gennaio 2013

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Progetti dedicati alle due ruote tra Germania ed Emilia Romagna Complice il caro prezzi dei carburanti, oltre alla voglia di inquinare meno e salvaguardare l’ambiente, la bicicletta sta diventando un mezzo sempre più utilizzato da persone di ogni età. Si ricorre alle due ruote non più solo per le scampagnate fuori porta nei fine settimana o in occasione dei ponti, con il pretesto di fare movimento, ma anche per gli spostamenti di lavoro, risparmiando spesso tempo, oltre che denaro. Lo devono aver intuito al meglio in Germania, dove sui progetti legati all’ambiente stanno procedendo a grandi falcate. Ecco allora che alcuni amministratori tedeschi si sono inventati l’autostrada per le biciclette: in tutto e per tutto simile ai grandi raccordi riservati ai mezzi a motore, ma in questo caso ad uso esclusivo dei velocipedi. Questo primo esperimento ha un nome: si chiama Radler B-1, è lunga 60 chilometri e collega le città di Dortmund e Duisburg. L’arteria ciclabile corre a lato dell’autostrada vera e propria, coprendo

un’area della Rhur ad alta densità di popolazione, intorno ai 2 due milioni di abitanti. Molti di questi salgono in sella per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro e proprio per questo è stata pensata e ideata un’infrastruttura a scorrimento veloce. E nel nostro Paese? L’utilizzo delle biciclette è elevato, specie in molte zone della pianura. Quello che manca sono però le reti che dovrebbero collegare il cuore delle città con le zone suburbane. Si è cominciato a parlare di una ciclabile Bologna-Verona sulla base della vecchia ferrovia dismessa, ma il progetto è ancora lungi dal passare al concreto. Ferrara ha fatto delle due ruote un emblema storico del suo comune, anche se negli ultimi anni, principalmente a causa della crisi economica che ha tagliato numerosi fondi agli enti locali, gli investimenti per le ciclabili estensi si sono bruscamente ridimensionati. Ecco allora che la ‘maglia rosa’ - giusto per rimanere in tema - è passata a Reggio Emilia. La città del Tricolore è diventata la vera capitale italiana delle biciclette grazie a una rete di ben 178 chilometri di piste ciclabili (nel 2004 era appena di 75 km ndr), un numero eccezionale per una città che ha un diametro di appena 10 chilometri.

Ma le infrastrutture non sono l’unico punto a favore dei reggiani. Da un’indagine condotta nel corso dell’ultimo anno emerge che il 60% dei bambini che frequentano le elementari della città usano mezzi alternativi all’automobile. Il 40% di questi sceglie la bici, gli altri gli autobus e gli scuolabus. C’è un motivo che spiega il motivo di una diffusione così ampia delle due ruote tra i più piccoli. A Reggio è stato avviato il progetto BiciBus: vari gruppi di 40 e 50 alunni ogni mattina sono seguiti da un numero complessivo di 300 volontari – tra questi genitori, nonni, insegnanti – che, dotati di apposite pettorine fluorescenti, li conducono a destinazione. Lungo le varie “fermate” raccolgono i bimbi, che si aggregano al gruppo. I vantaggi sono notevoli: il BiciBus sfrutta i tanti chilometri di ciclabili, viaggiando su percorsi protetti. I volontari si occupano poi di vigilare e

far passare i gruppi di piccoli ciclisti in prossimità degli incroci. Gli automobilisti reggiani, ormai abituati alle carovane mattutine, dato che il progetto è partito nel 2003 riscuotendo sempre maggior successo, non osano mai protestare di fronte al passaggio dei bambini, che suscitano anzi rispetto e simpatia. A questi risultati – spiegano da Reggio Emilia – si è arrivati gradualmente, anche grazie alla promozione di questi servizi. A inizio anno scolastico, per esempio, il Comune ha organizzato il ‘Cammina e Pedala’, due giorni di iniziative per parlare e informare bambini e genitori delle opportunità offerte dalla città e dai servizi scolastici. I numeri anche in questo caso parlano chiaro, come evidenziato da un articolo del Corriere della Sera: al progetto hanno preso parte 22 scuole su 40, coinvolgendo 4565 piccoli alunni su un totale di 8000.

A Reggio ben 178 Km

di piste ciclabili


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