TERZA PAGINA PRODOTTI BIOLOGICI
prodotti biologici nelle pulizie professionali, si accende il confronto di Antonio Bagnati
24 settembre 2015
“L’uso dei prodotti biologici nelle pulizie professionali: terminologia e impieghi dei detergenti biologici e dei probiotici” è uno dei temi caldi del momento: l’uso dei “probiotici” in sanità spacca il fronte degli esperti fra chi raccomanda cautela e chi invece auspica un confronto più aperto. Se ne è parlato a Pulire, allo stand Afidamp, nel pomeriggio del 19 maggio. Non si può proprio negare, seguendo le parole del presidente ANMDO Gianfranco Finzi, che la polemica sull’uso dei cosiddetti “probiotici” nelle pulizie professionali, specie in sanità, sia “la star del festival” del momento: la diatriba “probiotici
sì, probiotici no”, non a caso, è stata anche al centro dell’incontro “L’uso dei prodotti probiotici nelle pulizie professionali: terminologia e impieghi dei detergenti biologici e dei probiotici”, che si è svolto il 19 maggio a Pulire (stand AfidampFed) davanti a un pubblico molto numeroso e interessato.
Il “panel”
Quattro i qualificatissimi relatori, moderati dal giornalista di settore Maurizio Pedrini: Pier Sante Testi, responsabile del dipartimento tecnico di BioFuture, azienda irlandese specializzata nella vendita di prodotti probiotici, Gaetano Privitera, ordinario di Igiene all’università di Pisa, e Fabio Tumietto, responsabile del controllo delle infezioni ospeda-
liere al S. Orsola di Bologna e vicepresidente di Simpios, Società italiana multidisciplinare per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie. Le posizioni, ormai, sono abbastanza chiare. Se ne sta discutendo in varie sedi, prima fra tutte il tavolo di lavoro per la definizione dei Cam ospedalieri, dove sono emerse due distinte posizioni che ruotano, sostanzialmente, intorno alle opinioni dell’università di Ferrara, favorevole all’uso dei “probiotici” in sanità, e dell’università di Pisa, più cauta. Del resto, un messaggio di cautela è quello che, in sostanza, è emerso dalla discussione veronese, davvero interessante e ben condotta nel rispetto dei reciproci punti di vista.
Chiariamo di cosa si parla
Pier Sante Testi, dopo aver brevemente presentato la questione dell’impiego dei microrganismi nella detergenza (in sostanza si tratta di batteri che “spiazzano” altri batteri), ed averla tecnicamente distinta dall’impiego effettivo di prodotti probiotici (secondo l’Oms, prodotti che fanno bene all’uomo se ingeriti), è entrato nel merito spiegando come nella prima fase della “detergenza biologica” si debbano utilizzare tensioattivi di origine vegetale, quindi naturali, oppure biosurfattanti, cioè tensioattivi prodotti da microrganismi in fase di fermentazione. Si tratta perciò di prodotti naturali, biodegradabili e compatibili con l’ambiente. La seconda fase, invece, viene svolta dagli enzimi: “Sostanze proteiche, catalizzatori, che svolgono la funzione di scindere le macromolecole com-