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Anna Manna, di Lorenzo Spurio, pag

Poetessa della Capitale e rinomata organizzatrice culturale

ANNA MANNA

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di Lorenzo Spurio

ANNA Manna (Gaeta, 1949) dal 1957 vive a Roma dove nel 1973 si è laureata in Lettere Moderne presso “La Sapienza” con il professor Giuliano Manacorda quale relatore, discutendo una tesi di laurea su Cesare Pavese. Figlia d’arte, essendo suo padre lo scrittore Gennaro Manna (Tocco Casauria, 1922 – Roma, 1990). Poetessa, scrittrice, saggista e cultural promoter, ha all’attivo una corposa e invidiabile produzione libraria, oltre a vantare di collaborazioni importanti e di progetti di indiscusso pregio che da anni la vedono impegnata nella Capitale e non solo.

Per la poesia ha pubblicato Il raggio ridente di marzo (1994), La Madonnella al porto (1996), Fragole e latte (1999), A Largo della polveriera (2000), Poesie per Karol (2005), Le rosse pergamene. Poesie d’amore 19722001 (2000), Maree amare – Mare e amare (2007), Umili parole e grandi sogni. 5 poesie per 3 pontefici (2013), Meteorite (2015), Le poesie di Monteluco (2016), Migranti. A passi nudi, a cuori scalzi (2016), Ebbrezze d’amore, dolcezze e furori (2020). Sue poesie figurano in numerose antologie tra cui Poesie per anime gemelle – Racconti d’amore di grandi poetesse e grandi poeti (2009) a cura di Francesca Pansa; Lingue di terra e di luna (2017) a cura di Anna Maria Giancarli; La cognizione del colore (2018) a cura di Laura De. La sua poesia è stata adattata in musica a Recanati (MC) presso il prestigioso Centro Mondiale della poesia negli anni 2000, inserita nel progetto "Il senso dei sensi" a Spoleto (2011) ed esposta a L’Aquila nella Mostra “Corrispondenze” patrocinata dall’UNESCO (2012).

Per la narrativa ha pubblicato i romanzi A largo della polveriera (2002) e le raccolte di racconti I cocci in bocca (1998) e Una città, un racconto (2012). Per la saggistica ha pubblicato la raccolta di interviste Noi donne fallibili e degne di miracoli (1995), Il poeta della ferriera (2004), A Roma i poeti (2006), L’illimite- Incontro con Corrado Calabrò a cura di Anna Manna (2014), Il gatto di Schroedinger sonnecchia in Europa (2014), La biblioteca del dialogo. Dalla biblioteca della custodia alla biblioteca del dialogo (2007). Molte le sue curatele. Alla questione femminile ha dedicato le antologie Poetesse per Pechino (1995) e Donne di luna e di scure – poesie nel web (2007).

Per la sua instancabile attività di organizzatrice di eventi e di promotrice culturale vanno ricordate una serie di iniziative che hanno riscosso l’attenzione di istituzioni, critica e pubblico nel corso degli anni. In Campidoglio ha fondato nel 1995 il Premio “Fiore di roccia” (che ha condotto per i dieci anni consecutivi) dedicato inizialmente alla donna e con presidente di Giuria Gianni Bisiach. Tra i prestigiosi premiati: Maria Luisa Spaziani, Piero Angela, David Sassoli e Luciano De Crescenzo. Nel 2001 ha fondato il progetto culturale “Le rosse pergamene del Nuovo Umanesimo” che si esprime prevalentemente

mediante l’omonimo Premio Letterario dedicato all’amore e alla solidarietà. Ha presentato progetti culturali all’Università “La Sapienza”, alla Biblioteca della Camera dei Deputati, all’Archivio di Spoleto. Proficua e continuativa l’attività di promozione culturale anche fuori dalla Capitale; a luglio 2011 a Spoleto ha lanciato il “Manifesto dei Neoromantici” che nel febbraio del 2013 si è strutturato nel “Manifesto dei Neoromantici per un Nuovo Umanesimo”.

Si sono occupati della sua produzione, tra gli altri, Giorgio Bàrberi-Squarotti, Lia Bronzi, Giorgio Carpaneto, Vittoriano Esposito, Elio Fiore, Sandro Gros-Pietro, Franco Manescalchi, Gilberto Mazzoleni, Renato Minore, Elio Pecora. Numerosi i premi letterari che le sono stati attribuiti tra cui vanno ricordati il “Premio Teramo” (1999), il Premio Calliope di Roma (1995), il Premio Ziré d’Oro a L’Aquila (1996), il Premio Lidense di Ostia (1997), il Premio “Sinite Parvulos” assegnato a Città del Vaticano (2005), il Premio “Alghero Donna” (2011), il Premio “Boncompagni Ludovisi” per il suo impegno culturale nella diffusione della poesia. Nel 2022 l’Associazione Euterpe APS di Jesi (AN) le ha conferito, in seno al X Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” il Premio speciale alla Cultura. Durante la premiazione, che si è tenuta il 15 maggio 2022 presso l’Auditorium San Rocco di Senigallia (AN), è stata data lettura alla motivazione del conferimento stilata dal sottoscritto, che si riporta a continuazione.

La propulsiva attività di Anna Manna quale promotrice culturale non passa inosservata. Testate di rilievo e critici di rispetto ne hanno giustamente parlato. Bibliotecaria di professione, è assai di più di quello che queste poche parole tenteranno di descrivere per brevi accenni al suo strabordante curriculum. Organizzatrice di acclamati eventi, fondatrice di premi letterari di spicco, come il noto “Le Rosse pergamene”, è anche e soprattutto autrice: di poesia, narrativa e di critica letteraria.

La sua intera opera si dipana attorno ad alcuni elementi imprescindibili, i motivi ricorrenti di un leggersi dentro e uno svelarsi al mondo. Le sue opere parlano di donne, con un mai velato interesse verso l’intera condizione femminile. Prevalente è il tema amoroso, trattato in molte liriche, ma anche in un’avvincente opera dal titolo Amori negati che contiene il passionale dialogo liberamente creato da lei stessa, tra la Regina Cristina di Svezia e il filosofo Cartesio. Autrice e firmataria del “Manifesto dei Neoromantici”, sa che ogni atto di condivisione non può che derivare da una compartecipazione alle vicende dell’altro, a un ascolto mutuo. I continui richiami alla natura, alla pacificazione degli spazi, al colloquio intimo con la linfa delle piante non cozzano con gli elementi della vita pratica. In Anna Manna si ritrova una sempre partecipata considerazione verso tutto ciò che attiene al fenomeno Europa. C’è, infine, tanto un sentimento panico di simbiosi con la natura, quanto di dialogo rispettoso con la divinità, di pia confessione con Dio, che ad esempio ben si realizza nelle appassionate liriche dedicate ai tre pontefici dei nostri tempi contemporanei.

Queste brevi linee non sono assolutamente soddisfacenti ed efficaci nel descrivere le grandi capacità della Manna autrice, la grandezza delle sue conoscenze, la complessità e insieme la spontaneità del suo genio, la rarissima e ineguagliabile forza espressiva, l’originalità e la continua sperimentazione di forme, linguaggi, strumenti. Anna Manna è donna della tradizione ma anche dell’innovazione. Si pensi ai suoi frequentatissimi progetti lanciati sul web con l’hashtag “I dialoghi del web”, momenti di partecipazione e di senso d’unità anche negli asfittici e drammatici periodi del distanziamento, della reclusione in casa, dell’impossibilità di un contatto fisico dell’era Covid. La Manna rappresenta l’esempio di un intellettuale che apprezza e difende il passato, lo conosce e lo propone, ma che sa interfacciarsi con competenza ed efficacia con le nuove sfide, adope-

rando i nuovi linguaggi. Per il fatto di concepire il mondo culturale tanto quale reale ecclesia (di una comunità di scambio, partecipazione, crescita permanente e responsabilità verso se stessi, gli altri e il mondo) quanto di ragunanza letteraria (di cenacolo ludico-culturale all’aria aperta, informale, una sorta di convivio pastorale, privo dei fronzoli e della serietà dell’Accademia), sulle tracce di Cristina di Svezia da lei approfondita, Le conferiamo il nostro Premio Speciale “Alla Cultura” in questa edizione del Premio.

Lorenzo Spurio

E DOPO FUKUSHIMA?

Ripeto: E dopo Fukushima? Se Paul Celan aveva detto “Mai più un verso dopo Auschwitz” noi oggi possiamo aggiungere: “Come si può continuare, dopo Cernobyl e dopo Fukushima, a sognare ed a scrivere poesie”?

Come si fa dopo l’incendio, laggiù, ai reattori a garantire un futuro a figli e nipoti? Si troveranno dei capri espiatori, ma l’atomo a fini militari non sarà abbandonato se non per altri mezzi di sterminio più terribili. Nuovi Paesi pretenderanno di potersene dotare, “per difesa”.

Dobbiamo continuare a lavorare, anche da disperati, giorno per giorno, per contribuire ad estirpare questo odio perenne che serpeggia fra i popoli.

Luigi De Rosa

Da: Fuga del tempo, Genesi Editrice, 2013 Un libro da leggere e da regalare:

“Sono ventuno le storie (…). Esse appaiono significativi tasselli di una partitura connotata dalla varietas, in cui non mancano il racconto epistolare (Una lettera di addio), all’interno del quale è incastonata l’icastica poesia dedicata a Crotone, o narrazioni che ammiccano all’autoironico memoriale (500, amore mio) e altre dall’allure più fiabesca (La fonte canora, Miracolo a Natale) o tra il fiabesco e l’agiografico moderno (Santa Prunella).”

Gianni Antonio Palumbo

Su Vernice, n. 60, gennaio 2022

“Quel senso di oppressione che nasce dopo aver compiuto un’azione sbagliata, a cui si è stati costretti, ecco questo è il punto nodale dell’opera di Domenico Defelice”.

Manuela Mazzola

Nuova Antologia, gennaio-marzo 2022

“Concretezza a tutto tondo di luoghi e personaggi, di vicende che si sviluppano con evidenza palpabile; ma al tempo stesso le storie raccontate, i luoghi fatti rivivere hanno un potenziale evocativo che va ben oltre il ricordo cronachistico”.

Corrado Calabrò

Lumie di Sicilia, aprile 2022

Genesi Editrice –via Nuoro 3 –10137 Torino – genesi@genesi.org; http://www.genesi.org – Pagine 210, € 12,00

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