Guida Liturgica / Agenda Pastorale 2011

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LA

S C E LTA

DI

UNA

PA S T O R A L E

M I S TA G O G I C A

Tematica del tempo La «mistagogia», come comprensione sperimentale dei misteri, coincide con la loro celebrazione partecipata in profondità. Il triduo pasquale (e la sua logica continuazione nel tempo di pasqua) è la grande domenica annuale. E’ il fulcro e la sintesi di tutto l’anno liturgico. Tutto nelle celebrazioni di questo tempo è polarizzato alla Veglia pasquale, che riunisce tutta la comunità per una festa di gioia e di luce: il culmine è nell’atto in cui tutta la comunità rivive il Battesimo che l’ha innestata nel mistero pasquale. Il rito avrà maggiore pienezza, se, di fatto, vi sarà chi riceverà il sacramento della rigenerazione. Questa grande Notte ha la sua preparazione remota nella quaresima, e quella immediata nell’azione liturgica del Venerdì Santo e nel «silenzio» eucaristico del Sabato Santo. I cristiani si riuniscono nella notte del Sabato Santo per celebrare il Battesimo e l’Eucaristia, per cui «vive e cresce continuamente la Chiesa» (Lumen Gentium, n. 26). Sono questi sacramenti dell’iniziazione cristiana che fanno rivivere ai cristiani la Pasqua di Cristo, inserendoli nel mistero della redenzione. Questo rinnovamento sacramentale esige di trovare un’espressione concreta nella vita: partecipi in Cristo di una “vita nuova”, bisogna manifestarla nelle opere.

Obiettivi, proposte e atteggiamenti Per tutta la comunità, il triduo pasquale della morte, sepoltura e risurrezione del Signore segnerà l’anniversario liturgico della morte al peccato e della nascita alla grazia, attraverso i sacramenti dell’iniziazione cristiana. I riti sono quelli della liturgia di questo tempo “forte”, senza escludere quelli tradizionali della religiosità popolare, con la valorizzazione degli aspetti positivi e un ridimensionamento di quelli negativi. La celebrazione del Battesimo, nella notte di Pasqua, deve orientare tutti i partecipanti a verificare la loro fedeltà all’itinerario quaresimale; e, attraverso la rinnovazione delle promesse battesimali, la comunità intera fa la più seria verifica dell’autenticità del cammino di fede compiuto. Durante questo sacro triduo, le celebrazioni liturgiche devono risplendere in tutta la loro bellezza. Esse devono spalancare il nostro sguardo della fede e rivelare tutta la densità di salvezza che contengono. In questo momento tanto significativo dell’anno ecclesiale, tutta la Chiesa deve apparire luminosamente come il luogo d’incontro vitale tra Dio e gli uomini.

Per l’approfondimento F. CACUCCI, Catechesi liturgia vita. Una proposta pastorale, EDB, Bologna, 2000, 75. M. MAGRASSI, Liturgia: la Chiesa in preghiera, Ecumenica, Bari, 1992. UFFICIO LITURGICO DIOCESANO - CENTRO PEDAGOGICO MERIDIONALE BARI, L’Anno liturgico come itinerario di fede. Proposta pastorale, Commento con note metodologiche, La Scala, Noci, 1982, 60-65. F. CACUCCI, «Cristo meta del nostro cammino. L’anno liturgico come itinerario di fede», in Cristo ieri, oggi e sempre. L’anno liturgico e la sua spiritualità. Atti della XXIX Settimana liturgica nazionale, Ecumenica, Bari, 1979, 109-110. M. MAGRASSI, Cristo ieri oggi e sempre. La pedagogia della Chiesa-Madre nell’anno liturgico. Ecumenica, Bari, 1978, 139-145.


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