Giocare sul serio

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CS Consorzio Sirio www.sirioconsorzio.it

TRIMESTRALE iscritto al n°789 del 20/10/03 Registro Periodici, Tribunale di Lucca - DIRETTORE RESPONSABILE: Eleonora Vanni

n° 3 anno 2005

Sommario Pag. 2 >> Sport per tutti Gli operatori del progetto sport >> Pentagramma Lunare Penny Frediani >> Centro estivo “Le Girandole - d’Estate” Elena, Eva, Marita, Laura, Francesco >> Crescita e gioco nell’adolescenza Antonella di Natale

Pag. 3 >>I giovani e la musica: una storia d’amore Cristiano Bartelloni >> Benvenuta prima infanzia Federica, Davina, Milly >> E’ solo nel gioco che l’uomo si riscopre libero e felice Centro Estivo “le Giarandole d’Estate” >> 2004/2005 Odissea in via della Gronda Andrea Peruzzi Per un operatore sociale il gioco è come la carta che fa saltare il banco. Quando un bambino o un ragazzo iniziano a frequentare un centro o entrano in una struttura residenziale, gli operatori cercano immediatamente di capire quali siano le attività, gli hobby, più graditi dal minore. Non è solo un modo per entrare in relazione ma una base importante per costruire percorsi operativi, per gettare le basi di progetti individualizzati o di gruppo. Osservare una persona durante attività di gioco permette di capire quale rapporto ha con sé, con i pari, con gli adulti, se è sicuro o piuttosto incapace di socializzare e via dicendo. Del resto quando si usano certe frasi d’uso comune tipo: “A che gioco stai giocando”, “Mettiamoci in gioco”, “La vita è tutta un gioco”, significa che l’importanza e il significato che assume la parola nella considerazione comune è alta. Con il crescere, si finisce per pensare che ci sono atteggiamenti e comportamenti che meglio sanno coniugare le aspirazioni delle persone a diventare sempre più equilibrate e capaci di saper gestire e vivere la propria storia. E’ un po’ come se il gioco fosse un modo per non diventare adulti, per mantenersi eterni adolescenti, incapaci di scelte vere ed importanti. Il gioco diventa così il retaggio di un passato in cui la spensieratezza e la leggerezza ci facevano osservare la vita come il mondo dei balocchi. Si diventa seriosi, incapaci di abbandonarsi completamente alle passioni, ai propri progetti, si

finisce per confinare la parte più istintiva in un limbo dove può solo sussurrare, senza essere sentita. La verità è invece un’altra, il sogno è estremamente legato al gioco, ne è parte costitutiva e quando smettiamo di chiederci quali sono le situazioni che ci fanno sentire vivi, che ci permettono di guardare dentro la nostra anima e di cercare gli elementi per scompaginare l’ordine della nostra noia, abbiamo smesso di giocare. I ragazzi non smetterebbero mai di farlo, per gli adulti, tanto più se si dicono operatori sociali, il dovere etico è di guardare ai bambini come individui capaci di farci riscoprire il senso e il significato profondo del nostro mondo interiore, della nostra pancia. Certo mettersi a giocare, discutere le proprie certezze, provare a masticare nuovi cibi, esperienze che attraverso la fatica ci aprono mondi paralleli e ci fanno sentire vivi e vitali, potrebbe diventare un buon modo per essere maggiormente in contatto con un equilibrio instabile, con la vicinanza al dubbio e all’incertezza quali elementi insostituibili d’ogni processo di cambiamento e di crescita, di ricerca della verità. Il gioco può farci capire quali immense risorse vivono ed abitano dentro di noi, ma è pure spietato nell’indicarci il limite, nel farci conoscere le possibilità dell’altro e nel mostrarci una strada, quella che meglio si addice a noi e a quelli che con noi stanno giocando. Luca Manfredini - Consigliere d’amministrazione C.RE.A.

Pag. 4 >> La creatività in “gioco” Fabrizio Franceschi >> Biliardino, primo trofeo della Versilia per persone diversamente abili Arcacasa, Il Capannone, Giocoraggio >>Agenda >> La posta di Smodem

C.RE.A soc. coop. sociale Via Virgilio 222, 55049 Viareggio Tel. 0584 384077 Fax 0584 397773 info@coopcrea.it www.coopcrea.it


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Sport per tutti Il progetto sport riprende le sue attività dopo la sosta estiva. Ritengo che possa essere considerato una delle risorse importanti negli interventi, che il comune di Viareggio promuove, per i minori che vivono difficoltà familiari e personali. E da segnalare come dal 1999, anno di inizio delle attività, si possa registrare un continuo e costante ampliamento del bacino di utenza e una partecipazione sempre più larga di soggetti ed agenzie educative interessate ad usufruirne. Oggi sono più di 60 i minori che sono inseriti nei corsi e si è allargato il numero delle società sportive che offrono spazi di inserimento. Il progetto mira infatti ad inserire minori che vivono in realtà familiari o personali difficili all’interno di società sportive che offrono spazi gratuiti di inserimento. La segnalazione degli utenti chiamati ad usufruire del progetto provengono dal servizio sociale territoriale. A i ragazzi

e alle famiglie viene offerto un servizio di trasporto dalle proprie abitazioni, al luogo dove si tengono i corsi, è garantita la presenza di un operatore che funziona da facilitatore dell’inserimento capace di mediare i conflitti e al tempo stesso di attivare risorse e sostenere i processi di autonomia e crescita dei minori, e viene garantito l’acquisto di materiali e abbigliamento sportivo, dove ce ne sia reale bisogno. Grande importanza viene dato all’osservazione dei minori, al tipo e grado di inserimento, alle problematiche rilevate. I dati che vengono raccolti in schede di osservazione mensili sono restituiti alle assistente sociali referenti attraverso incontri periodici. Rilevante è anche il lavoro di collegamento fra le agenzie educative della rete che intervengono con competenze e finalità diverse nel progetto educativo individualizzato dei minori inseriti. Anche con questi soggetti è importante rilevare come sia stato aperto un canale di confronto e di

restituzione dei percorsi attivati per e con i ragazzi. Alla fine lo slogan per questo progetto coniato “sport per tutti” vuole essere un invito a credere che la pratica sportiva è realmente un diritto che dovrebbe essere garantito sempre e un augurio che si possa vivere questo importante momento ludico e di incontro con maggiore leggerezza , svuotandolo ed asciugandolo di contenuti e forme che non gli appartengono. Lo sport come agonismo esasperato, come cultura della vittoria sempre e comunque è lontano dai valori dell’amicizia, dell’incontro, della socialità, dello spirito di abnegazione e di sacrificio, di rispetto delle regole e di pulizia. Noi ci riferiamo a questo tipo di sport e speriamo di riuscire a dare il nostro piccolo contributo. Gli operatori del Progetto Sport

“Pentagramma Lunare” “Pentagramma Lunare” è una manifestazione che nasce nel 2001, con l’obiettivo di dare spazio e visibilità ai giovani che fanno musica in collegamento con attività del centro d’aggregazione “KAMALEONTI” gestito dalla Cooperativa nella zona di Camaiore. Lo spazio aggregativo è sempre stato, nell’idea degli operatori che vi operano, una possibilità di crescita per ragazzi che lo frequentano, ma anche un’occasione d’incontro con l’esterno. Non si può pensare infatti ad interventi sociali

sganciati dall’ambiente di riferimento, incapaci di incontrare i linguaggi, le esigenze, i bisogni provenienti dal territorio circostante. Ecco perché il “Pentagramma Lunare” non è solo un concorso musicale, un momento aggregativo fine a se stesso, ma una reale occasione di crescita, di confronto, un momento per condividere percorsi creativi ed emozioni. Del resto, gli spazi della città possono essere davvero vissuti in una dimensione condivisa, quando i cittadini se ne appropriano, li riempiono, li fanno vivere. Pensiamo a certe iniziative nelle grandi città, che finiscono per restituire alla gente le strade, i musei, gli angoli più nascosti della città, mostrando il volto migliore, quello più umano, non solo l’aspetto congestionato del traffico e dell’inquinamento. Quest’anno il “Pentagramma Lunare” è stato progettato in una veste nuova, con un’impronta ed un indirizzo di carattere solidaristico: sostenendo i progetti di tre associazioni del Comune di Camaiore: “Solidarietà

nel mondo”, “HomeForPeopleForHome”, “Nutripà”, che operano in realtà disagiate (Africa, Brasile, Asia). Il concorso musicale svoltosi a Camaiore nelle serate del 14-15-17 luglio, ha visto svolgersi al suo interno, la Partita della Solidarietà che si è tenuta il 16 luglio 2005 allo Stadio Comunale di Camaiore tra Componenti dell’amministrazione Comunale e Nazionale Calcio TV. La vendita dei biglietti per la serata ci ha permesso di raccogliere ¤ 4.500 in favore delle associazioni di cui sopra. La nostra convinzione è che queste attività non debbano appartenere solo all’occasionalità, ma diventare patrimonio operativo e progettuale della Cooperativa Sociale C.RE.A., una possibilità su cui riflettere e confrontarsi. Penny Frediani

Centro Estivo “ Le Girandole - d’estate” Belli, vivaci e intraprendenti... sono loro, un gruppo di bambini/e in età compresa tra i sei e gli otto anni che nei mesi di luglio e agosto hanno rallegrato con sorrisi, grida e “liti” il centro estivo le Girandole a Viareggio. Questi bambini hanno avuto l’opportunità di sperimentare forti emozioni tipiche della loro età, come imparare a conoscersi e a rispettarsi nella loro diversità; anche se inizialmente non ci sono riusciti, hanno pur sempre dimostrato di saper tornare indietro e di saper fare la PACE! Da parte nostra è stata un’esperienza intensa e ricca di

emozioni che solo i bambini sanno regalare! Arrivederci al prossimo anno Elena, Eva , Marita, Laura, Francesco animatrici e animatori del centro estivo “le girandole” di Viareggio

Crescita e gioco nell’adolescenza L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti legati non solo alla metamorfosi del corpo, ma anche alla personalità e al ruolo sociale, un’età in sé a rischio di disagio. Ci troviamo in una società profondamente cambiata, che deve fare i conti con i problemi legati al mondo giovanile, che spesso s’interroga di fronte al carattere patologico che frequentemente questi disagi assumono. Dovremmo porci il problema della “normalità” dell’adolescenza e con quale modo si possa intervenire per frenare o almeno attenuare, questi disagi ormai divenuti ordinari. Un aiuto valido per fronteggiare questi problemi, emerge dal settore dello sport e del tempo libero, dove gli spazi di gioco e dello sport rappresentano una possibilità per far esperienze di crescita al di fuori della famiglia. Il disagio degli adolescenti spesso non è espresso dalle

parole, ma da atteggiamenti e comportamenti che si possono capire proprio attraverso il gioco. La figura dell’educatore riveste una funzione importante, perché oltre ad offrire un modello di comportamento corretto con il quale l’adolescente si può confrontare, è in grado di cogliere quei segnali ed intervenire aiutando il giovane ad affrontare il problema in maniera adeguata. Il gioco è importante anche per la formazione e la conoscenza, può diventare un mediatore culturale efficace, perché permette lo sviluppo della creatività. E’ nel contesto del gioco che s’impara il rispetto delle regole, a tollerare la frustrazione del non poter vincere sempre e l’accettare i propri limiti e quelli dell’altro. Oggi i bambini giocano restando soli davanti agli schermi dei televisori, dei computer o dei videogiochi e nessuno insegna loro a distinguere il vero dal falso, l’emozione dei sensi dal senso delle emozioni, il giocare non costituisce

il confronto con altri ragazzi ma con un videogioco. Credo che spetti a noi adulti compiere un atto di responsabilità e d’impegno, senza sensi di colpa, in fondo anche noi siamo vittime di un mondo in cui i cambiamenti si susseguono ed è sempre più faticoso essere all’altezza della situazione in ogni ruolo, soprattutto in quello di genitore. Siamo noi adulti che dobbiamo “Rincominciare” ad affiancare quel bambino che guarda o digita tastiere, vede scorrere davanti a sé tante realtà che lo inquietano o che gli muovono emozioni alle quali non sa attribuire un nome. E’ un bambino bisognoso di qualcuno che gli ricordi che dovunque la sua mente si trovi, non si è perduto, ma può sempre tornare a casa. Antonella Di Natale - Tirocinante al centro di aggregazione “KAMALEONTI”


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“I giovani e la musica: una storia d’amore” “Fare musica è la cosa più bella che si possa individuare come meccanismo per stare insieme fra ragazzi. C’è un atteggiamento costruttivo, collaborativo, non c’è competizione.(…) questo aiuta a superare le proprie angosce e timidezze”. (da vita di Fabrizio De Andrè, Luigi Viva) E’ innegabile che la musica sia per sua stessa natura un mezzo d’unione fra le persone; ai concerti la folla si muove come un corpo solo, modellato dalle onde del suono. Al contempo essa diviene un mezzo educativo, una colonna portante (o Sonora?) per l’adolescente. Primo miracolo: succede che un giorno ti alzi dal letto e una canzone diventa il modo per dire al mondo “Io ci sono”. Serve per manifestare la voglia di libertà, d’intransigenza, diventa qualcosa che ti fa diventare grande, duro, cattivo ma anche dolce e innamorato. Diventi fan di gruppi, cerchi di allargare la tua cultura musicale come una macchia d’olio. La musica diventa il supporto su cui attaccare il poster con la propria immagine.

Secondo miracolo: l’incontro con lo strumento; che sia basso, chitarra, batteria o altro non importa. Si passano ore e ore a far stare le dita al posto, a provare e riprovare allo stereo, avanti e indietro, mille volte su quel povero cd; e ti dai una disciplina, ti senti responsabile di quell’attrezzo che magari ti è costato pure un’estate a lavorare. Lo tratti come un neonato e impari a dare valore agli oggetti che non sono più qualcosa di dovuto e di scontato, ma di guadagnato. Terzo miracolo: uscire dalla propria camera ed incontrare il mondo, gli altri. Nascono gruppi come funghi, durano una settimana, li tradisci con altri gruppi e poi ritorni a quelli iniziali. In questo caos arrivi a considerare il tuo ensemble come una fidanzata e hai rispetto dei tuoi compagni e del valore aggiunto che si crea suonando insieme. Nasce un vero e proprio rapporto sentimentale in cui si vive insieme, si ride, si scherza, si cresce, si migliora e inevitabilmente si litiga. Il gruppo diventa una “palestra” di quella che sarà la vita vera; impari a pensare in collettivo e non più

solo a te stesso e cerchi di fare scelte giuste per tutti. A volte le cose non vanno e le band si sciolgono, s’incontrano gli altri componenti per strada e ci si sente imbarazzati, proprio come succede quando finisce una storia d’amore. Arriva il momento dell’esibizione in pubblico, vera croce e delizia dei musicisti: all’inizio si entra impauriti, poi via via l’esperienza ti regala il divertimento e l’espressione di sé. Riesci a convogliare le emozioni verso ciò che stai creando. Questo è il punto focale, quello per cui tutto il discorso acquista un senso. Promuovere iniziative per i gruppi emergenti, allestire sale prove, dare spazio alla creatività, è fondamentale per noi giovani. E’ necessario che per esprimersi in musica, i giovani siano liberati da incombenze burocratiche che rischiano di soffocare sul nascere ogni tentativo, perché la musica diviene una dimensione educativa forte che va curata e aiutata per evitare che, come ogni “piantina”, possa crescere male. Cristiano Bartelloni - un musicista di Camaiore

Benvenuta prima infanzia Esordiremo con il dire: finalmente, la C.RE.A è sbarcata “di là dal monte” per lavorare con i bambini. Adesso gestisce un Centro Gioco Educativo per la prima infanzia nel Comune di Capannori di Lucca; un’esperienza nuova, ma con un risultato più che buono. A dimostrarlo è stata la frequenza assidua dei bambini e la risposta positiva e collaborativa delle famiglie. Il Centro, adiacente all’asilo nido con il quale si è realizzata una proficua collaborazione, è una struttura nuova dotata di ampio giardino dove i bambini mettono a “dura” prova l’agilità delle maestre. A parte gli scherzi, il centro gioco educativo è destinato ai bambini da 18 a 36 mesi residenti nel Comune di Capannori ed è aperto in orario mattutino dalle 7:45 alle 13:15 per undici mesi l’anno; non effettua servizio mensa, ma offre un discreto menù per la merenda delle 10! All’interno le attività sono organizzate in: atelier espressivi

ed artistici, attività motorie, gioco libero, gioco strutturato con l’obbiettivo di creare un luogo piacevole e sicuro dove i bambini possano essere protagonisti di un’esperienza formativa e ludica. A conclusione del primo anno la rilevazione della soddisfazione delle famiglie ha dato esito positivo e per noi ha rappresentato un risultato importante non aver deluso le aspettative e la fiducia risposta nel servizio dalle famiglie. Ringraziamo le famiglie, le maestre dell’asilo, i referenti del Comune di Capannori e tutti coloro che hanno collaborato con noi e con la cooperativa per la riuscita del progetto e la qualità del servizio; ci auguriamo che tutto questo trovi conferma e consolidamento nell’esperienza del prossimo anno scolastico 2005/2006. Federica, Davina, Milly – operatrici del Centro Gioco Educativo di Capannori.

“E’ solo nel gioco che l’uomo si riscopre libero e felice.” ... Così Platone descrisse e definì l’importanza di sapersi riconoscere nelle dinamiche, troppo spesso ed erroneamante interpretate come infantili, del giocare. Nella storia, nel percorso di ogni singolo bambino-ragazzoeducatore che si costruisce in comunità c’è una regola base e fondamentale: METTERSI IN GIOCO. là dove per gioco si intende sfidarsi, mettersi alla prova, col fine, l’obiettivo comune del cambiamento, della crescita. Mettersi in gioco significa imparare a vedere con altri occhi ciò che ci circonda e soprattutto noi stessi. Significa

prendere coscienza di cosa si cerca, di come si è, dei perchè siamo arrivati ad esserlo e da lì riprendere il percorso. Significa avere la forza di reinterpretare il passato per poterne trarre spunti e insegnamento, riuscendo così a superare gli scogli della rabbia, del rancore, della sofferenza. In comunità è raro il gioco inteso come nel linguaggio comune di semplice svago, di mezzo di sfogo...Il gioco è altro: è la musica di un tamburo africano che cerca col pensiero la sua vecchia casa, è una serie di colori aggrovigliati, è una parola detta al momento giusto,

è uno sguardo di intesa, è un lungo silenzio, è spesso l’unico punto di incontro tra le diverse età, le varie culture, le disparate personalità. Una volta venne scritto “Il pensiero felice di un gioco non dura più di venti secondi” (Pirandello), ma io preferisco questa: “Il pensiero felice di un gioco non ha tempo, non puoi fermarti a controllarlo sulla punta delle dita, perchè se quella felicità è reale ti farà volare per l’intera eternità...” (Peter Pan). Riccardo Giannoni - Comunità Alloggio per Minori Viareggio

2004/2005 Odissea in via della Gronda Il Centro Diurno per minori di via della Gronda, che la cooperativa gestisce in convenzione con il Comune di Viareggio, nasce come un'estensione del progetto della Comunità Alloggio di cui impegna alcuni spazi per la realizzazione delle proprie attività durante quest’anno e poco più di vita. Nei primi mesi di lavoro, nella scorsa estate 2004, le attività sono state per lo più ludico ricreative, duravano l’intera giornata dal lunedì al venerdì e sono state intervallate dal pernottamento di una notte presso la Baita Barsi in agosto (per qualcuno è stata la prima notte fuori casa senza genitori!). Con la riapertura invernale (ottobre 2004), si è passati fondamentalmente ad un’attività di sostegno e recupero scolastico, visto che quasi tutti i ragazzi frequentanti erano stati inviati per problemi di rendimento e di comportamento a scuola. L’inverno è stato piuttosto “duro” e faticoso, e l’obiettivo principale era quello di sviluppare costanza nello studio e migliorare “un poco” il rendimento scolastico. Ci sono

stati, per fortuna, intervalli di “pizzate”, serate di gioco, un pernottamento in una canonica fuori Lucca con i ragazzi del Centro Kamaleonti di Camaiore, la preparazione e il montaggio di un video di skate board, pomeriggi di pesca e di calcio. Finita la scuola con discreti risultati da parte dei ragazzi che si sono impegnati e che hanno voluto migliorare, sono ricominciate le attività estive e nei mesi di luglio e agosto, oltre che frequentare il mare in Darsena a Viareggio, abbiamo fatto gite ed escursioni in giro per la Toscana e la Liguria (Acquapark di Cecina, bagni Pancaldi di Livorno, Fiascherino e le Cinque Terre). Siamo stati anche al mitico campeggio di tre giorni nella Maremma Toscana (29-30-31 agosto). (Per tutte le uscite estive vogliamo ringraziare il CDSD “Il Capannone” di Viareggio per il pulmino che ci ha prestato). Oggi, il Centro Diurno ospita undici ragazzi e ragazze inviati dal servizio sociale territoriale presi in carico, in genere, durante la frequenza delle scuole medie;

attualmente alle attività partecipano anche un ragazzino di 5° elementare e due ragazzi di seconda superiore. Con la ripresa delle attività invernali, oltre che “stressare” i ragazzi a svolgere i compiti (e questo avverrà tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì), abbiamo in programma la preparazione di un nuovo video clip di skate board e pattinaggio (con l’aiuto fondamentale della Penny), pomeriggi di pesca e “girate” fuori Viareggio, oltre che un bel pernottamento “in mezzo alla neve”! Per tutto l’inverno inoltre giocheremo al nostro fantacalcio con le squadre formate in un’asta infuocata in un caldissimo giovedì di fine estate: Interoski (Andrea e Mickael), JuventInter (Marco e Alessandro), Team Extreme (Michele), Ascoli & Link (Luca), Doggy & Cat (Gianfranco e Pera), Juventus (Matteo e Jonathan), Cervia (Federico), Cottafava Zuzu (Nuzi, Riccardo e la Comunità Alloggio)! E vinca il migliore! Andrea Peruzzi - Educatore del Centro Diurno per Minori di Viareggio


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La creatività in “gioco” Un educatore quotidianamente a contatto con degli adolescenti e pre-adolescenti che partecipa, collabora, osserva le loro attività di gioco e cerca di programmare altre esperienze che risultino formative non può non volgere lo sguardo all’indietro e ritornare a quei momenti in cui anche lui era un giocatore assiduo. Il ricordo però non è fine a se stesso, non è nemmeno un atto giudicante o solo un tentativo di comparazione tra le diverse modalità, i diversi tipi di giochi e il valore che ad ognuno di essi veniva e viene dato. È un richiamare, un rinvenire certe emozioni e scoprire che le stesse vengono provate ora da “adulto” per altri nuovi giochi, accorgersi così in prima persona, ora che siamo in grado di vedere le cose da un punto di vista un po’ più distante, del valore e del significato intrinseco dell’espressione ludica nella crescita e nella vita di un individuo. Sicuramente fra i due momenti di vita, quella ormai passato per l’educatore e quello attuale dei ragazzi e delle ragazze, ci saranno delle similitudini e delle differenze, a volte anche sostanziali, ma il comune denominatore che annulla quasi lo scorrere del tempo e rende similari i due momenti è lo stesso desiderio, le stesse motivazioni profonde, lo stesso impegno e partecipazione che ognuno ha speso e spende nei propri giochi. Ma questa motivazione profonda, questo impegno e desiderio nel partecipare ad un’attività ludica da che cosa deriva? Ed è possibile fare in modo che anche nell’adolescenza il gioco non venga sottovalutato ma venga riconosciuto come elemento indispensabile per una crescita creativa? Il gioco come area di esperienza e di attività ha sempre fatto parte della natura umana ed è ancora quell’aspetto prevalente che ci lega ad altre specie. Per un pensatore come Huizinga, la funzione del gioco è quella di donare senso, di produrre cultura. La cultura per lui è da prima giocata, perché come la produzione culturale lo spirito ludico è caratterizzato da soluzioni ingegnose, dall’esplorazione dell’ignoto e dalla ricerca del nuovo. La ricerca di un senso all’esperienza che noi tutti abbiamo col mondo è una condizione esistenziale intrinseca dell’uomo. E proprio il gioco è una delle prime forme che permette di mediare tra la dimensione soggettiva e oggettiva, facilitare la rappresentazione delle emozioni attraverso un atto simbolico. L’acquisizione da parte del bambino della facoltà di compiere atti simbolici è la condizione sine qua non per l’integrazione della sua personalità (ecco perché il non gioco o il gioco stereotipato da parte di alcuni bambini è indice a volte di gravi patologie psicotiche, si veda fra tutte la sindrome autistica). Per Donald Winnicot l’atto simbolico è fondamentalmente un atto creativo che inaugura una dimensione particolare dell’esperienza, uno spazio intermedio tra la realtà puramente soggettiva e la realtà oggettivamente percepita. È un ponte tra i due mondi, quello interiore, individuale e idiosincratico, e il mondo esterno con il quale siamo costretti continuamente a venire a patti per il raggiungimento di un adattamento sempre un po’ precario. Il processo simbolico integra questi due mondi in modo Il CentroPolo, Centro Polisportivo-Aggregativo-Marco Polo, è stato aperto nel marzo del 2003 all’insegna dello sport ma anche di tutte quelle attività di carattere creativo e ricreativo che caratterizzano lo stare insieme senza limiti di età e condizione. E’ gestito dall’Associazione “Quelli che non” che ha stipulato una convenzione con C.RE.A. cooperativa sociale per la programmazione e gestione di attività di aggregazione giovanile. C.RE.A. dispone, all’interno del Centro, di uno spazio dove un

Se avete una famiglia numerosa provate... a mettere un biliardino in salotto! E’arrivato cosi un giorno... mentre nessuno lo aspettava... grazie a signor Ardito. Pian piano si sono radunati tutti incuriositi... è diventato un appuntamento... un piacevole appuntamento. Se è vero come è vero che non c’è nulla di più serio di un gioco, ne abbiamo sperimentato la serietà... così ci siamo presi “seriamente” ed ecco il PRIMO TROFEO DI

paradossale creando una “zona” diversa da ambedue, un’area transizionale, dell’illusione e del gioco (inlusio deriva da in ludo). Questa dimensione transizionale non è data ma è creata da ognuno di noi, è il prodotto di un attività mentale nella quale non ci preoccupiamo di accomodarci alla realtà esterna con lo scopo di dominarla ma di tendere invece a riconciliarsi con essa rivestendola con qualche cosa di sé. Il gioco in questo senso può essere considerato simile ad altre produzioni simboliche come la poesia, il mito, il teatro ciascuna delle quali istituisce un mondo in cui vengono messi in scena eventi possibili che aprono uno spiraglio di significato nella nostra esperienza del quotidiano. La realtà creata dal gioco esprime e rappresenta il senso profondo della vita e dell’esperienza. E questo trova conferma anche con il fatto che il gioco ha la capacità di essere socializzante, promotore di aggregazione sociale, di avvicinare mondi culturalmente distanti. Ecco perché è necessario che anche nell’adolescenza l’attività ludica venga non considerata secondaria. L’adolescenza è l’età del cambiamento (adolescere in latino significa crescere), il corpo e gli stessi vissuti corporei mutano, il pensiero evolve e la modulazione delle emozioni trova nuovi impulsi e nuove vie di espressione. L’adolescente si trova in un periodo di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, non è più un bambino, e non è ancora un adulto. È come se dovesse di nuovo affrontare una sorta di riscoperta del mondo in quanto quello a cui apparteneva fino ad allora non si addice più a lui ma quello che ha davanti non riesce ancora del tutto a comprenderlo. Il gioco se sfruttato proprio per il suo valore simbolico può essere di aiuto e non di ostacolo in un tale momento di crescita. Un gioco naturalmente diverso da quello della seconda infanzia, un gioco che nell’adolescenza avrà al suo centro la dimensione gruppale e sarà al confine con le forme artistiche e sportive, anzi si confonderà molto con esse. Saranno importanti tutti quei giochi che avranno come base di partenza una riflessione su se stessi come i giochi narrativi, autobiografici e di drammatizzazione, quelle attività che si caratterizzano per avere al loro centro la dimensione corporea come i giochi coreografici, giochi espressivi, di improvvisazione corporea e sportivi. Altre attività potranno essere quelle che incidono sulle nuove facoltà intellettive come i giochi di società, di carte e i giochi di strategia come la dama e gli scacchi (attività queste ultime che interessano molto i ragazzi proprio perché riescono a mettono in mostra le loro capacità cognitive). L’importante comunque è che anche l’adolescente abbia la possibilità di giocare per scoprire e coltivare quella creatività che tutti quanti abbiamo in noi, per riuscire ad essere un po’ meno omologato alla massa, per riuscire ad essere portatori di diversità ma per capire soprattutto che non è detto che quando si diventa “grandi” l’homo faber debba oscurare obbligatoriamente la scena a l’homo ludens.

Da una lettera alla Redazione di Giovanni Vanni del 20 luglio 2005: “ Ho avuto la fortuna di ricevere il Vs. trimestrale, e poiché è fatto da gente che lavora ogni giorno…è ammirevole il vostro impegno… mi vorrei permettere di segnalare una mia riflessione su …quali sono le notizie che la gente come me vuole conoscere... le notizie potrebbero essere, tra le altre, le seguenti: i lavori che Voi svolgete ogni giorno, gli impegni con le Istituzioni, i lavori conquistati e le difficoltà incontrate, l’unione con le altre forze cooperative…”

Casella di posta aperta a chiunque vorrà porre domande, inviare proposte, socializzare un’idea. La posta deve essere inviata all’indirizzo smodem@coopcrea.it La redazione si impegna a leggere tutte le lettere e a pubblicare parti di esse. Le parti non pubblicate sono consultabili sul sito www.coopcrea.it

ieri - oggi - domani

Dal 11 al 14 ottobre, presso il “Fienile- Circolo Ricreativo” in via del Pastore-Viareggio, si è tenuta la mostra “Ho conosciuto Kamai”, svoltasi all’interno del convegno “Diversabilità Valorizzazione delle Differenze Molteplicità di Linguaggi”.

Marcello Lippi Mercoledì 9 novembre un gruppo di ragazzi del Capannone e alcuni amici della Comunità Alloggio di via della Gronda sono stati a Coverciano per assistere ad un allenamento della Nazionale di calcio e incontrare alcuni giocatori. Noi siamo stati molto contenti di questa esperienza, speriamo di aver portato loro un po’ di fortuna e che possano esserci ancora altre opportunità. Grazie Lippi di questa bella occasione

Fabrizio Franceschi- Educatore al Centro Polo educatore giornalmente, oltre ad organizzare manifestazioni ed attività, svolge un lavoro di ascolto, prevenzione e mediazione delle diverse dinamiche giovanili. Il CentroPolo si trova in via L. Repaci 1, negli spazi adiacenti alla sede della Circoscrizione Marco Polo, ed è aperto tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 23.30; l’educatore C.RE.A. è presente dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00. BILIARDINO DELLA VERSILIA PER PERSONE DIVERSAMENTE ABILI. “ARCACASA” non è una famiglia ma una realtà molto particolare chiamata Comunità Protetta per Disabili. Vi abitano 15 persone e altrettante vi lavorano. Non è una famiglia ma quasi, e sicuramente numerosa. Quello che non riusciremo a raccontare e ad esprimere in poche righe è come un oggetto apparentemente banale, consueto nei ricordi adolescenziali di molti di noi, abbia potuto diventare nella nostra realtà così particolare e nel giro di poco tempo, catalizzatore di attenzioni sopite, mediatore di relazioni difficili, rilevatore di abilità insospettate. Siamo certi che il 22 novembre racconterà molto di tutto questo, al di là delle parole, alle persone che avranno voglia di intervenire. Alle 10.30 del 22 novembre 2005 arriveranno ad ARCACASA i giocatori iscritti provenienti da varie zone della Versilia. Alle 11°° inizierà il torneo che si concluderà alle 16.30 con la premiazione dei vincitori e, come si conviene ad una festa, alle 12.30 un ricco buffet attende tutti i partecipanti per la pausa pranzo. Anna Greco, coordinatrice ARCACASA

Redazione: Stefania Benassi, Duri Cuonz, Corrado Ceccarelli, Ferdinando Falossi, Patrizia Farnocchia, Anna Greco, Michela Maffei, Armando Sestani, Eleonora Vanni. Hanno partecipato a questo numero: Luca Manfredini, Penny Frediani, gli operatori del progetto sport, Elena, Eva, Marita, Laura, Francesco, Antonella di Natale, Cristiano Bartelloni, Federica, Davina, Milly, Andrea Peruzzi, Fabrizio Franceschi, Anna Greco Grafica e impaginazione: Cooperativa C.RE.A - Duri Cuonz Smodem è consultabile su www.coopcrea.it Stampa Artigrafiche Pezzini, Viareggio


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