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12 - 13 - 14 FEBBRAIO 2025
Piscine e spa, fitness e wellness club, prodotti e soluzioni per l’outdoor. Dal 12 al 14 febbraio 2025 Bologna si conferma capitale del Leisure, raggruppando in un unico appuntamento fieristico e congressuale tre eventi ad alto tasso di specializzazione: ForumPiscine, ForumClub e Outex - Outdoor Experience. Il risultato è XLeisure, un entusiasmante ampliamento di prospettive che moltiplica le opportunità di business, formazione e networking tra le community nazionali e internazionali dei rispettivi settori.
11_EDITORIALE / 12_NEWS /
18_FORUM / XLEISURE: CI SIAMO!
a cura della redazione
30_GESTIONE / DEFINIRE E MISURARE GLI OBIETTIVI di Simona Pergolesi
È il momento di fissare obiettivi quantitativi e qualitativi. Un’attività fondamentale e prioritaria in quanto da essa dipende ogni scelta strategica, organizzativa e gestionale
È tutto pronto per l’evento dell’anno dedicato all’intera filiera dell’universo fitness, wellness, sport e piscine, indoor e outdoor. XLeisure accorpa e valorizza tre eventi fondamentali per gli operatori come ForumClub, ForumPiscine e Outex.
24_PRIMO PIANO ITALIA / QUINTO POTERE
a cura di Davide Venturi
Body Studio, istituzione del fitness e del wellness a Palermo, ha aperto il suo quinto club recuperando una sala cinematografica degli anni Cinquanta. La parola a Giorgio Trupiano, responsabile della comunicazione del neonato Body Studio Fiamma.
36_MARKETING /
9+1 CONSIGLI DI MARKETING PER IL 2025
di Carmine Preziosi
Carmine Preziosi anticipa l’uscita del suo manuale Fitness Marketing Pro condividendo strategie fondamentali per trasformare il club in un punto di riferimento nel mercato del 2025.
42_SOSTENIBILITÀ / COMUNICARE LA SOSTENIBILITÀ
di Marco Magnani
Dopo aver illustrato i vantaggi della sostenibilità aziendale per i club, analizziamo i benefici della comunicazione e del marketing della sostenibilità, anche tramite una case history emblematica.
48_RISORSE UMANE / GUARDA IL MONDO
CON GLI OCCHI DELL’ALTRO! di Paolo Evangelista
Le risorse umane, trainer in primis, possono giocare un ruolo chiave per il successo dell’azienda-club nell’ambito di un sistema grazie al quale la qualità del servizio è percepita dagli iscritti e giustifica prezzi più elevati.
56_SPA MANAGEMENT / VENDERE SPA E FITNESS
CON IL CROSS-SELLING di Giorgia D'Autorio
Questo terzo articolo della serie dedicata alla gestione redditizia dell’area spa e beauty del club illustra il potere del cross-selling per incrementare le vendite di servizi benessere complementari a quelli fitness.
60_SPAZIO PISCINA / IL GIOCO DELL’ACQUA di Andrea Muzzarelli
Gli spray park possono essere facilmente inseriti in fitness/wellness club e centri sportivi dotati di area piscina da rinnovare o di una zona inutilizzata o da riconvertire. Il segreto del loro successo? Attrattività, accessibilità, interattività.
66_NORMATIVE / ESENZIONE IMU E IMPIANTI SPORTIVI di Biagio Giancola
Facciamo il punto sulla difficile esenzione dell’Imposta Municipale Unica per gli immobili posseduti e utilizzati da Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche.
70_AZIENDE E PRODOTTI / 74_APPUNTAMENTI /
76_PERCORSI /
12 - 13 - 14 FEBBRAIO 2025
26th International Congress & Expo for Fitness, Sport and Wellness Clubs
BolognaFiere pad. 21-22
the sport & recreation factory PART OF
L’unico evento italiano 100% B2B per la community dei centri sportivi, fitness e wellness club, amplifica il proprio potenziale di business e networking nell innovativa cornice di XLeisure, format che prevede lo svolgimento in concomitanza di ForumPiscine e Outex - Outdoor Experience. Una full immersion imperdibile per esplorare le grandi potenzialità di un mercato in progressiva espansione.
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è un progetto
Finalmente ci siamo. Dopo mesi d’intenso lavoro, è tutto pronto per l’edizione 2025 di XLeisure, la piattaforma espositiva e culturale rivolta all’universo leisure, animata da tra eventi complementari tra loro come ForumClub, ForumPiscine e Outex
Finalmente ci incontriamo. Nel momento e nel posto ideale per dar forma, insieme, al proseguo di una stagione partita con il piede giusto, e per proiettarci verso un futuro promettente e al tempo stesso esigente. Un futuro che porta con sé interessanti opportunità, ma alla portata solo di chi è adeguatamente “attrezzato”, in primo luogo sul piano culturale. Un futuro alla portata d’imprenditori e professionisti che mantengono il passo con l’evoluzione del loro mondo e al tempo stesso contribuiscono al suo sviluppo.
XLeisure è un appuntamento che non potete mancare perché siete voi, insieme ad aziende ed “esperti”, i protagonisti dei comparti fitness, wellness, piscine e sport (indoor e outdoor), ovvero dei pianeti dell’universo leisure
I motivi per essere a Bologna il 12, 13 e 14 febbraio sono tanti e forti, come spiegato in modo approfondito nell’articolo dedicato all’evento dell’anno che incontrerete poche pagine più avanti. Toccare con mano le ultime novità dei maggiori brand di un variegato mercato che si rinnova (e innova) costantemente, seguire i numerosi convegni ad accesso gratuito proposti in un’area espositiva tutta da esplorare, scoprire gli eventi e le iniziative speciali, interagire con altri operatori provenienti da tutt’Italia e, perché no, partecipare al congresso internazionale, di altissimo livello, di ForumClub, sono ottime ragioni per essere a Bologna dal 12 al 14 febbraio. E il modo migliore per “prepararsi” a questa imperdibile trasferta è leggersi con attenzione questo primo numero dell’anno, come sempre denso di contenuti che sono certo soddisferanno le vostre aspettative.
Vi aspetto a XLeisure!
Roberto Maestrami
Il benessere è la motivazione più forte che induce gli italiani a svolgere esercizio fisico e sport, specialmente tra i più giovani. Il 64% degli italiani che svolgono attività fisica (percentuale che sale al 68% tra gli under 25) lo fa per star bene mentalmente. È quanto emerge dallo studio Sportivi & Consumi – recentemente condotto dall’Istituto di ricerca sociale e marketing Eumetra – che fotografa le abitudini degli italiani sul fronte dell’attività motoria (chi pratica attività sportiva/fitness almeno una volta alla settimana). Fino a poco tempo fa, la partita di calcetto settimanale con gli amici era per gli uomini
la principale occasione di movimento, oggi le discipline più praticate nel nostro Paese sono lo yoga e il Pilates (1 volta alla settimana per il 12% del campione), ovvero attività incentrate sul benessere psicofisico che superano, per popolarità, persino il nuoto. Lo studio Eumetra traccia inoltre quattro identikit di persone, distinte tra loro da caratteristiche sociodemografiche e comportamentali ben definite. Il 41% degli attivi può essere classificato come “fanatico”: si tratta in prevalenza di uomini, sui 40 anni, che vivono in contesti urbani, praticano diversi sport più volte alla
settimana, sacrificando spesso la pausa pranzo. Particolarmente attenti all’alimentazione, si concentrano sull’aspetto competitivo e sul miglioramento delle prestazioni. Il 17%, in prevalenza giovani under 25, considera lo sport sinonimo di prestanza e predilige le discipline individuali che pratica spinto dalla passione e dalla voglia di migliorarsi. Il 23% rientra nella categoria “riparatore”, o meglio riparatrice, visto che interessa prevalentemente donne che praticano attività fisica per questioni di peso e salute. Non particolarmente soddisfatte del proprio aspetto, considerano lo
sport e il fitness anche come un momento di svago e un’occasione per dedicare del tempo a sé stesse. Infine, il 20% del campione sondato si muove spinto dal semplice bisogno di muoversi. Questa fascia è composta in prevalenza da persone mature, over 55, ancora attive, che si dedicano all’attività sportiva/motoria per prevenire gli acciacchi dell’età, ma anche per socializzare e condividere momenti di svago.
L’Associazione Professionisti Pilates in Italia (APPI) ha recentemente ottenuto, grazie al supporto di Confcommercio Professioni, i codici ATECO per la professione d’insegnante e per lo studio di Pilates. Sono in vigore dal 1° gennaio 2025 e verranno adottati operativamente a partire dal 1° aprile 2025. Un risultato storico grazie al quale la professione d’insegnante di Pilates è maggiormente definita come un’attività economica ben delineata, con una propria precisa identità. L’ottenimento del codice ATECO per lo studio di Pilates sancisce una fondamentale differenziazione rispetto ad altre strutture dedicate all’attività fisica, come i centri fitness. E il fatto che il codice relativo agli studi di Pilates includa i centri in cui si
pratica yoga e thai chi conferma che l’attività ideata da Joseph Pilates è considerata una disciplina del movimento legata a principi filosofici e olistici e non uno sport, come stabilito anche dal CONI con la delibera del Consiglio Nazionale, entrata in vigore nel 2018, che ha escluso il Pilates dalle discipline sportive ammissibili. Il settore del Pilates sta vivendo una fase di grande sviluppo nel nostro Paese e l’identificazione univoca di questa attività attraverso i due nuovi codici ATECO fa chiarezza, facilitando l’apertura di una posizione IVA e di uno studio di Pilates, rendendo inoltre possibile accedere a bandi e ottenere agevolazioni.
L’ATECO, per chi non lo sapesse, è la classificazione delle attività economiche adottata
Secondo le previsioni, il mercato dell’intelligenza artificiale applicata allo sport crescerà notevolmente nei prossimi anni, passando da 1,03 miliardi di dollari (valore stimato nel 2024) a 2,61 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto pari al 16,7% fino al 2030. Il mercato dell’intelligenza artificiale interessa anche il mondo sportivo, cambiando profondamente il modo in cui si praticano le varie discipline grazie al ricorso, anche sperimentale, all’intelligenza artificiale generativa e all’analisi predittiva. L’analisi delle prestazioni basata sull’intelligenza artificiale sta trasformando il monitoraggio degli atleti e le strategie di gioco, consentendo alle squadre di ottimizzare le tecniche di allenamento e migliorare le prestazioni dei giocatori. Vengono ad
esempio utilizzati strumenti basati sull’intelligenza artificiale per monitorare i livelli di forma fisica degli atleti, analizzare i loro movimenti durante il gioco e configurare programmi d’allenamento su misura, migliorando le prestazioni e prevenendo gli infortuni. L’intelligenza artificiale generativa sta inoltre “potenziando” le esperienze degli appassionati tramite interazioni personalizzate rese possibili da strumenti come replay virtuali, realtà aumentata (AR) e tour virtuali, rendendo gli eventi sportivi più coinvolgenti e interattivi.
È quanto emerge dal rapporto pubblicato da MarketsandMarkets, piattaforma di intelligence competitiva e ricerche di mercato statunitense, che presenta i risultati della sua recente ricerca con la quale ha fatto luce sull’impatto dell’intelligenza artificiale
dall’Istat per finalità statistiche, ovvero per la produzione e la diffusione di dati statistici ufficiali. A livello nazionale, la classificazione è utilizzata anche per altre finalità di natura amministrativa, tra cui, ad esempio, quelle fiscali. Il codice ATECO 85.51.01 è stato attribuito per l’insegnamento
di Pilates erogato da istruttori e insegnanti indipendenti, mentre il codice ATECO 93.13.01 è stato attribuito per lo studio di Pilates.
Per maggiori informazioni, contattare APPI: tel. 331.8635728 info@appi-italia.com www.appi-italia.com
nel mercato dello sport. L’adozione dell’intelligenza artificiale da parte di associazioni sportive, squadre e media rende possibili operazioni più snelle, una migliore gestione del pubblico e un maggiore coinvolgimento dei fan. Sistemi avanzati come l’analisi calcistica basata sull’intelligenza artificiale di AWS per la Bundesliga mostrano come l’intelligenza artificiale stia diventando
indispensabile anche nello sport in quanto consente un processo decisionale più intelligente, migliora le prestazioni degli atleti e crea esperienze coinvolgenti per gli appassionati. È in atto un cambiamento paradigmatico nel settore dello sport nel quale tecnologia e tradizione si fondono. E c’è da aspettarsi che lo stesso accada nel mondo del fitness, del benessere e della salute.
Le Linee di indirizzo sull’attività fisica, con Accordo StatoRegioni, sono state recentemente aggiornate dal Ministero della Salute. Il Tavolo di lavoro per la promozione dell’attività fisica e la tutela della salute nelle attività sportive, istituito nel 2019, ha stilato la revisione delle raccomandazioni per le persone con diabete mellito, sottoposte a trapianto e con patologie muscoloscheletriche. In continuità con le precedenti linee del 2019 e del 2021, il documento, che funge da strumento utile per i decisori, gli operatori sanitari e gli stakeholder interessati alla
Il governo del Regno Unito ha recentemente pubblicato un White Paper con il quale definisce i piani per far tornare al lavoro milioni di persone e migliorarne lo stato di salute e, di conseguenza, l’occupabilità. Un’iniziativa necessaria visto che 2,8 milioni di cittadini britannici sono inattivi economicamente a causa di una malattia di lunga durata. Get Britain Working, questo il titolo del Libro Bianco, definisce una nuova politica finanziata con 240 milioni di sterline per creare un sistema congiunto di aiuto e supporto che consentirà di analizzare le cause profonde per le quali tante persone non lavorano. Le malattie di lunga durata stanno penalizzando seriamente l’economia del Regno Unito, provocando un aumento dei costi sanitari e rendendo difficile per le aziende il reperimento di risorse umane. Inoltre, più di nove milioni di adulti britannici non sono in possesso delle competenze basilari necessarie oggi per lavorare, e un giovane su otto non studia. L’obiettivo dell’Esecutivo d’Oltremanica è raggiungere un tasso di occupazione pari all’80%, ovvero inserire due milioni di persone nel
promozione dell’attività fisica, sottolinea quanto sia importante attuare programmi di attività fisica personalizzati tramite differenti figure professionali sinergiche tra loro.
Per scaricare le nuove Linee di indirizzo sull’attività fisica inquadra il QR Code
mondo lavoro. Un obiettivo che richiede riforme radicali. Downing street afferma di voler dare a tutti l’opportunità di avere un lavoro sicuro e gratificante e che ciò implica anche migliorare le condizioni di salute delle persone. Questo processo sarà guidato da una revisione (indipendente) del ruolo giocato dai datori di lavoro britannici nella promozione di luoghi di lavoro sani e inclusivi il cui fine è impedire che le persone si ammalino sul lavoro promuovendo luoghi di lavoro sani. Questo processo, che durerà fino al secondo trimestre del 2025 coinvolgendo datori di lavoro, dipendenti, sindacati, esperti sanitari, persone disabili
e persone con problemi di salute, integrerà le riforme Make Work Pay recentemente annunciate dal governo (affronteranno il problema dell’insicurezza lavorativa e favoriranno l’espansione del lavoro flessibile).
Liz Terry, editore della rivista Health Club Management, si è fatta portavoce del settore composto da fitness club e centri sportivi dicendo di accogliere con favore questa importante iniziativa governativa per migliorare il benessere sul posto di lavoro e la prosperità della nazione, sottolineando al tempo stesso il fallimento dell’attività di lobbying del settore fitness e wellness in quanto le parole “esercizio”, “attività fisica”
e “stile di vita” non sono menzionate nemmeno una volta nel Libro bianco Get Britain Working. «Quando il Governo pensa a come migliorare la produttività della nazione – ha detto –, vogliamo che il settore del fitness, del benessere e della salute sia al primo posto nei suoi pensieri. Il nostro comparto ha avuto un notevole successo nel supportare le persone a tornare al lavoro attraverso iniziative molto efficaci, come l’eccellente MSK Hubs guidata da UK Active. È un peccato che nel Libro Bianco non ci sia alcun riferimento a questo programma e al suo potenziale». (foto Nick Kane su Unsplash)
Gli esperti dell’Health & Fitness Association (HFA, ex IHRSA) hanno recentemente svelato i principali trend rilevati nel corso del 2024 nel mercato statunitense dei fitnesswellness club, illustrati da Julie King in un articolo recentemente pubblicato dalla rivista Club Business International del quale riportiamo una sintesi. Nel primo trimestre del 2024, il numero di accessi ai fitness club a stelle e strisce è aumentato del 60% rispetto allo stesso periodo del 2023 e l’utilizzo del servizio di personal training è cresciuto del 78%. Inoltre, il Global Wellness Institute (GWI) ha reso noto che il mercato globale del benessere è cresciuto notevolmente, facendo registrare un giro d’affari pari a 5,6 trilioni di dollari che, secondo le previsioni, raggiungerà gli 8,5 trilioni entro il 2027.
Una delle maggiori operazioni avvenute nel 2024 è stata la fusione tra Orangetheory Fitness (OTF) e Self Esteem Brands (SEB) dalla quale è nato un colosso che ora conta quasi 7.000 club in franchising ubicati in 50 paesi, per un fatturato complessivo pari a 3,5 miliardi di dollari. Il segmento di mercato High Value-Low Price (sinteticamente HVLP) è in fermento, in primo luogo grazie ai brand Planet Fitness, Crunch ed EōS Fitness. E anche i marchi di lusso, tra i quali spiccano Life Time ed Equinox (quest’ultimo propone l’abbonamento annuale Optimize a 40.000 dollari), stanno prosperando. I club appartenenti alla fascia media del mercato sono dunque schiacciati tra i due estremi e dovranno pertanto riposizionarsi definendo con attenzione la propria offerta e il proprio listino prezzi. Nel settore si è inoltre diffuso un approccio olistico che va oltre il semplice fitness, includendo recupero e guarigione, salute mentale e longevità. Da alcuni sondaggi è emerso che per un numero crescente di statunitensi un migliore stato di salute
e la longevità sono più importanti del miglioramento dell’aspetto fisico. I club hanno dunque l’opportunità di evolversi, trasformandosi da semplici strutture dedicate alla trasformazione esclusivamente fisica a strutture dedicate al recupero fisico e mentale, alla meditazione, alla gestione dello stress e alla consapevolezza. Stimolata soprattutto dalla pandemia, l’Health & Fitness Association sta incoraggiando e sostenendo il settore fitness a diventare un attore protagonista del sistema sanitario preventivo, lanciando campagne come Get Active, rivolta alle comunità bisognose, e al contempo si sta allineando con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per migliorare la salute a livello globale promuovendo il regolare svolgimento di attività fisica e altre sane abitudini. I club possono collaborare con operatori sanitari nel trattamento di pazienti con varie patologie e di persone che devono perdere peso. Life Time, ad esempio, alla fine del 2023 ha lanciato i suoi servizi personalizzati di ottimizzazione della salute chiamati MIORA,
mentre Xponential Fitness ha acquisito, nel gennaio 2024, Lindora, società specializzata in soluzioni per la perdita di peso e il benessere basate su un approccio medico. L’inclusività è un altro trend in ascesa e i club multigenerazionali hanno molteplici opportunità di sviluppo. Per coglierle, devono trasmettere messaggi, e proporre attività, in sintonia con ogni fascia generazionale, a partire dagli anziani visto che il loro numero, anche negli Stati Uniti, è in costante e rapido aumento (Pew Research stima che entro il 2030 uno statunitense su cinque avrà più di 65 anni). Dovranno creare spazi confortevoli e accoglienti per i senior, mettendo a loro disposizione professionisti e programmi specializzati, oltre alla possibilità di socializzare. All’estremo opposto dello spettro generazionale ci sono i giovani della Generazione Z per i quali il benessere sembra essere diventato una priorità assoluta. I club possono conquistarli tramite attività in grado di soddisfare le loro esigenze e professionisti giovani con i quali possano sentirsi in sintonia.
Il trend dell’inclusività riguarda inoltre persone con disabilità o affette da malattie croniche alle quali gli operatori del nostro settore possono rivolgersi con successo specializzandosi in ambiti specifici, come il movimento funzionale, l’esercizio correttivo, il coaching per il cambiamento comportamentale e le attività pre e post riabilitazione. La tecnologia e l’intelligenza artificiale hanno iniziato ad affermarsi per migliorare l’esperienza degli utenti dei club, creando programmi, promozioni e consigli personalizzati. Le soluzioni hi-tech applicata al fitness, in special modo i dispositivi indossabili e le piattaforme basate sull’intelligenza artificiale, forniscono approfondimenti personalizzati e feedback in tempo reale, impiagabili anche in ambito medico. L’intelligenza artificiale è inoltre sempre più utilizzata, anche dagli operatori di club, per l’analisi predittiva sui comportamenti dei consumatori, con effetti positivi sulle vendite e sulla fidelizzazione. (foto di Brad Neathery su Unsplash)
Il sempre maggiore successo riscosso dai parchi calistenici, progettati per esercizi a corpo libero, yoga e allenamenti di gruppo, riflette il crescente
desiderio di combinare fitness e partecipazione comunitaria negli spazi pubblici. Molto più che un semplice spazio per esercitarsi, questi parchi
rappresentano veri e propri ambienti accessibili, funzionali e sicuri che promuovono la salute, il benessere e la socializzazione. I criteri progettuali che li ispirano sono gli stessi di parchi giochi e di altre strutture per la pratica sportiva all’aperto: promuovere partecipazione, permettere la massima accessibilità, incoraggiare l’attività fisica, plasmare un modo diverso di interagire con l’ambiente naturale. Anche l’obiettivo è comune: servire la comunità arricchendo il paesaggio urbano. L’idea di combinare spazi urbani con aree funzionali – riconducibile al lavoro dell’architetto olandese Aldo van Eyck (1918-1999) – ha svolto un ruolo determinante
nell’ascesa dei parchi calistenici, caratterizzati da minimalismo, forme geometriche e design personalizzato. I criteri architettonici essenziali che dovrebbero sempre essere inclusi nella progettazione di un parco calistenico sono tre: accessibilità, sicurezza e funzionalità. L’accessibilità è un criterio irrinunciabile per garantire la fruibilità di queste strutture da parte del pubblico senza significativi limiti di età e capacità fisiche (dai principianti agli atleti avanzati). Non è dunque un caso che questi spazi outdoor attrezzati siano solitamente collocati in aree centrali e molto accessibili della città, spesso all’interno di ampi parchi pubblici.
In Italia, quasi sette impianti sportivi su dieci sono di proprietà pubblica e, nel caso d’impianti di medie e grandi dimensioni, la quota di titolarità pubblica arriva al 90%. Se a questo si aggiunge che, per la prima volta nella storia, nel 2023 lo sport italiano ha rappresentato il principale capitolo di spesa nelle politiche d’investimento locali, il quadro complessivo di recente tracciato dall’Istituto per il credito sportivo e culturale (ICSC) rivela un potenziale che merita di essere valorizzato. Presentando i risultati dello studio intitolato Investimenti in infrastrutture sportive. Sbloccare il potenziale inespresso, l’ICSC spiega che “gli enti locali rappresentano i principali promotori di investimenti in infrastrutture sportive” puntualizzando come il 2023 sia stato un anno record: i comuni hanno fatto ricorso a oltre 350 milioni di euro per la realizzazione di impianti, contro i 287 milioni utilizzati nei trasporti e i 271 assegnati a progetti di edilizia residenziale sociale. Nel periodo 201923, le infrastrutture sportive hanno assorbito il 22% dei finanziamenti contratti dagli
enti locali per l’attuazione di opere pubbliche per un valore totale di oltre 1,3 miliardi di euro. Tuttavia, “gli investimenti che riguardano impianti sportivi di grandi dimensioni assorbono solamente l’1% dei finanziamenti destinati al settore sportivo». L’indagine ha inoltre rilevato “una netta prevalenza di progetti di piccole-medie dimensioni, fino a 500mila euro, che hanno rappresentato oltre il 70% delle iniziative finanziate tra il 2019 e il 2023”. E una quota importante d’investimenti si concentra addirittura nella fascia dei micro-interventi sotto i 60mila euro. La metà dei finanziamenti
erogati nello stesso periodo è stata richiesta per operazioni di ristrutturazione degli impianti, inclusi gli interventi di efficientamento energetico (6% dei progetti attivati).
In generale, la criticità più importante del parco impianti emersa dallo studio è l’alto grado di obsolescenza: la maggior parte delle infrastrutture è stata costruita prima del 1980, con un quarto degli impianti realizzato prima del 1940. Anche gli stadi di calcio di serie A e B (in maggior parte di proprietà pubblica) hanno un’età media (oltre 60 anni) nettamente superiore a quelli di
altri paesi europei (35-38 anni nel caso degli stadi tedeschi e inglesi). Anche il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, intervenendo alla recente cabina di regia sulla valorizzazione degli immobili pubblici, ha sottolineato “il grande valore, sociale ed economico, delle infrastrutture sportive pubbliche, la loro funzione educativa e di promozione del benessere psicofisico”. Un patrimonio che merita di essere valorizzato molto di più attraverso investimenti mirati a una visione strategica di lungo termine. (Foto Freepik)
Il fatturato delle 317 terme italiane è stato, nel 2023, pari a 1 miliardo e 647 milioni di euro, cifra che colloca il nostro Paese fra le principali mete del turismo per la salute e il benessere. Più del 90% di queste strutture è convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e il fatturato generato da cure gestite attraverso la sanità pubblica, sempre nel 2023, è stato di 101 milioni di euro. È quanto emerge dal rapporto sull’health tourism in Italia recentemente presentato da Federterme in occasione del lancio di Italcares, il portale digitale per lo sviluppo del turismo medicale. Federterme stima che negli ultimi anni il settore abbia registrato un tasso di crescita annuale medio pari a circa il 20%, dando un contributo importante all’economia italiana, generando una spesa turistica stimata in quasi 89 miliardi di
euro nel 2023 (+23% rispetto al 2022). Il trend è positivo anche a livello europeo: stando ai dati diffusi da Mordor Intelligence, il turismo sanitario è destinato a crescere fino a raggiungere
un valore pari a 36 miliardi di dollari entro il 2029, con un tasso di crescita medio annuale del 18%. Questi dati fotografano un trend che da alcuni anni interessa anche il settore del
fitness e del wellness, dunque fitness club, centri sportivi e studi: la crescente attenzione prestata dalle persone alla salute e al benessere.
(Foto: Freepik)
È tutto pronto per l’evento dell’anno, ad accesso gratuito, dedicato all’intera filiera dell’universo fitness, wellness, sport e piscine, indoor e outdoor. XLeisure accorpa e valorizza, in un’unica stimolante piattaforma, tre eventi fondamentali per gli operatori come ForumClub, ForumPiscine e Outex
XLeisure - the sport & recreation factory si rivolge a tutti coloro che intendono realizzare, ristrutturare, ampliare o aggiornare una struttura dedicata all’esercizio fisico, al relax, alla salute e al benessere, a secco e in acqua, indoor e outdoor, dunque a imprenditori e professionisti di fitness-wellness club, centri sportivi, piscine e strutture ricettive di vario tipo. Unendo ForumClub, ForumPiscine e Outex-Outdoor
Experience (evento dedicato alla progettazione, all’allestimento e alla fruizione degli spazi outdoor), XLeisure si propone come fiera-convegno B2B che, in un unico spazio espositivo e culturale, accoglie i principali attori del mondo piscine, outdoor, fitness, wellness e sport fornendo loro tutte le risposte necessarie per gestire, in modo efficace e redditizio, il proprio business.
UNA FIERA ESCLUSIVA
Dal 12 al 14 febbraio 2025, i padiglioni 21 e 22 di BolognaFiere propongono il meglio dell’offerta italiana e internazionale in fatto di prodotti e soluzioni per l’universo leisure tramite circa 150 aziende espositrici, tantissimi momenti formativi ed eventi speciali. Un grande spazio interattivo ad accesso gratuito (previo accredito) nel quale i visitatori possono toccare con mano prodotti, soluzioni, tendenze, tecnologie e servizi, nonché suggestive installazioni scenografiche e live show. Il luogo e il momento perfetti per scoprire tutte e novità riguardanti attrezzi professionali per il fitness e il Pilates, software gestionali, soluzioni tec-
nologiche all’avanguardia per fitness club e centri sportivi, complementi d’arredo, tecnologie per la costruzione, il funzionamento e la gestione della piscina, rivestimenti, attrezzature per l’allenamento in immersione, giochi d’acqua, soluzioni ludiche come gonfiabili, dispositivi e soluzioni per la spa e il relax. La presenza dell’intera filiera del fitness/wellness, dell’outdoor e della piscina all’interno di un ambiente altamente professionale moltiplica le occasioni di aggiornamento, business e networking per chiunque voglia investire e fare impresa nel settore.
FORUMCLUB:
UN PUNTO DI RIFERIMENTO
ForumClub si conferma l’evento formativo di riferimento in Italia per gestori e proprietari di fitness/wellness club e centri sportivi, inserito in una fiera che consente di scoprire le ultime attrezzature presentate dalle aziende leader del comparto, così come i nuovi servizi per rendere il proprio club più competitivo, estendere la propria rete di conoscenze e saperne di più sulle “regole del gioco” per consolidare la propria posizione di mercato o, ancora, per acquisire nuovi strumenti per motivare il proprio staff e fidelizzare i propri clienti. ForumClub è tutto questo e molto di più. Il nuovo format del Congresso a pagamento risponde a una duplice esigenza: migliorarne la fruibilità da parte di un pubblico sempre più professionale ed esigente, e arricchirne la dimensione conviviale regalando nuove opportunità per divertirsi e fare networking. Gli iscritti saranno a tu per tu
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con relatori di altissimo livello – da Mario Barbosa, CEO della catena spagnola GOfit che sta entrando nel mercato italiano, a Sebastiano Zanolli, esperto di marketing e gestione del cambiamento che ha ricoperto ruoli dirigenziali in aziende come Diesel e Adidas; da Massimo Bustreo, docente universitario, consulente in psicologia del lavoro e dei consumi, TEDx Speaker e trai massimi esperti italiani nel campo della comunicazione, a Dave Courteen, proprietario e gestore di club indipendenti di grande successo che l’autorevole rivista Health Club Management ha definito “una leggenda del settore”.
Il “dream team” di esperti si completa con Elena Pattini, TEDx Speaker, psicologa,
docente universitaria di Neuroscienze e collaboratrice di Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni specchio, e Roberto Tiby, autore di oltre 30 pubblicazioni e tra i massimi esperti di vendita nel settore fitness (e non solo). Contenuti molto concreti saranno inoltre offerti da imprenditori del settore e proprietari di club che, numeri e strategie alla mano, condivideranno le loro case history di successo, moderati da Paolo Grosso, uno dei massimi conoscitori delle dinamiche che presiedono all’efficace e redditizio funzionamento dell’azienda-club, e Igor Castiglia, presenter e formatore di caratura internazionale. Si tratta di Alex Morsellino, co-fondatore e CEO dello studio di personal training Nou-
Il futuro del settore piscine, sport e fitness: un’indagine Sportclubby in esclusiva per ForumClub Biagio Bartoli Gianluca Scazzosi 12/02 10.45-11.45
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Lavoro sportivo e sicurezza: gestire il personale e l’impianto sportivo/ club nel rispetto della recente riforma e delle norme vigenti
Convegno CIWAS (Confederazione Italiana Wellness e Attività Sportive per la Salute): Analisi dei trend mondiali e come ottimizzare le entrate (di centri fitness e sportivi)
Gianluca Scazzosi 14/02 10.15-11.15
Danilo Casadei Pierpaolo Clerico 14/02 12.00-12.30
Relatori in corso di definizione 13/02 15.30-16.30
Paolo Finestra Gerardo Ruberto 14/02 12.00-13.00
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Alberto Succi 12/02 12.00-13.00
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PROGRAMMA OPEN E I PROFILI DEI RELATORI
XLeisure 2025 ospita l’isola esperienziale “Outdoor Leisure”, progettata dall’Architetto Marco Minari e realizzata grazie agli sponsor tecnici GEA e GREEN POWER SERVICE
ra di Trieste; Antonella Nifosì, proprietaria e CEO di Base Club di Comiso; Alessio Nencetti, fondatore e proprietario del network toscano centri Universo, composto da 5 club; e Viviana Venticinque, proprietaria e general manager del centro sportivo Sun Club di Siracusa.
EVENTI SPECIALI
Carmine Preziosi, esperto di web e social media marketing, presenterà il suo nuovo libro Fitness Marketing Pro allo stand di Editrice Il Campo mercoledì 12 febbraio alle ore 12.45 e giovedì 13 febbraio alle 13.15. Denso di tantissime informazioni pratiche per pianificare e rivedere le proprie strategie di marketing, il volume è pensato per chi vuole fare la differenza nel mercato del fitness e include una raccolta di case history pensate per offrire suggerimenti concreti e immediatamente applicabili (leggi in questo numero l’articolo con il quale Preziosi introduce le tematiche di questo utilissimo manuale).
La prima giornata di ForumClub sarà molto speciale anche grazie a una serata fuori dagli schemi, pensata per sorprendere e divertire. Dopo un “inconsueto” tour dedicato alle zone più affascinanti e celebrate di Bologna, gli iscritti al Congresso chiuderanno la giornata con una experience dinner nel cuore pulsante della Bologna medievale, insieme ai relatori. Una serata imperdibile anche in chiave networking, condivisa con professionisti, imprenditori e consulenti di altissimo livello. La partecipazione è garantita solo fino a esaurimento posti: ne sono rimasti pochissimi.
Narratrice, coordinatrice della giornata: Micaela Stecca
10.00-12.30
L’arte della collaborazione: strategie per team di successo
Sebastiano Zanolli
11.30-12.30
In principio era il Verbo. Ovvero, l’arte del raccontar storie
senza raccontarsi storie
Massimo Bustreo
14.30-16.30
Qui si Vende! Superare una volta per tutte gli errori tipici della vendita nei centri fitness sfruttando il buon senso e il contro-senso
Roberto Tiby
17.00-17.45
La Customer Care nell’era dell’Automazione (Think Tank)
Alex Morsellino, Antonella Nifosì, Alessio Nencetti, Paolo Grosso (moderatore)
19.00-23.00
Experience City Tour and Dinner
Iscriviti in pochi click inquadrando il QR Code
Narratore e coordinatore della giornata: Edoardo Cognonato
10.00-12.30
Dalla Spagna con furore: la filosofia e la visione di un brand di caratura europea (traduzione simultanea)
Mario Barbosa
Diventare unici per competere con i giganti (traduzione simultanea)
Dave Courteen
14.30-16.30
Relazioni empatiche per fidelizzare staff e clienti. Una lezione dalle neuroscienze
Elena Pattini
17.00-17.45
Motivazione e fedeltà: il valore delle persone (Think Tank)
Gabriele Girardi, Viviana Venticinque, Igor Castiglia (moderatore)
Inquadra il QR Code per consultare il programma e i profili dei relatori
I prezzi indicati includono il programma experience (vedi box sopra)
Il vasto programma di XLeisure include anche eventi speciali come la cerimonia di assegnazione dell’Italian Pool Award, il premio all’eccellenza dell’industria della piscina italiana, e la premiazione di Roberto Colletto, amministratore delegato di Myrtha Pools/Piscine Castiglione. Questi appuntamenti si terranno nel pomeriggio di giovedì 13 febbraio e saranno seguiti da un piacevole cocktail
www.forumclub.it www.forumpiscine.it www.outex.it xleisure.it
L’ingresso al salone espositivo è gratuito. Per accedere è necessario registrarsi come visitatore: puoi farlo online, nella sezione “VISITARE” del sito www.forumclub.it e ottenere direttamente il tuo biglietto in formato PDF da presentare al controllo accessi, oppure puoi compilare l’invito cartaceo da cambiare presso le casse della fiera con il biglietto da presentare al controllo accessi.
LOCATION
BolognaFiere - Padiglioni 21-22
Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna (BO) - Italy
BOLOGNAFIERE IN AUTO
BolognaFiere ha il casello autostradale dedicato, che consente l’ingresso diretto in fiera. Da Firenze, Milano e Ancona, prendere l’uscita “BOLOGNA FIERA” sull’autostrada A14. Da Padova, autostrada A13, prendere l’uscita ARCOVEGGIO, imboccare la tangenziale di Bologna in direzione San Lazzaro fino all’USCITA 8 (ingressi Nord, Michelino, Moro e Parcheggio Michelino) o all’uscita 7 (ingresso e Parcheggio Costituzione).
Bologna città 30: in molte aree di Bologna vige il limite di velocità di 30 km/h, con sanzioni severe. Il quartiere fieristico è situato in una delle zone interessate dai lavori per la realizzazione del tram.
IN TRENO
Dalla Stazione Centrale di Bologna, BolognaFiere è raggiungibile tramite: Taxi - posteggio uscita Piazza delle Medaglie D’Oro e presso Kiss&Ride uscita via Carracci; Autobus - Linee bus TPER 35 e 38 da Piazza delle Medaglie D’Oro; A piedi - Tempo di percorrenza dall’uscita via Carracci: 30 minuti.
Mercoledì 12 febbraio: dalle 9:00 alle 18:00
Giovedì 13 febbraio: dalle 9:00 alle 18:00
Venerdì 14 febbraio: dalle 9:00 alle 17:00
Per ulteriori informazioni: www.forumclub.it
Inquadra il QR Code per ottenere il ticket d’ingresso gratuito all’Expo
A CURA DI DAVIDE VENTURI
Il network Body Studio – da più di quarant’anni un’istituzione del fitness a Palermo, premiato nel 2019 con il Club Award nella categoria Club dell’Anno (cfr. Il Nuovo Club n. 50 e n. 165), continua a crescere e a guardare al futuro con giustificato ottimismo. L’ultimo importante passo compiuto da questo storico marchio sul-
Body Studio, marchio diventato un’istituzione del fitness e del wellness a Palermo, ha aperto il suo quinto club recuperando una sala cinematografica degli anni Cinquanta. Un’operazione suggestiva che coniuga un romantico sapore retrò alla massima efficienza funzionale e spaziale.
La parola a Giorgio Trupiano, responsabile della comunicazione del neonato Body Studio Fiamma
la via dello sviluppo coincide con l’apertura del quinto club, avvenuta qualche mese fa su iniziativa di Giorgio Trupiano, titolare della società Ercole Srl, con la quale si occupa di consulenza, formazione e comunicazione per tutti i club Body Studio, dei quali gestisce le campagne di comunicazione e coordina l’attività formativa rivolta agli addetti all’accoglienza.
La neonata struttura, sorta sulle ceneri del Cinema Fiamma – risalente al 1954 e chiuso da diversi anni – coniuga un romantico sapore retrò alla massima efficienza funzionale e spaziale. Dopo aver acquistato l’immobile ubicato al civico 6 di Largo degli Abeti, Trupiano lo ha trasformato in centro fitness e concesso in locazione alla società sportiva Body Studio. Un pezzo di storia del capoluogo siciliano ha così ripreso vita grazie a un intervento di recupero architettonico non invasivo che ha richiesto un investimento che supera i due milioni di euro. Una grande operazione che ha restituito ai palermitani un luogo ammantato di un grande fascino, ideale per prendersi cura del proprio benessere e della propria salute.
L’imprenditore palermitano esordisce chiarendo la mission dei centri fitness Body Studio, con la quale il club Fiamma è ovviamente coerente: «I nostri club sono progettati per promuovere il benessere e la pratica sportiva come strumenti fondamentali per uno stile di vita sano e attivo. Il Body Studio Fiamma si inserisce in un contesto che valorizza l’importanza dello sport come mezzo per migliorare la qualità della vita e la salute delle persone. Con questa nuova apertura – prosegue – completiamo un processo di transizione durato quattro anni e
attuato per migliorare l’accessibilità alle attività sportive e ai servizi di qualità. Si è concretizzato nella profonda ristrutturazione dei quattro club preesistenti per rispondere alle esigenze di una clientela sempre più consapevole dei benefici dello sport e attenta al benessere psicofisico. Dopo la pandemia, la domanda di fitness è letteralmente esplosa, ma a mio avviso i nostri centri hanno fatto il salto di qualità, innanzitutto in termini di valore percepito dagli iscritti, proprio durante l’emergenza Covid».
Trupiano si sofferma sul recente passato per ricordare le iniziative più significative attuate nel difficilissimo biennio 2020-2021. Iniziative mirate che hanno creato i presupposti per una ripartenza che si è immediatamente trasformatasi in vero e proprio rilancio: «Quando i nostri iscritti erano costretti in casa, siamo costantemente rimasti in contatto con loro tramite una serie di dirette social e video registrati, incentrati su allenamenti, consigli nutrizionali e altri contenuti di valore. I nostri trainer sono così rimasti al fianco dei soci e i tanti commenti che abbiamo ricevuto ci hanno profondamente emozionato. A maggio 2020, alla fine del primo lockdown, abbiamo affittato uno spazio esterno sul quale abbiamo allestito una “palestra
a cielo aperto”. Siamo stati uno dei primi club, in Italia, a proporre sessioni d’allenamento, prima individuali, poi di gruppo, con adeguato distanziamento sociale. Mentre gli altri club rimanevano chiusi, i nostri iscritti si allenavano in sicurezza in un’area verde privata di 5.000 metri quadrati, in centro città, attrezzata per le attività di gruppo e il personal training. A luglio dello stesso anno abbiamo organizzato Muoviti!, la vacanza di tre giorni in un resort vicino a Cefalù, con attività fitness di giorno e DJ set la sera, coinvolgendo artisti internazionali. Hanno partecipato 700 persone, un successo che ha superato le nostre aspettative. Credo che con la nostra perseveranza durante il lockdown abbiamo dimostrato ai nostri iscritti, e all’intera città, il nostro impegno, la nostra serietà, la nostra incollabile passione. E tutto questo ci è stato riconosciuto a emergenza finita: le persone sono tornate in massa a iscriversi ai club Body Studio, lo staff tecnico, impegnato nel lavoro outdoor, non si è smembrato, consentendoci di riaprire i club».
Viene spontaneo chiedersi come sia nata l’idea di aprire un fitness club all’interno di un ex cinema e la risposta del giovane imprenditore palermitano non si fa attendere: «Un anno prima di decidere di aprire il quinto club Body Studio, facemmo il primo sopralluogo nei locali dell’ex cinema Fiamma, chiuso da sette anni e in stato di abbandono. Uno scenario non molto accattivante, ma l’idea di trasformare un cinema degli anni Cinquanta in un club ci affascinava molto. Immaginavamo il botteghino trasformato nel desk della reception, con i marmi alle pa-
reti, la vecchia insegna e il vecchio proiettore… elementi davvero suggestivi. Questa idea è in parte figlia di un mio viaggio a New York nel corso del quale visitai alcuni club di Wall Street, ex banche risalenti ai primi del Novecento trasformate in palestre, strutture molto particolari e molto seducenti. La decisione di realizzare il quinto club Body Studio in una struttura così inconsueta matura però dopo dieci mesi di attente riflessioni e ipotesi grazie alle quali abbiamo capito che sfruttando al meglio i volumi disponibili avremmo potuto realizzare anche la seconda sala corsi. L’altezza della grande sala proiezione, superiore a 12 metri, ci ha fornito lo spazio di cui avevamo bisogno. Grazie a un progetto curato nei minimi dettagli, siamo riusciti a realizzare un club di 1.500 metri quadrati e il nostro obiettivo è acquisire, nell’arco di un anno, 1.500 iscritti».
L’ingresso del club è stato sottoposto a un restauro conservativo per preservare la magia di un’atmosfera che riporta nostalgicamente agli anni Cinquanta. Lo testimoniano le pareti e le colonne rivestite in marmo che sovrastano la reception, i colori pastello, il grande dipinto restaurato nascosto per chissà quanti anni dietro una parete di cartongesso, le locandine di vecchi film appese alle pareti e gli arredi d’epoca appositamente acquistati da antiquari per non rompere l’incantesimo. Ma una volta superata la reception si accede alla zona spogliatoi e l’atmosfera cambia radicalmente: i colori si fanno più accesi e l’illuminazione LED crea suggestioni contemporanee. Nella grande sala cinematografica, per metà soppalcata per ricavare un nuovo piano di circa 300 metri quadrati, è stato installato un grande ledwall di ultima generazione (circa 20 metri quadrati) che, assomigliando al telo sul quale tanti anni prima si proiettavano le pellicole, ricorda che ci si trova in quello che fu un tempio della settima arte. «Abbiamo svolto un grande lavoro per riorganizzare gli spazi interni – spiega Trupiano – prestando al tempo stesso grande attenzione agli impianti di climatizzazione e aerazione, installando speciali sonde che, monitorando in tempo reale la quantità di anidride carbonica presente nell’aria, gestiscono automaticamente la temperatura e il ricambio dell’aria stessa. Abbiamo inoltre installato pannelli fotovoltaici che generano 60 kilowatt di energia elettrica pulita, azzerando le emissioni nelle ore diurne, e pannelli solari termici che riscaldano una quantità d’acqua sanitaria adeguata alle esigenze del club. E stiamo ultimando l’iter burocratico necessario per destinare l’energia che non consumiamo in questo club a un altra sede del nostro network attraverso la comunità energetica. Una soluzione che ci consente di ottimizzare i costi delle utenze per due strutture».
Il posizionamento del Body Studio Fiamma è dettato anche dalla sua distintiva offerta motoria sportiva dilettantistica: la grande sala al piano terra (circa 500 metri quadrati) è stata divisa in due ambienti: sala attrezzi e area funzionale, al centro delle quali è stato allestito lo spazio dedicato al cardiofitness. Tre ambiti altamente si-
nergici tra loro che, per l’80 per cento del tempo, sono utilizzati dagli iscritti che si allenano in autonomia, nell’ambito dello small group training e del personal training. «Per il restante 20 per cento del tempo – puntualizza Trupiano – la zona funzionale viene utilizzata, oltre che per il cardiofitness, per i corsi di functional fitness, svolti con appositi attrezzi e indossando il cardiofrequenzimetro che, in tempo reale, rilevala la frequenza cardiaca di ogni partecipante e la proiettata sul ledwall. Questo costante feedback cardiovascolare fornisce ai trainer le informazioni necessarie per monitorare la qualità dell’allenamento di ogni partecipante». Il piano superiore ospita invece una grande sala (circa 250 metri quadrati) che, attraverso una grande vetrata (circa 60 metri quadrati), guarda il ledwall. Al suo interno vengono svolte tutte le attività olistiche e l’illuminazione LED, dimmerabile e impostabile su diverse colorazioni, consente di creare le atmosfere “giuste”. Avendo una capienza di 160 posti a sedere, viene inoltre utilizzata per conferenze stampa, presentazioni di libri, convegni e proiezioni.
PER UN CLUB SPECIALE
Per lanciare una struttura fuori dall’ordinario, sono state adottate strategie di comunicazione altrettanto speciali. La promozione del Body Studio Fiamma è iniziata alcuni mesi prima della sua inaugurazione con un coming soon – per dirla in gergo cinematografico – che ha fatto un massiccio uso di tutte le principali piattaforme social per sostenere la prevendita, attuata applicando un prezzo agevolato e abbinato alla possibilità di utilizzare i quattro club del network già esistenti in attesa dell’apertura del quinto. Non potevano mancare suggestivi richiami al mondo del grande schermo: «Abbiamo ricreato locandine di noti film, come Pulp Fiction, La Famiglia Adams e Matrix, solo per citarne alcuni, trasformando i membri dello staff nei protagonisti di queste pellicole, con trucchi e costumi all’altezza della situazione. Le abbiamo utilizzate sui social abbinandole al claim Comincia lo Spettacolo Il risultato è stato straordinario, come dimostrato dalla grande risposta dei follower».
www.palestrebodystudio.it
EGYM BioAge
OPEN PLATFORM. SINCE THE BEGINNING. Vieni a scoprire EGYM BioAge al Forum Club.
DI SIMONA PERGOLESI
Un nuovo anno è da poco cominciato e ogni azienda si trova a tirare le somme della passata stagione per definire i futuri obiettivi da raggiungere, sebbene, a livello manageriale, questi avrebbero dovuto essere già stati pianificati a fine anno. Inizia inoltre un nuovo periodo di eventi, congressi, fiere, momenti nei quali i vari imprenditori si incontrano e si scambiamo le relative considerazioni sull’andamento del settore e della propria attività. “Com’è andato l’anno?” sarà una delle domande più ricorrenti. E risposte come “È andato bene (o male)”, “Lo abbiamo chiuso sopra/sotto le aspettative” saranno altrettanto diffuse. Ma bene o male rispetto a che cosa? Quanto sopra o quanto sotto? Quali erano le aspettative attese? Per un imprenditore o un gestore di una società, la definizione degli obiettivi è un’attività più che importante: è fondamentale e prioritaria. Da essa dipende ogni scelta strategica, organizzativa e gestionale, tanto sui costi
Inizia
un nuovo anno ed è il momento di fissare obiettivi quantitativi e qualitativi. Un’attività fondamentale e prioritaria in quanto da essa dipende
ogni scelta strategica, organizzativa e gestionale, che influisce tanto sui costi quanto sui ricavi
quanto sui ricavi: investimenti, aumenti o riduzioni delle attività e dei costi del personale, ottimizzazione delle spese ricorrenti, conferma o adeguamento dei servizi proposti e, soprattutto, impostazione delle strategie di comunicazione, marketing e commerciali per il raggiungimento dei nuovi traguardi.
Quando si parla di pianificazione degli obiettivi, l’uso del termine al plurale implica che essi debbano essere molteplici, sicuramente più di uno solo, più dell’unico fatturato. Nel settore sportivo, tuttavia, è proprio il fatturato a essere spesso ancora l’unico obiettivo fissato e comunicato ai collaboratori e tutto viene sovente ridotto a una formula matematica che risulta troppo semplice per un’azienda complessa come un centro fitness: “Vogliamo raggiungere il più x % dell’anno scorso”.
Fatto curioso, e indice di un approccio spesso poco analitico, è proprio la percentuale da raggiungere, sempre un numero multiplo di 5: il +5%, il più 10%, il più 15%, il più 30%, quasi che nessun calcolo possa invece restitui-
re un potenziale risultato del +8%, del + 17% o del +23%. Molte realtà, inoltre, fissano un obiettivo senza tuttavia pianificarlo, né prima né dopo la sua definizione. È invece preferibile che il processo sia invertito e rispetti fasi ben precise: dall’analisi dei risultati ottenuti e degli andamenti registrati si arriva a prefissare il nuovo obiettivo, passando attraverso tutti gli aspetti sui quali si intende migliorare.
Il miglior punto di partenza per il nuovo traguardo è guardare, da dentro, il percorso appena concluso. Al di là del numero finale di euro fatturati, cosa è andato bene? Cosa poteva andare meglio? E cosa è andato male? Partire facendo una panoramica tanto ampia quanto nitida dello stato attuale dei propri clienti, delle tipologie di abbonamenti in essere, del prezzo medio effettivo del venduto, delle diverse performance dei collaboratori, del livello di fidelizzazione dei propri iscritti e dei motivi di abbandono, del movimento generato dal marketing e dei livelli di soddisfazione della clientela è il modo migliore per capire davvero il “dove siamo”. Un “dove siamo” che dovrebbe essere sempre messo in relazione al “dove avremmo voluto essere”, o meglio, al “dove ci eravamo prefissati di arrivare”. In questo modo, i dati da considerare saranno sempre duplici: da un lato si prenderà visione dei meri risultati annuali e del loro incremento o decremento rispetto all’anno precedente, dall’altro si calcolerà il delta per ricavare la differenza tra gli stessi risultati annuali ottenuti rispetto a quelli che si volevano effettivamente raggiungere.
Ma questo è solo l’inizio dell’analisi. Fermarsi a osservare i numeri, ed esserne semplicemente entusiasti o delusi, non è analisi. La parte più intrigante è anche la più importante: cercare il perché dei risultati ottenuti, un perché che va trovato scavando a fondo, sotto e dietro quegli stessi numeri che la chiusura dell’anno ci prospetta, ottenendo risposte che siano il più possibile oggettive e, quindi, ancora una volta esprimibili con altri numeri.
“Sono entrate meno persone a chiedere informazioni. È logico, quindi, che abbiamo iscritto meno gente e quindi non abbiamo raggiunto l’obiettivo” è una frase magari vera a livello concettuale, ma poco sostenibile a livello oggettivo. “È entrato il 30% in meno di persone a chiedere informazioni. Rispetto all’anno scorso, quindi, abbiamo fatto 250 proposte in meno che, in virtù della nostra chiusura media del 60%, porta a non aver avuto 150
Analizzando i dati numerici del proprio club è importante risalire al perché dei risultati ottenuti
nuovi clienti che, moltiplicati per il nostro valore medio di vendita dell’abbonamento, fanno proprio quei 97.000 euro che ci mancano in relazione all’obiettivo”. Questo è l’esempio di un perché non solo trovato, ma anche oggettivamente analizzato.
Va da sé che per arrivare ad argomentare in modo analitico vanno poste le necessarie fondamenta: le misurazioni.
Per evitare di lasciarsi trascinare dalla voglia di scoprire in modo certosino ogni possibile dato o azione misurabile e perdersi così in una giungla di fogli e celle di Excel, cercando di districarsi tra numeri e percentuali che, anziché condurre alle risposte, ostacolano e complicano i ragionamenti, il primo passo è scegliere a monte quali performance monitorare. I KPI, di cui spesso si parla, altro non sono che gli indicatori chiave delle performance della propria attività (Key Performance Indicators). Poiché il loro scopo è dare indicazioni, è bene che queste siano il più chiare e semplici possibili da decifrare, coerentemente con l’orientamento aziendale. Gli indici, infatti, vanno sempre valutati come strettamente legati alle specifiche volontà imprenditoriali. Avere il 30% di chiusura sul totale delle informazioni date, nella maggior parte dei casi è un indice negativo, ma se applicato a una fitness boutique o a uno studio personal specialistico e appena aperto, nel quale in molti entrano a chiedere informazioni, ma solo alcuni potranno permettersi o essere adatti a quella realtà, probabilmente risulterebbe in linea con le aspettative. E allo stesso modo avere più del 50% degli abbonamenti attivi di breve durata o a ingressi può essere un indice positivo o negativo a seconda della strategia imprenditoriale scelta e della tipologia di servizio che si offre. Nel caso specifico dei fitness club classici e degli impianti natatori con annessa palestra, l’obiettivo migliore dovrebbe sempre essere quello di avere la maggioranza di abbonamenti annuali (scuola nuoto a parte). >
Tra i KPI basici, più utili e rappresentativi dell’andamento economico-commerciale del centro, figurano:
fatturato complessivo e fatturati settoriali;
costi di gestione sostenuti e margine operativo lordo;
numero dei clienti attualmente iscritti e loro ripartizione settoriale;
percentuale degli abbonamenti attivi distinti per tipologie e durate;
percentuale di fidelizzazione e di abbandono;
rapporto tra nuovi clienti e clienti più storici; rapporto tra numero di clienti e referral iscritti nell’anno;
interazioni e iscrizioni derivanti direttamente da campagne social o dal sito web.
Ci sono tuttavia altri parametri che, per quanto non prettamente economici, è bene considerare e guardare con costanza. Riguardano più in profondità le performance delle risorse umane, di chi si occupa di accogliere e iscrivere i potenziali clienti e di chi successivamente si
deve impegnare quotidianamente al mantenerli attivi. Alcuni di questi indici possono riguardare aspetti quali:
il rapporto tra informazioni date e iscrizioni andate a buon fine;
la capacità di creare up-selling e cross-selling;
l’efficacia delle azioni commerciali di recupero delle mancate iscrizioni (siano esse relative a nuovi o a ex clienti);
l’efficacia nell’ottenimento e nella gestione dei referral;
lo usage dei corsi erogati;
la scarsa frequenza, il recupero della motivazione e l’abbandono dell’attività.
Emerge nuovamente quanto, per riuscire ad avere sempre sotto controllo ogni indicatore che si voglia monitorare, sia fondamentale dedicare del tempo, a priori, alla strutturazione di validi e affidabili strumenti di misurazione, che risultino semplici da leggere e da interpretare, così come da compilare (laddove non siano automatizzati).
Forse in nessun altro settore le misurazioni sono tanto personalizzate e creative come in quello del fitness. Basti pensare a quanto un parametro importante come la fidelizzazione possa essere concepito e costruito diversamente. Per taluni, un cliente che non abbia rinnovato entro la naturale scadenza del proprio abbonamento è considerato un mancato rinnovo ed entra in un nuovo processo di recupero e, se dovesse tornare a essere iscritto al club, risulterebbe tra gli ex-iscritti. Per altri, lo stesso cliente viene al contrario conteggiato ancora tra i rinnovati o meno a seconda di quanto tempo sia trascorso dalla scadenza del suo abbonamento alla data del suo nuovo acquisto (rinnovo), ma anche in questo caso le differenze tra un centro e l’altro possono essere le più disparate poiché possono conteggiare il rinnovo, e quindi la fidelizzazione, basandosi su diversi lassi temporali: se riacquista entro 1 mese, 2 mesi, 3 mesi, 6 mesi, ecc. Ci sono centri nei quali i rinnovi vengono conteggiati anche entro il fine mese del primo, del secondo o del terzo mese successivo la data di fine abbonamento, allungando ulteriormente la finestra temporale da considerare, che va così ben oltre i 30, 60 o 90 giorni dal termine dell’abbonamento stesso. La stessa babele di interpretazioni si verifica quando si vuole conoscere la componente dei nuovi iscritti rispetto agli ex-iscritti che tornano a iscriversi dopo un certo tempo dalla scadenza del loro ultimo abbonamento: c’è
chi considera “nuovo iscritto” anche colui/colei che ritorna dopo 3, 4, 6 mesi o un anno dal suo ultimo giorno di abbonamento passato e chi, invece, considera un “ex” chiunque ritorni dopo aver fatto scadere il precedente abbonamento senza averlo rinnovato.
Non c’è chi ha torto e chi ha ragione. Tuttavia, parlare tra imprenditori di parametri che spesso non coincidono e divergono anche di molto può risultare tutt’altro che efficace e sicuramente poco utile. Si rischia di tornare da un convegno e riportare al proprio staff numeri e percentuali altrui, apparentemente molto più performanti, convincendosi di essere sotto la media e decidendo di incitare i propri collaboratori a raggiungere risultati migliori, laddove magari sono già soddisfacenti, semplicemente perché si misura con una modalità diversa. Ma soprattutto, una volta scelto il proprio metodo di misurazione è bene mantenerlo, altrimenti – continuando a intervenire per modificarlo, sezionarlo e dettagliarlo – si avranno sempre dati nuovi e forse più precisi, ma incomparabili con quelli precedenti, dai quali invece bisogna ricavare le varie tendenze, stagione dopo stagione. Per avere misurazioni chiare e non interpretabili è consigliabile evitare di personalizzare eccessivamente concetti che possono essere semplificati, in modo da poter fare comparazioni, analisi e previsioni più lineari e precise, in quanto proprio da queste dipenderanno gli obiettivi e i monitoraggi futuri. >
Una volta analizzati gli indicatori predefiniti, e dopo averli comparati con quelli passati, unendo considerazioni geo-territoriali (apertura o chiusura di competitor, realizzazione di nuovi edifici residenziali, lavorativi o scolastici, modifiche alla viabilità, ecc.), anagrafiche (tendenze migratorie e immigratorie, curva dell’età e, per chi offre servizi alle donne in gravidanza e ai neonati, delle nascite), economico-reddituali (andamento del reddito medio, curva del valore degli affitti, valore della spesa media pro-capite per l’attività sportiva) a quelle prettamente legate alle prestazioni del club, si possono definire i potenziali ostacoli e i potenziali indotti, le performance sulle quali focalizzare i miglioramenti e i nuovi livelli da raggiungere, i costi da poter contenere e quelli in relazione ai quali occorre invece investire, per poi finalmente arrivare a poter calcolare a quale obiettivo voler e poter puntare.
L’importante è che poi, nell’immediato, vengano create tutte le condizioni per poter permettere ai propri collaboratori di raggiungere con entusiasmo, tenacia e fiducia i nuovi traguardi e che le parole si tramutino in fatti. Se si vuole che il marketing porti al club più persone, ma non si vuole investire nelle sponsorizzazioni o in una risorsa che, con metodo e costanza, pubblichi contenuti interessanti, difficilmente le aspettative saranno soddisfatte. Se si vuole che gli addetti alle vendite siano più efficaci, pensando che sia sufficiente dirglielo, senza investire in corsi di formazione con refresh programmati, la crescita dei loro numeri è abbastanza improbabile. E vale lo stesso se si vogliono effettuare (e bene) tutte le attività prettamente commerciali mai svolte prima, ma senza pensare di aumentare il monte ore o il numero di risorse. Se si vuole raggiungere un alto livello di fidelizzazione, ma non s’investe per organizzare eventi interni o partecipare a manifestazioni esterne, nel miglioramen-
to della qualità dei propri servizi e dei propri ambienti e non si fa nulla per aumentare il coinvolgimento dello staff, ogni cliente indeciso e demotivato sarà più orientato ad abbandonare che a restare nel club. Nella definizione degli obiettivi, è fondamentale che insieme a essi vengano delineate anche le strategie, le risorse e le tappe per raggiungerli. Nessun condottiero ha mai ottenuto successi semplicemente radunando i suoi uomini all’alba e dichiarando loro il nuovo territorio da conquistare, lasciando poi, con speranza, che ognuno trovasse autonomamente la strada e la tecnica che conducessero alla vittoria.
Una volta ponderato e definito il traguardo da raggiungere, esso va analiticamente strutturato e decomposto in tanti obiettivi complementari, corrispondenti alle performance e ai KPI dai quali si è partiti, mettendo a disposizione tutte le risorse necessarie e gli strumenti da utilizzare all’interno di un circolo virtuoso di monitoraggio e di miglioramento continuo, tanto quantitativo quanto qualitativo, del singolo, del gruppo, del club nel suo complesso
SIMONA PERGOLESI
Unisce gli studi in Economia alla laurea in Lingue e Letterature Straniere, ed è specializzata in Comunicazione Efficace e Vendita. Per 15 anni ha insegnato, per hobby, discipline acquatiche con brevetto FIN. Nel 2007 è diventata Direttore Generale della catena italiana GetFIT, supervisionando 14 club. Per 8 anni ha fatto parte del team della società di consulenza e formazione Wellink come consulente e formatrice in più aree: gestione commerciale, organizzazione aziendale, ottimizzazione dei processi e comunicazione. Ha collaborato, in esclusiva per 2 anni, con Anytime Fitness Italia, e attualmente segue il gruppo In Sport e diverse altre realtà nazionali.
Symbio Incline Elliptical è caratterizzata dalla combinazione di un movimento ellittico biomeccanicamente avanzato e dalla regolazione dell’inclinazione, per offrire il movimento più naturale e mirato dei gruppi muscolari.
I coivolgenti contenuti on-demand migliorano ulteriormente l’esperienza di allenamento. L’ellittica non è mai stata così naturale.
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Con questo articolo, Carmine Preziosi anticipa l’uscita del suo manuale Fitness Marketing Pro, condividendo strategie fondamentali per trasformare il club in un punto di riferimento nel mercato del 2025. Siete pronti a fare il salto di qualità?
Dopo la pandemia, che ha dato un forte impulso alla digitalizzazione, il nostro settore si trova di fronte a una svolta epocale. Il 2025 si prospetta come un anno cruciale, il momento perfetto per tracciare una direzione chiara e strategica per guardare al
futuro con fiducia e ottimismo. Mai come oggi le persone riconoscono l’importanza dell’attività fisica per il benessere e la salute, e la tecnologia sta rivoluzionando il settore, migliorando i servizi, l’esperienza degli utenti e le strategie di marketing. Tuttavia, nonostante le prospettive incoraggianti e i dati positivi forniti da ricerche di settore,
il mercato del fitness deve raccogliere una sfida significativa: smettere di coinvolgere solo una piccola parte della popolazione.
Inoltre, la concorrenza è sempre più diversificata: non si tratta più solo della palestra del quartiere, ma anche di app di fitness online, centri dimagrimento, cliniche di chirurgia estetica e altre attività che puntano allo stesso target.
Per consolidarsi e crescere in un mercato così dinamico, la parola chiave è marketing. Ma attenzione: non bisogna confondere il marketing con la sola comunicazione, un errore comune a molte aziende, non solo nel nostro settore. Un marketing efficace richiede una visione integrata che consideri ogni aspetto del business.
modello, evoluzione delle classiche 4 P (Prodotto, Prezzo, Promozione, Punto Vendita), aggiunge tre elementi cruciali:
In questo articolo, che anticipa l’uscita del mio nuovo libro Fitness Marketing Pro, voglio condividere con te 9+1 strategie fondamentali per trasformare il tuo centro fitness in un punto di riferimento nel mercato del 2025. Sei pronto a fare il salto di qualità?
Può sembrare controintuitivo, ma per costruire un futuro di successo devi partire dal passato, riscoprendo i principi fondamentali del marketing. È facile lasciarsi affascinare dalla tecnologia e dalle piattaforme digitali, ma senza una strategia chiara rischi di disperdere energie e risorse preziose. Che tu sia il gestore di un centro fitness storico o di un club appena avviato, due aspetti fondamentali su cui lavorare sono il brand positioning e le 7 leve del marketing mix, concetti essenziali per pianificare una strategia vincente. Per distinguerti dalla concorrenza, devi riflettere attentamente su come posizionare il tuo marchio nella mente delle persone. Poniti queste domande:
Perché un cliente dovrebbe scegliere il mio centro fitness?
Quando sentono il nome del mio centro, che cosa pensano? A che cosa mi associano?
Le risposte devono essere chiare, distintive e coerenti. Studia il mercato, sia diretto sia indiretto, per comprendere a fondo i bisogni dei tuoi clienti e pianifica una strategia che comunichi una proposta di valore unica. Il tuo obiettivo è distinguerti in modo netto dalla concorrenza e costruire una percezione solida e positiva del tuo marchio. Oltre al brand positioning, il modello delle 7P del marketing rappresenta uno strumento indispensabile per delineare una corretta strategia di marketing. Questo
Persone, ovvero la qualità del team che interagisce con i clienti;
Processi, ovvero l’efficienza e la coerenza nell’erogazione del servizio e in tutte le attività legate all’organizzazione aziendale;
Prove Fisiche, ovvero tutti gli elementi tangibili che rafforzano la percezione del tuo brand.
Questi sette elementi, se ben integrati, rappresentano il mix vincente per determinare il successo della tua attività. Concentrandoti esclusivamente sulla promozione, trascurando le altre leve, rischi di ottenere risultati limitati.
Senza un prodotto – o, nel caso del fitness, un servizio – efficace, tutte le altre leve del marketing perdono significato. Prima di investire in campagne pubblicitarie, devi assicurarti che il tuo prodotto sia realmente in grado di soddisfare le esigenze dei clienti. Questo significa andare oltre una narrazione autoreferenziale che enfatizza solo l’alta qualità delle attrezzature, i metri quadrati della struttura o la varietà di corsi offerti. Concentrati su ciò che può davvero trasformare la vita delle persone. Se vuoi uscire dalla logica della concorrenza sul prezzo, è fondamentale creare prodotti specifici che attraggano nuovi target di clientela. Prendi ispirazione da settori diversi e dalle aziende leader. In un mercato sempre più competitivo, queste aziende innovano continuamente per mantenere la leadership e conquistare nuovi segmenti di pubblico. L’innovazione di prodotto e l’estensione di linea sono strategie vincenti: non solo proteggono le quote di mercato, ma permettono di conquistarne di nuove. Un esempio perfetto è quello di Nutella, che ha domi-
L’Intelligenza
nato per decenni il mercato delle creme spalmabili. Con l’arrivo di una miriade di concorrenti, Ferrero ha dovuto affrontare una sfida importante. Invece di limitarsi a difendere il prodotto principale, ha introdotto i Nutella Biscuits, ampliando la gamma e creando nuove occasioni di consumo. Recentemente, ha risposto anche alle esigenze dei consumatori vegani con la Nutella Plant-Based, ampliando ulteriormente la sua offerta e adattandosi a un pubblico sempre più diversificato.
Allo stesso modo, nel settore fitness le innovazioni più efficaci non riguardano solo le attrezzature o le tecnologie, ma anche i programmi specifici che risolvono problemi concreti. Ho visto club distinguersi con programmi specializzati, come percorsi di dimagrimento personalizzati, soluzioni per il mal di schiena o corsi dedicati ad anziani, neomamme e lavoratori stressati. Questi non sono semplici allenamenti, bensì esperienze su misura che soddisfano bisogni reali. Un approccio così mirato trasforma il prodotto nel cuore della strategia di marketing e il centro fitness in un punto di riferimento del settore.
CON IL PHYGITAL MARKETING E RAGIONA IN OTTICA FUNNEL
Concordi che sia ormai ora di superare la distinzione tra comunicazione online e offline? Il 2025 segna il momento di adottare definitivamente un approccio integrato: il marketing del presente e del futuro è phygital, un mix fluido tra esperienze fisiche e digitali. I clienti si aspettano un percorso senza interruzioni, che li guidi dal primo contatto digitale fino alla visita nel club, dun-
que una continuità che aumenta il loro coinvolgimento. Un approccio efficace è adottare la tecnica del funnel marketing, creando percorsi che partano dai canali digitali (ma non solo) per accompagnare gli utenti verso l’acquisto. L’obiettivo non è solo portare il cliente alla soglia del tuo club, ma fargli vivere un’esperienza memorabile che lo fidelizzi nel tempo. Integra le tecnologie digitali con esperienze fisiche personalizzate, crea un flusso continuo tra online e offline e costruisci un funnel che non solo attiri nuovi clienti, ma li trasformi in promotori del tuo brand. Questo è il marketing che fa la differenza!
Il processo decisionale dei consumatori è oggi più complesso che mai. Il concetto di “Messy Middle”, introdotto da Google, supera la tradizionale teoria della customer journey, descrivendo un ciclo continuo di esplorazione e valutazione che precede ogni acquisto. In questo contesto, i clienti analizzano e confrontano un’enorme varietà di opzioni prima di arrivare a una decisione. Per emergere in questo caos decisionale, ti consiglio di sfruttare i principi del neuromarketing, come suggerito dagli studi di Google. Ad esempio, creare un senso di urgenza attraverso il bias della scarsità può spingere i clienti all’azione, mentre mostrare recensioni positive e testimonianze rafforza la fiducia nel tuo brand. Rendere i processi di comunicazione e acquisto rapidi e intuitivi soddisfa il bisogno di immediatezza, mentre offrire incentivi gratuiti, come una lezione di prova o una consulenza, è un modo efficace per attrarre nuovi clienti.
Queste e altre tecniche, che approfondisco nel mio libro Fitness Marketing Pro , basate sulle scienze comportamentali, ti permetteranno di influenzare le emozioni dei clienti, guidandoli nelle loro decisioni e rendendo il tuo brand la scelta preferita rispetto alla concorrenza.
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando il marketing, e che ti piaccia o meno, non potrai più ignorarla. Le sue applicazioni nel settore sono molteplici e promettono di trasformare profondamente il modo in cui promuovi il tuo centro fitness. Abbinata all’analisi dei dati, l’IA può supportarti nelle analisi predittive, permettendoti di prevedere il comportamento dei clienti e anticiparne le esigenze. In ambito comunicazione, l’IA consente di ottimizzare le campagne pubblicitarie, migliorando il targeting e massimizzando i risultati. Dal punto di vista del servizio, ti offre la possibilità di personalizzare l’esperienza utente, creando un’interazione più coinvolgente e rilevante per ciascun cliente. Un’altra area cruciale è l’automazione, che anche grazie all’IA sta facendo passi da gigante. Chatbot intelligenti, ad esempio, sono in grado di rispondere alle domande dei clienti 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, migliorando la qualità del servizio e ottimizzando processi e costi. L’IA non è solo una tecnologia: sarà il tuo alleato strategico, capace di migliorare l’efficienza, incrementare i risultati e offrire un’esperienza cliente di alto livello.
6. POTENZIA I SOCIAL MEDIA
CON CONTENUTI VIDEO
I social media sono un canale imprescindibile per il tuo marketing, ma il tempo dei post generici e dei calendari editoriali statici è finito. Il 2025 sarà l’anno dei contenuti autentici e coinvolgenti. I video sono il formato più apprezzato dagli utenti e hanno la capacità di catturare l’attenzione e coinvolgere il pubblico come nessun altro contenuto.
Un altro elemento chiave per i social media è la creazione di una community solida intorno al tuo brand. Questo richiede una gestione attiva e partecipativa: rispondi ai commenti, lancia sondaggi e mantieni un dialogo aperto con il tuo pubblico. Una community coinvolta non solo supporta il tuo marchio, ma lo rafforza anche, trasformando i tuoi clienti in ambasciatori.
Oltre ai classici Facebook e Instagram, è fondamentale includere TikTok nella tua strategia, una piattaforma che ormai non può essere ignorata. Grazie al suo formato breve, creativo e dinamico, TikTok è ideale per condividere contenuti autentici e coinvolgenti, raggiungendo un pubblico giovane in rapida crescita, sempre più interessato al mondo del fitness e dei club.
Non dimenticare che sei un’attività locale: il territorio è il cuore del successo di un centro fitness. La tua strategia deve rafforzare la presenza locale, sia online, sia offline. Online, ottimizza le principali directory come Google Business Profile e Apple Business Connect per aumentare
la visibilità nelle ricerche locali. Mantieni aggiornate le informazioni del tuo centro – indirizzo, orari, foto e recensioni – e lavora sulla local SEO del tuo sito web per posizionarti tra i primi risultati dei motori di ricerca. Offline, partecipa a eventi sportivi, progetti sociali e collabora con altre realtà locali. Organizza iniziative come open day, workshop o attività benefiche per coinvolgere direttamente la comunità. Queste azioni non solo aumentano la visibilità, ma ti aiutano anche a diventare un punto di riferimento locale, trasformando il tuo centro fitness in una parte essenziale della vita nella tua zona.
Il passaparola è sempre stato uno degli strumenti più efficaci per acquisire nuovi clienti nel settore del fitness. Con l’avvento del digitale, questo metodo tradizionale ha guadagnato ancora più forza, trasformandosi in un potente strumento di referral marketing. Non si tratta più solo di invitare un amico in palestra, bensì di creare campagne strutturate che amplifichino l’effetto del passaparola tradizionale attraverso i canali digitali. Ad esempio, puoi incentivare il passaparola con recensioni ben gestite, programmi di referral personalizzati e strumenti digitali che ne facilitano la condivisione. Sponsorizzare interviste e testimonianze di clienti soddisfatti a livello locale può rafforzare la fiducia del pubblico e ampliare la tua portata.
L’obiettivo è portare il passaparola a un livello superiore, rendendolo non solo spontaneo, ma anche strategico. Un referral ben strutturato trasforma i tuoi clienti soddisfatti in ambasciatori del tuo brand, moltiplicando le opportunità di acquisizione e rafforzando la tua reputazione.
La pianificazione è fondamentale per ottenere risultati concreti, lasciando poco spazio all’improvvisazione. Non si tratta solo di definire una strategia di marketing e le azioni da intraprendere, ma anche di assegnare ri-
Al 26° ForumClub, che si terrà nei padiglioni 21 e 22 di BolognaFiere il 12, 13 e 14 febbraio, Carmine Preziosi presenterà il suo nuovo libro Fitness Marketing Pro presso lo stand Il Nuovo Club -EditriceIlCampo mercoledì 12 febbraio alle ore 12.45 e giovedì 13 febbraio alle ore 13.15
sorse adeguate alla loro realizzazione. Con investimenti pianificati strategicamente, i risultati arriveranno. Crea un piano strategico e operativo chiaro. Nel mio libro troverai un metodo semplice per definire obiettivi, azioni e budget, così da ottimizzare il ritorno sugli investimenti. Pianificare con attenzione ti permette di avere una visione chiara, investire in modo efficace e raccogliere i frutti del tuo lavoro. Una strategia ben strutturata trasforma le idee in azioni e gli sforzi in risultati concreti.
Concludo questo articolo invitandoti a scoprire il mio nuovo libro, Fitness Marketing Pro, nel quale troverai un approfondimento dettagliato dei temi trattati in queste pagine, arricchito da numerose informazioni pratiche per aiutarti a pianificare, rivedere le tue strategie e trovare nuove ispirazioni.
Il libro include una raccolta di case history reali, pensate per offrirti spunti concreti e immediatamente applicabili al tuo business. È il risultato della mia passione per il marketing e di anni di esperienza diretta sul campo, ed è progettato per chi vuole fare la differenza nel settore del fitness.
Buona lettura e tanti successi per il tuo marketing nel 2025!
Laureato in Economia e specializzato in web e social media marketing con master universitario, ha lavorato per anni nel settore fitness e ha consentito a diverse aziende di ottenere significativi risultati economici grazie al web marketing. Ha collaborato con le più importanti scuole di formazione nazionali e con eventi congressuali. È autore dei manuali Vendereconilwebmarketing , PersonalBrandingperPersonalTrainer e Fitness MarketingPro pubblicati da EditriceIlCampo
▶ Il sistema che ha permesso di ottenere dal 40% al 300% in più di profitto in 12 mesi a 83 centri fitness.
▶ Perché molti centri fitness perdono più soldi di quelli che pensano di guadagnare... e come invertire la rotta.
▶ Come evitare che i clienti spariscano dopo il primo mese... e costruire una retention che dura anni.
▶ L’errore n.1 che quasi tutti i proprietari commettono... e che impedisce la crescita costante.
▶ Il segreto per trasformare il tuo centro da “speriamo funzioni” a una macchina da fatturato prevedibile.
DI MARCO MAGNANI
Dopo aver illustrato i vantaggi della sostenibilità aziendale
per i club, in questo secondo articolo analizziamo i benefici della comunicazione e del marketing della sostenibilità, anche tramite una case history emblematica
Non è un segreto: i migliori brand, le migliori aziende nel settore del fitness e dello sport stanno attuando il marketing della sostenibilità, tramite il quale promuovono la loro missione green, facendo del loro rispetto per l’ambiente e del loro impegno sociale un valore chiave della loro identità. Nel 2024, i social media si sono confermati uno strumento essenziale per promuovere le iniziative sostenibili anche per i fitness club, i centri sportivi e i produttori di at-
trezzature. Condividere contenuti legati alla sostenibilità permette di raggiungere il pubblico di riferimento, che può includere sia altre aziende del settore, sia clienti individuali interessati a uno stile di vita attivo e responsabile. Un dato significativo: il 97% della Generazione Z utilizza i social media come principale fonte di ispirazione per i propri acquisti. Questo dato evidenzia che piattaforme come Instagram, TikTok e Facebook sono strumenti indispensabili per i brand del fitness che vogliono promuovere prodotti e valori sostenibili.
Nel nostro settore, la sostenibilità non è solo un valore aggiunto, ma anche un fattore chiave per connettersi con una community giovane, consapevole e orientata al green Comunicare il proprio impegno per l’ambiente attraverso contenuti autentici e coinvolgenti consente ai marchi di costruire fiducia, ispirare nuove generazioni e fare la differenza in un mercato sempre più competitivo.
Comunicare i risultati e i progressi delle iniziative sostenibili aiuta a rafforzare la reputazione e a diffondere fiducia, facendo sì che la sostenibilità non sia solo un attributo aziendale, ma anche un valore percepito. Inoltre, rende l’azienda più attrattiva sia nei confronti dei consumatori consapevoli, sia dei potenziali partner e investitori, creando una forte differenziazione in un contesto in cui la responsabilità sociale è sempre più apprezzata e richiesta. Una strategia di comunicazione per un fitness club o un centro sportivo dovrebbe combinare l’uso di canali digitali e fisici per raggiungere e coinvolgere i clienti, promuovendo al contempo le politiche di sostenibilità e benessere aziendale. La comunicazione della sostenibilità aziendale sui social media si fonda su due pilastri essenziali: trasparenza e autenticità scientifica. È importante utilizzare dati concreti e verificabili, così come immagini reali di dipendenti e processi interni, evitando modelli o elementi scenici che potrebbero compromettere la credibilità. La fiducia è difficile da costruire e molto facile da perdere: bisogna non falsare informazioni su materie prime, impatti dei prodotti o iniziative sostenibili. Documentare con autenticità eventi come team building sostenibili o workshop sulla sostenibilità contribuisce a una percezione autentica e affidabile. Di seguito alcune indicazioni di massima su come configurare una strategia articolata in vari step.
Definire i valori chiave e i messaggi principali:
▶ identifica i valori centrali del fitness club/centro sportivo (ad esempio benessere, sostenibilità, inclusività) e definisci i messaggi chiave che riflettano l’impegno su questi temi. Il messaggio principale potrebbe ad esempio essere: “Benessere e sostenibilità per una vita più sana e un ambiente più pulito”;
▶ sottolinea le iniziative specifiche, come l’utilizzo di energia rinnovabile, l’adozione di pratiche di riduzione dei rifiuti e l’inclusività dei programmi di fitness per persone di ogni età e livello fisico.
Creare contenuti coinvolgenti sui social media:
▶ utilizza Instagram, Facebook e LinkedIn per condividere aggiornamenti e storie che riflettano l’impegno del centro verso il benessere e la sostenibilità. Possono essere inclusi contenuti come: post settimanali dedicati a suggerimenti di benessere e sostenibilità per coinvolgere la community; storie e reel che mostrano il “dietro le quinte”, come l’uso di attrezzature ecologiche o pratiche di riciclo all’interno della struttura; testimonianze di clienti e staff per dar voce alla community e mostrare l’impatto reale delle iniziative del centro.
Sito web e blog per informazioni e approfondimenti:
▶ dedica una sezione del sito web del club alla sostenibilità e al benessere aziendale, spiegando le politiche ambientali, sociali e i risultati raggiunti;
▶ crea un blog per condividere articoli su salute e sostenibilità nel fitness, con suggerimenti per un allenamento eco-compatibile, una nutrizione sana e la gestione dello stress. Questo contribuisce anche alla SEO, migliorando la visibilità online del centro.
Newsletter per comunicazione diretta e offerte esclusive:
▶ invia una newsletter mensile che tenga informati i clienti su novità, eventi speciali, promozioni e iniziative di sostenibilità;
▶ personalizza le newsletter per includere consigli di benessere, promozioni mirate e aggiornamenti sui progressi compiuti dal centro nelle iniziative green, come il risparmio energetico o il programma “zero rifiuti in discarica”.
Eventi e workshop a tema:
▶ organizza eventi e workshop, sia in presenza, sia online, come sessioni di fitness all’aperto, lezioni di yoga o seminari sulla nutrizione sostenibile. Questi eventi coinvolgono i clienti e dimostrano l’impegno del centro nel promuovere una vita sana e sostenibile;
▶ collabora con esperti locali (ad esempio nutrizionisti, ambientalisti, personal trainer) per rendere gli eventi ancor più interessanti e per offrire valore aggiunto alla community.
Testimonianze e case study per costruire credibilità:
▶ pubblica storie di clienti e casi di successo relativamente ai risultati ottenuti grazie ai programmi di fitness e benessere del centro. Questo rafforza la credibilità del club e offre un esempio concreto dell’impatto delle sue iniziative.
Il club dovrebbe sottolineare le proprie iniziative legate alla sostenibilità, come l’utilizzo di energia rinnovabile, la riduzione dei rifiuti e l’inclusività
Comunicazione interna per coinvolgere il team:
▶ mantieni informato il personale attraverso comunicazioni interne, come e-mail e riunioni mensili. Coinvolgi il team nelle iniziative di sostenibilità e wellness, rendendolo ambasciatore dei valori del centro;
▶ incentiva le risorse umane a partecipare e a condividere le pratiche eco-friendly, come l’uso di borracce riutilizzabili o la riduzione degli sprechi.
Misurare e condividere i progressi:
▶ monitora l’efficacia della strategia di comunicazione con analisi periodiche e condividi i risultati, come la riduzione delle emissioni o il numero di clienti coinvolti in eventi green;
▶ fornisci aggiornamenti regolari, ad esempio con rapporti annuali o post sui social media, per tenere il pubblico informato sui progressi compiuti e sui nuovi obiettivi.
Questa strategia integrata non solo promuove il club, ma costruisce anche una community fedele e informata, sensibilizzata sui valori della sostenibilità e del benessere.
Sebbene si tenda a credere che le attività digitali, in quanto dematerializzate, siano immuni dalle criticità legate al consumo di risorse, il tema della sostenibilità digitale sta diventando sempre più importante e cresce l’esigenza di integrare pratiche sostenibili nelle operazioni online. In quest’ottica, la sostenibilità digitale può contribuire non solo alla riduzione dell’impronta carbonica, ma anche al miglioramento dell’esperienza utente in termini di accessibilità ed efficienza operativa di un intero ecosistema tecnologico. La sostenibilità digitale non è semplicemente un obbligo definito dall’Agenda 2030: è una necessità per il benessere nostro e del Pianeta. Contribuire alla strategia di sostenibilità generale significa che anche il digitale deve fare la sua parte, in
termini sia di impatto reale, sia di comunicazione. La sostenibilità digitale è sempre più rilevante nella comunicazione, soprattutto per le aziende che desiderano ridurre l’impatto ambientale delle loro operazioni online e migliorare l’efficienza dei loro strumenti digitali. Di seguito le ragioni per le quali è importante.
Riduzione dell’impatto ambientale: le attività digitali (come l’uso di server, e-mail marketing e data storage) hanno un’impronta ecologica a causa del consumo di energia e dell’emissione di CO₂. Adottare pratiche di sostenibilità digitale, come l’uso di server alimentati da energie rinnovabili o la compressione delle immagini e dei video, aiuta a minimizzare questo impatto.
Efficienza delle risorse digitali: utilizzare tecniche come il design minimalista, ottimizzare i siti web per velocità di caricamento e limitare l’uso di risorse pesanti non necessarie contribuisce a una comunicazione più efficiente. Questo non solo migliora l’esperienza utente, ma riduce anche l’energia richiesta per il funzionamento e la visualizzazione dei contenuti online.
Sostenibilità economica e lunga durata dei contenuti: i contenuti digitali sostenibili sono progettati per essere duraturi e di qualità, riducendo la necessità di continui aggiornamenti e risorse. Questo approccio non solo risparmia risorse, ma aumenta anche il valore a lungo termine del materiale digitale.
In definitiva, la sostenibilità digitale è essenziale nella comunicazione moderna, non solo per ridurre l’impatto ambientale, ma anche per creare una connessione autentica e responsabile con il pubblico.
GO fit – catena spagnola che attualmente conta 19 club in Spagna e 2 in Portogallo e in procinto di entrare nel mercato italiano con l’apertura, programmata per quest’anno, del suo primo club “italiano” a Torino (cfr. Il Nuovo Club n. 200) – ha integrato la sostenibilità come elemento centrale della propria missione aziendale. Il suo Piano di Sostenibilità stabilisce 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, tra cui l’ambizioso traguardo della neutralità climatica, anticipando l’impegno dell’Unione Europea previsto per il 2050. Per realizzare questi obiettivi, ha delineato 40 azioni da sviluppare nei prossimi tre anni, allineate ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Queste azioni comprendono investimenti in tecnologia e innovazione per migliorare l’efficienza energetica dei suoi centri sportivi, promuovere l’uso di energie rinnovabili e implementare pratiche sostenibili nelle operazioni quotidiane. Ha inoltre istituito il GO fit LAB, laboratorio di fisiologia dell’esercizio situato a Madrid che guida l’integrazione della scienza nell’essenza dell’azienda. Collaborando con università e centri di ricerca prestigiosi a livello globale e locale, GO fit LAB promuove progetti pionieristici che stanno trasformando il futuro del benessere e della salute. Questi sforzi
dimostrano l’impegno di questo operatore nel promuovere uno stile di vita sano e sostenibile, sia per gli individui, sia per l’ambiente, posizionandosi come leader nel settore del fitness responsabile.
GO fit è stata selezionata dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) come esempio di best practice per le collaborazioni pubblico-privato (PPP), sottolineando il suo ruolo innovativo nel promuovere la sostenibilità e il benessere sociale. Questo riconoscimento è stato presentato al 6° Forum Internazionale PPP
UNECE, tenutosi a Barcellona, nel corso del quale sono stati evidenziati modelli di collaborazione che mettono le persone al centro, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) definiti nell’Agenda 2030 dell’ONU.
Tra i maggiori punti di forza che distinguono l’operatore iberico guidato dal CEO Mario Barbosa figurano:
impatto sociale ed economico: GO fit ha investito 200 milioni di euro in asset, generando un impatto sociale di 300 milioni di euro all’anno in Spagna, secondo un audit di PricewaterhouseCoopers. Questo risultato dimostra come il modello PPP possa trasformare infrastrutture pubbliche in motori di sviluppo sociale ed economico; collaborazione pubblico-privato: GO fit progetta, costruisce, gestisce e opera strutture su terreni pubblici, collaborando con enti locali, scuole, chiese e club comunitari. Questo approccio consente di riqualificare aree urbane e fornire alla popolazione servizi di qualità superiore.
E ACCESSIBILE
Il network iberico che si appresta a espandersi al di
La sostenibilità è anche un fattore chiave per connettersi con una community giovane, consapevole e orientata al green
fuori dei confini di Spagna e Portogallo si distingue anche per la grande attenzione che presta all’inclusività e all’accessibilità.
Servizi per tutti: GO fit si distingue per il suo approccio inclusivo, con abbonamenti a prezzi accessibili (37 euro al mese), concessioni per persone economicamente svantaggiate e l’accesso gratuito per i figli dei soci. Questo rende il benessere fisico una possibilità concreta per tutte le fasce della popolazione.
Focalizzazione su donne e anziani: studi condotti dal GO fit Lab hanno dimostrato che le donne sono sotto-rappresentate nelle attività sportive, tranne che nei centri GO fit, nei quali la loro partecipazione è superiore alla media.
Progetti per l’equità sociale: GO fit sostiene più di 100 iniziative ogni anno, tra le quali figurano programmi per bambini a rischio di esclusione sociale e supporto a squadre sportive locali.
DELLE
Pedro Neves, consulente ONU per gli SDG (Sustainable Development Goals) e le città intelligenti, ha sottolineato l’importanza del modello GO fit come esempio di allineamento tra il settore privato e gli interessi pubblici. Questo tipo di approccio è cruciale per colmare il divario finanziario stimato dall’ONU per raggiungere gli SDG: i governi e il settore pubblico possono fornire solo una parte delle risorse necessarie, lasciando spazio al settore privato per contribuire con capitale, competenze e innovazione. I vertici del sodalizio iberico hanno così commentato questo importante riconoscimento: Noi di GO fit lavoriamo quotidianamente per aiutare le persone a diventare più sane, più capaci e più felici e a costruire una società più equa e sostenibile. Per questo siamo lieti di essere stati selezionati dalle Nazioni Unite come esempio di collaborazione pubblico-privato per il nostro contributo agli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile dell’Agenda 2030. Il modello di GO fit rappresenta un riferimento per l’intero settore del fitness e del benessere per le seguenti ragioni:
inclusività e sostenibilità: l’approccio people-first di GO fit dimostra che è possibile coniugare sostenibilità economica, ambientale e sociale, rendendo l’attività fisica un diritto accessibile; innovazione nel settore fitness: la combinazione di servizi basati su evidenze scientifiche, infrastrutture moderne e politiche inclusive posiziona GO fit come leader nella costruzione di comunità sane e sostenibili; espansione e futuro: con piani per entrare in mercati come quelli italiano e del Regno Unito, il modello PPP potrebbe diventare un benchmark internazionale per città di altre nazioni che desiderano promuovere la salute pubblica attraverso partnership strategiche.
GO fit comunica il suo piano di sostenibilità in modo chiaro, coinvolgente e trasparente, sfruttando i canali digitali e il contatto diretto con gli iscritti ai propri club per costruire una community consapevole e responsabile. La loro strategia non solo sensibilizza, ma crea anche un legame autentico con le persone che condividono i loro valori. Lo fa utilizzando i mezzi e le strategie illustrate di seguito.
1. Sito Web
Sezione dedicata alla sostenibilità: GO fit ha una pagina specifica, nel suo sito web, nella quale spiega i dettagli del suo piano di sostenibilità, gli obiettivi a lungo termine e le azioni intraprese. Vengono chiaramente evidenziati i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 che guidano le loro iniziative (https:// go-fit.it); report e aggiornamenti: il sito web presenta dati concreti e trasparenti sui progressi raggiunti, tra i quali figurano la riduzione delle emissioni o l’efficienza energetica dei centri.
2. Social media
Post e campagne educative: GO fit utilizza Instagram, Facebook e LinkedIn per condividere contenuti che sensibilizzano sulla sostenibilità. I post spesso includono aggiornamenti sui progetti in corso, infografiche che spiegano le azioni intraprese e storie ispirazionali legate
al benessere e all’ambiente; video e immagini coinvolgenti: attraverso video che mostrano il dietro le quinte, come l’implementazione di nuove tecnologie green, GO fit rende la comunicazione visiva e coinvolgente.
3. Collaborazioni con ricerca e innovazione
GO fit LAB: GO fit comunica le attività del proprio laboratorio di ricerca, che integra scienza e benessere, mostrando come i risultati scientifici siano applicati alle loro strategie sostenibili. Questo rafforza la credibilità e dimostra l’impegno concreto.
4. Eventi e coinvolgimento della community
Eventi di sensibilizzazione: GO fit organizza eventi per promuovere uno stile di vita sostenibile, come giornate green, sessioni d’allenamento all’aperto o attività che combinano fitness e consapevolezza ambientale; workshop e iniziative educative: i centri GO fit propongono workshop su temi legati al benessere sostenibile, come alimentazione a basso impatto ambientale e gestione dello stress.
5. Comunicazione interna
Coinvolgimento dei dipendenti: GO fit informa e coinvolge i dipendenti nelle iniziative sostenibili, trasformandoli in ambasciatori del piano di sostenibilità.
6. Trasparenza e raccolta di feedback
Reportistica periodica: GO fit comunica i progressi attraverso rapporti periodici accessibili al pubblico e offrono opportunità per i soci di fornire feedback sulle iniziative; feedback della community: incoraggia gli iscritti a partecipare attivamente, ad esempio adottando pratiche sostenibili o fornendo idee al riguardo.
UN ESEMPIO A CUI ISPIRARSI
GO fit appare dunque come un modello innovativo e di successo per il settore fitness, dimostrando come le aziende possano andare oltre il semplice profitto e contribuire significativamente al benessere sociale e alla sostenibilità. Il caso evidenzia il potenziale del settore privato nel guidare il cambiamento sociale e ambientale, specialmente in collaborazione con le istituzioni pubbliche. Tuttavia, per consolidare questa visione, sarà importante monitorare come GO fit affronterà le sfide legate all’espansione internazionale e come continuerà a bilanciare l’impatto sociale e ambientale con le necessità economiche. In ogni caso, rappresenta un esempio al quale altre aziende del nostro settore, e non solo, possono ispirarsi.
Consulente da più di 20 anni nel settore fitness, laureato in marketing, autore di Bewellness Blog , si occupa di social selling, con un focus sull’innovazione e la crescita sostenibile, per lo sviluppo delle PMI in un mondo sempre più interconnesso.
Le risorse umane, e in particolare i trainer, possono giocare un ruolo chiave per il successo dell’azienda-club nell’ambito di un sistema grazie al quale la qualità del servizio erogato
è percepita dagli iscritti e giustifica prezzi più elevati
Da un po’ di tempo a questa parte mi capita spesso di essere contattato da fitness club e centri sportivi che, sapendo della mia cattedra alla Facoltà di
Scienze Motorie, mi chiedono nominativi di studenti in gamba da poter impegnare all’interno delle loro strutture. Trovare risorse umane che abbiano intenzione di impegnarsi professionalmente nei club pare essere diventata una delle sfide cen-
trali per il nostro settore. A volte capita addirittura di scoprire che certe strutture sono talmente disperate su questo fronte da accontentarsi di chiunque occupi quel posto! D’altro canto, rimango sempre molto stupito di come alcune organizzazioni sportive (fortunatamente sempre meno) considerino le risorse umane (soprattutto i trainer) come semplici prestatori d’opera, automi, pedine intercambiabili prive di emotività. Ma come si può? Se paragoniamo il team composto dagli istruttori di un club a una squadra di qualsiasi sport, dobbiamo essere consapevoli che l’allenatore fa la squadra, ma sono i giocatori a fare la partita! Ecco perché sono convinto che le strategie condivise funzionino e gli ordini no. Tempo fa, durante un corso un mio collega (peraltro molto bravo) disse testuali parole: “Se hai un reparto commerciale che funziona bene e hai in sala dei cartonati – intesi come trainer poco capaci, nda – per un paio d’anni raggiungi comunque il budget prestabilito”. Mi ricordo che, sentendo questa affermazione, rischiai di cadere dalla sedia. Il collega, vedendo la mia reazione, fece una grossa risata e disse: “Paolo non è d’accordo”. Con il passare del tempo, e lavorando a stretto contatto con i vari reparti com-
I trainer sono vincenti se forniscono soluzioni ai problemi degli iscritti
merciali dei club nei quali lavoro sul team building, mi sono reso conto che, per quanto quell’affermazione fosse provocatoria e decisamente iperbolica, era in parte veritiera. Sicuramente con i nuovi iscritti il ragionamento regge, ma che cosa succede subito dopo? Che tasso di retention (conferma dell’abbonamento anno dopo anno) abbiamo? È un po’ come voler trasportare acqua utilizzando uno scolapasta come fosse un secchio... alla fine non funziona. Basandomi proprio su questa visione, da sempre sostengo la grande importanza delle risorse umane.
Meglio partire da risorse umane di qualità e poi costruire il club che fare il contrario. Ne sono la “prova provata”, come direbbe il pubblico ministero Antonio Di Pietro, diversi centri che seguo, fondati da trainer molto capaci e dotati della voglia di migliorare costantemente. Si tratta di professionisti che, pur disponendo spesso di un budget di partenza limitato, hanno decisamente successo. Ora entriamo nel dettaglio: che cosa dobbiamo ricercare per trovare una risorsa umana di qualità?
A mio avviso, sono necessarie sia competenze tecniche – denominate hard skills, spesso quelle maggiormente scandagliate quando si fanno colloqui per implementare il team – sia competenze relazionali e non solo, dette soft skills, che ormai, come dimostra l’orientamento della ricerca effettuata dalle aziende, sono importantissime e, nel nostro settore, troppo spesso sottovalutate.
Perfetto, ma quando troviamo il candidato perfetto, o comunque un candidato molto valido, che cosa ci chiederà o gli interesserà sapere? Tre cose (in realtà all’inizio quattro che poi, con l’andare del tempo, si riducono a tre): in prima battuta (soprattutto per gli insegnanti delle attività di gruppo) con quanti iscritti lavorerà. Far parte di un club che dà molta visibilità fa brillare gli occhi a molti trainer, ma poi, scontrandosi con la quotidianità, spesso le richieste si ridurranno a tre aspetti: soldi, visione e possibilità di carriera.
A proposito del primo punto (soldi) molto spesso sento critiche, da ambo le parti, che reputo interessanti e che mi ricordano i quattro capponi di Renzo de I Promessi sposi che, portati in pagamento all’avvocato azzeccagarbugli, quindi destinati a morte certa, non trovavano di meglio da fare che beccarsi tra di loro.
Trainer della mia generazione, molti dei quali diventati proprietari di centri fitness, e direttori tecnici maturi a volte mi dicono, riferendosi ai trainer di oggi, “non sono
come eravamo noi... non hanno fame”, “vogliono tutto e subito”. Queste affermazioni mi inducono a guardare il mondo del fitness di oggi con gli occhi di un ragazzo che inizia a lavorare al suo interno, riuscendo a immaginare come ribatterebbe a queste affermazioni: “Non ho fame? Più che altro non voglio fare la fame”, “Voglio tutto e subito? Ho già visto talmente tante promesse mai mantenute che preferisco mettere le cose in chiaro subito”.
Dall’altra parte della barricata, o meglio sullo stesso carro, ma con un ruolo direttivo, che cosa è necessario chiedere alla risorsa umana in cambio di ciò che si offre? È necessario chiederle che:
sia disposta a fare squadra con il resto del team;
sia in grado di ascoltare in modo attivo gli iscritti durante i colloqui periodici. Ti ricordi i colloqui periodici che partono con la welcome session e proseguono per tutta la durata dell’abbonamento, il “trainer responsabile” e la “filiera dell’aiuto” di cui ho parlato nell’articolo del numero scorso? Se non ricordi questi concetti, rileggilo e capirai come cambia la percezione
che il frequentatore ha del lavoro che si svolge nel club;
interpreti, comprenda e re-agisca di conseguenza a quello che gli dice l’iscritto nei colloqui periodici;
faccia percepire agli iscritti la qualità del servizio erogato stimolando la propensione a spendere di più per la propria salute psico-fisica.
Credo che la partita si giochi proprio qui: alcuni club non attuano processi atti a creare le marginalità economiche necessarie per far partire questo circolo virtuoso. In parole povere, non guadagnano abbastanza per poter investire nelle risorse umane e, pertanto, risparmiano in quel comparto che, semplicemente, è quello che fa la differenza sul medio-lungo periodo.
ne al Lincoln Memorial di Washington, disse “Ho un sogno” e non “Ho un piano”. I sogni, se condivisi, sono molto potenti, mentre i piani possono essere messi in discussione.
Eccoci arrivati al terzo punto: “Questa persona, che possiede le caratteristiche giuste e condivide il nostro sogno, che cosa può fare all’interno della nostra organizzazione?”, “Come potrà svilupparsi il suo lavoro futuro? Che carriera potrà fare?”. Rispondendo in modo convincente a queste tre domande, possiamo avere se non la garanzia, una ragionevole possibilità di evitare il costante turnover delle risorse umane. Professionalizzando e motivando le risorse umane, possiamo evitare di sprecare denaro in formazione con persone che ci lasciano alla prima occasione.
Sono certo che qualcuno starà ribattendo a questa mia affermazione così: “Sì, bravo Paolo, ma qui da noi non funziona, è diverso, la gente, eccetera, eccetera”. Mi è stata mossa questa obiezione dappertutto... prima che iniziassimo a lavorare insieme e risultasse palese che questo approccio funziona davvero. Il secondo punto (avere una “visione” chiara per poterla comunicare alle risorse umane) è la base per poter attrarre le persone con il nostro stesso sogno. Martin Luther King, nel famoso discorso che ten- >
La lunga esperienza che ho maturato sul campo mi ha insegnato che per avere un team realmente legato al club, e in grado di produrre risultati, è meglio disporre di un numero circoscritto di figure poliedriche e molto impegnate (magari affiancate da junior in formazione che possono tornare sempre utili) piuttosto che disporre di uno staff gigantesco. Puntare su un numero più ristretto di collaboratori e formarli in tutte le aree strategiche e operative del club (reception/accoglienza,
tempo, svolgendo attività utili anche nei “momenti buchi”
consulenza, vendita e, soprattutto, lavoro di gruppo/team building) può rivelarsi la scelta vincente.
Piccola digressione che reputo interessante: ho notato che le persone abituate a fare sport (trainer), in molti casi molto competitive, una volta superato il loro pregiudizio “sono un tecnico e quindi non vendo” si trasformano in veri appassionati della diffusione del messaggio “benessere psicofisico” e, di conseguenza, della vendita. Il passaggio è talmente logico da sembrare banale: sono un trainer e mi alleno da tanti anni perché ci credo; credendoci riesco a spiegare bene e a trasferire la mia passione al potenziale praticante (attenzione, in questo passaggio è più che mai importante “guardare il mondo con gli occhi dell’altro”, soprattutto se il potenziale praticante è un sedentario, che va ascoltato e non travolto altrimenti potrebbe spaventarsi!); se il potenziale praticante entra nel “mio mondo”, il gioco è fatto.
Non è dunque più una questione di prezzo (e qui potremmo addentrarci nell’universo del posizionamento del nostro club, ma possiamo essere pratici e limitarci a capire qual è il valore percepito dal nostro praticante, ovvero, anche in questo caso, “guardare il mondo con gli occhi dell’altro”).
IL TEAM... E IL PROPRIO SISTEMA
Torniamo a bomba: questo team può formare l’ossatura del gruppo, a patto che i suoi componenti si sentano, si comportino e vengano trattati da veri professioni-
sti. Questo potrebbe essere il primo passo per la professionalizzazione del nostro sistema.
A questo punto, se abbiamo costruito un team molto operativo ed efficace, i cui componenti abbiano deciso all’unanimità di fare il salto di qualità, siamo anche nelle condizioni di giustificare un listino più alto rispetto alla media nazionale (il famoso posizionamento al quale abbiamo poc’anzi accennato). Abbiamo dunque scelto di puntare principalmente sulle risorse umane e non sulla leva prezzo o sull’hardware (come farebbe un centro low cost). È dunque essenziale far percepire la qualità del lavoro svolto nel nostro club e far capire che i nostri trainer sono “differenti” a persone che, in molti casi, sono neofiti, ai quali non possiamo parlare concentrandoci su aspetti tecnici. E lo affermo nonostante l’analisi dell’esercizio e la metodologia didattica siano stati i miei cavalli di battaglia per quarant’anni, a costo di sembrare Jocker alle prese con una crisi d’identità. Con i team evoluti con i quali lavoro, normalmente imposto un sistema basato su percorsi e non sugli allenamenti. E con un approccio del genere è fondamentale calendarizzare colloqui (naturalmente oltre agli allenamenti) tramite i quali i trainer accolgono, interpretano e forniscono risposte convincenti ai dubbi, alle perplessità e alle richieste dei praticanti. I trainer sono vincenti se forniscono soluzioni ai problemi degli iscritti. Ma tra le obiezioni che sorgono spontanee alle risorse umane figura la seguente: “Ma per fare tutto questo lavoro serve un sacco di tempo!”. Questo è in parte vero. Sicuramente bisogna essere ben organizzati, ma vi assicuro che è tempo assolutamente speso bene in quanto si sta investendo nella spiegazione dei servizi che si stanno erogando e nella soluzione di problemi, avendo così la possibilità di proporre ulteriori percorsi o servizi, con conseguente incremento del ticket di spesa medio. E non dobbiamo mai dimenticarci che per un neofita capire che cosa sta facendo e sentirsi seguito è molto più importante dell’ultimo programma d’allenamento o dell’attività di tendenza.
Introducendo percorsi legati a obiettivi e colloqui calendarizzati abbiamo la possibilità di valutare le risorse umane (at-
traverso un CRM specifico per i tecnici), a livello sia quantitativo (individuando i trainer responsabili che seguono più persone), sia qualitativo, individuando i trainer che ottengono le migliori recensioni (un po’ come avviene su Amazon). Vi assicuro che le sole recensioni hanno come effetto un maggior impegno da parte dei professionisti e, conseguentemente, una maggiore percezione della qualità del servizio da parte dei soci del club. Questi dati facilitano inoltre la costruzione di carriere per i trainer, basate su numeri e valutazioni incontestabili, non su impressioni o, come direbbe mia figlia Ambra, “a sentimento”. E puntare i riflettori su esempi virtuosi significa mostrare, soprattutto agli junior in formazione, “uomini spogliatoio” che fungono da modelli a cui ispirarsi. Un aspetto fondamentale.
DEL TEMPO
L’ultimo tema che affronto con piacere in questo articolo è la questione temporale, ovvero l’afflusso degli iscritti nel club in determinate fasce orarie. Risorse umane impegnate a tempo pieno, come i trainer, in certi momenti sono oberate di lavoro, in altri sono decisamente più rilassate. È dunque importante orientare il team verso attività che possano essere svolte nei “momenti buchi” (chattare con i partner non vale, intendo attività lavorativamente produttive).
In un mondo super connesso, si può far sentire il socio coinvolto nel club anche quando non è nel club. Come? Di seguito alcune attività perfette per rendere produttivi i tempi morti.
Inviare messaggi di testo o vocali WhatsApp finalizzati al mantenimento della relazione con gli iscritti, o per verificare l’andamento dei loro progressi, può essere un modo per far sentire il nostro interessamento nei loro confronti e nei confronti dei loro percorsi.
Realizzare brevi video da postare sui social o, meglio ancora, da inviare personalmente quando c’è un problema specifico da risolvere, è un’attività che dà risultati incredibili in termini di riconoscenza da parte dei soci. Io, ad esempio, ho un piccolo archivio di esercizi specifici che ho registrato e divisi per temi (mobilità delle spalle, mal di schiena ecc. ecc.).
Programmare gli allenamenti, e soprattutto i colloqui, per far sì che il socio percepisca l’interesse reale che abbiamo nel successo del suo percorso di miglioramento psicofisico.
C’è molto lavoro da fare, me ne rendo conto, ma vedo spesso le facce soddisfatte dei dirigenti dei club e i messaggi di ringraziamento dei trainer che all’inizio del lavoro intrapreso per implementare questo sistema erano dubbiosi (per usare un sottile eufemismo), ma poi hanno ammesso, con soddisfazione, che questo approccio ha cambiato in meglio la loro vita. Come disse Gene Wilder in Frankenstein Junior: “Si puó fareeeee!!!”. Se ti è piaciuto questo articolo, seguimi su Instagram (bypaoloevangelista)
Per condensare i concetti fondamentali illustrati in questo articolo, e facilitarne l’assimilazione, ecco una sintesi per punti.
Individuare e selezionare le risorse umane giuste è un problema molto attuale e molto diffuso, cosa possiamo fare? Scegliere hard skills, soft skills o entrambe? Sono necessarie sia competenze tecniche (hard skills), spesso quelle maggiormente scandagliate quando si fanno colloqui per implementare il team, sia competenze relazionali e non solo (soft skills) diventate importantissime e, nel nostro settore, troppo spesso sottovalutate.
Tecnici poco performanti, assenti o con turnover elevato = tasso di retention basso.
Lavorare con risorse umane “limitate” è un po’ come voler trasportare acqua utilizzando uno scolapasta... alla fine non funziona!
Su quale terreno si gioca la trattativa? Soldi, visione, possibilità di carriera vs essere disposti all’ascolto attivo, sentirsi parte di una squadra, essere in grado di far percepire i punti di forza del proprio club.
Meno è meglio (anche con le risorse umane). Puntare su un numero circoscritto di collaboratori e formarli in tutte le aree strategiche e operative del club (reception/accoglienza, consulenza, vendita e, soprattutto, lavoro di gruppo/team building) può rivelarsi la scelta vincente.
Tenere per mano i soci anche tramite colloqui strutturati. Impostare un sistema basato su percorsi e non sugli allenamenti. Con questo approccio è fondamentale calendarizzare colloqui (naturalmente oltre agli allenamenti) tramite i quali i trainer accolgono, interpretano e forniscono risposte convincenti ai dubbi, alle perplessità e alle richieste degli iscritti. I trainer sono efficaci se forniscono soluzioni ai problemi degli iscritti.
Valutazione quantitativa e qualitativa dei trainer con conseguente miglioramento del percepito della qualità del servizio da parte del socio. Introducendo percorsi legati a obiettivi e colloqui calendarizzati si ha la possibilità di valutare le risorse umane (attraverso un CRM specifico per i tecnici), a livello sia quantitativo (individuando i trainer responsabili che seguono più persone), sia qualitativo, individuando i trainer che ottengono le migliori recensioni (un po’ come avviene su Amazon).
Nei “momenti buchi” i trainer possono svolgere attività molto importanti come inviare messaggi di testo o vocali WhatsApp agli iscritti, realizzare brevi video da postare sui social, programmare gli allenamenti e i colloqui.
Consulente di team-building per i centri fitness, ha tenuto conferenze, sia teoriche sia pratiche, innumerevoli volte negli Stati Uniti, in Sud America e in tutta Europa. Esperto in Psicologia dello Sport (modello S.F.E.R.A.), dal 1996 è docente alla SUISM di Torino e Asti.
Non importa dove.
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Questo terzo articolo della serie dedicata alla gestione redditizia dell’area spa e beauty del club illustra il potere del cross-selling, spiegando come incrementare le vendite di servizi benessere complementari a quelli fitness
Il termine cross-selling nasce nell’ambito del marketing e delle vendite e, tradotto letteralmente, significa “vendita incrociata”. Inizialmente utilizzato dalle aziende commerciali per incrementare i ricavi proponendo prodotti complementari, il concetto si è rapidamente diffuso in diversi settori. La storia di questa strategia affonda le radici nelle tecniche di vendita applicate nelle grandi catene e nei negozi al dettaglio, dove si iniziò a consigliare ai clienti articoli correlati per migliorare l’esperienza d’acquisto.
Con l’evoluzione dei servizi e l’aumento delle aspettative dei consumatori, il cross-selling si è affermato anche nei centri wellness, SPA e fitness, assumendo un ruolo chiave per garantire esperienze uniche. In tale ambito ha preso una connotazione più raffinata, non limitandosi a incrementare le vendite, ma puntando a combinazioni di servizi che supportano la salute globale del cliente. Ogni raccomandazione o suggerimento diventa una possibilità di soddisfare le esigenze specifiche di chi cerca benessere e relax, traducendo la vendita incrociata in una forma di consulenza personalizzata.
Le tecniche di cross-selling si basano su strategie mirate per aiutare i clienti a scoprire prodotti o servizi che completano quelli già scelti. Il concetto è semplice: se un cliente acquista un prodotto o un servizio, proporgli un articolo o un servizio correlato aumenta le probabilità di vendita e migliora la sua esperienza complessiva. Esempi di questo tipo di marketing sono ovunque: pensiamo a un e-commerce che suggerisce accessori per un prodotto appena acquistato o a una promozione di prodotti stagionali che spinge l’acquisto di articoli correlati. Queste tecniche possono essere applicate anche nel settore del wellness.
Consulenza post-trattamento: trasformare la cura in cross-selling Uno dei momenti più efficaci per il cross-selling nei centri wellness è subito dopo un trattamento o un allenamento. La consulenza post-trattamento diventa un’opportunità per proporre servizi complementari che il cliente potrebbe non aver considerato. Ad esempio, dopo una sessione intensa di fitness, un massaggio decontratturante può essere la soluzione perfetta per un recupero muscolare ottimale. Nella SPA, dopo un trattamento viso, è possibile suggerire una cura personalizzata per mantenere i risultati ottenuti, come una pulizia profonda o un massaggio rilassante. Questa tecnica non solo incrementa le vendite, ma rafforza anche il rapporto di fiducia con i clienti, che percepiscono consigli mirati e professionali pensati per il loro benessere.
Consulenza post-allenamento: aggiungere un corso o un tipo di allenamento complementare
Il cross-selling non necessariamente deve coinvolgere altri settori del club: potrebbe, ad esempio, aggiungere nuovi allenamenti funzionali per il benessere della persona. Se il cliente attraversa un periodo lavorativo particolarmente intenso, il trainer potrebbe consigliargli di integrare una seduta di stretching assistito o un corso di yoga, pensati per migliorare la flessibilità e la postura. Offrendo un vantaggio sulla prima seduta o proponendo un pacchetto “yoga + fitness,” s’incentiva il cliente a completare il proprio percorso d’allenamento con un approccio olistico che supporta non solo la performance, ma anche il benessere complessivo.
Consulenza nutrizionale
Se un cliente ha come obiettivo la perdita di peso o l’incremento della massa muscolare, il trainer può suggerire una consulenza con un nutrizionista del centro. Dopo una sessione d’allenamento, il trainer potrebbe proporre un incontro per ricevere un piano alimentare personalizzato che potenzi i risultati del fitness. Una proposta che include il pacchetto “personal trainer + consulenza nutrizionale” può rendere il percorso più completo e attraente per il cliente, il quale, probabilmente, aveva già intenzione di intraprendere questo percorso e avrebbe cercato una consulenza anche fuori dal club in assenza di questo suggerimento.
Offerte limitate nel tempo: l’urgenza al servizio del benessere
Un altro strumento efficace è la creazione di proposte limitate nel tempo, progettate per generare un senso di urgenza che invogli il cliente a prenotare più servizi in un’unica visita. Proporre uno sconto esclusivo per chi prenota un ingresso SPA e fitness entro una certa data, ad esempio, non solo incentiva il cliente ad acquistare subito: lo incoraggia an-
che a esplorare nuovi percorsi di benessere. L’urgenza, come ci insegna Robert Cialdini con il suo principio di “scarsità”, è un potente motore di decisioni rapide, soprattutto se l’offerta risponde a bisogni reali come il rilassamento post-allenamento o la preparazione alla stagione fredda.
Questi pochi esempi dimostrano che, in questo settore, le tecniche di cross-selling vanno oltre l’incremento delle vendite, mirando a offrire un servizio integrato e personalizzato, pensato per valorizzare il percorso del cliente e massimizzare i benefici percepiti.
Per una corretta e continua attività di cross-selling, la formazione del personale è essenziale. Come in ogni settore, migliora le competenze, garantisce un servizio di qualità e crea un rapporto di fiducia con i clienti. In un contesto sempre più competitivo, avere un team preparato fa una vera differenza, soprattutto quando si tratta di proporre servizi aggiuntivi in modo discreto ed efficace. Nel settore fitness e wellness, i clienti cercano un’esperienza personalizzata e supporto per il proprio benessere e per la propria salute, quindi la fiducia è un fattore chiave. Gli operatori devono conoscere a fondo i servizi del centro e avere le competenze per utilizzare tecniche di comunicazione empatica che favoriscano il cross-selling senza risultare invadenti. Domande come “Com’è andata la
sessione di oggi?” o “Hai notato miglioramenti?” permettono di identificare le necessità del cliente e di offrire suggerimenti mirati, come una seduta di stretching per migliorare la flessibilità o un massaggio decontratturante per il recupero muscolare. Proporre servizi con frasi come “Potresti trovare utile…” rende l’offerta amichevole e mette il cliente al centro dell’attenzione.
Per mantenere alta la motivazione dello staff, sarebbe utile introdurre incentivi per chi raggiunge obiettivi di cross-selling in modo efficace. Premi per i migliori risultati settimanali o mensili e benefit aziendali come sessioni gratuite o sconti sui servizi del centro possono rendere il team più proattivo e coinvolto.
CASI STUDIO E STRATEGIE DI SUCCESSO NEL CROSS-SELLING L’applicazione delle tecniche di cross-selling nei centri wellness e fitness ha dato risultati significativi per molti operatori che hanno adottato strategie innovative e personalizzate. Attraverso pacchetti tematici, eventi speciali e offerte mirate, sono riusciti a migliorare l’esperienza dei clienti, aumentare la loro fidelizzazione e incrementare le vendite. Di seguito alcuni esempi.
Evento Detox Weekend: un fine settimana dedicato al benessere, che include sessioni di yoga e meditazione, trattamenti SPA e consigli nutrizionali personalizzati. Questo evento non solo ha attratto nuovi clienti, ma ha anche incentivato la collaborazione
tra professionisti del centro, creando un’esperienza integrata con un workshop finale.
Evento Relax e Benessere: una serata speciale con trattamenti scontati e percorsi SPA riservati agli iscritti del club. In molti centri, il 60% dei partecipanti ha poi prenotato ulteriori trattamenti, dimostrando come eventi dedicati possano essere un’opportunità di cross-selling e fidelizzazione.
Programma Reset di Primavera: un programma di “rinascita” con sessioni d’allenamento detox, massaggi drenanti e un percorso nutrizionale per rimettersi in forma in vista dell’estate. Questo pacchetto stagionale ha portato un aumento delle vendite del 40% nel trimestre primaverile e ha attratto nuovi clienti, molti dei quali sono diventati iscritti annuali del club.
Pacchetto Fitness & Beauty Combo: combina sessioni di personal training con trattamenti estetici come scrub corpo e pulizia viso, ideale per chi desidera migliorare sia l’aspetto fisico, sia la cura della pelle. Questo pacchetto ha incrementato del 25% le vendite nei servizi estetici, con un aumento del 10% di nuovi clienti del reparto beauty.
Voucher Multiservizio: un buono sconto che i clienti possono utilizzare in settori secondari del centro, come SPA, centro estetico o nutrizione. Ogni volta che un cliente acquista un pacchetto fitness o un abbonamento mensile, riceve un voucher per esplorare un altro settore del centro. Questo incentivo ha generato un aumento del 30% nelle vendite dei servizi secondari, valorizzando tutte le aree del centro.
Da questo articolo si evince come il cross-selling non sia solo una tecnica di vendita, ma anche una strategia essenziale per migliorare l’esperienza cliente nei centri wellness e fitness. In un ambiente in cui il benessere è al centro, ogni raccomandazione e suggerimento diventa parte integrata del percorso di cura e attenzione al cliente. Quando proposto con tatto e competenza, il cross-selling valorizza l’offerta del club, facendo sentire ogni cliente considerato e supportato.
Attraverso pacchetti tematici, eventi speciali e incentivi come i voucher multiservizio, i fitness-wellness club riescono a offrire esperienze personalizzate e complete, stimolando la curiosità dei clienti a esplorare nuovi servizi. In questo modo, il cross-selling diventa un mezzo per arricchire l’esperienza cliente, trasformando ogni visita in una scoperta di benessere a trecentosessanta gradi. In conclusione, l’efficacia del cross-selling nei centri fitness e wellness risiede nella capacità di unire il marketing alle esigenze reali dei clienti, creando un ambiente che offre soluzioni personalizzate per il benessere. Un approccio che, oltre a incrementare le vendite, trasforma ogni interazione in un’opportunità per rafforzare la fiducia e consolidare il rapporto con il cliente, rendendo il centro un punto di riferimento unico e completo per la cura della persona.
GIORGIA D’AUTORIO
In possesso di laurea in Scienze Politiche, indirizzo economicoamministrativo, e Master Executive in Wellness Management Club, da 22 anni lavora nell’ambito dei centri fitness. Dal 2017 è business tutor della società di consulenza Wellink che si rivolge al comparto fitness, wellness e sport. È amministratrice e club manager di Club Interamnia di Teramo, sovrintendendo alle attività gestionali, commerciali e di marketing.
DI ANDREA MUZZARELLI
Dinamici e variopinti, sicuri e inclusivi, gli spray park possono essere facilmente inseriti in strutture ricettive, così come in fitness/wellness club e centri sportivi dotati di area piscina da rinnovare o di una zona inutilizzata o da riconvertire. Il segreto del loro successo? Attrattività, accessibilità, interattività
Largamente inteso come area di gioco animata dal movimento dinamico dell’acqua (con cannoni, archi, geyser a pavimento, coni, ecc.), gli spray park, come i più piccoli spray pad, si sono ritagliati in tempi recenti una meritata popolarità, nel nostro Paese come all’estero. Chi gestisce una
struttura ricettiva, un fitness-wellness club o un centro sportivo dotato di una zona piscina da rinnovare – così come di una zona interna o esterna ancora inutilizzata o da riconvertire – si orienta spesso verso questo tipo di soluzione perché facilmente integrabile, flessibile, realizzabile con un investimento contenuto e dalla ridotta manutenzione. Come confermato da Andrea Cascioli di MagicSplash, nuova attrazione a Valmontone (provincia di Roma) che include uno spray park di 280 metri quadrati, «da un punto di vista economico-gestionale, gli spray park sono sicuramente interessanti in quanto richiedono investimenti iniziali contenuti e bassi costi di manutenzione, aspetto ancor più evidente se li si confronta con gli acquascivoli o con i complessi macchinari di un parco divertimenti». La clientela di riferimento può quindi essere ampliata – dai bambini agli anziani – senza esporsi a rischi particolari, favorendo al contempo una maggiore diversificazione dell’offerta.
In un’epoca in cui la parola leisure combina sempre più concetti distinti ma complementari come fitness, wellness, attività in acqua e outdoor, gioco e socializzazione, non stupisce che gli spray
park siano ormai diventati un importante fenomeno di tendenza da non sottovalutare.
Come ci ha spiegato Massimo Aga Rossi, specialista di prodotto presso Myrtha Pools, in Europa le vendite di queste installazioni stanno andando molto bene, specialmente in Spagna, Italia, Regno Unito e Francia, mentre in Germania stanno funzionando soprattutto nelle aree al chiuso.
Questo successo, secondo Aga Rossi, è dovuto al fatto che i gestori del mondo leisure «hanno ormai capito il valore aggiunto consistente nell’offrire qualcosa di completamente diverso che presenta, a mio avviso, tre principali vantaggi: attrattività, accessibilità, interattività». Rispetto a queste tre variabili, una piscina tradizionale (a specchio d’acqua) «ha dei chiari limiti, perché si rivolge comunque a utenti con certe capacità e caratteristiche (dall’abilità di nuotare alla mobilità e all’autonomia) ed è più o meno interattiva in base alla sua conformazione e profondità». In uno spray park, invece, le tre caratteristiche sopra evidenziate «sono enfatizzate in maniera importante». L’attrattività è interessante soprattutto per i bambini: aiuta a contenere il potenziale affollamento (e disturbo) dell’area piscina, spesso frequentata da persone con esigenze alquanto diverse. E l’accessibilità – essenziale per creare aree senza barriere – è altrettanto importante per attrarre il pubblico più ampio possibile: «Uno spray pad, in particolare, può essere usato da un bambino che ancora gattona (con la massima tranquillità dei genitori) come da un anziano che non si sente più sicuro nell’utilizzo di una vasca tradizionale», osserva Aga Rossi. Accessibilità significa anche inclusività, un tema che imprese, organizzazioni e istituzioni pubbliche stanno promuovendo ormai da diversi anni. Negli Stati Uniti, ad esempio, le aree che potremmmo definire “splash & spray” sono presenti in un numero sempre maggiore di parchi acquatici con il primario obiettivo di renderli più inclusivi.
È dunque anche in questo senso che spray park e spray pad arricchiscono l’offerta elevando al contempo il posi-
zionamento del marchio sul mercato, creando nuovi canali per generare redditività. Questo significa intervenire a livello progettuale per introdurre forme di “multiprogrammazione” dell’acqua grazie alle quali clienti di tutti i tipi possono usare gli spazi a disposizione in modo molto più flessibile.
Dal momento che il rischio implicito in un’alta accessibilità è legato alla mescolanza di pubblici molto diversi, «ad esempio, bambini di 7-8 anni potrebbero tenere comportamenti pericolosi per i più piccoli in età prescolare», puntualizza Massimo Aga Rossi, è molto importante differenziare le attrattive. «Senza introdurre barriere fisiche, che creerebbero un senso di ‘ghettizzazione’, pubblici diversi vanno indirizzati verso aree diverse attraverso un’accorta progettazione degli spazi», osserva Aga Rossi.
Occorre quindi creare zone diverse che, pur non fisicamente separate, declinino l’interazione con l’elemento acqua >
in modi diversi ma complementari: flussi e getti d’acqua, fontane, scivoli e altre attrezzature e soluzioni possono essere usati per modulare l’esperienza in acqua (dall’esplorazione sensoriale e il rilassamento ad attività molto più dinamiche e divertenti) anche per favorire la compresenza di generazioni diverse. L’importante, alla fine, è ragionare in termini olistici, perché le scelte compiute in una zona avranno un impatto anche sulle altre: nel caso di MagicSplash, ad esempio, il fatto che gli acquascivoli siano stati riservati ai bambini ha determinato una maggiore presenza di adulti nello spray park rispetto alla media.
Determinante per l’attrattività è anche l’estetica: questi spazi devono anche avere un aspetto molto piacevole in termini di colori e forme, in modo tale da produrre una risposta emotiva positiva. «Evitare spigolosità è importante, anche sul piano della sicurezza, soprattutto se si ha a che fare con utenti molto giovani», precisa Aga Rossi, «mentre l’integrazione di fontane a pavimento può offrire l’opportunità di creare giochi d’acqua belli e divertenti».
Se progettare strutture in grado di attrarre un pubblico molto diversificato è essenziale per ampliare la clientela di riferimento, offrire ambienti sicuri e puliti è, ai fini della fidelizzazione, importante tanto quanto proporre un’esperienza positiva all’insegna del divertimento o del relax. Al di là delle disposizioni di legge
(secondo la norma europea UNI EN 1177, la pavimentazione di queste aree deve essere antiscivolo e antitrauma), è innegabile che spray park e spray pad siano molto più sicuri non solo rispetto alle piscine tradizionali (non c’è il rischio di annegamento), ma anche rispetto agli acquascivoli e ad attrazioni similari (la dinamicità è molto più contenuta). Il livello dell’acqua è sempre molto basso e il divertimento è ritagliato su misura dei più piccoli.
La sicurezza deve essere garantita su tre livelli: materiali utilizzati, qualità dell’acqua, supervisione. I materiali devono essere in generale resistenti e durevoli –come cemento, acciao inox, bronzo e vetroresina – e, nel caso specifico della pavimentazione, le membrane in PVC sono un’ottima scelta per combinare comfort e sicurezza. «Nel caso di spray park con 1020 centimetri d’acqua – spiega Aga Rossi – applichiamo prima un materassino morbido sul fondo, poi uno strato impermeabilizzante. Nel caso degli spray pad, invece, di norma raccomandiamo caldamente l’EPDM – scelto anche per lo spray park di MagicSplash – una gomma sintetica che vanta ottime proprietà di resistenza agli agenti atmosferici e al calore».
SOTTO CONTROLLO
Quando si parla di scurezza e igiene, la qualità dell’acqua va sempre garantita evitando, al contempo, ogni inutile spreco. Il sistema di gran lunga più adottato è quello con ricircolo dell’acqua, opportunamente trattata e filtrata in un’apposita vasca con una frequenza non superiore ai 30 minuti. È tuttavia necessario un accurato monitoraggio chimico: l’acqua deve essere trattata come se fosse di piscina ed è di norma potabile, un aspetto molto importante se si considera l’uso che i bambini fanno di queste aree.
Sul piano dei consumi idrici, evitare sprechi è oggi essenziale, e i sistemi con ricircolo vanno nella direzione di una maggiore sostenibilità. «L’obiettivo è non sprecare nemmeno una goccia recuperando tutta l’acqua utilizzata», sottolinea Aga Rossi. «Rispetto alle piscine, del resto, parliamo di volumi idrici irrisori (uno spray pad di 200 metri quadrati può avere una vasca di raccolta di 6-8 metri cubi), e
questo rende le operazioni di filtrazione molto più veloci, garantendo una qualità dell’acqua costantemente elevata». Nel caso di MagicSplash, l’acqua dello spray park è condivisa con la piscina adiacente, ed è pertanto regolarmente filtrata e ricambiata.
In conclusione, vale la pena sottolineare che se uno spray park o spray pad viene progettato con cura – tenendo conto non solo di come verrà utilizzato, ma anche delle specifiche caratteristiche dell’ambiente nel quale sarà inserito – e i materiali sono scelti con attenzione, sarà più facile ottenere durevolezza e sempicità gestionale. Barriere e supervisione possono essere superflue, ma in questo caso non si possono assolutamente stabilire regole generali: saranno il contesto, l’opportunità e le caratteristiche progettuali dell’area a definire cosa è meglio fare per garantire ai clienti il servizio migliore.
CASTELLO FANTASIA A NOVE TORRI E SETTE SCIVOLI - ACQUAPARK
Questo spray park, pensato per tutta la famiglia, ha una superficie di circa 300 metri quadtrati ed è ricco di getti d’acqua, spruzzi e giochi interattivi progettati per stimolare la socializzazione e il movimento. www.acquaparksrl.com
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
• Dimensione ricreativa
• Alta dinamicità dell’acqua in un ambiente più “energico”
• Supervisione da parte di bagnini/assistenti bagnanti di norma non necessaria
• Getti d’acqua sia a terra, sia sopra la superficie
• Accessibilità/inclusività
• Interattività
• Estensione: in media intorno ai 200-250 mq, ma si può spaziare dai 70 ai 600 mq a seconda dei casi
• Costi di manutenzione e supervisione ridotti
• Opportunità di esercizio e divertimento outdoor
• Destinazione ottimale nel periodo estivo
• Efficienza: facili da integrare in strutture già esistenti per attrarre una clientela più ampia
DIFFERENZE CHIAVE RISPETTO ALLE PISCINE
• Investimenti iniziali molto più contenuti
• Manutenzione più semplice e meno costosa
• Impiego d’acqua più contenuto
• Rischio di annegamento molto più limitato
• Maggiore accessibilità
SPRAY PARK ALBATROS - CEMI NETWORK
Lo spray park progettato e realizzato da CEMI Network al Camping Albatros di Marina Julia, frazione di Monfalcone, in provincia di Gorizia, offre un’esperienza di divertimento acquatico che combina fantasia e avventura. Materiali sottoposti a rigorosi controlli di sicurezza, design pensato per minimizzare i rischi di traumi e cadute. www.ceminetwork.com
Questo nuovo splash park per bambini si estende su una superficie di 80 metri quadrati, è stato progettato intorno al tema “mare e spiaggia” e si compone di numerosi elementi di gioco. I materiali sono stati scelti con la massima cura, mentre la sostenibilità è garantita da un sistema di filtrazione e ricircolo dell’acqua che riduce gli sprechi. www.fluidra.com
All’interno di questo parco faunistico è stato realizzato uno spray park di 1.100 mq denominato “Safari Beach”. L’area include un campo giochi di circa 120 mq da dove partono un multipista a 4 corsie, un toboga e un idrotubo a una altezza di 480 cm, e 8 acquascivoli per bambini. Molto richiesta in tempi recenti, la tematizzazione “Safari” prevede colori tenui e giochi a forma di animali. https://tecnopiscineint.com
Grazie alla grande modularità offerta dalla tecnologia Myrtha, è stato possibile rinnovare una delle tre piscine del Camping Village San Francesco: riducendo la profondità a soli 15 centimetri, la vasca è stata trasformata in uno spray park di ben 640 metri quadrati in grado di rispondere meglio alle esigenze degli ospiti. Mentre i giochi d’acqua interattivi garantiscono il divertimento dei più piccoli, il fondo antiscivolo e il Myrtha SoftWalk combinano sicurezza e comfort per utenti di tutte le età. www.piscinecastiglione.it
Con l'acquisizione di Culligan Commercial & Industrial in Italia, Grundfos unisce l'esperienza di Culligan nel trattamento dell’acqua con le capacità di Grundfos, note in tutto il mondo, nella tecnologia delle pompe. Questa potente combinazione vi offrirà infiniti vantaggi. Grunfos Pool progetta, installa e cura piscine straordinarie in ambito pubblico e privato. Le migliori tecnologie per la tua piscina professionale, te le offriamo noi
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DI BIAGIO GIANCOLA
Facciamo il punto sulla difficile esenzione dell’Imposta
Municipale Unica per gli immobili posseduti e utilizzati da Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche
L’Imposta Municipale Unica (in breve IMU) consiste in un’imposta locale, determinata nelle aliquote dai singoli Comuni, applicata sugli immobili posseduti da persone fisiche e giuridiche e destinati a qualsiasi uso. Quale “tassa sul possesso” di immobili, l’IMU colpisce anche quelli posseduti e utilizzati dagli enti non commerciali, ivi compresi gli impianti sportivi utilizzati da ASD e SSD per promuovere lo sport (si pensi ad esempio alle palestre, ai campi sportivi e agli impianti natatori).
Le ipotesi di esenzione dall’IMU hanno carattere eccezionale
e sono tassativamente previste dalla legge Nel dettaglio, tra gli enti non commerciali, l’esenzione spetta anche all’ASD/SSD qualora l’ente sia possessore e utilizzatore diretto dell’immobile, purché l’immobile risulti strumentale e collegato all’attività istituzionale dell’ente non commerciale (art. 1 co. 71 l. 213/2023 “legge di Bilancio” per l’anno 2024) e pertanto sia proprietario dell’immobile, ovvero ai sensi dell’art. 1 comma 743 L. 160/2019 lo possegga ad altro titolo di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie. Vi è poi un’ulteriore ipotesi di esenzione IMU applicabile anche agli enti commerciali o non commerciali che ai sensi dell’art. 1
comma 71 L. n. 213/2023 concedano l’immobile in comodato “a un soggetto di cui all’articolo 73, comma 1, lettera c) DPR n. 917/1986” tra i quali sono ricomprese le ASD/SSD non commerciali, a condizione che il comodatario svolga nell’immobile esclusivamente le discipline sportive dilettantistiche con modalità non commerciali. La medesima disciplina è prevista anche per gli Enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS ai sensi dell’art. 82 co. 6 d.lgs. 117/2017.
A FAVORE DI ASD E SSD
Per le ASD e SSD non commerciali, la disposizione di riferimento è l’art. 7 d.lgs. 504/1992 espressamente richiamato dall’art. 1 co. 759 lettera g) della l. 160/2019 in tema di esenzione IMU. Dunque, la disciplina di legge subordina l’esenzione IMU al contestuale verificarsi di due requisiti:
soggettivo: chi utilizza a qualsiasi titolo l’immobile deve essere un ente non commerciale, tra cui le ASD e SSD;
oggettivo: nell’immobile devono svolgersi esclusivamente le attività indicate dalla stessa legge, tra cui le discipline sportive dilettantistiche.
Entrambi i requisiti richiedono un approfondimento specifico nei termini che seguono.
IL REQUISITO SOGGETTIVO
Riguardo il requisito soggettivo, l’art. 1 co. 759 lettera g) della l. 160/2019 fa riferimento agli enti non commerciali ai sensi dell’art. 73 co. 1 lett. c) DPR 917/1986 (TUIR), ossia gli enti pubblici e privati diversi dalle società, tuttavia la giurisprudenza è immediatamente giunta a soccorso del sistema sportivo, ammettendo anche ai fini IMU la piena parificazione tra le ASD/SSD, ritenendo applicabile la disciplina speciale dell’esenzione IMU anche per gli impianti sportivi posseduti e utilizzati dalle SSD in forma di società di capitali senza scopo di lucro, che svolgano in concreto attività non commerciale (Corte di Giustizia Tributaria di II grado – Regione Lazio, Sentenza n. 676 del 30.01.2024 che richiama la Corte di Cassazione Civile, Sez.5, Ordinanza n. 6539/2023). Vi è poi l’’art. 1 comma 1 lett. m) D.M 200/2012, Regolamento ministeriale di attuazione della normativa in tema di esenzione IMU, che limita l’esenzione alle sole ASD/SSD che promuovono in via stabile ed esclusiva le “(…) discipline riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) svolte dalle associazioni sportive e dalle relative sezioni non aventi scopo di lucro, affiliate alle federazioni sportive nazionali o agli enti nazionali di promozione sportiva riconosciuti ai sensi dell’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289” (art. 1 co. 1 lett. m) DM 200/2012).
Dunque, non è sufficiente la semplice veste di ASD/SSD non commerciale, bensì occorre che all’interno dell’immobile si svolgano effettivamente le attività riferite alle discipline sportive riconosciute. Ciò significa che qualora l’ASD, all’interno della palestra, promuova discipline ancora oggi non espressamente riconosciute, né recepite nell’Allegato 1 del Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche nell’“Elenco codici attività/discipline sportive (riconosciute da CONI e/o CIP e/o Dipartimento per lo Sport)”, come ad esempio i corsi di pilates, Zumba, antigravity oppure meditazione dinamica, non sarà tra i destinatari-beneficiari dell’esenzione IMU, fintanto che le discipline insegnate e diffuse non risultino espressamente riconosciute ai fini sportivi.
Lo stesso può dirsi qualora l’ente sportivo, che possieda l’impianto sportivo e lo utilizzi, non risulti regolarmente affiliato a un organismo di affiliazione riconosciuto dal CONI/CIP, né risulti iscrit-
L’esenzione dell’Imposta Municipale Unica per gli immobili posseduti e utilizzati da Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche è controversa
to al Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (RAS).
Per concludere: il requisito soggettivo per l’esenzione IMU impone la gestione diretta della palestra o altro impianto sportivo a cura di una ASD/SSD senza scopo di lucro e riconosciuta ai fini sportivi, pertanto nell’immobile l’ente dovrà promuovere secondo statuto, ma, soprattutto in concreto, il perfezionamento e avviamento di discipline sportive riconosciute, rivolgendo detta attività (corsi, lezioni, manifestazioni sportive, eventi sportivi di qualsiasi tipologia), quantomeno in via prevalente, agli associati e tesserati, nel rispetto delle clausole imperative degli artt. 7, 8, 9 d.lgs. 36/2021.
Riguardo il requisito oggettivo, in primo luogo occorre che l’ASD/SSD detenga l’immobile a titolo di proprietà o altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie) ovvero comodato d’uso. Ciò significa che in caso di locazione commerciale, soggetto passivo d’imposta resta il locatore l’immobile, salvo l’unico caso di comodato d’uso che permetterà al locatore di beneficiare dell’esenzione IMU qualora siano soddisfatti i due requisiti soggettivo e oggettivo in capo alla locataria ASD/SSD.
Quindi, ad esempio, se una società commerciale concede in comodato gratuito l’utilizzo dell’immobile a una ASD/SSD, potrà beneficiare dell’esenzione IMU a condizione che siano rispettati dall’ente sportivo dilettantistico i due requisiti legati soggettivo e oggettivo.
Tuttavia, l’aspetto formale non garantisce l’esenzione IMU in quanto esiste una disciplina ancor più restrittiva nei confronti delle ASD/SSD, stabilita dall’art. 4 co. 6 D.M. 200/2012 il quale prevede che: “Lo svolgimento di attività sportive si ritiene effettuato con modalità non commerciali se le medesime attività sono svolte a titolo gratuito, ovvero dietro versamento di un corrispettivo simbolico e, comunque, non superiore alla metà dei corrispettivi medi previsti per analoghe attività svolte con modalità concorrenziali nello stesso ambito territoriale, tenuto anche conto dell’assenza di relazione con il costo effettivo del servizio”.
Si tratta di una previsione totalmente restrittiva, ai limiti della disapplicazione in concreto dell’esenzione IMU a favore delle ASD/SSD e che inoltre contiene una prova diabolica a carico degli enti sportivi di dover dimostrare che il corrispettivo ricevuto sia inferiore alla metà dei corrispettivi applicati dalle palestre commerciali presenti nello stesso ambito geografico.
Dunque, l’apertura concessa dall’art. 7 bis d.lgs. 36/2021, che permette alle ASD/SSD di utilizzare i locali per le attività sportive indipendentemente dalla destinazione urbanistica, deve fare i
contri con la previsione legale della natura non commerciale del compenso ricevuto da ciascun corsista che è restrittiva rispetto alla nozione di corrispettivo specifico previsto dall’art. 148 TUIR.
Va poi tenuta a mente la sorprendente decisione della Corte di Cassazione che, con Ordinanza n. 17714/2024, ha stabilito che “l’attività non lucrativa svolta dalla SSD istante deve risultare anche dalla classificazione catastale dell’immobile utilizzato, apparendo alquanto difficile ipotizzare che una classificazione diversa possa considerarsi frutto di un errore e quindi essere ritenuta irrilevante ai fini della soluzione della controversia al vaglio del giudice. Nel caso di specie, la classificazione catastale degli immobili in uso alla (...) Srl è appunto nella categoria D/6, la quale - per definizione e per requisiti comporta ex se il fine di lucro (trattasi infatti, come già evidenziato da Cass. n. 20334/2019, di immobili destinati all’esercizio dello sport, i quali possono essere soggetti ad imposte sicuramente più elevate rispetto alle semplici unità immobiliari adibite all’uso residenziale, ma che tuttavia consentono di realizzare guadagni e di svolgere un’attività sicuramente lucrativa)”
Invero, la sentenza fa riferimento alla disciplina precedente all’entrata in vigore dell’art. 7 bis d.lgs. 36/2021 che permette alle ASD/ SSD di utilizzare i locali senza tener conto della destinazione d’uso. Tuttavia, sebbene le motivazioni in sentenza restino assolutamente discutibili sul piano giuridico, occorre tenere conto che l’accatastamento come D/6 potrà essere valutato dalla giurisprudenza come presunzione legale di attività lucrativa dell’utilizzatore dell’immobile e pertanto occorrerà poi dimostrare in giudizio, con abbondante dossier documentale, che l’attività sportiva svolta nello specifico immobile è senza scopo di lucro superando in tal modo la mera classificazione catastale dell’immobile per i giudici, sintomatica del difetto del c.d. “vincolo strumentale” poiché indicatore di attività commerciale. Pertanto, prima ancora di presentare domanda di esenzione IMU andrebbe valutata la presentazione della variazione dei dati di accatastamento, presentando successivamente la dichiarazione di esenzione IMU. Ricordiamo che la dichiarazione IMU, secondo le istruzioni operative annuali del Ministero dell’Economia e delle Finanze per la compilazione e la comunicazione del modello, va rinnovata solo in caso di sopravvenute variazioni o modifiche al possesso dell’immobile e va comunicata esclusivamente in modo telematico (infatti la comunicazione via pec o raccomandata è considerata per legge come non esistente nel caso specifico) su apposito modello approvato con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, entro il 30 giugno dell’anno in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta, avendo cura di indicare gli immobili o le porzioni di immobili destinate esclusivamente alla pratica sportiva quindi esenti rispetto quelli destinati ad uso commerciale.
Conclusa la disamina dei due requisiti legali richiesti per l’esenzione IMU, resta da affrontare la frequente prassi dell’utilizzo promiscuo della palestra o dell’impianto sportivo. Si parla di utilizzo promiscuo quando un immobile, o parte di esso, risulti strumentale alla pratica sportiva e adibito all’attività statutaria, ma disponga altresì di spazi alternativi dedicati ad attività commerciali: si pensi a un punto ristoro o un punto vendita materiale sportivo.
Per espressa previsione di legge (articolo 91 bis d.l. 1/2012), tale situazione non ostacola in alcun modo l’esenzione ai fini IMU, che però diventa parziale. Pertanto la palestra o l’impianto sportivo in uso all’ente sportivo dilettantistico potrà beneficiare dell’esenzione IMU del fabbricato limitatamente alle sole unità o porzioni di fabbricato adibite in via esclusiva all’attività sportivo-istituzionale non commerciale.
La valutazione della proporzione ha carattere tecnico e segue le istruzioni operative indicate dall’art. 5 del DM 200/2012, pertanto è bene in tal caso allegare la relazione tecnica con il computo metrico esatto delle porzioni deputate all’attività commerciale e non commerciale alla dichiarazione di esenzione IMU- ENC.
In conclusione, l’ASD/SSD che possiede e utilizza la palestra sarà tenuta a verificare preliminarmente i requisiti soggettivi e oggettivi per beneficiare dell’esenzione IMU, e in caso positivo comunicherà al Comune la richiesta di esenzione ai fini IMU tramite il modello ministeriale di dichiarazione IMU (cd. “Modello IMU ENC”), da comunicarsi solo in via telematica entro e non oltre il 30 giugno dell’anno in corso, per ottenere l’esenzione, anche parziale, limitatamente ai fabbricati o porzione di essi deputate alla promozione delle discipline sportive riconosciute, secondo modalità non commerciali ancor più restrittive ai sensi del D.M 200/2012 (regolamento ministeriale di attuazione dell’IMU). Il vero nodo da sciogliere riguarda proprio il concetto di “modalità non commerciali” dal momento che i parametri imposti dalla regolamentazione di settore, come pure la giurisprudenza, risultano poco aderenti alla finalità socio-culturale della promozione dello sport che deve essere sì per tutti, ma al contempo garantire un sostegno a chi sceglie di esserne promotore.
Il settore fitness italiano affronta una sfida significativa: un tasso d’abbandono medio su base annua pari al 60%, un dato spesso ignorato o non adeguatamente misurato. In questo contesto, molti club inseguono una crescita apparente attraverso continue promozioni e sconti, alimentando un ciclo che erode margini e valore. «Ero sull’orlo di abbandonare l’attività. Ventiquattr’ore al giorno nel club, sacrifici continui e come risultato un utile minimo che non giustificava lo sforzo». Luca, proprietario di un centro fitness di 400 metri quadrati in un piccolo comune della Toscana, racconta così il momento più critico del suo percorso imprenditoriale.
«Osservando competitor più grandi, sembrava impossibile competere. Tutti parlavano di “mettere il cliente al centro”, ma poi le strategie erano sempre rivolte all’esterno, alla ricerca spasmodica di nuovi iscritti con promozioni sempre più aggressive. Questo approccio attirava clienti alla ricerca di sconti, poco fidelizzati e con margini insufficienti per garantire un servizio di qualità. Il punto di svolta è arrivato con una nuova consapevolezza fondamentale: quando ho compreso che non stavo gestendo una palestra, bensì un’azienda». Questo cambio di prospettiva, guidato da Emanuele Pianelli (nella foto) e Richfit – la scuola di formazione per imprenditori del fitness, co-fondata con
Paolo Ricchi – ha trasformato completamente il business attraverso l’implementazione del modello 4R (Risultato, Relazione, Referral, Retention). «L’approccio è stato rivoluzionario: invece di concentrarci esclusivamente sull’acquisizione di nuovi clienti, abbiamo lavorato sull’incremento del valore di ogni singolo cliente. È stato sviluppato un servizio premium che garantisce risultati concreti e relazioni profonde». I risultati sono stati significativi: in due anni, il fatturato è cresciuto da 350.000 a 600.000 euro. «Il successo, però, va oltre i numeri. Oggi l’impegno orario è drasticamente ridotto, i clienti sono più soddisfatti, il loro lifetime value è superiore
e la loro retention è eccellente. E il club opera efficacemente anche in assenza del proprietario». L’esperienza di questo centro fitness toscano non rappresenta un caso isolato. Numerosi proprietari di club, in tutt’Italia, hanno ottenuto risultati analoghi applicando il medesimo modello gestionale, superando la trappola delle promozioni e costruendo business sostenibili nel lungo periodo. Per approfondire come il modello 4R ha trasformato fitness club di diverse dimensioni, sono disponibili testimonianze dettagliate e casi studio nel sito Richfit.co
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Balanced Body offre un percorso di formazione Pilates completo con corsi Matwork, Reformer e Comprehensive. Rilascia una certificazione riconosciuta a livello internazionale. I corsi si svolgono nelle principali città italiane e sono tenuti dai nostri Educator Balanced Body. Sei un fitness club? Abbiamo una formazione esclusiva per i tuoi trainer Reformer. Prossimi corsi: Reformer 1: 1-2 marzo, Bergamo (Francesca Cavenati); 22-23 marzo, Massa (Barbara Giusti); 12-13 aprile, Milano (Enzo Ventimiglia), Roma (Barbara D’Andrea). Reformer 2: 1-2 febbraio, Vicenza (Roberto Cerini); 8-9 febbraio, Milano (Enzo Ventimiglia), Roma (Barbara D’Andrea), Susegana (Enrico Prandini); 22-23 febbraio, Napoli - Chiaia (Monica Capuano); 8-9 marzo, Milano (Enrico Prandini). Reformer 3: 1-2 febbraio, Milano (Enrico Prandini); 12-13 aprile, Vicenza (Enrico Prandini). Chair & Barrels: 7-9 febbraio, Napoli - Chiaia (Monica Capuano). Matwork 2: 15-16 febbraio, Susegana (Enrico Prandini); 22-23 febbraio, Roma (Barbara D’Andrea); 1-2 marzo, Milano (Enzo Ventimiglia); 8-9 marzo, Napoli - Vomero (Sergio Sgambati). Movement Principles: 15-16 marzo, Roma (Barbara D’Andrea), Milano (Enzo Ventimiglia); 22-23 marzo, NapoliVomero (Sergio Sgambati). Anatomia in 3D: 15-16 marzo, Vicenza (Roberto Cerini).
Per il calendario completo: www.balancedbody.it/formazione/calendario-corsi
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fitness e body building; Corso di formazione per personal trainer; Corso di formazione per istruttori di discipline musicali e tonificazione; Corso di formazione per istruttori di indoor cycling.
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Prosegue la sessione invernale di attività formative, online e in presenza, con corsi di formazione e master di specializzazione e aggiornamento nelle cinque aree tematiche previste: fitness & body building, fitness musicali & indoor cycling, pilates matwork, attività acquatiche, riabilitazione sportiva & massaggio.
Tra i corsi offerti: Corso di formazione per istruttori di
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Tutti i corsi di formazione sono riconosciuti da ASI-CONI.
Prossimi corsi: Pilates Corso Polestar Pilates PF Serafino Ambrosio - Principi Fondamentali -Corso Polestar Pilates Matwork e Reformer: 15-16 febbraio, Roma e/o online. Corsi Fitness Vitattiva - Corso Club Senior fitness:
8-9 marzo, Roma e/o online; Corso per istruttore multisport: 8-9 febbraio, Roma e/o online; Corso istruttore di ginnastica per senior: 15-16 marzo, Roma e/o online. Corso Pole Dance - Cristina Sasso - Corso di formazione 1° livello istruttore pole dance: 22-23 febbraio in presenza e online (Sassolab, Tivoli - Roma); Corso di formazione 2° livello istruttore pole dance: 1 e 2 marzo in presenza e online (Sassolab, Tivoli – Roma). Corso Pickleball - Corso istruttore: 5-6 aprile, Roma e/o online.
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La formazione completa per diventare CovaTech® Pilates® Teacher prevede circa 450 ore di studio e osservazione, soddisfacendo le linee guida della PMA (Pilates Method Alliance), e comprende il materiale didattico, l’esame finale e l’attestato di competenza.
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Prossimi appuntamenti: Corso STOTT PILATES® Intensivo Cadillac (Milano): 1, 2, 8, 9 marzo. Corso STOTT PILATES® Intensivo Matwork Plus™ (Milano): 7, 8, 9, 14, 15, 16 marzo. Corso STOTT PILATES® Intensivo Reformer (Milano): 7, 8, 9, 14, 15, 16, 22, 23 marzo. Corso CORE™ Foundation (online): 16 marzo. Corso Halo® Training Foundation (Milano): 23 marzo. Corso S TOTT PILATES® Intensivo Matwork Plus™ (online): 29, 30 marzo e 5, 6, 12, 13 aprile. Corso ZEN-GA® Reformer Foundation (Milano): 6 aprile. Corso ZEN-GA® Matwork Foundation (online): 13 aprile. Corso Intensivo Stability Chair (Milano): 25, 26, 27 aprile.
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IL NUOVO CLUB Anno XXXVI - n. 203/1 gennaio febbraio 2025
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Stampa: MIG Moderna Industrie Grafiche - Bologna
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