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Avis e F.I.R. Rugny, un accordo nazionale
Avis e F.I.R. Rugby, un accordo nazionale
Proprio in Veneto, dove il Rugby è sempre stato sport “nazionale”, firmato accordo triennale Avis-F.I.R. per promuovere il dono del sangue.
Nelle foto.
La nazionale italiana Rugby con le maglie Avis e due momenti del “gemellaggio” Avis-FIR A vis e Federazione Italiana Rugby hanno firmato a Padova il 4 novembre un protocollo d’intesa per sostenere, promuovere e divulgare l’importanza dell’attività sportiva e della donazione di sangue e plasma. Presentato insieme dal vice presidente Avis nazionale Maurizio Bonotto e dal presidente della Fir Marzio Innocenti, l’accordo triennale prevede la promozione dei valori condivisi da entrambe le parti: senso di responsabilità, altruismo, dedizione, lealtà, rispetto e condivisione. Tra le varie azioni di sensibilizzazione previste dal protocollo, l’organizzazione di eventi sul territorio nazionale e una campagna di comunicazione con il coinvolgimento diretto di alcuni giocatori di rugby, in primis il capitano Michele Lamaro.
“Avis e Fir sono due realtà affini - ha dichiarato Innocenti - Il nostro sport crea legami forti, indissolubili tra compagni di squadra, così come la donazione di sangue crea un profondo rapporto, non solo biologico, tra donatore e ricevente. Come presidente sono orgoglioso di poter legare il marchio della Fir a una realtà tanto importante per la società italiana come Avis, come medico sono felice che il mondo dello sport, del mio sport, scenda in campo in prima persona per sostenere e sensibilizzare alla donazione di sangue, un gesto che ogni giorno contribuisce a salvare un incredibile numero di vite”. “Con la Fir possiamo dire di essere quasi coetanei, visto che è stata istituita nel 1928, appena un anno dopo di noi - ha sottolineato Bonotto - Avviare un progetto di collaborazione con una delle Federazioni sportive più antiche e prestigiose del Paese ci offre la possibilità di raggiungere un numero elevatissimo di persone e di potenziali donatori che, proprio in quanto atleti, meglio rappresentano i valori avisini e il profilo del donatore ideale: sano e attento alla qualità della vita”.

