tesi vera di vico

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L'elemento nuovo ed eccezionale è dato dal fatto che i barbari vincono, mentre nella barbarie prima gli uomini bestiali ed erranti finivano domati da coloro che già si erano arrestati in un luogo fisso e avevano iniziato il loro tempo storico. Nella barbarie dei primi popoli, i pii vincono imponendosi sull’animalità, mentre qui sono i pii a cadere. Il problema viene ricondotto alla vecchiaia della civiltà romana, contro il giovanile ardimento dei barbari. D'altra parte, così vuole la provvidenza, le nazioni invecchiano e si imbarbariscono per divenire infine eserciti a difesa del cristianesimo. Con una tale visione la provvidenza-previdenza assume una connotazione esterna e dogmatica; poi, Vico assume uniformità nella nuova barbarie con la vecchiaia, e finisce in tal modo, per non dare alcuna importanza al cristianesimo. L'uniformità barbarica è chiara, essa è data dal metodo con cui risolvere il problema delle epoche e dei periodi; problema sempre aperto e che non permette né troppo facili analogie né l'annullamento di ogni termine e di ogni distinzione. Metodo fecondo di cui Vico acquista risalto nelle pagine dedicate all’ "Eterna natura dei feudi" (81). In ultima analisi la spiegazione del fatto è ricondotta all'uniformità della natura umana e, così, al principio e metodo che resta sempre uguale nel variegato orizzonte. Ma nel suo mutamento la materia dà un nuovo senso e un nuovo aspetto alla stessa forma: "Quindi nell'Europa in uno sformato numero tante città, terre e castella s’osservano nomi di santi; perché in luoghi o erti o riposti, per udire la messa e fare gli altri uffizi di pietra comandati dalla nostra

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