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PROCIDA, DOVE IL TURCHESE È PADRONE!
DELLE MOLTE PERLE DEL GOLFO DI NAPOLI, L’ISOLA DI PROCIDA RISPLENDE DI UN TURCHESE COSÌ VIVO DA DIVENTARE UN GIOIELLO, DA VISITARE E RICORDARE PER SEMPRE.
Chi la conosce consiglia di visitarla in primavera per evitare il caos ma, con un mare così, come si fa a resistere a un tuffo d’estate, al sole di Napoli e all’unico segno dell’abbronzatura che veramente piace, quello dei gioielli! L’isola di Procida va scoperta in estate, celebrando i suoi colori indossando un bracciale Elements ricco di punti luce semipreziosi in turchese, dal tono vivo e vellutato e nelle forme di quadro, tondo, ovale e cuore.
C’è da riempirsi gli occhi con le mille tinte di Procida, cominciando dalle casette di Marina Corricella e il suo porticciolo, luoghi di scena del film capolavoro di Massimo
Troisi. Il Postino mostra gli angoli meno turistici e più autentici di questa magica isola dei limoni, dove un’altra tappa suggestiva è la gita in barca alla spiaggia del Pozzo Vecchio: qui si trovano acque cristalline e fondali incontaminati, un patrimonio naturalistico posto sotto tutela poiché Procida, assieme alle altre isole del golfo (Ischia e Vivara) fa parte dell’area marina protetta Regno di Nettuno della città metropolitana di Napoli. Questo scoglio di tufo a forma di delfino, nato da eruzioni di vulcani flegrei ormai estinti, con una storica tradizione di marineria che, ancora oggi, dà i natali a equipaggi navali impiegati in tutto il mondo, ha ispirato non solo tanto cinema (qui sono stati girati anche Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella e Detenuto in attesa di giudizio con Alberto Sordi presso il Castello D’Avalos) ma anche importante letteratura: Elsa Morante si innamorò a tal punto degli scorci procidani da omaggiarli nel romanzo L’isola di Arturo, che le valse il Premio Strega (prima donna a vincerlo nel 1957), guidando il lettore per i vicoli silenziosi, i frutteti rigogliosi, i riflessi dorati del mare che si apre su piccole rive sabbiose o su scogliere a picco, fino al Giardino dei limoni (purtroppo oggi chiuso) da cui si ammirava l’antico insediamento di Terra Murata.

A Procida, i tipici prodotti agricoli sono i carciofi, la vite (con cui si producevano vini pregiati fin dal tempo degli antichi romani, che qui venivano in villeggiatura) e il “limone pane”, così chiamato perché possiede l’albedo (lo strato bianco e spugnoso fra la buccia e la polpa) molto più spesso del normale: storico agrume ibrido fra il cedro e l’arancio amaro, questo limone di grandi dimensioni ha un gusto dolce e funge da base per l’insalata di limoni, un piatto povero ma gustosissimo che veniva preparato per i contadini al ritorno dal lavoro, condendo l’albedo con un battuto di succo di limone, olio, aglio, peperoncino e menta. Un piatto da assaggiare ancora oggi per una esperienza dei sensi totalmente immersiva nelle essenze del Mediterraneo.