamente, infatti, le fiamme non hanno causato danni strutturali, e l’incendio è stato spento senza troppi problemi. Il ristorante enoteca è a Bertinoro in piazza della Libertà 10, tel. 0543 444435. www.cadebe.it

letterario “Città di Forlì”, concluso con la giornata di premiazione andata in scena lo scorso 19 maggio nella sala Santa Caterina. Il vincitore di quest’anno è lo scrittore Valentino Ronchi, di Milano. Nel corso della premiazione è stato presentato il romanzo vincitore della scorsa edizione, “Il ragazzo dei gorilla viola” di Mario De Fanis, pubblicato da Foschi Editore.

Romagna Liberty Forlì - Fresco di stampa il libro di Andrea Speziali “Romagna Liberty”, monografia pubblicata per i tipi di Maggioli editore. La presentazione di Vittorio Sgarbi apre le porte a quest’opera assieme a quella di Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-Romagna. Il volume firmato da Speziali, artista alla 54° Biennale di Venezia con la scultura “Totem Riccione”, comprende eleganti edifici Liberty del territorio romagnolo, tra cui anche l’Hotel Vittoria di Forlì. Dal 23 luglio al 12 agosto foto d’epoca e recenti sugli edifici Liberty sono esposte ai Magazzini del Sale a Cervia, nell’ambito della mostra curata dallo stesso Speziali. www.romagnaliberty.it

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Ph. Giorgio Sabatini

L’estate degli autori sotto la Torre Forlì - Dodicesima edizione per “Autori sotto la torre”, rassegna d’incontri con gli autori di narrativa e saggistica del panorama letterario nazionale che ogni estate anima le serate di Piazzetta della Misura. Ad aprire il calendario il 5 luglio è stato Giuseppe Ayala, mentre il 6 luglio la rassegna ha fatto tappa al MegaForlì con Giulio Tremonti, ex Ministro delle Finanze e dell’Economia, che ha presentato il suo saggio “Uscita di sicurezza”. Il 10 luglio in piazzetta della Misura lo scrittore Fulvio Ervas, per proseguire poi il 19 luglio con la presentazione del libro di Roberto Marzocchi e Gigi Mattarelli, dedicato a don Amedeo Pasini. A seguire alcuni scrittori-musicisti sul palco sotto la torre: il 24 luglio arriva Red Canzian

dei Pooh, il 26 Enzo Ghinazzi, in arte Pupo. L’incontro conclusivo è quindi in programma per il 2 agosto, con la presentazione del libro di Michele Leoni e don Dario Ciani. Gli incontri, sempre ad ingresso libero, iniziano alle ore 21,15; in caso di maltempo ci si sposta in salone comunale. www.megaforli.com



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Giovani cestisti al Supercamp Sportilia - Giunto alla 19esima edizione il Wbsc Supercamp di basket, camp di pallacanestro fondato e diretto da Stefano Colombo, Giovanni Grassi e Fabio Coirazza e divenuto oggi punto di riferimento a livello internazionale per l’allenamento di ragazzi e ragazze dagli 8 ai 20 anni. Il camp si è tenuto a Sportilia, dal 17 giugno al 7 luglio. All’insegna dell’internazionalità il cast di heading coaches staff, con l’allenatore Fabio Fossati, attuale coach della nazionale femminile del Camerun, i coach slovacchi Janez Drvaric e Vlado Velikonja e, gradito ritorno dopo alcuni anni di assenza, l’israeliano Oren Ronen. www.wbscsupercamps.com

Sei saggi per Unindustria

Appennino romagnolo meraviglia Italiana Campigna - Le millenarie foreste dell’Appennino della Romagna Toscana che popolano il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna sono state riconosciute come “Meraviglia Italiana”. Il riconoscimento arriva a seguito della candidatura presentata alla fine del 2010 dal servizio Politiche Sociali della Provincia di Forlì-Cesena, in collaborazione con il servizio Ambiente. L’iniziativa nazionale “Meraviglia Italiana” è patrocinata dalla Camera dei Deputati, dal ministero dei Beni e attività culturali, dal ministro della Gioventù e dal ministro del Turismo, ed è stata promossa dal Forum Nazionale dei Giovani per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. I mille progetti che hanno ottenuto questo titolo, selezionati tra tutti quelli che si

erano candidati, saranno pubblicati nel portale di Meraviglia Italiana. www.meravigliaitaliana.it

Gemellaggio con il Distretto di Pechino

Forlì - Il Consiglio Direttivo di Unindustria Forlì-Cesena, l’associazione che dall’inizio dell’anno riunisce gli imprenditori di Confindustria e ConfApi provinciali, ha formalmente avviato l’iter che entro ottobre porterà all’elezione assembleare del successore di Giovanni Torri (nella foto) per il quadriennio 2012-2016. In questa prospettiva sono stati nominati “i Saggi”, figure di alto profilo e con esperienze nelle massime cariche associative come Vittorio Croci, Pier Angelo Giannessi, Edo Lelli, Andrea Maremonti e Mario Riciputi. La Commissione di Designazione si muoverà fino al 18 luglio in un’ampia disamina che coinvolgerà l’intera base associativa, per poi cominciare a lavorare sulle candidature.

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Forlì - La Provincia di Forlì-Cesena ha approvato un gemellaggio con il distretto di Pechino Dongcheng. La firma avverrà a settembre, in Cina, con una cerimonia ufficiale durante il Terzo Bejing Wanfujing Festival dedicato al commercio. L’accordo ha, tra le sue finalità, l’instaurazione di rap-

porti di collaborazione economica, turistica e culturale tra le due realtà. Un primo contatto con le autorità pechinesi è avvenuto con la visita ufficiale, dal 24 al 28 maggio a Dongcheng, dell’Assessore provinciale al Turismo Iglis Bellavista (nella foto assieme alla delegazione ufficiale di Dongcheng).


Hotel

Fratta Terme - Un corner nel salottino beauty farm dove assaggiare frutta di stagione o sorbire preziose tisane. È una delle tante proposte del Grand Hotel Terme della Fratta che, per tutta l’estate, ogni giovedì e venerdì sera offrirà agli ospiti quest’opportunità al termine del Percorso Armonie Naturali (idropercorso vascolare, sauna, cascata di ghiaccio, bagno turco, bagno romano, pediluvio kneipp, wasser paradise, docce emozionali, due piscine termali con idromassaggi, cromoterapia). Sono sei le proposte del giovedì sera di “Estatisana”: si va dall’infuso gusto arancio “cannella e vaniglia” a quello “Notti in Tibet”; e poi “Sogno d’Amore”, “La Vie en rose”, “Moulin Rouge” fino alla “Tisana Energy”. Tutti i venerdì, invece, è la volta di “Fruit & Relax”, frutta di stagione preparata in mille modi e con gli abbinamenti più sfiziosi. www.termedellafratta.it

p A N D o r A M o r e l l A t o h A M I l t o N c h I M e N t o

Estatisana: armonie naturali al Grand

B A u M e & M e r c I e r

Fiumana di Predappio - Grande afflusso di viticoltori, tecnici e operatori del settore vitivinicolo ad “Enovitis in Campo”, manifestazione itinerante ospitata quest’anno dall’azienda vitivinicola Condè di Fiumana di Predappio. Il 21 e 22 giugno ben 4.230 persone giunte da ogni parte d’Italia e dall’estero hanno preso parte a questo evento che ha messo in primo piano il comparto della meccanizzazione agricola, con trattori e macchine di ogni genere presentati da 111 aziende espositrici. Oltre alle dimostrazioni, hanno suscitato particolare interesse anche le aree tematiche dedicate al recupero di energia dai sarmenti e al mantenimento della struttura del suolo. Molto seguita anche l’area interattiva dedicata a “Tergeo”, progetto di Unione Italiana Vini dedicato alla sostenibilità delle produzioni vitivinicole, e il convegno organizzato dal Consorzio tutela dei vini di Romagna, al termine del quale si sono svolte degustazioni di cloni microvinificati a cura dei vivaisti presenti.

D A M I A N I

Enovitis 2012, successo in Campo


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Artusi premia Andrea Segrè

Icaro, ali nuove per la Città Forlì - “Ali nuove per la città”: è il nome del progetto di recupero del monumento ad Icaro di piazzale della Vittoria. Le ali sono quelle della colossale statua realizzata da Francesco Saverio Palozzi nel 1941; il loro restauro, così come quello dell’intera

Forlimpopoli - Grande successo di pubblico per l’edizione 2012 delle Feste Artusiane. Tanti gli eventi, i menù speciali, gli spettacoli andati in scena dal 16 al 24 giugno, e non sono mancati come sempre i premi. Il più prestigioso è andato all’agroeconomista Andrea Segrè (nella foto), Premio Artusi 2012, per aver promosso in prima persona il recupero a fini benefici di alimenti invenduti nel mercato, tanto da meritarsi l’appellativo di “Robin Food della lotta allo spreco”. La consegna del riconoscimento si terrà nel mese di ottobre.

Germano Pestelli saluta l’Ausl Forlì - Germano Pestelli (nella foto), direttore dell’U.O. di Medicina Riabilitativa e del Dipartimento Area medica non acuta e Riabilitazione, ha cessato il proprio servizio presso l’Ausl di Forlì per collocamento a riposo. L’Azienda ha conferito l’incarico di facente funzione alla dottoressa Renata Maria Rossi, responsabile della struttura semplice di Riabilitazione territoriale, mentre direttore del Dipartimento è stato nominato il dott. Pasquale Maiolo. Salutando il dottor Pestelli, la Direzione dell’Ausl porge a lui un profondo e sentito ringraziamento per la professionalità e la dedizione profuse in questi anni, nei quali ha reso un prezioso servizio a tutta la collettività locale.

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opera, è affidato ad esperti restauratori che opereranno in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara. L’idea nasce dal Fondo per la Cultura e il progetto si caratterizza per la presenza di numerose azioni collaterali che accompagneranno l’intero periodo del restauro - previsto tra luglio e dicembre - rivolte a cittadini, enti ed imprese. La finalità didattica del progetto vede il diretto coinvolgimento delle scuole, a cominciare dagli gli istituti superiori (Geometri, ITIS, Liceo Artistico, Istituto Aeronautico), per i quali sono previsti stage e laboratori. I cittadini potranno vedere da vicino il monumento durante l’apertura del cantiere con visite guidate, grazie ad un ponteggio e a scale di sicurezza. Tutte le fasi del restauro saranno documentate con video e fotografie, raccolte poi in una pubblicazione che verrà presentata al termine dell’operazione.

L’America coast to coast in sella alla Bici Forlì - Dalla California al Maryland in 12 giorni. Pedalando in sella alla propria bici. È l’impresa compiuta da Luigi Barilari (nella foto), forlivese classe 1955, dipendente dell’Ecipar-CNA di Forlì-Cesena, che dal 7 al 25 giugno ha partecipato alla Raam Race Across America, la gara ciclistica più massacrante al mondo lunga 4.810 chilometri no-stop, dall’oceano Pacifico all’Atlantico. Barilari ha pedalato giorno e notte nel lungo percorso che ha attraversato 12 stati americani: California, Arizona, Utah, Colorado, Kansas, Missouri, Illinois, Indiana, Ohio, West Virginia, Pennsylvania, Maryland. Un’esperienza durissima e unica alla quale hanno preso parte

una quarantina di ciclisti in tutto, tra i quali solo due italiani. A seguire il forlivese è stato un team di 10 persone coordinato da Mauro Farabegoli; la trasferta americana di Barilari e del suo staff è stata resa possibile grazie al sostegno finanziario di una decina di aziende di Forlì e Cesena.


Tenuta Pertinello La spiaggia delle Tamerici Valverde - Per chi ama la spiaggia libera e green a Valverde di Cesenatico è nata la “Spiaggia Vegetale”, un’oasi di benessere naturale primo esempio in Italia di arenile rinaturalizzato. L’intervento, la cui ideazione e progettazione tecnica è della Angelo Grassi Design di Gambettola, persegue l’obiettivo di attuare un modello di turismo balneare sostenibile ed accessibile. L’intervento è caratterizzato dall’impiego di materiali semplici e rispettosi dell’ambiente. Tra questi spicca la tamerice, in due principali declinazioni, siepe ed albero. Le cabine spogliatoio e tutte le strutture di servizio sono realizzate in pali di castagno, privati della loro corteccia con copertura permeabile. L’acqua tiepida delle docce è fornita da tubi interrati 15 centimetri, così da sfruttare il surriscaldamento del suolo. Per i camminamenti, infine, è stata utilizzata “ripietra”, pietra realizzata con materiale di recupero.

Il piacere della scelta La Luna

Grappa di uve Sangiovese Profumo complesso, etereo, bocca morbida, persistente, molto elegante.

Il Passito

Da uve stramature di Albana Profumo di agrumi e frutta bianca, palato che fonde densità, intensità e vivezza sapida.

Il Bosco

Da uve Sangiovese Naso fragrante con sentore di piccoli frutti rossi, in bocca è fresco e teso, di grande bevibilità. Ph. Gianmaria Zanotti

Pertinello

Campionato

europeo di

Speed Down

Predappio Alta - Trentesima edizione per il Campionato Europeo di Speed Down, nato all’interno della “Federazione internazionale del caisses à savon” con sede in Svizzera, in programma a Predappio Alta il 28 e 29 luglio. Si tratta di una competizione su strada, a parco chiuso, tra veicoli senza motore che si sfidano in categorie diverse a seconda dell’età dei partecipanti, per aggiudicarsi il miglior tempo. Attesi alla gara circa 200 mezzi, oltre ad una delegazione delle soap box Ferrari Club, con loro mezzi inseriti in gara. Presente anche uno stand dedicato a Marco Simoncelli, con un premio a lui intitolato. Il controllo tecnico dei veicoli da parte dei giudici si terrà nella giornata di venerdì 27 luglio, con cerimonia di apertura del campionato prevista per le ore 19, con un corteo di mezzi che confluirà sulla piazza principale di Predappio Alta. Previsti per l’occasione anche vari eventi collaterali, come la festa del pesce e serate musicali.

Da uve Sangiovese Vino austero e composto, bocca succosa, ampia, di trama fine.

Il Sasso

Da uve Sangiovese Vino di grande complessità ed eleganza che solo una vigna di oltre 40 anni riesce a dare.

Tenuta Pertinello Strada Arpineto, 2 • 47010 Galeata (FC) Italy Tel. 0543.983156 - Fax 0543.983768 info.tenutapertinello@yahoo.com


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Opera di Erani per il borgo colpito dal sisma

Forlì - L’affresco su tela “La finestra” (nella foto), opera recente dell’artista forlivese Ido Erani, è stata donata alla comunità di Sant’Agostino, provincia di Ferrara, uno dei tanti comuni emiliani colpiti dal recente terremoto. Una decisione nata da una coincidenza di luoghi e persone: tra gli ospiti presenti lo scorso 8 giugno all’inaugurazione dell’atelier Studio 45 di Ido Erani, in via Castel Latino 55, era presente, tra gli altri, anche il vicequestore provinciale Vincenzo Minarelli, originario proprio del borgo ferrarese, nel quale peraltro anni addietro lo stesso Erani aveva tenuto una mostra. Il dono dell’opera alla comunità va in simbolo di partecipazione alle sue sofferenze, ma soprattutto come segno di speranza per i giorni a venire, come una finestra aperta sul futuro.

Service a Cipro per la Round Table Forlì - Una delegazione della Round Table n. 6 di Forlì si è recata in giugno a Cipro, in occasione dell’Euromeeting RT6 2012. Durante questo evento i ragazzi forlivesi hanno organizzato un banchetto per la vendita di parmigiano proveniente da un caseificio reggiano danneggiato durante il terremoto, ed hanno raccolto così fondi per il Service Nazionale della Round Table Italia pro Terremoto Emilia-Lombardia. www.rt6.it/service

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Artista e poeta, omaggio a Tonino Santa Sofia - Inaugurata il 14 luglio, fino all’11 agosto prosegue la mostra “Omaggio a Tonino Guerra” alla Galleria “Stoppioni” di Santa Sofia. Circa 30 opere, realizzate dall’artista Paolo Gubinelli, illustrano il rapporto tra l’artista e il poeta, frutto di un sodalizio artistico intessuto nel tempo che ha portato alla realizzazione di opere di altissimo spessore, in cui le parole del poeta dialogano con il segno pittorico, con le linee e con il colore. Gubinelli approda a Santa Sofia dopo il grande successo di critica per la partecipazione alla 54esima Biennale di Venezia 2011, invitato da Vittorio Sgarbi proprio su segnalazione di To-

Guerra

nino Guerra. Pur non disdegnando altre modalità espressive, Gubinelli ha scelto la carta come strumento elettivo del suo fare artistico, e forse proprio la carta ha suggerito all’artista la strada della contaminazione tra il segno artistico e la parola poetica. All’artista è andato, nel tempo, il tributo di autorevoli critici, come Claudio Strinati, Antonio Paolucci ed Enrico Crispolti. Al testo di Giulio Carlo Argan è affidato l’incipit del catalogo che accompagna la mostra, visitabile il sabato e la domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18. Per info e visite guidate, tel. 0543 975428 - 29. (F.R.)

Al Museo della Marineria con le opere di Leonardo Cesenatico - Al Museo della Marineria di Cesenatico, è allestita fino al 9 settembre la mostra dal titolo “Leonardo da Vinci al Porto Cesenatico”, realizzata da Comune, Museo della Marineria e Museo Leonardiano, in collaborazione con Gesturist Cesenatico Spa. La mostra racconta in modo semplice e divulgativo, con l’ausilio di un ampio apparato iconografico, la vicenda del “passaggio” di Leonardo da Cesenatico e il contesto storico nel quale avvenne, sottolineando anche tutte le implicazioni simboliche che questo passaggio originò, nella cultura locale fino alla promozione turistica, facendo anche emergere il valore simbolico e la suggestione di quest’importante presenza 510 anni dopo. Oltre alla riproduzione del famoso “Codice L”, preciso rilievo del piccolo borgo marinaro accompagnato da una veduta dall’alto della rocca, in mostra ci sono anche i modelli di macchine leonardesche sull’acqua,

realizzati dal Museo Leonardiano di Vinci. Questa esposizione rappresenta il primo momento di una serie di attività su Leonardo da Vinci che proseguiranno in autunno, con laboratori e attività didattiche e con una “Serata Leonardo” al Teatro Comunale. www.museomarineria.eu



Essere | Fabio Scozzoli

La rana

Olimpionica testo Enrico Pasini - foto Giorgio Sabatini

Un lavoro costante per superare con ogni bracciata i propri limiti. È Fabio Scozzoli, in partenza per Londra con la solita tenacia e simpatia. Portando alta la bandiera olimpica per tutta la Romagna.

Al correre veloce del tempo è abituato, anche perché da almeno tre anni il tempo sa come bruciarlo. Ma i giorni e le ore che separano Fabio Scozzoli dal 28 luglio, ossia dal giorno in cui anche per il nuotatore forlivese inizieranno ufficialmente le Olimpiadi di Londra, gli sembreranno scorrere con una lentezza estenuante. Da quando, ormai cinque anni fa, ha capito che la natura gli aveva fatto dono non solo di un’infinita passione per lo sport e per il nuoto ma anche di un incredibile talento, il ragazzo che compirà 24 anni proprio durante la 30ª edizione dei Giochi (esattamente il 3 agosto) vive immerso nel sogno di cingere al proprio collo una medaglia olimpica. Magari scintillante come l’oro. Un sogno che più passano gli anni, i mesi e le bracciate, più diventa plausibile. E oggi, a poche setti-

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mane dalle gare che valgono una carriera, è diventato persino tremendamente concreto. Fabio gareggerà nella staffetta 4x100 mista e nei 100 metri rana, di cui detiene

il primato nazionale e il titolo di vice campione mondiale in carica e arriva all’appuntamento fresco di titolo europeo, quello vinto lo scorso 22 maggio a Debrecen in Ungheria col tempo di 1’00”55. Ottimo viatico per l’Olimpiade. Abituato a bruciare le tappe e a stupire tutti tranne, forse, se stesso, il ragazzone di San Martino in Villafranca ora non è più una sorpresa, ha gli occhi di tutta Italia addosso e un obiettivo al quale pensa e per il quale lavora ormai da un paio di stagioni. Idealmente, è tutto diverso rispetto a quando il traguardo era “solo” un Europeo o un Mondiale. Teoricamente, sì, per tanti ma non per Fabio, che


Ph. Xinhua / eyevine/contrasto

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non ha cambiato ritmi e modalità di preparazione nonostante la maggiore pesantezza della posta in palio. “Con il mio coach Tamas Gyertyanffy non abbiamo cambiato quasi nulla nel lavoro, perché le Olimpiadi sono comunque l’ultimo appuntamento della stagione e perché vivo gli stimoli che dà più o meno allo stesso modo di come vissi i miei primi Europei e Mondiali”, spiega Scozzoli. “Forse chi ha già vissuto questa esperienza la può approcciare diversamente. Anno dopo anno lavoro per aggiungere un mattone alla mia crescita e per abbassare la soglia del mio limite. Ho lavorato con un occhio particolare sulla resistenza, al punto che ancora a livello di rapidità devo limare qualcosa prima che inizi la competizione”. Resistenza anche alle pressioni? “No - sorride -. Quella non la sento. Le aspettative della mia gente, dei romagnoli e degli italiani sono anche le mie e non mi incutono timore, anzi mi danno entusiasmo, orgoglio. Londra è il sogno di una vita, un sogno che si avvera. Non si può sprecare con tormenti psicologici. Quest’anno so che posso puntare a una medaglia, non voglio lasciarmela sfuggire”. A contendergliela sarà una nutritissima schiera di campioni, tra i quali, però, non ci sarà il rivale norvegese Alexander Dale Oen, tragicamente scomparso il 30 aprile scorso. A lui Scozzoli ha dedicato l’oro di Debrecen perché per il forlivese non è un avversario, ma un amico in meno al proprio fianco. “Alexander mi manca

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Ph. Gian Mattia D’Alberto

Sopra: Scozzoli in gara ai campionati europei di Budapest nel 2010, quando conquistò uno strepitoso oro nei 50 rana. Nella pagina a fianco Fabio mostra le ultime medaglie europee, conquistate lo scorso maggio a Debrecen.

e mi mancherà ancor di più in vasca”, ammette Fabio. “Non era un rivale ma l’immagine della Rana nel mondo, un compagno che ho avuto al fianco in tutti i miei successi. Ora l’oro ce lo giocheremo in tanti, almeno in cinque, e penso che il favorito sia il giapponese Kosuke Kitajima perché ha vinto l’oro nei 100 e nei 200 sia ad Atene che a Pechino, perché sa come si trionfa nei grandi appuntamenti e perché quest’anno è già sceso sotto il minuto”. Oltre al nipponico, attenzione anche al sudafricano Cameron Van Der Burgh, all’australiano Brenton Rickard e all’ucraino Valeriy Dymo, giunto alle sue spalle agli ultimi Europei. Occhio anche agli ungheresi, da sempre specialisti principi della Rana. La gara, però, è solo un aspetto

di un’esperienza totalizzante che Scozzoli condividerà con migliaia di atleti. L’ambiente del Villaggio olimpico comunque non lo intimorisce. Tutt’altro. “Arriverò a Londra il 24 luglio, dopo essermi mentalmente e fisicamente riposato a casa e alloggerò al Villaggio senza problemi. No, non è il caos, è una situazione bellissima, che ho già in parte assaporato alle Universiadi e ai Giochi del Mediterraneo anche se in dimensioni ovviamente ristrette. Pranzare e cenare con ragazzi di altri sport e di altre culture è stimolante e divertente”. L’importante è stare attenti a cosa si mangia. La cucina inglese non è certo celebre per leggerezza e raffinatezza... E non ci sono le amate lasagne materne: “Infatti in valigia l’unica cosa che so

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A fianco, Fabio Scozzoli assieme al coach Tamas Gyertyanffy durante gli allenamenti nella piscina di Imola.

già di portarmi dietro da Forlì sono i biscotti. La colazione la faccio a

Il principe ranocchio Fabio Scozzoli è l’atleta sul quale si concentrano le speranze olimpiche di tutta la Romagna. O almeno di tre province. Nato a Lugo ma forlivese a tutti gli effetti, per fare il salto di qualità agonistico si è da anni trasferito all’Imolanuoto, venendo “adottato” da tutta la comunità imolese. I suoi primi successi a livello assoluto risalgono al 2007, quando vinse il titolo italiano dei 100 metri rana ai campionati estivi, ma in nazionale non è stato convocato fino al 2009, quando prese parte ai Giochi del Mediterraneo di Pescara vincendo un bronzo con la staffetta 4x100 mista. Da allora la sua è stata un’escalation irrefrenabile: subito due medaglie d’argento alle Universiadi di Belgrado e primato nazionale nei 100 rana scendendo per la prima volta sotto il minuto. Poi la perla degli Europei di Budapest con l’oro nei 50 metri rana e il bronzo nei 100 che lo portano alla ribalta internazionale e, l’anno scorso, la consacrazione con il doppio argento (50 e 100 metri) ai Mondiali in Cina nel corso dei quali ha stabilito anche il doppio record nazionale (27”16 e 59”42). Fino alle medaglie pesanti, due ori e un argento, conquistate nel maggio scorso agli Europei di Debrecen.

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modo mio. In modo sano”, sorride. Fabio avrà comunque vicino la fidanzata, anch’essa nuotatrice anche se non in Nazionale, Carlotta Fiordoro. “I biglietti per le mie gare del 28 e 29 luglio glieli ho già acquistati e almeno lei mi vedrà dal vivo. I miei genitori (Graziano e Laura, ndr) non li hanno invece ancora comprati, penso che mia madre resterà a casa a tifare davanti alla televisione. Contrariamente a me, è scaramantica”. Assieme a lei tiferanno tutti i romagnoli, tutta Forlì, Imola e Lugo per lo meno, perché Fabio Scozzoli negli anni ha saputo conquistare non solo l’entusiasmo, ma anche l’affetto del pubblico. Lo ha fatto sapendosi imporre con e senza “supercostume”, facendosi amare per la sua modestia e semplicità, col suo non essere “personaggio” a tutti i costi come, invece, gran parte dei suoi colleghi di vasca. Lo scrive anche nel suo profilo Facebook: “Sono un ragazzo normale, semplice, sincero... forse con dei sogni diversi dal comune...”. Lo dimostra annotando anche dopo il successo di Debrecen che la cosa più bella è stata divertirsi ed emozionarsi al suono dell’inno nazionale. Per questo una medaglia olimpica sarebbe il premio più bello e meritato. Per questo tutta la Romagna quell’inno lo vuole sentire anche a Londra. IN




Dirigere | Bruno Grandi

Leggenda italiana

Made in

Forlì

testo Flavio Dell’Amore - foto Giorgio Sabatini

Presidente nazionale e mondiale della ginnastica, presidente del Coni, membro del Cio. Un successo internazionale costruito negli anni da Bruno Grandi, frutto di intelligenza e perseveranza.

Nell’universo della ginnastica mondiale Bruno Grandi è conosciuto come “la leggenda italiana”. E nella sua città, Forlì, non ci si rende spesso conto di quanto lustro “il professore” abbia dato alla sua terra e alla sua patria. Cordiale, ironico, modesto, nulla traspare della sua formidabile carriera prima come allenatore poi come dirigente. Gli innumerevoli successi e il prestigio sono il frutto di una romagnola perseveranza e di una eccezionale forza d’animo, doti intrinseche non disgiunte da una pratica e acuta intelligenza. Prima ginnasta di buon livello, poi allenatore coi fiocchi, tanto da portare la Forti & Liberi ai massimi livelli nazionali e Maurizio Montesi alle Olimpiadi di Montreal. Da dirigente, infine, mette insieme un palmarès di livello planetario: per 23 anni presidente della Federazione Italiana Ginnastica, dal 1996 presidente della Federazione Internazionale Ginnastica, tra il 1998 e 1999 presidente reggente del Coni. Nel 2000 è membro della élite mondiale dei

dirigenti sportivi: il Comitato Internazionale Olimpico (Cio). Nessun dirigente del nostro territorio ha raggiunto mai questi traguardi. Eppure dialogare con lui è facile e, nello stesso tempo, emozionante. Come Presidente della ginnastica nazionale e di quella mondiale quali sono i risultati che ricorda con più orgoglio?

“Le cose di cui vado più fiero sono due: aver cambiato radicalmente i regolamenti della ginnastica e le modalità di qualificazione olimpica. Nel primo caso ho interrotto il sistema che praticamente delegava alla parte tecnica e ai paesi più forti un potere assoluto. Ora l’assemblea generale è un vero concerto di tutte le entità delegate e tutte hanno voce. Il secondo successo di cui sono fiero è di aver cambiato il regolamento della qualificazione olimpica. Prima il concetto di squadra nazionale non esisteva a livello di gara. Ai Giochi partecipavano in sei e se un atleta si faceva male era eliminato e la squadra inevitabilmente perdeva, anche

se nelle sue file c’era il campione uscente. Ora gareggiano in cinque col punteggio di quattro ed esiste la riserva, che può sostituire a pieno titolo il collega impedito. Sono felice anche di aver istituito una Fondazione che interviene a favore degli atleti più sfortunati. Ci sono casi di atleti tetraplegici che ora possiamo aiutare attraverso una Fondazione, inizialmente osteggiata perché ritenuta un organo di dubbia utilità. Anche questa la considero una grande vittoria”. Lei ha partecipato alle Olimpiadi in vari ruoli. Quali sono gli episodi vissuti più intensamente?

“I momenti da ricordare sarebbero molti... Il mio primo incontro con le Olimpiadi coincise con una brutta esperienza. Nel 1972, a Monaco, già si vivevano momenti di grande tensione geo-politica internazionale quando ci qualificammo. Arrivammo in una città blindata per l’attacco dei terroristi, e tutto andò storto. Un atleta s’infortunò e la squadra non funzionò. Per me fu una grande delusione.

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A fianco, Bruno Grandi di fronte alla palestra Campostrino di Forlì, dove cominciò la sua carriera di ginnasta.

Miranda Cicognani, prima donna portabandiera

Naturalmente arrivarono anche tempi migliori. Dopo Seoul 1988 iniziammo a raccogliere medaglie e nel 1996 ad Atlanta l’oro olimpico di Jury Chechi fu un tripudio. Il segno che il nostro lavoro aveva dato i suoi frutti, l’ultimo oro italiano era stato quello di Menichelli a Tokyo nel 1964. Oltre all’oro di Chechi e alle tante medaglie olimpiche abbiamo vinto 5 mondiali, 3 europei, e abbiamo trionfato ai Giochi di Buffalo. L’impegno, la costanza e la passione pagano sempre. Anche la grande tradizione della ginnastica forlivese è fondata su queste doti. Iniziò Littorio Sampieri, poi le sorelle Cicognani, e anche nel mio periodo di allenatore Montesi, Marchetti, Fabbroni e Malignaggi hanno vinto molto”. E l’Italia cosa vincerà alle Olimpiadi di Londra?

“Penso che gli sport meno conosciuti ci aiuteranno a fare bottino. Nel tiro a segno abbiamo buoni elementi, e mi aspetto molto dal

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nuoto. Il forlivese Scozzoli è un ragazzo che ammiro molto per la sua serietà e impegno. Nel ciclismo non si può far pronostici, potrebbero arrivare medaglie dal pugilato, nella ginnastica ritmica la medaglia è possibile. L’allenatrice Maccarani è una ragazza straordinaria. Non so cosa aspettarmi dall’atletica, disciplina che amo molto. Nei tuffi, nella pallanuoto, nella pallavolo femminile, nel canottaggio, e dal nostro serbatoio storico che è la scherma sicuramente qualcosa arriverà. Sono ottimista. Non faremo peggio di Pechino”. Un suo sogno per il futuro?

“Il sogno segreto, ma possibile, è che il Museo della ginnastica in via di completamento a Forlì diventi un polo di cultura sportiva efficiente e attivo. È stato investito molto denaro su questa struttura. La speranza è che diventi una fucina d’idee e iniziative. Se così fosse, sarei molto felice”. IN

Helsinki, 1952: sono trascorsi 60 anni da quando, per la prima volta ai Giochi estivi, la portabandiera italiana fu una donna, la ginnasta forlivese della Polisportiva Edera Miranda Cicognani (nella foto, come portabandiera di un’altra competizione internazionale). Il grande privilegio toccò ad una ragazzina che i 16 anni necessari per poter partecipare alle Olimpiadi li avrebbe compiuti solo qualche mese dopo, a settembre, e che per essere iscritta dalla Federazione italiana si fece truccare la carta d’identità. Miranda Cicognani parteciperà anche ai Giochi di Melbourne 1956 e Roma 1960 (oltre a sei edizioni da giurata internazionale), ma nella storia dello sport azzurro resterà la “pioniera”. In assoluto la prima donna portabandiera fu Maria Grazia Marchelli alle Olimpiadi invernali di Oslo dello stesso anno, ma toccò alla forlivese aprire una strada sulla quale, poi, in poche hanno avuto la fortuna di incamminarsi: prima di Valentina Vezzali a Londra 2012 solo Sara Simeoni nel 1984 a Los Angeles e Giovanna Trillini ad Atlanta nel 1996. “Pioveva - ricorda Miranda di quel giorno - e tirava un vento fortissimo... L’asta della bandiera era pesante e io ero piccolina: non fu semplice, ma se tornassi indietro non cambierei una virgola di quel giorno. Fu un onore che sento ancora dentro”. (Enrico Pasini)




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Suonare | Yuri Ciccarese

Classico

con

Brio

testo Rosanna Ricci - foto Giorgio Sabatini

Flautista, insegnante e organizzatore di concerti, per la 22esima edizione di Sadurano Serenade Yuri Ciccarese mette in campo un programma che affianca i grandi del passato a composizioni contemporanee.

Flautista, insegnante, organizzatore di concerti. Yuri Ciccarese vive immerso nella musica, ricoprendo da quest’anno anche il ruolo di direttore artistico di Sadurano Serenade, il Festival organizzato dagli Amici di Sadurano giunto alla sua 22esima edizione. Tema della rassegna è “La Speranza”, cifra artistico-filosofica e chiave di lettura dell’intera proposta musicale. Nato a Cesena nel 1961, Ciccarese ha iniziato gli studi al Conservatorio della sua città dove si è brillantemente diplomato. Si è perfezionato con W. Bennett, A. Nicolet, P. Gallois, J. Bálint. Ha tenuto concerti in ogni parte d’Europa (recentemente ha tenuto un concerto al Conservatorio di Mosca), suonando anche in Canada e negli Stati Uniti. I momenti più prestigiosi della sua carriera lo hanno visto alla Carnegie Hall di New York, esibirsi con la Russian Chamber Orchestra e con grandi solisti al Conservatorio Tschaikowsky di Mosca.

“Sì, la mia vita è sommersa dalle note e ritengo una fortuna l’aver coltivato questa passione. Dal 1997 insegno flauto nei corsi ad indirizzo musicale della scuola secondaria di I grado “Via Ribolle” di Forlì. Delle tante cose che faccio prediligo suonare perché mi appaga interiormente; poi anche organizzare concerti, perché mi completa culturalmente e mi consente di conoscere nuovi musicisti”.

Lei ama infinitamente la musica:

Preferisce suonare come solista

suona, insegna, organizza concerti...

o con altri?

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Perché ha scelto come strumento il flauto?

“La scelta è stata forzata. Ho iniziato al Conservatorio di Cesena a 11 anni studiando la chitarra. A causa di mani inadeguate, però, sono stato inserito nella classe di flauto, dove fortunatamente ho incontrato Giovanni Gatti, il mio primo ed indimenticabile grande maestro”. Ne possiede più di uno e semmai qualcuno raro?

“Ho cinque strumenti, tra i quali un flauto di legno e uno contralto che apprezzo particolarmente”.


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A fianco e in apertura, Ciccarese nel suo studio, con l’amato Mozart (nella pagina a destra) in primo piano.

Le serenate di Sadurano nel segno della Speranza Dopo i primi appuntamenti di aprile e maggio, la 22° edizione del Festival organizzato dagli Amici di Sadurano, dedicata al tema della Speranza, è proseguita il 29 giugno nel salone comunale di Forlì con la “Banda Bassetti e Voci Mozartiane”. Il cartellone di Sadurano Serenade prosegue quindi il 28 settembre al castello di Terra del Sole con il duo Dell’Oglio - Tibone (violoncello e pianoforte), con musiche di Beethoven, Schumann e Brahms. Il 26 ottobre la chiesa Santa Maria Assunta a Sadurano ospita la pianista Renata Benvegnù, mentre il 30 novembre, nel salone comunale forlivese, si esibirà il KaleiDuo e Fabrizio Festa (flauto, fisarmonica, sintetizzatori), con un originale programma che spazia dalle musiche di Morricone, a Carpi, Bach, Fensi, Festa e Piazzolla. Due fuori programma in scena anche nel chiostro di palazzo Talenti Framonti a Forlì, il 5 luglio con Putte di Vivaldi e il 6 settembre con la Bozen Brass.

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“Non ho preferenze. Certo, la figura del solista è di prestigio ma ritengo fondamentale fare musica da camera, per il confronto con interpreti e stili sempre differenti”. Quali sono i suoi autori preferiti?

“Mozart su tutti… un grande amore al punto da organizzare, per il mio 50° compleanno, una visita al Cimitero di Vienna dove fu sepolto. È stata un’emozione fortissima. Poi, in seguito alle recenti esperienze russe, ho riscoperto Johann Sebastian Bach”.

Classica e leggera: sono incompatibili fra loro?

“Non lo sono affatto, anzi… Soprattutto al giorno d’oggi, la commistione è utile per attirare nuovo pubblico e creare un ricambio generazionale. Più volte ho ascoltato bellissime trascrizioni dei Beatles e dei Genesis. È una questione di approccio, di stile… in questo modo, forse, si riesce ad avvicinare più gente anche alla musica classica”. Come dovrebbe essere il pubblico ideale? Dovrebbe essere educato

Nei suoi programmi ci sono brani

all’ascolto?

di musica leggera?

“Predisposto interiormente. Se poi educazione vuol dire conoscenza, nozioni… allora meglio essere abituati all’ascolto!”.

“Sì, recentemente ho costituito l’Angel Ensemble, gruppo ‘progressive rock’ con strumenti classici, più chitarra elettrica e batteria. Molto divertente”.

Cosa manca a Forlì per essere più affascinati dalla musica?


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“Non manca qualcosa in particolare. Avverto però, qui come nel resto dell’Italia, la sensazione di stare perdendo pian piano questo patrimonio culturale ed emotivo straordinario. Il pubblico che ritrovo abitualmente è sempre ben disposto e fortunatamente, alla fine, li vedo soddisfatti”. Riesce a trovare il tempo per altre attività?

“Poco, ma non mi pesa, in quanto non ho altri svaghi”. Quali gli eventi più importanti che ha organizzato?

“I Concerti del Tè a Longiano, l’Invito alla Musica a Forlì, i Notturni e le Albe a Cesenatico. Adesso però è Sadurano Serenade la scommessa più bella per me. È un onore essere il direttore di questa nota manifestazione musicale, che ho impostato con un programma che guarda al passato, alla musica colta. È una programmazione molto articolata, dal barocco fino al contemporaneo. Spero che incontri il consenso del pubblico”. E per il futuro, quali progetti ha?

“Ora ho in progetto l’incisione di un CD. Poi vivrò alla giornata, con la speranza di continuare ancora per tanto tempo a divertirmi con la musica. Diversamente, per me, sarebbe insopportabile”. IN

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Visitare | Rocca delle Caminate

Bastione sul

Crinale

Testo Matteo Ranucci – foto Giorgio Sabatini

Da Piola una via alternativa per la salita alla Rocca delle Caminate, tra campi di grano e declivi ricoperti da una fitta macchia spontanea. Una passeggiata bellissima nei tramonti d’estate, fino allo storico forte.



Volgendo le spalle a Palazzo Varano, sede attuale del Municipio ed ex dimora di Benito Mussolini, la scalinata scende diritta e poi si divide in due rampe, una a destra ed una a sinistra. Se la si potesse osservare dall’alto ci si accorgerebbe della sagoma, atipica. Una sorta di freccia la cui estremità punta al centro diritto alla torre del forte delle Caminate. Fu voluta così dall’architetto Florestano di Fausto. Non è un caso. Predappio, città natale del “duce”, fu progettata da zero seguendo i canoni razionalisti, le linee semplici, le opere monumentali, l’utilizzo del travertino e di una simbologia che doveva servire da propaganda politica quotidiana. Da qui, dalla scalinata che “indica” il bastione in lontananza sul crinale che volge in direzione della val Bidente, si può salire al forte camminando su una strada secondaria, poco trafficata, affogata in una campagna che si divide tra macchia selvatica e coltivi, in salita e fuori da rumori e traffico. Scendendo gli scalini si raggiunge piazza Sant’Antonio. È il centro politico, religioso, sociale della Predappio del “Ventennio”. Su di essa si affacciano la torre littoria e le linee imponenti del Palazzo ex Casa del Fascio; di fronte la facciata della Caserma Bonsignore; a destra la sagoma monumentale a croce latina e tre navate della Chiesa Parrocchiale di Predappio dedicata a Sant’Antonio da Padova. Si attraversa lo slargo e si lascia viale Matteotti a sinistra: Casa Becker, l’ex Mercato dei Viveri, l’Oratorio Santa Rosa, sono altri esempi

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di edifici dell’epoca che bordano la strada cardine di Predappio. Via Zara, poi via Demetrio, si supera il ponte sul fiume Rabbi e la piccola cappella intonacata di bianco intitolata a San Demetrio, poi si prosegue in via Donatori di Sangue, in un intreccio di vie secondarie che introducono ad un territorio di campagna. La strada vicinale chiamata Piola, Fusa, Rocca delle Caminate è la traccia da seguire fino alla sommità. Una

salita a tratti impegnativa. Alcuni tornanti portano subito in quota. Il colpo d’occhi si fa interessante. A sinistra, appoggiato sulla conca che risale fino a Premilcuore, al Passo Tre Faggi e al confine toscano, Predappio mostra la sua fattura di piccolo paese di collina. Si riconoscono in lontananza gli edifici più importanti: la torre di Palazzo Varano, quella dell’Ex Casa del Fascio, la cupola ed il campanile

Sopra, l’abitato di Predappio visto dalla sommità della strada vicinale di Piola.

Dalle casate antiche a Mussolini Rocca delle Caminate ha origini incerte, fatte risalire intorno all’anno mille. Le mura ed il bastione furono residenza dei signori dell’epoca e luogo di scontri, distruzioni e ricostruzioni. Ruolo fondamentale nei primi decenni l’ebbe la famiglia riminese dei Belmonti e le notizie storiche fissano al 1201 la presenza di Guelfo Belmonti come signore del forte. Si susseguirono vicende alterne, con conquiste dei faentini e dei forlivesi. Nel 1380 fu di proprietà degli Ordelaffi, poi del Papa, dei Malatesta, intorno al 1500 passò alla Repubblica di Venezia. Altre casate come quelle dei Principi Aldobrandi, Pamphili e dei signori Baccarini di Forlì ebbero il dominio e la proprietà del castello. Nel 1870 un terremoto distrusse buona parte del forte. La storia di Rocca delle Caminate riprende nel 1923 quando, attraverso una raccolta pubblica di fondi promossa da un comitato di cittadini, si raggiunse la cifra di 530mila lire per un’opera di ristrutturazione che durò fino al 1927. Durante il governo di Benito Mussolini il luogo fu scelto come residenza estiva. Qui furono indetti consigli straordinari dei ministri della Repubblica Sociale Italiana e riunioni con capi di stato. Vittorio Emanuele III, Hitler, l’ambasciatore del Giappone Mutsuoka furono ospiti a Rocca delle Caminate. Seguirono i bombardamenti del 1944, il saccheggio e l’abbandono. La proprietà è oggi della Provincia di Forlì-Cesena, che ha affidato la gestione del parco all’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) di Forlì.


di Sant’Antonio da Padova. Verso ovest, in direzione della cresta e del valico dei Bacanelli, si distinguono le mura, parte del bastione e le case arroccate del borgo medioevale della città vecchia chiamata “alta”. La meta di questo cammino rimane Rocca delle Caminate. La visione della torre, che pare elevarsi direttamente dalla fitta vegetazione, accompagna ogni metro o quasi del percorso. Quasi un faro che suggerisce la direzione dall’alto dei suoi 380 metri sul livello del mare. Alla fine degli anni Venti sul bastione fu montato un fanale che proiettava il tricolore, visibile dalle vallate fino a 80 chilometri di distanza. La strada ha il fondo sconnesso. Alterna tratti di asfalto ad altri di ghiaia. È ideale per una passeggiata, bellissima in

estate nelle ore serali e al tramonto. Il territorio che si attraversa è un miscuglio di ambienti differenti che si alternano e convivono l’uno accanto all’altro: campi coltivati a grano, pendii brulli di ar-

formano la dorsale in direzione della val Montone, su cui si elevano da Sud a Nord, Monte Maggiore, Monte Mirabello, Monte Colombo. Si raggiunge in poco tempo il valico, la strada provinciale 126 che

Sentieri tra i campi, verso la torre gilla grigia, fossi e porzioni di declivi ricoperti da una fitta macchia spontanea di aceri, carpini, salici, roveri, pioppi. Dopo il primo tratto la vicinale perde quota per poi riprendere di nuovo a salire, ripida e rettilinea. L’ultimo tratto è quello che offre l’ennesimo punto panoramico, forse il più interessante. Per

centottanta gradi la linea dell’orizzonte è dominata dalle colline che

unisce Predappio a Meldola e la comunità delle “Caminate”. Da piazza Sant’Antonio si sono percorsi circa cinque chilometri. Il piccolo abitato è formato da un bar, un’osteria ed una chiesetta. Di fronte si trova l’ingresso Sud-Est della Rocca, circondata da un muro perimetrale che racchiude otto ettari di bosco. La proprietà è dell’Amministrazione provinciale di Forlì. Il luogo è

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suggestivo, importante, dominato dalla presenza invadente del fortilizio. Attraversata la strada principale si può proseguire sulla stretta linea di asfalto a sinistra, a fianco del piazzale dì accesso. È una strada perimetrale che costeggia la parte esterna della cinta muraria e raggiunge il piazzale sul lato opposto dove si trova la seconda porta, la più importante, rivolta verso la città di Forlì. Appena fuori si trovano una casa, la vecchia chiesetta delle “caminate” e un palazzo dove risiedevano le guardie armate. Il cancello in legno che sbarra l’accesso viene aperto solo alcuni giorni all’anno, in occasione di eventi e manifestazioni. Il parco, fitto di alberi di specie differenti, protegge il nucleo centrale, quello più antico. Le origini del primo forte, chiamato poi delle Caminate, sono incerte. Le notizie più

condivise ne rivelano l’esistenza intorno al 1137, edificato pare per volere di un Ricciarello, barone di Beaumont. Le mura merlate, alte poco meno di dieci metri e dai lati

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di cinquantadue metri per venti, sono oggi in pessimo stato e possono essere visitate solo esternamente. La storia recente è legata alla vicina Predappio. Dal 1927 per

Sopra, l’interno della Rocca delle Caminate vista dall’alto del camminamento.

alcuni anni, fu utilizzata come residenza estiva da Benito Mussolini.

Fino a qui salirono il Re d’Italia e molti Capi di Stato dell’epoca. La discesa a Predappio può essere fatta dalla via classica, camminando con rapidità sulla strada provinciale che si contorce in decine di tornanti e riconduce in breve sulle sponde del fiume Rabbi, a viale Matteotti e, risalendo verso nord, a piazza Sant’Antonio. IN

Da fortilizio a Tecnopolo Dopo anni di vicissitudini, distruzioni e abbandono, per Rocca delle Caminate si prospetta ora un futuro interessante. Partono quest’anno i lavori di ripristino e ristrutturazione, finanziati da 3,3 milioni di euro provenienti da fondi europei e dal cofinanziamento di 1.415 milioni di euro stanziati dalla Provincia di ForlìCesena, per veicolare il forte alla sua nuova funzione di Tecnopolo per la ricerca industriale. Fine lavori previsto per settembre 2014. All’interno (più di mille metri quadrati di calpestabile) saranno creati uffici, laboratori, una sala riunioni e luoghi destinati alla ricerca e ospitalità di docenti e universitari. Saranno inoltre destinati parte dei fondi al parco, alle sue specie vegetali ed al ripristino di sentieri e camminamenti.


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Costruire | CittĂ di fondazione

L’architettura

Inventata testo Gabriele Zelli - foto Giorgio Sabatini

Terra del Sole, Cervia, Milano Marittima, Predappio. Sono le cittĂ di fondazione che caratterizzano la Romagna. Mura e strade attraversate da oltre 450 anni di storia.


Per promuovere il turismo è sempre più indispensabile puntare sulle peculiarità di un territorio. La Romagna, tra le sue tante caratteristiche, vanta ben quattro città di fondazione: Terra del Sole, Cervia, Milano Marittima e Predappio. Luoghi con una storia significativa, non solo a livello locale. Terra del Sole

Cosimo de’ Medici, primo Granduca di Toscana, fece costruire quattro città-fortezze. Due sul mare Livorno come porto commerciale e Cosmopoli, Porto Ferraio, come porto militare - e due ai confini, Sasso Di Simone, piccola città fortezza nel Montefeltro e Terra del Sole, agli estremi confini della Romagna pontificia, quale capoluogo della Romagna fiorentina. Il progetto per l’edificazione di Terra del Sole fu affidato nel 1564 all’urbinate Baldassarre Lanci (1510-1571), ingegnere delle fortezze ma tipico genio universale: architetto militare, civile, religioso, scenografo e pittore, idraulico, botanico e inventore. La città-fortezza di Terra del Sole è il suo capolavoro, sia sotto l’aspetto militare sia sotto quello urbanistico, vero modello di “città ideale”. Altre città di fondazione che si rifanno a questi principi sono Pienza (Siena), Sabbioneta (Mantova) e Palmanova (Udine).

ad un preciso piano regolatore. I lavori per questa città di nuova fondazione vennero interrotti nel 1705 in quanto le abitazioni già erette furono ritenute sufficienti alla scarsa popolazione: già allora la strada di mezzo era stata tracciata con le sue case allineate a schiera sino a Porta Cesenatico, così pure era stato tracciato tutto l’impianto ortogonale della nuova città, compreso l’alzato di Porta Ravenna, distrutta nell’ultima guerra. Nel 1740 l’architetto Antonio Farini venne incaricato di completare la costruzione del nuovo insediamento urbano attenendosi al progetto già redatto, impostato e parzialmente realizzato. Milano Marittima

La fondazione di Milano Marittima nasce dal sogno di alcuni pionieri milanesi e lombardi, che all’inizio del secolo scorso fondarono una nuova località turistica

ispirata all’idea della “città giardino”. Milano Marittima costituisce un’esperienza straordinaria, unica in campo nazionale, di nuova “città delle vacanze”, con un piano regolatore che ne prefigura lo sviluppo compatibile con l’ambiente. Cervia al censimento del 1911 contava 9.563 abitanti, oggi ne conta più di 29mila. La sua economia, ancora arretrata, si basava sulla produzione del sale, la pesca e la pineta, con un’agricoltura che viveva la fase di transizione legata alle bonifiche. Il 18 giugno 1907 era partita una convenzione tra il Comune di Cervia, Giacomo Maffei e Pietro Maffei (padre e figlio), ai quali il Comune cedeva, “per sé e per una costituenda società lombarda”, una vasta zona di relitti marini, con l’obbligo del concessionario di fabbricarvi villini, parchi, giardini, ecc. atti ad attirare su questa spiaggia

Cervia

La vecchia Cervia, l’antica Ficocle ricordata da Plutarco, era sorta in mezzo alle saline e alle paludi e la malaria l’aveva spopolata. Papa Innocenzo XII, con un decreto del 9 novembre 1697, diede inizio alla nuova costruzione di Cervia in base

Sopra, piazza Garibaldi a Cervia. In apertura, l’antica piazza d’Armi a Terra del Sole.

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A fianco, l’animato centro di Milano Marittima. Sotto l’ex casa del Fascio affacciata sulla piazza principale di Predappio.

una numerosa “colonia balneare”. Vennero allora costruiti i primi “villini”: in uno di questi soggiornò l’artista Giuseppe Palanti (1881-1946) che ebbe un ruolo decisivo nella nascita del centro turistico, con la costituzione nel 1911 della Società Anonima per lo Sviluppo della spiaggia di Cervia Milano Marittima, che porrà le basi per un “piano regolatore” disegnato dallo stesso Palanti. La nascita ufficiale di Milano Marittima risale al 14 agosto 1912. Predappio

Nel 1919, dopo la costituzione dei Fasci di combattimento, Dovia (così era chiamato il luogo dove sorgerà la nuova Predappio) inizia ad es-

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sere meta di pellegrinaggio. I visitatori trovano un piccolo cimitero dov’è sepolta Rosa Maltoni Mussolini, la casa natale di Benito Mussolini e il palazzo Varano, sede della scuola elementare. Quando nel 1922 il fascismo conquista il potere

spostamento dell’intero paese. Nel ruolo di supervisore dei lavori arriva nel 1926 l’architetto Florestano Di Fausto, che sceglie uno stile rurale per il nuovo paese, concependo il restauro del palazzo Varano come un villino di campagna. Quando Di Fausto lasciò l’incarico per assumere quello di consulente per l’architettura del Comune di Tripoli si passò ad un orientamento architettonico tendente alla monumentalità. Nascono allora la Casa del fascio e dell’ospitalità, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, la Casa dei Sanitari, la Caserma Carabinieri, l’Albergo Appennino. Come ha scritto il professor Ulisse Tramonti nel volume “La città progettata”: “Predappio possedeva dunque alla fine del 1937 tutti i contenitori che caratterizzavano la celebrazione del potere, funzionali al suo ruolo precipuo di terra di culto”. Oggi dobbiamo fare i conti con un turismo verso Predappio caratterizzato soprattutto da nostalgici, mentre raccontando le vicende di questa città come spartiacque tra dittatura e libertà si potrebbe attrarre un numero ben superiore di persone desiderose di conoscere la storia del Novecento.

Un poker di città sorte dal nulla è necessario un luogo che possa alimentare il mito del Duce. Nel 192324 un movimento franoso mette in pericolo Predappio (l’attuale Predappio Alta). Invece di operare per arginare la frana viene redatto dal Genio Civile di Forlì un piano di

Mettendo in risalto la storia di queste quattro città di fondazione si raccontano 450 anni di vita della Romagna e dell’Italia. Ed è sicuramente un ottimo biglietto da visita per attrarre turisti, non solo italiani. IN


F o r l ì - C . s o d e l l a R e p u b b l i c a , 124 - Te l . 0 5 4 3 2 6 0 0 8 - F a x 0 5 4 3 3 9 0 9 8 - o t t i c a - g h e t t i @ l i b e r o . i t


Abitare | Villa in collina

L’eleganza

Razionale testo Annalisa Balzoni – foto Giorgio Sabatini

Travertino e pietra grafite sono protagonisti nella luminosa villa in collina del cesenate. Ristrutturata per dar vita ad uno spazio aperto e accogliente.



Con l’architetto forlivese Loris Camprini salutiamo l’estate del 2012, entrando in una casa sulle colline del cesenate. Il nostro cicerone è un personaggio noto non solo nel mondo dell’architettura nazionale, del restauro, dell’arredamento e design per interni; è anche membro d’onore a vita della Round Table e fondatore di Telefono Azzurro. Fresco di stampa è anche il suo libro, “Un milione di chilometri in moto”, diario motociclistico edito da IN Magazine, i cui proventi saranno devoluti alla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica-onlus. “Si tratta - spiega Camprini, nella sua veste di architetto - di un recupero terminato nel 2011 di una casa abbinata degli anni ’70, che è stata totalmente modificata e studiata nei minimi dettagli. Dalla disposizione dei vani all’arredo, dalle porte fino ad arrivare al disegno delle maniglie di porte e finestre, create dalla ditta Baldini di Firenze che vanta oltre 200 anni di storia. L’intervento è caratterizzato da un sentimento di libertà: l’idea

progettuale spinge l’architetto a non intaccare la struttura portante interna costituita da pilastri, ma a liberarli dalle pannellature in legno che originariamente li collegavano, creando una spazio aperto e contemporaneamente suddiviso magistralmente, razionalizzato nella zona giorno. La luce naturale penetra dalle ampie finestrature, filtra ed illumina anche la scala attraverso l’utilizzo di lastre in cristallo, le stesse che

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ritroviamo al piano superiore nel reparto notte, che fungono da parapetto e protezione del ballatoio. Particolare la scala di collegamento, pedata realizzata in Laminam dalla colorazione calda e allo stesso tempo “pacata” (lastra in ceramica di basso spessore dai formati 100x100 o 100x 300) fornito da Salaroli di Forlì. Tagliato a 45 gradi, va ad unirsi all’alzata realizzata in legno resinato. Bellissima la pavimentazione in listoni di rovere. Ma

In alto la camera padronale, con l’accesso alla zona relax privata ricavato all’interno dell’armadio. Sotto, in evidenza la pavimentazione in listoni di rovere della zona giorno. In apertura, il soggiorno con la scala di collegamento illuminata grazie a lastre di cristallo.


A fianco, l’esterno della villa, con rampe d’accesso ai garage in asfalto colorato.

l’occhio del visitatore deve posarsi anche sugli infissi interni, disegnati dallo stesso architetto a “madonna”, vale a dire con montanti da una parte a cui la porta viene incernierata e ove è presente la battuta, mentre dall’altra parte l’occhio vede solo il muro spigolato. Ciò che colpisce è l’utilizzo del travertino e della pietra grafite

che ritroviamo nei lavelli dei bagni, della cucina, nei piatti doccia,

fondo - dice Camprini - la pietra racconta storie antiche di uomini e generazioni, parla la terra e il suo silenzio raccolto, la sua maestosità, l’uomo rivela la sua bellezza nascosta lavorandola, rendendola malleabile, plasmandola la fa parlare, l’imponente lavoro della natura, dell’acqua dei moti nascosti, affiora con venature, cambi improvvisi di colore, vuoti e pieno. Quando una pietra parla mostra il

La luce disegna gli spazi nei rivestimenti e pavimentazioni dei bagni, e in esterni, nella scalinata di accesso all’abitazione. Il tutto vede come padre lo stesso Camprini in collaborazione con Vaselli Marmi, ditta di Rapolano Terme in provincia di Siena, con cui l’architetto collabora in veste di designer da ben 25 anni. “In

suo spirito, racconta del luogo in cui è nata, racconta dell’acqua che l’ha scelta”. La scalinata esterna è stata realizzata in travertino a taglio di sega dalla colorazione ruggine, riprendendo i colori della rampa di accesso ai garage realizzata in asfalto colorato. Il gradino è un pezzo unico creato in blocco

con pedata in travertino grezzo, mentre l’alzata è stata fresata. Le facciate esterne sono state ripulite e lasciate nella loro razionalità originaria. Il giardino è stato totalmente ridisegnato prima nei muretti, originariamente blocchi fatiscenti in cemento, poi nella messa a dimora di nuove essenze, tra cui fa da padrone il vecchio glicine recuperato e posizionato a ridosso della pergola. Il travertino la fa da padrone anche in un angolo della facciata, lato originariamente anonimo che in questo modo rinasce, divenendo quasi una scultura bidimensionale. Nel reparto notte il tocco dell’architetto si vede soprattutto nella camera padronale, ove all’interno dell’armadio è stato studiato l’accesso alla zona relax privata. Sempre di Camprini è anche il design del mobilio posto nella tavernetta. IN

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IN Magazine | Special ADV

Fores engineering Vent’anni di storia Nata a FoRlì Nel 1992 coMe IMpResa specIalIzzata IN aUtoMazIoNe dI pRocesso ed elettRo-stRUMeNtale del GRUppo RosettI MaRINo, oGGI vaNta sUccessI INteRNazIoNalI.

Immagini, volti, ricordi. Coriandoli di storia. Istantanee di presente ma altresì ponte verso il futuro. Vent’anni rappresentano un traguardo importante e Fores Engineering ha deciso di celebrarlo raccontandosi attraverso la memoria delle persone che vivono o hanno vissuto la realtà aziendale. “In viaggio con Fores” è il nome dell’iniziativa di un racconto corale fatto di fotografie, racconti ed esperienze personali di tutte le tappe che hanno portato l’azienda a festeggiare questo prestigioso compleanno. Un percorso iniziato nell’ormai lontano 1992. Era il 27 febbraio quando all’ombra di Saffi nasceva Fores Engineering, impresa specializzata in automazione di processo ed elettro-strumentale del Gruppo Rosetti Marino. Da allora sono trascorsi quattro lustri di crescita e sviluppo costante, durante i quali Fores è riuscita a guadagnarsi un “posto al sole” tra i principali fornitori delle grandi compagnie Oil & Gas. L’attività aziendale inizia con progetti destinati alle piattaforme del mar Mediterraneo: poi rapidamente il bacino di riferimento si amplia e acquisisce sempre maggiore esperienza, lavorando su commesse per piattaforme del mare del Nord, dell’Africa occidentale, del golfo Persico e del Caspio. Si estende anche la lista dei prodotti e dei servizi offerti


Fores Engineering è tra i prinche arriva ad includere sistemi di concui opera, contribuendo in parte al loro cipali fornitori delle compagnie trollo e sicurezza, sistemi di telecomusviluppo e instaurando rapporti di partnerOil & Gas, grazie all’ampia lista nicazione, fire & gas detection, metering ship locale, come ad esempio in Egitto e in di prodotti e di servizi offerti system per olio e gas, quadri di controllo Nigeria, o con la creazione di nuove filiali pozzo, sistemi di iniezione chemicals, si(Algeria, Emirati Arabi, Kazakhstan). stemi di trattamento fuel gas e diesel oil, cabine prefabQual è il segreto di Fores? l’organizzazione, i valobricate quali control rooms, temporary refuge e sistemi ri, la professionalità… in una parola: le persone. di generazione energia. Fores riesce inoltre a sviluppare Grazie alla grande esperienza dei manager, ingegneri una forte capacità nel fornire servizi di assistenza tecnie tecnici, alla profonda conoscenza del mercato e alla ca specialistica di alto livello, off-shore e on-shore. capacità di lavorare in team, Fores ha acquisito sempre Si misura poi nella gestione di progetti complessi, dimomaggiore credibilità ed affidabilità ed ha avuto uno svistrando grande abilità e professionalità nel rispondere luppo solido e costante nonostante le oscillazioni del ai requisiti contrattuali e nel soddisfare le aspettative mercato negli ultimi anni. di gran parte delle compagnie petrolifere e petrolchiIl viaggio iniziato venti anni fa continua, con nuove attività miche nazionali ed internazionali, oltre ai principali in nuove aree geografiche. Fores guarda con interesse al EPC contractors internazionali. Senza trascurare gli Brasile, dove recentemente si è aggiudicata il contratto aspetti di qualità del prodotto e di HSE (Health, Safeper la fornitura dei chemical injection systems destinati ty & Environmental), ovvero Salute, Sicurezza nei luoa Petrobras per gli FPSO P-58 e P-62. Un primo passo imghi di lavoro e Salvaguardia Ambientale, mantenendo, portante, per instaurare una duratura presenza nel paese. da oltre quattro anni, un indice di infortuni pari a zero. l’organizzazione si struttura in Business Unit specializzate e fortemente integrate: Skid & Packages, Automation & Telecom Systems e Industrial Services. Nel corso degli anni Fores è riuscita a realizzare il proVia Secondo Casadei 12, 47121 Forlì (FC) prio business tenendo conto del contesto dei paesi in Tel. 0543 789811 - Fax 0543 789898 - www.fores.it - sales@fores.it



Viaggiare | Alessandra Sitta e Giovanni Zamboni

Sulle strade del

Mondo

testo Roberta Brunazzi – foto Alessandra Sitta

A bordo di un vecchio fuoristrada Alessandra Sitta e Giovanni Zamboni intraprendono lunghi viaggi. Alla scoperta di popoli e culture diverse, architetture e natura incontaminata.

Giovanni Zamboni e Alessandra Sitta, lui imprenditore forlivese, lei architetto, viaggiano per il mondo fin dal 2004 quando decisero di spedire una delle loro datate Toyota Land Cruiser a Buenos Aires. Da allora hanno percorso migliaia di chilometri e raggiunto a bordo di altre due auto identiche alla prima il cuore dell’Asia e dell’Africa nera. Sempre pronte a ripartire dagli aeroporti nei quali sono state di volta in volta parcheggiate, le tre instancabili compagne di viaggio segnano i capolinea di itinerari in divenire. Due viaggi l’anno, della durata di circa tre mesi ciascuno, che toccano tra gli altri anche gli angoli più sperduti del pianeta, con immagini e impressioni raccolte in diari di viaggio e su un sito, www.girovaganti.it.

Il pragmatismo imprenditoriale proprio di Vanni lo spinge ad organizzare l’itinerario per raggiungere le mete prefissate; la curiosità e il desiderio di conoscenza di Alessandra li accompagna invece alla scoperta di mondi sempre

nuovi, raccontati attraverso i volti della gente e le diverse culture, l’architettura, la natura. Immagini immortalate da lei, anche fotografa, e commentate nei diari che meticolosamente compone. Una coppia speciale e libera, vicina per spirito agli intellettuali europei che nei secoli scorsi partivano per il famoso Grand Tour. Un viaggio di formazione e conoscenza che anche loro compiono, allargando il raggio d’azione e raggiungendo terre al di fuori dei normali circuiti turistici. Non sempre facili, non sempre tranquillizzanti: “Nel deserto a nord di Timbuctu - racconta Alessandra - un pick-up carico di kalashnikov si fermò sotto ad un’acacia persa in mezzo al nulla. Scese un gruppo di tuareg che ci bloccò, creandoci non poche preoccupazioni. Ci parlarono amichevolmente invece, e ci chiesero di mandare turisti nel loro paese”. Quando le apparenze ingannano... “Si mise meno bene - prosegue - a Kinshasa. Nei mercati lungo la strada un gruppo di persone assalì la nostra

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A fianco, Alessandra Sitta e Giovanni Zamboni e, a seguire, alcuni scatti di Alessandra in diverse parti del mondo. In apertura, una spiaggia incontaminata di San Blas.

auto battendo sui vetri e cercando di spostarci. Non fu facile uscire da quella situazione...”. In Congo, così come in Angola, la sicurezza per i viaggiatori non è certo una costante: “sono i posti più pericolosi del mondo”, dice. E i posti più belli? “Il deserto di sale tra Bolivia e Cile, la laguna verde sempre in Bolivia, un corso d’acqua in Senegal pieno di ippopotami e coccodrilli, i paesi dei Dogon in Mali...”, ricordi che s’intrecciano e si accendono di esotici colori. Nuovi orizzonti si aprono ora per la coppia di infaticabili viaggiatori, partiti lo scorso 2 giugno alla volta della Polinesia, dall’isola sacra di Raiatea all’arcipelago di Bora Bora per tornare poi verso Tokyo dove, parcheggiata nei pressi dell’aeroporto, c’è ad attenderli la fidata Toyota, ferma lì dall’agosto dello scorso anno. A bordo del fuoristrada Vanni ed Alessandra attraverseranno tutto il Giappone approdando poi a Seul, in Corea del Sud, da dove prenderanno un volo diretto in Kamchatka, nella Siberia orientale, per ripartire quindi verso casa, con tappe finali a Mosca e San Pietroburgo. E per il prossimo inverno si fa rotta verso Panama, per continuare poi attraverso la Colombia, il Venezuela e il Brasile. Il viaggio continua. IN

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Collezionare | Dodo Frattagli

In punta

di

Bacchetta

testo Francesca Renzi - foto Giorgio Sabatini

L’amore per la lirica diviene il motore per organizzare eventi internazionali a Rocca San Casciano. Tra i curatori Dodo Frattagli, cultore supremo del genere e collezionista di bacchette dei direttori d’orchestra.

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Non è possibile spiegare come e perché nasce un amore. È però spesso indelebile il momento preciso in cui scocca il “colpo di fulmine”. Dodo Frattagli, rocchigiano e cultore di lirica, ricorda bene quando è avvenuto l’incontro fatale con la musica: “Era il 15 agosto del 1953 - racconta - e anch’io, come molti bambini di Rocca San Casciano, facevo parte

della Banda Comunale. Quell’anno la Banda organizzò una gita all’Arena di Verona, dove andava in scena Il Trovatore. Rimasi affascinato dalla voce di Eleonora, interpretata dalla grande Maria Callas”. Una delle voci più celebri ha tenuto a battesimo l’incontro tra Frattagli e la lirica: da allora, le loro strade non si sono più divise. Flautista e sassofonista nella Ban-


da, Dodo Frattagli ha poi conosciuto un altro cultore dell’arte, il compaesano ed editore Carlo Alberto Cappelli, che ha dedicato l’intera vita al teatro e alla musica (fu sovrintendente del Comunale di Bologna e dell’Arena di Verona), contagiando con la sua passione anche gli amici di Rocca. Nel 1982, alla scomparsa di Cappelli, i rocchigiani fondarono l’Associazione Lirica, Prosa, Danza Carlo Alberto Cappelli, che dal 1987, insieme a Valerio Frassineti, ha istituito un premio internazionale, conferito a grandi artisti. Inutile dire che Frattagli ne fa parte e che, in collaborazione con Mario Biserni, Federico Mancusi, Pro Loco e Comune di Rocca San Casciano, porta a Rocca artisti internazionali e organizza anche trasferte all’estero p er con s eg n a re i l prem io. Nel 1987, per la prima edizione, arrivò a Rocca San Casciano Luciano Pavarotti: “Fu un grande successo. Non pensavamo di poter replicare - dice Frattagli - e invece, grazie all’aiuto di Vittorio Rossi, collaboratore di Cappelli e premiato nel 1988, riuscimmo a portare

grafie. Sulla parete di casa, però, ci sono cornici che incuriosiscono ancora di più: si tratta di un’originale collezione di bacchette di direttori d’orchestra. Una raccolta

difficile: “I direttori sono gelosi delle loro bacchette, ne esistono di diverse tipologie... Prima di avere la bacchetta di Daniel Oren con cui ha diretto l’opera ho dovuto regalargliene ben cinque. Finalmente, ha diretto con la mia bacchetta realizzata su misura per lui

e, a fine concerto, me l’ha donata”. Il primo pezzo della collezione risale al concerto del 150esimo della Cassa dei Risparmi di Forlì, con l’Orchestra Comunale di Bologna. “A fine serata il direttore mi regalò la sua bacchetta. Da allora ho ricevuto le bacchette dei Maestri Scimone, Renzetti, Palumbo, Saccani, De Mori, Roberto Abbado ed Oren. L’ultima, quella del direttore dell’Orchestra di San Pietroburgo, è ancora da incorniciare”. IN

altri personaggi come l’attrice Anna Proclemer, l’étoile Carla Fracci, il compositore Ennio Morricone”.

E poi ci sono le trasferte all’estero: “Alcune cerimonie di consegna si sono svolte al Municipio di Parigi, al Campidoglio a Roma, al Teatro Comunale di Bologna, al Metropolitan di New York e al Barbican di Londra”, dice Frattagli, mostrando con orgoglio le foto-

2012, storica edizione per il Premio Nel 2012 il Premio Cappelli celebra i 100 anni dalla morte dell’editore musicale Giulio Ricordi. L’associazione Cappelli consegnerà un premio alla Casa Editrice durante l’evento che si tiene il 22 luglio in piazza Garibaldi a Rocca San Casciano, quando si esibirà come ospite d’onore Dimitra Theodossiou, insieme al suo pianista, al Coro Rossini e a tre giovani tenori.

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Vocazione broker Su una Solida eSperienza nel Settore aSSicurativo Si fonda la Società MoSchini & partnerS Guidata da Goffredo MoSchini

Goffredo Moschini, lei opera nel settore assicurativo dal 1966, prima come dipendente tecnico dell’Assicuratrice Italiana Spa di Milano, poi per RAS finché, nel 2010, ha deciso di costituire la società di brokeraggio Moschini & Partners. Perché ha dato questo nome alla società? “Per molti anni ho fatto parte, a livello agenziale, del più grande gruppo assicurativo operante nel mondo. Ciò mi ha consentito di acquisire un’esperienza molto importante unita alla convinzione che la consulenza ai clienti che individuano esigenze assicurative sia una componente essenziale del ‘fare assicurazioni’. La ricerca della soluzione migliore, con particolare riguardo alla completezza delle prestazioni ed al risparmio in termini di costo, richiede il lavoro e l’attenzione di più persone specializzate in diversi rami assicurativi condividendo gli stessi principi”. Quindi lei sconsiglia in modo assoluto il “fai da te”? “Certo. In questo settore le insidie e gli ostacoli sono tanti e variegati, anche se non apparenti. Occorre perciò un ‘pilota’ esperto per individuare ed evitare tali ostacoli: è come se si navigasse in acque dove ci sono degli iceberg, pericolosi più per la parte immersa che per quella che si vede”. Di qui dunque la necessità del broker… “Infatti. Il broker agisce su mandato del cliente mettendolo in rapporto con imprese di assicurazione, alle quali però non deve essere vincolato da impegni di sorta, secondo la legge 28-11-1984 n. 792. In altre parole il mio progetto è quello di fare intermediazione in modo nuovo e originale. Troppo spesso si esagera nell’enfatizzare l’attività commerciale, lasciando in secondo piano la tipologia più professionale e di servizio”. Come mai ha operato questa scelta proprio adesso? “Per un principio di fondo: amo tenere comportamenti corretti, per questo ho rispettato per intero gli impegni assunti con una grossa impresa internazionale che ha creduto in me molti anni fa consentendomi di diventare professionista nelle assicurazioni e, nello stesso tempo, di sviluppare un lavoro di successo pur dentro le regole e le strategie, a volte

perfino troppo rigide, imposte dal management aziendale”. Questo, prima, e oggi? “Adesso mi sento libero e in grado di portare avanti questa nuova esperienza, costruendo una organizzazione moderna e aperta ai giovani che intendono cimentarsi nel settore assicurativo”. Che cosa si intende per “modo nuovo ed originale” di condurre questa esperienza, visto che i brokers esistono da sempre ? “La differenza rispetto ad altri intermediari di settore risiede nel servizio di analisi della situazione assicurativa esistente dei clienti e non solo dei loro bisogni. Si raccoglieranno informazioni sulle polizze dei clienti, verrà emesso un report sulla situazione assicurativa in essere, verrà proposta la miglior soluzione possibile in termini di risparmio ed ottimizzazione delle coperture”. Tutto questo vale anche in momenti di crisi come quelli attuali? “È proprio in momenti di crisi che la conoscenza della propria situazione, la diminuzione di sprechi e inefficienze diventano fondamentali. L’aspetto più originale riguarda le piccole e medie aziende, il settore in cui ho pattuito alcuni accordi di particolare interesse con società italiane ed estere. A questo si aggiunge, non di minore importanza, la collaborazione che ho stabilito con Willis, uno dei big del brokeraggio mondiale, aderendo al network WIN”. Quali i vantaggi di WIN? “Grazie a WIN, attraverso la Moschini & Partners, le imprese possono accedere a prodotti e servizi di alta qualità che in genere vengono riservati alle grandi aziende. Non solo, ma ciò si realizza con primarie compagnie assicurative, in tempi rapidi e a prezzi competitivi”.

Moschini & Partners S.R.L. Brokers Assicurativi P. A. Saffi, 31 - 47100 Forli’ Tel. 0543 25925


Il secondo volume delle “52 domenIche In Romagna” Un nuovo viaggio in un territorio che non smette di stupire

le cIttà e I boRghI, la natuRa e la stoRIa, la costa e l’entRoteRRa Le “52 domeniche in Romagna” tornano con un secondo volume che narra il “sapore” dei luoghi e accompagna il lettore verso le mete più insolite e affascinanti per il week-end.

Una guida, organizzata come sempre in 52 itinerari, arricchita dalla segnalazione di curiosità, luoghi nascosti e esperienze suggestive, perché ogni domenica diventi indimenticabile.

Per ordini e informazioni: Tel . 0543.798463 Fax 0543.774044 | info@inmagazine.it | www.inmagazine.it


Creare | Ilario Fioravanti

Inciso

nella

Memoria

testo Sabrina Marin - foto Fabiana Rossi - Viterbo Fotocine Longiano

Di Segni Incisi, è il titolo della mostratributo che Longiano dedica ad Ilario Fioravanti, grande artista recentemente scomparso.

Ad alcuni mesi dalla scomparsa di Ilario Fioravanti, la Città di Longiano e la Fondazione Tito Balestra Onlus, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, la Provincia di Forlì-Cesena e il Museo di Arte Sacra di Longiano, hanno voluto offrire un sentito omaggio all’artista e alla sua opera.
La mostra, prorogata fino al 26 agosto, è ospitata in due sedi: nell’ex chiesa Madonna di Loreto Castello Malatestiano e nell’Oratorio Barocco di San Giuseppe - Museo d’Arte Sacra di Longiano, dove è collocata dal 1996, per volontà

dello stesso Fioravanti, una delle opere a tema sacro più significative dell’artista, il gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto. L’esposizione, curata dai fratelli Flaminio e Massimo Balestra, intende porre in rilievo un aspetto finora meno indagato nel lavoro artistico di Ilario Fioravanti, ovvero la valenza e la peculiarità del suo segno inciso, sia nell’opera plastica sia in quella calcografica. Il segno come registrazione del “gesto”, traccia e orma di una sintesi immediata e necessaria per elaborare e fissare uno stato emozionale

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A fianco, l’ex chiesa Madonna di Loreto, sede espositiva della mostra. In apertura, una delle originali opere di Fioravanti.

Boccaccio & Co per gli 800 anni di piazza Saffi Dal 18 maggio la città di Forlì ha dato inizio alle celebrazioni per gli ottocento anni della sua piazza Saffi con la manifestazione “Intorno alla piazza del Comune. La cultura forlivese fra il XIV e il XV secolo: da Boccaccio e Checco di Meletto Rossi a Biondo Flavio”. Per l’occasione è stata realizzata anche la mostra “La fortuna di Giovanni Boccaccio e Flavio Biondo nel Cinquecento, negli esemplari dei Fondi Antichi della Biblioteca A. Saffi” curata da Antonella Imolesi Pozzi. La mostra rappresenta un primo momento di riflessione sull’opera di Giovanni Boccaccio, di cui nel 2013 ricorre il settimo centenario della nascita. Allestita fino al 28 luglio nella Sala dei Corali della biblioteca, è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,30; sabato dalle 8,30 alle 13. www.cultura.comune.forli.fc.it

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che scava in un affondo nell’intimo, attraverso la percezione e la sua resa grafica. Tracce tanto più indelebili quando incise, graffiate ora con estrema delicatezza ora con un impeto gestuale carico di eccitazione - che non tradiscono mai la dimensione del disegno come “biografia interiore dell’artista”. Oltre ad essere stato uno scultore e un architetto, Fioravanti è stato anche un “disegnatore come pochi” - come amava definirsi - e un incisore piuttosto prolifico (al momento sono 440 i titoli all’incisione catalogati, ma si stima che ancora possano esserci circa un centinaio di incisioni da individuare), il corpus dell’opera incisoria comprende prevalentemente incisioni alla puntasecca, ma anche acqueforti e alcune linoleografie. La selezione di puntasecche, di terrecotte e di maioliche presenti in mostra propone dunque una lettura della sua opera per mezzo del segno come gestualità, la medesima gestualità che lo ha portato a realizzare le sue opere plastiche. Fioravanti non è uno di quegli scultori - come lui stesso afferma-

va - che lisciano e si preoccupano così tanto per la resa del “bello” da smarrire il senso, per lui più necessario e profondo del valore dell’umano: di quella esperienza che della propria fragilità non prova vergogna, ma induce a cose grandi. Non è stato neppure un incisore conforme alle esigenze proprie della calcografia: anzi, ne conosce le tecniche e le motivazioni profonde che la sottendono ma poi finisce per piegarle alla propria volontà espressiva. I tecnicismi lo infastidiscono e le ragioni che lo portano a segnare le matrici divengono altre. Ilario Fioravanti ha nutrito sempre una profonda passione per lo studio dell’arte e ne era un conoscitore non comune (da quella preistorica e rupestre a quella classica, da quella antica a quella moderna e contemporanea, con una particolare attenzione e ammirazione per quella precolombiana e africana), senza però divenirne vittima, come artista, o sentirne soggezione, pur provando un intenso stupore di fronte quelle opere per lui così sorprendenti. www.fondazionetitobalestra.org IN



Raccontare | Un milione di chilometri

Diario di vita

e di

Moto

testo Serena Focaccia – foto Giorgio Sabatini

Al Circolo della Scranna l’evento di anteprima del libro di Loris Camprini dedicato ai suoi viaggi in moto, con lo scopo benefico di supportare la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica

In alto, Loris Camprini, autore di “Un milione di chilometri in moto”, e Matteo Santini, Presidente della Terza Zona della Round Table Italia (Emilia-Romagna). In basso, i partecipanti alla serata nel salone del Circolo della Scranna.

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Ci sono storie che vanno raccontate, storie che parlano di vita vissuta con passione, di gioie, risate, amicizia e, inevitabilmente, anche di dolore. La storia di Loris Camprini, architetto forlivese, è una di queste e il protagonista l’ha condivisa con il folto pubblico che si è raccolto il 24 maggio presso il Circolo della Scranna. L’occasione del ritrovo conviviale era l’anteprima del libro “Un milione di chilometri in moto” (Edizioni IN Magazine “Autori”), in cui Camprini racconta in un diario per parole e immagini la sua grande passione, la moto. In una vita a cavallo delle sue (tante!) moto l’autore ha percorso un milione di chilometri, una cifra che appare smisurata ma che nelle sue parole è fatta di piccoli avvenimenti, di emozioni indimenticabili e di luoghi lontani dagli itinerari turistici convenzionali. Dall’Australia agli Stati Uniti, dall’Irlanda alla Tasmania Camprini traccia un itinerario ideale raccontando con tono affettuoso viaggi all’altro capo del mondo come le bre-

vi corse in moto e costellando la narrazione di episodi divertenti e aneddoti curiosi. La serata ha avuto la presenza virtuale straordinaria di un testimonial di eccezione come Matteo Marzotto, che ha inviato ai presenti un videomessaggio di grande affetto e stima indirizzati all’amico Loris, con cui condivide la passione per i motori e l’impegno in prima linea a fianco della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, ente a cui è andato il ricavato della serata. Serata, come si è detto, esclusiva, piacevole e piena di emozioni, che ha visto raccolti i maggiori Club Service emilianoromagnoli, a partire dalla Round Table che ha organizzato l’evento, in un momento di festa ma anche di riflessione e beneficenza. E alla fine della serata negli occhi dei presenti è rimasta un’immagine indimenticabile: un sorriso insieme a una lacrima, segno di un amore per la vita che non sempre è felice, ma che comunque continua e va vissuta fino all’ultima emozione. IN


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Sfilare | Noemi Visotti

Modella

Rotella

testo Roberta Giurioli – foto Roberto Fucacci

Disabilità e bellezza, binomio possibile. Ad incarnarlo è Noemi Visotti, 35 anni di Fiumana, tra le indossatrici della sfilata promossa a Roma dalla Fondazione Vertical.

Noemi Visotti, 35 anni, abita a Fiumana di Predappio. È su una sedia a rotelle ma questo non le impedisce di essere una giovane donna come le altre. Nel dicembre scorso ha deciso di scendere in pista, anzi in passerella, partecipando a Roma a “Modelle & Rotelle”, prima sfilataevento con indossatrici in carrozzina e non, nata per sostenere le attività della Fondazione Vertical,

impegnata nella battaglia contro le lesioni del midollo spinale.

ha lasciata dormire in macchina…”.

Come sei arrivata alla sfilata?

persone?

“Qualche tempo fa ho realizzato un book fotografico per sostenere che la bellezza può esprimersi anche in una donna disabile. Poi ho contattato il produttore della Fondazione Vertical di Roma, per partecipare alla loro prima edizione della sfilata. Mi piaceva poter dare un messaggio positivo e contribuire alla ricerca sulla lesioni al midollo. Ho così vissuto una grande emozione e mi sono sentita donna: è stato bello provare i vestiti e sfilare con le altre. In fondo la diversità è nella testa di chi si sente disabile o di chi tratta gli altri come disabili. Questo tipo di eventi sono importanti per superare i pregiudizi, aiutare tutti a non giudicare e trattare gli altri con modi sinceri, senza sentimenti di pietà”.

“Con i più giovani è meno problematico, mentre noto che per le persone più anziane è più difficile. Può succedere che ci si senta in imbarazzo e non si sappia che atteggiamento assumere. Io mi accetto ma molti fanno fatica ad essere spontanei e naturali. Gli amici sanno essere molto generosi e fanno il possibile per integrarmi nella loro vita, ma capita che per non rinunciare a qualche attività dalla quale io sarei esclusa magari non mi coinvolgono, ma è comprensibile una certa diffidenza e disagio”.

Come ha reagito la tua famiglia?

“I miei genitori sono stati veramente fantastici, mi hanno sempre lasciato molta libertà e hanno fatto il possibile perché fossi autonoma. Ho un carattere ribelle, e mio padre mi ha tenuto testa esattamente come avrebbe fatto con le altre figlie, entrambe più grandi di me. Una volta sono uscita per l’ennesima volta senza il suo consenso e mi

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Come vivi il rapporto con le altre

Ci saranno stati episodi sgradevoli, ma anche qualche sorpresa positiva...

“Si tratta spesso solo d’ignoranza della nostra condizione. È vero anche che ci vuole sempre un certo spirito di adattamento: quando sono stata in viaggio in Tailandia, ad esempio, ho trovato tanta empatia nelle persone, avevano un sorriso aperto di chi vede oltre le apparenze ed erano pronti a dare una mano in modo spontaneo. Anche alcuni miei amici, poi, mi sorprendono tutti i giorni in modo positivo. Sono felice di averli incontrati”. IN


Martina Anna e Alice indossano occhiali Gucci e Rayban I nostri clienti diventano anche nostri amici.

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Aiutare | Banca del Tempo di Forlì

Dar valore ai

Giorni

testo Valentina Minzoni – foto Giorgio Sabatini

Scambio paritario tra persone, portatrici di bisogni ma anche di risorse da offrire al prossimo. È la filosofia della Banca del Tempo, che anche a Forlì opera attivandosi in vari campi del sociale.

Se è vero che basta una goccia per riempire un oceano, l’idea delle Banche del Tempo sparse ormai in tutta Italia ne è uno degli esempi più concreti e sinceri. Ci si scambia il tempo, quel tempo che spesso si spreca o che si concepisce solo in rapporto al lavoro e alle abitudini consolidate, e si ottiene in cambio un mare, fatto di solidarietà. Sulla base di questi obiettivi opera anche la Banca del Tempo di Forlì, nata nel 1996 su iniziativa del Comune per favorire la solidarietà tra le persone, la coesione sociale, gli scambi di conoscenze e di aiuto fra i cittadini. Come le analoghe esperienze in tutto il territorio nazionale, l’attività si basa sugli scambi di tempo, misurati in ore e senza utilizzo di denaro. Gli iscritti ri-

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lasciano assegni/ora e scambiano prestazioni con altri iscritti in condizione di completa parità, senza differenze basate sulla condizione sociale, economica o professionale di quanti aderiscono. Il tutto in maniera assolutamente libera, tanto che ciascuno può accettare o rifiutare ogni intervento in base alla propria disponibilità. L’idea dunque è che sia possibile uno scambio paritario fondato sul fatto che gli individui sono portatori di bisogni ma anche di risorse da offrire al prossimo, in una rete di solidarietà che offre soluzioni a necessità della vita quotidiana spesso non considerate dal mercato. I campi di attività sono molteplici, ma il nucleo principale è rappresentato da Scambi personali (nel

2011 sono stati 1.061, per un totale di 2.545 ore) e Servizi su progetto (nel 2011, 533 per 1.497 ore). Tra gli scambi ci sono piccoli lavori di aiuto domestico, commissioni di trasporto, attività di cucina, lezioni culturali, cucito e ricamo, oggettistica, decorazioni, azioni per il benessere della persona. Tra i servizi, invece, si attivano collaborazioni con le scuole (accompagnamento alle uscite didattiche, laboratori artistici e manuali), sorveglianza alle mostre, volontariato al Pranzo Patriottico tenuto nel 2011 e al corso di linguaggio dei segni per sordomuti, partecipazione a laboratori e attività con il Centro per le famiglie dove la Banca del Tempo di Forlì ha sede, in viale Bolognesi 23, con ingresso autonomo da via Serra 2. IN


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ISTAM

Centro per la valutazione e l’approfondimento dei fattori di risChio dell’aterosClerosi e dell’inveCChiamento L’aterosclerosi e le sue conseguenze sono ancora oggi un fenomeno diffuso, che incide gravemente sullo stato di salute delle persone che ne sono colpite. L’invecchiamento è un fenomeno che, dal punto di vista medico, richiede un serio impegno professionale se si vuole mantenere efficiente l’organismo che invecchia riducendo il più possibile il rischio di declino cognitivo, fino all’Alzheimer. Negli ultimi 10 anni sono stati fatti passi importanti dal punto di vista della ricerca scientifica per quantificare, con metodologie analitiche sofisticate, quelle situazioni di rischio che possono determinare pericolose situazioni di danno alla salute, e consentire interventi medici di prevenzione e cura moderni ed efficaci. Il punto focale di questo tipo di intervento medico consiste nella possibilità di valutare, nel sangue, quegli indicatori plasmatici e cellulari che limitano lo stress ossidativo, processo che, deteriorando l’equilibrio della funzione cellulare, compromette lo stato di salute generale. Plasma, Eritociti, Linfociti e Piastrine sono i punti dove ricercare: • Le sostanze antiossidanti liposolubili (vit. E, coenzima Q10, beta-carotene, licopene, vit. A) • Le sostanze antiossidanti idrosolubili (vit. C, ticli teinil, acido urico) • Gli antiossidanti non enzimatici (glutatione ridotto, glutatione ossidato) • Il profilo lipidico (colesterolo, colesterolo totale, colesterolo HOL, colesterolo LOL, esteri del

colesterolo, acidi grassi saturi degli esteri del colesterolo, acido arachinodico degli esteri del colesterolo, acido docosaesaenoico degli esteri del colesterolo, fosfolipidi totali, acidi grassi saturi dei fosfolipidi, acido arachidonico dei fosfolipidi, acido docosaesaenoico dei fosfolipidi) • Nelle urine (acido omovanillico, acido vanilmaendelico, acido idrossindolacetico, idrossitriptofolo, acido azelaico). Questi indicatori, tutti o in parte a seconda dei casi, sono estremamente preziosi per valutare, a livello plasmatico e cellulare, lo stato di salute e di rischio reale dell’organismo umano. Essi danno informazioni ulteriori, rispetto ai normali esami di routine, riguardo allo stato di nutrizione; lo stato di stress ossidativi; lo stato di rischio cardiovascolare e aterogenetico; lo stato immunologico; l’approfondimento del rischio di ipercoagulazione da aggregazione piastrinica. Questi indicatori, inol-

Il prof. Terence Leighton, ricercatore Scienze Biotecnologiche, insieme a Silvano Bianchi, amministratore ISTAM.

tre, rappresentano la possibilità più moderna per approfondire, affiancandosi ad altri elementi di diagnosi, la conoscenza di altri fenomeni patologici nei quali si sospetti uno stretto legame fra patologia in atto e danno di membrana. Ciò consente di effettuare interventi terapeutici mirati, qualora vi sia consapevolezza che il ripristino della funzionalità delle membrane cellulari sia determinante per una più efficace attività dei farmaci, soprattutto di quelli che esplicano il loro meccanismo d’azione a livello recettoriale. Ciò è documentato per molti farmaci dell’area neuropsichiatria. In conclusione, si può ritenere che l’approfondimento dell’approccio diagnostico, con la possibilità di fare diagnosi di membrana, rappresenti un ulteriore strumento per intervenire efficacemente sullo stato di salute dell’organismo umano. Il centro rappresenta un importante riferimento per la classe medica, offrendo attrezzature e metodiche analitiche altrimenti costose e complesse. Il medico riceverà una dettagliata refertazione, insieme ad un commento sui risultati analitici. Se necessario, si provvederà ad unire un suggerimento terapeutico tenendo presente che, comunque, il medico rimane l’unico depositario di ogni decisione terapeutica. La diagnosi a livello di membrana cellulare, l’evidenza di modificazioni molecolari e di carenze di quelle sostanze che garantiscono la corretta funzionalità dell’organismo, può consentire un intervento sempre più precoce, per il recupero di una migliore condizione di salute.

ISTAM Via Duca D’Aosta 74, Forlimpopoli (FC) - Tel. 0543 743160 - n.istamforlimpopoli@libero.it


Navigare | Alessandro Zaccheroni

I mercati

nella

Rete

testo Roberta Brunazzi

Il mondo del web marketing presentato da Alessandro Zaccheroni, creatore di Portalidea e Matrimonioinmusica.it. Pronto a fornire nuove idee, strumenti e aggiornamenti su un settore in continua evoluzione.

Il web marketing rappresenta una realtà imprescindibile per le aziende di oggi. Search marketing, social media marketing, portal advertising: sono tante le strade da percorrere per impostare una corretta strategia, in grado di permettere alle imprese di raggiungere sempre più ampi mercati. Ad accompagnarci nel grande mondo della rete è Alessandro Zaccheroni, forlivese, fondatore di Portalidea, web marketing agency nata con l’obiettivo di portare le idee delle aziende sul web, così come recita il payoff dell’agenzia, che è “Portalidea… porta le tue idee sul web” (www. portalidea.it). Cominciando dalla creazione di siti web e piattaforme cms in diverse tecnologie, negli anni si è specializzato nel marketing sui motori di ricerca e sui social

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network, sviluppando anche pro-

getti verticali legati a diversi settori. Con esperienza decennale nel campo del web marketing al servizio delle aziende, Zaccheroni sviluppa oggi varie strategie di visibilità sul web con una visione rivolta al futuro. E sulle pagine di Forlì IN fornirà nuove idee, strumenti e aggiornamenti sulle novità del settore. Nella rubrica web di IN Magazine si parlerà di SEO, SEM, Social Network - parole che possono sembrare criptiche, ma che diventeranno più chiare nei prossimi interventi) e altri temi legati al mondo del web marketing, in continua evoluzione. Nel prossimo numero, in particolare, sarà presentato il social network che sta recentemente avanzando a grandi passi nel mondo business. Non di solo web vive però l’attività

di Alessandro Zaccheroni. Cantautore e appassionato di musica, nel 2005 ha creato Matrimonioinmusica.it, punto di riferimento per gli sposi che cercano sul web un artista per il loro matrimonio. Oggi conta più di 170 artisti a livello nazionale, numerose attività legate al mondo del matrimonio ed oltre 300 richieste di preventivo al mese. Con artisti pronti ad esibirsi anche per altri tipi di eventi come feste di Capodanno, San Valentino, feste di laurea, eventi aziendali, ecc. Il segreto del successo? Il costante lavoro sul posizionamento organico del sito sui motori di ricerca, l’utilizzo di Facebook (la pagina ufficiale su Facebook conta oltre 5.300 fans) e degli altri social network per aumentare il tam tam in rete (www.matrimonioinmusica.it). IN


Filippide il Maratoneta

Un atleta che ha fatto la storia, come non è mai stata raccontata di Saverio Scozzoli

“Le vele persiane gonfie di vento si allontanavano verso l’orizzonte, ma Filippide aveva iniziato a correre...”


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