legnoarchitettura 05

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unithermdesign

facciate continue in rovere lamellare

Dall’eccellenza architettonica di Matteo Thun & Partners nasce Tortona 37, l’innovativo complesso polifunzionale che unisce il design all’efficienza energetica.

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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno II – n. 5, ottobre 2011 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi, Lara Gariup editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)

incontri Reiulf Ramstad

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techné 89

ARCA

redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721

un marchio per l’edilizia sostenibile in legno

progetto grafico Lara Bassi, Lara Gariup stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta riciclata ottenuta da fibre selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno

sistemi elementi multistrato

dettagli

distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F. Argelati 35 – Milano

balconeparete esterna

copertina Uffici a Caldaro, sapinski salon Foto: Stephan Perktold È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

Foto: Günther R. Wett

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Foto: Renè Riller

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105 Foto: Luca Santiago Mora


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Asilo Reiulf Ramstad Arkitekter

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Haus Pircher comfort_architecten

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EcoVillaggioAutocostruito BAG officinamobile Casa della GioventĂš Angela Fritsch Architekten 12 alloggi ABDArchitetti

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Falegnameria Luigi Scolari

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Foto: Taufik Kenan

Uffici sapinski salon

Foto: Stephan Perktold

12 progetti

12 Foto: Paolo Robazza

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Foto: Thomas Bjørnflaten/NYE BILDER

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incontri

Reiulf Ramstad

Norvegese di nascita ma con formazione italiana (si è laureato alla Facoltà di Architettura dell’Università di Genova), Reiulf Ramstad ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi internazionali per la sua attività progettuale e di design, segnalandosi come uno dei più interessanti architetti nordici emergenti. Vincitore di diversi concorsi, le sue opere si caratterizzano per la chiarezza della concezione e la vivibilità dell’architettura che si coniuga armoniosamente con il paesaggio.

La Norvegia è un paese con un’antica tradizione

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solare. Il legno è senz’altro un materiale che può

di costruzioni in legno grazie anche alla ricchezza

essere adoperato per molteplici funzioni, all’esterno

e alla qualità del legname che possiede. Ancora oggi molti

come all’interno, in dettagli che tocchiamo. Non si

edifici interessanti cono costruiti in legno, confermando

può generalizzare, parlando di legno, ma occorre

la considerazione che architetti e costruttori hanno

riferirsi a specifici tipi di legno a seconda della

nei confronti di questo materiale.

funzione che questi devono svolgere: da molteplici

Secondo lei, cosa offre il legno a un progettista?

tipologie di legno derivano altrettante soluzioni

Un aspetto peculiare del legno è la sua imprevedibi-

architettoniche. Per queste sue caratteristiche di

lità; mi affascinano ad esempio i cambiamenti di co-

versatilità e variabilità che pochi materiali hanno,

lore che assume in seguito all’esposizione alla luce

può essere indicato come materiale del futuro.

incontri


RISTORANTE E CENTRO VISITATORI TROLLWALL, Trollveggen, Møre og Romsdal/Norvegia, 2009-2011. Il nuovo centro per visitatori e il ristorante si collocano in un luogo molto particolare, ai piedi della parete di Troll – il più alto muro roccioso di tutta Europa – a strapiombo sulla Valle di Romsdal. Questa posizione permette all’edificio di inserirsi all’interno di un ambiente entusiasmante: la costruzione richiama la parete della montagna grazie alla parete rivestita in legno e, allo stesso tempo, assume un carattere e un’identità unici. Infatti, pur con una pianta semplice e flessibile, essa si presenta attraverso il tetto che evoca il paesaggio circostante, catturando lo sguardo del visitatore.


ITINERARIO TURISTICO NAZIONALE TROLLSTIGEN – Romsdalen, Fiordo di Geiranger/Norvegia, 2005-2011. Situato sulla costa occidentale della Norvegia, il sito panoramico di Trollstigen si arrocca su un paesaggio emozionante tra i fiordi profondi della regione. La natura impervia del luogo ha ispirato il progetto: l’acqua è l’elemento dinamico, come le cascate che scendono dalle rocce o la neve che cade abbondante durante l’inverno, mentre le rocce rappresentano la dimensione statica. Gli elementi dell’architettura, un rifugio con ristorante e una galleria di protezione dall’acqua, ponti, percorsi e arredi per esterni, padiglioni e piattaforme, sono modellati “nel” paesaggio, rendendo l’esperienza del visitatore ancora più intima.

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Qual è la sua definizione del materiale legno?

Quale filosofia sta alla base dei suoi progetti?

Definirei il legno soprattutto come un materiale

L’architettura deve fondarsi su un equilibrio tra

tattile, ma è anche organico, sostenibile e percettivo;

analisi, metodo, nozioni e intuizione, tra razionalità

può essere molto grezzo e robusto ma allo stesso

ed emozionalità. Noi cerchiamo sempre di produrre

tempo raffinato, coniugabile quindi in mille modi.

un’architettura che sia chiara e vicina all’idea del vivere. Un’architettura è ben riuscita quando

Lei ha studiato in Italia e oggi lavora in Norvegia: cosa

permette di essere ben vissuta e contribuisce a dare

ha portato con sé della cultura architettonica italiana?

consistenza alla vita delle persone. Un edificio

Ciò che più ho trovato interessante è l’architettura

è anche un atto, un gesto che dialoga col mondo

storica di città italiane come Siena e Venezia. È la

e con ciò che ci sta attorno.

diversa spazialità di città come Venezia, che

La spazialità è un elemento fondamentale per il pro-

contiene in sé ambiti molto diversi l’uno dall’altro

getto, deve variare in modo naturale, anche un solo,

che non troviamo nelle città moderne dove gli spazi

piccolo gradino può modificare la percezione di uno

sono “a scala di automobile”. La dimensione dello

spazio e quindi tutto il suo insieme.

“stretto”, del “piccolo” è più sostenibile, più umana con diverse proporzioni che creano un universo

Quanto il paesaggio è fonte di ispirazione in un suo progetto

ricco, un microcosmo. Attraversare una città come

e qual è il rapporto tra esterno e interno di un edificio?

Venezia diventa così un’ispirazione per come, a mio

Credo che un progetto debba sempre essere legato

parere, dovrebbe essere la città del futuro; questo

al luogo in cui viene costruito e debba confrontarsi

sta già in parte accadendo in seguito all’esponen-

con esso non solo in senso fisico ma mentale, in

ziale sviluppo urbano in Giappone dove ormai tutto

modo da interpretarlo e allo stesso tempo diventare

tende a diventare di dimensioni più ridotte.

parte di esso. Bisogna riuscire a vedere qualità e

incontri


possibilità di un luogo come la composizione del suolo, la topografia o il clima, ma anche gli aspetti non tangibili come l’atmosfera, le sensazioni che può dare e la cultura locale. Da questa duplice riflessione sul luogo si possono ricavare nuove soluzioni, ed è il paesaggio stesso a darne i suggerimenti. Ritengo che il confine tra interno ed esterno debba essere sempre molto labile, creando degli spazi di transizione che riescano a portare l’esterno all’interno e viceversa. Che influenza hanno il metodo costruttivo e i materiali nel suo modo di progettare? Geometria, materiali, forma e struttura: tutti questi fattori, nei nostri progetti, sono considerati come un unicum, non esiste una forma per se stessa. La forma si genera dall’insieme di materiali e metodo costruttivo, mantenendo la vera natura dei materiali utilizzati. Durante tutto il processo creativo, ogni fattore che contribuisce a realizzare un edificio è preso in considerazione in relazione al tutto e non in modo separato. Secondo lei come si coniugano sostenibilità, risparmio energetico, architettura? A mio parere si tende a essere troppo legati a parametri normativi generali spesso molto teorici che rappresentano un ostacolo e non permettono al progetto di esprimersi al meglio. Quindi preferisco soluzioni più radicali anche se non inquadrate nelle norme tecniche usuali. Credo bisognerebbe essere più liberi su queste cose sia in senso scientifico che pratico.

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In un paese così a nord come la Norvegia, che peso hanno le condizioni climatiche nelle scelte progettuali? Sicuramente il clima norvegese così rigido e con cambi stagionali così notevoli per temperatura, e soprattutto per luce, influenza le nostre scelte architettoniche. Questa sensibilità tipicamente nordica per la luce ci porta a cercare di integrare il più possibile l’interno con l’esterno di modo che nelle stagioni calde si possa godere di ogni raggio di sole. La cultura nordica, dunque, è una cultura che possiamo definire domestica; si tende a passare molto più tempo in casa proprio a causa delle basse temperature. Negli ultimi due decenni si sente molto parlare degli architetti norvegesi e del loro modo di fare architettura. In cosa consiste e da cosa dipende, secondo lei, l’innovazione o la diversità rispetto agli altri architetti europei? Considero la gran parte dell’architettura norvegese molto tecnocratica e poco intuitiva e questo si sta evidenziando negli ultimi anni come una tendenza del mercato. Esiste tuttavia un gruppo di architetti norvegesi, con i quali condivido la medesima filosofia, che conducono una ricerca molto interessante per dare delle risposte all’architettura di oggi, un’architettura che è veste del quotidiano. La peculiarità dell’architettura norvegese è inoltre l’intrinseca tendenza a far entrare il paesaggio KORSGATA 5 – Grünerløkka, Oslo/Norway, 2007-2010. L’edificio per appartamenti Korsgata 5 si trova a Oslo in un’area della città, Grünerløkka, conosciuta come “New York” e oggi una delle zone più varie e colorate della capitale norvegese. Il nuovo fabbricato rende omaggio al tessuto urbano in cui si colloca contraddistinto da edifici residenziali e piccoli fabbricati industriali del XIX secolo con alte e regolari finestre e mansarde abitabili. Planimetrie semplici, dettagli curati e design creano diverse tipologie di appartamenti che assecondano le esigenze del vivere contemporaneo. L’attenzione si è concentrata anche sullo spazio, con la luce naturale che offre abbondante illuminazione, nonostante l’assenza di aperture su due dei quattro lati dell’edificio.

nell’architettura e questo deriva anche dalla composizione stessa delle nostre città, circondate dalla natura. L’ultima domanda: qual è il progetto a cui è più legato e perché? Devo dire che sono legato a ogni progetto che portiamo a termine perché abbiamo cura di tutti in egual maniera e cerchiamo sempre di risolverli nel migliore dei modi. Per noi non esistono progetti migliori di altri, tutti possono portare a sviluppi interessanti e permettere di studiare e approfondire nuove soluzioni compositive. Un elemento che ritengo fondamentale per il progetto è il dialogo con il cliente, con il quale si può avere uno scambio reciproco. Anche i clienti con mezzi limitati hanno portato a progetti interessanti perché affrontati con gioia ed entusiasmo da entrambi i lati. Gli edifici esistono non solo come oggetti fisici, ma anche come processi dialettici tra architetto e cliente.

Per approfondimenti: www.reiulframstadarkitekter.no

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incontri


RITIRO FUGLVIK – Fuglvik/Norvegia, 2011. La casa è stata progettata basandosi sull’idea di un’unica prospettiva, ovvero una casa che si apre sul paesaggio in un’unica direzione. Questo dà all’intera esperienza indoor un senso di orientamento univoco e intensifica la sensazione del paesaggio che entra all’interno della casa.

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Reiulf Ramstad Arkitekter

Asilo Fagerborg (N)


_1 Il lato sud. Si notano le piccole finestre al primo piano e le ampie aperture al piano terra protette dallo sbalzo obliquo dell’edificio. _2 Una vista quasi aerea dell’angolo sud-ovest.

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Ubicazione: Fagerborg, Oslo (N) Committente: Parrocchia di Fagerborg (N) Progetto: Reiulf Ramstad Arkitekter, Oslo (N) Strutture: Steien Consult As Direttore dei lavori: Reiulf Ramstad, Espen Surnevik Appaltatore: Follo Bygg As Lavori: 2009-2010 Superficie utile: 1.200 m2 Fotografie: Thomas Bjørnflaten/NYE BILDER, RRA, Soren Harder Nielsen

Acrobazie di legno Commissionato dalla Parrocchia di Fagerborg, quartiere di Oslo, il nuovo asilo si inserisce all’interno di un piccolo parco in un’area caratterizzata da edifici residenziali risalenti alla prima metà del Novecento. Uno dei requisiti richiesti era la contemporaneità dell’espressione del fabbricato; il nuovo edificio è interamente rivestito in larice non trattato e si sviluppa orizzontalmente, articolandosi nella copertura, le cui pieghe differenziano i prospetti dei due lati maggiori. Anche il tetto, concepito come un’ulteriore facciata, è rivestito in legno. Il kindergarten, che sostituisce il vecchio asilo contraddistinto da standard obsoleti, dispone al piano terra di due unità per bambini tra 1 e 3 anni e altre due per bambini dai 3 ai 6 anni, indipendenti le une dalle altre ma con la possibilità di interconnettersi. Le quattro unità condividono la zona comune e il blocco della cucina al centro dell’edificio, mentre gli uffici amministrativi sono al primo piano. L'interno è realizzato in pannelli di pino massiccio con parti in contrasto dai colori brillanti; alcuni dettagli sono realizzati in legno tagliato al laser. Quattro tipi di finestre rispondono alle diverse dimensioni dei bambini consentendo anche una modulazione della luce nelle varie stanze. Il progetto ha avuto un budget ridotto e committente, architetto e costruttore hanno lavorato a stretto contatto per arrivare a un risultato globale coerente. Costruttivamente, il cemento armato è stato utilizzato per le fondazioni e la parte interrata mentre una sequenza di pilastri e travi di acciaio costituisce l’ossatura portante del volume fuori terra, le cui pareti esterne e tamponature interne sono realizzate con un sistema a telaio in legno coibentato. L’asilo è collegato alla rete di teleriscaldamento, l’isolamento dell’involucro e i vetri basso emissivi garantiscono una buona efficienza mentre un buon fattore di luce diurna è stato favorito dall’attento studio dell’orientamento.

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planimetria

pianta piano terra

pianta primo piano

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facciata est

facciata ovest

facciata nord

facciata sud

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,18 W/m2K solaio contro terra: U = 0,15 W/m2K copertura: U = 0,13 W/m2K superfici trasparenti: Uw = 1,3 W/m2K

sezione AA

sezione BB

_3 La lunga facciata a est con le piccole aperture vetrate degli spazi di servizio.

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_4_5 Le due scale a chiocciola con le pedate colorate che portano nella zona uffici al piano superiore. _6 Area attrezzata con tavoli per attivitĂ manuali e mensa.

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progetti

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_7 Area per attivitĂ ludiche. _8 Il lungo corridoio a doppia altezza sul lato est illuminato da finestre a varie altezze e sul quale affacciano le aperture degli uffici al primo piano. _9 La scala di accesso agli uffici al piano superiore.

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1 Nodo copertura/parete esterna: 1 - profilo in alluminio estruso verniciato a polvere e piegato (max 10 mm); 2 - rivestimento in larice con camera di ventilazione sottostante; 3 - listello chiodato (48 mm); 4 - staffe per il fissaggio dei travetti del cornicione; 5 - cornicione in impiallacciato incrociato (15 mm); 6 - aggancio barriera antivento eseguito in alluminio per evitare la reazione con lo zinco; 7 - fori per la ventilazione; 8 - chiusura dei canali di copertura; 9 - travetti di copertura; 10 - piede regolabile con fissaggio chiodato. Copertura, dall’estradosso: membrana per coperture; impiallacciato incrociato (15 mm); camera di ventilazione e assito incrociato (2x36 mm); barriera antivento in tessuto; isolamento tra le travi di copertura; barriera al vapore sulla parte inferiore dei travetti e dell’isolamento; sottostruttura in travetti (24 mm); tessuto acustico nero fissato con punti metallici al controsoffitto; finitura in pannelli in abete oliato.

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dettaglio copertura/parete esterna

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11 - raccordo in zinco 12 - rivestimento esterno in legno di larice 13 - finitura in legno di larice

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dettaglio serramento - sezione verticale

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progetti

dettaglio serramento - sezione orizzontale


La platea di fondazione della parte seminterrata.

La struttura seminterrata in c.a.

La struttura a telaio mista acciaio e legno.

A sinistra: il telaio in acciaio delinea la forma articolata della struttura; a destra: posa del telo di tenuta all’aria.

La struttura all’interno. A sinistra: i montanti in acciaio e legno segnano la disposizione interna degli spazi; a destra: dettaglio di posa dei serramenti.

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comfort_architecten

Haus Pircher Dobbiaco


_1 La casa con le ampie vetrate che si aprono verso sud. Già dal prospetto è evidente lo sfalsamento dei volumi che connota l’intero progetto. _2 L’atrio interno centrale è l’elemento attorno al quale sono disposti gli spazi interni. _3 Vista da nord. Lunghe e strette aperture permettono alla luce naturale di penetrare all’interno. La scala esterna consente un ingresso indipendente al piccolo appartamento al primo piano.

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Volumi sfalsati Ubicazione: Dobbiaco (BZ) Progetto: arch. Marco Micheli + arch. Michael Mumelter - comfort_architecten, Brunico (BZ) Strutture: ing. Kurt Haselrieder, Brunico (BZ) Consulente: Studio Ekon, Brunico (BZ) Direttore dei lavori: arch. Marco Micheli Appaltatore: Künig srl, Brunico (BZ); HOKU srl, Dobbiaco (BZ) Lavori: settembre 2008 - settembre 2009 Superficie fondiaria: 1.145 m2 Superficie utile: 445 m2 Superficie verde: 700 m2 Fotografie: Günther R. Wett

Una struttura che combina sistemi tradizionali e in legno, l’uso delle fonti rinnovabili e la distribuzione su livelli sfalsati di mezzo piano sono i tre elementi che contraddistinguono questa spaziosa casa unifamiliare a Dobbiaco. I diversi volumi sono accorpati attorno a uno spazio centrale aperto che diventa il fulcro intorno al quale si dispongono gli spazi funzionali dell’edificio: al piano terra l’ingresso, lo studio e l’ampio soggiorno con la zona divani ribassata; salendo di mezzo piano attraverso l’ampia scala si incontrano la zona pranzo, la cucina e un ripostiglio; proseguendo per un altro mezzo piano si giunge alla zona notte costituita dalla stanza da letto principale con il bagno a vista e un guardaroba e da un piccolo appartamento, raggiungibile anche da una scala esterna. La distribuzione tridimensionale degli spazi consente una migliore fruizione della luce naturale che raggiunge anche la zona wellness situata nello scantinato. L’altra peculiarità della casa è costituita dal sistema costruttivo, una struttura combinata di tipo tradizionale – cemento armato per le strutture interrate e seminterrate – e due tipologie di sistemi costruttivi in legno per le parti fuori terra (X-lam per le pareti e multibox per solai e copertura). L’alto spessore dell’isolamento caratterizza l’intero involucro ed elementi schermanti mobili proteggono le grandi vetrate evitando il surriscaldamento degli ambienti. Ventilazione naturale passiva e ventilazione meccanica con scambiatore di calore, compressore di raffreddamento e umidificatore contribuiscono al raggiungimento ottime prestazioni termiche pur in presenza di volumi articolati. L’impianto fotovoltaico è connesso in rete e integrato architettonicamente; un sistema I-Bus regola il riscaldamento, l’impianto di illuminazione e il sistema schermante; le acque piovane raccolte in un serbatoio da 5.000 litri sono utilizzate per gli sciacquoni delle toilette e per l’irrigazione del giardino. Attenzione è stata posta all’uso del verde per la regolazione del microclima interno ed esterno con le piante disposte nell’atrio, un tetto verde per la casa e il prato che copre il solaio del garage interrato.

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Pianta piano scantinato: 1 - garage; 2 - cantina; 3 - corridoio; 4 - zona fitness; 5 - zona wellness. Pianta piano terra: 1 - zona ingresso; 2 - atrio; 3 - studio; 4 - soggiorno; 5 - zona pranzo; 6 - cucina; 7 - giardino/terrazza. Pianta primo piano: 1 - stanza; 2 - bagno; 3 - corridoio; 4 - guardaroba; 5 - terrazza; 6 - atrio.

pianta piano scantinato

pianta piano terra

pianta primo piano

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progetti


sezione trasversale

_4 L’atrio centrale dalla terrazza al di sopra della zona giorno.

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_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,20 W/m2K solaio contro terra: U = 0,20 W/m2K copertura: U = 0,15 W/m2K superfici trasparenti: Uw = 1,3 W/m2K

_prestazioni energetiche________ per riscaldamento: 22 kWh/m2 anno (Bolzano); 35 kWh/m2 anno (Dobbiaco)

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_5 La rampa che dalla zona giorno porta alla cucina. Cemento, legno e acciaio a costituire la struttura mista. _6 Il passaggio delle tubazioni per gli impianti di adduzione dell’ACS, della VMC, elettrico, scarico acque. 6

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_7 Lo sbalzo al primo piano in corrispondenza dell’ingresso dell’appartamento indipendente. Fondamentale la tenuta all’aria eseguita mediante nastratura dei giunti. _8 Il nodo parete-solaio con travi di acciaio, travi in legno massiccio e sistema multibox.

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progetti


Parete esterna (A), dall’esterno: listelli di facciata; listelli di ventilazione; strato di protezione; isolamento termico (16 cm); parete in legno massiccio (8,5 cm); controparete interna isolata per passaggio impianti; rivestimento interno.

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Solaio terrazza (B), dall’estradosso: pavimento griglia di legno; listelli di legno; sottocostruzione; strato di separazione e protezione; impermeabilizzazione; strato di separazione e protezione; perlinato in pendenza; pannello in legno KERTO®; solaio in elementi Multibox (24 cm) con isolamento termico in cellulosa; pannello in legno KERTO®; controsoffitto sospeso. Solaio (C), dall’estradosso: listelli di facciata; listelli di ventilazione; isolamento termico (15 cm); solaio c.a. (20 cm); massetto alleggerito in calcestruzzo cellulare; strato di scorrimento e protezione; materassino acustico; strato di scorrimento e protezione; massetto galleggiante in cemento; pavimento in legno. Tetto verde (D), dall’estradosso: tetto verde; strato di separazione e protezione; impermeabilizzazione; strato di regolarizzazione; strato di separazione e protezione; perlinato in pendenza; pannello in legno KERTO®; solaio in elementi Multibox (28 cm) con isolamento termico in cellulosa; pannello in legno KERTO®; controsoffitto sospeso. Parete esterna (E), dall’esterno: rivestimento in pietra naturale; isolamento termico (15 cm); setto in c.a. (20 cm); intonaco.

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_9 La zona ribassata del salotto. _10 L’ingresso con la vista sull’atrio centrale.

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progetti


A sinistra: la struttura in elevazione con il piano terra in c.a. e i piani superiori in X-Lam; a destra: la struttura in acciaio e legno.

Due nodi tra le strutture in acciaio e quella in legno in corrispondenza di aperture finestrate.

A sinistra: i montanti, le travi in acciaio e le pareti in X-Lam già predisposte con le aperture verso nord; a destra: ben evidente, nella zona ribassata che accoglierà il salotto, le tre diverse tipologie costruttive: c.a. a contatto con il terreno, montanti e travi di acciaio a sostegno delle pareti in X-Lam e solai in multibox. A sinistra: immagine del seminterrato; a destra: l’isolamento in fibra di legno delle pareti tra i listelli.

A sinistra: posa del telo nero di protezione e dei listelli per la camera di ventilazione sotto rivestimento di facciata; a destra: il rivestimento in doghe della facciata.

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sapinski salon

Uffici Caldaro


_1 La facciata principale, a est. _2 Da sud-ovest si notano i corpi quadrangolari che accolgono i vani di servizio e accessori. _3 Vista dell’edificio da sud-est. La griglia di tubi su cui crescerĂ la vite rampicante è ben visibile.

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Ubicazione: Caldaro (BZ) Progetto: arch. Andreas Flora e arch. Gilbert Sommer - sapinski salon, Innsbruck (Austria) - Malles (BZ) Direttore lavori: Planwerkstadt, Bolzano; arch. Andreas Flora e arch. Gilbert Sommer Strutture: ing. Andreas Erlacher, Bolzano Appaltatore: Datz GmbH, Caldaro (BZ) Lavori: 2009 Superficie fondiaria: 828,26 m2 Superficie utile: 627,50 m2 Fotografie: Stephan Perktold

Total white look Un edificio in legno, un parallelepipedo bianco monolitico, ritmato formalmente e funzionalmente in pianta dall’aggiunta di quattro corpi quadrangolari inseriti sul lato lungo rivolto a ovest, accoglie su tre piani gli ambienti lavorativi di due ditte specializzate in software. Lo spazio interno è organizzato modularmente e visivamente aperto, ad accentuare la linearità del volume, interrotto solo dalla sala per i seminari e da quella per le riunioni. Il disegno degli esterni si stacca nettamente dal contesto; il bianco totale che caratterizza l’edificio è ottenuto grazie a un rivestimento di polyurea, una resina bicomponente applicata a spruzzo. Oltre all’effetto estetico, il rivestimento garantisce la tenuta all’aria dell’involucro e ha permesso una semplificazione delle finiture delle parti sporgenti e dei vani finestra. Su questa candida superficie si innestano le tubature in alluminio laccato bianco sagomate, orizzontali e verticali, che fanno da appigli per la vite canadese rampicante che ricoprirà interamente la facciata tra qualche anno. Una parte delle tubazioni sale fino alla copertura a formare una sorta di pergolato, uno spazio ombreggiato che allude al modo tipicamente sudtirolese di coltivare la vite. La terrazza sul tetto è pavimentata in legno e ghiaia bianca, interrotta da superfici ellittiche circondate da fasce di acciaio inox. Le finestre, di diversi formati e a diverse altezze, ombreggiate da sistemi oscuranti bianchi in funzione dell’intensità dell’irraggiamento solare, sono collocate in profondità nella facciata, profondità che sottolinea anche lo spessore dell’involucro. L’edificio, certificato CasaClima A, è governato da un sistema di home automation che permette di programmare in maniera individuale tutti gli aspetti tecnici (riscaldamento, raffrescamento, ventilazione controllata, protezione solare, utilizzo dell’acqua piovana), offrendo agli utenti un comfort elevato durante le ore lavorative e garantendo un utilizzo ottimale dell’energia.

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pianta primo piano

planimetria

_prestazioni energetiche________ consumo energetico per riscaldamento: U = 15 kWh/m2 anno (secondo calcolo PHPP) tenuta all’aria: n50 = 0,58 h-1

sezione trasversale

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progetti


pianta secondo piano

pianta terrazza

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,14 W/m2K solaio contro terra: U = 0,17 W/m2K copertura: U = 0,11 W/m2K superfici trasparenti con telaio in PVC: Uw = 0,9 W/m2K; Ug = 0,5 W/m2K; g = 47% superfici trasparenti con telaio in legno: Uw = 0,82 W/m2K; Ug = 0,5 W/m2K; g = 52% porte d’entrata al piano terra e al piano interrato: U = 0,74 W/m2K

sezione longitudinale

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progetti


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_4 La terrazza calpestabile sul tetto. Le tubazioni per la vite rampicante corrono anche su questi portali creando un pergolato.

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facciata est in inverno

facciata est in primavera

facciata est in estate

facciata est in autunno

_la facciata verde________ I materiali e il colore delle facciate caratterizzano l’intero edificio. In attesa della crescita della vegetazione, tutto all’esterno è bianco, a partire dalle tubazioni di metallo verniciato che sorreggono i tralci della vite. La struttura e le ombreggiature delle aperture sono invece rivestite da polyurea a spruzzo. Gli appigli, che richiamano il flusso dei dati telematici, si sviluppano in linee irregolari lungo i lati est, sud e una parte del lato ovest, includendo nel loro percorso anche una parte della copertura. Solo in un secondo momento si percepisce in facciata la presenza di scatole rettangolari in cui sono state sistemate le piante di vite rampicante, irrigate e concimate attraverso un sistema automatico le cui canalizzazioni altro non sono che gli appigli stessi. Le due specie di vite, americana e canadese, sono state scelte in virtĂš della loro caratteristica di cambiare colore a seconda delle stagioni: verde delicato in primavera, verde brillante in estate e rosso-giallo in autunno. I rami spogli durante l’inverno permettono alla facciata di risplendere nel suo bianco immacolato, in un gioco di rimandi cromatici con le montagne innevate circostanti.

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progetti


_sistema integrato legno-cemento per i solai________ I solai dei diversi piani sono stati realizzati con un sistema costruttivo integrato legno-cemento (travi portanti in legno + soletta di calcestruzzo resistente al taglio), in tedesco Holz-Beton-Verbundsystem, al fine di ottenere una sezione composita efficiente. Nel caso di un sistema di questo tipo, le travi di legno vengono connesse alla soletta di calcestruzzo gettato in opera attraverso dei collegamenti metallici resistenti al taglio (connettori); questo significa che, orizzontalmente, non possono di fatto scivolare l’uno rispetto all’altra. L’unione delle travi di legno con la soletta in calcestruzzo comporta una maggiore rigidità e resistenza del solaio consentendo una significativa riduzione della sezione delle travi. In ordine di grandezza (dall’alto), la parte in calcestruzzo è sottoposta innanzitutto a forze di compressione mentre la corrispondente parte di trazione del momento flettente è assorbita dalla sottostante trave in legno. Le forze di taglio tra le due sezioni (legno e cemento) vengono trasmesse ai connettori inseriti a distanza regolare nelle travi di legno preventivamente predisposte. Una guaina tra calcestruzzo armato e assito impedisce che l’umidità penetri nel legno. Il risultato è una sezione composta che presenta una capacità di carico e una rigidità maggiore della somma delle capacità di carico dei singoli componenti.

Sopra, due immagini di uno dei solai dei piani superiori in cui sono ben visibili i connettori metallici inseriti nella struttura portante orizzontale in legno. Seguirà la posa in opera del getto di calcestruzzo. calcestruzzo armato rete elettrosaldata

A lato, schema degli elementi costituenti il solaio legno-cemento.

travi portanti di legno rivestimento connettori metallici

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_5_6 Lo spazio dedicato agli uffici e la sala riunioni chiusa da tende e caratterizzata dal rivestimento in quercia del soffitto.

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progetti


A sinistra: platea di fondazione; a destra: assemblaggio delle pareti a telaio al piano terra.

Posa del telo di protezione e di tenuta e l’edificio al grezzo.

A sinistra: livellatura della piattaforma esterna; a destra: gli spazi interni prima della tamponatura dei solai con pannelli di gesso fonoassorbenti.

A sinistra: gli impianti di illuminazione e di ventilazione a soffitto con la struttura in legno nastrata; a destra: il tettoterrazza calpestabile. La pavimentazione in legno si alterna a superfici ricoperte di ghiaia bianca ancora da posare.

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BAG officinamobile

EcoVillaggio Autocostruito Pescomaggiore



_1 Due degli edifici di diversa metratura completati. La veranda con i brise-soleil nell’edificio a destra e lo sporto della copertura dell’edificio a sinistra ombreggino le facciate. _2 Gli intonaci a calce con colori in terra, gli spigoli arrotondati e le pendenze del tetto richiamano la tradizione costruttiva locale.

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progetti


Ubicazione: Pescomaggiore (AQ) Committente: Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore Progetto: arch. Paolo Robazza, arch. Fabrizio Savini - BAG officinamobile, Roma Prog. e D.L. Strutture: ing. Tiberio Boccanera - ARS MECHANICA srl, L’Aquila Direttore dei lavori: arch. Paolo Robazza Assistente tecnico: Caleb Murray Bourdeau Anno di progettazione: 2009 Superficie area: 3141 m2 Superficie coperta: 450 m2 Numero abitazioni: 7 Totale abitanti previsti: 22 Fotografie: Paolo Robazza

Legno e paglia per un’autocostruzione sostenibile Il progetto E.V.A. è nato dalla necessità di fornire nel minor tempo possibile soluzioni abitative che permettessero ai residenti di Pescomaggiore, dopo il terremoto del 6 aprile 2009, di rimanere sul proprio territorio, mantenendo le attività economiche e la rete sociale del paese. Le case nascono dall’obiettivo di realizzare strutture a basso impatto ambientale sulla base di un percorso partecipato. Questo è stato strutturato in due fasi, un’indagine-ascolto sul territorio – utilizzata per valorizzare i punti di vista delle persone coinvolte – e un laboratorio progettuale con il fine di mettere a sistema le competenze dei progettisti con le istanze emerse. Essendo queste case completamente autofinanziate, la strategia è stata orientata alla massima economia. Sono state sviluppate due tipologie abitative simili di 40 m2 e di 56 m2, realizzate con una struttura in legno, in grado di rispondere alle normative antisismiche e al forte carico della neve, e pareti in balle di paglia intonacate. La pendenza del terreno ha permesso una vista aperta a tutti gli edifici, disposti lungo due linee separate e con un orientamento che ha consentito di aprire a sud le finestre delle camere e del soggiorno-cucina; una veranda esterna con brise-soleil lungo tutta la facciata scherma la luce e la radiazione estive mentre d’inverno i raggi solari, entrando dalle ampie vetrate, irradiano il pavimento riscaldandolo e contribuendo al comfort interno. Sul lato nord un’unica apertura, la finestra del bagno posta in alto a protezione dalla vista, garantisce la ventilazione. Pannelli fotovoltaici in copertura (3 kWp per casa) alimentano gli edifici. Per il riscaldamento delle case ci si avvale di una stufa a legna, accesa solo un paio d’ore al giorno grazie all’elevata coibentazione garantita dalla paglia. Collettori solari termici, recupero delle acque piovane e predisposizione di un impianto di fitodepurazione contribuiscono a rendere questo complesso un ecovillaggio ad alta efficienza energetica.

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20 10 5 0 1 2

planimetria

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Pannello Fotovoltaico produzione elettrica integrativa Pannello Solare Termico produzione di acqua calda sanitaria Isolamento naturale in pannelli di cellulosa

Recupero acque piovane in vasche di accumulo per servizi igienici e irrigazione del verde Aggetto copertura protezione delle pareti all’acqua

Schermature / Brise Soleil controllo dei carichi solari termici estivi

Parete Nord chiusa protezione versante a basso irraggiamento conservazione calore interno

Parete Sud in vetro permeabilitĂ raggi invernali con accumulo termico invernale e illuminazione naturale ambienti

Tamponamento in Balle di paglia ad alto isolamento termico Trasmittanza U= 0,13 W/m²K

Soletta in cemento accumulo termico per irraggiamento Soletta isolata riduzione ponti termici

Fitodepurazione acque nere in vasca di raccoglimento

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sezione trasversale

pianta appartamento da 40 m2

pianta appartamento da 56 m2

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,13 W/m2K solaio contro terra: U = 0,28 W/m2K copertura: U = 0,15 W/m2K superfici trasparenti: Uw = 1,1 W/m2K

_prestazioni energetiche________ per riscaldamento : 15 kWh/m2 anno

_3 Dettaglio della veranda con struttura in legno di una delle case. Sullo sfondo un’altra abitazione in costruzione posta a una quota inferiore per garantire la vista e il soleggiamento.

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_4_5_6 Le cucine. Chi entra in una casa di montagna tradizionale abruzzese si accorge che la vita domestica si svolge principalmente in cucina, dove il camino ha la funzione cardine di riscaldamento e di luogo di socialitĂ , mentre il salone spesso è usato solo la sera o per visite particolari. In quest’ottica, lo studio di spazi contenuti ha permesso di racchiudere in un unico ambiente la zona cucina e quella del soggiorno, consentendone un utilizzo diversificato in base alle esigenze.

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_7 La zona giorno di uno degli alloggi. _8_9 I bagni.

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Particolari delle piastre di aggancio della struttura lignea. _11 Gli edifici in costruzione: in evidenza, la struttura a telaio e le balle di paglia delle pareti.

_sistema costruttivo________ La struttura degli edifici è in legno a telaio, mentre i tamponamenti sono in balle di paglia di dimensioni standard (cm 100x45x35), facili da sollevare e da posizionare. Una volta completati i muri sono stati rifiniti con intonaco a calce e sabbia sui due lati. Per quanto riguarda la resistenza al fuoco, le pareti, costruite in balle di paglia e intonacate, offrono ottime prestazioni, potendo resistere per tre ore a temperature di 1010 °C. Le balle di paglia, inoltre, hanno buone caratteristiche termiche e di fonoassorbenza, sono economiche (ogni balla può costare da 1,50 a 2,50 euro), ipoallergeniche (non si tratta di fieno); inoltre sono costituite da un materiale rinnovabile (è un sottoprodotto dei cereali quali il grano, l’orzo, l’avena) e sono reperibili quasi ovunque (i cereali sono alla base dell’alimentazione dell’uomo). La coibentazione degli edifici è ottimizzata dall’isolamento in cellulosa in fiocchi del tetto e da quello della soletta di calcestruzzo, che funge anche da base per il pavimento.

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Le strutture preassemblate a terra vengono fissate alla platea.

L’edificio prende forma: le balle di paglia vengono impilate e l’orditura primaria del tetto è fissata.

Posa delle travi dell’orditura primaria della copertura e del tavolato in legno.

A sinistra: le balle di paglia vengono battute per rendere la superficie complanare e adatta a ricevere l’intonaco; a destra: particolare di una parete interna controventata con tiranti in acciaio. Il cannucciato sostituisce la rete portaintonaco.

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Angela Fritsch Architekten

Casa della Giovent첫

Foto: Taufik Kenan

Mainz (D)



_1 La facciata sud.

Foto: Taufik Kenan

Foto: Taufik Kenan

_2 L’angolo sud-ovest.

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progetti


Ubicazione: Mainz (D) Committente: Diocesi di Mainz (D) Progetto: Angela Fritsch Architekten BDA, Darmstadt (D) Strutture: TSB Ingenieurgesellschaft GmbH, Darmstadt (D) Direttore dei lavori: Angela Fritsch Architekten BDA, Darmstadt (D) Appaltatore lavori in legno: Ochs GmbH, Kirchberg (D) Lavori: aprile 2009-luglio 2010 Superficie fondiaria: 6.776,05 m2 Superficie utile: 1.321 m2 Superficie verde: 2.000 m2 Importo dell’opera: 4.000.000 €

“La conservazione del Creato” Il titolo riprende il motto da cui ha preso il via il progetto del nuovo edificio amministrativo e centro conferenze giovanile Don Bosco di Mainz, un luogo di incontro e raccoglimento non solo per le diverse associazioni del territorio che si occupano di lavoro giovanile, ma anche per i giovani stessi. Il piano terra è dedicato all’assistenza giornaliera dei bambini e dei giovani in genere ed è caratterizzato dalla grande sala da pranzo/sala multifunzionale, orientata secondo l’asse est-ovest, e dalle 4 sale per seminari, corsi di formazione e conferenze oltre che dall’adiacente cappella, inglobata architettonicamente nel nuovo edificio. La sala da pranzo ha grandi fronti finestrati apribili, che all’occorrenza possono ampliarne gli spazi verso la tranquilla zona-giardino. Nei due piani superiori sono stati collocati gli uffici delle varie associazioni giovanili disposti attorno all’atrio a doppia altezza, fulcro compositivo dell’edificio. Su uno dei lati trovano spazio il blocco dei servizi igienici e un piccolo angolo cottura. L’atrio è caratterizzato da una pressocopertura trasparente a tre strati che consente l’illuminazione naturale degli uffici grazie alla parete completamente vetrata che li separa dal grande ambiente. La dimensione di questo spazio (ca. 1000 m2 di superficie totale dei due piani) ha richiesto grande attenzione in tema di protezione antincendio anche per l’utilizzo di legno non trattato. Si è dunque elaborato un piano antincendio piuttosto particolare (con la supervisione del Land Renania-Palatinato) dotando l’atrio di 4 porte tagliafuoco scorrevoli integrate nella costruzione in legno che, in caso di incendio, dividono lo spazio in 3 parti; normalmente queste non sono visibili ma nascoste nelle pareti. Completano la dotazione un impianto antincendio a pioggia – installato nella parte dell’edificio in cui trova posto l’atrio – e un sistema di allarme antincendio. Il progetto ha ricevuto il 1° premio Deutscher Holzbaupreis 2011 nella categoria “nuove costruzioni” e il premio all’architettura del Land Renania-Palatinato 2010.

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pianta piano terra

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pianta primo piano

pianta secondo piano

Foto: Dieter Leistner

_3 La zona del caminetto al piano terra funge da luogo d’incontro e dialogo informale.

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sezione trasversale

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,136 W/m2K solaio contro vano non riscaldato (cantina): U = 0,674 W/m2K copertura: U = 0,107 W/m2K superfici trasparenti (serramento alluminio/legno, triplo vetro, battente verticale): Uw = 0,7 W/m2K

_prestazioni Energetiche________ fabbisogno energetico annuale per riscaldamento e acqua calda: 33,23 kWh/m2 anno

Foto: Dieter Leistner

_4 Uno degli spazi al piano terra. Il rivestimento di pareti e soffitto è in abete bianco non trattato posato orizzontalmente.

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Solaio interpiano 1 - struttura portante solaio 16/26 2 - traversa 100/40 3 - apertura di aerazione (700x37 mm) del pacchetto di aspirazione dell’aria con il canale di raccolta della condensa 4 - membrana permeabile al vapore 5 - struttura portante telaio in legno 10/16 con legno massiccio da costruzione secondo DIN 4074-1 S10 6 - fessura di aerazione (800x20 mm) e apertura per la revisione (800x325 mm)

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_legno e concept energetico________ Da un punto di vista statico, il sistema utilizzato è a telaio per le pareti esterne dell’edificio, mentre per gli interni si è optato per una struttura mista legno-acciaio. Il legno, materiale CO2 neutral, non è trattato, garantendo in tal modo la sua totale riciclabilità; in questo edificio è stato utilizzato, oltre che per la struttura, anche per il rivestimento. La facciata è rivestita con elementi verticali in legno di larice non trattato e facilmente sostituibili in caso di necessità. Nella facciata sono collocate finestre e vetrate a tutta altezza, la cui larghezza è modulata dalla partitura verticale delle lesene di legno. Grazie a queste ultime, da una certa angolatura, le finestre “scompaiono” alla vista, facendo sembrare la facciata interamente in legno. I materiali sono stati utilizzati in maniera consapevole e anche l’intera concezione energetica ha puntato allo sfruttamento minimo di risorse e all’impiego di energie rinnovabili. Per la produzione di calore – fornito anche agli edifici adiacenti – è utilizzata una caldaia a pellet e la distribuzione avviene per la maggior parte attraverso pannelli radianti a pavimento. Un impianto di raccolta dell’acqua piovana ne consente il riutilizzo per l’irrigazione delle superfici verdi. L’aerazione degli uffici e delle sale riunioni è garantita da singole unità di ventilazione; queste sono integrate in facciata al fine di minimizzare quanto più possibile l’impatto estetico. I ventilatori, che lavorano in modo bidirezionale, provvedono sia in estate che in inverno al ricambio dell’aria (con un tasso pari a 0,4 h-1) mantenendo costante il livello della temperatura interna. L’efficienza del sistema è garantita da uno scambiatore di calore per ogni unità di ventilazione.

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_5 L’atrio al primo piano. _6 La piccola cucina a scomparsa del primo piano.

Foto: Dieter Leistner

Foto: Taufik Kenan

Foto: Taufik Kenan

_7 Uno degli uffici con un lato vetrato che prende luce dal grande lucernario in ETFE oltre che dalle vetrate ad altezza di piano, visibili sullo sfondo.

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Foto: Taufik Kenan

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Attacco della copertura in ETFE alla struttura portante

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1 1 - profilo di ancoraggio in alluminio delle 3 membrane di ETFE 2 - pressostruttura a 3 strati (Velabran GmbH, Monaco di Baviera) 3 - motorino di azionamento dell’apertura delle finestre per la ventilazione passante 4 - sistema tenda per eventuale oscuramento del lucernario 5 - profilo in acciaio 120/60 con angolare di rinforzo – collegamento alla struttura del solaio 6 - struttura portante secondaria 16/24 7 - canale secondario impianto sprinkler 8 - pilastro in acciaio (101,6x6,3 mm) 9 - erogatore sprinkler 10 - canale centrale impianto sprinkler

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_sistema di pressocopertura con ETFE________ Per la copertura dell’atrio, di dimensioni 5,70 x 21 m, si è scelto un materiale alternativo al vetro, l’ETFE, sia per motivi economici sia per le dimensioni stesse della struttura. ETFE è l’acronimo di Ethylene-Tetra-Flour-Ethylene, una resina polimerica della stessa famiglia del PTFE (Teflon®), largamente utilizzata nell’industria delle costruzioni e prodotta in fogli di differenti spessori (50-400 micron) per estrusione. Le sue caratteristiche fisico-chimiche e la lunga aspettativa di vita (senza riduzione dei vantaggi meccanici o fisici), assieme all’alta resistenza ai raggi UV e agli eventi atmosferici, nonché al coefficiente d’attrito molto basso che ne favorisce l’autopulitura con la pioggia, ne fanno un prodotto interessante per le grandi coperture, soprattutto sportive. Speciali estrusi di alluminio sono usati per bloccare i bordi degli elementi alla struttura di supporto. L’ETFE è riciclabile e, rispetto al vetro, è più resistente, leggero, trasparente e isolante. Pannelli pneumatici in ETFE sono stati impiegati nel Centro Acquatico (Water Cube) di Pechino realizzato in occasione dell’Olimpiade 2008, la più grande struttura realizzata con rivestimento (oltre 100.000 m2) in questo materiale. Nel caso dell’edificio di Mainz sono stati utilizzati 3 fogli, uniti ai bordi e insufflati d’aria a creare una sorta di cuscino (la pressione interna pre-tende le membrane curvandole). Normalmente si utilizza una pressione che varia tra i 200 e i 600 Pa e ciò dipende dai carichi applicati, dalla forma e dalla dimensione del sistema. Le membrane di ETFE non necessitano di manutenzione. L’intero sistema, però, deve essere controllato per verificare eventuali danni di tipo meccanico ai fogli o perdite di aria, mentre i filtri dei ventilatori devono essere sostituiti annualmente. Il sistema d’insufflaggio dell’aria, nella sua forma più semplice, consiste di una unità di ventilazione centrifuga con controllo dell’umidità e filtri per prevenire la condensa e lo sporco all’interno del cuscino.

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progetti


Alcune immagini del cantiere e lo sviluppo della struttura.

A sinistra, l’unità di ventilazione integrata in facciata; a destra, la bocchetta di aerazione dall’interno.

L’atrio durante la fase di cantiere. A sinistra in basso: la pressocopertura, sollevata rispetto al piano di copertura.

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ABDA

12 alloggi Selvino


_1 Il complesso da ovest. Ampi sporti proteggono l’edificio dall’irraggiamento solare estivo.

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_2 Il lato corto dell’edificio a nord è quasi completamente chiuso.

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Ubicazione: Selvino (BG) Progetto: arch. Camillo Botticini ABDArchitetti, Brescia Strutture: ing. Franco Palmieri, Brescia Impianti: ing. G. Plebani, Brescia Direttore dei lavori: arch. Camillo Botticini Appaltatore: Balken - Damiani Legnami Spa, Bressanone (BZ); Quarema Costruzioni srl (opere edili), Bergamo Date progetto: 2006 Lavori: 2009-2010 Superficie fondiaria: 1.667,43 m2 Superficie utile: 1.000 m2 Importo dell’opera: 1.800.000 € Fotografie: Luca Santiago Mora

Reinterpretazione contemporanea Collocato al centro di un lotto di forma trapezoidale caratterizzato da una forte pendenza, il nuovo complesso di dodici alloggi nasce con l’intento di modificare la scala dell’intervento dei dintorni, un’area con case unifamiliari sviluppatasi in relazione al turismo estivo, ed evocare un carattere alpino riferibile alle abitazioni che preesistevano all’urbanizzazione massiva degli ultimi decenni. Le unità abitative sono state accorpate, interpretando con forme contemporanee l’architettura vernacolare attraverso la rilettura dei caratteri di luce e ombra dei portici delle costruzioni rurali della valle e della struttura dei fronti con piani a differente profondità. L’organizzazione generale degli alloggi vede la combinazione di tre tipologie: bilocali al piano terra affacciati a sud-ovest con accesso diretto dal giardino, trilocali con accesso dal piano terra, con parte dell’alloggio al piano più basso, e trilocali con doppio affaccio al primo piano. Escludendo la parte dell’interrato in c.a., la struttura e i tamponamenti sono realizzati completamente in legno con rivestimento in doghe di larice. Gli impianti sono molto semplici: metà del fabbisogno di acqua calda sanitaria è garantito da collettori solari, mentre circa un quinto del carico elettrico è fornito dai pannelli fotovoltaici. La climatizzazione invernale è regolata solo con radiatori grazie alle notevoli prestazioni dell’involucro, quella estiva non è necessaria alla quota di Selvino, 1.100 m slm; tutti gli alloggi sono dotati di ventilazione meccanica controllata e l’acqua piovana è recuperata e utilizzata nei wc e per l’irrigazione. L’edificio raggiunge la classe energetica A dello standard CasaClima, assicurando un notevole risparmio energetico ed economico. L’aspetto più rilevante è che, con scelte opportune riguardo l’orientamento, le tecniche costruttive e i componenti, la prestazione energetica è raggiunta con i soli interventi “passivi”.

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3.04m2 4.634.6

pianta piano terra

pianta primo piano

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prospetto sud-ovest

prospetto sud-est

prospetto nord-ovest

_3 Parte della facciata est. Il piano interrato in calcestruzzo reinterpreta il basamento in pietra mentre la parte superiore è interamente in legno come nelle antiche costruzioni della zona.

sezione trasversale

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_4 L’angolo nord ovest. Le terrazze e il tetto sporgente proteggono le aperture vetrate creando giochi di luci e ombre sulla facciata.


Copertura (A), dall’esterno: copertura in lamiera zincata preverniciata piegata a doppia graffatura; guaina ardesiata impermeabilizzante; assito grezzo (2 cm); listelli in abete per ventilazione (4x5 cm); guaina freno barriera al vapore in tessuto traspirante; pannelli in fibra di legno (14 cm); pannello OSB (1,8 cm); pannello in fibra di legno flessibile (20 cm); travetto in legno; rivestimento in legno (2 cm).

A

B

Solaio interpiano (B), dall’estradosso: rivestimento in ceramica; guaina impermeabilizzante; caldana (4 cm); sottofondo (10 cm); assito grezzo (2,2 cm); trave in legno (24x14 cm); controsoffitto in cartongesso (1,25 cm) assicurato alla trave in legno con struttura metallica. Parete esterna (C), dall’interno: pannello in fibra di gesso (1,25 cm); listello fissato a parete per passaggio impianti (6x6 cm); pannello in fibra di legno flessibile (12 cm); telaio in legno di abete (12x6 cm) con montanti a interasse (62,5 cm); assito grezzo (2,5 cm); pannelli in fibra di legno (6 cm); telo traspirante; listelli per camera di ventilazione (3x3 cm); rivestimento in larice con sistema doppio romboidale (2 cm) con incavo rompigoccia (1,5x1 cm).

C

D

E

con struttura metallica.

Solaio verso vano non riscaldato (D), dall’estradosso: pavimento in doghe di legno certificato; caldana (6 cm); strato XPS (16 cm); sottofondo massetto alleggerito per passaggio impianti (10 cm); solaio strutturale (34 cm); controsoffitto in cartongesso (1,25 cm) assicurato al solaio

Solaio verso vano non riscaldato (E), dall’interno: pavimento in doghe di legno non trattato; sottofondo (10 cm); strato isolante in polistirene espanso estruso con pelle (20 cm); barriera al vapore in PE a bassa densità autoestinguente; riempimento in cls e soletta con rete elettrosaldata (60 mm); casseri a perdere in PP

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riciclato (50x50x27 cm); sottofondo in cls magro (5 cm). Copertura a verde (F), dall’esterno: strato vegetazione (5-25 cm); strato terriccio per coltura (10 cm); strato filtrante in geotessile; strato drenaggio in ghiaia (9 cm); strato di scorrimento e protettivo antiradice; strato di separazione e di protezione; guaina impermeabilizzante; massetto di pendenza (2%);

struttura in c.a.; controsoffitto assicurato al solaio con struttura metallica. Solaio terrazzo (G), dall’esterno: rivestimento in doghe di larice per esterno (2 cm) fissato con viti in inox; listelli di abete (3x3 cm); distanziale; guaina impermeabilizzante con vasca per la raccolta dell’acqua piovana; massetto di pendenza (3%); copertura in lamiera zincata preverniciata piegata

a doppia graffatura; linguelle di fissaggio per sottostruttura; assito grezzo (2,2 cm); pannello in fibra di legno flessibile tra le travi di legno (24x14 cm); controsoffitto in cartongesso (1,25 cm) assicurato alla trave in legno con struttura metallica.


G

F

_5 Interno con vista sul paese.

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_6 Il vano scale.

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progetti


A sinistra: travi e struttura delle pareti a telaio in cantiere prima della fase di montaggio; a destra: le pareti montate nastrate. In alcune di esse si vedono i pannelli di isolante tassellati.

A sinistra: pareti montate ma non ancora isolate; a destra: l’assito di diagonale che chiude la parete coibentata.

Fasi di posa della struttura prefabbricata lignea.

A sinistra: il telo di protezione prima del fissaggio del rivestimento esterno; a destra: il rivestimento esterno avvitato.

A sinistra: vista complessiva della struttura; a destra: le contropareti interne dopo il passaggio impianti.

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Luigi Scolari

Falegnameria San Genesio Atesino



_1 L’ingresso all’abitazione. _2 L’immagine identifica chiaramente i tre livelli del fabbricato, dal basso: il laboratorio, la zona espositiva e l’appartamento.

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Abitare e lavorare Ubicazione: San Genesio Atesino (BZ) Progetto: arch. Luigi Scolari, Bolzano Strutture: ing. Paolo Rosa, Bolzano Direttore dei lavori: arch. Luigi Scolari, Bolzano Progetto impianto elettrico: p.i. Thomas Meraner - Eleplan, Cornaiano (BZ) Progetto impianto termotecnico: p.i. Martin Schweigkofler, Bolzano Progetto per la sicurezza: ing. Paolo Rosa, Bolzano Appaltatore: Ciechbau, Bronzolo (BZ) Lavori: 2007-2009 Superficie utile: 480 m2 Fotografie: Renè Riller

Produzione, esposizione e abitazione in un unico edificio, in un’area produttiva ai margini dei pascoli che circondano il paese di San Genesio. Obiettivo del progetto è stato quello di dissimulare la funzione produttiva per offrire qualità residenziale a una zona artigianale. Grazie al pendio, infatti, è stato possibile ridurre l’impatto dei volumi tecnici della falegnameria: il silo è interrato e l’unico elemento tecnico emergente è il camino del locale verniciatura. L’edificio si sviluppa su tre livelli chiaramente distinti per funzioni dall’uso dei materiali e dalle tecniche costruttive. L’involucro in legno, con struttura in lamellare e pareti a telaio, è dedicato allo spazio abitativo, l’involucro in vetro allo spazio espositivo e al laboratorio creativo, le superfici vetrate e intonacate per l’officina. Dalla strada comunale, attraverso una piazza pubblica, si accede allo spazio espositivo. L’ingresso privato è poco discosto e riparato. La falegnameria è al livello inferiore con distinto accesso carrabile e con copertura, come tutte le altre, costituita da un solaio piano con tetto verde; solo in parte pavimentata essa offre una passeggiata lungo le vetrine della sala espositiva della zona d’ingresso a piano terra. L’area espositiva è priva di qualsiasi ripartizione opaca e le grandi vetrate a tutta altezza che la delimitano consentono di traguardarla e godere della vista del paesaggio circostante e, dall’esterno, di osservare i pezzi d’arredo allestiti. Il luogo di lavoro, l’officina, presenta ampie facciate vetrate per garantire le migliori condizioni di illuminazione naturale, mentre il magazzino è interrato. L’abitazione è ospitata in un volume di legno che aggetta sull’ingresso dell’area espositiva. Il grande locale del soggiorno è rivolto a sud e si affaccia per tutta la lunghezza sull’ampia terrazza, un giardino pensile con vista sulla valle. Le tavole in larice non trattato del rivestimento sono distanziate da perni in legno che creano ombre sulla facciata a seconda dell’ora.

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_3 Le grandi vetrate dell’area espositiva e degli uffici si aprono sul paese e sul paesaggio circostante. _4 Il tetto giardino sulla zona espositiva. _5 L’ingresso all’esposizione.

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pianta piano seminterrato

pianta piano terra

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pianta primo piano

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georgm端hlmann

prospetto nord

prospetto sud

prospetto ovest

prospetto est

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_6 Vista dell’edificio dalla piazza soprastante l’officina. _7 Particolare del serramento della zona espositiva.

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Solaio abitazione, dall’estradosso: pavimento in doghe di legno (3 cm); massetto (7 cm); strato di separazione foglio PE; strato anticalpestio in trucioli di gomma (1 cm); sottofondo alleggerito cemento cellulare (15 cm); solaio in cls armato (35 cm); controsoffitto in cartongesso (1,25 cm).

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Solaio verso laboratorio, dall’intradosso: controsoffitto in cartongesso (1,25 cm); solaio in cls armato (35 cm); barriera al vapore; polistirolo estruso (12 cm); strato di separazione geotessile; impermeabilizzazione in PVC antiradice; feltro di protezione e accumulo (ca. 1 cm); plastica a bolli con fori verso il basso; strato di drenaggio/accumulo (4 cm); telo filtrante; strato di ghiaia vulcanica (6 cm); struttura in profilo di alluminio (6 cm); tavolato in larice (3 cm). 1 - trave portante in legno lamellare (220/1520) 2 - controtelaio 3 - profilo a U zincato con gocciolatoio 4 - angolare in alluminio

dettaglio porta-finestra scorrevole

_sistema costruttivo________ L’unità residenziale è realizzata con una struttura in carpenteria lignea con travi in legno lamellare, solaio massiccio – anch’esso in lamellare – e pareti con sistema a telaio coibentato con pannelli in fibra di legno (180 mm). Sul lato esterno della parete è stato posato un ulteriore strato di isolamento in pannelli di fibra di legno (60 mm) con un’intercapedine ventilata e rivestimento con legno di larice di provenienza locale non trattato; nella parte interna altri 35 mm di fibra di legno garantiscono la continuità dell’isolamento. Il locale espositivo sottostante la residenza è realizzato mediante una struttura mista in carpenteria metallica e solaio in calcestruzzo e poggia sulla struttura seminterrata del laboratorio, del deposito e dei locali di verniciatura in calcestruzzo armato gettato in opera.

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Parete abitazione, dall’interno: doppia lastra in fibrogesso (2,5 cm); pannello in fibra di legno (3,5 cm); struttura telaio in legno isolata con fibra di legno (22 cm); pannello in fibra di legno (6 cm); barriera antivento; sottostruttura in listelli di legno (3 cm); rivestimento in assi di legno di larice non trattato (3 cm). Solaio verso falegnameria, dall’intradosso: ghiaia (9 cm); telo filtrante; strato di drenaggio/accumulo (4 cm); feltro di protezione e accumulo (ca. 1 cm); impermeabilizzazione in PVC antiradice; strato di separazione geotessile; polistirolo estruso (12 cm); barriera al vapore; solaio in cls armato (35 cm); controsoffitto in cartongesso (1,25 cm).

_8_9 Il rivestimento esterno con i perni in legno che ricordano le cataste di assi disposte ad asciugare e invecchiare per essere usate in falegnameria.

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progetti

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Le travi in lamellare del solaio si appoggiano e vengono agganciate a sostegni giĂ predisposti in fase di assemblaggio della struttura.

Telo di protezione e di tenuta. Si riconosce la sottostruttura in listelli.

Posa del rivestimento in doghe di legno non impregnato.

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Milano Milano A Architettura rchitettura Design Desig gn nE Edilizia dilizia F Fiera iera M Milano, ilano, R Rho ho 0 05_08 5_08 O Ottobre ttobre 2 2011 011

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ARCA Acronimo di “Architettura Comfort Ambiente”, ARCA nasce con l’intento di diventare il primo sistema italiano di certificazione dei prodotti in legno, dalle strutture portanti a tutti gli altri componenti realizzati con questo materiale e utilizzati nel mondo dell’edilizia, come pavimenti, serramenti, scale e tetti. Un edificio certificato ARCA soddisferà rigorosi criteri prestazionali e di qualità garantiti da organismi indipendenti in conformità ai requisiti di: salubrità degli ambienti interni, resistenza al fuoco e al sisma, qualità costruttiva (progettazione, tecnologia, materiali, competenza), sostenibilità ambientale, efficienza energetica e durabilità nel tempo. “Trentino Sviluppo” è il soggetto gestore del progetto ARCA: coordina le attività relative al sistema legno, realizza la promozione del sistema stesso e svolge le attività di certificazione mediante l’affidamento esterno.

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Monica Carotta

ARCA un marchio per l’edilizia sostenibile in legno

Monica Carotta Responsabile dell’area Marketing e Sviluppo territoriale di “Trentino Sviluppo”, collabora con “Habitech, il Distretto Energia Ambiente”, promosso dalla Provincia Autonoma di Trento e riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

ARCA - ARchitettura Comfort Ambiente è il primo sistema di certificazione in Italia per edifici con struttura portante in legno e per singoli componenti nello stesso materiale (serramenti, pavimenti, scale e tetti). ARCA nasce in Trentino, dove il marchio è stato presentato nel luglio di questo anno, ed è stato promosso dalla Provincia Autonoma di Trento nell’ambito del Piano per la valorizzazione della Filiera foresta-legno-energia. È il frutto del lavoro condotto da un comitato tecnico, composto da esperti del mondo della progettazione, produzione e certificazione, e da un comitato scientifico di livello internazionale. ARCA si innesta sull’esperienza maturata a partire dal 2008 dal progetto SOFIE (www.progettosofie.it) e, come evoluzione di questo progetto, è un sistema certificativo applicabile a tutte le tipologie costruttive di edifici in legno. Il regolamento tecnico ARCA, infatti, non ha definito a priori specifiche modalità costruttive (es: pannello, telaio) e non segnala soluzioni prescrittive ma fissa gli elementi qualitativi, precisi e codificati, con la rispettiva

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techné


Progetto SOFIE SOFIE - Sistema Costruttivo Fiemme - è un progetto di ricerca sull’edilizia sostenibile condotto dall’Istituto IVALSA del Consiglio Nazionale delle Ricerche con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento, nato nel 2008 con lo scopo di definire prestazioni e potenzialità del sistema costruttivo X-Lam (pannelli lamellari di legno massiccio a strati incrociati) per edifici a più piani, realizzato con struttura portante di legno trentino (Val di Fiemme e altre valli trentine) di qualità certificata, caratterizzato da elevate prestazioni meccaniche, basso consumo energetico, ottimi livelli di sicurezza al fuoco e al sisma, comfort acustico e durabilità nel tempo. CasaSOFIE è l’edificio a sette piani diventato famoso per essere uscito indenne da un terremoto di magnitudo 7,2 della scala Richter simulato sulla piattaforma sismica di Miki, in Giappone; sette mesi prima a Tsukuba, sempre in Giappone, casaSOFIE era riuscita a resistere per oltre un’ora a un importante incendio. Risultati eccezionali, resi possibili dall’utilizzo di materiali di qualità e del sistema costruttivo in legno X-Lam - pannelli lamellari massicci a strati incrociati - sviluppato e sperimentato dal CNR-IVALSA in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento.

metrica che li rende misurabili in maniera uniforme e imparziale. Si è così creato un sistema “aperto”, dove il differenziale è rappresentato dalla qualità dimostrabile oggettivamente tramite gli elaborati progettuali, le verifiche in cantiere e i test condotti in corso d’opera. Sulla base di tali esperienze, il progetto è nato anche con la volontà di valorizzare e promuovere la filiera degli edifici in legno, attraverso la creazione di un modello certificativo trasparente, efficiente ed efficace, che garantisca la qualità dell’edificio privilegiando il concetto prestazionale. L’obiettivo di ARCA è infatti quello di proporre un nuovo modo di costruire luoghi in cui vivere e lavorare che siano confortevoli, sicuri, sostenibili, garantiti attraverso un processo di certificazione indipendente. L’edificio ARCA L’edificio ARCA è in grado di rispondere, in modo competitivo, alle richieste del mercato dell’edilizia sostenibile che negli ultimi anni è in forte espansione e che si presenta come un settore caratterizzato da esigenze molto specifiche. Il legno viene proposto come reale e concreta alternativa all’edilizia tradizionale, rispetto alla quale si differenzia per le maggiori prestazioni e per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Per soddisfare le esigenze di mercato si è deciso di creare un processo di certificazione incentrato su un regolamento tecnico che descrive le corrette modalità di progettazione e realizzazione degli edifici in legno, ba-

sato a sua volta su performance prestazionali misurabili e verificabili. Le caratteristiche prestazionali fondamentali sulla cui base è stata costruita la certificazione sono: • antisismicità, • antincendio, • comfort acustico, • qualificazione dei prodotti, • efficienza energetica, • vantaggi assicurativi, • sostenibilità e comfort ambientale (LEED®, PEFCTM, FSC®). La certificazione ARCA Gli edifici che possono fregiarsi del marchio devono rispondere a un set di 13 requisiti raggruppati in tre distinte categorie: prestazioni tecniche (sicurezza antisismica, resistenza al fuoco, efficienza energetica, isolamento acustico, permeabilità all’aria, ventilazione comfort con recupero del calore); gestione dell’edificio (regole della qualità costruttiva, piano di manutenzione, polizza assicurativa postuma decennale); sostenibilità (legno certificato, programma di progettazione integrata, bassa emissione di componenti organici volatili, produzione locale). In base a quanto stabilito dalla certificazione, che si compone di prerequisiti obbligatori e di un sistema di crediti associati ad altre caratteristiche facoltative, l’edificio può essere classificato in uno dei quattro diversi

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LIVELLI DI CERTIFICAZIONE

PUNTEGGI RICHIESTI

Platino Oro Argento Verde

> 80 punti 65 - 79 punti 45 - 64 punti 31 (36 per edifici destinati ad uso scolastico e/o medico-sanitario) - 44 punti

I livelli di certificazione.

livelli di certificazione che rappresentano diverse fasce qualitative: verde, argento, oro e platino. La struttura documentale con cui sono gestiti e raccolti i requisiti nel regolamento tecnico è la seguente: CATEGORIA (es: categoria prestazioni tecniche) ? SPECIFICA (es: PT.1 Sicurezza antisismica) ? REQUISITO (es: A1 Aspetto da soddisfare). Il regolamento tecnico contiene, come descritto in precedenza, tre categorie: prestazioni tecniche (PT), gestione edificio (GE) ed edilizia sostenibile (ES), le quali raccolgono 13 specifiche. Nella tabella sottostante sono riportate le specifiche associate a ogni categoria, dettagliando per ognuna se ci siano prerequisiti associati e il massimo dei crediti ottenibili per ogni specifica. Nel caso i prerequisiti, ossia le condizioni minime per ottenere la certificazione, non siano soddisfatti, è necessario intraprendere tutte le azioni correttive al fine di ottenere la completa conformità, pena il mancato ottenimento della certificazione. Gli altri requisiti facoltativi forniscono crediti, vale a dire condizioni migliorative, rispetto ai prerequisiti, al fine di ottenere prestazioni e punteggi più elevati per l’edificio in legno. Alcune specifiche del regolamento tecnico prevedono l’esecuzione obbligatoria di test sull’opera finale. I test svolti sull’edificio sono due: • test acustico ? valutazione delle performance acustiche dell’edificio;

• Blower-Door-Test ? valutazione della permeabilità all’aria dell’edificio. La descrizione dei test è riportata nelle specifiche del regolamento tecnico. Per ottenere la certificazione dell’edificio in legno ARCA non è richiesto il possesso di nessuna certificazione obbligatoria di sistema e/o accreditamento da parte del costruttore e/o dei progettisti, fatto salvo quanto espressamente e puntualmente richiesto nelle singole specifiche (es: qualifica per la fabbricazione di prodotti strutturali). Tutti i progetti, per i quali è richiesta la certificazione, devono essere corredati dalla documentazione richiesta dal soggetto gestore del processo di certificazione. Il certificato eventualmente emesso rimane valido fino a quando le condizioni e i requisiti tecnici verificati non siano modificati significativamente. Ad ogni modo il certificato ARCA ha un termine massimo di scadenza pari a 10 anni dalla sua emissione. L’iter di certificazione è strutturato in due fasi: progettazione e realizzazione (cantiere, compresi i test in opera). La prima fase è dedicata alla revisione dei documenti di progettazione rispetto ai requisiti richiesti dal regolamento tecnico nella sezione “specifiche in fase di progettazione”. La revisione viene svolta dall’Organismo di Certificazione incaricato per lo specifico edificio in

Totale crediti

Prerequisiti CATEGORIA PRESTAZIONI TECNICHE (PT) PT.1 Sicurezza antisismica PT.2 Resistenza e sicurezza al fuoco PT.3 Efficienza energetica dell’edificio PT.4 Isolamento acustico PT.5 Permeabilità all’aria dell’edificio PT.6 Ventilazione meccanica controllata CATEGORIA GESTIONE EDIFICIO (GE) GE.1 Regole della qualità costruttiva GE.2 Piano di manutenzioni dell’edificio GE.3 Polizza assicurativa postuma decennale CATEGORIA EDILIZIA SOSTENIBILE (ES) ES.1 Legno certificato ES.2 Programma di progettazione integrata ES.3 Materiali basso emissivi ES.4 Produzione locale MASSIMO PUNTEGGIO OTTENIBILE * credito obbligatorio nel caso in cui l’edificio sia destinato ad uso scolastico e/o medico sanitario.

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50 SI SI SI SI SI NO

6 12 11 9 7 5

SI SI NO

24 3 3

SI SI NO* NO

6 4 4 6

30

20

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legno. La positiva chiusura della revisione nella fase di progettazione (nessuna non conformità sui prerequisiti) è necessaria al proseguimento dell’iter, ma non assicura in alcun modo l’ottenimento del certificato. La seconda fase prevede la revisione di quanto realizzato nella sezione “specifiche in fase di realizzazione”. La positiva chiusura della revisione nella fase di realizzazione (nessuna non conformità sui prerequisiti e l’ottenimento del punteggio minimo per certificarsi) e il superamento dei test finali in opera previsti, permettono all’edificio in legno di fregiarsi della certificazione ARCA secondo il livello finale raggiunto. Per tutelare la serietà, e a garanzia della qualità dell’intero processo, si è deciso di mantenere l’assoluta terziarietà della certificazione. Questo è possibile grazie alla collaborazione con organismi di certificazione e di prova “super partes” e di livello internazionale che abbiano determinate caratteristiche di competenze e professionalità.

Le fasi del procedimento di certificazione.

Vantaggi della certificazione ARCA Il marchio ARCA intende creare un valore distintivo per gli edifici con struttura portante in legno che rispettino i criteri di qualità definiti e codificati all’interno del regolamento tecnico. L’obiettivo è quello di far diventare le costruzioni in legno il nuovo benchmark di riferimento del mercato dell’edilizia sostenibile, senza limitarsi a occupare l’attuale spazio dell’edilizia in legno, ma spostando le quote di mercato su questo segmento. Il progetto intende valorizzare anche la comunità tecnica che utilizzerà questo schema come strumento di progettazione e realizzazione di edifici in legno. I vantaggi per il committente/proprietario si traducono anzitutto nella qualità dell’edificio progettato, realizzato e certificato secondo precisi criteri. Gli analisti stimano che un immobile certificato possa valere, sul mercato, un 10-15% in più rispetto a un analogo edificio non certificato. Il vantaggio della certificazione si potrà concretizzare anche in minori costi di assicurazione dell’edificio, la cui qualità costruttiva è stata verificata da enti terzi. D’altra parte, i costi per certificare l’edificio appaiono contenuti: sia in termini di costi diretti, dal momento che da una prima analisi eseguita su un edificio residenziale di 500 m2 i costi di certificazione, prove comprese, sono risultati in linea con il costo delle certificazioni attualmente più utilizzate sul mercato; sia in termini di processo di certificazione a carico dei soggetti coinvolti, progettisti e costruttore. Il sistema di certificazione creato attorno ai requisiti del regolamento tecnico è inoltre efficace in termini documentali e di processo. I criteri di qualità richiesti ai fini certificativi devono essere inseriti nei processi di progettazione e realizzazione, con effetti diretti sulla qualità dell’opera, senza richiedere costi di certificazione aggiuntivi per produrre evidenze ai soli fini certificativi.

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Sperimentazione su 10 edifici Una volta definito il regolamento tecnico, questo è stato testato su alcuni casi pilota. Il sistema è stato sperimentato principalmente su due livelli: • tecnico: valutazione della congruità del regolamento tecnico con il livello qualitativo delle aziende, considerando anche, eventualmente, se questo necessiti di modifiche o integrazioni; • di processo: valutazione e implementazione dell’intero sistema di gestione della certificazione formato da documentazione, rapporti tra i soggetti, gestione delle competenze coinvolte. La sperimentazione si è prefissata i seguenti macro obiettivi: • conferma dell’utilità di una codifica della qualità costruttiva per gli edifici in legno (regolamento tecnico e check list); • richiesta snellimento delle procedure certificative; • vantaggio per il committente di un prodotto garantito (certificato, libretto dell’edificio, assicurazione…);

• aziende produttrici: aziende trentine di dimensioni e struttura differenti. Da sottolineare il fatto che in fase di sperimentazione è stata richiesta tutta la documentazione e le evidenze stabilite dal regolamento tecnico al fine di raggiungere, ipoteticamente, il livello massimo di certificazione (livello platino). L’iter di certificazione, suddiviso in quattro passaggi fondamentali, può essere schematicamente riassunto come segue: • due audit in fase di progettazione ? effettuati dagli organismi di certificazione; • due audit in fase di realizzazione (cantiere) ? effettuati dagli organismi di certificazione; • prove in opera; test di permeabilità all’aria (BlowerDoor-Test) e acustici ? effettuati dall’organismo di prova; • riepilogo e raccolta di tutta la documentazione ? effettuato dall’ente gestore del processo certificativo. Conclusa la sperimentazione, è stato riconosciuto, a vari

Fasi dell’iter procedurale.

• promozione della qualificazione e formazione dei professionisti, creando una “comunità” che può associare il proprio nome al sistema della certificazione di qualità. La sperimentazione iniziata a luglio 2010 si è conclusa a fine giugno 2011. Il ruolo di regia e di coordinamento dell’intero progetto è stato gestito da Trentino Sviluppo in collaborazione con Habitech - Distretto Tecnologico Trentino. I soggetti coinvolti sono stati molteplici e sono entrati in gioco durante la sperimentazione talvolta contemporaneamente e talvolta in fasi successive. Le figure professionali intervenute in questa fase sono state le seguenti: • richiedente la certificazione: azienda costruttrice; • organismi di certificazione: ICMQ, Bureau Veritas e TÜV Italia; • organismo di prova: CNR-IVALSA; • progettisti: coinvolti dalle aziende produttrici in sperimentazione;

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livelli, un “attestato di partecipazione” a tutti gli edifici e un riconoscimento particolare alle aziende produttrici. La sperimentazione ha fatto emergere delle criticità, puntualmente risolte, ma ha anche confermato che l’impostazione del lavoro è funzionale e snella, tenendo conto che questo tipo di procedura ha come obiettivo certificare la qualità di un edificio in legno dall’idea progettuale fino alla sua consegna “chiavi in mano”. ARCA non solo per gli edifici in legno ARCA non intende limitarsi alla certificazione degli edifici in legno. Lo scopo finale del progetto è quello di creare un vero e proprio “marchio ombrello” dove possano trovare posto prodotti in legno di qualità ed esperti del settore delle costruzioni in legno, sia costruttori che progettisti e consulenti. ARCA sarà quindi il fattore comune di identificazione di prodotti e soggetti che si impegnano nei confronti della qualità delle costruzioni in legno.


DEFINIZIONI UTILIZZATE ALL’INTERNO DEL REGOLAMENTO TECNICO ARCA Edificio di legno: edificio in cui le funzioni statiche, delle parti fuori terra, vengono assolte in maniera determinante da materiali e prodotti per uso strutturale a base di legno, sia per gli elementi orizzontali, che verticali. Produttore dell’edificio: identifica qualsiasi persona fisica o giuridica che si presenta come il fabbricante e/o l’appaltatore dell’edificio di fronte al cliente finale o committente (si rimanda al D.Lgs. 206/2005). Richiedente: è da intendersi ogni persona fisica o giuridica che ha presentato richiesta scritta di valutazione di uno o più edifici di legno in base a quanto definito sul Regolamento Tecnico ed allo Schema di Certificazione ARCA. Nel processo di certificazione esso è da ritenersi l'unico responsabile, in solido per le parti di loro competenza con: impresa costruttrice, appaltatori, subappaltatori, proprietario, progettisti e fornitori; per la presentazione dei documenti richiesti e le relative autorizzazioni, al fine di ottenere la certificazione ARCA. Il sistema di certificazione del marchio ARCA.

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elementi multistrato I pannelli in legno massiccio a strati incrociati X-lam rappresentano una valida alternativa al legno massiccio e al sistema a telaio, avvicinando il sistema costruttivo in legno alle costruzioni tradizionali in laterizio e c.a., a esclusione delle fondazioni o delle opere contro terra. La loro versatilitĂ consente la realizzazione di tutti gli elementi necessari alla costruzione di un fabbricato (pareti solai, tetti), dalle case unifamiliari agli edifici destinati al terziario, di altezza notevole e idonei per le costruzioni in zone sismiche. Formate da assi incrociate, da cui il nome Crosslam (Cross Laminated Timber), le strutture in X-lam sono prodotte direttamente in fabbrica secondo le esigenze specifiche di progetto.

sistemi


sistemi costruttivi

Pannelli multistrato: X-lam

I pannelli X-lam sono costituiti da lamelle di legno, ricavate dalle parti più esterne dei tronchi, essiccate e classificate, incollati con giunti a pettine secondo lunghezze definite dalle esigenze del progetto. Le specie arboree utilizzate solitamente sono abete, abete bianco, larice, pino cembro e pino douglas. Le lamelle sono caratterizzate da spessori compresi tra 16 e 34 mm e da larghezze variabili tra 80 e 240 mm. Gli strati longitudinali, unidirezionali e formati da più lamelle incollate le une sulle altre, vengono incrociati e a loro volta incollati agli strati adiacenti di lamelle ruotate a 90°. Il numero degli strati che si incrociano nel sistema X-lam è variabile tra 3 e 7 ed è possibile realizzare pannelli lunghi fino a 16 m con altezze di 2,95 m. Grazie a questa tecnica si riducono al minimo i movimenti del legno ottenendo un materiale compatto, quasi monolitico, che sopporta i carichi. Il sistema, in combinazione con una coibentazione in fibra di legno, garantisce un buon isolamento termoacustico e protezione antincendio (U = 0,20 W/m2K, Sfasamento = 20,5 h, Rw = 58 dB e REI 90), influenzando positivamente il microclima indoor. L’X-lam soddisfa anche gli standard di realizzazioni di edifici passivi o a basso consumo di energia. Il pannello a strati incrociati può avere finitura grezza (non a vista), piallata e levigata da lasciare a vista oppure essere rivestito con uno strato supplementare. I pannelli vengono tagliati a seconda delle esigenze architettoniche completi di aperture per le porte e le finestre e collegati tra di loro con elementi tecnicamente semplici ed efficaci quali chiodi e viti autoforanti, angolari e piastre in metallo. Dal punto di vista economico permette grande rapidità di montaggio con riduzione conseguente dei costi di costruzione. Per motivi statici o di natura fisica e tecnica, i pannelli X-lam possono essere impiegati in strutture miste legno-calcestruzzo: le connessioni deformabili tra il legno e il cls avvengono mediante collegamenti meccanici, coprendo grandi luci. Nel rispetto dell’ambiente e in un’ottica di sostenibilità, la produzione dell’X-lam richiede consumi ridotti di energia, in particolar modo quella elettrica, e percentuali di collanti inferiori rispetto a quelle usate nel legno lamellare (0,6% di colle e 99,4% di legno).

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Lignoalp è il nuovo marchio registrato dell’azienda DAMIANIHOLZ&KO S.p.A., risultato della fusione tra due realtà altoatesine (Damiani Legnami e Holz&ko) avvenuta lo scorso anno. Entrambe le ditte hanno alle spalle anni di esperienza nel mondo delle costruzioni in legno e sono specializzate in sistemi a pannelli massicci (X-lam) e a telaio. La DAMIANI-HOLZ&KO S.p.A., con sede a Nova Ponente e a Bressanone (BZ), è la proprietaria dei disegni e delle immagini presenti in queste pagine e nelle seguenti.

In basso, da sinistra: casa unifamiliare a Varna (BZ); una sede della ditta DAMIANIHOLZ&KO S.p.A. a Nova Ponente (BZ); casa Krapf a Tiso (BZ); edifici a schiera a Silea (TV).

_le connessioni___ Gli elementi in X-lam permettono di realizzare costruzioni in cui i pannelli piani multistrato svolgono la funzione portante di piastre e/o lastre, a seconda delle condizioni di carico. Grazie alla loro conformazione (elementi disposti alternativamente ad angolo retto) e alla ripartizione trasversale dei carichi, è possibile ottenere una capacità portante nelle due direzioni principali del loro piano e assorbire i carichi concentrati in ogni punto. Le pareti, assieme ai solai, formano una struttura scatolare tridimensionale, senza necessità di ulteriori controventamenti. Orizzontalmente, l’irrigidimento si effettua mediante elementi singoli che trasmettono gli sforzi tra i solai. La verifica di tali elementi dipende dalla geometria del progetto, dalla geometria dei singoli elementi irrigidenti, dai carichi verticali e orizzontali (vento e sisma) e dal tipo di sezione. Per i carichi orizzontali, oltre alla tipologia delle connessioni, fattore fondamentale è la presenza di fori e aperture che riducono la lunghezza della parete non indebolita. Con pannelli di grandi dimensioni sono indispensabili giunzioni a contatto parete-parete, parete-fondazione, parete-solaio-parete e solaio-solaio; il collegamento, e la trasmissione dei carichi, si attua in modo puntiforme mediante bulloni, aste filettate incollate, chiodi, spinotti, viti e altri elementi metallici omologati. Nelle giunzioni parete-solaio-parete e parete-fondazione insorgono soprattutto sforzi di compressione dovuti ai carichi verticali. Gli sforzi di trazione si manifestano in condizioni di carico particolari (montaggio o/e particolare forma dell’edificio), oppure per l’effetto del ribaltamento a causa dell’azione sismica/vento, e devono essere trasmessi in fondazione con opportuni ancoraggi (hold down).

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pannelli multistrato_parete

interno

esterno

interno

esterno

Due immagini di un modello 1:1 di una parete-tipo con struttura portante in X-lam: a sinistra è evidente la finitura interna della parete, con pannello in cartongesso, a destra la finitura esterna in intonaco.

Stratigrafia della parete portante esterna con finitura esterna in intonaco (dall’interno)

Stratigrafia della parete portante esterna con finitura esterna in scandole di legno (dall’interno)

Stratigrafia della parete portante divisoria tra due unitĂ abitative con rivestimento in intonaco

- pannello fibrogesso (12,5 mm) - listellatura per impianti (60 mm) con materassino in fibra di legno flessibile - pannello X-lam (85 mm) - pannelli porta-intonaco in fibra di legno (120 mm) - intonaco (10 mm)

- pannello fibrogesso (12,5 mm) - listellatura per impianti (60 mm) con materassino in fibra di legno flessibile - pannello X-lam (85 mm) - pannelli in fibra di legno (140 mm) con listellatura in legno - guaina di tenuta all’aria a diffusione aperta - listellatura di ventilazione (30 mm) - rivestimento orizzontale con tavole di larice naturale (non trattate) a forma di scandola

- pannello fibrogesso (12,5 mm) - listellatura per impianti (60 mm) con materassino in fibra di legno flessibile - pannello X-lam (85 mm) - lana di roccia (40 mm) - pannello X-lam (85 mm) - listellatura per impianti (60 mm) con materassino in fibra di legno flessibile - pannello fibrogesso (12,5 mm)

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sistemi


pannelli multistrato_solaio Stratigrafia del solaio con intradosso in pannello cartongesso (controsoffitto) oppure legno a vista - pavimento finito (17 mm) - massetto autolivellante a base anidrica per riscaldamento a pavimento (60 mm) - guaina PE - pannelli anticalpestio (30 mm) - massetto alleggerito in cls (60-100 mm) - pannello X-lam (eventualmente a vista) - (eventuale) sottostruttura per impianti - (eventuale) controsoffitto in cartongesso (12,5 mm)

estradosso

intradosso con controsoffitto in cartongesso

estradosso

intradosso con legno a vista

Le fasi di cantiere della costruzione di un edificio in X-lam: dalla posa delle pareti alla posa degli impianti.

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pannelli multistrato_copertura

estradosso estradosso

intradosso con controsoffitto in cartongesso

intradosso con controsoffitto in cartongesso

estradosso

estradosso

intradosso con legno a vista

intradosso con legno a vista

Stratigrafia del tetto inclinato con rivestimento interno in pannello cartongesso come controsoffitto oppure legno a vista (dall’estradosso)

Stratigrafia del tetto piano con rivestimento interno in pannello cartongesso come controsoffitto oppure legno a vista (dall’estradosso)

-

-

tegole listellatura per tegole (40x50 mm) listellatura di ventilazione (50x80 mm) guaina impermeabilizzante a diffusione aperta pannello in fibra di legno (22 mm) isolamento in fibra di legno (160 mm) freno al vapore pannello X-lam (eventualmente a vista) (eventuale) sottostruttura per impianti (eventuale) controsoffitto in cartongesso (12,5 mm)

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sistemi

massetto alleggerito (> 60 mm) guaina impermeabilizzante PVC tavolato grezzo (25 mm) listellatura in pendenza guaina impermeabilizzante a diffusione aperta pannello in fibra di legno (22 mm) isolamento fibra di legno (160 mm) guaina frena vapore pannello X-lam (eventualmente a vista) (eventuale) sottostruttura per impianti (eventuale) controsoffitto in cartongesso (12,5 mm)


pannelli multistrato_nodi Pacchetto tetto ventilato - sistema incassato (dall’estradosso) -

tegole listellatura per tegole (40x50 mm) listellatura di ventilazione (50x80 mm) guaina impermeabilizzante a diffusione aperta pannello in fibra di legno (22 mm) isolamento in fibra di legno (160 mm) freno al vapore rivestimento interno in perline di abete (20 mm) correntini DUO in abete (119/179 mm)

Pacchetto parete esterna con rivestimento esterno in tavole di legno (dall’interno) - pannello in fibrogesso (12,5 mm) - listellatura per impianti con materassino in fibra di legno flessibile (60 mm) - pannello X-lam (85 mm) - pannelli in fibra di legno con listellatura in legno (140 mm) - guaina di tenuta all’aria a diffusione aperta - listellatura di ventilazione (30 mm) - rivestimento orizzontale con tavole di larice naturale, non trattate, in forma di scandola

Pacchetto solaio (dall’estradosso) - pavimento finito (17 mm) - massetto autolivellante a base anidrica per riscaldamento a pavimento (60 mm) - guaina PE - pannelli anticalpestio (30 mm) - massetto alleggerito (60-100 mm) - pannello X-lam - sottostruttura per impianti - controsoffitto in cartongesso (12,5 mm)

Pacchetto parete esterna con rivestimento esterno in intonaco (dall’interno) - pannello in fibrogesso (12,5 mm) - listellatura per impianti con materassino in fibra di legno flessibile (60 mm) - pannello X-lam (85 mm) - pannelli porta-intonaco in fibra di legno (120 mm) - intonaco (10 mm)

103



balconeparete esterna travi e pilastri elementi portanti lineari in legno con tamponamenti piani leggeri di irrigidimento

elementi massicci uniti con viti di faggio tavole orizzontali, verticali e diagonali unite a strato – con travetti portanti interni – con viti di legno senza colle e parti metalliche

mattoni in legno elementi modulari cavi di legno massiccio affiancati e sovrapposti a incastro mediante spine di accoppiamento ed incastri a tenone e mortasa

pannelli portanti legno massiccio a strati incrociati e incollati connessi con giunti a pettine

dettagli


incastro

pannelli portanti 6

1 posa pavimento incollato 2 impermeabilizzazione con membrana bicomponente 3 pannello in legno massiccio a strati incrociati BBS 4 bocchettone di scarico (ø 40 mm) 5 scossalina in alluminio preverniciato (sp. 10/10) 6 tubolare in ferro (ø 50 mm)

5

1

2

Stratigrafia solaio (dall’estradosso): - pavimento in gres - caldana pavimenti - pannello radiante - isolante acustico (5 mm) - massetto alleggerito - foglio in poliestere - struttura portante: solaio in legno massiccio a strati incrociati BBS

3

Valori prestazionali indicativi per il solaio U = 0,23 W/m2K Rw = 55 dB

Da sinistra: l’elemento unico del balcone, issato tramite la gru: si notano le barre ad aderenza migliorata dell’aggancio; il balcone in fase di innesto al di sopra dell’isolamento; il terrazzo fissato.

Il balcone è un elemento unico in pannello di legno massiccio a strati incrociati BBS e si aggancia alla struttura dell’edificio tramite barre in acciaio ad aderenza migliorata che si innestano direttamente nella parete portante, appositamente forata. Successivamente, i fori predisposti ad accogliere le barre del balcone vengono resinati. Il balcone è realizzato in pendenza per lo scolo delle acque piovane e impermeabilizzato mediante membrana bicomponente. È previsto il bocchettone di scarico delle acque, previa fresatura nel pannello BBS per il fissaggio del risvolto della guaina per il bocchettone. La terrazza è finita con pavimento incollato previa stesura di primer e stucco additivato con lattice.

Disegno e foto: Wood Beton S.p.A. Iseo (BS)

106 legnoarchitettura_05

4

dettagli


ancoraggio

mattoni in legno 1 pavimento balcone 2 parte metallica zincata (distanziatore) 3 trave portante 4 rivestimento in legno massiccio (in alternativa pannelli a tre strati) 5 trave di bordo Stratigrafia parete (dall’esterno) - rivestimento della facciata in legno - intercapedine di ventilazione per la facciata ventilata - isolamento a cappotto - guaina di tenuta all’aria permeabile alla diffusione del vapore - parete portante STEKO® - pannello di rivestimento in fibrogesso o in cartongesso

esterno

interno

1 2 3

4 5

Valori prestazionali indicativi per la parete: U = 0,15 W/m2K Rw = 45 dB REI = 30-90

Da sinistra, le immagini illustrano una soluzione differente rispetto al disegno: struttura portante del balcone massiccia (non ancorata alla struttura portante dell’edificio tramite profili metallici); il balcone completamente rivestito da materiale isolante per evitare ponti termici; i balconi finiti.

Un elemento in acciaio zincato permette l’ancoraggio del balcone alla struttura modulare in mattoni di legno. La piastra a contatto con la struttura viene fissata mediante viti sia alla trave di banchina che al modulo base del sistema. La seconda piastra, distanziata dalla struttura, sostiene la travatura primaria della terrazza. Sopra le travi viene posata la pavimentazione. Il sistema Steko®, che prevede solai massicci, propone anche un’altra tipologia di aggancio della terrazza, ovvero: il balcone, che forma una struttura unica con il solaio, diventa parte effettiva dell’involucro e pertanto, come ben indicato dalle foto sottostanti, viene completamente isolata, evitando la formazione di ponti termici.

Disegno: STEKO Holz-Bausysteme AG, St. Gallen (Svizzera) Foto: Holzer sas, Silandro (BZ)

107


ancoraggio

elementi massicci uniti con viti di faggio 1 2 3 4

solaio NUR-HOLZ trave di cordolo guaina impermeabile strato isolante con listelli per supporto pavimentazione 5 tavolato di supporto 6 travatura balcone principale e secondaria 7 rivestimento inferiore in doghe di legno 8 distanziatore metallico 9 sistema frangisole a tenda 10pilastro portante

2

1

Stratigrafia solaio (dall’estradosso): - pavimento in legno - sottopavimento: listellatura con interposto isolante - struttura portante (solaio) NUR-HOLZ - controsoffitto

5

3

4 6

10

7

Da sinistra, le travi portanti del balcone sagomate all’estremità per l’incastro con la trave di balcone; la trave di balcone collocata; il balcone rifinito. Disegno e foto: CasaSalute srl, Bolzano

108 legnoarchitettura_05

8

9

Il dettaglio mostra l’ancoraggio di una terrazza/balcone in corrispondenza di un’apertura vetrata con frangisole esterno. La travatura principale del balcone è fissata alla trave di cordolo mediante un distanziatore metallico che, separando il solaio dell’edificio dal balcone, evita la formazione di ponti termici, permettendo inoltre la posa di uno strato di isolamento nello spazio che si viene a creare. Un tavolato funge da supporto per lo strato isolante che accoglie i listelli di appoggio della pavimentazione, posata sopra una guaina impermeabile. Il terrazzo è completato inferiormente da doghe di legno. L’ultima doga verso la parete è incernierata e apribile, per consentire l’ispezione e la manutenzione del frangisole a tenda.

dettagli


incastro

pannelli portanti 1 tavolato in larice 2 travetti in larice per pendenza 3 guaina impermeabile 4 pannello fibrocemento 5 listellatura per pendenza 6 pannello portante X-lam 7 pannello isolante portaintonaco 8 intonaco Stratigrafia parete (dall’interno): - pannello fibrogesso (12,5 mm) - listellatura per impianti (60 mm) con materassino in fibra di legno flessibile - pannello portante X-lam (85 mm) - pannelli portaintonaco in fibra di legno (120 mm) - intonaco (10 mm)

2

1

6

3

7

4

5

8

Valori prestazionali indicativi per la parete: U = 0,19 W/m2K f = 15,4 h YIE = 0,01 W/m2K Rw = 43 dB REI = 30-60

Da sinistra, un balcone con struttura portante in X-lam non ancora rivestito; al centro un balcone già intonacato; a destra, un’immagine di balcone finito con pavimento in legno.

Con il sistema costruttivo a pannelli portanti, la terrazza forma un unico elemento con il solaio in legno multistrato. La parte sporgente del terrazzo viene isolata per creare una continuità nell’intonaco esterno. La parete esterna è appoggiata al solaio e collegata con angolari metallici, dimensionati in base al calcolo strutturale. I giunti tra parete e solaio vengono opportunamente nastrati per garantire un’adeguata tenuta all’aria. Al di sopra del pannello in X-lam, il balcone è finito con listellatura di pendenza, un pannello in fibrocemento ed è impermeabilizzato tramite una guaina. Il rivestimento del terrazzo è in grigliato di larice, mentre le restanti facce sono intonacate.

Disegno e foto: Lignoalp, marchio registrato della DAMIANI-HOLZ&KO S.p.A., Bressanone (BZ), Nova Ponente (BZ)

109


sagomatura, ancoraggio

travi e pilastri 1 2 3 4 5

trave di banchina trave portante del solaio trave di balcone pavimentazione in legno trave di tamponamento

Stratigrafia parete (dall’esterno) - finitura (2 mm) - rasante (13 mm) - cappotto in fibra di legno (80 mm) - pannello OSB (15 mm) - telaio in legno isolato con pannelli in fibra di legno (120 mm) - pannello OSB (15 mm) - pannello in fibra di legno flex tra listelli d’abete (40 mm) - pannelli di compensato di legno (10 mm) - cartongesso in lastre (10 mm)

4

5

Valori prestazionali indicativi per la parete: U = 0,1868 W/m2K f = 12 h 23’ Fattore di attenuazione 0,1760

3 1 2

Da sinistra: l’incastro sulla banchina della struttura secondaria del terrazzo; le travi portanti del balcone; dettaglio dell’intradosso con la trave di balcone fissata.

Il terrazzo è una prosecuzione delle struttura a travi portanti del solaio interno per assicurare adeguata staticità al balcone. Come si vede anche dalle fotografie sottostanti le travi del terrazzo all’esterno sono completate con una trave di balcone fissata alle stesse travi. Altra soluzione possibile per il terrazzo è l’aggancio alla trave di banchina grazie alla sagomatura dei travetti (vedi foto a sinistra). La struttura della terrazza all’esterno è chiusa da una trave di balcone, sagomata a sua volta, per l’incastro della travatura principale del terrazzo/balcone.

Disegno e foto: Il Legno su misura Srl Dosolo (MN)

110 legnoarchitettura_05

dettagli


sagomatura

travi e pilastri 1 trave di banchina del solaio 2 trave di tamponamento esterna 3 trave di banchina incastonata nel pilastro 4 tavolato balcone 5 travetti, balcone/portico Stratigrafia parete (dall’interno) - cartongesso (12,5 mm) - cartongesso (12,5 mm) - lana di roccia (40 mm) - pannello OSB (15 mm) - telaio in legno isolato con doppio strato di fibra di legno (160 mm; 80+80 mm) - pannello OSB (15 mm) - cappotto in fibra di legno (40 mm) - rasante (7 mm) - finitura (2 mm) Valori prestazionali indicativi per la parete: U = 0,1675 W/m2K f = 11 h 51’ YIE = 0,0283 W/m2K Fattore di attenuazione 0,1920 REI = 30 (60 in caso di utilizzo di lastre GKF, ignilastra rinforzata)

Da sinistra: l’aggancio dei travetti alla trave di balcone; il balcone da sotto con la trave esterna di tamponamento alla trave di banchina; il balcone finito.

5

4

3

2 1

In questo particolare tipo di terrazzo, la struttura a travetti in legno lamellare di abete del balcone (16 cm) viene incastrata al di sotto della parete portante esterna. Sotto i travetti viene posizionata una trave di 6x16 cm che funge da tamponamento alla trave di banchina. Esternamente la struttura del balcone trova appoggio su una seconda trave di banchina con incastri incastonata nel pilastro.

Disegno e foto: Il Legno su misura Srl Dosolo (MN)

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Foto: studio Benedikter, Luca De Giorgi

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Foto: Natural Building

Letterbox McBride Charles Ryan Guest House PARATELIER Asilo Feld72 Uffici Gianfranco Visentin, Andrea Zambon

Foto: Leonardo Finotti

Foto: John Gollings

Ampliamento con sopraelevazione Manuel Benedikter


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