LEONARDO SCIASCIA IL CONSIGLIO D'EGITTO Nous la voyons en vérité, comme des Tuileries vous voyez le faubourg Saint-Germain le canal n'est, ma foi, guère plus large et, pour le passer, cependant nous sommes en peine. Croiriez-vous? S'il ne nous fallait que du vent, nous ferions comme Agamemnon: nous sacrifierions une fille. Dieu merci, nous en avons du reste. Mais pas une seule barque, et voilà l'embarras. Il nous en vient, diton; tant que j'aurai cet espoir, ne croyez pas, madarne, que je tourne jamais un regard en arrière, vers les lieux où vous abitez, quoiqu'ils me plaisent fort. Je veux voir la patrie de Proserpine, et savoir un peu pourquoi le diable a pris femme en ce pays-là. COURiER, Lettres de France et d'Italie Il benedettino passò un mazzetto di penne variopinte sul taglio del libro, dal faccione tondo soffiò come il dio dei venti delle carte nautiche a disperdere la nera polvere, lo aprì con un ribrezzo che nella circostanza apparve delicatezza, trepidazione. Per la luce che cadeva obliqua dall'alta finestra, sul foglio color sabbia i caratteri presero rilievo: un grottesco drappello di formiche nere spiaccicato, secco. Sua eccellenza Abdallah Mohamed ben Olman si chinò su quei segni, il suo occhio abitualmente languido, stracco, annoiato era diventato vivo ed acuto. Si rialzò un momento dopo, a frugarsi con la destra sotto la giamberga: tirò fuori una lente montata, oro e pietre verdi, a fingerla fiore o frutto su esile tralcio. "Ruscello congelato" disse mostrandola. Sorrideva: ché aveva citato Ibn Hamdis, poeta siciliano, per omaggio agli ospiti. Ma, tranne don Giuseppe Vella, nessuno sapeva di arabo: e don Giuseppe non era in grado di cogliere il gentile significato che sua eccellenza aveva voluto dare alla citazione, né di capire che si trattava di una citazione Tradusse perciò, invece che le parole, il gesto "La lente, ha bisogno della lente"; il che monsignor Airoldi, che con emozione aspettava il responso di sua eccellenza su quel codice, aveva capito da sé. Sua eccellenza era di nuovo chino sul libro, muoveva la ente come a disegnare esitanti ellissi. Don Giuseppe vedeva i segni balzare dentro la lente e, prima che avesse il tempo di coglierne uno solo, sfrangiati ricadere sulla pagina tarlata. Sua eccellenza voltò il foglio, ancora si attardò nell'esame. Mormorò qualcosa. Voltò altri fogli velocemente scorrendoli con la lente, sull'ultimo che guizzava di piccoh vermi d'argento Sl soffermò. Si sollevò, voltò le spalle al codice: lo sguardo gli si era di nuovo spento. "Una vita del profeta" disse "niente di siciliano: una vita del profeta, ce ne sono tante." Don Giuseppe Vella si voltò con faccia radiosa verso monsignor Airoldi: "Sua eccellenza dice che si tratta di un prezioso codice: non ne esistono di simili nemmeno nei suoi paesi. Vi si racconta la conquista della Sicilia, i fatti della dominazione..." Monsignor Airoldi si imporporò di gioia, balbettando