Meeting e Congressi - Set 2011

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011 Meeting Comment Aldo.qxp

30-08-2011

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L’Ecm a fumetti titolo non è casuale, ma voluispirato dalle compliIcateltamente e infinite vicende tipiche dei personaggi dei fumetti, delle telenovelas, delle soap opera, delle saghe cinematografiche e chi più ne ha più ne metta. Ci sono i personaggi buoni e quelli cattivi, gli ingenui e i furbi, le verginelle caste e le peccatrici che si alternano con i giudici severi, gli avvocati azzeccagarbugli, i moralisti, gli ascetici, i peccatori... E i numerosi Pco che hanno seguito dall’inizio lo sviluppo della lunga storia della normativ Ecm sono rimasti interdetti davanti alle direttive della Ue a cui poi si sono ispirate le regole italiane e i “codici deontologici” di Farmindustria e Assobiomedica. Insomma da Bruxelles a Roma, madame Burocrazia non rinuncia alla sua ben nota funzione di rendere complicato l’impegno di chi vuole lavorare e ora ha preso di mira anche gli organizzatori di congressi medico-scientifici. Ancora un volta è evidente che quando si vuole affermare un principio etico attraverso norme burocratiche si soffocano non solo la libertà degli individui, ma anche il buonsenso. Su queste pagine Mario Zaniboni ha già sottolineato, fra le altre, l’idiota pretesa di proibire il servizio alberghiero di classe superiore alle “4 stelle”in occasione di riunioni a tema medico-scientifico. I nuovi moralisti hanno stabilito che per discutere di malattie e di relative terapie, non è opportuno

incontrarsi in una località di noto richiamo turistico perché questo comportamento toglie “sacralità” all’evento scientifico dandogli un eccessivo valore edonistico. Che sia l’industria farmaceutica a parlare di morale potrebbe apparire farisaico a chi ricorda gli “informatori scientifici” che giravano negli studi dei medici della Mutua e offrivano loro vacanze, viaggi in paesi esotici e televisori. Erano gli anni in cui le tecniche del marketing facevano i loro primi passi anche in Italia e il regalo personale era uno strumento utile per incrementare anche la prescrizione dei farmaci. Gli attuali moralisti ignorano che in Italia è ancora valida la Legge 51 del 2006 che protegge con il segreto i contributi sotto i 50mila euro destinati ai parlamentari. Nel 2006 la Federfarma ha ammesso che, per aggirare questa legge, ha elargito 250mila euro l’anno a molti politici, di destra e di sinistra, in blocchi da 15mila euro. Sono stati dimenticati gli effetti allarmistici di congressi medici che hanno provocato impennate nella vendita di farmaci utili a combattere pericolose pandemie? Come il congresso internazionale che si tenne a Malta sul pericolo della “Influenza aviaria” che fece vendere milioni di dosi del vaccino prodotto alle industrie farmaceutiche che erano fra gli sponsor dell’evento. Il governo italiano aveva fra i relatori di Malta un alto dirigente del

Forse è bene ricordarlo di tanto in tanto: l’etica è una bella cosa, ma imporla alla base senza curarsi dei vertici è pura ipocrisia. Oltre che un danno economico ministero della Salute che, per far fronte al rischio, aveva deciso di acquistare un grosso quantitativo dello specifico siero. Ma le pratiche di lobbismo spregiudicato non sono la regola e chi opera nel settore dei congressi lo sa. Ai neo-puritani forse è il caso di ricordare che per organizzare un congresso sono necessari, oltre all’esperienza e alla fatica, anche grossi impegni finanziari. Stefano Ferri, nella sua sintesi storica della comunicazione medica pubblicata sul numero di Maggio-Giugno di questa rivista, ha riferito che in Italia l’industria dei congressi impegna 97.616 professionisti e 190.125 dipendenti a tempo pieno. E una ricerca dell’Università di Bologna ha calcolato un moltiplicatore di quattro volte per ogni euro investito nell’industria congressuale con ricadute nei settori dei servizi, del commercio, della gastronomia, della moda, dell’accoglienza alberghiera. Ai moralisti della diffidenza repressiva che fingono di ignorare la funzione anche promozionale del congresso medico, ricordiamo che, come diceva un famoso economista, “nessun pasto è gratis”.

ALDO LO RE giornalista aldolore@alice.it

Quando si vuole affermare un principio etico attraverso norme burocratiche si soffocano non solo la libertà degli individui, ma anche il buonsenso

MC | 05 2011 | 11


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