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legnoarchitettura incontri Manuel Benedikter progetti Manuel Benedikter EXiT architetti associati Reset Architecture Madritsch&Pfurtscheller traverso-vighy architetti Federico Verderosa Officina23 dettagli Next Panel topic rivestimenti di facciata
EdicomEdizioni
ISSN 2039-0858
Trimestrale anno IX n° 32 luglio 2018 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD
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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno 9 – n. 32, luglio 2018 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard
incontri 04
Manuel Benedikter
redazione Lara Bassi, Lara Gariup editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
dettagli
redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com
Next panel
progetto grafico Lara Bassi, Lara Gariup
pannello per grandi coperture
stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno
topic Rivestimenti di facciata
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panorama
distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F. Argelati 35 – Milano
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copertina Corte Bertesina, traverso-vighy architetti Foto: AC Alessandra Chemollo È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore Foto: AC Alessandra Chemollo
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Foto: Wolfgang Retter
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Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
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Sopraelevazione Manuel Benedikter TabiĂ EXiT architetti associati
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Museum Roman Halder Reset Architecture Haus Moser Madritsch&Pfurtscheller
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Corte Bertesina traverso-vighy architetti Residenze e uffici Federico Verderosa
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Foto: Antonio Sena
Casa BLG Officina23
Foto: Alberto Sinigaglia
10 progetti
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Foto: Alexa Rainer
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incontri
Manuel Benedikter
“Cos’è l’architettura? È porsi domande, trovare le giuste risposte e quindi decidere”: questo è il motto dell’architetto Manuel Benedikter il quale, prima di dare le risposte, assieme ai suoi collaboratori cerca le domande giuste. L’architetto dice: ”Quando progettiamo non è il capo che decide, è l’idea il leader. Retorica? No, dialettica. Progettare per me vuol dire cambiare punto di vista, immedesimarsi e immergersi nelle visioni del luogo e capire cosa desidera il cliente e come integrare l’idea architettonica con le questioni urbanistiche ed energetiche per rispondere alle richieste; spesso linee di ragionamento sviluppate in parallelo confluiscono in una risposta progettuale… Una, tante decisioni.”
Foto: Marion Lafogler Fotografie
In queste due pagine, Casa KaTo a Caldaro (BZ), 2012.
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Oggi si costruisce sempre di più in legno. In molti
la versatilità, il profumo, le qualità tattili, i giochi con le
dei suoi progetti questo è impiegato come materiale
diverse essenze, l’aspetto che cambia con il passare
strutturale, come rivestimento, come arredo. Cosa
del tempo, invecchia e resiste alle intemperie. Si
significa usare il legno in un progetto? Qual è il va-
adatta a ogni scala progettuale: posso disegnare un
lore aggiunto che esso può offrire a un progettista?
tavolo, una sedia, interpretarlo come rivestimento in
Il bello del legno è che è l’unico materiale da costru-
facciata, usarlo come pavimento, profumare gli am-
zione che abbiamo che ricresce da solo. A parte que-
bienti con trucioli di legno, ha caratteristiche rilassanti
sta fondamentale caratteristica ecologica, ne apprezzo
e curative, parla e interpreta numerosi linguaggi ar-
incontri
Foto: Marion Lafogler Fotografie
Sopra, Peterswieshof a San Pietro in Val di Funes (BZ), 2012.
chitettonici, riveste una casa tradizionale tirolese così
tenza nel saper utilizzare il legno come materiale da
come caratterizza tutta una scuola di pensiero pro-
costruzione o per il design di arredi. Parlando di edi-
gettuale e costruttivo, per esempio del Vorarlberg, in
fici nuovi, probabilmente tra richiesta del cliente e pro-
Nella pagina accanto, Haus T ad Avelengo (BZ), 2010.
Austria. Conosco pochi materiali così versatili.
posta nostra nell’utilizzo del legno c’è un certo
Usare il legno per me è come incontrare un vecchio
equilibrio.
amico, troviamo sempre un tema, un argomento nuovo
Nel caso delle sopraelevazioni, invece, molto spesso
su cui dibattere e divertirci insieme. Il risultato e il va-
proponiamo noi il legno per gli indubbi vantaggi dati
lore aggiunto che questo materiale può offrire a un pro-
dalla leggerezza strutturale e dalla velocità di posa.
gettista non è scontato, direi il contrario: le molteplici
Grazie ai tempi brevi di assemblaggio degli elementi
tipologie costruttive vanno prima capite e poi interpre-
prefabbricati, in combinazione con lavorazioni interne
tate in base al progetto che si sta perseguendo. Usare
a secco, l’impatto negativo e il fastidio arrecato dalle
il legno non è una questione di moda, la vera sfida sta
attività di cantiere agli occupanti dei piani sottostanti ri-
nel risolvere prima di tutto i nodi costruttivi e poi go-
sultano mitigati notevolmente.
dersi la velocità di realizzazione e la precisione insita nella prefabbricazione (qualità del progetto).
In molti dei suoi progetti efficienza energetica, sostenibilità e struttura in legno concorrono a realiz-
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L’utilizzo del legno come materiale costruttivo è so-
zare edifici molto prestanti, un esempio per tutti il
litamente una richiesta del committente oppure è
Dahoam Naturresidence che abbiamo pubblicato sul
una proposta del suo studio al committente o, an-
nr. 03 di questa rivista nel 2011. Qual è il ruolo del
cora, è dettato da qualche altra ragione?
legno in questo processo che porta a costruire edifici
Le ragioni per le quali noi scegliamo il legno sono mol-
virtuosi dal punto di vista energetico e ambientale?
teplici; spesso lo proponiamo noi al cliente, ma è
Nella fattispecie, la scelta dell’utilizzo del legno nel pro-
anche il cliente stesso che richiede la nostra compe-
getto Dahoam Naturresidence è partita dalla commit-
incontri
tenza: su esplicita richiesta, gran parte del legno necessario alla costruzione è stato prelevato direttamente nei boschi di proprietà posti nelle vicinanze del cantiere e trasformato negli elementi costruttivi di base in una segheria e carpenteria del luogo. È difficile immaginare una filiera più corta! Lavorare in un comune a fortissima vocazione turistica ci ha spinti a usare il legno partendo dalla tradizione costruttiva locale, reinterpretandola in chiave contemporanea. La forma arcaica della casa alpina con il suo tetto in legno che si “aspetta” il turista c’è, ma è ancorata nel 21° secolo. È una casa altamente efficiente, sostenibile, con un linguaggio architettonico moderno. Questi sono i tre concetti che cerco di declinare in ogni progetto. E qui il legno mi aiuta a trovare una risposta alle richieste del cliente, il più possibile efficiente, radicata nel luogo o nel paesaggio. Ha realizzato molte riqualificazioni di edifici esistenti che hanno comportato ampliamenti e sopraelevazioni costruite con il legno; la scelta di questo materiale è dettata solamente dalla sua leggerezza? A parte la sua leggerezza e i criteri già sopra citati, aggiungerei anche che una parete strutturale in legno, a pari prestazioni termiche, è molto più sottile di una parete tradizionale; da qui ne consegue un guadagno di spazio importante per l’utente finale. Attualmente, con un team di progettazione che va da Tornio a Lienz passando per Bolzano, stiamo lavorando su un progetto europeo nel quale applichiamo una parete prefabbricata in legno su una facciata esistente al posto di un tradizionale cappotto. Questa soluzione rappresenta una nuova strada per la tecnologia costruttiva in legno e potrebbe diventare interessante ipotizzarne il suo utilizzo su più ampia scala. La prefabbricazione in legno, oltre a leggerezza e velocità di installazione, essendo questo prima lavorato e
Foto: Luca De Giorgi
Foto: Marion Lafogler Fotografie
poi anche posato a secco, ha un grandissimo vantaggio rispetto alla posa di una parete tradizionale con un cappotto incollato; una volta finito il suo ciclo di vita può facilmente essere disassemblata negli elementi originari che possono essere riusati o riciclati uno a uno in maniera semplice, economica ed ecologica. Sono convinto che in futuro questi concetti di economia circolare diventeranno sempre più importanti. Il riuso intelligente
di risorse vincerà sull’attuale concetto predominante di mandare tutto in discarica o in un inceneritore. Se dovesse scegliere un sistema costruttivo in legno, cosa sceglierebbe? X-lam o telaio? E perché? Facendo una veloce carrellata mentale dei progetti realizzati, circa il 75% dei nostri progetti è con struttura a telaio. Questa scelta è dovuta sia ad aspetti economici (la struttura a telaio costa meno) che di sostenibilità, infatti nella struttura a telaio si utilizza meno legno che non in una struttura X-lam. Molto spesso tuttavia combiniamo le due tecnologie, usando per le pareti la struttura a telaio e per i solai la struttura X-lam. Il solaio in X-lam è più sottile di un solaio a travi in legno ed è più facile gestirne le prestazioni acustiche in meno spazio perché è una struttura omogenea. Nel caso delle pareti, la struttura a telaio, a mio modo di vedere, è più versatile sia da un punto di vista degli ingombri che come possibilità di gestione del linguaggio architettonico. Un vantaggio che va riconosciuto alla struttura in Xlam è sicuramente la sua più omogenea prestazione strutturale nonché gli aspetti legati alla tenuta all’aria: il più alto grado di industrializzazione possibile nella produzione degli elementi costruttivi in X-lam possono dare maggiori garanzie nella verifica delle prestazioni reti in X-lam, in genere, hanno meno giunti di raccordo tra un elemento e l’altro, riducendo sensibilmente le possibilità di errore in fase di posa. In sintesi, non ci sono scelte dovute, tutto quello che
Foto: Marion Lafogler Fotografie
statiche. Per quanto riguarda la tenuta all’aria, le pa-
è ideologico non è logico. culture molto diverse. Al Politecnico di Barcelona Secondo lei quali sono le potenzialità espressive che
(ETSAB) poi ho conosciuto l’architettura mediterranea
il legno è in grado di offrire all’architettura contem-
e un’altra maniera di interpretare la composizione ar-
poranea?
chitettonica. Una città in costante fermento, con un
Una volta capite le logiche strutturali, a mio modo di
forte dialogo con l’America Latina, all’epoca in partico-
vedere, non ci sono limitazioni all’espressività archi-
lare Argentina, Colombia, Venezuela e Cile. È stata la
tettonica. Il legno è il materiale che risponde a 360°
città che forse ha saputo sfruttare al meglio le olim-
alle nostre esigenze progettuali.
piadi, riconquistando molte sue parti per i cittadini. Dopo esperienze lavorative in Brasile, a Porto Alegre,
Lei ha studiato, si è laureato e ha lavorato anche al-
e in Svizzera, a Zurigo, sono tornato, all’inizio un po’
l’estero prima di fondare il suo studio a Bolzano:
per caso, in Italia.
cosa delle esperienze vissute in questi Paesi pos-
Tutte queste esperienze mi hanno fatto crescere su
siamo ritrovare nella sua attività o nello sviluppo di
vari livelli e confluiscono nel mio modo di pensare e
un progetto?
fare architettura. Ogni progetto è una risposta a un
Durante i miei studi al Politecnico di Vienna (TU Wien),
luogo e alle esigenze di un cliente. Se si può parlare di
ahimè ormai più di 20 anni fa, ho potuto conoscere e
uno “stile Benedikter” è proprio il dialogo tra questi
approfondire sia i concetti di architettura solare e di so-
due aspetti. Le mie case forse parlano più di una lin-
stenibilità ambientale che le tecnologie della costru-
gua: il tedesco, l’italiano, lo spagnolo, un po’ di cata-
zione in legno. Ero andato così lontano da casa perché
lano, l’inglese, …
là c’erano – e ci sono tuttora – un ambiente e una discussione sull’architettura molto vivaci e fertili; Vienna
8 legnoarchitettura_32
La filosofia del suo studio si può riassumere come
è stata inoltre per lungo tempo la capitale europea più
segue: “L’architettura è porsi domande, trovare le
a est d’Europa e per questo un punto di incontro tra
giuste risposte e quindi decidere”. Da cosa dipen-
incontri
dono le domande e come avviene il processo di “ri-
un grandissimo entusiasmo e un’apertura verso le
sposta e decisione”?
nuove proposte sia tecnologiche che architettoniche
Le domande vengono dal saper ascoltare e osservare.
(compositive).
Sopra, Haus V a Rodengo (BZ), 2015.
Partiamo dal luogo e dal cliente: in genere arriva un cliente con un luogo preciso in studio. Ne osserviamo
L’ultima domanda: qual è il progetto a cui è più le-
le peculiarità, cerchiamo di capire la sua morfologia
gato e perché? E se dovesse scegliere un progetto
accettando e facendo nostri i vincoli urbanistici.
internazionale che la rappresenti, quale sarebbe?
Cliente e luogo sono interscambiabili: incominciamo
Ogni progetto è un po’ come un figlio. Non ho un figlio
ascoltandoli. Poi, insieme al cliente, cerchiamo di sti-
prediletto, in altre parole sono affezionato a tutti i miei
lare una lista dei desideri e di definire un budget. Da
progetti e mi sembrerebbe di fare un torto nominan-
queste fondamenta parte il percorso progettuale. Per
done uno anziché un altro. Spesso un progetto ha un
me progettare è prendere decisioni con il cliente, gui-
dettaglio costruttivo che è un po’ come la sua impronta
dandolo e aiutandolo nelle scelte.
digitale, unico, e che concentra la personalità del progetto e dell’idea architettonica in un semplice foglio.
I suoi progetti trovano collocazione non solo in Alto
Progetti di grandi architetti la cui forza mi fa stare in si-
Adige ma anche in tutta la nostra penisola: quali sono
lenzio ne ho per fortuna incontrati tanti. Spontanea-
le differenze, i vantaggi e/o le difficoltà tra il proget-
mente, di pancia, citerei la ristrutturazione del
tare in provincia di Bolzano e nel resto d’Italia?
convento Nossa Senhora de Bouro dell’architetto
I vantaggi nel progettare in Alto Adige potrebbero de-
Eduardo Souto de Moura. Fantastico!
finirsi da un lato con una minore ingerenza della burocrazia e dall’altro con una ormai consolidata esperienza nell’utilizzo del legno da parte degli artigiani. Lavorando fuori dall’Alto Adige spesso incontro
Per approfondimenti: www.benedikter.biz
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Foto: Alexa Rainer
Manuel Benedikter
Sopra elevazione Appiano
Foto: Alexa Rainer
1
_1 Vista dell’edificio da sud-est, che ben evidenzia la sopraelevazione dell’immobile con il nuovo tetto e la terrazza che corre lungo i lati est e sud. _2 A ovest l’edificio appare più chiusoe. Il parziale rivestimento in doghe di legno dona continuità all’immagine architettonica del nuovo volume, riprendendo secondo una linea ininterrotta la scansione orizzontale e la matericità dei parapetti delle terrazze.
Foto: Alexa Rainer
_3 L’affaccio a est presenta grandi vetrate, opportunamente schermate, che consentono di sfruttare appieno l’illuminazione naturale.
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2
progetti
Foto: Alexa Rainer
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Ubicazione: Appiano (BZ) Progetto e direzione lavori: arch. Manuel Benedikter, Bolzano; collaboratrice: arch. Karin Peer Strutture: ing. Philipp Gamper, Merano (BZ) Appaltatore: Roman Pichler, Caldaro (BZ) Lavori: febbraio-ottobre 2016 Superficie utile: 218,82 m2
Sopraelevazione con vista La richiesta del committente di ristrutturare la casa bifamiliare di proprietà è diventata l’occasione per rendere abitabile il sottotetto, altrimenti inutilizzato, sfruttando il bonus cubatura correlato alla riqualificazione energetica dell’immobile. La nuova configurazione dell’edificio prevede due unità immobiliari, una al piano rialzato e l’altra, che si sviluppa su due livelli, ai piani superiori. Il primo appartamento non ha subito alcuna variazione nella distribuzione interna, ma è stato oggetto di un intervento di coibentazione di facciata con lana di roccia e di sostituzione dei serramenti e degli oscuranti con altri più performanti. Al livello superiore, che accoglie la zona notte del secondo alloggio, sono stati effettuati gli stessi lavori – cambio dei serramenti e isolamento dell’involucro opaco – ed è stata rivista la disposizione interna degli spazi per poter far fronte alle esigenze del committente che necessitava di tre camere da letto matrimoniali, due delle quali usate come stanze singole per i figli, e di un bagno. Il sottotetto esistente è stato demolito fino all’ultimo solaio, su cui ne è stato gettato uno nuovo in calcestruzzo armato, più ampio rispetto al precedente e sporgente su tre lati per impiegare al meglio il bonus cubatura di circa 200 m3. La sopraelevazione, realizzata con struttura in legno a telaio, si apre con un enorme open space che ospita la cucina abitabile e il soggiorno, mentre su un lato si trovano la camera degli ospiti e un piccolo wc di servizio. La bellissima posizione che affaccia a est, con vista verso Bolzano e sullo Sciliar, è stata sfruttata creando un’ampia vetrata e una spaziosa balconata da utilizzare come zona pranzo nelle lunghe e calde giornate estive. Ogni apertura, concepita come punto di vista panoramico sui dintorni in una continua osmosi tra esterno e interno, è stata pensata per ottimizzare l’illuminazione naturale dell’ambiente. Efficienza energetica e armonia architettonica si incontrano dunque in un connubio perfetto proprio nel sottotetto, la cui natura contemporanea è evidenziata dalla copertura a doppia falda, riletta in chiave moderna, con la maggiore inclinazione verso il lato più esposto alle intemperie.
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Foto: Alexa Rainer
La zona giorno è un ampio open space che si apre verso la terrazza e il paesaggio.
Âą0,00
prospetto sud
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prospetto est
progetti
B
Stanza degli ospiti
Magazzino
A WC
A
Cucina Soggiorno
Terrazza
B
_trasmittanza media elementi costruttivi________
_certificazione e prestazione energetica________ CasaClima B, 50 kWh/m2 anno
Foto: Alexa Rainer
pareti esterne, U = 0,12 W/m2K solaio contro cantina, U = 0,26 W/m2K copertura, U = 0,16 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 0,83 W/m2K
Anche ai due livelli sottostanti, riqualificati energeticamente, la presenza delle doghe orizzontale nelle terrazze crea un’armoniosa continuità con la nuova addizione.
prospetto ovest
prospetto nord
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dettaglio A
dettaglio B
Stratigrafia tetto: - rivestimento tetto in alluminio - strato di separazione - tavolato (25 mm) - sottostruttura 80/60 (80 mm) - freno al vapore - fibra di legno (80 mm) - tavolato (25 mm) - puntoni in abete 200/1000 (200 mm) e fibra di legno flessibile interposta - pannello OSB (15 mm) con fughe sigillate - strato funzionale, listelli 40/60, d=550 (40 mm) e fibra di legno come isolamento acustico - gessofibra (15 mm)
Stratigrafia grondaia: - grondaia - strato separatore - tavolato OSB in pendenza (15 mm) - cuneo di legno per pendenza (distanza 500 mm) - tavolato OSB (15 mm) - strato esterno in legno (15 mm)
B
42
1,10
2,75
3,83
A
8,84
59
50
38
-47,77 1,15
1,18 9,35
1,18
40
4,02
15
4,07
40
32
16
90
2,50
2,50
1,45
1,19
1,01
20
15
6
2,49
1,18
L’edificio presenta, dal punto di vista impiantistico, una distribuzione del riscaldamento mediante impianto radiante a pavimento alimentato dalla caldaia a condensazione. Sono inoltre state predisposte le tubazioni di distribuzione del sistema di VMC.
16 legnoarchitettura_32
2,39
42
-53,66
-56,47
progetti
sezione AA
Foto: Alexa Rainer
La grande terrazza a est diventa espressione del materiale con cui è stata realizzata la sopraelevazione, ovvero il legno. Lo spazio è stato pensato per poter essere sfruttato in estate anche come zona pranzo.
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dettaglio C
dettaglio A
dettaglio D
dettaglio B
C
D
60 0 18 1 8 18 1 8
60 0
18 18
60 0
18 1 8
60 0
1,00
18 1 8
60 0
18 1 8
60 0
18 1 8
60 0
18 1 8
60 0
18 1 8
60 0
18 1 8
3 0 30
A
58
18 8
60 0
18 1 8
60 0
18 1 8
60 0
-48,19
B 2,40
2,82
-49,54
-51,27
2,49
-52,67
L’utilizzo di frangisole esterni per tutti i serramenti e l’ombreggiamento dato dalle sporgenze del tetto permettono di avere luce e calore naturale durante il periodo invernale proteggendo dall’eccesso di luce e irraggiamento in estate.
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42
-54,08
2,39
-55,48
16
27
3,90
15
5
2,02 -56,89
progetti
23
2,90
10
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16
sezione BB
Parete esterna, dall’esterno: - intonaco (15 mm) - rete di armatura - pannelli in fibra di legno (140 mm) - tavolato (20 mm) - montanti in abete 160/80 (160 mm) e fibra di legno interposta - pannello OSB (15 mm) - strato funzionale, listelli 40/60, d=550 (40 mm) e fibra di legno come isolamento acustico - gessofibra (15 mm) Solaio interpiano (sopraelevazione), dall’estradosso: - pavimento (16 mm) - massetto (60 mm) - strato separatore (3 mm)
-
anticalpestio in lana di roccia (20 mm) alleggerito (80 mm) solaio in c.a. con tubazioni VMC (200 mm) barriera al vapore solaio esistente (200 mm) intonaco (15 mm)
Solaio interpiano edificio in muratura, dall’estradosso: - pavimento (16 mm) - massetto (40 mm) - strato separatore (3 mm) - anticalpestio in lana di roccia (20 mm) - alleggerito (40 mm) - solaio esistente (200 mm) - intonaco esistente (15 mm)
Foto: Alexa Rainer
Le finestre incorniciano le viste sull’esterno, come dei quadri che mutano a ogni stagione.
_la struttura________ La sopraelevazione è stata realizzata con un sistema costruttivo a telaio in montanti e traversi in legno, coibentato con fibra di legno interposta, fissata su un solaio in cemento armato sporgente su tre lati. La scelta del sistema a telaio, realizzato in opera, è da ricondursi alla sua leggerezza e in quanto soluzione ideale per le sopraelevazioni. Le pareti esterne, nonostante lo spessore non elevato (40,5 cm) hanno altissime prestazioni termiche e acustiche, in particolar modo nel periodo invernale. Tutti i giunti (tra pannelli di OSB, tra serramenti e struttura portante, etc.) sono stati sigillati a tenuta d’aria per un risultato a regola d’arte. La copertura ventilata ha un’ossatura portante in legno, isolato anch’esso con fibra di legno interposta e un ulteriore pannello pedonabile, sempre in fibra di legno. Il manto si caratterizza per le lastre di lamiera aggraffata su tavolato. La soluzione costruttiva messa in opera per il tetto permette di avere ottime prestazioni termiche e acustiche con uno spessore ridotto.
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_4 Il legno utilizzato per la finitura del pavimento della zona giorno viene ripreso anche sulla terrazza a prolungare e quasi fondere idealmente i due ambienti.
4
Foto: Alexa Rainer
Foto: Alexa Rainer
_5 Dettaglio della parete vetrata a est da cui si possono godere le viste sulla valle e i monti circostanti.
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20 legnoarchitettura_32
progetti
Fasi di costruzione della struttura a telaio della sopraelevazione.
Realizzazione delle partizioni interne; la fotografia consente inoltre di vedere le nastrature tra le congiunzioni dei pannelli di chiusura della parete e della copertura.
Posa del cappotto esterno della sopraelevazione, in fibra di legno, e dell’edificio esistente, in lana di roccia.
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EXiT architetti associati
TabiĂ Selva di Cadore (BL)
_1 La nuova rampa di accesso alla seconda unità edilizia collocata ai piani superiori. La copertura esistente è stata rimossa e la volumetria è stata portata al di sotto della rampa, guadagnando così spazio abitativo. _2 Lo zoccolo in pietra e il castello ligneo identificano le due parti del tabià destinate alle due residenze. _3 La base massiccia è stata rinforzata con cordoli di affiancamento, contropareti interne e anello di chiusura sommitale in calcestruzzo armato.
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24 legnoarchitettura_32
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Ubicazione: Selva di Cadore (BL) Progetto: EXiT architetti associati, Treviso Strutture: ing. Alberto Soligo, Camposampiero (PD) Direttore dei lavori: arch. Francesco Loschi - EXiT architetti associati Appaltatore: CNC Snc, Livinallongo del Col di Lana (BL) Lavori: agosto 2013 – giugno 2016 Superficie fondiaria: 500 m2 Superficie utile: 270 m2 Superficie verde: 260 m2
Foto dell’edificio finito: Alberto Sinigaglia Foto di cantiere: EXiT architetti associati
Conservare e trasformare Recuperare un tabià è sempre un’operazione delicata, vista soprattutto la sua complessità strutturale e spaziale. Se da un lato è necessario rispettare l’equilibrio che si instaura tra aspetto esteriore e struttura, dall’alto la riqualificazione di questa tipologia di fabbricati porta a stravolgerne la natura a causa proprio della loro necessaria rifunzionalizzazione. L’edificio ristrutturato si trova in una piccola frazione del comune di Selva di Cadore, in una posizione isolata e avanzata rispetto al borgo di cui fa parte e di cui diventa elemento di chiusura a valle della strada che attraversa il paese. Costruito in un’epoca abbastanza recente – verosimilmente a cavallo tra le due guerre mondiali –, presentava una struttura ordinata e libera da volumi accessori, con una sola eccezione sul lato nord dove una sorta di tunnel a baldacchino copriva la rampa di accesso al primo livello. Quattro erano i piani del tabià, due ospitati nel basamento di pietra e due, di cui uno era un sottotetto, alloggiati nel castello ligneo a sbalzo. A dispetto di quanto ci si poteva aspettare, tutti i livelli avevano altezze interne generose e abitabili, oltre i 2,40 m. Prima di iniziare le operazioni di ristrutturazione, che prevedevano anche la suddivisione dell’edificio in due unità abitative, è stato effettuato un meticoloso rilievo architettonico, catalogando e indicizzando le parti da smontare e riposizionare e mettendo in evidenza gli elementi da sostituire. I servizi igienici dei livelli più bassi sono stati spostati all’esterno del perimetro per preservare la pulizia planimetrica dell’edificio e la copertura sopra la rampa è stata rimossa trasferendo il volume al di sotto di essa, creando uno spazio che si innesta in modo organico con la preesistenza e liberando così il prospetto nord da un oggetto aggiunto successivamente alla costruzione del tabià. Il recupero ha comportato, in una prima fase, il consolidamento del basamento in pietra e delle fondazioni e, successivamente, l’intervento sul castello ligneo e, in particolare, sul suo collegamento con il dado murario sottostante; in seguito sono stati posati gli impianti e realizzate le pareti a secco interne con relativa coibentazione termica e acustica, avendo cura di nascondere le parti impiantistiche troppo evidenti.
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pianta piano terra
pianta piano primo
_prestazioni energetiche________ per riscaldamento: Unità A, 77,5 kWh/m2 anno Unità B, 40,1 kWh/m2 anno per acqua calda: Unità A, 10,5 kWh/m2 anno Unità B, 10,5 kWh/m2 anno emissioni di CO2: Unità A, 17,6 kg CO2/m2 anno Unità B, 10,1 kg CO2/m2 anno
pianta piano secondo
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progetti
pianta piano sottotetto
prospetto nord
prospetto ovest
Il tabià si trova in un luogo isolato e prominente che consente di godere di un panorama unico sui quattro lati: a nord il Monte Cernera incorniciato dal borgo di Bernart, il massiccio del Pelmo a est, la Marmolada e il paese di Colle S. Lucia a ovest, i boschi del Monte Fertazza e la vetta del Civetta a sud. I recenti inserti di larice non sono stati trattati, lasciando al tempo e agli agenti atmosferici l’azione di ingrigimento del legno che assumerà le tonalità del legname preesistente.
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_4 Interno del primo livello dell’unità edilizia ricavata nel castello ligneo; la struttura originale in travi e pilastri in legno è stata rimossa, catalogata, sostituita in alcune parti, rimessa in opera e rinforzata da elementi in acciaio quali, ad esempio, piastre e angolari.
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_l’approccio al consolidamento________ Un tabià nasce per conservare il fieno e gli attrezzi agricoli e per ospitare gli animali nella stalla solitamente collocata a livello del terreno, rimanendo intatto per secoli e resistendo agli agenti atmosferici a seconda della bravura di chi l’ha costruito. L’elasticità del castello ligneo e le soluzioni di incastro adottate sono tali da adattare la struttura ai carichi e alle spinte secondo deformazioni graduali che conferiscono all’edificio anche discrete caratteristiche di resistenza al sisma. Tuttavia, il cambio di destinazione d’uso e il rispetto della normativa vigente impongono che l’intera struttura debba essere più rigida, operazione che riguarda dunque tutti i nodi, i quali molte volte vengono snaturati nella loro originalità ed eleganza e vengono modificati con interventi importanti. Premessa necessaria questa, prima di descrivere, seppur sommariamente, il complesso lavoro di recupero, conservazione e consolidamento effettuato in questo particolare tabià a Selva di Cadore. Essendo l’edificio relativamente giovane, i segni di degrado erano meno rilevanti rispetto ad altre strutture simili e pertanto il progetto di recupero strutturale ha coinvolto buona parte delle membrature portanti attive. Data la complessità della struttura, l’approccio agli elementi portanti ha subito diversi aggiustamenti nei due anni di durata dei lavori, dal 2013 al 2015.
_5 La porta di ingresso all’appartamento posto ai due piani superiori del tabià, a cui si accede mediante una rampa, incornicia la vista sul borgo. Anche in questo caso, si notano gli elementi in acciaio, volutamente dipinti di nero a segnalare l’intervento di consolidamento effettuato.
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_6 La scala porta all’ultimo piano dell’abitazione, un sottotetto che, viste le altezze interne, è stato possibile trasformare in un volume abitabile. _7 Stato di fatto del primo livello del castello ligneo, adibito a fienile, in cui si vede già la struttura intelaiata e il buon grado di conservazione. _8 Anche il sottotetto, utilizzato come deposito degli attrezzi, mette in evidenza l’ossatura lignea della copertura e la chiusura in tavole di larice delle superfici esterne.
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_l’intervento sull’esistente________ L’intervento, come già accennato, ha seguito due fasi ben distinte: prima il consolidamento del basamento in pietra e delle fondazioni e poi l’intervento sul castello ligneo. La prima serie di interventi ha visto la realizzazione di due cordoli di affiancamento al basamento murario in calcestruzzo collegati tra loro da barre metalliche passanti, di una sottile controparete in calcestruzzo armato direttamente sul lato interno della muratura e per l’intera altezza delle murature e di un anello di chiusura in calcestruzzo sopra le murature e in acciaio sopra il vuoto delle finestre. Anche il solaio intermedio è stato ricostruito e rinforzato con una soletta in calcestruzzo unita alle travi sottostanti da connettori in acciaio. Pur non essendo più possibile vedere la muratura dal lato interno, i lavori hanno reso pressoché monolitica la base in pietra, che solitamente è l’elemento più fragile di tutto l’edificio. La seconda fase dei lavori ha coinvolto un nodo fondamentale – il collegamento tra il castello ligneo e la muratura in pietra – in cui le reazioni della parte superiore dell’edificio, fondamentalmente elastica, si trasmettono al corpo inferiore più rigido. In questo caso l’orditura principale orizzontale è collegata all’anello sottostante con profili metallici fissati a lame metalliche con semplice bullonatura. La parte centrale di questo solaio è stata anch’essa rinforzata con una soletta collaborante in calcestruzzo. In seguito sono stati rimossi tutti i tavolati esterni e interni così da liberare e mettere in luce l’intera ossatura lignea; il tavolame recuperato dal tamponamento è stato adeguatamente ripulito e catalogato per essere reinserito. È stato poi effettuato lo smontaggio del tetto e del soppalco dell’ultimo livello; anche in questo caso i pilastri rimossi sono stati catalogati e accantonati per il successivo rimontaggio, anche se molti degli elementi in larice sono stati sostituiti, in quanto ammalorati o non idonei, con elementi nuovi ma del medesimo materiale e forma. Le connessioni trave-pilastro sono state realizzate con angolari e staffe in acciaio con funzione di incastro tra i vari elementi, con particolare attenzione agli elementi di controventamento della struttura perimetrale (rinforzi inseriti in opera sfruttando i minimi spazi tra il castello di travi preesistenti collaboranti alla struttura originaria). Le parti metalliche sono state dipinte di nero, evidenziandone così la presenza e la funzione. Completati i consolidamenti strutturali, sono stati realizzati gli impianti e le contropareti interne a secco coibentate termicamente e acusticamente. Per differenziare le zone oggetto di intervento da quelle esistenti, i rivestimenti delle nuove volumetrie e partizioni sono stati volutamente realizzati in larice nuovo, il quale con il passare del tempo assumerà la patina grigio-rossastra del vecchio edificio a cui via via si uniformerà. Stessa attenzione è stata rivolta alla copertura, rivestita in scandole di larice in doppio strato. 1 Sostituzione travi 1° solaio. In giallo: 8+8 nuove travi in legno 1° solaio (16x16 cm, l 410 cm); in rosso: elemento strutturalmente non attivo eliminato. 2 Piastrine in acciaio per fissaggio pilastri. In blu: piastrine di fissaggio a T (180x180x180x10 mm) per fissaggio pilastrini. 3 Sostituzione pilastri di bordo e inserimento profili in acciaio. In verde: pilastri lignei recuperati (18x18 cm, h 180 cm); in giallo: pilastri e trave in legno sostituiti; in blu: profili in acciaio. 4 Inserimento controventamenti in acciaio. In blu: ancoraggi di fissaggio saldati a una o due piastre (collegate ai cordoli in c.a. e alla trave di legno o al profilo IPE 140 e alla trave di legno) e piastre di rinforzo al taglio.
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5 Rinforzi di acciaio per le travi. In verde: travi in larice esistenti accorciate per inserimento degli sbalzi in acciaio; in blu: profili UPN 200 di diverse lunghezze affiancati alle travi esistenti in legno. 6 Reticolare di collegamento in acciaio. In blu: tre tipi di unioni tralicciate tra elementi in acciaio e travi di larice. 7 Selle di collegamento in acciaio. In blu: selle in acciaio per alloggiamento di travetti di rinforzo del solaio e piastre di rinforzo al taglio. 8 Rinforzo del solaio ed elementi in acciaio per collegamento della base dei pilastri. In fucsia: travetti in legno di recupero per rinforzo del solaio (19x19 cm, l variabile 410, 400, 305, 300, 260, 230 cm); in verde chiaro: travi smontate e riposizionate; in verde scuro: travi accorciate; in marrone scuro: travi di cui è stata valutata l’integrità; in giallo: travi sostituite; in blu: basi in acciaio per i pilastri e i controventi.
Uno scorcio dell’interno dell’appartamento ricavato nel volume in pietra con le ampie finestre che incorniciano le viste sulla valle.
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Il terrazzo recupera e mantiene l’aspetto esteriore originale del tabià ; i rivestimenti in tavole verticali di legno e parte della struttura portante scandiscono il percorso sul balcone che, come una loggia, è protetto dallo sporto del solaio del sottotetto.
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9 Pilastri e controventi 2° piano. In verde chiaro: pilastri rimossi e riposizionati; in giallo: pilastri sostituiti (20x20 cm); in marrone: pilastri di cui è stata valutata l’integrità; in azzurro: i nuovi controventi. 10 Struttura principale solaio soppalco. In giallo: travi nuove del solaio (24x24 cm, l 1000 e 800 cm); in verde: travi rimosse e riposizionate. 11 Struttura secondaria soppalco. In giallo: elementi nuovi (20x20 cm, l 290 o 430 cm, tranne travi principali, 24x40 cm e l 290 cm). 12 Rinforzo solai ed elementi in acciaio per collegamento base pilastri. In verde: travi esistenti rimosse e riposizionate; in blu: angolari di differenti dimensioni e piastre (medie e corte) per accogliere pilastri e controventi del soppalco. 13 Pilastri e controventi soppalco. In verde: pilastri rimossi e riposizionati; in fucsia: elementi recuperati da altre sedi; in azzurro: controventi nuovi; in blu: angolari e piastre per orditura tetto. 14 Terzere e travi di colmo. In verde travi e terzere recuperate e riutizzate; in fucsia: 6+6 teste di travi in legno recuperate (19x19 cm, l 120 cm) per ottenere lo spessore necessario a isolamento copertura. 15 Arcarecci. In giallo: arcarecci nuovi (20x20 cm, l 630 cm, tranne quelli in corrispondenza dell’abbaino). 16 Primo tavolato e prolunghe arcarecci. In fucsia: 4 travi (18x18 cm e l 670 cm); in verde: travi esistenti in sede accorciate per prolungare arcarecci e per ottenere lo spessore necessario a isolamento copertura.
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Copertura, dall’esterno (A): - doppio strato di scandole in larice (60x20x3 cm) - morali in abete di supporto alle scandole (6x4 cm) - clips metalliche di ancoraggio morali fissate senza fori alle coste della lamiera - copertura in lamiera verniciata pinzata - guaina impermeabile - tavolato esterno (2,5 cm) - camera d’aria (4 cm) - isolamento termico (8+6 cm) - barriera al vapore - tavolato interno a vista in larice (3 cm) Parete, dall’esterno (B): - tavolato esterno in larice di recupero (3 cm) fissato a doppia orditura di morali - telo impermeabile traspirante - OSB (1,5 cm) fissato su struttura principale e a morali verticali di abete (4x8 cm) - intercapedine (8 cm)
tra montanti (4x8 cm) - telaio parete in montanti di legno massiccio (20x20x220 cm) - isolamento continuo in lana di roccia (4 cm) e riempimento interstizi telaio in XPS (6+8+4 cm) - rivestimento interno con singola lastra di cartogesso (1,25 cm) Parete, dall’esterno (C): - tavolato esterno in larice di recupero (3 cm) fissato a doppia orditura di morali - telo impermeabile traspirante - OSB (1,5 cm) fissato su struttura principale e a morali verticali di abete (4x8 cm) - intercapedine (8 cm) tra montanti (4x8 cm) - telaio parete in montanti di legno massiccio (20x20x220 cm) - isolamento continuo in XPS (4 cm) e riempimento interstizi telaio in XPS (6+8 cm) - controparete interna in blocchi di laterizio forati (8 cm) - intonaco interno (1,5 cm)
Solaio interpiano, dall’estradosso (D): - pavimento flottante in larice spazzolato (1,5 cm) - materassino per diffusione impianto radiante e isolamento acustico (0,18 cm) - pannello ribassato in gesso (1,8 cm) per riscaldamento radiante - pannello di ripartizione in OSB (1,8 cm) accoppiato a materassino anticalpestio - doppio tavolato in larice (3+3 cm) - trave solaio (20x20 cm) Solaio controterra, dall’estradosso (E): - pavimento in legno (1,5 cm) - pannello bugnato per impianto radiante posato e massetto autolivellante (spess. tot. 9 cm) - isolamento (3 cm) - cappa armata (4 cm) - vespaio aerato con cupolini (7 cm) - soletta in c.a. armata (15 cm) - magrone (8 cm)
Sotto, l’affaccio sul ballatoio dall’ampia porta finestra inquadra il verde dei boschi del Monte Fertazza e la cima del Monte Civetta.
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Solaio interpiano, dall’estradosso (F): - pavimento flottante in larice spazzolato (1,5 cm) su materassino anticalpestio (0,2 cm) - pannello bugnato per impianto radiante posato su materassino anticalpestio e massetto autolivellante (spess. tot. 8-9 cm) - massetto alleggerito per copertura impianti - soletta collaborante (8 cm) armata con rete metallica - tavolato in larice esistente (3 cm) - intercapedine di separazione (40 cm) interamente foderata con pannelli in lana di roccia e pannelli in XPS - controsoffitto in tavoloni di abete (3 cm)
Solaio interpiano, dall’estradosso (H): - pavimento in larice spazzolato (1,5 cm) - pannello bugnato per impianto radiante posato su materassino anticalpestio e massetto autolivellante (spess. tot. 8-9 cm) - massetto alleggerito per copertura impianti (7 cm) - soletta collaborante (6 cm) armata con rete metallica - tavolato in larice esistente (3 cm) lavato e spazzolato - travi di solaio in larice esistenti
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Parete, dall’esterno (G): - muratura esistente in pietra (65 cm) - controparete di rinforzo in c.a. (15 cm) - intercapedine d’aria (3 cm min) - isolamento termico in XPS (6+6 cm) - controparete interna in doppia lastra cartongesso (1,25+1,25 cm) con barriera al vapore in alluminio sul lato esterno alla prima lastra
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canale di gronda in rame (diam 15 cm) staffa metallica per sostegno canale di gronda spezzone di travetto in larice inchiodato su arcareccio interno riempimento intercapedine a sbalzo con lana di roccia trave in legno di larice esistente (22x22 cm) barriera al vapore in corrispondenza del pavimento a sbalzo verso l’esterno 7 bordo di contatto esterno con il muro riempito di ghiaia 8 blocco in argilla espansa 9 parete in c.a. fino alla quota di 10 cm sotto la soglia p. terra 10 drenaggio in ghiaia con tubo corrugato e forato (diam. 1,25 cm) 11 batolo di fondazione in c.a. (50x20 cm) 7 12 giunto waterstop esterno 8 13 giunto waterstop interno 14 cordolo di chiusura laterale 9 in c.a. (22 cm) 12 15 batolo di sottofondazione muro 10 11 centrale in c.a. (80x30 cm) 16 sigillatura sotto muro con sabbia cemento 17 muro centrale in pietra (40 cm)
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Rimontaggio delle travi originali del solaio del sottotetto, dopo essere state ripulite e controllate. Alcuni pilastri in larice hanno sostituito gli elementi preesistenti ammalorati.
Due immagini del primo solaio interpiano sopra la struttura in pietra. A sinistra, la foto permette di individuare le contropareti interne e l’anello di chiusura sommitale in calcestruzzo armato e il rinforzo del struttura in legno con elementi in acciaio dipinti di nero. A destra, elementi di controventamento tra l’impalcato ligneo del solaio. A sinistra, rimontaggio della struttura di legno con il riposizionamento delle travi e dei pilastri rimossi, catalogati e ripuliti e l’inserimento di elementi in legno di recupero e di nuove travi o pilastri del medesimo materiale (larice) e della stessa forma.
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Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
Reset Architecture
Museum Roman Halder Sint-Michielsgestel (NL)
_1 Guardando verso l’ingresso, il nuovo volume in legno, inserito secondo una linea obliqua nell’edificio, diventa un elemento lineare che, assieme agli archi a volta, dà continuità al paesaggio esterno. _2 Il primo piano è usato come uno spazio per lo studio archeologico. Tra i quattro archi è stato posizionato un lungo piano di appoggio a servizio dei ricercatori.
Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
Alla lunga parete diagonale, rivestita di doghe chiare disposte in modo tale da nascondere la struttura della balaustra del piano superiore, fanno da contraltare i telai e le travi della struttura del tetto di legno scuro e non rifinito, una combinazione di materiali grezzi e di dettagli sofisticati che, ben evidente nell’edificio originario, è stata fonte di ispirazione per gli architetti che hanno accostato materiali differenti e di diversa finitura come le doghe di pioppo piallate sulla parete diagonale, il cemento lucidato per il pavimento e gli intonaci bianchi di argilla sui muri perimetrali.
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progetti
Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
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Ubicazione: Sint-Michielsgestel (NL) Progetto: Reset Architecture, 's-Hertogenbosch (NL) Team di progetto: Theo Mathijssen, Tess Landsman - Reset Architecture Appaltatore: De Visser - Bouwgroep Moonen, 's-Hertogenbosch (NL) Fine lavori: 2017 Superficie totale: 126 m2
Ruvida raffinatezza Per ospitare i reperti archeologici, principalmente oggetti di ceramica e di metallo, dell’antico sito romano di Halder in Olanda è stato riqualificato il vecchio fienile del complesso monumentale della tenuta di Haanwijk, che comprende, oltre all’abitazione signorile del 1649, anche una casa colonica e un forno. Il fabbricato agricolo, ricostruito nel secondo dopoguerra, si caratterizzava esternamente per la tipica muratura di mattoni rossi, rimasta praticamente intatta anche dopo i lavori di recupero, e per la struttura interna, scandita da quattro singolari telai in legno grezzo, realizzati con grande maestria dai carpentieri dell’epoca. I progettisti hanno dato nuova vita al fienile con un solo e semplice intervento architettonico, ovvero l’inserimento di un volume in legno che longitudinalmente taglia in due la pianta, in diagonale. Questa scelta enfatizza le dimensioni dello spazio, sapientemente ripartito per le specifiche funzioni del museo: a livello dell’ingresso l’accoglienza e le salette espositive, al piano superiore l’area, bilanciata dalla linea digradante della balaustra, destinata allo studio archeologico. Se all’esterno l’immagine del fienile non è mutata – solo il restauro della muratura, la sostituzione dei serramenti e lo spostamento dell’accesso – l’interno, invece, è stato trasformato in un ambiente dove vecchio e nuovo si fondono senza sovrastarsi e senza gerarchie. Alla lunga parete diagonale, rivestita di doghe chiare verticali, fanno da contraltare i particolari telai (Cruck frames) e le travi della struttura del tetto in legno scuro e non rifinito, una combinazione di materiali grezzi e di dettagli sofisticati che, ben evidente nell’edificio originario, è stata fonte di ispirazione per gli architetti. Essi, infatti, hanno accostato materiali differenti, dalle doghe di pioppo perfettamente piallate della parete diagonale al cemento lucidato del pavimento, fino agli intonaci bianchi di argilla delle pareti, conservando così il significato storico del sito e accentuando al contempo il nuovo valore sociale dell’edificio. In conclusione, il riuso adattivo dell’architettura del Museo Roman Halder, primo di una serie di progetti che vedranno la rivitalizzazione della tenuta di Haanwijk, è una rilettura della storia senza esercizi di stile ma con un approccio più sensibile al contesto paesaggistico in cui il fabbricato è inserito.
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Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
pianta piano terra
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pianta piano superiore
_I quattro cruck (crook) frames________ I quattro telai originali, che sorreggevano e sorreggono la chiusura e il rivestimento di copertura, sono elementi costruttivi conosciuti con il nome di Cruck o Crook frames. Questo tipo di struttura nasce già nel IV secolo d.C. probabilmente nel Buckinghamshire (UK) dove sono state ritrovate le loro prime tracce, per diffondersi poi in tutto il Nord Europa nel corso del Medioevo. Tipicamente usati nella costruzione di fienili e granai, essi ne scandivano il ritmo in alzato dando la possibilità di sezionare e di ripartire lo spazio interno. In origine erano costituiti da due elementi lignei curvi che, ricavati dalla forma naturale degli alberi, creavano una struttura continua dal livello terra fino al colmo della copertura ed erano connessi tra di loro nella parte superiore tramite un tirante (collare) formando un telaio ad A. Con l’andare del tempo i Cruck Frames si sono evoluti, generando strutture lineari basate comunque sul concetto di elemento continuo dal terreno al tetto.
_3 Il museo è ospitato all’interno di un fienile, a sinistra, in una bellissima area naturale nella tenuta Haanwijk (a circa 30 km da Eindhoven), risalente al XVII secolo e che comprende altri fabbricati di servizio, tra cui anche il piccolo forno visibile a destra.
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Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
Dettaglio del prospetto nord in corrispondenza dell’ingresso. Le sezioni (orizzontale e verticali) mettono in evidenza la struttura originaria e la soluzione costruttiva adottata; oltre al nuovo volume interno, le murature sono state completamente isolate all’interno con contropareti costituite da montanti in legno e da fibra di lino.
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_La struttura________ Il museo è stato riqualificato con la soluzione scatola nella scatola, metodo adottato in diversi recuperi di edifici esistenti. In questo particolare caso, oltre alle contropareti interne con listelli in legno di pioppo e fibra di lino interposta per isolare le vecchie murature in laterizio, è stato adottato un sistema a telaio in legno per la scatola che suddivide gli spazi del fienile. I montanti e le travi del solaio sono anch’essi in legno di pioppo, proveniente dai boschi della tenuta dove sorge il fabbricato e tagliato appositamente per questo lavoro di riqualificazione. Le finiture sono in intonaco di argilla o in doghe di legno di pioppo. Queste ultime hanno larghezze differenti – 60, 75, 90 mm – e sono disposte a una distanza di 5 mm l’una dall’altra secondo un ritmo regolare che consente di nascondere la struttura lignea di supporto della balaustra del primo piano. Sia le nuove partizioni verticali, sia quelle orizzontali sono coibentate con fibra di lino e presentano un materassino fonoassorbente al fine di creare un ambiente interno di grande qualità acustica. Quattro atipici telai in legno sono gli elementi più caratteristici dell’edificio; la tipologia dei telai è quella dei Cruck (Crook) Frames, che è stata recuperata e ripristinata; le travi primarie e secondarie della copertura, parti integranti dei telai, sono state mantenute e al di sopra di esse è stato creato un nuovo pacchetto di chiusura coibentato, sempre con legno di pioppo e lino.
_4 L’entrata del museo sulla facciata esposta a nord presenta una vetrata fissa che consente di identificare il nuovo volume in legno già dall’esterno.
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elemento superiore della balaustra in legno di pioppo (40x112 mm) doghe di pioppo della balaustra (largh. 60/75/90x180 mm) trattate termicamente montante della balaustra in compensato di pioppo (22mm) parete in legno: - rivestimento in doghe (largh. 60/75/90x180 mm) - tappetino acustico nero - struttura portante a telaio in legno di pioppo con isolamento in lino interposto (70 mm) a fini acustici - compensato di pioppo (18 mm) 5 porta di vetro (914x2285 mm) 6 solaio interpiano: - pavimento in tavole di quercia piallate (150x22 mm) - travi di abete - isolamento in lino interposto (70 mm) a fini acustici - materassino acustico - compensato di pioppo (15 mm) perforato (20% della superficie) Tutte le nuove superfici in legno sono trattate con vernice ad acqua trasparente opaca
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Foto: Stijn Poelstra, www.stijnpoelstra.nl
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_5 Uno sguardo sugli spazi espositivi, dove concentrarsi sui piccoli oggetti di epoca romana diventa piÚ facile, permette di capire l’organizzazione interna dettata dal ritmo delle capriate e dal volume in legno. Le superfici presentano finiture in intonaco di argilla o in doghe in pioppo proveniente dalla tenuta. _6 La realizzazione in opera della struttura lignea del volume che definisce gli spazi espositivi del museo.
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In primo piano l’ossatura a telaio della scatola in legno e il rifacimento della nuova copertura di cui si è mantenuta la struttura primaria originale. Il fienile è coibentato con fibra di lino inserita tra i montanti dei telai delle pareti e delle contro pareti e tra le travi del tetto.
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Madritsch&Pfurtscheller
Haus Moser Neustift im Stubaital (A)
Foto: Wolfgang Retter
_1 L’ambiente centrale di disimpegno e distribuzione al primo piano. Al centro campeggia la canna fumaria in acciaio della stufa in maiolica del piano terra, che riscalda l’intera casa. La struttura portante originale è ben visibile, sia perché lasciata a vista sia per il colore, più scuro, che la differenzia dal nuovo legno di abete rosso utilizzato per le chiusure verticali opache, le porte interne e, come in questo caso, anche per i parapetti che delimitano il vano scale.
Foto: Wolfgang Retter
In Tirolo non è inusuale imbattersi in vecchi fienili di legno, utilizzati in passato come stalle o rifugi. Oggi queste testimonianze di un paesaggio antropico rurale hanno per lo più perso la loro funzione, avviandosi spesso inesorabilmente verso il declino e l’abbattimento. Ogni tanto, tuttavia, capita un destino diverso, come nel caso dell’edificio descritto in queste pagine che è stato traslocato e trasformato – con una filosofia di totale riuso – in abitazione per una famiglia di 5 persone.
Foto: Wolfgang Retter
_2 Scorcio da ovest. Le pareti vetrate fisse lasciano vedere il grande open space della zona living. All’occorrenza, delle tende consentono una maggiore intimità.
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Ubicazione: Neustift im Stubaital (A) Progetto: Reinhard Madritsch, Robert Pfurtscheller - Madritsch&Pfurtscheller, Innsbruck (A) Direttore dei lavori: Robert Pfurtscheller Appaltatore lavori in legno: Schafferer, Navis (A) Fine lavori: 2016 Superficie fondiaria: 614 m2 Superficie utile: 107 m2
Ricicla, riusa, riduci La storia della giovane famiglia Moser di Neustift, in Tirolo, va oltre il lieto fine. Un budget non elevato e tanta voglia di un “nido” per sé e i propri figli, il progetto di una casa non grande con un tetto a falda unica rifiutato dall’ufficio tecnico del Comune tirolese e l’idea dell’architetto, Robert Pfurtscheller, di dare nuova vita all’eredità architettonica e culturale locale sono gli ingredienti che hanno permesso a un vecchio fienile ormai abbandonato e prossimo alla demolizione di rinascere, in un altro luogo, con la stessa forma ma funzione diversa. Uno Stadl (fienile, appunto) tirolese di un secolo e mezzo fa, con un sistema a telaio ligneo realizzato da esperti artigiani carpentieri della zona, è stato smontato pezzo per pezzo, recuperato nelle sue componenti originali (travi, montanti, traverse, puntoni ma anche elementi di collegamento) e rimontato a 800 m di distanza, su una nuova piattaforma di fondazione in c.a. Dal punto di vista spaziale, la semplice pianta quasi quadrata dello Stadl si intreccia alle nuove esigenze di una moderna abitazione: dietro alla grande porta d’entrata a sud-ovest si trova, come uno “spazio di mezzo”, una terrazza aperta verso l’alto, alla quale segue l’ingresso al corpo edilizio a due piani vero e proprio, realizzato con un sistema a telaio che si integra a quello più antico, con grandi pareti vetrate posizionate sul filo interno della struttura originaria del fienile. Al piano inferiore trova posto la grande zona soggiorno con la cucina, il bagno e un ripostiglio; al piano superiore uno spazio distributivo centrale, al quale si collegano quattro camere da letto. Per sfruttare al meglio i 105 m2 di superficie utile ricavata con il nuovo progetto, si sono cercate alcune soluzioni creative: la scala, per esempio, è anche una stufa in maiolica cui è demandato il riscaldamento dell’intero edificio. L’esito dell’avventura è doppiamente felice perché, oltre a essere il sogno realizzato di una famiglia, rappresenta anche il riuscito tentativo di salvare dall’oblio o, in questo caso, dalla demolizione una parte di eredità architettonica vernacolare, evitandone però la sterile musealizzazione.
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Foto: Wolfgang Retter
Il fronte posteriore rivolto a nord-est, con la grande apertura speculare a quella d’entrata sul fronte opposto, a sud-ovest.
Minima in termini di dimensioni e consumo di risorse, questa costruzione moderna e tradizionale allo stesso tempo è significativa su piÚ livelli e rappresenta un esempio di come un edificio funzionalmente non piÚ in uso possa essere preservato e tornare a nuova vita.
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pianta piano terra
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_la struttura________ Il processo che ha portato alla realizzazione dell’abitazione unifamiliare ha visto lo smantellamento del vecchio fienile, il recupero di tutte le sue componenti e il loro restauro in officina, il montaggio delle stesse in un altro luogo e l’integrazione di nuove parti. Il recupero degli elementi originali in abete rosso, intagliati a mano e realizzati con legname di provenienza ovviamente locale, ha previsto l’intervento di artigiani carpentieri abili e profondi conoscitori del materiale e del mestiere, detentori di un sapere ormai quasi dimenticato. Dell’intera struttura è stato necessario sostituire le traversine e i rinforzi degli arcarecci di entrambe le falde e ancora oggi la ”vecchia” costruzione supporta, dal punto di vista statico, la nuova che consta delle due pareti dei lati più lunghi, realizzate con un sistema a telaio, un solaio interpiano con travi portanti ed elementi di copertura in X-lam posati sulla vecchia costruzione. La restante chiusura termica dello spazio indoor, cioè i due lati più corti, è garantita da pareti trasparenti con tripli vetri, con poche porte e finestre apribili. Tutte le superfici opache sono rifinite con pannelli di abete rosso saponato. La struttura originaria e quella attuale rimangono a vista e assolutamente riconoscibili, lasciando l’impressione di un ben riuscito intreccio tra passato e presente.
sezione BB
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_3 Lo “spazio di mezzo” antistante l’entrata diventa una terrazza scoperta che, visivamente, sembra essere un tutt’uno con l’ambiente interno, grazie alle pareti vetrate. Sulla destra si intravede la scala che porta al piano superiore e che contiene la stufa in maiolica in grado di riscaldare l’intero edificio. L’acqua calda, invece, è prodotta da un boiler elettrico in combinazione con una pompa di calore ad aria.
_4 L’isola della cucina all’interno dell’open space al piano terra.
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Foto: Wolfgang Retter
Foto: Wolfgang Retter
La sfida speciale, vinta da committenti e progettisti, è stata nell’intervenire il meno possibile sulla vecchia preesistenza, recuperando la qualità dell’antica arte locale della carpenteria.
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progetti
A sinistra, il vecchio Stadl nella sua posizione originaria. A destra, gli elementi portanti originali dello Stadl recuperati e restaurati vengono montati nel nuovo lotto.
La posa di uno degli elementi in X-lam della copertura. Sono evidenti le nuove aggiunte, di completamento e rinforzo, rispetto a quelle del vecchio Stadl, come per esempio le travi perimetrali di banchina su cui poggia la struttura piÚ vecchia, oppure alcuni elementi portanti della copertura che è stato necessario sostituire.
Quest’immagine, che ritrae il fronte posteriore a nordest, mostra una fase avanzata dei lavori: l’edificio ha ormai un tetto e chiusure verticali, in questo caso totalmente trasparenti. Manca ancora il tavolato di finitura di parte del fronte.
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Foto: AC Alessandra Chemollo
traverso-vighy architetti
Corte Bertesina Vicenza
_1 Una foto della corte fatta dai portici dell’angolo ovest. Sulla destra si intravedono alcune delle unità abitative dell’agriturismo mentre sullo sfondo, oltre i pilastri in mattoni, gli edifici realizzati ex novo del centro visite e delle residenze private.
1
Foto: AC Alessandra Chemollo
Foto: AC Alessandra Chemollo
_2 Il lato nord-est di Corte Bertesina mostra l’iconico muro in pietra bianca – sulla destra nella foto – con una parete vetrata che separa, fisicamente e visivamente, le nuove residenze dal centro visite. Al centro, aperto nella foto, un cancello con doghe verticali nasconde l’accesso al parcheggio sotterraneo.
2
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progetti
Ubicazione: Vicenza Progetto architettonico: traversovighy architetti, Vicenza Team di progetto: Giovanni Traverso e Paola Vighy con Lucia Angelini, Cristina Baggio, Chiara Cavalieri, Stefania Dal Bianco, Giulio Dalla Gassa, Giulia Maria d’Arco, Aurelia Marzano, Grace Rome Strutture: Loris Frison, Bassano del Grappa (VI) Appaltatore generale: De Facci Luigi SpA, Vicenza Fine lavori: 2017 Superficie fondiaria: 2.258 m2 Volume: 6.960 m3
Un intreccio di valori Corte Bertesina è un progetto di recupero e trasformazione nel quale si intrecciano valori ambientali, sociali e agricoli, un vero e proprio complesso architettonico, al limite delle corti autarchiche medioevali. Collocata in un bosco di 8 ettari, nella prima periferia di Vicenza, essa racchiude al suo interno orti e seminativi, una fattoria sociale che offre opportunità di lavoro a ragazzi affetti dalla sindrome di Down, un negozio con laboratorio di trasformazione, una struttura per l’ospitalità agrituristica, un centro visite per attività didattiche, residenze. Il punto di partenza è stato una tipica corte rurale veneta ottocentesca, realizzata originariamente in mattoni e legno, e rinnovata portandola a nuova vita attraverso la moltiplicazione delle sue funzioni e l’integrazione di nuove parti realizzate in legno lamellare e X-lam. Oltre agli obiettivi di rigenerazione funzionale, il secondo importante scopo è stato quello di inserirsi nel modo più leggero possibile nel contesto naturale, assorbendo da esso tutte le potenzialità visive ed energetiche, senza tralasciare il benessere dei futuri utenti. Un concetto di sostenibilità a 360° ha guidato dunque l’intero progetto: sul piano sociale, sul piano del benessere dei fruitori, sul piano della scelta dei materiali e delle tecniche costruttive nonché sul piano dell’uso e della produzione dell’energia. Lo spazio della corte storica è completato a sud da un lungo muro lineare in pietra locale, costruito con tecniche tradizionali, che funge da “filtro” tra le attività sociali che si svolgono attorno all’aia e quelle private delle nuove residenze. I nuovi volumi di queste si articolano in modo conseguente e sono stati realizzati con strutture leggere prefabbricate in X-lam, agganciate al muro in sasso e appoggiantisi sul grande piano interrato che accoglie i parcheggi. Il rapporto visivo con il paesaggio, l’orientamento solare e il controllo della ventilazione naturale hanno determinato la soluzione progettuale, così come la forma della copertura è stata definita in funzione del controllo della luce naturale e per le sue potenzialità fotovoltaiche: grazie ai 60 kW prodotti dai pannelli FV è possibile non solo alimentare le attività agricole della Corte, ma anche la climatizzazione a pompa di calore di tutti gli edifici collegati a un anello geotermico.
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Foto: AC Alessandra Chemollo
Il lato corto a sud del volume delle nuove residenze. In primo piano, l’elemento dello “studio” con struttura portante in metallo.
Corte Bertesina, nella prima periferia di Vicenza, è una tipica corte rurale veneta ottocentesca, collegata a un fondo rustico di 17 ettari con coltivazioni certificate biologiche, all’interno di un’ampia area
piantumata nel 2001 con essenze arboree autoctone tipiche della pianura padana. Dal 2010 l’azienda agricola è anche fattoria sociale e offre opportunità di lavoro a ragazzi con sindrome di Down.
centro visite (nuova costruzione) barchesse agriturismo (recupero)
residenze B&B (nuova costruzione) Casa Carli (recupero)
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progetti
4
3
2 5
9
1
8 6 7
10
planimetria piano terra
Planimetrie, legenda: 1 corte 2 fattoria sociale 3 negozio (agriturismo) 4 cucine (agriturismo) 5 orti sociali 6 centro visite 7 rampa ingresso parcheggio interrato 8 ingresso parcheggio interrato 9 residenza (Casa Carli) 10 residenze 11 alloggi agriturismo (B&B) 12 resdienze sociali 13 studio in legno 14 piano soppalcato residenze
11 12
12 9
13
14
14
planimetria piano primo
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Foto: AC Alessandra Chemollo
3
Scorcio del lato ovest di Corte Bertesina, con il blocco tecnico al centro, una parte di Casa Carli a sinistra e le nuove residenze a destra. sezione AA
sezione BB
sezione CC
sezione DD
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progetti
_La costruzione________
Sotto, la corte semicoperta che divide le due unità immobiliari dedicate alle residenze private, nel blocco di nuova costruzione a sud-est.
Foto: AC Alessandra Chemollo
Dal punto di vista costruttivo l’intervento è stato affrontato, oltre che con il rinforzo statico delle strutture originarie in mattoni, anche con lo sviluppo di sistemi costruttivi leggeri e prefabbricati, in acciaio e in legno, che hanno consentito di ridurre i tempi di realizzazione. Il processo progettuale ha seguito un iter simile a quello di un prodotto industriale nella definizione dei diversi componenti costruttivi in legno, acciaio e pietra che sono stati realizzati fuori opera da un sistema di aziende industriali e artigianali del territorio, per poi essere assemblati a secco. I materiali, lavorati con tecnologie a controllo numerico, sono tradizionali e sono stati scelti per integrarsi facilmente con la natura circostante. Il legno di larice, tipicamente usato per le sue caratteristiche di durabilità, è il materiale scelto per le strutture (lamellare), per i tamponamenti interni ed esterni, per i serramenti e i sistemi di controllo solare, per le pavimentazioni e gli arredi interni. Le nuove residenze e il centro visite a sud-est sono stati realizzati con elementi portanti in legno lamellare ed elementi massici in X-lam, ma le tecniche di prefabbricazione leggera sono state estese anche alla ristrutturazione degli edifici storici, nella parte a nord-ovest, legando così l’intervento a un concetto di reversibilità e di rispetto del costruito esistente. Nella grande barchessa ottocentesca sono stati inseriti dei blocchi in X-lam, completamente prefabbricati, che organizzano le unità abitative dell’attività agrituristica. Questi elementi, appoggiati sui rinforzi metallici del piano terra, costituiscono la nuova ossatura portante e antisismica dell’edificio storico in laterizio. Nell’edificio residenziale più a ovest (Casa Carli) è stata invece sperimentata una nuova tecnica strutturale: le vecchie facciate in laterizio sono state ancorate ogni 50 cm a una superficie omogenea di pannelli in X-lam, a loro volta portati da portali in legno lamellare.
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Esploso assonometrico degli elementi strutturali del blocco residenze di nuova costruzione: 1 moduli pannelli FV 2 copertura in lamiera 3 scheletro strutturale travi in larice lamellare e pilastri in cor-ten 4 vetrata strutturale 5 soppalco con struttura metallica 6 sistema di facciata: pareti scorrevoli opache e pareti vetrate con lamelle
1
2
3
4 Copertura, dall’estradosso: - lastre cor-ten - pannello OSB con stuoia di filamenti poliammidici - camera ventilata con orditura di murali (50x50 mm) - telo goretex impermeabile e antivento - isolante lana poliestere su doppia orditura di murali (90+90 mm) - barriera al vapore - tavole maschiate di larice (55 mm) - trave di larice lamellare (400 mm)
5
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sezione AA
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progetti
Parete verso esterno, dall’esterno: - tavole in larice (30 mm) - orditura di murali su distanziatori (80x40 mm) - telo goretex impermeabile e antivento - isolante lana poliestere interposto a murali in legno (80 mm) - pannello OSB (20 mm) - isolante lana poliestere interposto a murali (120x80 mm) orditi tra i telai HE - boiserie interna (30 mm)
1
2 3
Parete verso studio, dallo studio: - boiserie in pannelli di legno (30 mm) - murali (75x75 mm) - tappetino antirumore - tavole di larice maschiate (50 mm)
4
5
1 lucernario 2 profili HEB 100 saldati alla struttura a telaio 3 murale per fissaggio boiserie 4 telaio composto da profili HEB 140 5 fori per passaggio cavi elettrici
4
sezioni di dettaglio dello studio
Foto: AC Alessandra Chemollo
Lo “studio”, al primo piano delle nuove residenze, è quasi un edificio a se stante all’interno del progetto. È stato realizzato fuori opera con una struttura metallica, sollevato nella sua posizione, ancorato alle pareti in cemento e completato con i tamponamenti e i rivestimenti esterni e interni in larice.
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Il centro visite visto da nord. Sulla sinistra si intravedono la copertura delle nuove residenze e il cancello d’ingresso al parcheggio sotterraneo.
A parete nord
B parete sud
Parete sud, dall’esterno: - tavole in larice (30 mm) - orditura di murali su distanziatori (40x40 mm) - telo goretex impermeabile e antivento - isolante lana poliestere su doppia orditura di murali (90+90 mm) - barriera al vapore - pannello X-lam (96 mm) - boiserie interna
sezione AA
66 legnoarchitettura_32
progetti
Parete nord, dall’esterno: - rivestimento in tavole in larice su murali agganciati a retrostruttura di murali (60x200 mm) - telo goretex impermeabile e antivento - isolante lana poliestere su doppia orditura di murali (90+90 mm) - barriera al vapore - pannello X-lam (66 mm) - boiserie interna
1
Esploso assonometrico degli elementi strutturali del blocco del centro visite: 1 copertura in tavole di larice su lamiera 2 rivestimento con tavole di larice 3 pacchetto parete tavole e isolante 4 parete rivestita con tavole di larice 5 portali di larice lamellare 6 pacchetto parete tavole e isolante 7 rivestimento con tavole di larice
2 3 4
Foto: AC Alessandra Chemollo
5
6 7
1 2
3 4
5 dettaglio A (parete nord)
dettaglio B (parete sud)
Dettaglio parete (nord) in legno: 1 scossalina cor-ten 2 isolante lana poliestere su doppia orditura di murali (90+90 mm) 3 tavole maschiate in larice (44 mm) 4 pannello X-lam (66 mm) 5 barriera al vapore 6 murale in legno 7 pannello in legno
Dettagli A e B: 1 murale in legno 2 scossalina in cor-ten 3 lamiera traforata 4 grondaia in cor-ten 5 tavole in larice maschiate
esterno
1
1 6 2 7
3 4
5
interno dettaglio parete (nord) in legno
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I diversi componenti dell’intero complesso, sia strutturali che di finitura, sono stati realizzati da aziende della zona, prefabbricati nella maggior parte dei casi, per accorciare il piÚ possibile i tempi di cantiere.
Esploso assonometrico degli elementi strutturali del blocco agriturismo: 1 copertura in pannelli X-lam 2 edificio esistente in muratura 3 capriate esistenti in legno 4 pareti interne in X-lam 5 moduli agriturismo in X-lam sagomato
1
2 3 4
5
Foto: AC Alessandra Chemollo
Scorcio del blocco agriturismo, sullo sfondo, dal portico antistante Casa Carli.
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progetti
Le cinque unità abitative destinate all’agriturismo sono state pensate come blocchi autonomi, inserite nella costruzione originale in mattoni con lo scopo, tra l’altro, di consolidarla. Ognuna delle unità presenta due livelli con soppalco ed è realizzata con pannelli prefabbricati in X-lam. Le strutture poggiano su rinforzi metallici appositamente predisposti al piano terra.
Le lettere presenti nella sezione a sinistra indicano gli elementi X-lam prefabbricati e impiegati nella realizzazione delle unità abitative dell’agriturismo. Essi sono riscontrabili anche nel disegno 3D in basso.
sezione trasversale
A sinistra, nell’esploso assonometrico sono numerati esattamente tutti gli elementi X-lam necessari alla realizzazione delle unità abitative dell’agriturismo, giunti in cantiere già sagomati e pronti per essere assemblati secondo lo schema prefissato.
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Esploso assonometrico Casa Carli: 1 copertura 2 solaio secondo piano 3 travi in legno (10x20 cm) solaio rialzato 4 solaio primo piano 5 pannelli X-lam parete ovest 6 murali per fissaggio X-lam alla muratura esistente 7 pannelli X-lam parete sud 8 struttura esistente in muratura 9 struttura lamellare 10 pannelli X-lam parete est 11 pannelli X-lam parete nord
1
2 3
4
5
9
6
8 10
7
Foto: AC Alessandra Chemollo
Foto: AC Alessandra Chemollo
Nelle due immagini sottostanti, la passerella che unisce Casa Carli con il blocco dell’agriturismo, al primo piano. Una volta ristrutturata la muratura originale in mattoni di Casa Carli, sono stati letteralmente inseriti in essa gli elementi in X-lam che danno forma alla residenza vera e propria.
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progetti
Foto: AC Alessandra Chemollo
Veduta aerea di Corte Bertesina da ovest. Sul fronte strada si affaccia il parallelepipedo dell’agriturismo mentre le nuove residenze, a sud-est, godono della vista diretta sulla campagna circostante.
Foto: AC Alessandra Chemollo
Il blocco delle nuove residenze a sud-est in fase di realizzazione.
Foto: AC Alessandra Chemollo
Foto: AC Alessandra Chemollo
Il piano soppalcato delle nuove residenze ha struttura portante in elementi di acciaio, integrati da una struttura in legno, parzialmente visibile nelle immagini.
Foto: AC Alessandra Chemollo
I portali in lamellare del centro visite.
Foto: AC Alessandra Chemollo
Foto: AC Alessandra Chemollo
Due fasi della posa degli elementi X-lam all’interno dell’agriturismo. Le capriate, laddove possibile, sono state restaurate e mantenute. Tutte le operazioni effettuate per assicurare l’isolamento termico dei nuovi ambienti sono state realizzate sulle superfici interne.
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Foto: Antonio Sena
Federico Verderosa
Residenze e uffici Lucens (CH)
_1 Uno scorcio della sopraelevazione in legno e il tetto giardino. _2 La facciata sud-ovest.
1
Foto: Antonio Sena
Foto: Antonio Sena
_3 Veduta da sud-ovest dell’edificio riqualificato.
2
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progetti
Foto: Antonio Sena
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Ubicazione: Lucens (CH) Committente: Franco Colantuono Progetto: arch. Federico Verderosa, Lioni (AV); con Rocco Lettieri, Lioni (AV); Guy Righetti, Payerne (Svizzera) Strutture: ing. Sergio Paciello, Mercato San Severino (SA); Jean-Marie Barras, Domdidier (CH) Consulente aspetti energetici: Carmine Fischetti, Lioni (AV) Direttore dei lavori: arch. Federico Verderosa Direttore di cantiere: Ivan Garofalo Strutture in legno: Ingold & Fils SA, Moudon (CH) Lavori: giugno 2015 - aprile 2017 Superficie utile: 850 m2 Superficie verde: 240 m2 Importo dei lavori: 2.750.000 €
testo di Federico Verderosa
Riqualificazione urbana e ambientale Il nucleo fondativo del progetto di riqualificazione dell’edificio a uso misto terziario e residenziale di Lucens, piccolo paese del Cantone Vaud, è stato individuato nelle letture effettuate sul contesto urbano e ambientale. A questo sono legate le ragioni che spiegano la soluzione compositiva adottata, attraverso i principi ordinatori che la organizzano e la compongono in parti funzionali. Il manufatto edilizio costituisce un unicum lungo la Route d’Yvonand, senza rinunciare al rapporto con il paesaggio e la città, grazie alle grandi vetrate verso la valle della Broye e verso il castello che domina dall’alto: una struttura urbana, composta dall’addizione di molteplici elementi che riescono a definire un nuovo skyline all’interno della città. Il progetto nasce quindi dal rapporto tra costruzione e strada, ponendosi come fronte e blocco sul confine del lotto parallelo alla strada su cui si affacciano, verso sud-est, le unità abitative e il grand œil sul paesaggio. L’intervento ha riguardato la riconversione funzionale di un ex garage in cemento armato, adeguato strutturalmente tramite l’introduzione di setti in c.a., pareti e solai in legno, ampliato con una sopraelevazione di due piani costruita interamente in legno, e che ha portato alla realizzazione di 4 uffici e 6 appartamenti. Le nuove unità immobiliari all’interno dell’edificio preesistente sono state riqualificate energeticamente, migliorando l’involucro opaco e trasparente, rifacendo gli impianti tecnologici e introducendo un piccolo campo fotovoltaico integrato in copertura. La sopraelevazione, che contiene solo unità abitative, è stata realizzata con un sistema prefabbricato in legno che ha garantito leggerezza delle strutture, velocità di posa e un’alta efficienza energetica. La concezione unitaria della struttura, dei dispositivi tecnici e funzionali scelti, motiva la natura e i significati dell’insieme e dei dettagli, nelle relazioni spaziali che la stessa opera instaura con l’interno e con l’esterno, nei rimandi ad altre architetture urbane, a quelle del centro storico della cittadina svizzera nonché nei richiami alle tradizioni costruttive locali.
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1 ufficio 2 appartamento
1
1
1
1
2
pianta piano terra (ristrutturazione)
2
2
pianta piano secondo (sopraelevazione in legno)
_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne in legno, 0,15 W/m2K copertura, 0,11 W/m2K tetto verde, 0,10 W/m2K superfici trasparenti, 1,05 W/m2K
_prestazioni energetiche________ per riscaldamento, 27,24 kWh/m2 anno per acqua calda, 14,42 kWh/m2 anno emissioni di CO2 evitate, 5.614 kg/anno
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progetti
sezione trasversale AA
Foto: Antonio Sena
sezione longitudinale BB
Una vista da sud con la sopraelevazione sulla destra, realizzata perpendicolarmente rispetto all’asse longitudinale dell’edificio esistente in c.a.
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1 rivestimento in lastre di alluminio 2 rivestimento in lastre Alucobond 3 sottostruttura in acciaio per ancoraggio lastre Alucobond 4 trave in legno lamellare (140x500 mm) 5 reticolo strutturale sopraelevazione in travi in acciaio HEA 200 e IPE 180 6 rivestimento in lastre in pietra di fabbrica FMG (6 mm) 7 tenda a rullo filtrante con guida motorizzata per esterni 8 infisso in alluminio con triplo vetro 9 solaio esistente in c.a.
2
1 3
4 4
Sotto, un particolare della facciata vetrata con la tenda scorrevole motorizzata esterna.
5
5
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2
6 6
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Foto: Antonio Sena
8
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progetti
_la struttura________
Foto: Antonio Sena
La struttura in cemento armato dell’edificio è stata migliorata con l’introduzione di setti in c.a. e con pareti e solai in legno per contrastare la spinta delle forze orizzontali; il volume di sopraelevazione, su due livelli, è stato realizzato completamente in legno con un sistema prefabbricato misto che prevede una struttura a telaio per le pareti e X-lam per il solaio. All’edificio esistente è stata sovrapposta una facciata di tipo ventilato con rivestimento esterno in pietra di fabbrica; le pareti strutturali in legno, opportunamente isolate con pannelli in lana di roccia, sono state rivestite con pannelli in listelli di legno di larice agganciati su sottostruttura metallica; la copertura inclinata a due falde, in legno lamellare, è stata rivestita con lamiera in alluminio e velette in Alucobond. La copertura piana, adibita a giardino, è stata realizzata con manto e membrane impermeabilizzanti, pannelli isolanti in perlite espansa, strato di separazione in geotessile, feltro di protezione, strato di accumulo e drenaggio, telo filtrante, miscela di substrato per inverdimenti estensivi. Gli infissi, in alluminio a taglio termico con triplo vetro, sono dotati di una tenda a rullo filtrante con guida per il fondale motorizzata.
Parete esterna in legno, dall’esterno: - listelli in abete (60x50 mm) - sottostruttura in acciaio per fissaggio listelli in legno (80 mm) - doppio pannello in lana di roccia (100+100 mm, dens. 110 kg/m3) - freno al vapore - pannello OSB (15 mm) - isolante in lana di roccia interposto tra i montanti della struttura in legno (180 mm) - pannello OSB (15 mm) - lastra di cartongesso + lastra di fibrogesso Solaio intermedio della sopraelevazione, dall’estradosso: - pavimento in gres - impianto radiante a pavimento - solaio in X-lam (200 mm) a vista
L’interno dell’appartamento al 2° livello.
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Copertura inclinata, dall’estradosso: - rivestimento in lastre di alluminio - strato separatore: stuoia a filamenti 3D (8 mm) - tavolato di abete a giunti aperti (30 mm) - camera di ventilazione - struttura di supporto Alucobond in acciaio (100 mm) - triplo pannello rigido in lana di roccia (100+100+100 mm, dens. 110 kg/m3) - freno al vapore con membrana sintetica a 3 strati - doppio tavolato di abete a vista (20+20 mm)
1
1 rivestimento in lastre di Alucobond
Fasi di montaggio della struttura principale e secondaria. Sono evidenti le traversine in acciaio che sostengono e rafforzano la sopraelevazione in legno. Sulla copertura sono installati 41 m2 di campo fotovoltaico, connesso in rete, con una potenza di 7 kWp.
Solaio, dall’estradosso: - pavimento in gres - impianto radiante a pavimento - solaio in lamiera grecata - isolamento in fiocchi di lana di pecora - reticolo strutturale sopraelevazione in travi in acciaio HEA 200 e IPE 180 - solaio esistente in c.a. 1 rivestimento in lastre di Alucobond
1
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progetti
A sinistra, due viste dell’edificio prima dei lavori di riqualificazione e sopraelevazione, giugno 2015.
Due fasi di montaggio delle strutture verticali prefabbricate, costituite da pareti in telaio di legno coibentato.
A sinistra, alcune fasi di montaggio della copertura e del relativo pacchetto tecnologico.
A sinistra, un dettaglio dell’impluvio e della posa delle guaine di tenuta all’aria. Qui accanto, i pannelli fotovoltaici posati su una delle falde.
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Officina23
Casa BLG Este
_1 L’ingresso all’edificio a est è contraddistinto da due tipologie di rivestimento, intonaco e doghe in larice; queste ultime con il tempo ingrigiranno integrandosi con il colore di finitura della porzione del fabbricato a destra. _2 A ovest uno dei due volumi estrusi dal corpo principale della casa. Si intravede la differente tipologia di copertura, zinco per questo spazio e coppi in laterizio per il volume ricostruito sul sedime originario dell’immobile demolito. _3 Lo spazio, rivestito esternamente da listelli orizzontali di legno, accoglie parte della zona giorno dell’abitazione, formando all’esterno una piccola corte inverdita. 1
La scelta delle lastre di zinco sulle falde di copertura per i volumi che fuoriescono da quello principale è dettata dal fatto che per moltissimi anni esse furono utilizzate come rivestimento dei tetti, sia di edifici civili che religiosi, creando una patina grigia-opaca che ben si relazionava – e si relaziona tuttora – con l’ambiente circostante.
2
84 legnoarchitettura_32
3
Ubicazione: Este (PD) Progetto: geom. Rino Miricola – Officina23, Este (PD); collaboratori: arch. Sara Miricola, arch. Alberto Zago Consulente energetico e DL: geom. Rino Miricola Appaltatore: RESTABULAE, Saletto (PD) Lavori: luglio 2015 – settembre 2016 Superficie fondiaria: 405 m2 Superficie utile: 210 m2 Superficie verde: 160 m2
Mission imPossible Recuperare un edificio esistente presenta molte problematiche progettuali che devono essere risolte in modo accurato onde evitare spiacevoli inconvenienti in cantiere; se poi il fabbricato da ristrutturare si colloca nel centro storico di una cittadina medioevale, in prossimità del duomo, e con un accesso al lotto di 2,85 m di larghezza e di 2,80 m di altezza, si può certamente capire che le complicazioni da affrontare siano molteplici e, a volte, possano sembrare impossibili. Per superare tutte le difficoltà che il sito presentava – una fitta maglia urbana con piccoli spazi verdi e corti private – e per rispondere alle esigenze della committenza (un’abitazione e un piccolo bed&breakfast), i progettisti hanno proposto un volume unico e compatto in legno e acciaio, collocato sul medesimo sedime del vecchio fabbricato, demolito perché troppo danneggiato per contemplarne il recupero. L’edificio è dunque un lungo corpo prismatico suddiviso in due parti (l’abitazione dei committenti e il B&B) da cui emergono sui lati più lunghi due spazi che, richiamando le proporzioni dell’impianto originario, ampliano la superficie abitativa. La copertura a falde della nuova costruzione si integra perfettamente con il tessuto urbano circostante e le aperture sul tetto portano all’interno luce naturale, offrendo un’illuminazione zenitale omogenea in un lotto altrimenti oscurato dalle preesistenze circostanti. L’accesso all’immobile avviene dal cortile interno a est, il cui prospetto è stato alleggerito eliminando le superfetazioni createsi con il tempo; questa operazione ha consentito, inoltre, di collocare un secondo ingresso attraverso la serra, la quale garantisce un ottimale ingresso di luce e aria all’interno della seconda unità immobiliare destinata ad accogliere la struttura ricettiva. A ovest l’affaccio recupera il linguaggio dell’immobile demolito dando importanza al volume estruso dal corpo principale mediante il rivestimento in doghe di larice; la corte annessa, inerbata e piantumata con essenze locali caduche, coadiuva l’ombreggiamento delle aperture nel periodo estivo e dà forma a un piacevole angolo di verde. Gli spazi esterni, piccoli e intimi si relazionano con l’interno creando una continuità visiva, sottolineata anche dall’utilizzo, in particolare, di un materiale come il legno.
85
A
Legenda Spazi interni 1 ingresso 2 soggiorno 3 cucina 4 pranzo 5 corridoio 6 bagno 7 centrale termica 8 disimpegno 9 ripostiglio 10 camera 11 cabina armadio
16
15
4
Spazi esterni 12 altra proprietĂ 13 corte interna 14 passerella 15 pranzo esterno 16 giardino 17 ingresso carrabile 18 terrazza 19 passaggio sopraelevato
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3
5
1 2
7
12
3
6 12 1 12 14 A
12
19
13 pianta piano terra
12 17
Non avendo potuto orientare il fabbricato nel modo migliore, i progettisti, grazie a un software per il controllo della luce naturale, hanno ottimizzato la posizione delle aperture verticali e orizzontali, sfruttando anche le luci riflesse dei fabbricati circostanti e ottenendo un immobile molto luminoso e confortevole. Per giovarsi della luce zenitale sono state utilizzate finestre da tetto, dotate di tapparelle esterne al fine di ridurre l’irraggiamento solare estivo; le aperture vetrate esterne sono provviste di frangisole motorizzati in alluminio con lamelle regolabili.
pianta piano primo
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progetti
18 12 9
8
11
12 10
10
10
6
12 18 12 12
_trasmittanza media elementi costruttivi__ pareti esterne, U da 0,25 W/m2K a 0,15 W/m2K solaio contro terra, U 0,187 W/m2K copertura, U 0,15 W/m2K superfici trasparenti, Uw medio 1,13 W/m2K
_prestazioni energetiche________ riscaldamento, 9,89 kW/m2 anno acqua calda, 5,39 kWh/m2 anno raffrescamento estivo, 6,71 kWh/m2 anno emissioni CO2 evitate, 22.465 kg/anno prospetto nord-est
prospetto nord-ovest
La zona pranzo. Non è stato semplice ottimizzare il comfort interno e regolarlo sulle abitudini degli abitanti (una coppia con due bambini) ma in qualche mese, con variazioni sia del comportamento da parte della committenza che della taratura degli impianti da parte dei tecnici incaricati, si è ottenuto un eccellente risultato. In dettaglio, la climatizzazione interna dei locali è data dalla VMC e raramente dall’impianto radiante; il fabbricato quindi si “mantiene” con la sola ventilazione meccanica e il suo ottimo recupero di calore, ottimizzando i consumi che sono ridotti a qualche decina di euro al mese.
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La parte di edificio che si rapporta con l’esistente e che, in aderenza agli edifici circostanti ha reso più complessa la risoluzione dei nodi tecnologici, presenta diverse tecniche di costruzione. Le murature preesistenti sono state ristrutturate con un intonaco risanante, in seguito applicato a tutto il pacchetto tecnologico, dove uno degli aspetti più importanti era l’impermeabilizzazione dell’apparato murario. Per risolvere efficacemente il rapporto tra nuova e antica costruzione si è scelto un materiale isolante isotropo come il calcestruzzo cellulare alveolato che svolge funzione portante e di isolamento. Solaio controterra, dall’estradosso: - pavimentazione in legno - massetto in anidrite (λ=1,60 W/mK) - riscaldamento/raffrescamento a pavimento - pannello in EPS (λ=0,035 W/mK) - cls alleggerito (λ=0,080 W/mK) - pannello in XPS (λ=0,033 W/mK) - guaina impermeabilizzante - igloo Parete esterna, dall’interno: - intonaco di calce (λ=0,70 W/mK) - isolante minerale (λ=0,045 W/mK) - intonaco risanante (λ=0,90 W/mK) - mattone pieno(λ=0,70 W/mK)
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Solaio interpiano, dall’estradosso: - pavimentazione in legno - massetto in anidrite (λ=1,60 W/mK) - riscaldamento/raffrescamento a pavimento - EPS (λ=0,035 W/mK) - cls alleggerito (λ=0,080 W/mK) - X-lam (λ=0,13 W/mK) - trave lamellare in legno Copertura, dall’intradosso: - trave lamellare in legno - tavolato in legno - freno a vapore (sd=100) - fibra di legno a media densità (λ=0,037 W/mK) - fibra di legno ad alta densità (λ=0,048 W/mK) - telo di tenuta al vento (sd=0,1) - listello per la ventilazione - listello reggi coppi - coppi in cotto 1 2 3 4 5
EPS sagomato (λ=0,035 W/mK) canale di gronda neoprene fondazione esistente in mattone pieno (λ=0,70 W/mK) fondazione esistente in pietra
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sezione di dettaglio (rapporto con preesistenza)
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progetti
_struttura________ La struttura portante è realizzata con tre materiali – legno, acciaio e calcestruzzo cellulare – i quali ben si adattano alle esigenze strutturali e alle caratteristiche degli edifici adiacenti con il quale si rapporta il nuovo fabbricato. Il legno è stato utilizzato sia per gli elementi verticali che per gli elementi orizzontali del nuovo volume; per le pareti e i solai interpiano e di copertura sono stati preferiti pannelli in X-lam di larghezza massima di 2,5 m al fine di rendere possibile il loro montaggio, dato lo spazio limitato di cantiere. Il solaio di copertura non varia come quota d’imposta; l’intradosso, infatti, è uguale a quello dell’edificio originale, mentre è stata variata l’altezza dell’estradosso, dovendo posare un pacchetto di coibentazione con relativa camera di ventilazione che permettesse di ottenere buoni valori di isolamento termico e acustico. A volte lasciato a vista, il legno dona calore e una sensazione di comfort, rivelando allo stesso tempo lo scheletro portante dell’edificio. L’acciaio, usato in minima parte, ha dato la possibilità di creare uno spazio unico al piano terra, collegando gli ambienti di cucina, pranzo e soggiorno. I blocchi in calcestruzzo cellulare, infine, hanno permesso di realizzare una struttura portante isolata, adiacente agli edifici in aderenza, risolvendo anche problemi di condensa interstiziale. La “serra”, con struttura di alluminio a taglio termico strutturale, presenta vetri basso emissivi e selettivi, con tende tecniche all’esterno, per evitare il surriscaldamento estivo. Lastre di zinco-titanio sono state utilizzate sulle falde dei blocchi aggettanti, mentre il volume principale presenta coppi, soluzione che distingue materialmente le coperture senza stravolgere il contesto storico. Le superfici principali sono intonacate, tranne alcuni volumi che sono rivestiti in doghe di larice; le murature esistenti sono state precedentemente risanate con calci pozzolaniche macroporose, nonché con betoncini consolidanti e isolate termicamente con un materiale a base di schiuma minerale e silicati. I serramenti sono in legno di larice a bassissimo spessore per far risaltare le forme semplici del fabbricato e per evidenziare il collegamento tra interno ed esterno.
La struttura in legno del nuovo edificio e la posa degli impianti. Il pilastro e la trave in acciaio hanno consentito di ottenere un unico spazio aperto per la zona giorno.
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sezione AA
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Parete esterna, dall’interno: - doppia lastra in cartongesso - fibra di legno a bassa densità (λ=0,037 W/mK) - X-lam - fibra di legno a media densità (λ=0,037 W/mK) - fibra di legno a media densità (λ=0,039 W/mK) - telo di tenuta al vento (sd=0,1) - intercapedine per ventilazione - doghe in legno
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Copertura, dall’intradosso: - trave lamellare in legno - tavolato in legno - freno a vapore (sd=100) - fibra di legno a media densità (λ=0,037 W/mK) - fibra di legno ad alta densità (λ=0,048 W/mK) - telo di tenuta al vento (sd=0,1) - listello per la ventilazione - tavolato in legno - guaina antirombo - zinco titanio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
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finestra da tetto EPS sagomato (λ=0,035 W/mK) canale di gronda nastrature acriliche per la tenuta all’aria morale in legno sistema ombreggiante alzante scorrevole (Ug=1,10 W/mK; Uf=1,00 W/mK) soglia esterna in marmo pavimentazione in legno su listelli in legno e geo tessuto soglia interna in legno morale in legno (λ=0,13 W/mK) isolante minerale (λ=0,045 W/mK) ghiaia drenante tubo di drenaggio fondazione continua magrone 9
6 7 sezione di dettaglio (nuova costruzione)
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12 13 La nuova costruzione vede una più libera gestione della progettazione dei dettagli tecnologici. Il solaio di fondazione presenta igloo per garantire una ventilazione continua, vista la presenza di gas radon nel terreno. Gli isolanti sono stati scelti per le loro prestazioni fisico-tecniche e in base alle esigenze costruttive. Per garantire ottime prestazioni energetiche si è usata fibra di legno a differenti densità e XPS. L’involucro trasparente si caratterizza per infissi e alzanti scorrevoli a triplo vetro, gas nobile all’interno e telaio in legno con la possibilità di schermatura tramite sistema di oscuramento a raffstore.
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progetti
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_4 _5 Viste della zona giorno e della piccola corte verde a ovest. L’area esterna è stata fondamentale sia dal punto di vista compositivo sia dal punto di vista energetico; i due piccoli giardini posti a est e a ovest, oltre a essere ambienti di estensione degli spazi interni, contribuiscono ad attenuare il surriscaldamento delle superfici esterne evitando così l’effetto “isola di calore”.
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Sulla falda posta a est sud/est è stato installato un impianto fotovoltaico integrato in copertura, che fornisce parte dell’energia elettrica al sistema di climatizzazione invernale ed estivo. Per verificare la tenuta all’aria dell’involucro è stato effettuato un Blower-DoorTest il quale ha dato un risultato di n50=0,67 h-1; conseguentemente l’edificio ha ottenuto la certificazione CasaClima R con un fabbisogno energetico di 19,31 kWh/m2a.
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_6 Dettaglio del vano scale. Giochi di luce artificiale illuminano tutte le aree della casa più in ombra a causa della presenza di edifici circostanti più alti dell’abitazione. _7_8 Le due assonometrie mostrano la volumetria dell’edificio: quella centrale, più estesa, che è stata costruita sull’impianto originario del fabbricato demolito, e i due corpi laterali estrusi. _9 Il disegno mette in evidenza l’accesso al lotto (in grigio), l’ingresso con scala al B&B e le due corti/giardino (in verde). _10 La rappresentazione del tessuto urbano, in cui è inserito il progetto, è messa in relaziona col percorso solare in estate e in inverno consentendo di vedere come gli edifici attigui ombreggino il volume della casa. Solo da ovest è possibile godere, in parte, di luce naturale e dell’irraggiamento solare.
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progetti
A sinistra, lo stato di fatto. A destra, pannelli in X-lam e struttura in acciaio hanno garantito luci libere molto ampie.
A sinistra, posa dei pannelli in legno al secondo piano. A destra, realizzazione del solaio interpiano tramite incastro tra le travi.
A sinistra, montaggio della struttura del tetto dell’edificio principale. A destra, isolamento del solaio.
A sinistra, lavorazioni per garantire la tenuta all’aria e all’acqua dell’edificio. A destra, coibentazione e impermeabilizzazione del pacchetto di copertura.
A sinistra, posa delle lastre in zinco titanio. A destra, manto di copertura in coppi e connessioni con l’impianto fotovoltaico, la canna fumaria e gli abbaini.
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next panel Un pannello prefabbricato in legno che unisce funzionalità , prestazioni certificate ed economicità senza rinunciare all’aspetto estetico. Sono queste le caratteristiche che fanno di Next panel un prodotto molto interessante per la copertura, oltre che per il tamponamento delle pareti, di tutte le grandi strutture in cui siano fondamentali la resistenza al fuoco e la fono assorbenza. Una soluzione che può essere impiegata indifferentemente su strutture in legno, in acciaio, in calcestruzzo precompresso e miste e con una gamma di pannelli specifica per le diverse esigenze.
dettagli
Next panel
Il pannello tutto in uno per le grandi coperture
La copertura con pannelli Next panel sport, su travi in calcestruzzo armato precompresso, della zona magazzino di una cantina vinicola a Soave (VR).
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Risolvere con un unico elemento le problematiche della copertura e del tamponamento di edifici di grandi dimensioni quali palestre, piscine, sale polivalenti, ambienti pubblici, spazi commerciali o espositivi, stabilimenti, ecc. È questo l’intento con cui è stato sviluppato Next panel, un pannello prefabbricato in legno di grandi dimensioni, ideato e brevettato in Italia dall’ingegnere Fabio Valentini. Prodotto e commercializzato in esclusiva da Imola Legno, è impiegabile in edifici con struttura di diverso tipo: legno, acciaio, cemento precompresso, ecc. Si tratta di un pannello con struttura portante in legno lamellare che integra isolamento termico e acustico ed è in grado di assicurare resistenza al fuoco, prestazioni acustiche e statiche senza necessità di ulteriori interventi in cantiere per la finitura del lato a vista. Trova così ideale impiego in tutti gli edifici di grandi dimensioni in cui sia necessario soddisfare, oltre a quelle statiche, anche prestazioni acustiche e al fuoco, dimostrandosi economicamente competitivo rispetto ad altri sistemi o soluzioni realizzate in opera. La prefabbricazione in stabilimento consente tutti i vantaggi qualitativi di una produzione industrializzata con prestazioni, in particolare acustiche e al fuoco, garantite da certificazioni e prove di laboratorio. I tempi del cantiere sono velocizzati grazie alla semplice posa degli elementi tramite gru. Con un’unica operazione si può ottenere, ad esempio, un solaio di copertura già finito all’intradosso e sul cui estradosso è sufficiente realizzare il manto di copertura. Ma la velocità è data anche dal fatto che la posa del pannello sostituisce la posa della struttura secondaria, di due tavolati e dell’isolamento; si evitano anche controventature e relativi collegamenti, riducendo così anche i tempi e
dettagli
A destra in alto: i pannelli sono sollevati e posati tramite gru grazie ad appositi attacchi che possono essere utilizzati anche per l’aggancio in sicurezza degli addetti al montaggio. A destra al centro: posa in opera di pannelli Next panel sport per la copertura di una palestra a Rosà (VI). A destra in basso: posa in opera di un pannello della gamma sport, caratterizzato, in questo caso, dalla parte inferiore in legno mineralizzato di colore rosso al di sotto delle doghe di legno di abete.
gli oneri della progettazione strutturale. Gli addetti al montaggio possono operare in sicurezza agganciati agli attacchi predisposti nei pannelli già posati (gli stessi utilizzati per il sollevamento) che configurano un comodo piano in quota. Con una sola squadra si possono posare fino a 500 m2 di solaio di copertura al giorno consentendo una significativa riduzione dei tempi e degli oneri di cantiere dovuti a gru e piattaforme. I pannelli possono essere utilizzati anche per coperture a falde e curve (raggi di curvatura >16 m con elementi di larghezza standard e 12 m con quelli larghi 120 cm), oltre che per pareti di tamponamento. Il pannello. La struttura portante di Next panel è costituita da quattro travetti in legno lamellare, due intermedi e due che chiudono i lati lunghi, con interposto isolamento in lana di roccia, disponibile in varie densità e con eventuale intercapedine d’aria. Pannelli OSB3 chiudono il lato superiore mentre quello inferiore è tamponato con pannelli in lana di legno mineralizzato (spessore 3,5 cm) a vista o con intercapedine e rivestimento in doghe di abete (o MDF per necessità di reazione al fuoco). I pannelli hanno larghezza standard di 2,40 m mentre l’altezza, tipicamente a partire dai 25 o 30 cm, è legata a quella dei travetti (condizionata dalle esigenze statiche e di resistenza al fuoco). La lunghezza massima è di 12,50 m, in modo da evitare il ricorso a trasporti eccezionali. Il range ideale in relazione ai costi è tra i 5,5 e i 6,5 m così da ottimizzare il carico e le spese di consegna in cantiere. La struttura portante e l’isolamento sono comuni a tutta la gamma mentre il lato inferiore varia in modo da calibrare le prestazioni di assorbimento acustico e adattarsi ad ambiti specifici, mantenendo sempre il requisito di resistenza al fuoco e aggiungendo, ove necessario, la reazione al fuoco in euroclasse B-s1,d0. L’apparente semplicità del pannello risolve non solo gli aspetti prestazionali ma anche quelli estetici (ad esempio, con il diverso distanzia- B-s1,d0; i pannelli della linea industry sono nativi in classe B-s1,d0; A2mento e larghezza delle doghe a seconda delle prestazioni acustiche s1,d0 su richiesta. La duratura reazione al fuoco dei materiali utilizzati da raggiungere), con soluzioni ottimizzate tutelate dal brevetto. non richiede verniciature o trattamenti specifici nel tempo evitando i cicli di ripristini manutentivi ogni cinque anni. Le prestazioni. Le caratteristiche dell’intradosso di Next panel modulano I valori di trasmittanza e sfasamento variano secondo l’altezza e/o la l’assorbimento acustico alle varie frequenze con due diversi meccani- densità dell’isolante (lana di roccia). smi di abbattimento: la risonanza di cavità tra le doghe e il pannello e la superficie, altamente assorbente, del pannello in lana di legno mi- La gamma e le finiture. I pannelli si differenziano a seconda degli impieneralizzata. In questo modo è possibile realizzare una gamma di pan- ghi e per la presenza o meno delle doghe all’intradosso: dai più semnelli con caratteristiche di assorbimento acustico mirate alle esigenze plici e meno costosi industry e malls, alle soluzioni destinate a impieghi dei differenti ambienti e con isolamento sonoro da 36 a 48 dB. di maggior pregio e richieste prestazionali più elevate (sport, swimming L’intradosso garantisce, inoltre, resistenze al fuoco fino a R 120 min e pool, community e theater. Il lato a vista è disponibile con doghe di resistenza certificata con compartimentazione REI 60 min con prova al abete (in 8 colorazioni) o MDF (con colori RAL), con diversa larghezza fuoco sotto carico (secondo UNI 1365-2:2014 e UNI 1363-1:2012, re- e distanziamento delle doghe, oppure direttamente in pannelli di lana sistenza effettiva del campione 73 minuti). Utilizzando doghe in mate- di legno mineralizzata, disponibile, quest’ultima, in 20 colori e con tre riale certificato per la reazione al fuoco si raggiunge una euroclasse diverse dimensioni delle fibre.
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Next panel
Sport & swimming pool
La finitura all’intradosso della gamma sport è realizzata con doghe di abete a vista larghe 11 cm distanziate di 5 cm. Il pannello in lana di legno mineralizzata può avere differente texture (larghezza delle fibre: 1, 2 o 3 mm) e colore.
Next panel sport è la soluzione ideata per la copertura di palestre, palazzetti dello sport, palaghiaccio. I pannelli sono caratterizzati da un profilo di assorbimento acustico particolarmente efficace, nella versione con intercapedine, alle basse frequenze nell’abbattere i rumori da impatto. La resistenza al fuoco è REI 60 minuti certificata e, su richiesta, reazione al fuoco classe B-s1,d0 con doghe in MDF. Next panel swimming pool è progettato, invece, per ambienti caratterizzati da molte superfici riflettenti (acqua, rivestimenti ceramici, vetrate) che configurano un ambiente sonoro molto riverberante. In questi casi la copertura è spesso l’unica grande superficie sulla quale intervenire per riportare i tempi di riverberazione ai limiti prescritti. Il pannello ha le medesime caratteristiche del precedente, ma presenta accortezze esecutive per l’applicazione in ambienti umidi e corrosivi quali l’utilizzo di piccola carpenteria metallica inox all’intradosso e una barriera al vapore ad alte prestazioni.
Scheda prestazionale pannelli sport e swimming pool (pannello standard con travetti e isolamento h 20 cm).
prestazioni
valore
Trasmittanza pannello
0.20 W/(m2 K)
Sfasamento
8.25 ore
Resistenza al fuoco
REI 60
Assorbimento acustico αs alle basse frequenze (con interc. d’aria 4 cm) SAA sound absorption average NRC noise reduction coefficient
A sinistra: copertura di una palestra scolastica a Rosà (Vicenza) con pannelli Next panel sport posati su travi in legno lamellare. A destra: la copertura con pannelli swimming pool di una piscina in provincia di Rovigo.
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dettagli
> 0.90 0.74 0.75
certificazioni
UNI EN 1365-2:2014 UNI EN 1363-1:2012 UNI EN ISO 354:2003 ASTM C423-08
Next panel
Community
Le doghe di abete della gamma community sono larghe 5 cm e distanziate di 3 cm, misure che rendono esteticamente efficace il pannello anche in ambienti di minore altezza.
Scheda prestazionale pannelli community (pannello standard con travetti e isolamento h 20 cm).
A sinistra, spaccato di un pannello con i materiali utilizzati per i diversi strati.
Next panel community è destinato alla copertura di edifici fieristici, aeroporti, stazioni, edifici scolastici, sale polivalenti, edifici per il culto. Si tratta di pannelli dedicati agli ambienti con affollamento e prescrizioni normative per la qualità acustica degli ambienti e la prevenzione incendi. Caratterizzati da un profilo di assorbimento acustico particolarmente efficace alle medio-basse frequenze e per il parlato, resistenza al fuoco REI 60 minuti certificata, reazione al fuoco classe B-s1, d0 con doghe in MDF sulle vie di esodo. A richiesta sono disponibili pannelli con resistenza al fuoco R90-R120 minuti. La griglia del lato inferiore a vista è realizzata con doghe e spazio tra le doghe più ridotto ed è esteticamente efficace anche in ambienti con soffitti più bassi.
prestazioni
valore
Trasmittanza pannello
0.20 W/(m2 K)
Sfasamento
8.25 ore
Resistenza al fuoco
REI 60
Assorbimento acustico pesato αw alle basse frequenze SAA sound absorption average NRC noise reduction coefficient
UNI EN 1365-2:2014 UNI EN 1363-1:2012
0.55 0.74 0.75
UNI EN ISO 11654:1998 ASTM C423-08
certificazioni
pannello OSB3 isolante in lana di roccia travetti in legno lamellare barriera al vapore legno mineralizzato doghe in legno di abete (a richiesta MDF)
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Next panel
Theater
La gamma theater si caratterizza per l’intradosso in doghe di abete larghe 9 cm e distanziate di 6 cm. Disponibile anche con doghe in MDF.
Scheda prestazionale pannelli theater (pannello standard con travetti e isolamento h 20 cm).
A sinistra, pannelli Next panel theater per la copertura di una sala polifunzionale ad Azzano X (Pordenone). A destra, pannelli Next panel theater con doghe in MDF impiegati per la copertura e le pareti di un edificio polifunzionale in Carnia.
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dettagli
Next panel theater è il pannello specifico per la copertura di edifici per spettacolo, auditorium, sale per concerto, sale da ballo. Si tratta di pannelli dedicati agli ambienti destinati a spettacoli teatrali e musicali, conformi ai requisiti di legge dei locali per pubblico spettacolo e caratterizzati da un profilo di assorbimento acustico equilibrato in tutte le frequenze. La resistenza al fuoco è REI 60 minuti certificata, reazione al fuoco di legge per le vie di esodo. Su richiesta il valore di resistenza al fuoco può essere incrementato a R90-R120 minuti e la reazione al fuoco alla classe B-s1,d0 con doghe in MDF.
prestazioni
valore
Trasmittanza pannello
0.20 W/(m2 K)
Sfasamento
8.25 ore
Resistenza al fuoco
REI 60
Assorbimento acustico pesato αw alle basse frequenze SAA sound absorption average NRC noise reduction coefficient
UNI EN 1365-2:2014 UNI EN 1363-1:2012
0.70 0.82 0.80
UNI EN ISO 11654:1998 ASTM C423-08
certificazioni
Next panel
Industry & Malls A, B e C
I pannelli industry & malls hanno il lato inferiore chiuso da pannelli in fibre di legno mineralizzate legate con cemento. A sinistra in alto, la versione A con incisioni a doghe e listelli di tenuta incassati; al centro la C con pannelli lisci e, a destra, la B con listelli in rilievo.
Next panel industry & malls A e C sono i pannelli destinati alla copertura di spazi espositivi e grandi superfici commerciali; si differenziano esclusivamente per il diverso livello di finitura del lato a vista (pannelli di legno mineralizzati incisi a doghe e listelli di tenuta in spessore per il tipo A, pannelli di legno mineralizzato lisci per quello C). Entrambi sono caratterizzati dall’ottimo rapporto prezzo/prestazioni, con un profilo di assorbimento acustico efficace ed equilibrato in tutte le frequenze, resistenza al fuoco REI 60 minuti certificata e reazione al fuoco B-s1,d0. Indicati per la copertura di stabilimenti industriali o vani con successive controsoffittature, i pannelli Next panel industry & malls B sono i piÚ economici della gamma, con finitura in pannelli in legno mineralizzato lisci in colore naturale (non verniciati) e listelli di ritenuta a vista in rilievo, sono destinati all’utilizzo in coperture per le quali sia prevista un eventuale controsoffitto.
Scheda prestazionale pannelli industry & malls (pannello standard con travetti e isolamento h 20 cm).
prestazioni
valore
Trasmittanza pannello
0.20 W/(m2 K)
Sotto a sinistra: Next panel industry & malls B predisposto per controsoffitto per la copertura della scuola primaria Bentivoglio a Bologna. Sotto al centro; pannelli industry & malls in una sala polivalente. A destra la copertura curva di una palestra a Roncegno (Trento) con Next panel industry & malls A.
Sfasamento
8.25 ore
Resistenza al fuoco
REI 60
Assorbimento acustico pesato Îąw alle basse frequenze SAA sound absorption average NRC noise reduction coefficient
UNI EN 1365-2:2014 UNI EN 1363-1:2012
0.85 0.83 0.85
UNI EN ISO 11654:1998 ASTM C423-08
certificazioni
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rivestimenti di facciata Tre diversi esempi di utilizzo del legno per rivestire e caratterizzare le superfici di tre edifici che si confrontano con la natura e il paesaggio in cui sono inseriti. Tre modalità di utilizzo e trattamento, sofisticate e attente al dettaglio, di un unico materiale: il legno Accoya®, scelto per le sue caratteristiche di stabilità, durata e sostenibilità ottenute grazie a un processo di acetilazione che consente di mantenere la versatilità e l’aspetto del materiale originario aumentandone significativamente le prestazioni.
topic
Foto: Giovanni Gastel
casaFantini Lissoni Architettura
Un boutique hotel 5 stelle, sulla riva del lago d’Orta, dove rilassarsi assecondando il ritmo lento della vita lacustre. È con questo spirito che è stato concepita casaFantini a Pella, la stessa località dove ha sede l’azienda di rubinetterie Fantini la cui amministratrice ha voluto questo piccolo resort affidandone la progettazione allo studio dell’architetto Piero Lissoni con il quale c’è da anni una consolidata collaborazione. I due corpi, uno preesistente e uno di nuova costruzione, affacciano entrambi sul lago integrandosi nel paesaggio grazie alla scelta di materiali naturali quali la pietra e il legno utilizzato per il rivestimento esterno. Il corpo storico ospita il bar mentre nel nuovo parallelepipedo, adiacente e comunicante, si trovano, al piano terra, la sala da pranzo e il grande salotto-lobby e, ai
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topic
due piani superiori, nove camere e due suite con terrazzo o balcone per godere del panorama. La facciata presenta una superficie lignea di colore scuro che si alterna alle ampie vetrate delle camere e alle fasce in acciaio nella stesso tono che marcano i piani e il coronamento. Il rivestimento è in legno Accoya® con un particolare trattamento materico: è stato lavorato con un taglio piano sega e verniciato in color palissandro per creare una raffinato motivo a tavole e listelli verticali con striature orizzontali. La disposizione degli elementi dà profondità al rivestimento, caratterizzandone la scura superficie che, unitamente alla pietra dei muri esterni, fa risaltare il verde del giardino e della vegetazione circostante. Un insieme che ispira quella placida calma che le acque dell’antistante lago suggeriscono.
Foto: Giovanni Gastel
Foto: Giovanni Gastel
Foto: Giovanni Gastel
Foto: Giovanni Gastel
Ubicazione: Pella (NO) Progetto: Lissoni Architettura SpA Fine lavori: agosto 2017 Superficie lorda edificata: 1218 m2 Superficie esterna: 682 m2
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Foto: Niccolò Galeazzi
Alps Villa Camillo Botticini Architetto
Radicata nel pendio, a nord, e proiettata verso la valle, a sud, questa casa in prossimità del ”Passo del Cavallo” fa della relazione con il suolo e con il paesaggio il punto di forza di un progetto attento all’integrazione con il luogo, in equilibrio tra armonia e tensione con una forma che non rinuncia a una forte espressività. L’impianto irregolare a “C” disegna a nord una corte aperta verso il monte, con vetrate sui tre lati che consentono di guardare il profilo delle guglie di dolomia che a 1.200 m di quota proseguono il piano verde inclinato che chiude virtualmente questo spazio. L’ampia vetrata a sud apre verso la valle il soggiorno, uno spazio a cavallo tra la corte, su cui affacciano anche le camere e la cucina, e il paesaggio. La grande vetrata angolata è incorniciata da una
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topic
strombatura, rivestita in legno Accoya®, che contraddistingue l’edificio e sembra quasi incanalare la luce e il paesaggio verso l’interno e, attraverso una seconda vetrata, fino al patio retrostante. La relazione primaria tra l’artificialità della costruzione e la naturalità del sito è sottolineata dalla scelta dei materiali che caratterizzano le superfici esterne, il legno e il rame. Le pareti ventilate e la copertura sono rivestite in lamiera ondulata di rame ossidato che si contrappone al colore caldo, esaltato dalla luce del sole che vi si riflette, delle tavole di legno Accoya® che rivestono la grande strombatura. Legno, in questo caso iroko, anche per la pavimentazione a listoni del patio, con un acero verde che riporta al suo interno un frammento di natura.
Foto: Niccolò Galeazzi
Foto: Niccolò Galeazzi
Foto: Niccolò Galeazzi
Foto: Eugenie Pons
Foto: Niccolò Galeazzi
Ubicazione: Passo del Cavallo, Brescia Progetto: Camillo Botticini Architetto Lavori: 2013-2014 Superficie: 360 m2
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Foto: Michael Moran/OTTO Archive
Sleeve House actual/office
Un volume allungato che quasi telescopicamente scivola all’interno di uno più grande fermandosi contro una grande vetrata a doppia altezza che si apre sulle colline circostanti. Due elementi in legno scuro, scatolati e compenetrati, poggiati su una base in calcestruzzo armato, che configurano l’esterno e organizzano gli spazi della casa. Quello più piccolo accoglie la zona notte (due camere e uno studio, oltre ai bagni e i guardaroba) mentre in quello più grande è disposta la zona giorno su due livelli e con una parte a doppia altezza; negli spazi risultanti dalla compenetrazione è inserita, da un lato, la scala e, dall’altro, la galleria d’ingresso. Il rivestimento esterno, che continua all’interno, è in tavole di legno Accoya® carbonizzate superficialmente secondo un procedimento tradizionale giapponese
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topic
noto come shou sugi ban. Creano uno strato ruvido, duraturo e resistente alle intemperie, una reinterpretazione sofisticata e contemporanea degli esterni dei vecchi granai della Hudson Valley. La disposizione inclinata delle tavole, poste alternativamente di piatto e di taglio, quest’ultime con diverse profondità, struttura le facciate, suggerendo quasi l’effetto di un soffietto per i due volumi-manicotti che compongono l’edificio. La base in calcestruzzo a vista che forma le pareti, i gradini e i pavimenti del piano inferiore crea una grande massa termica che aumenta l’efficienza del riscaldamento e del raffrescamento e, grazie anche alla ventilazione con recupero di calore, ai tripli vetri e all’impianto fotovoltaico con batteria di accumulo, contiene le emissioni di CO2 in circa 1 ton/anno.
Foto: Michael Moran/OTTO Archive
Foto: Michael Moran/OTTO Archive
Foto: Michael Moran/OTTO Archive
Foto: Michael Moran/OTTO Archive
Ubicazione: Taghkanic (NY) -USA Progetto: actual/office Progettazione: 2013-2015 Lavori: 2015-2017 Superficie: 250 m2
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Foto: Michael Moran/OTTO Archive
progetti
Panorama
Appartamenti ClimaComfort in legno A sud di Milano, gli appartamenti ClimaComfort, 9 unità abitative distribuite su tre piani la cui fine lavori è prevista per marzo 2019, propongono un concept pensato per creare un nuovo trend di mercato. La società di engineering neXtwood, partner del progetto, oltre a curare in project management l’intera opera, ha contribuito alle scelte progettuali effettuate, massimizzando efficacia e funzionalità dell’intervento e minimizzando, al contempo, l’impronta ecologica della costruzione. Ciò sarà possibile grazie all’adozione di un involucro ad alta sostenibilità ed efficienza energetica in pannelli di legno CLT e sughero e scegliendo, per quel che riguarda la parte impiantistica, di utilizzare solamente un aggregato compatto per appartamento. Il sistema costruttivo utilizzato neXtwood, grazie a un innovativo processo gestionale, a un rigoroso controllo tecnico e all’accorciamento della filiera produttiva, ha permesso all’operazione di avere anche sostenibilità economica: il costo di costruzione si aggira infatti attorno ai 1.250 €/m2. L’innovazione di prodotto e di processo attualmente in corso in questo edificio permetterà di inserire sul mercato un immobile dalle elevate qualità tecniche e architettoniche, a un prezzo molto più abbordabile rispetto a quello di altri edifici. www.gardeniasrl.com
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Vision Hotel, Peschiera del Garda Un edificio moderno e contemporaneo, in dialogo visivo con il lago di Garda e il suo panorama, il Vision Hotel, progettato dall’architetto Alberto Apostoli, è una struttura ricettiva di 32 camere realizzata con un sistema in Xlam, disposta su tre piani fuori terra, per un totale di circa 1.500 m2. Dal punto di vista architettonico, l’edificio si contraddistinguerà per la grande facciata, caratterizzata da un particolare gioco di volumi aggettanti dati dai balconcini delle stanze che, risultando sfasati, daranno vita a spazi dilatati e asimmetrici. Un movimento sottolineato dalla presenza di pannelli frangisole, in lamiera stirata, disposti in maniera apparentemente casuale. L’uso delle grandi vetrate permette di alleggerire visivamente la struttura e di farla dialogare con il territorio circostante, che diventa dunque elemento fondante del linguaggio espressivo. Specifica attenzione è stata data anche al progetto illuminotecnico mentre sul tetto dell’hotel trovano posto pannelli fotovoltaici e solari termici che forniscono energia anche a tre colonnine per la ricarica di auto elettriche. www.objektbau.rubner.com
Stadi modulari GREEN in legno lamellare Rubner Holzbau, in collaborazione con la società di advisor e design Bear Stadiums, ha ideato e firmato stadi innovativi, la cui idea ha già suscitato l’interesse di diverse federazioni calcistiche italiane ed estere, sensibili alle questioni ecologiche e di sostenibilità. Modulari, in legno lamellare, a basso impatto ambientale, confortevoli e che dovrebbero sostituire strutture esistenti ormai fatiscenti in cemento armato o metallo sono i nuovi stadi denominati, appunto, GREEN. Dotati di spalti vicini al terreno di gioco, con sedute ergonomiche e curve di visibilità perfette, si montano in pochi mesi e a costi contenuti: 6/8 mesi per un impianto di media capienza contro i 18/24 mesi degli stadi tradizionali. L’estrema leggerezza li rende adatti a essere montati anche in zone sismiche. Il progetto modulare parte da una tribuna minima da 1.500 posti, ideale per le piccole società sportive che si affacciano al calcio professionistico e dotato di tutti i servizi necessari, come spogliatoi per atleti e arbitri, area antidoping, infermerie, sale lavoro giornalisti, sala conferenze, ma anche la terrazza del Club al primo piano, tutta vetrata sul terreno di gioco con bar, ristorante e facile accessibilità agli spalti. La modularità del progetto permette di passare con estrema facilità costruttiva dai 1.500 ai 18.000 posti, abbattendo i costi di gestione e di manutenzione e con la formula “chiavi in mano”. www.holzbau.rubner.com
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Foto: Sandy Steele-Perkins
next The Woodman’s Treehouse Guy Mallinson + Keith Brownlie Gulliver DOX Huť architektury Centro Guida Sicura aMDL - Michele De Lucchi
Foto: Stefano Muti
Foto: Tom Vack, con Ester Pirotta
Foto: Petr Kralík
Bar sull’Isola d’Elba Studio Associato Tecne 2000