Ro24Economia N 1 2024

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Turismo, ristorazione e settore alberghiero si preparano all’estate DOSSIER

n° 1 2024 | anno 4 | MAGAZINE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’ POSTE ITALIANE S.P.A. –SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE AUT. N°933 STAMPE IN REGIME LIBERO
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Dossier Horeca | Turismo

in questo numero:

In Emilia-Romagna oltre 14,5 milioni di turisti pagina 3

“La Romagna deve progettare il suo futuro” pagina 11

In Romagna 184 alberghi in meno in 10 anni pagina 17

Istituti alberghieri, occupazione garantita pagina 25

Tra 2013 e 2023 ristoranti in crescita in Romagna (+10,3%) pagina 31

Tutto quel che serve per aprire l’attività pagina 35

I controlli sempre dietro l’angolo pagina 39

Romagna 24 economia - Rassegna notizie pagina 41› 47

In questa pagina e in copertina: foto Shutterstock

Il settore turistico resta trainante per l’economia della Romagna. Nel 2023 le presenze e gli arrivi di turisti hanno dato ampia soddisfazione agli operatori, nonostante il disastro dell’alluvione, e il problema principale degli operatori non era tanto riempire le camere degli alberghi o i tavoli dei ristoranti ma avere personale da mettere al lavoro.

Una situazione - ne scriviamo in questo numero di Romagna24Economia dedicato al mondo Horeca e al Turismo- che sembra ripetersi in questi mesi dove i portali delle ricerche di personale sono stracolmi di annunci e la stagione rischia di non partire a Pasqua, che quest’anno anticipa a fine marzo, proprio per la carenza di personale. D’altra parte si sta fermando la sbornia da apertura di bar e ristoranti che iniziano a diminuire così come anche per le strutture alberghiere il calo inizia a farsi sentire. In tutto questo aumenta il peso dell’Horeca, vista la pluralità di strutture che comunque offrono pranzi e cene in contesti che ristoranti non sono. Infatti, i bar che chiudono sono quelli classici da partita a carte la sera, mentre aumenta la quota di coloro che fanno ristorazione.

in collaborazione con:

RASSEGNA NOTIZIE 1
MENSILE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’
In Emilia-Romagna oltre 14,5 milioni di turisti I risultati del 2023 indicano il ritorno al pre Covid

Un anno record per il turismo dell’Emilia-Romagna, come illustrano i principali dati del Rapporto sul movimento turistico nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere dell’Emilia-Romagna rilevati dall’Osservatorio turistico regionale (realizzato da Regione e Unioncamere Emilia-Romagna) ed elaborati da Trademark Italia. Con i 61,8 milioni di presenze registrate nel 2023 vengono bruciati due traguardi significativi: il confronto con il 2022, anno della ripresa del turismo regionale, +1,9% (60.688.000), e ancora più quello col 2019, l’ultimo anno d’oro prima del Covid, +1,8% (60.751.000). Risultati positivi confermati anche per gli arrivi, che salgono a oltre 14,5 milioni: +6,2% sul 2022 (13.685.500) e +2,9% sul 2019 (14.132.000). E questo nonostante lo scorso anno sia stato caratterizzato dai devastanti effetti del cambiamento climatico, con l’alluvione di maggio che ha penalizzato in modo particolare la Romagna all’inizio della stagione estiva. Non solo. Il 2023 si

La Riviera come destinazione principale . Romagna in gran spolvero

caratterizza anche per un altro importante primato: il ritorno dei turisti stranieri, che da gennaio a dicembre si attestano su oltre 16,4 milioni (16.413.000) di presenze (+14,9% sul 2022 e +8,2% sul 2019)con una permanenza media di 4,1 giorni – e su 4 milioni (4.000.500) di arrivi (+20,7% sul 2022 e +7,3% sul 2019).

In questo quadro, la Riviera pesa positivamente sull’intero movimento turistico regionale con il 68,9% delle presenze e il 50,5% degli arrivi complessivi, tallonata a distanza dalle Città d’arte e d’affari (14,9% delle presenze e 27,3% degli arrivi) che, trainate dalle Destinazioni Turistiche, incontrano sempre più l’interesse dei viaggiatori segnando il 40,4% di tutti gli arrivi degli stranieri.

Tutti positivi i numeri delle Città d’arte con un +10,4% degli arrivi e +9,5% delle presenze rispetto al 2022, e +4,9% e del +10,4% sul 2019.

Terzo attrattore turistico dell’Emilia-Romagna resta la

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montagna (4,9% delle presenze e 5,6% degli arrivi regionali complessivi) con un aumento costante delle presenze e degli arrivi sia sul 2022 (rispettivamente +3,7% e +5,5%), ma soprattutto rispetto al 2019 (+25,5% e +40,6%). Numeri sostenuti dai turisti stranieri che scelgono l’Appennino con crescite a doppia cifra (+17,7% le presenze e +24,8 gli arrivi rispetto al 2022).

Il comparto delle Terme tiene con numeri positivi sul 2022 (+1,4% gli arrivi e +3,6% le presenze), anche se resta ancora in sofferenza rispetto al 2019 (-7,9% degli arrivi e del -6,1% i pernottamenti). Con gli stranieri che aumentano rispetto al 2022 del +7,3% per gli arrivi e del +10,2% per le presenze. Nella fotografia tracciata dall’Osservatorio e Trademark, un capitolo importante riguarda la costa romagnola che lo scorso anno ha dovuto affrontare gli effetti materiali e di reputazione causati dall’alluvione di inizio e metà maggio. Nonostante l’impatto pesante degli eventi, i 12 mesi del 2023 segnano un incremento del +2,9% degli arrivi e una leggera diminuzione dello -0,4% delle presenze rispetto al 2022. Dati positivi anche rispetto al 2019 con un +1,1% degli arrivi e un -1,3% delle presenze. Analizzando i dati tra mercato interno ed esterno, mentre calano leggermente gli italiani (-0,2% di arrivi e -3,7% di presenze), gli stranieri svettano con incrementi in doppia cifra sia per quanto riguarda gli arrivi (+16,4%) che per le presenze (+11,9%). Risultati analoghi nel confronto con il 2019 dove gli italiani fanno registrare un -2,9% per le presenze e gli stranieri un +4.3%. “Questi numeri impongono una riflessione seria, chiudono Bonaccini e Corsini, perché è indubbio che la resilienza dei romagnoli non è sufficiente per una completa ripresa. Gli imprenditori e i cittadini devono essere risarciti al 100% come promesso dal Governo per affrontare il nuovo anno con serenità. Non ci sposteremo di un millimetro fino a che tutte le risorse saranno arrivate nelle tasche degli imprenditori e dei lavoratori”.

I dati provvisori relativi al movimento turistico nel 2023 in provincia di Rimini segnano una crescita annua degli arrivi del 6,7% (3.646.296 unità) e delle presenze dell’1,5% (14.699.301 unità). Migliori i risultati della clientela straniera rispetto a quella italiana; nel dettaglio: +3,6% gli arrivi italiani e -2,2% le presenze nazionali, +19,1% gli arrivi stranieri e +13,6% le presenze estere. Rispetto all’anno precovid c’è una situazione ancora negativa, sia sul fronte degli arrivi (-3,8% sul 2019) sia su quello delle presenze (-9,5%). In tre comuni della Riviera si registra un incremento delle presenze: Rimini +3,7%, Bellaria-Igea Marina +0,8% e Misano Adriatico +6,8%. In calo invece le presenze a Riccione –2,1% e a Cattolica –1,9%. Positivi i risultati ottenuti dai due principali comuni dell’entroterra riminese, ovvero Santarcangelo di Romagna +7,3% e Verucchio +0,9%, così come aumentano le presenze nelle località dell’Appennino +10,8%.

Significativo il ritorno dei turisti stranieri, confermato anche dal mese di dicembre che si è chiuso per Rimini con il + 26,1% di arrivi e il + 21,4% di pernottamenti: in questo mese gli arrivi esteri hanno registrato un +24,5% e le presenze un +13,7%. Percentuali ragguardevoli di turismo estero che, se spalmate su tutti i dodici mesi del 2023, si assestano sul 34% dei pernottamenti complessivi e

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Rimini, gli stranieri tornano protagonisti Arrivati oltre 3,6 milioni di turisti

fino ad aprile, con la stagione degli eventi pasquali e soprattutto delle fiere e dei congressi che aveva fatto da locomotiva per tutta la Riviera. Una seconda molto problematica a causa dell’alluvione e dei suoi effetti, protrattisi almeno sino a luglio. Quindi il ritorno a numeri importanti da settembre sino a fine anno.

sul 28,6% degli arrivi totali (a livello provinciale il dato della percentuale estera sul totale è del 26% per quanto riguarda i pernottamenti e del 22% su arrivi).

Le presenze del mercato tedesco (che si conferma il primo mercato estero con 449.023 pernottamenti, +1,6%), della Polonia (che nel 2023 diventa il secondo mercato con 196.601 pernottamenti, +45,1% rispetto al 2022 e + 41,2 rispetto al 2019, ultimo anno pre pandemia), della Svizzera e Liechtenstein (terzo mercato estero che chiude l’anno con 188.232 pernottamenti -4,8%%), della Francia (quarto mercato estero per il comune capoluogo con 131.549 pernottamenti, 8%), la crescita costante del mercato della Romania (quinto mercato con 131.544 presenze con +17,5% rispetto al 2022) e la crescita dell’Austria con 75.830 presenze (+14,3%) di poco sopra al nuovo mercato della Repubblica Ceca con 72.159 (+52,5%), sono tutti segnali importanti che sottolineano come i nostri mercati storici non rinuncino alle vacanze a Rimini e i nuovi mercati consentono di recuperare l’orizzonte pre pandemico nonostante l’azzeramento del turismo dalla Russia.

“I dati – commenta il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad – indicano per Rimini un anno positivo, con dati in crescita sia per arrivi che pernottamenti, grazie soprattutto a un fatto evidente: il ritorno degli stranieri che, dopo decenni, sul fronte delle presenze alberghiere tornano a essere 1 su 3 del totale. L’anno 2023, sul fronte del turismo della riviera romagnola, si può dividere in tre fasi: una prima parte della stagione soddisfacente,

Per quanto riguarda Rimini, dati importanti anche sul mese di dicembre a dimostrazione dell’efficacia di un programma di Capodanno davvero completo e popolare. Sul fronte delle prospettive, il dato statistico 2023 rafforza la linea scelta per la crescita infrastrutturale del turismo di Rimini: puntare sull’internazionalizzazione. L’investimento sull’aeroporto per Rimini è l’architrave di ogni discorso futuro e non ci nascondiamo che l’obiettivo per i prossimi 3 anni, in parallelo ai programmi di sviluppo dello scalo presentati dalla società di gestione, sia quello di incrementare ulteriormente i pernottamenti esteri. Il 2023 per Rimini si chiude con un guadagno di oltre 240 mila presenze che, arbitrariamente, significa una ricaduta economica aggiuntiva rispetto al 2022 di circa 25 milioni di euro su alberghi, pubblici esercizi, negozi, imprese della filiera e quindi occupazione. “A titolo di cronaca - spiega il sindaco di Rimini - voglio ricordare come dall’anno orribile del Covid (2020), Rimini abbia recuperato 2.576.000 pernottamenti. Una cifra e una ricaduta enorme in termini di PIL che dà anche la dimensione dello sforzo fatto per rialzarsi da quel dramma sanitario, economico e sociale. Sul 2024, che si è aperto con l’ottima performance del Sigep, affronteremo con forza la nuova sfida dell’aeroporto, ospiteremo eventi di richiamo mondiale a partire dal Tour de France, presenteremo una città accogliente, piena di servizi e sempre più nuova, riqualificata e dunque attrattiva per il viaggiatore nazionale e internazionale”.

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Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini ph. Giorgio-Salvatori

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Nonostante l’alluvione, il 2023 regala a Ravenna una crescita del movimento turistico che riporta i dati sopra a quelli del 2019 con un aumento sul 2022 del 2% per quanto riguarda gli arrivi e del 4% per quel che attiene le presenze. In tutto gli arrivi hanno raggiunto quota 630mila unità (450mila italiani e 180.000 stranieri) che hanno prodotto 2.865.000 presenze (2.100.000 italiani e 765.000 stranieri). I numeri, elaborati dall’ufficio Turismo del Comune e anticipati dall’assessore al Turismo del Comune di Ravenna Giacomo Costantini, indicano un comparto in salute: “A maggio non ci avrei scommesso, ma alla fine, nell’anno dell’alluvione, siamo riusciti – commenta Costantini - a fare il miracolo di portare a casa più arrivi dell’anno prima e a riportarci sopra al livello prepandemia. Il merito va a tutti gli operatori del settore e a chi promuove il nostro mare e la nostra città in Italia e nel mondo, ma senza l’apporto delle crociere difficilmente avremmo raggiunto questi numeri”. Numeri, quelli delle crociere, che nel 2024 sono destinati a flettere a causa dei lavori allo scalo che ridurranno il numero di navi in arrivo, e soprattutto in home port, ma che poi dovrebbero risalire nel corso del 2025. “Nel frattempo, proprio per il settore delle crociere, stiamo lavorando per mettere a disposizione di chi arriva servizi sempre più performanti e – spiega Costantini –cercheremo di recuperare nuove presenze rafforzando il posizionamento della città tra natura e mosaici ma

cercando anche di inserirci nei percorsi dei turisti che vanno e vengono da Bologna o da Firenze. Vogliamo trasformarci da maestri dell’accoglienza in maestri dell’esperienza, come città di un mare che può essere vissuto sulla spiaggia ma respirato nel parco marittimo e nelle pinete e come città che può offrire un’esperienza culturale che, con i mosaici bizantini, non ha eguali in Italia”.

I dati del 2023 archiviano un buon mese di dicembre che ha visto un +7% di arrivi e un +15,6% di presenze con un’ottima performance per quel che riguarda gli stranieri. “Il ponte dell’Immacolata – spiega Costantini – è andato benissimo e alla fine il mese, tra Trilogia e campionati di scherma, ha visto arrivare oltre 21mila persone che si sono fermate in media 2,5 giorni per quel che riguarda gli italiani e oltre 3 per gli stranieri”. Luglio e agosto, ovviamente, si confermano i mesi trainanti con, rispettivamente, 660mila e 795mila presenze ma settembre non è andato per nulla male a quota 293mila. Ora si è al lavoro sul 2024. “Dovremo puntare con sempre maggior coraggio sui mercati stranieri – anticipa Costantini – per vendere al meglio il nostro litorale con la sua spiaggia adatta agli sport, le pinete e i parchi. In questo senso va molto bene il lavoro dei campeggi. Una grande vetrina, quest’anno, sarà rappresentata dal passaggio del Tour de France ma le presenze arriveranno da altri eventi come il Dragon boat, la Maratona, i campionati di scherma, la Trilogia d’autunno.

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Ravenna, centro storico attrattivo Riassorbito l’effetto negativo dell’alluvione
Giacomo Costantini, assessore al Turismo Comune di Ravenna ph. Giorgio-Salvatori

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Forlì-Cesena presenze in lieve calo

A Cesenatico la flessione è dello 0,9%

Le statistiche provvisorie dell’anno 2023 relative al movimento turistico, rese disponibili dalla Regione EmiliaRomagna, elaborate dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna, rilevano un aumento annuo degli arrivi e un calo delle presenze nella provincia di Forlì-Cesena. Rispetto al 2019, anno pre-covid, però, la situazione è positiva. Migliori i risultati per la clientela straniera rispetto a quella nazionale. I dati provvisori relativi al movimento turistico nel 2023, in provincia di Forlì-Cesena, rilevano un lieve aumento annuo degli arrivi dello 0,3% (1.152.968 unità) e un calo delle presenze dello 0,8% (5.515.425 unità). Migliori i risultati della clientela straniera rispetto a quella italiana; nel dettaglio: -0,3% gli arrivi italiani e -1,3% le presenze nazionali, +3,3% gli arrivi stranieri e +1,1% le presenze estere. Rispetto all’anno pre-covid si registra comunque una situazione positiva, sia sul fronte degli arrivi (+0,7% sul 2019) sia su quello delle presenze (+1,5%).

Il decremento annuo delle presenze nel 2023 riguarda i quattro comuni della riviera: Cesenatico -0,9%, Gatteo -2,3%, San Mauro Pascoli -5,2% e Savignano sul Rubicone -0,4%. Per ciò che concerne i grandi comuni, a

Forlì si assiste a un aumento del +15,7%, a Cesena a una diminuzione del -1,2%, mentre per ciò che riguarda le località termali, si rilevano aumenti a Bagno di Romagna con +0,6% e a Castrocaro Terme e Terra del Sole con +21,2%, mentre a Bertinoro si registra un calo del -17,5%. L’Appennino, infine, chiude con questi dati: -50,3% a Santa Sofia e +21,3% negli altri comuni.

Cesenatico è tra le venti località italiane che creano più valore aggiunto turistico. L’importo stimato è di 768,4 milioni di euro, cifra che supera quella dello scorso anno (600 milioni di euro). A dirlo è una ricerca di “Sociometrica” di Antonio Preiti, uno di soggetti più accreditati per la ricerca turistica e per l’analisi dei dati in questo campo. Cesenatico - da sola - genera l’1,09 per cento di tutta la ricchezza turistica nazionale (lo scorso anno si fermava allo 0,71 per cento) e in tutta l’Emilia-Romagna è dietro solo a Bologna e Rimini. Il valore aggiunto turistico (Vat) è il valore aggiunto prodotto dalle industrie turistiche e dalle altre industrie e direttamente generato dai consumi turistici interni. Si calcola considerando il valore di ogni singolo pernottamento turistico derivato dal conto satellite del turismo realizzato dall’Istat, suddiviso secondo i dati delle presenze che vengono raccolti.

“In questi anni stiamo seguendo sempre con interesse questo tipo di ricerche che sono preziose per capire l’impatto del turismo sul territorio - commenta il sindaco Matteo Gozzoli - e Cesenatico è in crescita rispetto ai numeri dello scorso anno. I dati ci raccontano che l’impatto economico generato dagli alberghi sia molto più elevato rispetto a quello generato dagli affitti turistici. La nostra località ha dovuto affrontare diverse criticità ma in cui come sempre abbiamo saputo rialzarci. Di questo credo vada dato grande merito a tutta la filiera ricettiva, ai commercianti e ai tanti lavoratori stagionali che insieme alla associazioni di categoria e all’amministrazione comunale”.

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Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico
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“La Romagna deve progettare il suo futuro”
Giaccardi: “Tenere conto della variante climatica”

“Il mondo turistico deve aprirsi ai processi partecipativi con operatori del settore, giovani e università per delineare le nuove traiettorie di sviluppo. Che non possono non considerare la variante climatica che è sempre più presente nella nostra vita”. Giuseppe Giaccardi, uffici a Ravenna, è uno dei più noti esperti di strategia, web economy, organizzazione e pianificazione per imprese, sistemi e territori, e turismo. Progettista e consulente, analista aziendale e di mercato, ha una vasta esperienza professionale maturata a livello nazionale ed europeo in ricerca economica, imprenditoriale e territoriale; management e coaching d’impresa; marketing strategico, sistemi di relazione e business, marketing digitale; modelli organizzativi e sistemi informativi, commerciali e gestionali. Nel turismo in particolare ha realizzato più di 140 interventi di ricerca, piani di destinazione, programmazione strategica, innovazione di prodotto, marketing digitale, sviluppo business e coaching che spaziano dalla Sardegna alla Romagna. E Giuseppe Giaccardi guarda

Il balneare è un prodotto maturo e serve innovazione
Giuseppe Giaccardi

al modello romagnolo con una certa preoccupazione: “E’ un prodotto molto maturo, serve innovazione e voglia di cambiare”.

Da dove iniziano le difficoltà per la Romagna?

Da molto lontano, con la fine della globalizzazione a causa della guerra in Ucraina e con l’impatto della crisi climatica. La cosiddetta “forzante calore”, cioè il progressivo aumento delle temperature medie, incide profondamente sul settore. Il turismo, infatti, è una delle attività di “interesse Paese” maggiormente esposte, perché l’Italia è al centro di quello che possiamo chiamare “hot spot mediterraneo” nel quale gli eventi climatici estremi sono accelerati del 20%. Da una ricerca “Turismo Climate-sensitive” per Enit che abbiamo recentemente curato come studio Giaccardi emerge una nuova modulazione delle presenze di turisti stranieri che diminuiscono del 25% nei mesi estivi con un contestuale aumento in primavera e autunno. Sono fatti che descrivono un evidente spostamento di flussi turistici con un impatto sulle principali organizzazioni turistiche.

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Il problema diventa rispondere a questo. Ma come?

Facendo adattamento climatico e organizzandosi per evitare le conseguenze peggiori. Ad esempio, appare abbastanza inutile investire in innevamento artificiale sull’appennino stante che la neve di fatto diventa molto rara sotto i 1500 metri. Ma vengono colpite anche le città d’arte e il sistema dell’enogastronomia con colture in difficoltà, si veda il pomodoro e la frutta, o il fieno per la produzione del latte per il Parmigiano-Reggiano.

Poi cambieranno anche le destinazioni…

Il 51% dei turisti, come mette in luce un’analisi di Booking.com, deciderà di programmare viaggi e vacanze basandosi sulle previsioni climatiche rispetto al periodo e alla destinazione prescelta. È un movimento di cambiamento radicale del rapporto domanda e offerta turistica di portata pari o superiore a ciò che avvenne oltre 15 anni fa con l’impatto digitale.

Cosa cambierà per le città d’arte?

La cura si chiama adattamento climatico?

Premesso che il nostro Paese nel 2022 registrò oltre 142 milioni di presenze nel turismo heritage con una spesa turistica o valore di ritorno superiore ai 12 miliardi di euro, quel che serve è ripensare gli spazi in base alla necessità di fresco. A Parigi, per esempio, stanno sorgendo le isole della freschezza, con percorsi alberati e fontane, partendo dal presupposto che il primo condizionatore naturale sono gli alberi. Idee che si potrebbero applicare anche a Ravenna dove la progettazione del territorio in questa chiave è assolutamente ferma. La risposta al clima che cambia può diventare una potente arma di marketing, ma le amministrazioni e gli stakeholder del turismo stentano ancora a comprenderlo. Da qui un cambio importante di strategia di destinazioni, il cui perno è integrare l’emergenza climatica nel modello di business, invece che farsi trovare impreparati, e coinvolgere tutti i propri stakeholder a far parte delle nuove decisioni.

Si, perché se no si perde appeal verso i paesi più freschi dell’Atlantico e del nord Europa. E poi servono politiche pubbliche e osservatori più efficienti. Per esempio, si continua a guardare a quante auto escono ai caselli autostradali. Ma quello è un dato negativo, non positivo.

Bisogna mettere il fresco al centro della progettazione. Ma come?

Facendo pianificazioni serie e rivoluzionando le città. Altro che Parco Marittimo, come si sta facendo a Ravenna. Quello è un modesto restyling della costa, un piano di arredo urbano, a essere sinceri. A Rimini è stato fatto molto di più, addirittura innalzando il livello del piano di calpestio di oltre mezzo metro. I mari si alzeranno e rifare gli stradelli dei bagni ha davvero poco senso in questa prospettiva. Dobbiamo pensare alla difesa della costa e soprattutto piantare alberi e sostenere mobili-

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Parco Marittimo di Ravenna (rendering) ® Rienne

Da anni l’Azienda Agricola Casadei ha intrapreso un progetto di forte valore territoriale, con la produzione di vino Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna e la coltivazione degli ulivi per la produzione dell’olio extravergine d’oliva. Qui, le vigne si incontrano con gli ulivi in un panorama bucolico, accogliente e tranquillo. L’azienda a conduzione famigliare essendo da sempre grande amante della vera storia e tradizione romagnola, le vuole raccontare con l’intento di far conoscere e apprezzare i prodotti del nostro meraviglioso territorio. Inoltre, già certificata come azienda biologica continua a concentrare i suoi sforzi sia in campo sia all’interno della cantina per avere un’attenta cura dell’ecosistema e un continuo studio delle tecniche che lo salvaguardino.

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tà alternative all’auto. Invece cosa si fa? Si ampliano o i parcheggi a due km dalla spiaggia ma andandoci in auto in quei parcheggi. Al mare ci si deve andare in tram, non in auto e percorrendo viali alberati.

Cosa serve a Ravenna?

Serve ripensare il centro storico, che è invaso dalle strutture di affitti brevi ma per il quale manca una strategia che guardi al 2050. Il trasporto pubblico, ad esempio, non è funzionale e ci sono pezzi della città completamente scollegati. Pensi al Porto. Spesso la sera si vedono persone in fila indiana lungo via Trieste o la Baiona che tornano alle navi in cui lavorano. Ma è sensato che non ci sia un collegamento tra il porto e la città? Per andare a Marina Romea in

bus ci vogliono 45 minuti dalla stazione, passando dalle Bassette. Ha senso? Io credo di no. Livorno ha ripensato i suoi collegamenti con il Porto, Ravenna no. E lungo la Baiona per schermare la zona industriale bastava una bella alberatura. Quel che si vede sono solo ciminiere e montagne di materiali per la lavorazione delle ceramiche. Non un gran biglietto da visita per i crocieristi che vorranno venire in città.

Passanti: “Ravenna valorizzi il centro storico”
Mancano i parcheggi. Ferrovia e Romea da potenziare

“Ravenna deve valorizzare di più il centro storico. Servono eventi e servono investimenti concreti”. Patrizia Passanti, titolare della cartolibreria Salbaroli e nel comitato di presidenza di Confcommercio Ravenna, indica la strada per la valorizzazione della città. “Chi viene a Ravenna viene per visitare i monumenti – spiega Patrizia Passanti – e i monumenti sono in centro. Quindi è il centro che va valorizzato. E, invece, mancano i parcheggi, le ferrovie sono messe come sono messe, l’accordo con l’aeroporto di Forlì non sta portando grandi risultati, la Romea verso Venezia è impraticabile e la E45 è sempre nei rotti. Arrivare a Ravenna non è semplice, e quando si arriva mancano i parcheggi”. E poi gli eventi: “vanno rafforzati e Spazio Ravenna non basta. Per esempio sul Carnevale non si

è fatto quasi niente ad esclusione dei carri organizzati dalla Curia. Si potrebbero spendere in questa direzione gli incassi derivanti dalla tassa di soggiorno”. Salbaroli produce anche gadget, guide e cartoline la cui vendita è un indicatore dello stato di salute del turismo a Ravenna. “Ad andare sempre forte sono i magneti mentre stanno riscuotendo ottimo successo i calzini e quest’anno arriveranno con il cielo stellato e colomba. Cartoline e guide tengono e si affaccia l’interesse per i testi in cinese, giapponese e polacco mentre le più vendute ovviamente sono quelle in italiano, inglese e tedesco. Avevamo pronte tante guide in russo ma il bancale è completamente fermo. Vanno molto bene le basiliche e assai meno bene l’area di Classe penalizzata dal calo delle gite scolastiche”.

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Patrizia Passanti, comitato di presidenza di Confcommercio Ravenna

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In Romagna 184 alberghi in meno in 10 anni
Tra 2013 e 2023 gli hotel scendono a quota 2.584

In 10 anni, tra il 2013 e il 2023 nelle tre province romagnole, si sono “persi” 184 alberghi (-6,6%); la crisi post Covid e l’avanzata incontrollata dei B&B sta facendo sentire i suoi effetti anche nei termini di una concorrenza che non sempre è “leale”. Sul lungo periodo la provincia che ne ha persi di più è quella di Forlì-Cesena (-10,2%) seguita da Rimini (-6,1%) e Ravenna (-5,3%). Sul breve termine di un anno (2022-2023) è Ravenna a cedere (-6%) così come sul medio periodo (2018-2023) con un rotondo -8,2% a testimonianza di una crisi che si sta aggravando negli ultimi anni. Lo dicono i dati elaborati dall’ufficio studi della Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini: le strutture ricettive, al 31 dicembre 2013 erano 2.768 e alla fine del 2023 erano rimaste 2.584. In totale gli alloggi per vacanze erano 3.103 nel 2013 e a fine 2023 erano scesi solo qualche decina di unità 3.066 e se calano gli alberghi a crescere sono gli alloggi per vacanze

La provincia che ne ha persi di più è quella di Forlì-Cesena
Simona Bonoli, direttrice Adac Federalberghi

e altre strutture per soggiorni brevi passati da 287 a 426 così come sono aumentate le aree per campeggio salite da 44 a 53. In provincia di ForlìCesena si assiste ad un vero e proprio boom degli alloggi per vacanze e soggiorni brevi che sono raddoppiati così come le aree per campeggio sono salite dell’84,6%.

E che la moria degli alberghi sia tale, lo si vede bene a Cesenatico dove negli anni ’90 c’erano 370 alberghi e circa 400 strutture complessive, tenuto conto delle colonie, case per ferie, case vacanza, campeggi e altre attività “e ora gli alberghi sono 280, - spiega Simona Bonoli, direttrice di Adac Federalberghi - quindi una novantina in meno rispetto a trent’anni fa, e le cause sono molteplici. Ma alla base c’è una redditività delle aziende sempre più bassa, la difficoltà a compensare investimenti per la riqualificazione e spazi dove è difficile se non impossibile offrire i servizi chiesti dai turisti di oggi”.

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La crisi dei due stelle

Ad aver chiuso sono molte piccole strutture a una o due stelle, che non riescono a sostenere i costi per essere in regola con le norme antincendio e di sicurezza, ma anche realtà importanti. “Resta il fatto che si sta investendo molto poco e attualmente – spiega Bonoli – sono state chiuse una decina di strutture”. E la “colpa” è anche del Pug, il Piano urbanistico generale, che a Cesenatico consente di trasformare in residenziale solo gli alberghi con meno di 18 camere. “Questo chiaramente non agevola le operazioni immobiliari e la soluzione in alcuni casi - spiega Bonoli - è quella di adattare queste strutture ad alloggio per lavoratori nel settore turistico stesso. Noi pensiamo che il settore alberghiero abbia un futuro a Cesenatico e qualcuno ci prova pure ma si fa davvero molta fatica”.

Anche a Gatteo Mare un tempo c’erano 100 hotel, mentre oggi ce ne sono circa 80, in un contesto che preoccupa visto che Gli alberghi stanno calando e molti vengono trasformati in B&B perché faticano a sostenere i costi della cucina e hanno grandi difficoltà a reperire il personale. Inoltre si sono perduti molti negozi e anche ristoranti; non sono segnali positivi ed è difficile trovare una soluzione per invertire questa tendenza. A Rimini, con un turismo non solo legato al mare, la situazione è più complessa ma anche con prospettive migliori. “ A me – spiega Patrizia Rinaldis, presidente dell’Associazione italiana albergatori – non preoccupa se un albergo chiude e

ciò contribuisce alla trasformazione di quegli spazi e al miglioramento complessivo dell’offerta turistica, sia che si trasformi in parcheggio, in giardino o in abitazione. Le strutture devono stare al passo con i tempi e le eventuali chiusure vanno messe a disposizione del territorio”. Il fatto è, secondo Rinaldis, che a uscire dal mercato sono soprattutto “le case trasformate in alberghi e coloro che non riescono ad affrontare il passaggio generazionale. Tanti figli di albergatori diventano avvocati e di albergo non ne vogliono sentire parlare per cui c’è anche il fenomeno dell’affitto che spesso non porta a investimenti di riqualificazione degli alberghi”.

A Ravenna mercato in crisi

A Ravenna la situazione parla di un mercato asfittico dove, spiega il presidente di Federalberghi Raffaele Calisesi, ci sono tanti alberghi in vendita, circa la metà di quelli esistenti. “Non ci sono nuove strutture e la impossibilità di trasformare le strutture in residenziale di fatto blocca il mercato. Vendere, d’altra parte, è molto difficile e la realtà è che siamo in un momento di stallo. Si era parlato della possibilità di realizzare un albergo nel contesto della ristrutturazione della ex caserma di via Nino Bixio ma la cosa non è andata avanti anche perché si parlava di sole 25 camere, un numero che non consente una normale attività di impresa”, spiega Calisesi.

ROMAGNA SERVIZI ALLOGGI

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CODICE ISTAT ATECO 2007 31/12/2013 31/12/2023
CESENA RAVENNA RIMINI ROMAGNA (Fc+Ra+Rn)
RAVENNA RIMINI ROMAGNA (Fc+Ra+Rn) 55 - Valore residuale 0 0 2 2 1 0 2 3 55.1 - Alberghi e strutture simili 432 416 1.920 2.768 388 394 1.802 2.584 55.2 - Alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni 54 86 147 287 108 123 195 426 55.3 - Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte 13 17 14 44 24 15 14 53 55.9 - Altri alloggi 0 1 1 2 0 0 0 0 Totale servizi di Alloggio 499 520 2.084 3.103 521 532 2.013 3.066 Fonte: Infocamere Stockview - Elaborazione: Camera di commercio della Romagna - Forlì-Cesena e Rimini
FORLI'-
FORLI'CESENA
Patrizia Rinaldis, presidente Associazione albergatori Rimini Raffaele Calisesi, presidente Federalbeghi Ravenna

Arrivano 45 milioni per ammodernare gli hotel

Il bando della Regione sostiene chi investe

Dopo il boom di domande presentate dalle imprese in risposta al bando, chiuso lo scorso settembre, per incentivare i servizi ai turisti, migliorare la sostenibilità ambientale degli edifici e favorire una maggiore accessibilità per le persone con disabilità, la Giunta regionale ha deciso di investire ulteriori 15 milioni di euro per soddisfare il più alto numero di progetti ammessi a finanziamento. Conclusa la valutazione dei progetti e vista l’alta qualità delle proposte e il successo di partecipazione, si è ritenuto così di portare il fondo disponibile a 35 milioni di euro rispetto ai 20 inizialmente previsti. Con l’impegno, da parte della Giunta, di individuare ulteriori risorse per raggiungere, il prossimo anno, quota 45 milioni, che consentirebbero di finanziare oltre il 90% dei progetti. In tutto sono 320 quelli ammessi, per un investimento complessivo, tra risorse private e pubbliche, che supera i 145 milioni di euro, spiega l’assessore regionale al Turismo e Commercio, Andrea Corsini

L’obiettivo del bando è quello di rendere più moderne e competitive le imprese turistiche, partecipando ai costi che le aziende sostengono per migliorare le strutture e la qualità dei servizi offerti, rafforzare la diversificazione e la destagionalizzazione dell’offerta e rendere il settore ancor più innovativo, digitale e attento agli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di sicurezza.

I contributi a fondo perduto permetteranno di coprire fino al 30% delle spese ammissibili, a cui si aggiunge un ulteriore 10% per i progetti che hanno diritto alle premialità perché prevedono: nuove assunzioni, rispetto della parità di genere, interventi per la disabilità, rating di legalità, realizzazione in zona montana, riduzione nella produzione di rifiuti.

Gli esiti del bando

In totale sono state presentate 374 proposte, di cui quasi il 90% da parte di micro o piccole imprese; il 70% dei progetti non prevede demolizione di struttura. Il bando ha riservato particolare attenzione alle attività ricettive alberghiere (alberghi, residenze turistico alberghiere e attività ricettive all’aperto) che presentassero progetti finalizzati alla riqualificazione e ammodernamento della struttura ricettiva, all’innovazione di prodotto e/o di processo o a sviluppare soluzioni innovative in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Nello specifico, è stato individuato un “Tag ambientale” per segnalare i progetti che contribuiscono al raggiungimento della neutralità carbonica e alla lotta al cambiamento climatico, attraverso la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Non solo, una premialità è stata prevista anche per gli interventi diretti a favorire l’accessibilità alle strutture e ai servizi da parte delle persone con disabilità.

La riposta dei territori

Dal punto di vista territoriale, le province che segnano il maggior numero di proposte sono Rimini, seguita da Ravenna, Bologna e Forlì-Cesena. Sono 45 le proposte giunte da aree considerate svantaggiate (aree interne, montane e riconosciute come svantaggiate dall’Unione Europea), 81 i progetti che prevedono un incremento occupazionale; ancora, 121 hanno rilevanza sulla parità di genere e 171 prevedono interventi a favore della disabilità.

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Mercato degli alberghi con la sabbia nel motore Prezzi dimezzati rispetto al boom registrato prima del Covid

A Cesenatico ci sono alberghi in vendita che costano meno di una villetta. Di fatto si può comprare un albergo da 20 stanze a 600-700mila euro ma, dal sito Trovacasa.it, se ne trova anche uno all’asta da 425mila euro anche se le vendite “normali” dicono che per 36 stanze a 100 metri dal mare si parte da 850mila euro ma si arriva tranquillamente a 1,5 milioni per 36 camere a 150 metri dal mare in viale De Amicis. Solo a Rimini, sempre su Trovacasa.it, si trovano in vendita per 170 strutture alberghiere e si va dai 4 milioni per 85 camere in viale Regina Elena ai poco più di 200mila euro per le tante strutture all’asta di modesta dimensione e non felicissima collocazione specie a Torre Pedrera. A Ravenna centro storico, poi, ci sono in vendita 6 alberghi (che faticano a trovare acquirenti) mentre sulla costa non mancano le offerte di pensioncine a prezzi davvero modesti.

A Rimini il mercato è particolarmente vivace, nel senso di una moltitudine di strutture in vendita, siamo sull’ordine del centinaio, ma con una sostanziale latitanza di acquirenti. “Ad ingolfare il mercato, specie nelle località periferiche come Miramare, Rivazzurra e Bellariva – spiega Gabriele Drudi della imobiliare Drudi di Rimini – sono le tante strutture tra le 20 e le 30 camere, costruite negli anni sessanta del Novecento e che ora sono decisamente obsolete. Il prezzo è spesso inferiore a quello di una villetta o di un buon appartamento ma il problema è che a ristrutturale si spendono centinaia di miglia di euro che spalmati su poche stanze non hanno un senso imprenditoriale. Infatti, se passano di mano, vanno a imprenditori che ci lavorano con la famiglia. In molto casi si tratta di strutture che vengono quasi regalate ma qui si sconta la scelta urbanistica di non consentire la trasformazione in abitativo”. Diverso il discorso per i 40 camere in su e ben collocati. “Benché i prezzi siano più che dimezzati rispetto ad una decina di anni fa – spiega Drudi – per le strutture di pregio a Marina Centro si può arrivare ad

una decina di milioni ma la gran parte si colloca tra i 3 e i 4 milioni. Per non dire che i tempi di vendita rischiamo di essere lunghissimi specie per le pensioni e specie nei casi in cui vi siano, come è frequente, delle difformità urbanistiche da sanare”. Del resto la trattativa sul prezzo spesso non è decisiva perché si parte già da valori molto bassi e semmai il problema è anche rappresentato dalle banche, che finanziano molto malvolentieri gli alberghi e, in ogni caso, non finanziano che meno della metà della spesa, e dalla pianificazione fiscale.

Nel Ravennate la situazione è articolata, come spiega il responsabile interprovinciale della Fiaip Alex Dosi. Per quel che riguarda Cervia-Milano Marittima i valori degli hotel stanno cambiando anche per la sempre più ampia propensione a eliminare il servizio di cucina e a servire solo la prima colazione. Ad ogni modo, spiega Dosi, “i prezzi degli hotel sono molto cambiati rispetto a una decina di anni fa. Una media di valutazione per stanza stava intorno ai 100mila euro e ora si sta tra i 50 e i 60mila euro. Naturalmente, i prezzi variano molto a seconda dei servizi che l’hotel è in grado di fornire come ad esempio il parcheggio o la disponibilità della piscina”. Ma l’elemento dirompente in fatto di valutazione degli hotel è l’ampliamento del mondo delle aste, a seguito dei fallimenti post Covid. “Sì, questo delle aste sta diventando un problema perché è un elemento che fa accedere alle strutture a prezzi di realizzo con 30-40 camere tra Cervia e Milano Marittima che vanno via a prezzi sotto al milione. E poi diventa difficile vendere un albergo vicino ad uno passato all’asta a prezzi così ridotti. E anche i tempi di vendita sono una incognita con la tendenza da parte dei futuri acquirenti a chiedere un anno di ‘prova’ in affitto per rendersi conto della reale potenzialità della struttura prima di formalizzare l’acquisto”.

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ph. Shutterstock Gabriele Drudi, Imobiliare Drudi Rimini

L’extralberghiero si fa sempre più forte

I posti letto nel comparto sono oltre il 37% del totale

Si parla sempre più spesso di quella che, in maniera generica, viene definita “ricettività extra-alberghiera”. In genere in grande maggioranza si tratta di attività imprenditoriali, ad eccezione dei B&B e di alcune casistiche tra gli appartamenti. Nel 2022 in Emilia-Romagna il 37,3% dei posti letto dichiarati era inserito in strutture extra-alberghiere, nelle loro diverse tipologie, senza contare, ovviamente, il mercato sommerso, purtroppo, ancora rilevante in alcune aree. La ricettività extra-alberghiera è già chiaramente definita all’interno della legge 16 della Regione EmiliaRomagna. Da anni, CNA Turismo e Commercio di Ravenna, cerca di contribuire alla qualificazione di questo settore, promuovendo cultura d’impresa, conoscenza normativa, buone pratiche, formando imprenditori e servizi turistici e combattendo duramente l’abusivismo e il sommerso.

Tutto il settore ricettivo (alberghiero ed extra-alberghiero) chiede da tempo maggiore attenzione e controlli per evitare forme di concorrenza sleale. Le imprese, di qualsiasi tipo, devono partire dal rispetto delle regole esistenti e dalla professionalità come elemento centrale della risposta alle richieste del mercato. CNA si è battuta fin dall’inizio a favore dell’introduzione

del CIR (codice identificativo univoco) che può contribuire a mettere ordine rendendo più facili i controlli. La Regione Emilia-Romagna ha fatto molto bene a predisporlo, con un sistema funzionale ben integrato con quello nazionale.

“Pensiamo sia anacronistica una sorta di “distinzione di valore” tra ricettività alberghiera ed extra-alberghiera – dichiarano Laura Sillato e Anna Neri componenti ravennati del Consiglio Regionale del Raggruppamento d’Interesse CNA Turismo e Commercio” – si tratta semplicemente di differenti tipologie di ricettività la cui esistenza e crescita è pienamente compatibile. Il successo di mercato dell’extra-alberghiero – che in alcune aree è l’unica forma di ricettività possibile (basti pensare ad alcune città d’arte della Provincia di Ravenna o alle aree dell’entroterra) – va incontro ad una domanda turistica moderna, che ama poter scegliere e valuta una località anche sulla base dell’offerta presente. Come CNA Turismo e Commercio Ravenna riteniamo, quindi, che tutte le imprese che si occupano di ricettività turistica in forma imprenditoriale vadano sostenute – specie in un momento difficile come questa stagione estiva – nel loro percorso di innovazione, professionalizzazione e rinnovamento: il comune nemico sono gli affitti in nero, la scarsa qualità di molte strutture, l’assenza di certe tipologie d’offerta in alcune località, il dilettantismo e l’improvvisazione del sommerso senza qualità. Per queste ragioni – concludono Sillato e Neri –auspichiamo che la Regione Emilia-Romagna includa nei prossimi bandi di sostegno tutte le imprese di ricettività extra-alberghiere in regola con le norme esistenti”.

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Laura Sillato, consigliere Regionale Raggruppamento d’Interesse CNA Turismo e Commercio in questa pagina ph. Shutterstock

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Istituti alberghieri, occupazione garantita Molto attive le strutture sul territorio romagnolo

In una situazione di per sé sbilanciata in cui attualmente il 51,4% frequenta un Liceo, il 31,7% un Istituto tecnico e soltanto il 16,9% un Istituto professionale, gli Istituti professionali di stato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (Ipseoa) non fanno eccezione. Dal boom che risale all’anno scolastico 2014-2015, con ben 64.296 “primini” è iniziata un’inarrestabile discesa, che ha portato a meno di 30.000 iscrizioni nell’anno scolastico in corso. Con il risultato che in meno di dieci anni si è più che dimezzato il numero degli studenti che si iscrivono ad un Istituto alberghiero. Ma il calo demografico e la pandemia spiegano solo in parte il crollo di iscrizioni degli ultimi anni. Di sicuro non sono mancate le opportunità di lavoro per i giovani nel turismo e nella ristorazione. E se determinate professionalità non si trovano, vuol dire che non solo la formazione va ripensata, ma anche le regole d’ingaggio a partire dai contratti collettivi di lavoro nazionali vanno ridiscussi come pure le norme che regolano i flussi migratori. D’altronde è fuori discussio-

Al Tonino Guerra di Cervia il 70% dei diplomati lavora entro 100 giorni

ne che le scuole, specie quelle tecniche e professionali, non possono anteporre la propria autoreferenzialità, ignorando la drammatica carenza di personale nei settori più trainanti della nostra economia e sottraendosi alle pressanti richieste di personale qualificato proveniente dal mondo delle imprese.

Fatto sta che gli Istituti alberghieri invece di guadagnare hanno perso attrattività. E la causa principale – come si può leggere su Albergo magazine - va ricercata nella deriva licealistica che ha interessato l’istruzione professionale in Italia a partire dal 2005. Un depotenziamento di fatto che ha comportato una drastica riduzione delle ore di esercitazioni pratiche di laboratorio, l’abolizione della cosiddetta terza area professionalizzante e perfino il camuffamento dell’alternanza scuola/lavoro con i cosiddetti “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, i cosiddetti Pcto.

Ora il ministro Valditara vuole rilanciare la formazione alberghiera considerata strategica per il paese e ha l’obiet-

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I numeri di 1° +30% 2000+ 300mila

tivo di colmare il mismatch tra le competenze in uscita degli studenti e le skill richieste dal mercato del lavoro. L’aspetto più innovativo, ma anche più problematico, è la riduzione del secondo ciclo di istruzione a 4 anni con l’aggiunta di ulteriore 2 anni di livello terziario negli ITS Academy, accesso consentito anche per i diplomati dei percorsi quadriennali regionali (le FP), sia pure a determinate condizioni. La sensazione è che con questa riforma si intenda soprattutto anticipare di un anno l’ingresso nel mondo del lavoro, allineando il nostro sistema d’istruzione a quello degli altri paesi europei. Potenziando nel contempo sia le competenze di base (Italiano e matematica) che la formazione tecnico-professionale, valorizzando più di quanto è stato fatto finora l’apprendistato formativo (da 15 anni in su e l’alternanza scuola-lavoro a partire dal secondo anno, estendendola fino a 400 ore nel corso del triennio.

Altra novità di rilievo riguarda la docenza. Le scuole potranno chiamare esperti provenienti dalle aziende del settore e dal mondo professionale di riferimento, da assumere con contratto di prestazione d’opera temporaneo e non meno significativa la spinta che si intende dare all’internazionalizzazione, valorizzando ed ampliando le molte esperienze in essere che coinvolgono la quasi totalità degli istituti ad indirizzo turistico ed alberghiero. Il progetto sarà avviato in forma sperimentale a partire dall’anno scolastico 2024/25 e potrà coinvolgere in questa prima fase fino al 30% degli Istituti. Dalla risposta delle scuole e soprattutto dell’utenza si capirà quale sarà il gradimento e la possibilità di successo. In Romagna sono attivi istituti professionali alberghieri a Cervia, Riolo Terme, Forlimpopoli, Riccione e Rimini.

La scuola di Cervia (Istituto di Istruzione superiore Tonino Guerra) è guidata da Scilla Reali che snocciola con soddisfazione i dati degli studenti. “Attualmente – spiega – abbiamo circa 800 studenti, ben di più dei 600 di qualche anno fa, e gli iscritti alla prima erano un centinaio. Rispetto ad altri istituti della Romagna dobbiamo affrontare un lievissimo calo nei numeri delle prime ma tutto sommato siamo molto soddisfatti della risposta degli studenti”. Gli indirizzi a disposizione degli allievi sono 4: accoglienza, enogastronomia, pasticceria artigianale, sala e vendita. “Chi si iscrive pensa di solito alla cucina – spiega Scilla Reali – ma va molto anche sala e accoglienza. La risposta del mercato rispetto ai nostri ragazzi è molto buona, se si pensa che il 70% dei diplomati lavora entro 100 giorni”.

L’Istituto Professionale Alberghiero di Forlimpopoli è intitolato a Pellegrino Artusi (1820-1911), noto gastronomo forlimpopolese di nascita e fiorentino d’adozione, il cui merito è stato quello di contribuire, negli ultimi decenni dell’Ottocento all’unificazione gastronomica ancorché linguistica de neonato Regno d’Italia. Nato come succursale dell’Istituto Alberghiero di Rimini nel 1989 è divenuto autonomo nel 1995 aumentando gli studenti in numero esponenziale. Dall’anno scolastico

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Istituto Alberghiero Tonino Guerra Scilla Reali, preside Istituto Alberghiero Tonino Guerra

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2003/2004 hanno avuto inizio i corsi serali per adulti che offrono, sia a coloro che già operano nel settore turistico-ristorativo, sia a coloro che intendono inserirsi, la possibilità di ottenere un diploma o una qualifica beneficiando di eventuali crediti formativi già acquisiti nelle precedenti esperienze di studio e di lavoro, che consentono così un riduzione del monte ore settimanale da seguire. L’Istituto offre agli utenti diversi percorsi formativi diurni e serali per l’inserimento nel mondo del lavoro e/o universitario. Offre l’opportunità di svolgere stage in Italia e all’estero e di partecipare a manifestazioni locali, nazionali e internazionali. L’impostazione della scuola si collega al contesto sociale e al mondo del lavoro e della produzione, realizzando, fin dal Bienno, lo sviluppo

Migliaia di posti di lavoro disponibili, solo a Rimini almeno 5mila. È partita la caccia agli stagionali. La Pasqua si avvicina e tante strutture sul litorale romagnolo sono pronte ad aprire ma anche quelle che attendono il mese di maggio sono già partite con la ricerca di personale. i posti disponibili sono migliaia. Nella sola città di Rimini,

di un’offerta più flessibile, più personalizzata ed attenta agli aspetti operativi e pratici, potenziando anche l’integrazione con le realtà locali e con la formazione professionale.

A Riccione l’istituto Savioli conta poco meno di 800 studenti ripartiti in 38 classi. L’Istituto Alberghiero è nato a Riccione nel 1959 grazie all’interessamento della Signora Agenore Ferretti Fascioli, allora Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune e figura di spicco nel settore alberghiero. Per tre anni ha funzionato come sede coordinata dell’Istituto per il Commercio di Rimini, diventando autonomo dall’anno scolastico 1962/63 e poi sede Centrale al cui coordinamento erano assegnati gli Istituti Alberghieri della Romagna.

Anche quest’anno mancano gli stagionali

Migliaia i posti di lavoro disponibili

Federalberghi e prevede almeno 5mila. Le pagine Facebook abbondano di offerte di lavoro, mentre sono decisamente meno le richieste. Stessa cosa anche per il portale ‘Cercolavoroinhotel’ aperto da Federalberghi Riccione, ma oggi condiviso anche dalle associazioni di Rimini, Misano e Cesenatico. E se fino a pochi anni fa la stragrande maggioranza delle offerte era per camerieri e addetti in cucina, oggi le offerte dei camerieri sono solo il doppio rispetto a quelle per gli addetti all’accoglienza in hotel. “Significa che anche quest’anno ci saranno nuovi hotel che chiuderanno la cucina - precisa Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini – ma resta il fatto che per stagione estiva e Pasqua trovare personale resta complicato”. Negli ultimi anni le associazioni di categoria hanno chiesto anche al governo nuovi strumenti per reperire personale all’estero e se il decreto flussi avrebbe questa funzione, i tempi e le complessità burocratiche sono troppe.

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Tra 2013 e 2023 ristoranti in crescita in Romagna (+10,3%)

A Rimini la dinamica più sostenuta nell’area (+16,6%)

Il pasto fuori casa in crescita inarrestabile. In 10 anni tra 2013 e 2023 i ristoranti sono aumentati, in Romagna del 10,3% (sono 4.234) e anche se la tendenza alla crescita si è del tutto raffreddata tra 2022 e 2023 (-0,4%). L’area che ha visto il maggior incremento di ristoranti su base decennale è la provincia di Rimini (+16,6 pari a 1.633 ristoranti), quella meno dinamica Ravenna (+5,2%, pari a 1329 ristoranti) e a metà strada Forlì-Cesena (+8,4%, pari a 1.272 ristoranti).

In forte flessione (-526) il numero dei bar, specie quelli che non hanno uso di cucina

I dati elaborati dall’ufficio studi della Camera di commercio della Romagna mostrano un deciso trend alla crescita dei ristoranti a cui fa da contraltare la caduta del numero di attività di bar senza cucina; in Romagna la flessione sempre su base decennale è del 16,4%, da 3.217 a 2.691 unità) con diminuzione distribuite in misura percentualmente simile tra le tre province e un numero di esercizi che varia dai 1.002 di Rimini agli 819 di Ravenna. Il dato totale della ristorazione indica una flessione complessiva in Romagna del 2,1%, frutto della tenuta di Rimini (+0,8%) e del calo

di Ravenna (-4,2) e Forlì-Cesena (-3,4%). Complessivamente, in Romagna, in 10 anni le imprese che offrono alloggio sono calate dell’1,2% e quelle della ristorazione del 2,1%.

Addio ai “vecchi” bar

“Che la parabola dei vecchi bar sia ormai terminata è evidente – spiega Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna – in quanto i locali senza cucina e nei quali si faceva la classica partita a carte con gli amici o ci si trovava prima di uscire ormai non esistono più. Questo spiega il dato in calo degli esercizi ma quelli “moderni” in cui si fa piccola ristorazione e aperitivi funzionano eccome. Anche i ristoranti tengono, sebbene il mercato si avvicini alla saturazione, specialmente quelli che offrono prodotti innovativi ma anche i tradizionali mantengono il loro appeal” a testimonianza del fatto che gli italiani tagliano le spese ma il pasto fuori è difficile da comprimere. Quelli che non si comprimono sono i costi e i connessi conti alla cassa. “Purtroppo – spiega Mambelli – per i ristoranti i costi sono in una crescita fuori dal comune, specie per quel

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Il mercato Horeca vale 17 miliardi

Al lavoro 1,4 milioni di addetti

Non riesce a tenere il passo con l’inflazione il mercato dell’Ho.Re.Ca. Tra maggio e dicembre 2023 il fatturato delle forniture a hotel, ristoranti e pubblici esercizi ha segnato un +7,6% (contro una inflazione al 7,9%). I numeri sono stati elaborati dal Centro studi Italgrob su dati Circana (ex Iri) sul panel distributori bevande presentati durante il congresso del settore «Consumi e scenari nell’Italia che cambia» che si è tenuto in occasione dell’International Ho.re. ca. meeting presso la Fiera di Rimini.

Per quanto riguarda il 2024 gli operatori si attendono una domanda ancora debole con un contenuto calo dei volumi. Lo scorso anno ha visto una crescita delle bevande gasate (4,4%), prosecco e spumanti (+4,1%), alcolici (+4%), le bevande a base di frutta (+1,8%) per finire con il vino (+1,4%).

Vendite in calo invece per le acque minerali (-1%), la birra (-1,3%), aperitivi e vermouth (-2,3%) e le bevande e bibite non gasate (-3,9%)

Il mondo dell’Ho.Re.Ca. conta 3.800 imprese con 60mila addetti e un giro d’affari di 17 miliardi ed è legato al turismo e ai consumi fuori casa. Il loro mercato di riferimento è quello dei pubblici esercizi, circa 330mila, che impiegano 1,4 milioni di lavoratori, circa l’6,1% del totale degli occupati.

che riguarda da una parte le materie prime ma dall’altra il cosiddetto lavanolo. Molti si sono convertiti alle tovagliette di carta e la ragione sta nella crescita esponenziale dei costi che giustifica appieno la voce ‘coperto’. E’ vero che tanti ristoranti hanno ritoccato i prezzi ma lo hanno fatto senza aumentare la redditività che anzi, viene sempre più compressa dai costi che non sono assorbibili nel conto finale pagato dal cliente”. Buone notizie sul fronte delle nuove leve. “I giovani – spiega Mambelli – escono dalle scuole molto ben formati anche su tematiche innovative come le preparazioni particolari e sono molto innovativi. Un tempo la formazione avveniva nel ristorante, ora la scuola li fa uscire già pronti per il lavoro in cucina o in casa”.

A Rimini record di ristoranti

Gaetano Callà guida la Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini area in cui il numero di ristoranti è cresciuto più che altrove in Romagna. “Le attività di pubblico esercizio sul nostro territorio hanno fatto grandi passi avanti grazie all’utilizzo del suolo pubblico e dei dehors esterni ai locali per ospitare la clientela; chiederemo dunque alle amministrazioni locali di continuare a incentivare questa opportunità che si sta rivelando un’importante proposta che porta vivacità alla città e che aumenta

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ATTIVITÀ DI RISTORAZIONE CODICE ISTAT ATECO 2007 31/12/2013 31/12/2023 FORLI'CESENA RAVENNA RIMINI ROMAGNA (Fc+Ra+Rn) FORLI'CESENA RAVENNA RIMINI ROMAGNA (Fc+Ra+Rn) 56 - Valore residuale 6 8 37 51 4 2 16 22 56.1 - Ristoranti e attività di ristorazione mobile 1.173 1.263 1.401 3.837 1.272 1.329 1.633 4.234 56.2 - Fornitura di pasti preparati (catering) e altri servizi di ristorazione 13 10 10 33 16 14 9 39 56.3 - Bar e altri esercizi simili senza cucina 1.047 979 1.191 3.217 870 819 1.002 2.691 Totale attività di Ristorazione 2.239 2.260 2.639 7.138 2.162 2.164 2.660 6.986 Fonte: Infocamere Stockview - Elaborazione: Camera di commercio della Romagna - Forlì-Cesena e Rimini
ROMAGNA
Gaetano Callà, Presidente Fipe-Confcommercio Rimini Mauro Mambelli, presidente Confcommercio Ravenna

l’appeal della nostra destinazione turistica. Un turismo, quello delle nostre località balneari e dell’entroterra, che dovrà vedere in futuro una calendarizzazione degli eventi mirata a destagionalizzare gli arrivi e le permanenze sul territorio”. E in conclusione: “Come pubblici esercizi siamo pronti a fare la nostra parte nell’offerta di qualità, sia per i residenti sia per i turisti. Non dimentichiamoci che

la tendenza generale vede sempre più l’enogastronomia, accanto alla cultura, come motore propulsore nella scelta delle vacanze. Viviamo in una terra ricca di materie prime d’eccellenza, di locali e professionisti in grado di valorizzarle al meglio. Fipe è sempre pronta a stare al loro fianco per supportarli nella crescita e per creare iniziative per potenziare il loro valore”.

Gemos, 2022 oltre gli 80 milioni (+32%)

Sono al lavoro 1.665 dipendenti

Le criticità del settore della ristorazione sono state tante in questi ultimi anni ma Gemos è riuscita ugualmente a raggiungere buoni risultati di bilancio. Il merito va al lavoro di squadra che contraddistingue questa realtà cooperativa che ha all’attivo 1.665 dipendenti, di cui il 54% soci. Durante l’assemblea con i soci in occasione dell’approvazione del bilancio annuale, la presidente Mirella Paglierani ha elogiato tutte le lavoratrici e i lavoratori per la dedizione e l’impegno profuso in anni così difficili: “Abbiamo affrontato la pandemia, le conseguenze economiche e sociali della guerra in Ucraina e, infine, anche l’alluvione che ha devastato il nostro territorio. Sono tempi difficili, ma la nostra forza cooperativa ci ha permesso di restare forti e solidi e di crescere nonostante tutto”. Gemos ha chiuso il bilancio del 2022 registrando un fatturato di oltre 80 milioni di euro, il 32% in più rispetto al 2021. Risultati che hanno permesso di distribuire un buon ristorno ai soci. “Abbiamo una buona squadra, capace di prendere decisioni tempestive e calzanti nei momenti di difficoltà. Questa natura ci ha permesso di affrontare e superare le criticità del 2022 – continua Paglierani -, un anno che ha messo in ginocchio molte imprese del nostro settore. Noi siamo riusciti a non farci arrestare e a continuare a credere e investire nel nostro lavoro”. Nel 2022 la cooperativa ha pubblicato il suo primo bilancio di soste -

nibilità e ripreso a incontrare in presenza i propri soci presenti in 5 regioni d’Italia con le assemblee zonali. “Ritrovarsi in presenza è stato davvero arricchente –continua la presidente -. Avevamo bisogno di questi momenti di condivisione. Ci aiutano a non dimenticare chi siamo e quali sono i nostri obiettivi”.

Per quanto riguarda il 2023, Gemos ha lavorato al consolidamento delle proprie commesse e esplorando nuove possibilità in altri territori, oltre a lavorare su nuove certificazioni: “Abbiamo iniziato l’iter per la certificazione della parità di genere – spiega Paglieranie già ricevuto la conferma delle tre stelle nel rating di legalità – prosegue. Continuiamo a guardare avanti e a farlo nel modo che riteniamo più giusto verso i nostri soci e le comunità in cui operiamo. Inoltre siamo impegnati a livello politico nazionale per la revisione del codice degli appalti: le imprese di questo settore stanno soffrendo schiacciate tra gli aumenti dei costi e il mancato adeguamento dei prezzi che si ricevono per i servizi erogati. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione su queste criticità”.

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Mirella Paglierani, presidente Gemos Immagini Gemos
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Tutto quel che serve per aprire l’attività

Anche i locali devono essere idonei - Serve la Scia

L’aspirante imprenditore nel settore dei pubblici esercizi deve innanzitutto verificare, per poter aprire una attività di somministrazione alimenti e bevande, di possedere il requisito professionale, che si ottiene con l’esperienza lavorativa precedente, con il possesso di adeguato titolo di studio o tramite attestato qualificante. Chi non possiede il requisito deve frequentare il corso abilitante Sab, che comporta formazione per 100 ore. Non tutti quindi possono essere titolati ad aprire un bar o un ristorante.

Valutazione di impatto acustico per gli intrattenimenti musicali

Anche i locali devono essere idonei e va quindi verificato il possesso dei requisiti urbanistici e igienico-sanitari. L’immobile individuato per l’apertura dell’attività deve avere la corretta destinazione d’uso, metrature idonee in base alla tipologia di esercizio (ristorazione, piccola ristorazione, bar) e caratteristiche adatte a consentire la manipolazione/cot-

tura e somministrazione degli alimenti e delle bevande. In particolare sono importanti le caratteristiche dei vani cucina o laboratorio. E infatti quando verrà presentata la Scia di inizio attività al Comune andrà inviata anche la notifica sanitaria all’Usl competente, che deve contenere la planimetria dei locali con la disposizione delle attrezzature e degli arredi. Su questo ci si deve necessariamente riferire al Regolamento di Igiene Comunale. La somministrazione presuppone che i locali debbano avere due toilet, una per il personale e una per il pubblico. In assenza del secondo servizio igienico per la clientela, si parla di attività diverse (pizzerie da asporto ad esempio).

La posizione dell’impresa va regolarizzata presso tutti gli enti competenti: Camera di Commercio, Inps e Inail, Agenzia delle Entrate, Comune, Ausl.

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L’occupazione del suolo pubblico

In base alle attività che si svolgono all’interno del pubblico esercizio si vanno a sommare altri adempimenti. Ad esempio se il locale ha i tavoli all’esterno va richiesta l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico e l’esercizio è situato in un contesto urbano di pregio gli arredi vanno sottoposti al vaglio della Soprintendenza per accertare che non interferiscano con la valenza culturale di monumenti e luoghi storici. Se vi si svolgono intrattenimenti musicali questi vanno autorizzati e va predisposta la valutazione di impatto acustico. Sono solo alcuni esempi. Se viene diffusa musica l’azienda si deve regolarizzare anche nei confronti di Siae e Scf. Vanno autorizzate anche le insegne di esercizio e le tende da sole.

Le attività di pubblico esercizio si devono dotare di manuale Haccp, documento obbligatorio di autocontrollo che serve per valutare e prevenire i principali rischi legati alla lavorazione degli alimenti. Il manuale andrà aggiornato quando, ad esempio, viene modificata la disposizione delle attrezzature o quando si cambiano le procedure di sanificazione. Per le preparazioni alimentari va tenuto a disposizione del pubblico il registro degli ingredienti con l’indicazione degli allergeni.

Se l’azienda ha dei dipendenti va redatto il Documento di Valutazione dei Rischi e il personale deve essere dotato di attestato di idoneità sanitaria. Le figure professionali devono anche seguire corsi di antincendio e RSPP, che vanno poi aggiornati nel corso degli anni come previsto dalla normativa sulla sicurezza dei lavoratori.

La cartellonistica obbligatoria

Il bar o il ristorante devono esporre cartellonistica obbligatoria come ad esempio il listino prezzi all’esterno e all’in-

terno, il cartello degli orari, i cartelli riportanti le normative sul divieto di vendita degli alcolici ai minorenni e sul divieto di fumo, la facoltà o meno di accesso per gli animali domestici e l’elenco non è esaustivo. I locali che osservano l’apertura oltre la mezzanotte o che effettuano intrattenimento e spettacolo devono anche esporre le tabelle che segnalano gli effetti del consumo di alcool.

Se il locale ospita anche una tabaccheria ci sono anche una serie di adempimenti ricorrenti di varia natura, essendo un settore regolamentato da Aams. Stessa cosa per gli esercizi che ospitano apparecchi di intrattenimento.

I pubblici esercizi, per la natura della delicata attività che operano, hanno necessità di monitoraggio costante e quindi il ruolo dell’Associazione è fondamentale attraverso tutti i suoi servizi : ente di formazione, ufficio licenze e affari generali, servizio sicurezza e haccp in primis. Anche il Sindacato Fiepet ha un ruolo decisivo per l’assistenza quotidiana nei confronti di enti pubblici e privati come le Amministrazioni Comunali e in particolare i Suap, gli enti di riscossione delle imposte, i fornitori delle principali utenze di luce, gas e acqua, la Siae eccetera.

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I controlli sempre dietro l’angolo
Igiene, alimenti e documentazione nel mirino di Nas e Ausl

Il pubblico esercizio è passibile di controlli in tutti gli ambiti regolamentati della propria attività, con particolare riferimento al rispetto delle norme obbligatorie. Rispetto all’igiene degli alimenti i soggetti deputati ai controlli possono essere sia l’AUSL che i NAS, che possono verificare l’adeguatezza dei locali dove si svolge la somministrazione, la manutenzione delle attrezzature, la pulizia degli ambienti, lo stato di conservazione degli alimenti, la corretta etichettatura, i rischi di contaminazione e tanti altri aspetti al fine di garantire la sicurezza per i clienti. Così come possono verificare il possesso e l’adeguatezza della documentazione obbligatoria (notifica sanitaria e manuale Haccp) e la corretta esposizione del cartello Unico degli ingredienti e degli allergeni.

Il ruolo della Polizia locale

Anche le insegne e la cartellonistica devono essere autorizzate

sospensione dell’attività disposta dal Prefetto nei casi di maggior pregiudizio della sicurezza. Gli organi ispettivi possono verificare anche il rispetto delle diverse normative come ad esempio il divieto di vendita degli alcolici ai minori o nelle fasce notturne (dalle 3,00 alle 6,00), così come la presenza della cartellonistica obbligatoria. La società di riscossione delle imposte comunali può rilevare e sanzionare la presenza di insegne o cartellonistiche non adeguatamente autorizzate.

Attenzione al fisco

Il nucleo vigilanza commercio della Polizia locale può anche essa accedere ai locali per verificare il possesso dei documenti che vanno conservati in azienda: la Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) e l’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico ad esempio. Questa sezione della Polizia municipale può anche verificare il rispetto delle metrature concesse in area esterna o verificare che siano autorizzati tramite apposita segnalazione gli intrattenimenti musicali ove presenti. In generale tutte le altre forze dell’ordine (Polizia di Stato e Carabinieri) possono intervenire in caso di problemi di ordine pubblico, anche con provvedimenti di

Bar e ristoranti sono poi passibili come tutte le altre imprese di controlli in generale del Fisco (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate) e dell’Ispettorato del lavoro. Anche gli organismi di rappresentanza dei lavoratori, ma senza poteri sanzionatori, possono andare a verificare che i dipendenti lavorino in sicurezza: che sia redatto il Documento di Valutazione dei Rischi, che la formazione obbligatoria sia aggiornata ecc. Naturalmente la peculiarità dei controlli sui pubblici esercizi riguarda il rispetto del regolamento di igiene comunale, la sicurezza degli alimenti, le normative che sovrintendono in generale la somministrazione, anche di alcolici.

Gli intrattenimenti musicali, sommati al rumore antropico, possono generare in alcuni casi disturbo alla quiete pubblica e su segnalazione può intervenire anche ARPAE nella rilevazione dell’inquinamento acustico.

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RASSEGNA NOTIZIE

Ravenna 26 febbraio

Plenitude accende il nuovo impianto

Parte il fotovoltaico di Ponticelle

Plenitude, Società Benefit di Eni, ha reso operativo il nuovo impianto fotovoltaico di Ravenna Ponticelle, prospiciente via Canale Magni. L’impianto, con una capacità installata di 6 MW, si sviluppa su un’area industriale di 11 ettari ed è costituito da oltre 10.000 pannelli fotovoltaici di ultima generazione in silicio monocristallino. I pannelli, di tipo bifacciale, utilizzano anche il retro per la produzione di energia e sono montati su strutture speciali ad inseguimento solare fissate su zavorre appoggiate su un capping impermeabile realizzato nell’ambito degli interventi di messa in sicurezza permanente previsti dal Piano Operativo di Bonifica dell’area industriale. Il nuovo parco fotovoltaico rientra nell’iniziativa di riqualificazione produttiva di un’area industriale dismessa di complessivi 26 ettari, completamente bonificata e di proprietà di Eni Rewind.

in collaborazione con:
Ravenna Forlì-Cesena Rimini

RAVENNA

8 marzo

Cdc Ferrara Ravenna punta sui giovani

Oltre 1,5 milioni per formazione e accesso al lavoro

Incentivi alle assunzioni, nascita e sviluppo di nuove imprese, attrazione di talenti e di capitali, sostegno alla genitorialità, connessione scuola lavoro: sono i cinque pilastri che reggono il Piano della Camera di commercio, per la cui attuazione è già stato stanziato 1 milione e mezzo di euro. Risorse, quelle individuate dalla massima istituzione economica del territorio, individuate per la gran parte nel bilancio 2024 e, le restanti, in risparmi derivanti da una gestione oculata, oltre che da una costante riduzione dei costi di funzionamento. Il Piano straordinario per l’accesso al lavoro e la promozione del fare impresa dei giovani ferraresi e ravennati varato dalla Camera di commercio e stato presentato a Ravenna nel corso di una affollata conferenza stampa.

FORLì

4 marzo

Caviro investe sul nuovo magazzino

A Forlì la nuova struttura da 11 milioni

Cantine Caviro ha inaugurato un nuovo magazzino automatico presso il sito di via Zampeschi a Forlì. Con questo nuovo investimento, del valore di oltre 11 milioni di euro, viene automatizzata la fase di trasporto del packaging dal magazzino alle linee di confezionamento accrescendo efficienza e competitività del sito dove ogni anno escono 150 milioni referenze in brick, 4 milioni di bag in box e 69 milioni di bottiglie. Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini e dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla. Completato nel 2024, quello inaugurato è il terzo magazzino automatico del sito forlivese con una capienza di 10.000 posti pallet per lo stoccaggio di materiali sussidiari (bottiglie, cartoni, tappi) e prodotto finito. Si estende per 2.600 metri quadrati con una scaffalatura autoportante alta 28 metri.

RAVENNA

6 marzo

Energia dalla decompressione del metano

Nuovo impianto Hera alle Bassette

Inaugurato alle Bassette alla presenza del sindaco Michele de Pascale e dell’AD del Gruppo Hera Orazio Iacono, è entrato in funzione un innovativo sistema di recupero energetico dalla decompressione del gas metano. L’impianto, gestito da Inrete Distribuzione Energia, alimenta il vicino depuratore con energia elettrica prodotta localmente a bassissimo impatto di emissioni in atmosfera e riducendo i prelievi di energia dalla rete distributiva nazionale. La tecnologia utilizzata è quella della turboespansione, che permette di garantire, in maniera controllata la riduzione di pressione del gas proveniente dalla rete di trasporto Snam per poterla distribuire nella rete di distribuzione cittadina di Inrete, recuperando sotto forma di energia elettrica quella normalmente dissipata durante il salto di pressione del gas mediante riduttori di pressione tradizionali.

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EMILIA-ROMAGNA

3 marzo

Aiuti alle imprese del vino

Dalla Regione arrivano 6,5 milioni

Approvato dalla Regione Emilia-Romagna il programma operativo 2024/2025 dell’Intervento Settoriale Investimenti del Programma Nazionale di Sostegno per il settore Vitivinicolo, con una dotazione finanziaria di 6,5 milioni di euro e un incremento di oltre 1,2 milioni rispetto alla programmazione precedente. “Il bando – afferma il Direttore Regionale di Coldiretti Marco Allaria Olivieri – permette alle nostre imprese vitivinicole di contare su finanziamenti importanti per costruire traiettorie di futuro in una fase incerta come quella che stiamo vivendo”. Gli investimenti per i quali potrà essere richiesto il contributo spaziano dalla costruzione e ristrutturazione di immobili all’acquisto di impianti e macchinari specifici, fino all’allestimento di punti vendita aziendali per vendita diretta al consumatore finale dei prodotti aziendali e alla creazione di siti per l’e-commerce. (foto Shutterstock)

RAVENNA

3 marzo

CESENA

4 marzo

La Bcc rinnova la filiale di via Matteotti

Nuovi servizi e casse automatiche

Mercoledì 28 febbraio sono stati inaugurati i nuovi locali della Filiale della BCC ravennate, forlivese e imolese di Cesena in via G. Matteotti, 384. Alla cerimonia hanno partecipato il Sindaco di Cesena Enzo Lattuca, don Walter Edgar Milandu e, per LA BCC, il Presidente Giuseppe Gambi, Tiziano Samorè (amministratore e Presidente Comitato Locale di Romagna Centro), Andrea Ferrini (amministratore), Marco Secci (Direttore Business), Marco Rossi (Direttore Retail), e Massimiliano Cosmas (Capo Area Territoriale Romagna Centro). La Filiale è stata totalmente ristrutturata per renderla più funzionale e dotata di quattro uffici nuovi e di due casse automatiche.

Ramboll (offshore danese) arriva a Ravenna

La società affianca Agnes sull’eolico a mare

La società danese di ingegneria Ramboll, leader mondiale nella progettazione offshore, ha affiancato Agnes nella ottimizzazione dell’hub energetico di Ravenna. A renderlo noto è proprio Agnes srl, che per voce del suo AD Alberto Bernabini commenta: “Sono molto contento di poter ricevere il supporto tecnico da una società di ingegneria del valore di Ramboll. I danesi hanno dimostrato da subito apprezzamento per il lavoro svolto fino a qui dagli ingegneri di Qint’x. So che ha un valore molto alto e ricevere apprezzamento soprattutto da società di questo valore tecnico fa molto piacere. Sapevo fino da quando ho iniziato il progetto nel 2017 che voler realizzare un hub energetico era un operazione molto sfidante, ma sapevo che era quello di cui aveva urgente bisogno, soprattutto per il suo stato di inquinamento e quindi della salute dei cittadini tutta la pianura padana”. (foto Shutterstock)

RASSEGNA NOTIZIE 43

FORLì

28 febbraio

Macfrut vola in Azerbaijan

Collaborazione sempre più stretta

Asse sempre più stretto tra Macfrut e Azerbaijan. Nei giorni scorsi si è svolta una nuova missione che ha visto la partecipazione di una ventina di aziende tra italiane e azerbaijane, insieme all’Università di Bologna e all’Università di Ada. Per Macfrut era presente Chiara Campanini dell’ufficio estero, mentre per l’Ateneo Bolognese era presente Matteo Vittuari – direttore della Scuola di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università di Ada e docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari all’Università di Bologna – insieme agli altri colleghi tra i quali Elena Baraldi, Bettina Riedel, Simona Cavalleri, Luca Dondini e Francesco Orsini. La missione si è conclusa con la partecipazione al corso di formazione executive in “Sustainable Horticultural Systems”, organizzato congiuntamente dalle Università di Ada e Bologna.

FORLì

27 febbraio

A Forlimpopoli apre Sughero

Rinasce l’ex chalet dei giardini

Un locale fresco e dinamico aperto da mattina a sera con una proposta assortita di colazioni, aperitivi e post cena, ma anche un luogo di incontro rivolto a tutta la comunità in cui trascorrere tempo di qualità tra sport, cultura e associazionismo. Sabato 24 febbraio la città di Forlimpopoli ha salutato l’apertura di Sughero, nuovo bar situato in pieno centro storico (via Alcide De Gasperi,1). A inaugurare la nuova attività, alla presenza di numerosi rappresentanti delle autorità e delle associazioni locali, tra cui Milena Garavini, sindaco del Comune di Forlimpopoli e Villiam Antonelli, presidente di CNA Area Colline forlivesi, è stata la società “Il Gelato snc”, risultata vincitrice lo scorso maggio del bando pubblicato dal Comune di Forlimpopoli per l’assegnazione dell’ex Chalet dei giardini e dell’area verde circostante.

EMILIA-ROMAGNA

3 marzo

Bonus pubblicità per chi investe

Tutte le regole da seguire

Il bonus pubblicità si conferma come un’importante agevolazione per le aziende che mirano a incrementare i loro investimenti in pubblicità. Con un credito d’imposta del 75% sul valore incrementale degli investimenti pubblicitari fatti nel 2024, questa iniziativa è rivolta a sostenere le imprese, i professionisti autonomi e gli enti non commerciali nel promuovere la loro attività su canali di stampa quotidiani e periodici, incluse le testate giornalistiche on-line. Rispetto al 2023 il bonus pubblicità 2024 cambia solo per un aspetto, la scadenza: le domande vanno infatti presentate entro il 2 aprile 2024. Per accedere al bonus è fondamentale seguire specifiche procedure e rispettare determinati requisiti. Il tetto di spesa è pari a 30 milioni di euro: se le domande superano queste cifra, si procede al riparto. (foto Shutterstock)

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ROMAGNA

6 febbraio

Metalmeccanica in difficoltà

Cresce ovunque la Cassa integrazione

“I recenti dati pubblicati dall’Inps rivelano una situazione allarmante nel settore metalmeccanico nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini,” ha commentato Riccardo Zoli, segretario generale della FIM CISL Romagna. “L’incremento significativo nell’utilizzo della cassa integrazione nel corso del 2023 evidenzia una situazione critica che sta colpendo duramente le aziende del settore, suscitando preoccupazioni tra lavoratori e imprenditori.” I dati raccolti mostrano un aumento del 76.14% nelle ore autorizzate dalla cassa integrazione nel settore metalmeccanico, passando da 3.069.109 nel 2022 a 5.405.946 nel 2023. Incrementi record a Ravenna (+202%), Forlì-Cesena (+55,85%) e Rimini (+68,7%).

RAVENNA

28 febbraio

Area Bassette sotto controllo

Impegno del Comune per la gestione

Un tavolo tecnico di lavoro per l’area Bassette, per garantire una riunione periodica di confronto e affrontare le criticità in maniera tempestiva. Ad annunciarlo è l’assessora Annagiulia Randi che, tramite il proprio profilo Facebook, spiega il piano di azioni messo in atto dall’amministrazione in seguito ad alcune questioni sollevate dalle associazioni di categoria e dagli imprenditori della zona. “Dalla scorsa primavera – spiega l’assessora - abbiamo fornito risposte e un piano di azioni concrete, mirato a confermare le Bassette come un’area strategica per l’artigianato e la logistica del Comune di Ravenna. Gli interventi riguardano la cura del verde pubblico, la raccolta straordinaria di rifiuti, il monitoraggio costante della polizia locale e la progettazione per il ripristino di via Romea nord”. Prevista anche l’installazione, annuncia Randi, “di servizi igienici per garantire il benessere degli autotrasportatori in sosta”.

RAVENNA

8 febbraio

L’industria ravennate tiene

Previsioni di stabilità per il 2024

L’industria ravennate regge e continuerà ad assumere così come ad investire anche nel 2024; non si prevede cresca molto, ma neppure si intravede il pericolo di forti cadute. E, come mette in luce il rapporto congiunturale di Confindustria Romagna, le previsioni relative al primo semestre del 2024 evidenziano per la maggior parte delle imprese ravennati una aspettativa di stazionarietà. “L’anno concluso – spiega il presidente degli industriali romagnoli, Roberto Bozzi – è stato segnato dall’alluvione che ha colpito gran parte della Romagna, con impatti diretti e indiretti su numerose imprese associate e sulle loro filiere di riferimento, ma nell’ultimo trimestre ha visto anche segnali positivi, soprattutto nei servizi, grazie al calo dell’inflazione e del costo delle materie prime”.

RASSEGNA NOTIZIE 45

RAVENNA

25 gennaio

Più imprese nei servizi, meno in agricoltura

La Cdc fotografa il mondo delle aziende

Più imprese edili e nei servizi; meno imprese nell’agricoltura, nel commercio, nella manifattura e nella logistica. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese ravennati nel 2023, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio Ferrara Ravenna sulla base del Registro delle imprese. Al netto delle cancellazioni d’ufficio, aumentano, oltre alle costruzioni (+159 unità), anche il noleggio, agenzie-viaggio e servizi di supporto (+40), le attività professionali scientifiche e tecniche (+36), le attività Immobiliari (+30), credito (+24) e le altre attività dei servizi (+20). In generale cresce la maggior parte delle attività dei servizi, con un ritmo più veloce per quelli rivolti alle imprese. Chiudono in rosso, invece, agricoltura (-133) e commercio che ha perso 77 unità.

FORLì

11 febbraio

Sempre meno negozi in centro

Ma la città rinnova Corso della Repubblica

“L’indagine di Confcommercio sul crollo delle attività al dettaglio nei centri storici di tutta Italia ci pone di fronte a una riflessione importante. Se da una parte è evidente il nesso tra la crescita esponenziale dell’e-commerce e il crollo delle vetrine nei quartieri delle città, dalle periferie al centro, dall’altra non si può non riflettere sulla geografia di questa crisi e sul trend che i dati ci restituiscono a livello locale.” Lo ha detto Andrea Cintorino (nella foto), assessore al Turismo e ai mercati. “Delle 254 botteghe che in 12 anni hanno chiuso a Forlì, 70 hanno abbassato la saracinesca tra il 2019 e 2023 e 184 – più del doppio – tra il 2012 e il 2019. La riqualificazione di Corso della Repubblica restituirà un volto nuovo alla principale via di accesso al centro”.

RAVENNA

2 febbraio

Palazzo dell’Orologio passa di mano

Lo acquista la Fondazione della Cassa

Lo storico Palazzo dell’Orologio di Ravenna, in piazza del Popolo, è stato acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Un nuovo importante investimento che si aggiunge al restauro di Palazzo Guiccioli di via Cavour, dove è imminente l’apertura come Museo Byron e del Risorgimento. Come riporta Il Resto del Carlino, ora si attende ora il nulla osta del Ministero della Cultura. “Apprendo con piacere dell’acquisto del Palazzo dell’Orologio da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna – commenta il Sindaco di Ravenna, Michele de Pascale –. Si tratta di una bellissima notizia per la nostra città, un edificio simbolo, sempre protagonista delle immagini della nostra meravigliosa piazza del Popolo, che verrà valorizzato e restituito alla comunità come spazio culturale e universitario e dunque a servizio della crescita delle giovani generazioni”. (foto Shutterstock)

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EMILIA-ROMAGNA

14 gennaio

La mafia continua a fare affari

Ora scatta il rischio alluvione

In Emilia-Romagna la mafia continua fare paura e soprattutto affari anche a causa del terremoto del 2012. E adesso occorre fare attenzione a quel che succederà con i lavori per il ripristino dalle alluvioni. Per non dire dei lavori in arrivo con la progressiva entrata nel vivo dei lavori legati al Pnrr e con i maggiori investimenti sui territori documentati anche dai sindaci. Infatti, come si può leggere su Il Sole 24 Ore dei giorni scorsi, tornano a salire le interdittive antimafia dopo la flessione registrata nel 2022: lo scorso anno sono stati infatti 2.007 contro i 1.495 dell’anno precedente, con un aumento del 34,2% (e del 30,2% rispetto al 2019), i provvedimenti emanati dai prefetti per bloccare i rapporti con la Pubblica amministrazione delle imprese sospettate di essere infiltrate dalla criminalità organizzata. (foto Shutterstock)

RAVENNA

17 gennaio

Saline patrimonio Unesco

Partita la candidatura di Cervia

Con delibera di Giunta comunale è stato dato ufficialmente l’avvio all’attività propedeutica alla presentazione della candidatura UNESCO. Dopo l’annuncio al pubblico da parte del sindaco Massimo Medri il 5 dicembre in teatro in occasione della presentazione del prossimo sviluppo dell’area saline l’Amministrazione comunale ha approvato ufficialmente l’avvio dell’iter che porterà alla candidatura di Cervia e della sua salina a Patrimonio Immateriale UNESCO. Con la delibera di Giunta è stato quindi dato mandato per procedere all’avvio dell’iter alla dott.ssa Maria Pia Pagliarusco dirigente del Settore Servizi alla Comunità e Sviluppo della Città di predisporre un programma di azioni e attività propedeutiche alla presentazione della candidatura UNESCO.

RIMINI

30 gennaio

L’industria cerca addetti

Mercato a caccia di stranieri

Sono 1.177 le domande per lavori subordinati non stagionali a fronte di 1.060 domande per lavori di carattere stagionale: sono i numeri che riguardano la provincia di Rimini relativi al ‘click day’ dello scorso dicembre, lo strumento attraverso il quale i datori di lavoro hanno potuto chiedere online di poter far arrivare in Italia per poi assumere lavoratori stranieri nell’ambito delle quote previste per il 2023 dal “Decreto flussi”. Il dato documenta la difficoltà di reperire personale in particolare in alcuni settori produttivi, come l’industria (52% di mismatch tra domanda e offerta di lavoro), così come nei servizi (media 42,1%, dati Unioncamere-Anpal 2023). (foto Shutterstock)

RASSEGNA NOTIZIE 47

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