mensile (fondato nel 1973) Direzione e amministrazione: Via Fratelli Bandiera, 6 - Tel. 06/91.12.113 - 00040 POMEZIA (Roma) - Fondatore e Direttore responsabile: DOMENICO DEFELICE – e-Mail: defelice.d@tiscali.it – Parziale distribuzione gratuita (solo il loco) – Attività editoriale non commerciale (art. 4, D.P.R. 26.10.1972 n. 633 e succ.ve modifiche) - Per abbonamenti (annuo, € 40; sostenitore € 60; benemerito € 100; una copia € 5.00) e per contributi volontari (per avvenuta pubblicazione), versamenti sul c/c p. 43585009 intestato al Direttore - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 213/93 del 23/5/1993 - La collaborazione, sempre gratuita, in parte è libera, in parte è per invito. Ogni autore si assume la responsabilità dei propri scritti - Manoscritti, fotografie e altro materiale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti - É ammessa la riproduzione, purché se ne indichi la fonte. Per ogni controversia, foro competente è quello di Roma.
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale 70% - DCB - ROMA Anno 22 (Nuova Serie) – n. 5 - Maggio 2014 € 5,00
CORRADO CALABRÒ IL MARE LA LUNA L’AMORE... di Domenico Defelice
M
I manca il mare o non, piuttosto, mi manca la luna? Non la solita luna, ma la fantastica luna del Sud, resa particolarmente grande dagli intensi vapori della notte. A una rapida conta e tralasciando i tanti sinonimi (marea, marino; plenilunio, lunazione), la voce luna batte la voce mare almeno sessanta a quaranta. Ci sono, in questo libro bello e corposo di Corrado Calabrò, la donna e l’amore; c’è il grigiore di affetti quasi spenti (“Vite spanate”); il sesso senza la spudoratezza; la donna metamorfizzata nelle cose e nei paesaggi e la donna reale e quella sognata, immaginata, involontariamente desiderata, tarlo costante della mente: “amo dunque due donne, anche se/non ho altra donna all’infuori di te”. Ci sono l’11 settembre e il terremoto; i pedoni falciati sulle strade delle periferie dalla ferocia delle “macchine (che) s’avventano ai polpacci”; c’è l’ eterno dramma dell’emigrazione dei popoli (“Canto senegalese a Lampedusa”). E c’è pure tanta ironia, come quando, all’amazzone urbana, il poeta smoccola “il mestiere (...) che pratica in zona (sua) madre”, o la risposta, immaginata - visto che lo estraggono praticamente morto -, che il Sindaco Tripepi di Reggio Calabria dà a chi, per incoraggiarlo, gli annuncia la presenza del Re: “<Allegro, Sindaco, allegro! C’è il Re!/C’è il Re!> gli gridavano eccitati./<Me ne fotto del re!>”. Tutto questo e altro troviamo in Calabrò, ma sono luna e mare le divinità che dominano in assoluto e che, al par della marea, lievitano ogni cosa ed influenzano terra e cielo. “Sorge offuscata la settima luna”;