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Crisi della Stampa
MORTE DE “l’Unità” ? AL primo agosto, niente più l’Unità nelle edicole? Il punto interrogativo è perché auspichiamo si trovi un marchingegno che ne consenta ancora la pubblicazione. L’avvenimento è, per noi, pena grande. Non perché eravamo suoi lettori, ma perché, quando muore una Testata giornalistica - e storica, come lo è il quotidiano fondato, nel 1924, da Antonio Gramsci - , è sempre un pezzo di libertà che muore e la Cultura che s’impoverisce. Ma non c’era modo di salvarla. Come non ci sarà modo di salvare centinaia di altre Testate, che non vengono più lette, giornalmente abbandonate, cioè, dai propri lettori, perché cocciutamente settarie e perché non hanno saputo veramente rinnovarsi nel corso degli anni, che non significa bella carta, colore, fotografie e via elencando, ma servizi onesti, non adulterati, che sanno veramente raccontare il mondo e la sua quotidianità. Una Testata ha diritto di vivere finché viene acquistata e letta, non tenuta in vita artificialmente attraverso le sovvenzioni, come avviene oggi per tutte, dal Corriere della sera in giù. Perdonateci l’orgoglio, ma dovrebbero seguire l’esempio di Pomezia-Notizie, la quale, per non morire, non avendo avuto mai finanziamenti di alcun genere, né pubblicità, nel 1993 ha effettuato una rivoluzione copernicana, riducendo il suo formato, abbandonando settori che non ricevevano più il dovuto interesse dei suoi lettori (dei suoi, perché ogni Testata ha i suoi lettori) e dando ampio spazio alla Cultura che, in Italia, è il bene più a portata di mano, ma anche il più disprezzato dalla politica! l’Unità non ha saputo veramente rinnovarsi. Ha avuto solo rivoluzioni gattopardesche nel
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