Promuovere - Dicembre 2009

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PERIODICO DI CULTURA E SALUTE

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ANNO XIII

APRILE 2010

ORGANO DI INFORMAZIONE DEL COLLEGIO IPASVI DELLE PROVINCE DI SASSARI E OLBIA-TEMPIO Spedizione in abbonamento postale - articolo 2 comma 20/C Legge n. 662/96 - Poste italiane filiale di Sassari

IL COLLEGIO AFFIDA A “EQUITALIA” LA RISCOSSIONE DEI CREDITI


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Periodico di cultura e salute Organo ufficiale di informazione del Collegio IPASVI delle province di Sassari e Olbia-Tempio Redazione Collegio IPASVI Viale Italia 43 - 07100 Sassari Tel. 079 216 487 Fax 079 211 1476 e-mail: direttorepromuovere@tiscali.it

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EDITORIALE DI BIAGIO MACALUSO Il Collegio affida a “Equitalia” il recupero dei crediti verso i morosi

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PRIMO PIANO DI SANDRO SABATTINO Le opinioni dei pazienti bastano per valutare il lavoro dell’infermiere?

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INIZIATIVE A CURA DI LEONARDO FARINA L’assistenza infermieristica in ambito di comunità alloggio per anziani

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ATTUALITÀ DI SANDRO SABATTINO Conclusi i corsi aziendali di formazione sul risk management (rischio clinico)

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APPROFONDIMENTI A CURA DI GIAN MARIO TERZITTA Competenze, regolamentazioni e organizzazione nei trapianti d’organo

Direttore Sandro Sabattino Redazione Biagio Macaluso, Salvatore Morittu Sergio Frassetto, Piero Bulla Roberto Ceccarelli, Francesca Deledda Giovanni Derosas, Nicola Lezzeri Speranza Loriga, Margherita Marongiu Alessandro Nasone, Giovanna Pensè Palmira Re, Massimo Sotgiu Luca Maggio, Maria Teresa PInna Giuseppina Pisoni

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RUBRICA A CURA DI SIMONA ROGGIO Valutare l’assistenza infermieristica per migliorare la qualità del servizio

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RUBRICA A CURA DELLA REDAZIONE

In aumento rispetto al 2008 gli interventi della Centrale operativa 118 di Sassari

Editore Collegio IPASVI Sassari e Olbia-Tempio Viale Italia 43 - 07100 Sassari Autorizzazione del tribunale di Sassari n. 1982 del 25/05/2006 n. 327 Spedizione in abbonamento postale articolo 2 comma 20/C Legge n. 662/96 Poste italiane filiale di Sassari Grafica, impaginazione e stampa Tip. Ramagraf Via Vittorio Veneto 07014 Ozieri (SS) Tel. 079 7851091 - Fax 079 3077950 2

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DENUNCIA DEI SINDACATI DI CATEGORIA Lettera aperta all’assessore della Sanità regionale In questo numero troverete in allegato la lettera aperta dei sindacati di categoria Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Nursing Up inviata lo scorso 2 aprile all’assessore regionale della Sanità per denunciare i blocchi delle assunzioni degli infermieri vincitori del recente concorso e della mobilità di compensazione, ossia lo scambio di posto di lavoro tra due persone consenzienti. Allo stesso tempo chiedono un incontro urgente con l’assessore per trovare una soluzione alle precarie condizioni di lavoro cui sono sottoposti, in diversi reparti e servizi degli ospedali dell’Asl n. 1 di Sassari, molti professionisti della salute. Così da scongiurare l’accorpamento di reparti o la chiusura di importanti e essenziali servizi all’utenza. •


EDITORIALE

Presa di posizione del Consiglio direttivo

Il Collegio affida a “Equitalia” il recupero dei crediti verso i morosi di Biagio Macaluso presidente IPASVI di Sassari e Olbia-Tempio

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itorno sul problema, spero per l’ultima volta, dei non iscritti al Collegio e dei morosi. Nel ricordare che l’iscrizione al Collegio, così come sancito dalla legge n. 43 del 2006, è obbligatoria per l’esercizio della professione, devo rilevare come una parte di essi non abbia ancora provveduto in tal senso. Non posso che esprimere il mio rammarico per i colleghi che ritengono tale obbligo come indebito, e allo stesso tempo richiamare, come garante della professione, all’osservanza delle leggi dello Stato. Ho sentito alcuni colleghi fare riferimento alla non obbligatorietà, peraltro discutibile, dettata dalle vecchie norme circa i pubblici dipendenti. A loro devo rammentare che la legislazione va avanti, come testimoniano il passaggio della nostra professione da “ausiliaria” ad “autonoma” e il riconoscimento di una laurea universitaria che ci promuove al ruolo di “professionisti della salute”. Negli ultimi 10-15 anni la nostra professione ha fatto grandi passi in avanti e l’iscrizione ad un Collegio, in procinto di diventare Ordine, dovrebbe essere automatico, così come succede per le altre professioni riconosciute come intellettuali quali quelle dei medici, avvocati, ingegneri e così via. In assenza di riscontro, a questa ulteriore sollecitazione, il Collegio si vedrà, a tutela degli altri professionisti regolarmente iscritti, obbligato a denunciare agli organismi competenti coloro che non hanno regolarizzato l’iscrizione. Vorremmo evitare questo, ma ci rendiamo conto che è l’unica strada percorribile per far rispettare la legge a coloro che reputano, a torto, di poter essere al di sopra di essa (vedi quanto successo a La Spezia alla fine del 2009). Diverso è il discorso dei morosi. Ci siamo resi conto, dopo una verifica effettuata sui pagamenti delle quote degli ultimi anni, di una crescita esponenziale del numero di coloro che ritengono, una volta effettuata l’iscrizione al Collegio, di non dover provvedere al versamento della quota annuale. Ricordo ai colleghi che l’iscrizione all’Albo rappresenta l’atto abilitante alla pratica della professione infermieristica e che il versamento della quota annuale è obbligatorio, a meno di cancellazione dall’Albo stesso per cessazione dell’attività lavorativa come infermiere. Probabilmente, il fatto stesso che negli anni passati non siano state intraprese azioni forti nei confronti dei morosi, può aver generato in questi (alcuni sono cronici) la convinzione di una specie di impunità. Per questo il Collegio ha deciso di incaricare una società di riscossioni a livello nazionale qual è Equitalia, perché provveda al recupero dei crediti. Appare ovvio a questo punto che le quote da versare verranno riscosse in una unica soluzione con l’incremento delle spese di mora che verranno applicate dalla stessa Equitalia. Questa decisione, seppur sofferta, è stata adottata per due motivi: uno per i vari episodi verificatisi negli scorsi mesi che hanno visto alcuni inadempienti tentare di prendersi gioco del Collegio stesso con promesse (mai mantenute) di regolarizzazione della situazione; l’altro per evitare di dover aumentare la quota di iscrizione annuale (anche per quest’anno è di 51 euro) necessaria per garantire la copertura delle spese del Collegio. •

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PRIMO PIANO

Considerazioni sul questionario dell’Asl di Sassari

Le opinioni dei pazienti bastano per valutare il lavoro dell’infermiere? di Sandro Sabattino direttore

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SASSARI. LA SEDE DELL’UFFICIO INFERMIERISTICO

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breve saranno disponibili i risultati del questionario messo in atto dal Servizio delle Professioni Sanitarie aziendale di Sassari che valuta il grado di soddisfazione dei pazienti per l'assistenza infermieristica ricevuta durante il loro ricovero. Per la raccolta dei dati, ottenuti dall'indagine, è stata utilizzata una scala di misurazione usata a livello internazionale (Newcastle satisfaction with nursing scale), sviluppata nel Regno Unito e testata per l'affidabilità e la validità anche in Italia. Secondo l'ufficio infermieristico, le opinioni dei pazienti riguardo alle cure ricevute dall'infermiere, rappresentano dei validi indicatori per valutare la qualità del servizio e garantirne un miglioramento continuo. A questo punto mi chiedo, come si può migliorare l'assistenza infermieristica e valutare la qualità del servizio se vengono a mancare nei reparti un numero sufficiente di infermieri e personale di supporto per garantire cure infermieristiche di qualità? La realtà è che nei reparti ci si trova a gestire 30-40 malati con due infermieri per turno e un operatore di supporto, non riuscendo molte volte a garantire l’assistenza di base. Credo che prima di proporre il questionario e parlare di progetti atti al miglioramento della qualità dell'assistenza infermieristica, si dovrebbero rivedere le dotazioni organiche e ridefinire i piani di lavoro dei singoli reparti ed assegnare un numero congruo di infermieri e personale di supporto. Inoltre deve finire l’uso indifferenziato di infermieri e operatori di supporto da parte delle Aziende Sanitarie, dovuto come è noto dalla carenza cronica di infermieri. Le Aziende Sanitarie incorrono nel rischio “illegale” di favorire l’abuso di professione per gli operatori di supporto e il demansionamento dell’infermiere con assegnazione a mansioni inferiori e la conseguente dequalificazione professionale. È inconcepibile che molti uffici infermieristici, con delle comunicazioni inviate alle unità operative, indirizzino i coordinatori (uso indifferenziato di infermieri e operatori di supporto) ad utilizzare gli operatori di supporto nella turnazione delle 24 ore, per sopperire all’assenza del professionista infermiere. Sempre più forte è il sospetto da parte di molti infermieri che molte Aziende Sanitarie approfittino della figura dell'operatore socio sanitario, non con l'intento di favorire l'autonomia e il benessere dell'assistito attraverso il soddisfacimento dei bisogni primari, ma per rispondere a logiche economiche del risparmio a scapito dell’assistenza infermieristica. Questa polemica, che ho accolto da parte di numerosi colleghi sull'uso indifferenziato di infermieri e operatori di supporto da parte delle Aziende Sanitarie, non vuole essere una protesta che va contro l’operatore di supporto e le Aziende Sanitarie, ma vuole ribadire il rispetto dei ruoli delle figure che operano in sanità. Ben vengano i questionari proposti dalla Dirigenza infermieristica e distribuiti ai pazienti ricoverati, ma prima è doveroso risolvere la situazione degli organici nelle unità operative dando la possibilità agli infermieri di svolgere le attività proprie in modo da dare una risposta assistenziale adeguata e di qualità. •


INIZIATIVE

Project work. Formazione e aggiornamento continuo

L’assistenza infermieristica in ambito di comunità alloggio per anziani a cura di Leonardo Farina Infermiere libero professionista

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IN ITALIA LE PERSONE DELLA TERZA ETÀ SONO IN CONTINUA CRESCITA PER CUI UN RUOLO IMPORTANTE RICOPRONO NELL’ASSISTENZA LE COMUNITÀ ALLOGGIO

ntroduzione. La formazione e l'aggiornamento continuo delle conoscenze sono ritenuti di grande rilevanza in ambito socio assistenziale in quanto, costituiscono una leva strategica per l’evoluzione professionale e per la condivisione degli obiettivi fra tutti i soggetti coinvolti. La relativamente nuova configurazione delle strutture assistenziali, impone l'inserimento di nuovi aspetti organizzativi come: perseguimento continuo della qualità nelle prestazioni, utilizzo delle risorse secondo i principi di efficacia/efficienza, standardizzazione delle procedure e personalizzazione dell'assistenza. Per perseguire tali assunti è necessario possedere una formazione specifica e un atteggiamento culturale adeguato. Cresce infatti, la consapevolezza che un’organizzazione è in grado di soddisfare i bisogni dei suoi utenti solo se ha soddisfatto prima i propri, e in questa dimensione le risorse umane vanno considerate capitale intellettuale e reale e un punto di forza dell'organizzazione. Nelle strutture assistenziali in genere e nello specifico quelle prese in considerazione, stentano ad affermarsi gli assunti sopraesposti e sono rari i piani formativi e di aggiornamento continuo offerti alle stesse. Le occasioni formative realizzate, ad oggi, non hanno sortito effetti concreti con ricaduta operativa nelle strutture e tanto meno, hanno prodotto un cambiamento culturale che incentivasse le strutture ad intraprendere un percorso di miglioramento continuo e progressivo. L'ampia disponibilità, nel contesto dell'evidenza scientifica, di metodologie di gestione innovative, fa si che le stesse possano rappresentare un solido punto di partenza. In campo assistenziale trovano larga possibilità di applicazione: strumenti per la rilevazione del fabbisogno assistenziale individuale, l'utilizzo sistematico di scale di valutazione per la raccolta dati, l'implementazione nell'attività lavorativa di protocolli e procedure scientificamente riconosciute che rendano sicura ed efficace l'attività. Analisi del contesto applicativo Le comunità alloggio sono strutture residenziali che offrono ospitalità temporanea o permanente a persone anziane o adulti inabili, fornendo prestazioni socio-assistenziali rivolte alla persona (assistenza diretta, alberghiere, lavanderia, guardaroba, mensa etc). Le prestazioni di tipo sanitario vengono garantite nelle stesse modalità con cui vengono fornite alla generalità dei cittadini (medicina di base, distretto sanitario). Le comunità alloggio protette differiscono dalle precedenti per una componente socio sanitaria più marcata, in quanto a tali strutture afferiscono persone inabili e non autosufficienti con bisogni di assistenza più specifici.

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INIZIATIVE

LA COMUNITÀ ALLOGGIO PER ANZIANI “SANTA RITA” AD OZIERI

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Gli utenti che accedono in strutture di tipo residenziale o protette sono definiti “soggetti fragili” con esigenze inerenti gli aspetti psicologico, fisico e sociale. Per tali aspetti, le risposte idonee sono di tipo preventivo, curativo, riabilitativo e palliativo. Queste rappresentano i campi d'azione dell'infermieristica moderna. L’infermiere è il professionista responsabile dell’assistenza infermieristica generale in grado di identificare i bisogni di salute della persona e fornire risposte assistenziali specifiche attraverso una pianificazione strutturata delle attività. L’espletamento di attività come: il monitoraggio della salute la gestione dell’assistenza generale, la gestione della terapia e la rilevazione dei bisogni assistenziali degli ospiti, contribuiscono al miglioramento, se espletati con sistemi e strumenti moderni e innovativi. Gli operatori socio sanitari (OSS), maggiormente rappresentati nelle strutture in oggetto, sono definite figure di supporto all'attività infermieristica. Essi svolgono attività assistenziale e alberghiera su indicazione e spesso supervisione dell'infermiere, che di fatto conserva le responsabilità sul loro operato. Contenuto/Motivazioni Il progetto offre soluzioni per gestire le attività caratterizzanti il processo assistenziale, in linea con le indicazioni normative attuali e i requisiti per l’accreditamento obbligatorio e volontario, quindi del sistema gestione qualità. È fondato sul principio dell’efficacia fornita dai modelli organizzativi che integrano la formazione continua come elemento essenziale di sviluppo. Vista la complessità del processo assistenziale che racchiude numerosi aspetti (sociale, sanitario, psicologico etc), quindi la necessità di soddisfare più esigenze simultaneamente, propone l'utilizzo di un software che permette la gestione ed elaborazione dei dati ai fini professionali e statistici. L’informatizzazione dei dati permette la continuità e coerenza del piano assistenziale per la facilità di utilizzo e la creazione di resoconti di dati specifici. Un'altro aspetto interessante è la possibilità d'implementazione di procedure e/o indicazioni operative di assistenza infermieristica, attraverso un programma di formazione e approfondimento dei temi e argomenti proposti. Le procedure offerte sono state elaborate in seguito alla consultazione di archivi bibliografici e telematici di evidenze scientifiche. L'attività supportata da procedure, dà luogo alla condivisione e uniformità degli atteggiamenti assistenziali fra gli operatori e la rivisitazione periodica delle stesse permette l'aggiornamento delle conoscenze. L'avvio del programma di formazione per l'utilizzo del software e l'implementazione delle procedure e/o indicazioni operative, viene comunque preceduto dalla rilevazione del fabbisogno formativo, per individuare ed eventualmente colmare ulteriori esigenze formative. Aree di intervento Ottimizzazione dell'accoglienza in struttura; Ottimizzazione del rapporto con l'utenza; Ottimizzazione della gestione; Ottimizzazione dell'assistenza infermieristica; Predisposizione all'implementazione del sistema gestione qualità; Predisposizione per un sistema di formazione continua strutturato; Informatizzazione per la gestione ed elaborazione dati.


INIZIATIVE

Fasi/Procedure attuative Presentazione dettagliata del progetto ai referenti e operatori della struttura, e rilevazione del fabbisogno assistenziale. In questa fase si prendono in considerazione le caratteristiche strutturali e le dinamiche interne ed esterne all’organizzazione, tenendo conto delle conoscenze, competenze, motivazioni e sistema di attese reciproche tra organizzazione e persone. Questa fase è già di per sé, considerata attività di ricerca e formazione e utilizza un questionario da somministrare ai referenti/operatori, che racchiude i seguenti aspetti: Titolo di studio/qualifica professionale; Tipologia ente e/o struttura; Attività svolta nella Struttura; Tipologia di utente a cui è rivolto l'intervento professionale; Analisi delle competenze in essere; Capacità di generare innovazione e conoscenza; Esigenza individuale di acquisire conoscenze su specifiche utenze; Esigenza individuale di migliorare le competenze rispetto a specifici ambiti di attività; Esigenza individuale di confrontarsi con operatori della stessa professione; Esigenza di confrontarsi con operatori di diversa professione; Corsi di formazione potenzialmente utili. Articolo 7 del Codice Fasi successive Analisi ed elaborazione dei dati ottenuti attraverso i questionari e stedeontologico 2009 sura del profilo della struttura; Individuazione di eventuali interventi formativi aggiuntivi rispetto a quelli proposti; Calendarizzazione e reaLʼinfermiere orienta la sua azione lizzazione degli incontri/eventi sui temi e argomenti proposti da questo al bene dellʼassistito di cui attiva modello; Stesura e implementazione della procedura e/o istruzione operativa relativa all'argomento trattato; Individuazione dei sistemi di le risorse sostenendolo valutazione dell’apprendimento ed efficacia dei discenti e degli eventi con la programmazione delle fasi iniziali, intermedie e finali della valunel raggiungimento della maggiore tazione stessa. autonomia possibile, Obiettivi La realizzazione di questo percorso come linea gestionale dell’assiin particolare, quando vi sia stenza, presenta diversi vantaggi: Personalizzazione dell’assistenza; Ottimizzazione e ampliamento delle disabilità, svantaggio, fragilità competenze degli operatori alla luce delle innovazioni; Standardizzazione degli atteggiamenti assistenziali fra gli operatori; Facile identificazione delle responsabilità degli operatori nelle attività quotidiane; Facile identificazione dei bisogni assistenziali in modo costante; Facile identificazione e prevenzione dei potenziali eventi avversi; Predisposizione all’implementazione delle norme iso 9000/9001 per il perseguimento della qualità nelle procedure; Acquisire strumenti operativi innovativi per una gestione efficace e di qualità; Acquisire abilità relazionali che favoriscano la compliance della persona in cura; Sviluppare la competenza organizzativa e creativa; Saper lavorare in un gruppo multidisciplinare; Diffusione di una cultura della valutazione ed autovalutazione per il miglioramento dei servizi. Si tratta di un corso/percorso o processo in cui la formazione non deve essere la mera spiegazione teorico/pratica, ma un incentivo alla coesione e partecipazione gestionale degli appartenenti al gruppo professionale. Metodologie didattiche prevalenti: Presentazione e definizione degli argomenti che caratterizzano i protocolli e procedure; Lezioni frontali; Confronti-dibattiti con esperti-relatori; Presentazione e discussione di problemi o di casi didattici; Role playing; Analisi dei problemi clinico-assistenziali e organizzativi. Valutazione Questionari periodici di verifica dell'apprendimento a breve, medio e lungo termine; Questionari per la rilevazione del gradimento e soddisfazione degli operatori Docenti - Esperti - Relatori Medici, infermieri con master specialistici, educatori. •

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ATTUALITÀ

Coinvolti vari professionisti della salute

Conclusi i corsi aziendali di formazione sul risk management (rischio clinico) di Sandro Sabattino

SASSARI. L’EX OSPEDALE SAN CAMILLO

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er sensibilizzare in modo capillare il personale ospedaliero sulla gestione del rischio clinico, l’Asl di Sassari ha indetto dei corsi di formazione dal titolo “Qualità delle cure. La gestione del rischio clinico, metodologia e strumenti”. L'intenzione è quella di formare una serie di professionisti che operino nell'Azienda e possano diffondere i concetti appresi a tutti i loro colleghi. Nei corsi, svolti nei locali del Servizio Formazione dell’ex ospedale San Camillo, e che hanno visto come relatore il dott. Antonio Maria Pinna dell’Asl di Nuoro, sono stati illustrati i concetti teorici legati alla gestione e valutazione del rischio clinico, e tutte le attività di risk management intraprese dall’azienda ospedaliera, ad iniziare dalla scheda volontaria di segnalazione eventi avversi anonima. Oramai si è capito che l’approccio all’errore inteso come ricerca della responsabilità, cioè di chi ha commesso l’errore, non porta ad estirpare alla radice le cause che determinano l’evento avverso. Ecco perché bisogna realizzare sistemi che portino gli operatori sanitari a eseguire prestazioni giuste e in sicurezza e che rendano più difficoltoso l’errore. L'obiettivo del corso, a mio avviso, è servito a fissare dei concetti fondamentali: l’importanza di rivedere l’organizzazione, cioè all’interno delle organizzazioni si deve sapere come si lavora, si devono coinvolgere gli operatori nel progettare e definire i percorsi assistenziali e diagnostici-terapeutici, deve essere noto come vengono prese le decisioni e chi coordina le risorse professionali; la necessità di mettere il professionista sanitario nelle condizione di poter esprimere al meglio la sua attività in sicurezza, tenendo presente il concetto che l’errore umano è inevitabile. Infine bisogna diffondere la cultura aziendale che ogni operatore deve contribuire alla ricerca e segnalazione delle potenziali cause di errore, per imparare da essi ed evitare che si ripresentino nel futuro, ecco l’importanza e la necessità dei report degli incidenti. Interessante è stata la parte dove il docente ha spiegato che l'errore deve essere considerato come il risultato di una catena di fattori nella quale il professionista ultimo che ha commesso l'errore, altro non è che l'anello finale e non il più importante. Questi concetti sono però lontani anni luce dalla realtà, perché è viva nel nostro sistema la cultura che pensa solo a sanzionare chi ha commesso l’errore, non capendo che cosi facendo, non solo non si riesce ad individuare la serie causale che ha portato all’evento avverso, ma favorisce l’occultamento delle cause. Anche se sbagliare fa parte della natura umana e l'errore è inevitabile, cioè si può ridurre ma non si può eliminare, è altrettanto umano cercare di trovare delle soluzioni che portino alla logica della sicurezza. Una delle soluzioni immediate e più semplici è la formazione degli operatori la quale la possiamo definire come una vera arma della sicurezza. Spero che questo progetto formativo, ricco di buone intenzioni ed entusiasmo da parte dei promotori, possa avere un riscontro nella realtà dove ci si aspetta una collaborazione da parte di tutti gli operatori sanitari per cercare di creare un sistema sicuro dove il cittadino si senta maggiormente tutelato. •


APPROFONDIMENTI

Le attività dell’infermiere di Anestesia e Rianimazione

Competenze, regolamentazioni e organizzazione nei trapianti d’organo a cura di Gian Mario Terzitta Infermiere professionale U.O. di Anestesia SS. Annunziata - Sassari

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erché parlare di trapianti d’organo? Forse perché un trapianto d’organo presuppone un prelievo del medesimo dal corpo umano. Questo pone essenzialmente due problemi: uno di carattere etico ed uno medico legale. Etico perché il confine tra la vita e la morte è sottile, ed è legato alle proprie credenze religiose, medico legale in quanto impone una trasformazione del pensiero sulla morte dell’essere vivente. Sino a pochi anni fa il momento della morte veniva identificato con la cessazione dell’attività cardiaca e del respiro, sintomi determinanti, e da tutti facilmente accertabili per indicare la fine della vita di un individuo. Era ovvio che questi processi coincidessero con la morte in base al fatto indiscutibile che erano seguiti a breve da tutti quei processi di decomposizione organica caratteristici del cadavere. Il problema nacque quando i progressi tecnici resero possibile il mantenimento artificiale della funzione cardiaca e respiratoria, smentendo il concetto che la cessazione di tali funzioni avviasse quei processi irreversibili ed inarrestabili sopra menzionati. Nell’ottica di una moderna cultura si ritiene che ciò che caratterizza un essere vivente non siano tanto una serie di funzioni biologiche ma l’esistenza di un’armonica integrazione dell’intero organismo a costituire uno specifico individuo o “persona”. La morte quindi coincide con la fine dell’organismo nella sua interezza, il persistere della funzionalità di taluni organi o gruppi di cellule viene ritenuta compatibile con la morte. Per questo motivo gli studiosi hanno ricercato uno specifico organo il cui danno irreversibile sia in grado di costituire da solo il momento di compromissione della integrità dell’uomo come persona e quindi della morte. Il processo che ha portato gradualmente a questa affermazione è recente: si è dimostrato che il sostegno artificiale cardiaco e respiratorio consentiva ai pazienti in stato di coma estremamente profondo, ariflessici, senza attività respiratoria spontanea, elettroencefalogramma (EEG) piatto e senza circolo cerebrale di conservare temporaneamente l’attività cardiaca spontaneamente in una condizione clinica definita “al di la del coma”, definendo cosi il concetto di morte encefalica che altro non è che la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del sistema nervoso centrale (SNC). Mantenimento del donatore Il mantenimento del donatore consiste nel trattare nel periodo che intercorre tra accertamento della morte e prelievo degli organi gli eventi fisiopatologici negativi che si generano con la perdita delle funzioni cerebrali. Le conseguenze della morte encefalica sono molteplici e possiamo cosi sintetizzarle: funzione emodinamica (ipotensione arteriosa, ipovolemia, aritmia cardiaca, arresto cardiaco), funzione

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APPROFONDIMENTI

IL CENTRO TRAPIANTI E DI PRELIEVO DI ORGANI SI TROVA NELL’OSPEDALE CIVILE

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polmonare (ipossiemia), equilibrio elettrolitico (iperiponatriemia, ipoiperpotassiemia, disidratazione, iperosmolarità) funzione neuroendocrina e metabolica (diabete insipido, iperglicemia), regolazione termica ( ipotermia), coagulopatie. Competenze dell’infermiere di rianimazione Collabora con il rianimatore e gli altri specialisti durante tutto il periodo di osservazione, collabora e osserva la verifica di assenza dei riflessi, esegue i prelievi ematochimici e l’emogasanalisi, controlla la saturazione di ossigeno, la pressione arteriosa (PA) invasiva, il bilancio idrico orario, l’elettrocardiogramma (ECG), la pressione venosa centrale (PVC). Al termine dell’osservazione si occupa di far eseguire la tricotomia prima di trasferire il donatore in sala operatoria per il prelievo. Competenze dell’infermiere di anestesia Il donatore, proveniente dalla rianimazione, giunto in sala operatoria viene collegato al respiratore e ventilato con una miscela di ossigeno e aria, si monitorizza la PA, la PVC, l’ECG, la saturazione di ossigeno. È importante mantenere una PA media tra 70-90 mm Hg. All’inizio della laparotomia si somministra il curaro per il rilassamento muscolare più un oppioide per ridurre i relais dolorosi spinali che possono scatenare tachiaritmie e ipertensione. Durante il prelievo di cuore, terminata la sternotomia, si sospende la ventilazione meccanica. Bisogna prestare molta attenzione durante la fase di isolamento dei grossi vasi in quanto si possono avere delle complicanze quali: aritmie, ipotensione, arresto cardiaco. Terminate le operazioni di prelievo si ricompone la salma in maniera decorosa prima di trasferirla in camera mortuaria. Norme di legge che regolamentano il prelievo ed il trapianto d’organo Le leggi di riferimento che regolano il prelievo ed il trapianto d’organo sono le seguenti: legge 12 agosto 1993, n. 301; legge 29 dicembre 1993, numero 578; decreto 11 aprile 2008 (aggiornamento del decreto 22 agosto 1994, n. 582 relativo al regolamento recante le modalità per l’accertamento e la certificazione di morte); la legge 1 aprile 1999 n. 91 (disposizioni in materia di prelievi e di trapianti d’organo) disciplina il prelievo di organi e tessuti da soggetto di cui sia stata accertata la morte (ai sensi della legge n.578/93) e regolamenta le attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti. Quando è consentita la donazione Come abbiamo visto in precedenza l’accertamento della morte segue una serie di leggi codificate dal legislatore, così anche per quanto riguarda la volontà alla donazione si fa riferimento alla legge n. 91 del 1999. Si può prelevare se il soggetto ha espresso la volontà favorevole o se il soggetto, informato, non ha espresso alcuna volontà. In regime transitorio è consentito il prelievo se il soggetto ha espresso volontà favorevole e gli aventi diritto non si oppongono o in mancanza di espressione di volontà. Non si può prelevare se: il soggetto in vita ha negato l’assenso e se al soggetto non è stata richiesta manifestazione di volontà. In regime transitorio non si preleva se il soggetto in vita ha negato l’assenso o se i familiari presentano opposizione.


APPROFONDIMENTI

Chi si può opporre Il coniuge non separato o il convivente more uxorio o, in mancanza i figli, o in mancanza i genitori, ovvero il rappresentante legale mediante opposizione scritta. Tale opposizione non è valida qualora risulti che il soggetto ha espresso volontà favorevole al prelievo, salvo una successiva dichiarazione di volontà contraria. La legge n. 301 del 12 agosto 93 norma il prelievo e innesto della cornea: è consentito il prelievo delle cornee da cadavere quando si sia ottenuto l’assenso del coniuge non legalmente separato o, in mancanza, dei figli se maggiorenni, o, in mancanza, dei genitori, salvo che il soggetto non abbia in vita manifestato per iscritto il rifiuto alla donazione, la legge del 16 dicembre 1999 n. 483 consente il trapianto parziale di fegato. Organizzazione nazionale dei trapianti Centro Nazionale Trapianti (CNT): detiene tutte le liste d’attesa, regola l’allocazione delle urgenze, stila le linee guida nazionali, controlla la qualità dei Centri Trapianto, verifica l’applicazione delle linee guida e dei protocolli. All’interno del CNT esiste la Consulta Tecnica Permanente che ha il compito di prediArticolo 40 del Codice sporre gli indirizzi tecnico operativi per lo svolgimento delle attività di prelievo e trapianto, svolge funzione consultiva per deontologico 2009 il CNT. Centri Interregionali (CIR) e Centri Regionali Trapianti L’infermiere favorisce (CRT): coordinano le attività di prelievo e i rapporti tra le rial’informazione e l’educazione nimazioni e le strutture per i trapianti, coordinano le attività di raccolta e trasmissione dati, assegnano gli organi in base sulla donazione di sangue, tessuti a criteri condivisi, coordinano il trasporto dei campioni biologici e dei sanitari. ed organi quale atto di solidarietà L’Italia è organizzata in tre aree: Nord Italian Transplant (NITP), Associazione Interregionale Trapianti (AIRT), Organize sostiene le persone coinvolte nel zazione Centro Sud Trapianti (OCST). La Sardegna fa parte donare e nel ricevere dell’Organizzazione Centro Sud Trapianti. L’OCST copre un bacino di 22.920.000 abitanti ed è composto da 1 CIR, da 8 CRT, da 150 centri prelievo e 42 centri trapianto. La Sardegna ha due centri per trapianto di reni, Sassari e Cagliari, e un centro trapianti per cuore e fegato a Cagliari. Il centro trapianti e prelievo di organi di Sassari è allocato nell’ospedale civile SS. Annunziata. Questo effettua il prelievo di reni nelle aree di Sassari, Olbia, Nuoro e Lanusei, alternato con il Centro Trapianti dell’Azienda Ospedaliera del Brotzu a Cagliari per il prelievo di reni nell’area di Oristano. Il centro trapianti di Sassari, che ha iniziato la propria attività nel lontano 1989, ha effettuato 303 prelievi di reni; i trapianti sono stati 224. In conclusione possiamo dire che l’attività di trapianto garantisce i principi etici, deontologici, scientifici e giuridici che riguardano il rispetto della vita, l’integrità della persona, la solidarietà e la socialità. •

Invitiamo tutti coloro che non l’avessero ancora fatto a visitare il “nuovo” sito internet all’indirizzo

www.ipasviss.it Nella sezione ECM sono riportate le date dei corsi di aggiornamento programmati dal collegio con relativa locandina e modulo di iscrizione.

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RUBRICA

Attività professionale e bisogni dei pazienti

Valutare l’assistenza infermieristica per migliorare la qualità del servizio a cura della Dott.ssa Simona Roggio Infermiera professionale ADI

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l concetto di qualità è stato definito, nel corso del tempo, da diversi autori in modi differenti, tutti comunque sicuramente validi (Donabedian A., 1990; Palmer R., 1990; Wright e Whittington, 1995). Una definizione particolarmente interessante è quella che intende per qualità “l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un’entità che conferiscono ad essa la capacità di soddisfare esigenze esplicite o implicite” (ISO 8402, 1995). Le esigenze esplicite richiamano il concetto di qualità percepita e sono rappresentate dagli aspetti organizzativi e relazionali relativi ad una prestazione sanitaria. Le esigenze implicite sono invece correlate al concetto di qualità tecnica e si riferiscono alla corretta esecuzione tecnica delle prestazioni sanitarie. In sintesi, quindi, la qualità dell’attività professionale sanitaria è data sia dagli aspetti scientifici e tecnici di una prestazione, sia da quelli relazionali tra utente e operatore sanitario; è ovvio che i due aspetti interagiscono tra loro e possono influenzarsi a vicenda. È dall’applicazione ottimale di queste due caratteristiche che scaturisce un’assistenza sanitaria di qualità. Per quanto ci riguarda, la valutazione della qualità dell’assistenza infermieristica (VQAI), è di fondamentale importanza nell’ambito delle attività sanitarie; infatti per potere fornire sempre un’assistenza ai massimi livelli, questa deve venire sottoposta sistematicamente a verifica e revisione, al fine di mantenerne e, possibilmente, migliorarne la qualità. Ci sono diverse motivazioni che devono spingere verso l’applicazione della VQAI. Una, decisamente importante, è rappresentata dal fatto che la continua crescita della spesa sanitaria determina una politica di sempre maggiore risparmio e ottimizzazione delle risorse che, se non venisse guidata opportunamente dai professionisti della sanità, potrebbe compromettere la qualità dell’assistenza. La professione infermieristica deve quindi essere considerata e valutata non solo nella sua dimensione assistenziale, ma anche come componente attiva nel governo della spesa; infatti l’infermiere può decidere in autonomia la risposta ai bisogni specifici della popolazione in termini di prestazioni, risorse impiegate, qualifica e numero del personale. Un’altra motivazione fondamentale è rappresentata dalla discrepanza tra la qualità dell’assistenza che sarebbe possibile erogare teoricamente e quella che viene erogata in pratica. Tale discrepanza è in gran parte dovuta ad un’incompleta applicazione di tutte le condizioni che porterebbero ad un risultato ottimale. La VQ rappresenta pertanto uno strumento per migliorare la propria professionalità, poiché solo il professionista che misura e confronta i risultati della propria pratica con quelli attesi è in grado di riscontrare eventuali discrepanze, identificarne le cause e adottare misure di miglioramento.


RUBRICA

La valutazione dell’assistenza infermieristica, essendo un processo dinamico e scientifico, passa attraverso diverse fasi. deontologico 2009 Per prima cosa è necessario descrivere l’attività infermieristica come dovrebbe essere a livello ottimale (teorico); quindi si deve L'assistenza infermieristica descrivere l’attività infermieristica come viene svolta nella realtà; è servizio alla persona si passa quindi a misurare l’attività infermieristica con l’ausilio di norme e criteri che siano espressione del concetto di qualità dele alla collettività. l’attività stessa; si individuano così le criticità e i punti di debolezza; Si realizza attraverso interventi si arriva infine a stabilire un piano di azioni correttive per quegli specifici, autonomi elementi che non corrispondono alle norme o ai criteri, per ottenere un miglioramento della qualità delle prestazioni. Per valutare la qualità bisogna definire i componenti della quae complementari di natura lità che si vogliono utilizzare, cioè: 1) indicatori (“variabile che conintellettuale, tecnico-scientifica, sente di descrivere un fenomeno complesso”) 2) standard (“freauspicabile a livello ideale che deve essere raggiunta da gestionale, relazionale quenza una variabile”); 3) criteri di valutazione (“variabile rilevabile in ed educativa. modo riproducibile ed accurato che permette di giudicare la qualità di una prestazione o di un trattamento”). Rispetto a questi tre parametri si definiscono gli obiettivi da perseguire e se ne verifica il raggiungimento. Poiché gli infermieri sono gli unici professionisti vicini al paziente durante tutte le ventiquattro ore, è loro compito individuare indicatori e standard che consentano di valutare quanto e come il proprio lavoro risponde ai bisogni del paziente. Monitorare e verificare la qualità dell’assistenza infermieristica è fondamentale, poiché solo in questo modo è possibile documentare se l’attività viene esercitata rispettando le linee guida, i protocolli e soprattutto il codice deontologico, che garantisce un’assistenza infermieristica di qualità dal punto di vista tecnico, scientifico, umano e morale. È quindi importante che l’infermiere si autovaluti e verifichi continuamente la qualità dell’assistenza erogata, perché solo in questo modo può rilevare eventuali carenze e porvi il giusto rimedio. •

Articolo 2 del Codice

Nella giornata internazionale dell’infermiere, il 12 maggio 2010, verrà dedicato un francobollo alla professione l ministro dello Sviluppo Economico on. Claudio Scajola ha annunciato l'imminente emissione di un francobollo dedicato alla figura dell'infermiere e al ruolo chiave che esso riveste nella società odierna. Il francobollo sarà presentato il 12 maggio 2010 in occasione della giornata internazionale dell'infermiere, mentre la sua emissione da parte di Poste Italiane è prevista in concomitanza con la maratona di Roma “Race for the cure” a sostegno della lotta contro il cancro, che si svolgerà domenica 16 maggio. L'iniziativa, di assoluto prestigio, attesta la crescente affermazione dell'immagine pubblica dell'infermiere ed

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è per la prima volta, infatti, che lo Stato italiano celebra una professione emettendo un francobollo postale nell'ambito della serie ordinaria tematica “Le Istituzioni”. Il presidente nazionale Annalisa Silvestro ha affermato che: «Si tratta di una nuova opportunità per ribadire ed evidenziare il rapporto “privilegiato” tra la professione infermieristica e il cittadino». Secondo quanto riportato nel programma filatelico di massima del 2010 di Poste Italiane, il costo del francobollo sarà di 0,60 euro con sovrapprezzo di 0,30 euro in favore della lotta ai tumori del seno. •

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Attive sette postazioni di soccorso infermieristiche

In aumento rispetto al 2008 gli interventi della Centrale operativa 118 di Sassari

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a Centrale operativa 118 di Sassari ha un territorio di competenza che comprende le quattro province del Centro-Nord Sardegna: Sassari, Olbia-Tempio, Nuoro e Ogliastra con una superficie di 13.381 Kmq e una popolazione di circa 692mila abitanti. Nel 2009 per la Centrale del 118 hanno operato 10 postazioni di soccorso avanzato in servizio 24 ore su 24, così dislocate: 4 per la provincia di Sassari (Sassari, Porto Torres, Alghero e Ozieri); 3 per la provincia di Nuoro (Nuoro, Siniscola e Sorgono); 2 per la provincia di Olbia-Tempio (Olbia e Tempio); 1 per la provincia dell’Ogliastra a Lanusei. Durante il periodo estivo, dal 1 luglio al 15 settembre, si è aggiunta la postazione a Tortolì. Il servizio di elisoccorso regionale ha operato nel 2009 mettendo a disposizione delle Centrali operative 118 di Sassari e di Cagliari un’unica elibase regionale che si trova nell’aeroporto “Riviera del Corallo” di Alghero-Fertilia. Questa è gestita dalla Centrale operativa di Sassari in collaborazione con il nucleo elicotteristi dei Vigili del Fuoco, ed è composta da medici rianimatori e infermieri del 118. Il 2009 per il 118 è stato caratterizzato da un aumento di interventi e risposte alle richieste di soccorso da parte della popolazione. Si è passati dai 47.190 interventi del 2008 ai 48.674 del 2009, con un incremento di 1484 casi, circa il 3 per cento rispetto all’anno precedente. Decisiva è stata, da quanto emerge dalla relazione annuale del responsabile della centrale operativa di Sassari, la distribuzione dei mezzi di soccorso di base, effettuata con l’attivazione di alcuni punti chiave nel territorio. Il servizio è stato garantito per 12.061 casi con mezzi di soccorso aziendali con a bordo medici, infermieri e autista soccorritore; per 35.505 casi il soccorso è stato effettuato da 68 mezzi di soccorso di base forniti dalle associazioni di volontariato, e da 14 cooperative sociali in convenzione con il servizio 118; per 843 casi è stato utilizzato un mezzo infermieristico che conta 7 postazioni; in 260 casi è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso. Per quanto riguarda il piano estivo il numero degli interventi effettuati è stato di 12.300 casi. Il numero di telefonate, gestite dalla Centrale Operativa di Sassari, è stato di 653.583 chiamate, 295.012 in entrata e 358.571 in uscita. Grazie all’introduzione di sistemi per l’individuazione del numero telefonico chiamante si è ridotto il numero degli scherzi telefonici, passati dai 3.438 del 2005 ai 1.296 del 2009. Le patologie più numerose sono i traumi, che rappresentano il 28,37 per cento degli interventi, seguono le patologie cardiocircolatorie (15,48%), le neurologiche (6,42%), le respiratorie (6,22%), psichiatriche (5,50%), intossicazione/etilismo (4,14%), neoplastiche (1,19%), altre patologie (31,13%), patologie non individuate (1,50%). In piena attività è la formazione degli operatori del soccorso: sono stati infatti formati 1.788 operatori di base con corsi sul Blsd e sistemi di comunicazione. •


INFORMAZIONI

IL COLLEGIO INFORMA ORARIO DI SEGRETERIA Orario dell’ufficio di segreteria dal 1 settembre 2009 Lunedì, martedì, mercoledì, venerdì: dalle ore 10 alle ore 13. Martedì e giovedì: dalle ore 16 alle ore 18. RITIRO CERTIFICATI ECM Sono a disposizione i certificati di partecipazione ai corsi di aggiornamento che attestano il conseguimento dei crediti ECM. CAMBIO INDIRIZZO Si invitano tutti gli iscritti che variano indirizzo di informare tempestivamente la segreteria del Collegio. BIBLIOTECA DEL COLLEGIO I testi della Biblioteca del Collegio possono essere consultati dagli iscritti durante l’orario di apertura dell’ufficio di segreteria. AVVOCATO L’avvocato del collegio riceve per appuntamento il giovedì dalle ore 16 alle ore 18.

COME CONTATTARCI Il Collegio IPASVI si trova a Sassari in Viale Italia 43 Segreteria 079 216 487 Fax 079 211 1476 E-mail ipasvi@ipasviss.it Sito internet www.ipasviss.it E-MAIL PROMUOVERE direttorepromuovere@tiscali.it

AVVISO AGLI ISCRITTI

QUOTE ASSOCIATIVE ANNO 2010 A partire da quest’anno, per la riscossione della quota associativa annuale all’albo professionale, il Collegio ha incaricato la società di riscossioni Equitalia. La quota rimane invariata ed è di 51,00 euro.

Norme editoriali per le pubblicazioni La rivista è aperta alla collaborazione di quanti desiderino intervenire con argomenti riguardanti qualsiasi aspetto della professione infermieristica. Ogni articolo che verrà pubblicato esprime l’idea degli autori i quali si assumono la responsabilità di quanto scritto. Prima della pubblicazione l’articolo verrà esaminato dal direttore responsabile e dal comitato di redazione, i quali si riservano la facoltà di apportare piccole modifiche nel contenuto e nella forma, tali da non stravolgere le intenzioni dell’autore che comunque sarà informato delle eventuali variazioni. Note tecniche - i testi da pubblicare devono essere redatti in lingua italiana, su formato elettronico ed inviati per via e-mail o consegnati alla redazione su supporto informatico; - le pagine devono essere numerate e firmate, e nella prima pagina deve essere presente: - l’autore/i con: nome cognome, qualifica professionale, dove esercita il proprio lavoro; - titolo dell’articolo; - data del completamento dell’articolo; - eventuale fotografia. - recapiti per eventuali contatti (telefono, e-mail). La lunghezza dell’articolo non deve superare le 5.000 battute (inclusi gli spazi). Con l’invio stesso del testo e di eventuali allegati l’autore concede l’autorizzazione piena ad utilizzare l’articolo per la pubblicazione. Il materiale inviato non verrà restituito. Tenuta in considerazione la periodicità quadrimestrale della rivista promuovere, in uscita all’inizio dei mesi di aprile, agosto, e fine dicembre, tutto il materiale dovrà pervenire entro la fine dei mesi di febbraio, maggio, settembre. Gli articoli dovranno pervenire alla sede della redazione: collegio IPASVI di Sassari e Olbia-Tempio Viale Italia 43, 07100 Sassari; oppure attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica: direttorepromuovere@tiscali.it Ci aspettiamo quindi un contributo da tutti voi colleghi iscritti al collegio, scrivete ed inviate i vostri articoli.

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Collegio provinciale di Oristano

Evento E.C.M. n. 3829-10013504 in fase di accreditamento

Oristano, 10 giugno 2010 Hotel Mistral 2, Via XX Settembre ENTE NAZIONALE di PREVIDENZA e ASSISTENZA

ASSOCIAZIONE INFERMIERI LIBERI PROFESSIONISTI ITALIANI

della PROFESSIONE

INFERMIERISTICA

CONVEGNO

La libera professione infermieristica: nascita, sviluppo, istituti di tutela e prospettive PROGRAMMA E RELATORI: Moderatore: Pier Luigi Ladu (tesoriere Ipasvi Oristano) Ore 8,15: Iscrizioni Ore 8,45: Saluto del presidente dell’Ipasvi di Oristano (Antonio Canu) Ore 9,00: La libera professione in forma individuale (Leonardo Farina, inf. libero professionista) Ore 9,30: La libera professione in forma associata (Luca Bonfanti, infermiere libero professionista) Ore 10,00: Professione intellettuale e libera professione (Giovanni Valerio, inf. libero professionista) Ore 10,30: Aspetti legali della libera professione (Avv. Salvatore Casula) Ore 11,00: Pausa caffè Ore 11,15: L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica (Enpapi) (dottor Luigi Marchione, direttore generale Enpapi) Ore 11,45: Prestazioni previdenziali e assistenziali (dottor Fabio Fioretto, dirigente Enpapi) Ore 12,30: La politica dell’Ente di Previdenza in favore dei liberi professionisti (Cav. Mario Schiavon, presidente Enpapi) Ore 13,00: Pausa pranzo Ore 14,30: Presentazione Associazione Infermieri Liberi Professionisti Italiani: Principi, finalità e organizzazione territoriale (dott.ssa Giovanna Bertoglio, pres. Ailpi) Ore 15,00: Il ruolo del Collegio Ipasvi nella promozione e tutela della libera professione (Pier Luigi Ladu, referente libera professione Ipasvi Oristano) Ore 15,30: Tavola rotonda: gli esperti rispondono Ore 16,30: Test di verifica dell’apprendimento Ore 17,00: Chiusura dei lavori Per informazioni e iscrizioni: Collegio Ipasvi di Oristano, Via Carducci 9 - Tel.Fax 0783 302597 www.ipasvioristano.it > eventi ECM > 2010 Orario segreteria: lunedì 16-18; giovedì 10-12

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