notiziario diocesano organo di collegamento della arcidiocesi di bari-bitonto
anno XXXVI • numero 6 • giugno 2019
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Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura (Mc 16,9-20) 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
È
Domenica 3 Giugno 2019
l’invio iniziale, forte imperativo che qualifica l’essere Chiesa, chiamati a comunicare la “Bella Notizia “a tutto il mondo. Una comunicazione della fede secondo le immagini evangeliche del sale della terra e del lievito nella pasta, che impongono di non sottrarci ad una presenza costruttiva nel mondo della cultura e delle comunicazioni sociali. Presenza che non si è mai interrotta e che è stata fortemente ribadita dal Concilio Vaticano II (Inter mirifica,4 dicembre 1963). Proprio l’assise conciliare fu a deliberare che vi fosse annualmente una giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “La Chiesa cattolica… essendo perciò spinta dall’obbligo di diffondere il messaggio evangelico, ritiene suo dovere servirsi anche degli strumenti di comunicazione sociale per predicare l’annuncio di questa salvezza…”1. Anno dopo anno la Chiesa ha seguito l’evolversi velocissimo del mondo della comunicazione, segnando il cammino con puntuali messaggi papali. Oggi ne meditiamo il 53esimo. “Siamo membra gli uni degli altri (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana”. Approfondire “l’importanza del nostro essere-in-relazione”2 per essere vicino e cogliere “il desiderio dell’uomo che non vuole rimanere nella propria solitudine”. Nel messaggio della LIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si
celebrerà il 2 giugno prossimo, Papa Francesco ci invita “ancora una volta a riflettere sul fondamento e l’importanza del nostro essere-in-relazione”.
Da anni si susseguono analisi e controanalisi sulle tecnologie e del ruolo che vanno svolgendo nella società: ne parlano in tanti, esegeti e guru, «apocalittici e integrati». Raymond Kurzweil si spinge addirittura a celebrare l’alba di un mondo nuovo e di un uomo nuovo, e ancora, come Wired, la rivista vetrina delle nuove teorie, che tratteggia cambiamenti che partendo dalla sfera puramente tecnologica, ricadono poi a livello sociale, economico e culturale. Con acuta analisi scrive Sherry Turkle in Insieme ma soli: “Spesso i miei colleghi insistevano nel dire che i computer fossero «solo strumenti». Ma io ero sicura che il «solo» in quella frase fosse ingannevole. Siamo plasmati dai nostri strumenti. …il computer, una mac-
china in procinto di diventare una mente, ci stava cambiando e plasmando”3. Derrick de Kerckhove, allievo e collaboratore di Marshall McLuhan, arriva a ipotizzare – scherzosamente ma non tanto – un futuro permeato da Big Data e da questi il passo dalla democrazia alla datacrazia, di un sistema senza più governanti dove gli algoritmi ci consiglieranno cosa fare. Quale tipo di società ne deriva? La domanda non è banale perché non possiamo fare un paragone con epoche del passato. “Per essere fedeli al Vangelo in questo nuovo contesto, un semplice processo di adattamento o la ricerca di modalità aggiornate di comunicazione non bastano”4. Un anno nell’era digitale è sempre denso di mutamenti, il Papa ci porta a rileggere il cammino fatto, e riflettere su come stia cambiando la nostra consapevolezza del nuovo contesto esistenziale, e dunque la nostra capacità di abitarlo e renderlo abitabile. La rete è una risorsa del nostro tempo. È una fonte di conoscenze e di relazioni un tempo impensabili. La rete non è di per sé un ambiente alieno e pericoloso, un inquietante sostituto delle nostre esperienze e relazioni faccia a faccia, un mondo parallelo e inautentico, tutto ciò è acquisito, anche se qualche parola su questo va ancora spesa. segue a pag. 2
Angelo Ruggiero