Bollettino Diocesano Aprile-Giugno 2017

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ne alle autorità civili locali che solo per l’occasione hanno dato al Patriarca la possibilità di celebrare il vespro. Molto toccanti sono state le parole che Sua Santità Bartolomeo I ha pronunciato al termine del vespro, quando ha sottolineato che, anche se oggi in quel luogo non si elevano più le lodi del Signore da parte dei fedeli ortodossi, nulla potrà mai impedire al sole, al vento e a tutto il creato, così bello e suggestivo in quella regione, di rendere continuamente gloria a Dio con la loro stessa esistenza. Domenica 18 maggio, la Divina liturgia è stata presieduta da Sua Beatitudine Theophilos III, alla presenza del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, nella chiesa dei santi Costantino ed Elena nel villaggio di Sinassos nei pressi dell’attuale U ¯rgüp. Anche in questo caso la celebrazione si è svolta in una chiesa ormai abbondonata, grazie al permesso concesso dalle autorità locali. Al termine della Divina Liturgia, Sua Santità Bartolomeo I ha pregato per tutti i fedeli defunti della comunità ortodossa di Sinassos, che un tempo era molto numerosa. Nel pomeriggio, il Patriarca Ecumenico e gli altri pellegrini hanno fatto visita al monastero di san Nicola, che durante il precedente inverno aveva subito ingenti danni a causa del maltempo, e alle chiese di san Basilio e della Santa Croce, che si trovano sempre nella zona di U ¯rgüp. La mattina del 19 maggio, i partecipanti al pellegrinaggio hanno visitato altre due chiese edificate nel diciannovesimo secolo dalla comunità ortodossa ed ora in stato di abbandono: la chiesa della Dormizione della Madre di Dio in Neapoli (Nevs¸ehir) e la chiesa dell’Ingresso della Madre di Dio in Kermira (Kermir), villaggio natale del famoso regista Elia Kazan (all’anagrafe Elias Kazanciog˘lu). Nel pomeriggio, il pellegrinaggio si è concluso con il ritorno ad Istanbul. La partecipazione dei Pastori delle Chiese di Bari e di Lecce al pellegrinaggio in Cappadocia è certamente legata alla sopramenzionata visita del Patriarca Bartolomeo I in Puglia, ma allo stesso tempo si colloca nell’alveo delle antiche e mai cessate relazioni tra la nostra terra e l’Oriente cristiano. Sin dai primi secoli dell’era cristiana la vita di fede e la religiosità delle nostre comunità sono profondamente debitrici nei confronti delle Chiese d’Oriente. In tempi più recenti, man mano che si sviluppava il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, la


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