Meeting e Congressi - Mag Giu 2013

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013 Incentive Comment Corsi.qxp

24-05-2013

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Quando il saggio indica la Luna…

oglio riprendere il filo dell’ultimo elzeviro, perché proprio V ad aprile ho sperimentato direttamente quanto ho scritto su «Meeting e Congressi» a proposito degli eventi, i veri eventi, dei quali voglio ribadire la differenza rispetto a quelli virtuali di cui si parla molto e su cui, penso, debba essere fatta chiarezza una volta per tutte. All’inizio di aprile la mia azienda, Vorwerk Folletto, ha organizzato la tradizionale Festa Nazionale della Vendita, l’appuntamento di riferimento per i migliori della forza vendita che, quest’anno, si è tenuto a Lisbona. Un evento come sempre attesissimo, perché mobilita centinaia di persone, fra organizzatori e partecipanti, che si spostano per raggiungere una città europea diversa ogni anno. La particolarità della Festa Nazionale della Vendita 2013 è stata l’organizzazione di una sorta di flash mob – “Abbiamo un mondo da pulire”– che ha coinvolto 600 persone nello spazio intorno al Monumento delle Scoperte, sul fiume Tago. Questo evento, pensato per promuovere uno dei nostri ultimi prodotti, ha coinvolto anche i turisti della capitale ed è stato ripreso e rilanciato sui social network dai tanti passanti incuriositi dalla manifestazione. Naturalmente anche sulla nostra web tv sono andate in onda le immagini del flash mob, perché amici e colleghi rimasti in Italia potessero vedere cosa era successo a Lisbo-

na. Però consideriamo l’ordine gerarchico: prima l’evento, reale, poi la diffusione in rete. La rete è valorizzata per quello che sa e può dare; non sostituisce, ma amplifica quello che accade, come da anni siamo abituati a sperimentare con mezzi più collaudati come Tv e radio. Il web è mezzo con cui veicolare l’evento Festa Nazionale della Vendita; non è stato e non sarebbe mai potuto essere l’evento stesso. Virtualmente chiunque fosse interessato ha potuto assistere all’evento, ma l’evento era reale. Non è superfluo sottolineare questo fatto, perché in presenza di un uso massiccio, se non di un vero e proprio abuso di alcuni termini, si rischia di smarrire il senso vero delle parole stesse. Il virtuale è un “come se fossi lì”, non è il luogo dell’evento. Il virtuale è un luogo da riempire di contenuti; non è il contenuto stesso, per avere il quale serve il lavoro, l’impegno, l’ingegno, il calore, la passione e l’iniziativa che soltanto il fattore umano può dare. La tecnologia ci aiuta, non ci sostituisce. Anche quando sembra in grado di poter fare qualsiasi cosa, anche quando sembra avere rimpiazzato l’uomo, si scopre che senza la progettualità umana non avrebbe scopo, né, in ultima analisi, esisterebbe. Lo ribadisco: non sono un nemico della tecnologia, che ci offre opportunità straordinarie, molte delle quali ancora inesplorate; sono nemico della semplificazio-

…lo stolto guarda il dito. Lo stesso rischio lo corre chi assolutizza il web e anziché far conoscere gli eventi grazie alla Rete, si perde dietro al “virtuale” ne, della faciloneria con cui, sbrigativamente, si crede che tutto quello che è web-oriented sia automaticamente evento. Pensate che qualcuno, in possesso dei tools per mettere le oltre seicento persone del flash mob sui social, li avrebbe messi se queste non avessero dato vita a un evento reale? A fare notizia, ad attrarre interesse sono sempre i fatti: se seicento persone puliscono un grande spazio pubblico per festeggiare il 75° compleanno della propria azienda, ebbene questo è un evento che può diventare notizia, motivo di interesse anche per chi sta lontano. Se i soci di un club, nel chiuso delle proprie stanze, riprendessero per i social media la pulizia della sala di biliardo in cui si riuniscono, dove sarebbe l’evento? A chi potrebbe interessare la cosa? Forse, come ha recentemente scritto Claudio Magris sul “Corriere della Sera”, a chi a spese della realtà assolutizza il web, che «anziché far conoscere il mondo grazie al computer, fa conoscere il computer invece del mondo, come nella famosa storia di quel tale che, quando gli mostrano la luna, non guarda la luna ma il dito che la indica».

LUCA CORSI Responsabile Comunicazione & Eventi Vorwerk Folletto luca.corsi@folletto.it

MC | 04 2013 | 13


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