Una delle corti interne dei due nidi d’infanzia che caratterizzano l’edificio.
Sulla corte verde si aprono le ampie vetrate delle aule.
Ubicazione: Firenze
Committente: Manifattura Tabacchi, Firenze
Progetto architettonico: Aut Aut
Architettura, Roma
Strutture: dedaLegno, Firenze
Direzione generale dei Lavori:
Caponi&Arrighi Architetti Associati, Pisa
Impianti: Wip Architetti, San Donato
Milanese (MI)
Consulenza ambientale: Iris Ambiente, San Casciano in Val di Pesa (FI)
Sostenibilità: Greenwich, Medolago (BG)
Progetto del verde: Studio Antonio
Perazzi, Milano
Progetto prevenzione incendi: AFC
S.r.l., Milano
Consulenza geotecnica: Studio
Geotecnico Italiano, Assago (MI)
Coordinamento sicurezza: Romeo
Safety Italia, Milano
Lavori: luglio 2023 - luglio 2024
Superficie verde: 1.375 m2
Superficie edificata: 2.300 m2
Crescere nel legno
Dalla rigenerazione dell’ex Manifattura Tabacchi di Firenze, un imponente complesso di circa 100.000 m2, e in particolare dalla riqualificazione dell’area dell’ex polveriera di via Tartini, ha preso vita un Nido d’infanzia che ha permesso a una parte della città di riappropriarsi di uno spazio abbandonato e poco sicuro per la comunità.
Il progetto, a livello urbano, ha previsto innanzitutto il posizionamento di un elemento connettivo, sito tra l’asse ciclopedonale del Mugnone e l’interno del quartiere di via Boito, costituito da un giardino pubblico che diviene luogo dello stare e dell’attraversare. In questo contesto si inserisce il Nido d’infanzia, che è pensato come un dispositivo capace di ottimizzare gli spazi e le sue funzioni interne, traendo spunto dalla considerazione di Loris Malaguzzi, padre di Reggio Children (Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine), secondo il quale lo spazio può essere definito come terzo educatore insieme ai genitori e agli insegnanti. Uno spazio educativo assume inoltre una funzione catalizzatrice per il territorio, quale luogo di cultura e innovazione, e diviene simbolo di ecosostenibilità, in quanto rispettoso della Natura. E il Nido di Manifattura Tabacchi è il risultato tangibile di tutti questi concetti.
L’edificio presenta un solo livello fuori terra e si configura secondo un impianto a doppia corte. Il volume prismatico ospita, infatti, due nidi speculari che condividono alcune aree comuni (come cucina e spazi tecnici) e un atrio flessibile convertibile in community centre a servizio del quartiere. Ogni Nido è costituito da tre sezioni, composte da aula, sala sonno e servizi igienici, nonché da tre atelier per le attività speciali.
L’adozione, inoltre, di diverse strategie bioclimatiche – ad esempio l’esposizione delle aule a sud, sud-est e sud-ovest –, la struttura delle pareti e della copertura in legno –Platform Frame e X-lam –, i materiali dall’alto livello prestazionale, le soluzioni impiantistiche e un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria interna hanno reso possibile il raggiungimento dello standard energetico nZEB. L’edificio ha ottenuto la certificazione di sostenibilità LEED Platinum.
Foto:
L’edificio, pur proteggendo i piccoli fruitori, rimane permeabile verso l’esterno grazie a una schermatura in legno che separa fisicamente l’interno dall’esterno permettendo al contempo la vista.
Sezione trasversale
Sezione longitudinale
Planimetria
Pianta
Plastico di inquadramento territoriale
Scorcio del fronte retrostante del Nido d’infanzia.
Nella pagina accanto, viste dalle aule verso i giardini interni.
_due parole con i progettisti________
Aut Aut Architettura è uno studio di architettura fondato nel 2016 da quattro giovani professionisti con l’obiettivo di creare una piattaforma aperta a molteplici collaborazioni e contaminazioni, sia all’interno sia all’esterno della disciplina. La comprensione del contesto è il presupposto fondamentale dell’approccio dello Studio, definibile come strategico e votato a una produzione culturale che mira a promuovere la crescita sociale. Il progetto architettonico, oltre a essere un dispositivo investigativo e critico in grado di condensare e metabolizzare le contraddizioni culturali, diventa uno strumento in grado di catalizzare e dare impulso a continui confronti attraverso la concezione di spazi nuovi e persino provocatori. La progettazione degli architetti è sempre basata sulla sostenibilità ambientale, nella convinzione che l’architettura debba impegnarsi per la riduzione dell’impronta ecologica. Lo Studio, con sede a Roma, è proiettato sulla scena internazionale attraverso collaborazioni, progetti, concorsi, pubblicazioni e conferenze, come quelle al Moscow Urban Forum, al London Festival of Architecture e alla Milano Arch Week. I progetti dello Studio hanno ottenuto importanti premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2020 Aut Aut Architettura ha ricevuto il prestigioso premio “Giovane talento dell’architettura italiana” promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti.
Quali sono i motivi che hanno portato a scegliere una tecnologia costruttiva in legno per questo progetto?
Abbiamo deciso di lavorare con il legno perché il nostro progetto è in primis un progetto di riqualificazione urbana che fa parte del più grande intervento di recupero e rifunzionalizzazione della ex Manifattura Tabacchi di Firenze. Dove ora sorge il Nido d’infanzia, prima c’era una fatiscente polveriera militare dell’inizio del ‘900, percepita molto negativamente dai cittadini.
Con il nostro progetto abbiamo voluto dare un segnale forte di rinnovamento a partire da materiali costruttivi innovativi e sostenibili e, fin dai primi incontri con la committenza, ci siamo trovati per realizzare un edificio con struttura in legno e materiali sostenibili.
Secondo voi, che ruolo ha il legno nell’architettura contemporanea e quale la sua possibile evoluzione in futuro?
Per noi il ruolo del legno nell’architettura contemporanea e futura è quello di diventare un manifesto di sostenibilità per veicolare un’idea di architettura naturale e rispettosa dell’ambiente. Il legno è diventato per noi in questi anni uno degli ingredienti principali delle nostre architetture.
Per costruire il Nido d’infanzia di Manifattura Tabacchi sono serviti 430 m3 di legname, un quantitativo che nelle foreste del Trentino ricresce in sole 7 ore. Questo dato è indice della sostenibilità di questa soluzione piuttosto che di opzioni più tradizionali.
Il valore aggiunto è quello dell’esperienza fisica e percettiva che si può avere all’interno di un edificio in legno. Adesso stiamo seguendo la costruzione di un polo d’infanzia in Sardegna e del Museo dei Bambini di Bologna con strutture in legno lasciate a vista per sensibilizzare le generazioni future all’uso di questo materiale.
Ancoraggio della parete con piastra per forze di trazione.
Piastra con 11 chiodi ad aderenza migliorata; collegamento al c.a. con barra filettata con contropiastra.
Ancoraggio della parete con hold-down per forze di trazione.
Piastra con rondella e 15 chiodi ad aderenza migliorata; collegamento al c.a. con barra filettata inserita in foro, iniettato con ancorante chimico.
Il nido è stato realizzato con una struttura prefabbricata in legno che vede l’impiego del sistema Platform Frame, installato su un vano interrato realizzato in c.a. Le strutture verticali dell’interrato sono formate prevalentemente da setti in c.a. e sono poste in corrispondenza delle pareti in legno del piano superiore. Il solaio del piano terra presenta travi in spessore di 320 mm e solaio prefabbricato in lastre predalles da 320 mm. Le strutture fuori terra sono state realizzate con pareti a telaio con elementi di legno KVH di sezione 80x140 mm e 240x140 mm, controventati da pannelli di OSB, e con pilastri in legno lamellare di sezione 160x230 mm. Le pareti posano su cordoli in c.a., collegati ai setti in c.a. e alle travi del solaio del piano terra mediante l’interposizione di una guaina bituminosa. La connessione avviene con piastre di presidio al sollevamento e allo scorrimento, collegate con chiodi a rilievi tronco-conici e barre filettate con ancorante chimico o contropiastra lateralmente al cordolo. La copertura è realizzata con un’orditura di travi rompitratta in acciaio e legno lamellare e pannelli di copertura in X-lam a 5 strati di spessore 120 mm per la gran parte della superficie e di pannelli in X-lam a 5 strati di spessore 180 mm nella zona centrale di ingresso, dove è presente una parte in aggetto di circa 3 m.
Dalle rovine dell’edificio esistente, completamente abbandonato e in pessime condizioni, alla nascita del nuovo nido in legno attraverso alcune immagini delle fasi di realizzazione.
Sede Italgas
Monselice
Il volume superiore del blocco uffici con la finitura a intonaco grigio chiaro e il rivestimento in tubi di alluminio.
Vista da sud degli uffici verso il centro storico di Monselice con la terrazza al primo piano.
Committente: Italgas Reti S.p.A.
Progetto architettonico: arch. Antonella
Mantica – Progetto CMR, Milano
General Contractor: Petas Srl, Colognola ai Colli (VR)
Nelle adiacenze del centro storico di Monselice lo studio Progetto CMR ha firmato il concept, tutte le fasi della progettazione e la direzione lavori della nuova sede di Italgas in Veneto. Il progetto ha previsto la riqualificazione dell’intero lotto, la demolizione dei manufatti esistenti (uffici e spogliatoi/deposito) e la costruzione di due nuovi manufatti (uffici e magazzino) che differiscono dai primi per sagoma, volume e posizione. La proposta progettuale è stata infatti basata sulla ridefinizione secondo un’impronta contemporanea, sostenibile e funzionale degli spazi aziendali, composti da una parte destinata a uffici e da un magazzino. Il nuovo edificio ospita uffici, archivi e spogliatoi, integrando quindi tutte le funzioni operative dell’azienda in un unico corpo di fabbrica e ottimizzando in tal modo i flussi di lavoro e l’efficienza gestionale.
Il blocco uffici è concepito come una sovrapposizione di due volumi rettangolari che si incrociano, una disposizione che può essere intesa come una rotazione a 90° del volume superiore e che conferisce un aspetto iconico all’edificio, generando al contempo due spazi accessori estremamente importanti: una grande terrazza al primo piano e un aggetto di 16 metri, con appoggio puntuale su una struttura a V in calcestruzzo armato, a protezione dell’ingresso principale.
Il linguaggio architettonico pulito ed essenziale è valorizzato dalla presenza di elementi cilindrici verticali di rivestimento che ne incrementano il valore chiaroscurale. Per conferire un aspetto unitario e contemporaneo all’intero complesso, i muri perimetrali sono stati sviluppati ben oltre il piano della copertura a creare delle quinte schermanti che occultano impianti e volumi tecnici.
La nuova sede è progettata con attenzione alla sostenibilità: la struttura, i solai e le pareti esterne sono realizzati con una struttura che unisce legno ed elementi in acciaio. Questo accorgimento non solo rende l’edificio più leggero ed elastico, ma ha anche permesso di ridurre i tempi di costruzione e l’impatto ambientale.
L’edificio è certificato in Classe A1, grazie anche all’efficienza termica dell’involucro, all’impianto fotovoltaico e ai sistemi avanzati per il controllo energetico.
Il lungo sporto del volume superiore chiuso a ovest da un’ampia vetrata e sorretto da un unico elemento a V.
Due viste all’imbrunire degli uffici, contraddistinti dalle ampie aperture vetrate a tutta altezza.
_la struttura________
Posta su una fondazione a platea in c.a., la struttura fuori terra dell’edificio è realizzata con una soluzione costruttiva ibrida in legno e acciaio con nuclei di irrigidimento in c.a. Le pareti sono in Platform Frame, formate da un telaio in legno tipo C24 e da pannelli di chiusura in OSB. I carichi verticali che sollecitano la struttura sono assorbiti dagli elementi lineari che costituiscono l’anima dell’elemento a lastra composto, mentre i singoli strati di OSB hanno la funzione di irrigidimento e controventamento. Le sollecitazioni sono distribuite su tutti gli elementi piani con una porzione di carico ridotta. Al secondo piano lo schema strutturale dell’edificio si compone di tre travi reticolari in acciaio disposte nelle pareti perimetrali a sostegno della parte a sbalzo del piano primo. Le travi reticolari limitano le deformazioni della struttura e trasmettono le sollecitazioni ai due pilastri a “V” in c.a. del piano terra e al retrostante vano scala che, assieme al vano ascensore in c.a., hanno il compito di resistere alle azioni orizzontali e quindi di controventare la struttura.
I solai dell’edificio sono del tipo a elementi, composti da travi in legno massiccio (C24) e pannello in OSB/3.
L’interasse e le dimensioni degli elementi strutturali che compongo il solaio sono stati calcolati considerando le diverse situazioni progettuali (carichi agenti, numero e lunghezza delle campate). Gli elementi che compongo la copertura piana, per quanto riguarda la parte strutturale, sono realizzati alla stessa maniera di quelli dei solai.
Piano terra
Piano primo
Prospetto ovest Prospetto sud
Prospetto est
Prospetto nord
Sezione AA
Sezione BB
Foto:
_due parole con i progettisti________
Progetto CMR, fondata nel 1994 e parte del Gruppo Progetto CMR International, è tra le principali società italiane specializzate nella progettazione integrata – architettura, ingegneria e design. Grazie a un team multidisciplinare di oltre 200 professionisti di 20 nazionalità – architetti, ingegneri, esperti di pianificazione degli spazi, project manager, designer, esperti di sostenibilità e tecnici – la società, con sede a Milano e uffici in diverse città nel Mondo, a partire da un’attenta analisi delle esigenze della committenza, segue il progetto in tutte le sue fasi, dal concept fino alla realizzazione, e fornisce consulenze che spaziano dall’architettura alla pianificazione urbana, dal design di prodotto al disegno degli interni. Progetto CMR, che nel 2024 ha ricevuto il Compasso D’Oro ADI per CELLIA® la facciata interattiva brevettata, è partner di EAN – European Architect Network. I Partners dello studio sono l’arch. Massimo Roj, co-fondatore e CEO di Progetto CMR, protagonista del dibattito su architettura e sostenibilità a livello internazionale, l’ing. Marco Ferrario, presidente di Progetto CMR, specializzato nella realizzazione di edificazioni complesse altamente efficienti e nell’uso di tecnologie costruttive innovative e industrializzate, e l’arch. Antonella Mantica, co-fondatrice di Progetto CMR, il cui lavoro spazia dalla progettazione di edilizia industriale a quella residenziale, fino alla specializzazione nell’attività di space planning.
Qualche dettaglio sulle finiture scelte per i due blocchi della palazzina uffici...
La giustapposizione di due volumi, corrispondenti rispettivamente al piano terra e al piano primo, sono caratterizzati da due diversi tipi di trattamento superficiale; l’idea è quella di accentuare il distacco tra i due corpi facendoli percepire come due unità distinte. Pertanto, il blocco del piano terra con l’ingresso a ovest è trattato su tutti i lati con una finitura a intonaco e le bucature di queste pareti hanno tutte la stessa dimensione e sono disposte con ritmo per relazionarsi con le aperture del piano superiore. I serramenti sono in alluminio. Il volume superiore, invece, è leggermente più articolato, e prevede per i lati lunghi, una rasatura a intonaco del cappotto termico, sulla quale è stato poi applicato un rivestimento, costituito da elementi cilindrici in profili estrusi di alluminio a sviluppo verticale, di diametro variabile, disposti a interassi costanti e forniti di ancoraggi pre-saldati in officina. Questi elementi, scelti per avere un rapporto peso-resistenza ottimale e non sovraccaricare le strutture, sono stati finiti superficialmente con un processo di anodizzazione che per trama superficiale e colorazione ricordano il rame. L’ombra proiettata sull’intonaco retrostante dai tubi genera un effetto plastico e tridimensionale. Il rivestimento è interrotto dalle imbotti aggettanti delle finestre, che emergono rispetto al filo della muratura e, in misura minima, anche rispetto al filo dei tubolari stessi. Il lato corto del blocco superiore a ovest vede pensiline aggettanti che ottimizzano il flusso di luce naturale verso le aree di lavoro. Tali cornici, strombate verso l’interno, racchiudono le vetrate continue dei lati corti e sono realizzate con pannelli in cemento rinforzato, rasati e tinteggiati con pittura grigio chiaro.
In queste pagine, gli interni caratterizzati dalla presenza del legno sia nelle finiture sia negli arredi.
Copertura (A) dall’estradosso
- lastre in grès porcellanato per esterni (sp. 60 mm, 600x600 mm)
- piedino regolabile con altezza variabile (da 95 mm fino a 12 mm)
- doppia guaina (3+4 mm)
- pannelli in XPS pendenziato (pendenza 1%)
- pannello OSB (18 mm)
- travi strutturali in legno (280 mm) con doppio strato di isolante interposto (140+140 mm)
- barriera al vapore
- rasatura e listello in legno
1 risvolto guaina su bocchettone
2 pluviale in PVC per scolo acque piovane
Dettaglio serramento con imbotte
Parete esterna (B) dall’esterno
- tubolari in alluminio con ossidazione effetto rame fissati alla struttura lignea
- isolamento a cappotto in EPS (80 mm)
- pannello OSB (15 mm)
- struttura portante in legno (280 mm)
- barriera al vapore
- pannello OSB (15 mm)
- lamina d’aria (10 mm)
- sotto struttura interna (75 mm) con lana minerale interposta (50 mm)
- pannello di cartongesso (12,5 mm)
Solaio interpiano (C) dall’estradosso
- pavimento autoposante in PVC
- pavimento sopraelevato in pannelli in solfato di calcio
- piedino regolabile
- massetto in cls (60 mm)
- pannelli in legno OSB (15 mm)
- travi portanti in legno (280 mm)
- barriera al vapore
- listelli di legno
1 collegamento telescopico
2 profilo in acciaio a L per aggancio imbotti sulla parete in legno
3 imbotte in pannello metallico sandwich (40 mm)
4 serramento in alluminio
Dettaglio copertura terrazzo piano primo
Fasi di realizzazione della struttura. La posa degli elementi intelaiati in legno prefabbricati è supportata dagli elementi metallici che rinforzano la struttura. L’involucro è stato poi isolato all’esterno con sistema a cappotto e completato con impianti e finiture interne ed esterne.
Nuovo Maso Andalo
Aree verdi private e camminamenti in porfido separano ma allo stesso tempo connettono i tre volumi abitativi.
L’ampia terrazza all’ultimo piano dell’edificio C, rivolta a sud.
Progettazione architettonica: arch. Fabrizio Bosetti e arch. Laura Gusmerotti – BosettiArch, San Lorenzo in Banale (TN)
Costruttore: ALPENOS di STP, Segno –Predaia (TN)
Data realizzazione: 2024
Superficie lotto: circa 2.500 m2
Superficie coperta: 600 m2
E GALLERIA
Un micro-villaggio interconnesso
In un’ampia area del centro di Andalo, dove in origine sorgeva un edificio di sei piani circondato da prati, la presenza di uno spazio verde così esteso e insolito nel fitto tessuto urbano del paese ha offerto l’occasione per riflessioni architettoniche più articolate e per un progetto dal carattere inedito. Intuendo le potenzialità del luogo, la committenza, infatti, non si è limitata a richiedere la realizzazione di una ventina di appartamenti, ma ha espresso il desiderio di dar vita a un frammento di paesaggio, uno spazio capace di arricchire il territorio senza comprometterne l’identità e la bellezza. La volumetria originaria, prima concentrata in un unico edificio imponente, è stata pertanto ridistribuita in tre corpi di fabbrica, collegati tra loro da un’autorimessa interrata.
I nuovi fabbricati si organizzano come un micro-villaggio fortemente interconnesso, collocato in un’area isolata ma centrale e ispirato dal modello del masi storici, nuclei urbani formati da insiemi di edifici con funzioni e volumetrie differenti e per i quali è noto il centro abitato di Andalo. I volumi del cosiddetto “Nuovo Maso” sono disposti in modo sfalsato sia in pianta sia in altezza, così da seguire l’andamento naturale del terreno e garantire la migliore esposizione possibile. Differenti per numero di piani e tipologie abitative, i tre edifici ospitano appartamenti di varie dimensioni, pensati per essere facilmente accorpati o suddivisi in base alle diverse esigenze. Ampie balconate corrono lungo tutti gli affacci, regalando viste aperte in ogni direzione. Questi spazi esterni diventano vere e proprie stanze all’aperto, ampliate e protette dal rivestimento ligneo che caratterizza le facciate. Il legno, che costituisce il cuore strutturale del complesso abitativo, rappresenta l’elemento centrale della composizione architettonica, richiamando in chiave contemporanea la tradizione dei masi storici. Le facciate sono rivestite con tavole di larice naturale termo-trattato, mentre gli elementi verticali esterni, i sottobalconi e i sottogronda sono tinteggiati in marrone scuro. Questa scelta non è soltanto estetica, ma risponde anche a criteri di durabilità: le superfici scure mantengono un aspetto più uniforme nel tempo, mentre il legno naturale delle facciate è protetto dalle intemperie grazie all’aggetto delle ampie balconate.
INFO
Vista da ovest del Nuovo Maso: a sinistra il corpo B, a destra il corpo A.
La struttura lignea dei tre volumi fuori terra è composta da pannelli in X-lam (pareti: spessore 100 e 120 mm; solai: spessore 160 mm). Negli orizzontamenti i pannelli in legno collaborano con travi in acciaio, una scelta che permette di coprire luci maggiori e garantisce solidità e leggerezza. La copertura è realizzata con una struttura tradizionale a travi in legno lamellare e perline in abete, con gronda esile tamponata all’intradosso con pannelli multistrato in legno di larice. Ciò permette di mascherare il canale di gronda, che così risulta integrato perfettamente nel tetto, scomparendo alla vista.
Le stratigrafie dei tre edifici sono state progettate per ottenere la classe energetica A+ mediante l’uso di materiali ad alte prestazioni che ottimizzano la resa energetica, riducendo al minimo i consumi e aumentando il comfort abitativo.
Gli edifici mostrano in facciata elementi verticali in legno, che fungono da frangisole e che si integrano perfettamente con i parapetti metallici continui dei balconi, creando armonia visiva e conferendo un aspetto moderno e funzionale al complesso. Particolare attenzione è stata dedicata ai fissaggi degli elementi accessori: i parapetti metallici, infatti, sono realizzati a moduli e sono agganciati alla struttura dei balconi attraverso un sistema di ancoraggio studiato nei minimi dettagli. Questa soluzione consente non solo di evitare qualsiasi interferenza con le staffe di fissaggio dei frangisole di facciata in legno, ma di mantenere altresì una continuità visiva e costruttiva tra i diversi componenti dell’involucro. Il nodo tra balcone, parapetto e frangisole è stato sviluppato per garantire una protezione efficace contro infiltrazioni e degradi, salvaguardando nel tempo le prestazioni dell’intero sistema. Ne risulta una soluzione costruttiva avanzata che assicura qualità esecutiva e durabilità, in linea con i più moderni criteri di progettazione architettonica sostenibile.
Vista zenitale del complesso Nuovo Maso: i tre fabbricati sono disposti in modo fluido e armonioso, ognuno autonomo ma, al contempo, connesso agli altri da uno spazio verde comune che garantisce la privacy.
Dal 2006 STP opera nel settore della progettazione e costruzione in CLT. Partner fondatore ARCA e partner certificato CasaClima, l’azienda propone una visione del processo costruttivo che combina la sartorialità dell’approccio di progetto alla performance di soluzioni ottimizzate grazie a un’esperienza quasi ventennale, nel perseguimento di un fondamentale obiettivo: costruzioni salubri (dal residenziale all’alberghiero al commerciale), a elevata durabilità ed efficienza energetica. Al progettista architettonico è offerto un dialogo con un ufficio tecnico composto da 10 ingegneri e 5 geometri di cantiere. La certificazione ESNA SOA qualifica l’azienda per la partecipazione ad appalti pubblici.
ALPENOS è il marchio con il quale STP firma le sue realizzazioni e che combina la vocazione fortemente ingegneristica dell’azienda con i valori di una sostenibilità di prodotto e di processo.
Quali strategie organizzative e strumenti progettuali sono stati adottati per garantire standard qualitativi elevati rispettando al contempo tempi di consegna ridotti?
La chiave è stata la pianificazione integrata. Non ci siamo affidati a una progettazione tradizionale, ma abbiamo adottato un approccio che parte da uno studio preliminare approfondito e dall’uso della modellazione tridimensionale. Questo ci ha permesso di analizzare ogni singolo dettaglio prima di arrivare in cantiere, prevenendo interferenze e riducendo al minimo le criticità esecutive. In questo modo, inoltre, siamo riusciti a coordinare al meglio le diverse maestranze, ottimizzare i processi e rispettare tempi di consegna molto serrati senza rinunciare alla qualità.
Quali vantaggi concreti ha portato questo metodo integrato durante la fase di costruzione?
Innanzitutto, ci ha consentito di avere un controllo totale sull’intero processo. Ogni elemento è stato progettato nel suo rapporto con gli altri, con particolare attenzione ai punti più delicati come impermeabilizzazioni e sistemi di protezione.
Questo livello di precisione ci ha permesso di ridurre i margini di errore in cantiere, velocizzare le lavorazioni e garantire un risultato affidabile nel tempo. In pratica, abbiamo consegnato il complesso residenziale in soli otto mesi, mantenendo standard qualitativi elevati e offrendo al cliente finale una struttura che unisce tecnologia avanzata, rispetto dell’ambiente e comfort abitativo.
Lo Studio di architettura BosettiArch si occupa prevalentemente dello sviluppo progettuale di edifici in ambito pubblico e privato, partendo dallo studio di fattibilità fino alla direzione lavori, passando per la progettazione su misura d’interni, l’approvazione degli enti competenti in materia paesaggistica e di sicurezza, la compilazione delle pratiche necessarie e delle stime economiche. Anni di esperienza nel settore si fondono con la volontà e l’impegno costante nell’aggiornamento e nell’innovazione tecnologica, sia per quanto riguarda le tecniche costruttive sia per quanto riguarda il processo ideativo. Questo si rispecchia nella varietà delle figure professionali del team, che coprono tutti gli aspetti fondamentali per una progettazione a tutto tondo, in ogni fase di design e costruzione, con un’attenzione speciale all’ecosostenibilità, ai canoni della bioedilizia e alla collaborazione con le aziende del territorio.
Il progetto nasce dall’incontro tra esigenze abitative contemporanee e una forte attenzione alla sostenibilità. In che modo questi due aspetti si sono fusi nelle scelte costruttive e quali soluzioni innovative ne sono derivate?
Fin dall’inizio, sia noi progettisti sia la committenza abbiamo condiviso la volontà di realizzare un edificio che garantisse il massimo benessere abitativo, con particolare attenzione all’ecocompatibilità e all’efficienza energetica. Per questo motivo, la parte interrata è stata realizzata in calcestruzzo armato, creando una solida piastra di base che accoglie i tre corpi di fabbrica, i giardini e i percorsi comuni.
Sopra questa struttura, invece, tutti gli edifici sono stati costruiti interamente in legno, con solai e pareti in X-lam e coperture a travi: una scelta che unisce sostenibilità, leggerezza e comfort abitativo.
In che modo il progetto affronta il tema del comfort e della qualità degli spazi per i futuri residenti? Abbiamo lavorato su più livelli. Da un lato, è stata posta particolare attenzione all’isolamento acustico, soprattutto nelle zone dei collegamenti verticali e nelle pareti divisorie tra gli appartamenti, per garantire tranquillità e riservatezza. Dall’altro, la disposizione dei rivestimenti, dei balconi e dei serramenti è stata studiata per offrire viste privilegiate sul paesaggio, senza rinunciare alla privacy. Inoltre, gli spazi all’aperto sono stati progettati come aree protette dalle intemperie, in modo che possano essere vissuti tutto l’anno. Infine, l’illuminazione esterna è stata concepita per valorizzare le facciate e i giardini, creando atmosfere suggestive grazie a giochi di luci e ombre che mettono in risalto i materiali e la composizione architettonica.
In alcuni appartamenti la progettazione degli interni è stata affidata a Tatiana Bottamedi, interior designer di TM Studio Design, che ha interpretato gli spazi con un approccio elegante e funzionale. Le superfici materiche, come il legno naturale che riveste le pareti e dialoga con le travi a vista, sono accostate a linee pulite e moderne: cucine compatte in tonalità scure, tagli di luce integrati e arredi su misura che esaltano il rapporto tra tradizione e contemporaneità.
Copertura (A) dall’esterno
- lamiera aggraffata
- guaina tridimensionale anti rumore
- guaina impermeabile
- tavolato grezzo in abete
- strato di ventilazione
- guaina traspirante impermeabile
- strato isolante in lana di roccia
- guaina freno vapore
- perlinato in abete
- travetto portante in legno d’abete
Solaio terrazzo (B) dall’estradosso
- pavimento galleggiante in grès
- manto impermeabile in PVC
- pannello OSB
- sotto struttura in legno in pendenza
- struttura portante in legno lamellare
- intecapedine impianti
- rivestimento in legno di larice
1 parapetto
2 staffa di fissaggio
3 frangisole
I balconi esterni sono realizzati interamente a moduli prefabbricati, caratterizzati da una struttura portante in travetti di legno accuratamente progettata per coniugare robustezza, leggerezza ed estetica. L’intero sistema è stato assemblato in stabilimento, in condizioni controllate, così da garantire elevati standard qualitativi e, al tempo stesso, ottimizzare al massimo le fasi operative in cantiere, riducendo tempi e costi di montaggio
Gli spazi esterni al piano terra, come camminamenti e terrazze, sono pavimentati in blocchi di porfido, un materiale che assicura resistenza e praticità anche in caso di abbondanti nevicate o gelate. Lo stesso effetto rustico della pietra locale si ritrova nei balconi e negli interni, dove le superfici sono arricchite da lastre in grès di grande formato.
Fasi della realizzazione dei tre edifici di Nuovo Maso. Dalla posa dei pannelli in X-lam di pareti e coperture fino alle finiture finali. I tre corpi di fabbricati sono stati realizzati uno di seguito all’altro così da ottimizzare i tempi e le lavorazioni di cantiere.
Barbara D’Agaro Corte del Vento Schio
Vista da sud-ovest dei due edifici con le serre; il vano scala e i parapetti sono rivestiti in tavole di legno bruciato.
Il fronte est.
Ubicazione: S. Rocco di Tretto – Schio (VI)
Progetto architettonico: arch. Barbara D’Agaro, Mogliano Veneto (TV)
Strutture: ing. Carlo Micheletti –Opera Mista srl, Brescia
Direttore dei lavori: arch. Barbara D’Agaro
Consulente acustica: arch. Maria Elena
Bovo - Progetto Decibel srl, Padova
Progetto meccanico: ing. Marco
Filippi – Energy Plus Project, Treviso
Committente: Corte del vento società cooperativa
Lavori: luglio 2020 – ottobre 2021
Superficie utile: 495 m2
Legno e paglia per una comunità sostenibile
Realizzata a Schio all’interno del piano urbanistico San Rocco Community, Corte del Vento, primo stralcio di una serie di costruzioni residenziali, è costituita da due edifici sviluppati su tre livelli con sette alloggi complessivi, sei dei quali con le caratteristiche dell’edilizia convenzionata con costi di costruzione calmierati.
Elemento principe dell’intervento è il legno che diventa linguaggio materiale con cui il progetto parla di sé e alla montagna, presenza caratterizzante del sito. Il materiale che costituisce l’ossatura dei due fabbricati è stato scelto per coerenza nella realizzazione di una “comunità intenzionale ed ecologica”, manifesto dei valori fondanti della comunità: rispetto per l’ambiente, modello di vita sano a contatto con la natura e materiale sostenibile per una comunità sostenibile.
La struttura portante si innalza su fondazioni in gabbioni di acciaio zincato riempiti con pietre e rocce a spacco di provenienza locale; contro terra è stato posato uno strato isolante di ghiaia di vetro cellulare a creare un vespaio drenante, isolante, portante e anti Radon. A sottolineare ancor di più la sostenibilità di Corte del Vento è la scelta del materiale coibente, la paglia, la quale offre buone prestazioni come isolante termico sia in clima estivo sia in quello invernale, è facilmente reperibile, non è tossica e ha un bassissimo impatto ambientale in quanto materiale recuperato dallo scarto della produzione agricola.
Il vano scale tra i due edifici funge da spazio comune, garantendo un accesso protetto agli alloggi ai piani e, seppur non riscaldato, riparo dal clima montano. Anch’esso è completamente in legno: dalla struttura alla scala e al vano tecnico dell’ascensore. È finito con un rivestimento formato da un doppio tavolato verticale in legno di larice caratterizzato da diversi gradi di bruciatura, soluzione che ne assimila la superficie a quella dei fienili montani e gli conferisce un carattere insieme familiare e peculiare. Questo stesso rivestimento si ritrova anche nei parapetti delle terrazze e sotto le finestre della facciata nord.
Le facciate sono completate esternamente dall’intonaco in calce naturale dalle tinte chiare.
Le soluzioni adottate per gli edifici li caratterizzano come nZEB, certificati in Classe A4.
L’affaccio verso nord dei due fabbricati.
Inquadramento planimetrico
_trasmittanza media elementi costruttivi________
pareti esterne: U = 0,149 W/m2K
solaio contro terra: U = 0,219 W/m2K
copertura: U = 0,17 W/m2K
superfici trasparenti: Uw = 0,8 W/m2K
_prestazione energetica________
fabbisogno energia per riscaldamento: 7.863 kWh
Piante alloggi – Edificio A
Piante alloggi – Edificio B
Prospetto sud
Prospetto nord
Due immagini del vano scale dall’esterno e dall’interno.
_L’acustica dei due edifici________
Al termine dei lavori è stata effettuata una verifica delle prestazioni acustiche delle pareti esterne in legno e paglia. Il decreto sui requisiti acustici passivi D.P.C.M. 5.12.1997, infatti, definisce le prestazioni minime per gli edifici adibiti a residenza con riferimento all’isolamento acustico di facciata. Questo parametro deve essere garantito in opera da elementi edilizi opachi ed elementi finestrati, il cui potere fonoisolante (Rw) è dimensionato in funzione della geometria del progetto (dimensione dei locali, dimensioni e tipologia delle superfici apribili). La partizione esterna di facciata prevista in progetto è costituita, dall’esterno verso l’interno, da intonaco di calce (30 mm), parete in paglia (440 mm), intonaco di calce (30 mm). Nel calcolo previsionale per la parete di facciata si è considerato un indice di valutazione del potere fonoisolante Rw pari a 46 dB derivato da una prova di laboratorio effettuata su una parete simile di minore spessore composta da 20 mm di intonaco, 300 mm di paglia e 10 mm di intonaco. La prestazione acustica dei serramenti è stata dimensionata mediante calcoli previsionali, secondo la norma UNI EN ISO 12354-3, in funzione dei volumi dei singoli ambienti e delle superfici vetrate e non. I sistemi vetrati di progetto hanno un potere fonoisolante che va da Rw = 40 dB a Rw = 46 dB nei casi più penalizzanti. Lo studio previsionale è stato eseguito su tre camere tipo.
Le prestazioni acustiche dell’involucro sono state testate in opera a fine cantiere, con collaudo secondo le norme UNI EN ISO 16283-3, nelle stesse camere oggetto di analisi previsionale. I risultati del collaudo acustico delle tre camere hanno riportato valori di 46 dB, 40 dB e 45 dB. Il collaudo ha messo dunque in evidenza che è possibile garantire in opera elevate prestazioni acustiche dell’involucro con un’attenta progettazione acustica che individui sistemi e materiali adeguati, definisca prestazioni minime degli elementi in gioco ed eviti ponti acustici.
Foto:
Foto:
_due parole con il progettista________
Barbara D’Agaro, laureata in architettura allo IUAV di Venezia nel 2000, sostiene una pratica dell’architettura come ricerca di soluzioni appropriate e a basso impatto ambientale per spazi sani e armoniosi in cui vivere bene. Dopo un’esperienza a Lisbona presso lo studio dell’architetto B.P. Miranda e diverse collaborazioni in Italia, ha intrapreso la sua attività professionale nel campo del recupero e delle costruzioni sostenibili. La conoscenza di tecniche e materiali naturali, quali legno, paglia, terra, calce, viene dallo studio e dalla partecipazione a corsi, seminari e cantieri scuola con ANAB, INBAR e Base Habitat Summer School. Ogni progetto è la ricerca di equilibrio tra bisogni, risorse, vincoli e desideri, è frutto del confronto tra le richieste dei clienti, il budget, il contesto e cresce attraverso lo scambio con la committenza, la squadra di progettazione, le imprese. La progettazione ha un peso determinante per l’impronta ambientale e per questo motivo l’architetta lavora con materiali naturali e tecnologie a bassa energia incorporata. Nei suoi progetti è necessario trovare soluzioni sostenibili e appropriate. Barbara D’Agaro sostiene l’autocostruzione assistita, perché la casa deve essere sana naturale e a portata di tutti.
Quali sono le potenzialità del legno nell’architettura contemporanea?
Per me il legno è stato la porta per coniugare la progettazione e la realizzazione di architetture che rispettino la natura. Il legno, inteso sempre come proveniente da foreste gestite sostenibilmente, è il materiale naturale strutturale più versatile e realmente sostenibile, perché nella sua crescita assorbe CO2, fissa carbonio e libera ossigeno. Il bilancio rispetto al riscaldamento globale è pari a zero e questo ne fa il materiale dell’edilizia naturale.
Vista la sua esperienza in altri progetti, quali sono le difficoltà e i vantaggi di realizzare un edificio in legno in autocostruzione?
Il legno, nei tagli più piccoli e facilmente manovrabili senza l’uso di mezzi meccanici, è adatto all’autocostruzione perché semplice da usare e assemblare. Ci sono diverse tecniche costruttive semplici per realizzare edifici intelaiati. Le difficoltà per l’autocostruttore sono quelle di chi si assume responsabilità e carichi altrimenti dati alle imprese, con profusione di tempo e impegno, mentre i vantaggi sono quelli di realizzare con le proprie mani gli spazi voluti, insieme ad altri, in un processo comunitario che diventa parte essenziale della realizzazione.
Vista da nord di uno dei due edifici.
I colori naturali dell’intonaco in calce richiamano le tinte della terra mentre l’infisso scuro facilita la lettura della trasparenza. Il rivestimento sotto le finestre è in tavole di larice bruciato, la stessa finitura dei parapetti delle terrazze e delle pareti del vano scala e ascensore.
Parete (A) dall’esterno
- finitura e intonaco di calce (30 mm)
- parete prefabbricata in legno e paglia (440 mm)
- intonaco di calce (30 mm)
Solaio copertura primo piano (B) dall’intradosso
- gesso fibra (25 mm)
- morali distanziatori e isolante
- assito grezzo (25 mm)
- freno al vapore
- travi+sughero in grani (200 mm)
- assito a 45°
- telo traspirante e impermeabile
- listonatura in abete per ventilazione 6x4 posato con punto chiodo
- tavolato
- stuoia a filamenti (8 mm)
- lamiera in alluminio verniciato
Parete esterna serra solare (C) dall’interno
- intonaco interno in calce
- lastra di fibrogesso
- membrana traspirante
- assito in legno grezzo (20 mm)
- parete strutturale Platform Frame
- pannello isolante in canapa (100 mm) + pannello isolante in canapa (35 mm)
- lastra in gessofibra (15 mm )
Solaio interpiano (D) dall’estradosso
- pavimento in legno di rovere (20 mm)
- massetto per sottofondo (60 mm)
- materassino acustico (10 mm)
- massetto alleggerito (18 mm)
- sabbia (50 mm)
- telo in PVC
- assito in tavole grezzo (25 mm) a 45° + assito in tavole grezzo (22 mm)
- travetti
1 lamiera in alluminio verniciato sigillata la per tenuta all’acqua contro parete e forata per la ventilazione
della serra solare
2 lamiera forata para-passeri
3 canale di gronda in alluminio verniciato
4 tenda filtrante esterna motorizzata
La bruciatura delle tavole del rivestimento in larice; il rivestimento in legno del vano scala dal basso; l’intonaco interno di calce.
Le fondazioni a gabbioni e la posa di una delle pareti prefabbricate.
La struttura in legno del piano terra e delle pareti in legno interne.
Le pareti in legno, paglia e cannucciato e la struttura di una delle pareti divisorie.
L’interno del sottotetto e la copertura dall’esterno.
La costruzione delle tramezze interne e il collaudo acustico in opera.
Ansitz Gamp Chalets
Stefan Gamper
Chiusa (BZ)
Ubicazione: Chiusa (BZ)
Progetto architettonico: Dr. Arch.
M. Eng. Stefan Gamper, Chiusa (BZ)
Strutture e impianti: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ)
Finiture interne: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ)
Lavori: 2025
Superficie utile: 298 m2
INFO E GALLERIA
Tra città, pendio e orizzonte
In posizione panoramica e dominante ai margini di Chiusa, con vista aperta sul maestoso Monte Sabiona e il suo antico monastero, l’esistente complesso dell’Ansitz Gamp Camping Hotel è stato ampliato con un progetto architettonico sensibile e accurato con l’obiettivo di soddisfare le crescenti esigenze qualitative degli ospiti. I committenti, la famiglia Schöpfer, hanno sviluppato a tal fine un nuovo concetto turistico che interpreta il luogo come una “seconda casa”: uno spazio di familiarità, protezione, libertà e rigenerazione.
Il nuovo insieme architettonico è costituito da sei chalet compatti a due piani e rialzati su pilastri, inseriti nella ripida topografia di un versante boschivo orientato a nord-ovest. La disposizione sfalsata degli edifici lungo l’andamento naturale del terreno e l’accesso posteriore tramite un sentiero garantiscono la massima privacy e tranquillità.
Gli chalet seguono la tipologia classica con tetto a due falde e sono costruiti con un sistema prefabbricato in legno. Ampie aperture vetrate e logge incorniciano il paesaggio, regalando prospettive privilegiate sul Monastero di Sabiona e sul paesaggio che lo circonda. Per la costruzione sono stati scelti materiali locali e durevoli: legno di larice spazzolato e scolorito dal sole, pietra naturale e metallo scuro verniciato conferiscono agli edifici un’eleganza sobria. La struttura lignea si estende senza soluzione di continuità dalla facciata al tetto, conferendo ai corpi edilizi un aspetto armonioso. Le finestre con telaio in legno e le sottili ringhiere metalliche si inseriscono naturalmente nel contesto, richiamando al contempo l’architettura esistente dell’Ansitz Hotel.
Gli spazi esterni attorno agli chalet sono stati modellati con cura, rinverditi e piantumati con vegetazione autoctona. Muri in pietra naturale – in continuità con quelli esistenti – delimitano gli spazi aperti e creano una transizione equilibrata tra la struttura costruita e l’adiacente area agricola.
Prospetto nord-ovest
_la struttura________
Ognuna delle prime cinque unità abitative è sollevata dal suolo e sorretta da un muro in cemento armato e da un unico pilastro ancorato al terreno, riducendo così l’impronta a terra. Il volume dello chalet è quindi appoggiato su travi a sbalzo inserite nel muro in cemento armato e collegate alla struttura della trave in ferro fissata al pilastro. Sopra questa struttura portante esterna, con un opportuno taglio termico, è posto l’edificio prefabbricato in legno il cui solaio inferiore è stato irrigidito inserendo al suo interno travi in acciaio che trasferiscono a terra i carichi delle pareti sovrastanti. La facciata nord-ovest è costituita da una vetrata a tutta altezza che si apre sulla valle; su questo lato dell’edificio un pilastro in acciaio ha la funzione di sorreggere la trave di colmo del tetto, la cui superficie interna è placcata con cartongesso. Esternamente tutti gli chalet presentano rivestimenti in legno che, per una maggior precisione realizzativa, sono stati prefabbricati in stabilimento.
Piano primo
Piano terra
_due parole con il costruttore________
Parte del gruppo Internazionale Wolf System, fondato nel 1966 in Austria con 31 sedi in tutto il mondo e specializzato nella realizzazione di edifici prefabbricati in legno e legno-acciaio, Wolf Haus Italia utilizza i propri sistemi costruttivi sia per la costruzione di edifici residenziali mono o multipiano sia nella realizzazione di strutture destinate a servizi per la collettività, grazie alla capacità di sviluppare e ingegnerizzare ogni singolo progetto. Travi e pareti vengono disegnate in ogni dettaglio, tagliate e preparate in stabilimento, lasciando al cantiere solo la fase di assemblaggio e la realizzazione di impianti e finiture.
Quali sono le questioni che hanno reso particolarmente sfidante questo progetto?
I tempi di progetto e di cantiere sono stati brevissimi e i sei chalet sono stati consegnati a un livello di finitura massimo. Il team di progettisti e ingegneri interno a Wolf Haus ha lavorato incessantemente e con grande dedizione per realizzare il progetto dell’architetto Stefan Gamper, soddisfacendo modifiche e richieste molto dettagliate. Le nostre squadre di carpentieri e operai hanno lavorato in cantiere mettendo in campo tutta la loro esperienza e preparazione tecnica, ottimizzando le lavorazioni e realizzando tutte le finiture con elevati livelli di precisione. Il cantiere, partito a gennaio, è stato consegnato ai proprietari con gli chalet pronti per essere abitati a metà aprile, in soli tre mesi di cantiere.
Quali sono i vantaggi della prefabbricazione in legno Wolf Haus per i proprietari di strutture turistiche?
I vantaggi sono fondamentalmente due: la prefabbricazione in legno Wolf Haus permette di avere un cantiere pulito, veloce e poco impattante, che garantisce di mettere a reddito le nuove strutture dopo pochissimi mesi dall’inizio del cantiere; il secondo vantaggio risiede nel comfort abitativo e acustico, che Wolf Haus certifica e garantisce per tutte le stagioni dell’anno. Gli ospiti si sentiranno come a casa, o forse meglio, e ciò renderà memorabile l’esperienza.
_due parole con i progettisti________
Dopo aver completato gli studi di architettura presso l’Università Tecnica di Graz e aver maturato esperienza professionale in diversi studi di progettazione l’architetto Stefan Gamper ha fondato nel 2000 lo Studio di Architettura Stefan Gamper.
Le sue competenze nel campo della costruzione in legno sono state approfondite nel 2009 con il Master of Engineering presso la Hochschule Rosenheim.
Ogni suo progetto prende vita da un’analisi approfondita della natura, della cultura e della tradizione, mantenendo sempre un dialogo con l’innovazione, la creatività e la responsabilità economica.
Da questo approccio prendono forma architetture capaci di assorbire il carattere del luogo e integrarsi con naturalezza nel contesto. Chiarezza formale, purezza e correttezza costruttiva e l’uso consapevole di materiali locali costituiscono la base del lavoro progettuale.
Da ville, complessi residenziali e strutture ricettive a masi, strutture pubbliche, caserme dei vigili del fuoco e impianti di teleriscaldamento, fino a un forte focus sul design degli interni, tutti i progetti sono accomunati da un alto livello di qualità estetica e funzionale che mette sempre al centro le esigenze di abitanti e utenti.
Quali sono stati i vantaggi dell’utilizzo di un sistema prefabbricato in legno in questo progetto?
La realizzazione è avvenuta in stretta collaborazione con la committenza, Romina e Thomas Schöpfer, e in partnership con Wolf Haus, la cui esperienza nella costruzione modulare in legno ha contribuito in modo decisivo alla qualità architettonica ed ecologica del progetto.
Grazie alla prefabbricazione sistematica è stato possibile ottenere un’elevata precisione esecutiva, tempi di costruzione contenuti e un impatto minimo sul terreno. Il metodo modulare ha consentito un controllo qualità continuo e un montaggio indipendente dalle condizioni meteorologiche.
Gli chalet sono stati in gran parte prefabbricati, assemblati in loco e posizionati su fondazioni in muratura e pilastri in acciaio verniciato scuro.
Copertura, dall’esterno
- tavolato in larice (23 mm)
- profili omega in alluminio (50 mm)
- lamiera grecata (28 mm)
- listelli e controlistelli (2x40 mm)
- guaina impermeabile
- coibentazione in fibra di legno (100 mm)
- pannello OSB (18 mm)
- travetti in legno con lana minerale interposta (160 mm)
- freno al vapore
- listellatura (25 mm)
- lastra in cartongesso (12,5 mm)
Parete esterna, dall’esterno
- tavolato in larice (23 mm)
- listelli e controlistelli (2x30 mm)
- guaina antivento per facciate
- listelli orizzontali con lana minerale interposta (80 mm)
- pannello OSB (15 mm)
- struttura portante in legno con lana minerale interposta (120 mm)
- freno al vapore
- pannello OSB (15 mm)
- intercapedine (10 mm)
- profili metallici di controparete (75 mm) con lana minerale interposta (50 mm)
- lastra in cartongesso (12,5 mm)
Solaio esterno, dall’alto
- pavimento (10 mm)
- massetto (60 mm)
- nylon
- alleggerito (100 mm)
- pannello OSB (18 mm)
- freno al vapore
- struttura portante lignea con lana minerale interposta (240 mm)
- listellatura (25 mm)
- pannello multistrato in larice (19 mm)
Solaio soppalco, dall’alto
- pavimento (20 mm)
- pannello OSB (18 mm)
- trave in legno (240 mm) con lana minerale interposta (50 mm)
- listellatura (25 mm)
- lastra in cartongesso (12,5 mm)
1 trave HEB360
2 trave HEA260
3 pilastro HEA200
4 pluviale ∅=90 mm in PVC
5 canale saldato con guaina in PVC
6 listello in pendenza
Consolidamento della scarpata, costruzione del muro in cemento armato e posa della struttura esterna in acciaio.
Costruzione della struttura prefabbricata in legno a telaio, dal montaggio alla consegna dei sei chalet in soli tre mesi di cantiere.
Le scandole della copertura si ingrigiranno con il tempo integrando l’edificio nell’ambiente.
Ubicazione: Tarvisio (UD)
Progetto architettonico: Luca Beltrame, Saba Nabavi Tafreshi, Claudio Beltrame, Roberto Santori – Beltrame Studio, Tarvisio (UD) – Vienna (A)
Strutture: ing. Carlotta Sadoch, San Vito di Cadore (BL) – Trieste Costruttore: Baumbaron GmbH, Tegernsee (D)
Fine lavori: agosto 2023
Superficie coperta: 45 m2
Nella natura
Passeggiando nella foresta alpina di Tarvisio, cittadina situata vicino all’Austria e alla Slovenia, ci si può imbattere in una piccola casa sull’albero, o meglio, in una casa tra gli alberi che assomiglia a un pino stilizzato, figura dalla quale l’edificio prende il nome. In realtà, Il Pino è un’unità ricettiva, nata per creare esperienze uniche attraverso la promozione di uno stile di vita ecologico e in armonia con la Natura.
La struttura si sviluppa su tre livelli al fine di offrire momenti e interazioni con la foresta circostante e le Alpi: intima e protetta dai rami alla base, rilassata e meditativa tra le foglie al primo piano e mozzafiato sopra le cime degli alberi all’ultimo piano.
La superficie della casa è stata organizzata in verticale, anziché in orizzontale, così da ridurre l’impronta a terra dell’unità e minimizzare il numero di alberi abbattuti, riducendo dunque al minimo il consumo di suolo. Al piano terra trovano posto la cucina, lo spazio giorno e il bagno; il livello intermedio accoglie un letto a due piazze e uno spazio per praticare yoga o raccogliersi in meditazione. La camera matrimoniale è posizionata all’ultimo piano, da dove si possono ammirare le Alpi Giulie con la catena del Mangart.
Il Pino è interamente realizzato in legno. La struttura portante è in abete, l’isolamento in fibra di legno, le scandole in larice, come anche la facciata e le cornici di finestre e porte; gli interni sono in abete. La copertura è costituita da tre falde identiche inclinate a 60°, sovrapposte l’una sull’altra. In pianta, ogni piano è arretrato rispetto a quello sottostante, lasciando spazio al tetto. Per confondersi tra i tronchi degli alberi la facciata è stata trattata con ferrite, un metodo antico, naturale ed economico che consente di invecchiare e proteggere il larice. L’esterno dell’edificio mira quindi a fondersi il più possibile con gli alberi del bosco, grazie alle scandole che con il tempo ingrigiranno.
All’interno le finiture della struttura sono tutte in legno naturale. Gli arredi seguono una palette di sfumature di colore verde che vogliono richiamare le tonalità di verde visibili nella foresta di Tarvisio durante la primavera. La maggior parte dei mobili è fatta su misura; la forma dei tavoli, ad esempio, riprende il profilo dei laghi di Fusine, splendidi specchi d’acqua della zona.
Due dettagli del fronte sud della casa con la vetrata che si apre sulla foresta, le facciate in larice trattate con ferrite e le scandole di rivestimento delle falde di copertura.
Il fronte d’ingresso a est con i quattro gradini in pietra grezza che accompagnano alla porta di entrata.
Copertura
Sezione sul fronte vetrato
_la struttura________
Piano primo
Prospetto sud
Prospetto est
Piano secondo
Prospetto nord
Prospetto ovest
Per la realizzazione di Il Pino è stata preferita una struttura in legno a telaio rispetto a un’opzione in legno massiccio/X-lam in virtù della leggerezza dei suoi elementi. Infatti, al fine di minimizzare gli scavi necessari a raggiungere il sito, i componenti della struttura sono stati trasportati a mano e alzati sui tre piani con delle funi. Allo stesso modo, la copertura è stata prefabbricata in segheria con una dimensione trasportabile da quattro persone e suddivisa in 16 pezzi, poi assemblati in loco. Lo schema strutturale è formato da pilastri in legno che corrono lungo il perimetro dei tre livelli. Le travi orizzontali sostengono i solai e le coperture. Un elemento interessante della struttura si ritrova nei tiranti orizzontali, che sono componenti necessari per mantenere la forma triangolare della struttura del tetto; anch’essi sono stati realizzati in abete e trasformati in piccole panche posizionate davanti alla facciata del piano intermedio e superiore. Il progetto è stato completato in nove settimane, quattro delle quali trascorse nella segheria: un esempio positivo di come la prefabbricazione possa contribuire a migliorare il processo delle costruzioni in legno e ridurre il tempo di lavoro in situ.
Il Pino è l’unico vincitore italiano e uno dei pochi europei di un concorso internazionale promosso da Airbnb. Rispetto al progetto iniziale del concorso, i cambiamenti principali hanno riguardato il colore naturale delle scandole, scelto per motivi di durabilità e sostenibilità, e gli infissi, ora in legno naturale anziché in metallo per armonizzarsi meglio con l’ambiente naturale.
La cucina su misura al livello dell’ingresso e il tavolo, progettato dallo Studio Beltrame, che richiama la forma dei laghi della zona.
La camera al primo piano con le finiture in legno di abete a vista e gli arredi personalizzati.
_due parole con i progettisti________
Beltrame Studio è un team europeo di architetti e designer, cresciuto tra foreste e laghi, che ha sviluppato un profondo legame con la natura e il paesaggio, legame che ancora oggi continua a plasmare i lavori dello studio, con l’architettura che dialoga con l’ambiente circostante sfidandone al contempo lo status quo: radicale nelle idee ed ecologica nei principi. Non è un’architettura che si fonde con l’ambiente costruito, ma piuttosto che si riferisce al contesto naturale. Come un ossimoro, i progettisti di Studio Beltrame accolgono e vivono i contrasti, creando emozioni positive e soluzioni inaspettate, mediando tra paesaggio e città, natura selvaggia ed esperienza dell’utente, tecnologia e tradizione, semplicità e creatività. Nei loro lavori – edifici, paesaggi, interni, installazioni e arredi – le caratteristiche delle materie prime sono sempre esaltate attraverso la ricerca e la pratica. Ogni progetto, a ogni scala e in ogni contesto, riflette la filosofia dello Studio: Architettura per il Paesaggio. Lo studio è gestito da Claudio Beltrame, laureato allo IUAV di Venezia e membro dell’OAPPC di Udine, e Luca Beltrame, laureato presso la Die Angewandte di Vienna con esperienza in studi internazionali e membro dell’OAPPC di Udine.
Questa piccola unità ricettiva è stata progettata su principi di sostenibilità: potete illustrare qualche ulteriore caratteristica che rende così unico questo progetto?
Come già sottolineato, l’intera struttura è realizzata in legno, in gran parte prefabbricata per ridurre l’impatto del cantiere, con una base in abete, è isolata con pannelli in fibra di legno e presenta pavimentazioni in rovere. I materiali scelti sono locali e le soluzioni ecologiche favoriscono l’integrazione della struttura con il bosco, mentre le superfici in legno si patineranno naturalmente con il tempo.
All’interno, materassi, letti e arredi sono stati realizzati a mano, utilizzando materiali ecologici come lattice naturale, fibra di cocco e cotone biologico. Questi prodotti sono progettati per migliorare il sonno e lo stile di vita, combinano artigianato tradizionale e design moderno, puntando su qualità, comfort e durata nel pieno rispetto della natura. Anche la cucina su misura è stata completamente personalizzata, adattata allo spazio e realizzata con materiali di alta qualità, sapientemente lavorati da artigiani, che ne garantiscono un valore duraturo e raffinato.
Infine i tavoli. La collezione Lakes è un progetto del nostro Studio e i pezzi che la compongono sono artigianali e ispirati alle forme dei laghi alpini. Ogni tavolo è realizzato con legno selezionato, di cui si mettono in luce le linee naturali e asimmetriche, le quali richiamano la fluidità dell’acqua. Il design semplice ed elegante mette in evidenza la bellezza del materiale, con bordi irregolari che evocano i paesaggi naturali. Questa collezione unisce funzionalità ed espressione artistica e riflette un profondo rispetto per la Natura.
Alcuni particolari dello spazio e degli arredi della camera matrimoniale ospitata all’ultimo livello.
A lato e alla pagina seguente le fasi di realizzazione della struttura: dalla prefabbricazione in segheria dell’intelaiatura portante e delle falde dei tetti rivestiti in scandole all’isolamento in fibra di legno sino alla complessa struttura dell’ultimo piano.
Il Pino è il risultato di un’attenta progettazione architettonica e strutturale e di un abile lavoro di carpenteria che permettono di ottenere fabbricati costruiti in modo attento, pregevoli e inseriti nella foresta alpina in modo armonico.
In alto, Build-up della struttura in legno dell’edificio.
La veduta dal giardino enfatizza l’orizzontalità dell’architettura.
Ubicazione: Provincia di Vicenza
Progetto architettonico – Direzione artistica: arch. Andrea Maserati e arch. Caterina Driutti – SPAZIO architettura, Udine
Strutture: ing. Loris Borean, Udine Direttore del Lavori: ing. Maria Rosponi, Schio (VI)
Superficie netta: ca. 250 m2 + ca. 100 m2 (interrato)
Una cornice sulle colline
Inquadrando un ampio panorama grazie alla collocazione sulle verdi alture vicentine, C House si presenta nascondendo esternamente la sua anima per svelare poi la dirompente semplicità della sua essenza interna. Il progetto prende infatti origine dalla particolare orografia del terreno e, come un racconto, passo dopo passo accompagna il visitatore in una continua scoperta di scorci suggestivi, volumi netti e spazi intimi, i quali si alternano in un climax di emozioni; qui, il tempo, la luce e l’ombra diventano elementi tangibili dell’architettura. Alla villa, realizzata sul ciglio più alto della collina, si accede da una quota più bassa rispetto al piano abitato. Un percorso pedonale, segnalato da una scalinata quasi nascosta e protetta da ampie fioriere, accompagna all’entrata principale, situata a nord-ovest tra due volumi dell’edificio ben definiti e protetta da un’ampia pensilina in aggetto che conduce sin dentro la casa. L’entrata carrabile è posta direttamente nella “pancia” della collina, da dove un ascensore porta al livello principale dell’abitazione. Configurato come un segno bianco, orizzontale e basso, l’intero volume della villa, che nasconde un cuore strutturale in legno, è proiettato verso il paesaggio. Un grande aggetto, proteso sulla valle, definisce una profonda ombra, filtrando la luce entrante dalle ampissime vetrate, mentre all’interno, un lungo cannocchiale inquadra e anticipa la visuale sui dintorni, lasciando libero lo sguardo fin oltre le vetrate e il portico a est.
L’impianto planimetrico della zona giorno si sviluppa attorno a un grande volume nero astratto, un elemento ibrido che contiene tutti gli ambienti di servizio, integra diverse armadiature e aree di contenimento e ospita il camino, rappresentando così il principale componente d’arredo. È principio generatore e ordinatore dello spazio interno e l’unica vera partizione della grande superficie continua, che definisce l’ingresso, il salotto, la zona pranzo, la cucina e il percorso che connette quest’ultima agli ambienti di servizio, fino all’ascensore. Un patio separa la zona giorno dagli ambienti più privati delle camere da letto.
C House si svela dunque come un dialogo tra architettura e luogo, in equilibrio tra introversione e apertura, un edificio dove la luce, l’ombra e il panorama diventano protagonisti.
Il percorso d’ingresso svela gradualmente l’abitazione in tutta la sua articolazione volumetrica.
La parte abitativa dell’edificio, sviluppata su un unico livello fuori terra, è realizzata in pannelli prefabbricati in legno X-lam, mentre la zona delle autorimesse e dei servizi ipogea è realizzata in c.a. La parte fuori terra è quindi realizzata con pannelli strutturali X-lam massicci a 5 strati, dello spessore di 10 e 16 cm. Le pareti perimetrali sono state isolate esternamente con pannelli rigidi in fibra di legno ad alta densità e, internamente, con fibra di legno morbida. La coibentazione a cappotto ha una finitura a intonaco e un rivestimento in doghe orizzontali in corrispondenza del patio esterno che separa la zona giorno dalla zona notte. Tale rivestimento dogato filtra dall’esterno la presenza della finestra del bagno, permettendo l’ingresso della luce nella stanza e garantendo, al contempo, un adeguato livello di privacy.
La grande copertura piana, il cui aggetto rappresenta il segno architettonico distintivo di tutto il progetto, è anch’essa costituita da pannelli X-lam a 5 strati, con controsoffittature in pannelli di fibrogesso intonacato, opportunamente sorretti da una struttura a travi in acciaio. L’isolamento è garantito da un doppio strato di fibra di legno ad alta densità, con all’intradosso uno strato freno vapore, sormontato da una struttura lignea inclinata, opportunamente impermeabilizzata mediante guaine in PVC. Il manto di copertura è costituito da una guaina impermeabilizzante in PVC riflettente.
Il sistema di riscaldamento radiante a pavimento è integrato in tutte le stanze, al di sotto dei pavimenti in resina dei bagni e di quelli in legno di tutto il resto della casa.
Foto:
Massimo
Crivellari
Foto:
Massimo
Crivellari
_due parole con i progettisti________
SPAZIO è lo studio di architettura degli architetti Andrea Maserati e Caterina Driutti che da oltre dieci anni opera nel territorio del Triveneto, offrendo servizi di progettazione, consulenza e direzione artistica. Lo studio si occupa di architettura residenziale, di interventi per spazi aziendali e pubblici, con l’obiettivo di valorizzare l’Architettura come espressione coerente e sensibile delle attività umane. Progettare per gli architetti significa personalizzare e sperimentare, ma soprattutto ragionare, ispirandosi ai grandi maestri, per creare un design che abbia impatto, valore e significato, che possa suscitare emozioni. La missione dello studio è quella di riportare l’attenzione sul valore dell’Architettura nella progettazione degli spazi di interazione, per migliorare la qualità della vita delle persone. Ogni progetto si sviluppa con questa prospettiva. L’approccio al progetto inizia dal dialogo con il committente, dalle sue esigenze e desideri. Il concept viene sviluppato attraverso un percorso che tiene conto dei riferimenti architettonici, degli aspetti compositivi e tecnici, in linea con le richieste della committenza.
Quali sono state le motivazioni che hanno portato a scegliere il legno per la realizzazione di questo progetto?
La scelta del legno come tecnologia costruttiva nasce da esigenze logistiche ed energetiche. La prefabbricazione e l’elevata precisione dei pannelli X-lam consentono di ottimizzare i tempi di realizzazione, riducendo gli sprechi e garantendo un controllo accurato di ogni fase del processo. Questa tecnologia permette di affrontare con agilità anche progetti complessi, offrendo prestazioni elevate in termini strutturali, energetici e ambientali. La committenza desiderava uno spazio confortevole, capace di assicurare benessere abitativo e un alto livello di efficienza termica: obiettivi pienamente raggiunti grazie all’impiego dell’X-lam. La presenza di ampie superfici vetrate ha richiesto un attento studio dei dettagli costruttivi, ma le potenzialità del materiale hanno consentito di superare ogni limite dimensionale, mantenendo coerenza formale e qualità esecutiva, risultando un plusvalore per la qualità architettonica.
Quali sono a vostro parere, le potenzialità del materiale legno in architettura?
I pannelli in X-lam rappresentano oggi una delle tecnologie più evolute e versatili nel panorama costruttivo contemporaneo. Le loro potenzialità non risiedono soltanto nelle prestazioni strutturali, ormai prive di reali limitazioni persino nelle soluzioni più complesse, ma anche nella capacità di definire un involucro edilizio altamente performante sotto il profilo energetico e del comfort abitativo. Il legno, in questa sua forma ingegnerizzata, diviene strumento per la creazione di spazi in cui benessere ambientale e qualità percettiva si fondono in equilibrio. Tuttavia, è fondamentale che la scelta del materiale non assuma carattere autoreferenziale o sia dettata da tendenze temporanee: la tecnologia del legno deve porsi al servizio dell’idea architettonica e non costituirne il fine. Solo quando il sistema costruttivo dialoga con quello spaziale, contribuendo alla definizione di un linguaggio coerente e significativo, il progetto riesce a esprimere pienamente il valore dell’architettura come esperienza consapevole.
Nella pagina precedente in alto: la zona pranzo e un particolare della soluzione vetrata d’angolo. In basso: le viste dall’ingresso e dalla cucina evidenziano la continuità visiva tra interno ed esterno; l’unico elemento d’arredo fisso al centro della zona giorno è un blocco scuro che racchiude differenti funzioni. In questa pagina, il luminoso soggiorno con affaccio sul portico e vista panoramica.
- isolamento in fibra di legno ad alta densità (120+120 mm)
- freno vapore
- pannello X-lam 5 strati (160 mm)
- controsoffitto in fibrogesso (20 mm)
Solaio contro terra (B) dall’estradosso
- pavimentazione (15 mm)
- caldana additivata per pannelli radianti (45 mm)
- pannelli radianti (27 mm)
- massetto in cls leggero e isolante (100 mm)
- pannello isolante XPS (100 mm)
- solaio aerato (300 mm)
- magrone (100 mm)
Solaio terrazzo (C) dall’estradosso
- strato di finitura (20 mm)
- massetto alleggerito in c.a. (105 mm)
- marciapiede in c.a. (162 mm)
1 colonna in acciaio (Ø 120 mm)
2 morale in legno (80x100 mm)
3 isolamento in fibra di legno (50 mm)
4 pannello X-lam 5 strati (100 mm)
5 isolamento in fibra di legno alta densità (180 mm)
6 isolamento in fibra di legno (120 mm)
7 guaina impermeabilizzante
8 elemento grondaia in lattoneria preverniciata
9 freno vapore
10 pannello isolante ad alta densità (40 mm)
11 pannello isolante ad alta densità (100 mm)
La posa dei pannelli parete in X-lam avviene in modo veloce e preciso, grazie alla loro realizzazione in stabilimento a seguito di un’attenta progettazione strutturale.
L’utilizzo dell’acciaio in combinazione con i pannelli X-lam aumenta la versatilità del sistema costruttivo in punti di particolare sollecitazione, come in corrispondenza della grande finestra a nastro angolare della cucina e dell’ampio aggetto. Nei pannelli X-lam sono state realizzate aperture e tracce per le canalizzazioni degli impianti, velocizzando così il lavoro in cantiere.
Foto: ing. Maria Rosponi
Foto: ing. Maria Rosponi
Foto: ing. Maria Rosponi
Villa PF
Reggio Emilia
Piazza
Il disimpegno della zona notte affacciato sul patio e protetto dalla vegetazione.
arch. Luca Tabarrini – GMRT Associati, Reggio Emilia
Strutture: ing. Emanuele Guidetti –GMRT Associati
Consulente: Barbara Ponti Garden
Designer, Reggio Emilia
Impianti Meccanici: ing. Alex Ferretti –CHP Engineering, Reggio Emilia
Appaltatore struttura legno: LignoAlp –
Damiani-Holz&Ko Spa, Bressanone (BZ)
Lavori: 2022 – 2023
Superficie verde: 450 m2
Superficie utile: 240 m2
Tra modernità e sostenibilità
Costruita con una struttura in legno a telaio, Villa PF è stata progettata secondo i principi della bioclimatica, applicando una disposizione strategica degli ambienti che ottimizza l’uso della luce naturale e del calore solare. Gli spazi comuni sono infatti orientati verso sud al fine di massimizzare l’esposizione al Sole, contribuendo così all’ottenimento di un comfort termico naturale durante tutto l’anno; le camere da letto, invece, sono posizionate a est. Internamente la casa si articola in tre volumi distinti: quello della zona giorno, quello della zona notte, posizionata su un leggero dislivello, e un volume centrale rivestito in pietra che crea una continuità armoniosa tra gli spazi interni ed esterni. Il grande portico, orientato a sud, dà vita a un’area ombreggiata perfetta per godere degli spazi all’aperto in ogni stagione.
Gli ambienti dell’abitazione sono ampi e luminosi, grazie alle grandi vetrate che offrono un’ampia vista sull’esterno; l’area giorno è progettata per favorire la socializzazione grazie a uno spazio salotto accogliente e a una moderna cucina open space; i colori neutri di arredi e finiture e i materiali naturali creano un’atmosfera calda e accogliente. Anche il design esterno è caratterizzato da linee pulite e materiali naturali, con un elegante rivestimento in pietra che conferisce un tocco di raffinatezza. La piscina privata, circondata da un ampio decking in legno, è il cuore pulsante di questa oasi di relax, ideale per momenti conviviali all’aperto.
La villa è completamente alimentata dall’energia elettrica e grazie all’impianto fotovoltaico e alla pompa di calore è garantito un basso impatto ambientale senza compromettere il comfort.
Villa PF, dunque, non è solo esteticamente gradevole, ma rappresenta anche un passo importante verso un futuro sostenibile; il sistema energetico interamente elettrico, combinato con il design innovativo, ha portato a un risultato concreto per il cliente, offrendo un ambiente di vita che rispetta la natura senza rinunciare alla modernità.
Vista della casa dalla piscina con il volume più alto della zona giorno e quello più basso delle camere.
Foto:
INFO E GALLERIA
Scorcio dell’area pranzo affacciata su una parte del portico.
Aprendo le ampie vetrate a tutta altezza il confine tra interno ed esterno scompare, ampliando la zona soggiorno verso la piscina.
Il grande open space dell’area living con la cucina separata da un’armadiatura.
_due parole con il costruttore________
Nel 1927 Leonardo Damiani fonda l’omonima ditta a Bressanone, dando così il via alla produzione e al commercio di travi in legno massiccio. Nel 1989, Markus Damiani, nipote del fondatore, entra in azienda e poco dopo ne assume la direzione, ampliando l’attività e includendo la costruzione di tetti e case in legno. Damiani-Holz&Ko
SpA nasce nel 2010 dalla fusione di Damiani Legnami Spa e della carpenteria Holz&Ko srl di Nova Ponente, guidata da Walter Capovilla, oggi membro della direzione e responsabile della parte tecnica dell’azienda. Da allora, il connubio di lavoro artigianale e di moderne e sofisticate tecnologie di progettazione e produzione contraddistingue il marchio LignoAlp. Oggi, 130 specialisti lavorano a stretto contatto con progettisti e clienti; oltre a vantare un’approfondita esperienza tecnica, essi offrono la massima libertà in fase di progettazione architettonica e garantiscono un’eccellente qualità. Ogni anno vengono costruiti 250 tetti e oltre 80 edifici in legno su misura con un elevato grado di prefabbricazione.
In quale aspetto, secondo voi, ha inciso maggiormente la scelta di adottare la tecnica della struttura in legno?
Il progetto si prestava particolarmente al legno viste le linee pulite ed essenziali che richiedevano spessori molto limitati e gestione dei passaggi tra pareti opache, vetrate e pareti ventilate; durante l’ingegnerizzazione del progetto architettonico l’interazione tra LignoAlp e studio di progettazione ha permesso al progettista di plasmare i dettagli prima di doverli gestire in cantiere, realizzando così un edificio armonioso e privo di compromessi tra struttura e architettura.
Come siete riusciti a rispettare i dettami del progetto architettonico, mantenendo la complanarità dei soffitti nonostante le diverse altezze dei locali?
Per soddisfare l’esigenza di rispettare pienamente l’aspetto architettonico è stato necessario, tra l’altro, l’impiego di elementi speciali in acciaio. Queste soluzioni ci hanno permesso di mantenere la complanarità degli intradossi dei soffitti nelle diverse porzioni del fabbricato, garantendo un risultato uniforme e perfettamente coerente con le richieste del progetto architettonico.
GMRT Associati è uno studio di architettura e ingegneria con sede a Reggio Emilia, specializzato nella progettazione architettonica, nel design, nel retail e nell’energia. Lo studio si distingue per un approccio integrato che abbraccia ogni fase del progetto, dalla concezione alla realizzazione. Il team di GMRT Associati è composto da professionisti con una vasta esperienza, impegnati nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili. La filosofia dello studio si basa sulla qualità e l’efficienza, mirando a rispondere alle esigenze specifiche dei clienti e alle sfide del contesto contemporaneo. GMRT Associati si avvale di metodologie avanzate e tecnologie all’avanguardia, garantendo risultati che rispettano i più elevati standard di sicurezza e sostenibilità. Il portfolio dello studio include una varietà di progetti, dai contesti urbani a quelli residenziali, evidenziando la versatilità e la capacità di adattamento alle diverse richieste del mercato.
Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a scegliere il legno come materiale principale per le vostre progettazioni abitative?
Abbiamo scelto il legno perché riteniamo che sia il materiale per costruire le strutture più ecosostenibili. Il legno è un materiale rinnovabile e il suo processo di produzione per impiego edilizio ha un impatto ambientale significativamente inferiore rispetto ad altri materiali. Inoltre, l’uso del legno consente di ridurre l’impronta di carbonio delle costruzioni. Le case in legno non solo riducono l’impatto ambientale, ma creano anche ambienti interni più salubri. Il legno ha proprietà naturali che regolano l’umidità e migliorano la qualità dell’aria. Inoltre, il suo calore e la sua estetica contribuiscono al benessere psicologico degli abitanti.
Quali vantaggi ritenete che le strutture in legno offrano rispetto ai materiali tradizionali come il cemento o l’acciaio? E qual è la reazione del cliente a questo tipo di abitazioni?
Uno dei maggiori vantaggi è l’altissimo livello di prefabbricazione e ingegnerizzazione che possiamo ottenere. Affidandoci a ditte specializzate come LignoAlp, possiamo garantire progetti molto precisi e rapidi da realizzare, riducendo i tempi di costruzione e aumentando la qualità finale. Siamo inoltre molto interessati alle nuove tecnologie di prefabbricazione e ai materiali compositi che possono migliorare ulteriormente le prestazioni del legno. Queste innovazioni ci permetteranno di realizzare progetti ancora più ambiziosi e sostenibili in futuro.
Il mercato delle costruzioni in legno sta crescendo rapidamente, con un aumento della domanda per le case in legno, e quindi i clienti sono sempre più consapevoli dei benefici ecologici e della qualità abitativa. I feedback sono generalmente molto positivi, con molti che apprezzano la combinazione di sostenibilità, estetica, comfort e soprattutto la certezza dei tempi e costi di realizzazione.
Il portico è separato dalla zona living da una lunga vetrata apribile che permette di espandere lo spazio conviviale all’esterno.
Copertura piana (A) dall’esterno
- ghiaia (50 mm)
- guaina in PVC
- isolamento in EPS pendenziato (min. 100 mm, pendenza 3%)
- guaina di prima pioggia
- piano di irrigidimento con pannello OSB (18 mm)
- struttura a travetti (200 mm) e isolamento in fibra di cellulosa (200 mm)
- piano di irrigidimento con pannello OSB (15 mm)
- sottostruttura per controsoffitto
- pannello in cartongesso (12,5 mm)
Giunzione solaio-attica
Parete esterna (B) dall’esterno
- rivestimento in pietra ricostruita (45 mm)
- pannello in fibrocemento (12,5 mm)
- controlistelli (40 mm) per camera di ventilazione
- telo traspirante per facciate
- travetto lamellare (60x60 mm) e isolamento in fibra di legno (60 mm)
- telo traspirante per facciate
- telaio portante in travetto (60x140 mm) e isolamento in cellulosa
- piano di irrigidimento con pannello OSB (15 mm)
- controparete interna per passaggio impianti (60 mm) isolata con fibra di legno
- pannello di fibrogesso (12,5 mm)
1 pellicola in PVC
2 lamiera
3 pannello di legno a 3 strati
4 rete para-passero ad angolo in PVC
Progetto tridimensionale della struttura prefabbricata dei pannelli a telaio. Vista tridimensionale della struttura lignea realizzata da LignoAlp.
La posa delle pareti prefabbricate e le nastrature tra i vari elementi lignei a telaio.
Il passaggio delle tubazioni impiantistiche a soffitto e a parete e la chiusura della struttura all’esterno con pannelli in fibro-cemento.
Il completamento delle finiture interne ed esterne della villa prima della realizzazione della piscina e della sistemazione degli spazi esterni.
La grande e lunga apertura che caratterizza la zona giorno.
Be House Argentona (E)
Il prospetto est visto dalla strada.
Vista del portico protetto da tende a rullo in legno.
Le terrazze delle camere al primo piano. Foto:
Ubicazione: Argentona (E)
Progetto architettonico: Jordi Pagès, Pasqual Bendicho, Marc Camallonga –SUMO Arquitectes, Barcellona (E)
Progetto strutturale: Juan Pablo Adalia
Direttore dei lavori: Joel Vives
Impianti meccanico, elettrico e idrico: Eva Crespo e Santi Velasco
Appaltatore della struttura in legno: Tallfusta, Balsareny (E)
Lavori: 2018/2019
Superficie lotto: 370 m2
Superficie edificata: 305 m2
Passiva, autonoma, sostenibile
Questa abitazione per una famiglia di quattro persone si trova a 30 minuti di macchina da Barcellona, in una piccola cittadina della regione Maresme dal tipico clima mediterraneo, con inverni miti e occasionali ma intense piogge, estati calde e asciutte e autunni e primavere variabili.
Progettata secondo i criteri Passivhaus, Be House, questo il nome della casa, è un edificio compatto, ben orientato e con una buona capacità di captazione solare, con un involucro ben isolato e impermeabile all’aria; caratteristiche in grado di garantire un buon livello di comfort con una ridotta richiesta di energia, coperta totalmente dall’impianto fotovoltaico. Anche le richieste di spazio dei committenti alle quali ha dovuto dare risposta SUMO Arquitectes erano piuttosto ambiziose, viste le ridotte dimensioni del lotto: un magazzino-garage, una confortevole area giorno, un’ampia zona notte e un generoso spazio all’aperto. Per dar vita a un edificio che concretizzasse i desideri dei proprietari è stato necessario adottare una zonizzazione degli spazi, sviluppando in verticale l’impianto planimetrico; al seminterrato si trova pertanto il garage, al piano terra, rialzata per avere un miglior soleggiamento, la zona giorno, al primo piano le camere e in copertura un tetto giardino. Tutte le stanze sono in relazione diretta con lo spazio esterno. Lo studio, il soggiorno e la cucina-pranzo si aprono su un portico a doppia altezza, uno spazio parzialmente coperto dove semplici tende avvolgibili in legno, azionabili manualmente, regolano l’illuminazione e la privacy. In estate il portico protegge la casa dal sole permettendo una piacevole ventilazione incrociata.
Al primo piano, ogni camera ha un terrazzo di 3-8 m2 mentre una scala esterna porta direttamente al tetto giardino con vista sulle montagne e sul Mare Mediterraneo.
A esclusione del piano interrato, tutta la struttura è in legno (a telaio e prefabbricata); in legno sono anche i solai e il rivestimento della facciata in listelli di pino termotrattati.
Scorcio del fronte sud verso il giardino e la piscina.
principale
struttura________
La struttura fuori terra è stata realizzata utilizzando un sistema prefabbricato a telaio in legno e in legno sono anche i pannelli e le travi dei solai. Il basamento della casa a contatto con il terreno è in calcestruzzo gettato in opera, la facciata è rivestita in listelli di pino termo-trattati e il portico è formato da tubi in acciaio zincato a caldo a creare una struttura snella che definisce uno spazio di transizione abitabile tra l’interno e il giardino. Ogni materiale è stato impiegato laddove offre le migliori prestazioni in termini di efficienza, durabilità e funzionalità. I tempi di costruzione sono stati significativamente ridotti grazie al processo di costruzione parallelo: mentre il basamento in calcestruzzo veniva gettato in opera, le strutture in legno e acciaio erano costruite in officina. Ciò ha consentito un rapido assemblaggio in loco. La struttura a telaio in legno è stata completamente montata in meno di una settimana, dopo di che la struttura metallica del portico è stata installata sopra il guscio in legno e ancorata alla base in calcestruzzo. Questo efficiente sistema ibrido ha garantito velocità e precisione con un utilizzo efficiente e ottimizzato dei diversi materiali.
Piano terra
Piano primo
Prospetto
Sezione AA
Sezione BB
Il portico con le tapparelle in legno protegge il fronte principale della casa rivolto a sud e, al contempo, crea spazi esterni vivibili al piano terra verso il giardino e terrazze al livello superiore.
Foto:
L’area living è una spazio aperto connesso strettamente con l’esterno e caratterizzato dal legno delle pareti e dal cemento del pavimento.
_due parole con i progettisti________
SUMO Arquitectes è uno studio di architettura con sede a Barcellona, fondato nel 2007, che offre servizi completi di progettazione edilizia, pianificazione urbana, installazioni temporanee e progetti culturali per clienti pubblici e privati. Lo studio si distingue per il suo forte impegno per la sostenibilità, integrando sistemi energetici passivi e attivi e dando priorità a materiali ecocompatibili.
Il lavoro di SUMO è stato riconosciuto con numerosi premi, tra cui il Premio Endesa 2013 per l’edificio non residenziale più sostenibile della Spagna e la certificazione LEED Platinum per il complesso Vil·la Urània, progetto inoltre finalista ai Green Solutions Awards 2017.
Lo studio è guidato da tre soci fondatori, ciascuno con oltre 20 anni di esperienza professionale e un coinvolgimento attivo nella formazione architettonica: Jordi Pagès Serra (ETSAB, 1994; TU Delft), Marc Camallonga Rodríguez (ETSAB, 1999) e Pasqual Bendicho Cabutí (ETSAB, 2001; FAUP Porto).
Il portfolio di SUMO comprende progetti residenziali, educativi, culturali e infrastrutturali pubblici, molti vincitori di concorsi, realizzati con un’attenzione particolare alle prestazioni ambientali e alla qualità architettonica, dall’ideazione alla costruzione. I ruoli accademici dei soci arricchiscono la loro attività con un approccio all’architettura pedagogico e orientato alla ricerca.
Be House è stata progettata secondo i principi Passivhaus: cosa si è previsto a livello progettuale e realizzativo? Compattezza, buon orientamento e tenuta all’aria con alto isolamento sono i principi base del progetto. In dettaglio, il solaio del piano terra è in cemento per fornire la massa termica e ridurre così le richieste di riscaldamento e raffrescamento. In estate il portico in acciaio galvanizzato crea una leggera zona tampone tra interno ed esterno, ombreggia la facciata e permette la ventilazione passante, assicurando comfort senza sistemi meccanici. Anche le tapparelle in legno permettono di controllare la radiazione incidente, lasciano passare il flusso d’aria e filtrano la visuale assicurando l’adeguata privacy. Il tetto verde previene il surriscaldamento dovuto alla radiazione solare, aggiungendo al contempo biodiversità. Ogni materiale è usato dove funziona meglio, minimizzando gli scarti e massimizzando le prestazioni.
Un sistema di ventilazione centralizzata con recuperatore entalpico e batterie di pre e post riscaldamento/raffrescamento garantisce condizioni interne stabili lungo tutto l’anno. Una pompa di calore aerotermica con un kit idronico produce l’acqua calda sanitaria e, durante il normale funzionamento, fornisce acqua calda e fredda per le batterie di post-trattamento collegate al sistema di ventilazione. Un’unità fan-coil aggiuntiva provvede al riscaldamento o raffrescamento supplementare duranti i picchi di richiesta. L’impianto fotovoltaico da 12 kWp sulla copertura copre l’intera domanda di energia della casa. Le batterie di accumulo dell’energia elettrica rendono autonoma e operativa la casa per tutto l’anno, senza necessità di essere collegati alla rete. Le abitudini familiari, poi, si sono adatte alle capacità di generazione di energia della casa.
_Sostenibilità ed energia________
L’abitazione è stata costruita con tre materiali principali, ognuno scelto per la sua efficienza nelle particolari applicazioni. La maggior parte della casa è realizzata in legno e isolata con fibre di legno, materiale rinnovabile che offre significativi vantaggi nelle prestazioni termiche e nel controllo dell’umidità interna. Il solaio del seminterrato in calcestruzzo armato innalza la struttura in legno rispetto al terreno con una soluzione semplice e durevole. Il portico ha elementi con sezioni snelle di acciaio galvanizzato avvitate che garantiscono un facile disassemblaggio e la riciclabilità futura.
La struttura intelaiata ha consentito un elevato livello di coibentazione dell’involucro: almeno 20 cm di fibra di legno nelle pareti permettono di raggiungere una trasmittanza di 0,20 W/m2K, 28 cm sulla copertura danno un valore U di 0,17 W/m2K e 8 cm di isolamento separano il garage dalle aree climatizzate. La rilevante capacità termica della fibra di legno impiegata garantisce uno sfasamento di 10 ore, così le temperature interne più alte si raggiungono a tarda notte quando possono essere dissipate tramite la ventilazione passante notturna. Finestre e vetrate (< 1,1 W/m2K, fattore solare g>0,65) sono state attentamente progettate per garantire continuità della coibentazione e, al contempo, significativi apporti solari durante l’inverno. Una membrana esterna impermeabile, ma permeabile al vapore, combinata con uno strato interno di controllo del passaggio di vapore assicura una tenuta all’aria eccellente e minimizza le infiltrazioni invernali. La ventilazione meccanica controllata a doppio flusso con unità di recupero di calore è molto efficiente; in inverno e nelle stagioni intermedie, con le aperture chiuse, il ricambio d’aria è gestito dalla VMC. Durante l’estate l’edificio diventa permeabile e il sistema di ventilazione meccanica è spento. Una pompa di calore aerotermica con un kit idronico produce l’acqua calda sanitaria e, durante il normale funzionamento, fornisce acqua calda e fredda per le batterie di post-trattamento collegate al sistema di ventilazione. Un fan coil aggiuntivo provvede al riscaldamento o raffrescamento supplementare in caso di necessità. L’impianto fotovoltaico sulla copertura, integrato da batterie di accumulo, rende completamente autonomo il fabbricato dal punto di vista energetico.
Il tetto verde con i pannelli fotovoltaici che garantiscono l’autosufficienza energetica della casa.
1 serramento con doppio vetro basso emissivo e camere d’aria riempite di gas Argon
2 pavimento terrazzo esterno in pino termo-trattato, struttura in legno, impermeabilizzazione e massetto in pendenza
Copertura (A) dall’estradosso
- piante a bassa richiesta d’acqua
- terriccio (spessore medio 150 mm)
- geotessile drenante, membrana di contenimento, geotessile
- membrana anti-radice in EPDM
- pannello OSB3 (18 mm)
- travi (100x280 mm, interasse 600 mm)
- isolamento in fibra di legno (280 mm)
- membrana al vapore
- pannello in legno a tre strati (19 mm)
Solaio interpiano (B) dall’estradosso
- pavimento di quercia (22 mm)
- feltro separatore in polietilene reticolato
- isolamento acustico in fibra di legno (10 mm)
- pannello in legno a tre strati (27 mm)
- travi portanti con giunzioni a coda di rondine (120x240 mm)
Parete (C) dall’esterno
- rivestimento termo-trattato e contro listelli (40x30 mm)
- montanti verticali (50x30)
- membrana traspirante di colore nero
- pannello OSB3 (15 mm)
- montanti strutturali (140x60 mm)
- isolamento in fibra di legno (140 mm)
- listello (60x50 mm)
- isolamento in fibra di legno (60 mm)
- membrana al vapore
- OSB (15 mm)
- rivestimento in cartongesso
Solaio contro vano non riscaldato (D) dall’estradosso
- pavimento in cemento armato (80 mm)
- isolamento in XPS (80 mm)
- solaio in cemento
Solaio contro terra (E) dall’estradosso
- solaio in cemento armato
- membrana in polietilene
- ghiaia pulita (200 mm)
- geotessile
- terreno compattato
Costruzione dell’interrato e del basamento in c.a., il quale fuoriesce dal livello del suolo per staccare la struttura in legno dal terreno.
Posa delle pareti prefabbricate in legno a telaio e una vista dell’interno durante i lavori per la posa in opera di membrane e nastrature.
Realizzazione dei massetti e installazione del rivestimento di facciata in listelli di pino termo-trattato.
Completamento della facciata e fissaggio della struttura del portico in acciaio sul fronte sud.