TERZA PAGINA PROFILI
30 AGOSTO 2014
Ci sono settori in cui l’innovazione non è un concetto astratto. La pulizia, senz’altro, è uno di questi: una sfida quotidiana contro un nemico, lo sporco, che più concreto non si può. Una guerra fatta di soldati - gli operatori -, sottufficiali e ufficiali - capisquadra e capicantiere -, generali - gli imprenditori -, alle cui spalle agisce un’intera filiera: fornitori, fabbricanti, progettisti. E poi ci sono i grandi condottieri, quelli che in una mossa ti risolvono la battaglia, quelli che sanno alzare l’asticella e dopo di loro niente è più come prima. L’innovazione, a queste latitudini, ha nomi e volti, perché si basa su idee messe in pratica da persone che hanno avuto la volontà, l’audacia, la passione e, perché no, anche quel pizzico di fortuna indispensabile per dare corpo e forma alle proprie intuizioni. La storia del cleaning, lo si è detto più volte, è una vicenda particolare perché fatta di pionieri capaci di spostare il limite sempre un po’ più in là. E anche laddove non siamo di fronte a svolte epocali, molti sono gli uomini capaci, con la loro determinazione e la forza delle loro idee (sogni, a volte), di regalare a questo mondo oscuro e affascinante qualcosa di nuovo. A loro è dedicata la nuova serie “Profili”, che prosegue in questo numero con la testimonianza della famiglia Ruffo.
“coi campi si campa”, tra vini e lavasciuga di Simone Finotti
In casa Ruffo si discute di tutto: dal vino alle scelte aziendali, dalle fiere al calcio. Ma alla fine si trova sempre un accordo, e le diversità diventano occasione di arricchimento. Così funziona il dialogo tra le generazioni.
Giancarlo Ruffo tra le botti della Cantina Chiccheri
“Vengo da generazioni di contadini, e fino a 17 anni ho dormito accanto a mio nonno in uno stanzone gelido, che d’inverno si riempiva di ghiaccioli sopra le finestre. Era un grand’uomo, ricordo quando guardando le colline di Soave mi consigliò di comprare campi da grande perché, diceva, coi campi se campa”
Il buon vino, che passione!
Giancarlo, Gianpaolo e Massimiliano Ruffo
“E così, col tempo, iniziai a comperare i terreni in cui ora produciamo i nostri vini, a marchio Tenuta Chiccheri: Valpolicella, Valpolicella Superiore, Amarone, Ripasso, Pinot nero, rosé, Chardonnay…”. No, non avete sbagliato rivista, non state leggendo Bibenda, anche se il vino Tenuta Chiccheri non è certo frutto di improvvisazione (un giro su www.tenutachiccheri.it vi toglierà ogni dubbio): chi parla è Giancarlo Ruffo, 74 anni, ben noto fondatore di Comac e capostipite di una delle famiglie storiche del cleaning italiano.
Ma anche le buone aziende… Il vino, da sempre, è la sua seconda passione, a profonda testimonianza di un legame stret-
tissimo con la terra, quella campagna veronese nel bel mezzo della quale, ora, sorgono due degli stabilimenti più all’avanguardia del settore: quello di Comac, tre piani di modernità che Giancarlo guida con l’acume e il dinamismo di sempre, e quello -circondato da un prato verdissimo con tanto di laghetti artificiali- di Fimap, creatura di Massimiliano Ruffo, 44 anni, che si è imposta, negli anni, come caposaldo dell’innovazione. A pochi chilometri di distanza sorge la Tmb, azienda di aspiratori del gruppo, al cui vertice siede il primogenito Giampaolo Ruffo, 49 anni, ex presidente Afidamp.
Tre attorno a un tavolo In pochissimi hanno il privilegio di incontrarli tutti e tre intorno a un tavolo, e noi siamo tra questi. Diciamolo subito: la famiglia Ruffo problemi di cambio generazionale non ne ha e non ne avrà, si vede a colpo d’occhio: è un continuo scambio di opinioni, anche acceso, ma senza che venga mai meno il rispetto reciproco e la capacità di imparare dalle differenze, vivendole come una ricchezza e mai come