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LA LETTERATURA FEMMINILE all’inizio del NOVECENTO. di Maria Grazia Ferraris LL’inizio del Novecento in Europa pensano, scrivono donne di grande valore, come la statunitense Gertrude Stein, che a partire dal 1903 vive a Parigi, Simone Weil, la filosofa, di origine ebraica, la scrittrice inglese Virginia Woolf, che morirà suicida nel 1941…Diverse e inconfondibili, sono legate da una comune provenienza storica di appartamento e solitudine che finalmente trova il luogo e lo spazio per emergere ed esprimere il talento femminile a lungo taciuto nella scrittura. E così accade a scrittrici e poetesse geniali che occuperanno nella prima parte del secolo un posto unico ed inimitabile nella letteratura Novecentesca: Anna Achmatova, Marina Cvetaeva, Katherine Mansfield, Doroty Parker…. Praticano generi nuovi per una donna, scrivono opere varie, aperte, impegnate, sperimentali. In Italia viviamo invece una situazione culturale attardata, in particolare per le donne. Sono le riviste che ospitano le prime firme incerte, frivole, leggere, delle donne italiane, che si occupano di galateo, articoli di igiene, cucina, moda…, ma anche scrivono un certo numero di articoli culturali e di interventi mirati ad analizzare le problematiche femminili legate al lavoro e alla sfera pubblica (M. Serao, la Marchesa Colombi…). Faticosamente e timidamente le donne provano ad affacciarsi alle tematiche letterarie, con la pubblicazione
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