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Protesi parziale fissa supportata da impianti con abutment di connessione in zirconia: sopravvivenza protesica a 2 anni dal carico Diego Lops, Alessandro Rossi, Roberto Rozza, Luigi Fadini, Stefano Storelli

La moderna implantologia è ormai volta alla ricerca e all’ottenimento di funzionalità ed estetica della riabilitazione protesica fissa. Il presente studio longitudinale ha valutato la funzionalità di componenti protesiche in zirconia (ZrO2), impiegate per la riabilitazione di impianti osteointegrati. Sono state esaminate le performance di abutment e sottostrutture in zirconia di 62 protesi parziali fisse supportate da 88 impianti AstraTech Microthread®, complessivamente per la riabilitazione di 62 pazienti (27 maschi e 35 femmine). Dopo il posizionamento delle protesi (37 di tipo dente singolo ST e 25 di tipo parziale fisso PFD) è stato osservato un follow-up variabile da 18 a 24 mesi. Gli indici di sanguinamento periimplantare modificato (MBi) e di profondità di sondaggio (PD) sono stati rilevati per saggiare la salute dei tessuti periimplantari a contatto con abutment in zirconia. A 2 anni dal carico protesico non è stato registrato alcun fallimento implantare o protesico; i tassi di sopravvivenza implantare e protesica iCSR sono risultati pari al 100%; mentre il tasso di successo protesico è stato misurato pari al 94,6%. Gli indici periimplantari MBi e PD hanno evidenziato salute e stabilità dei tessuti molli in intimo contatto con le componenti protesiche in zirconia. Gli Autori confermano l’affidabilità della zirconia come materiale per componentistica protesica su impianti, nonché la capacità di integrazione con i tessuti periimplantari.

Parole chiave: Zirconia; Dente singolo; Protesi parziale fissa; Tasso di sopravvivenza; Tasso di successo.

INTRODUZIONE La riabilitazione di siti parzialmente edentuli mediante protesi implantosupportate ha evidenziato ormai una predicibilità prognostica di assoluta rilevanza a medio-lungo termine1-3. Pur tuttavia, gli attuali orientamenti nel campo implantologico sono volti non solo all’ottenimento dell’osteointegrazione implantare, ma anche di un’armoniosa integrazione della corona dentale nel sistema stomatognatico del paziente4,5. La continua

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ricerca del risultato estetico nella moderna implantologia orale ha rappresentato un forte stimolo all’impiego di materiali per ricostruzioni dentali che si integrino in maniera più biocompatibile con i tessuti circostanti6-9. La metallo-ceramica costituisce un affidabile protocollo clinico, nonché standard di riferimento per la valutazione di procedure protesiche innovative; seppur tale soluzione rappresenti ancor oggi una scelta elettiva per framework protesiche, lo sviluppo dei materiali

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2 Lops/Rossi/Rozza/Fadini/Storelli · Protesi parziale fissa supportata da impianti con abutment di connessione in zirconia ha portato all’introduzione di ceramiche integrali, in grado di ovviare al principale svantaggio estetico dei manufatti in metallo-ceramica: l’impossibilità del totale passaggio della luce attraverso il restauro. Tali ricostruzioni metal-free offrono un più elevato potenziale estetico grazie a ottime proprietà ottiche, quali traslucenza e trasparenza, oltre ad un’elevata biocompatibilità e minima affinità alla placca batterica10-12. Il limite di tali materiali è tuttavia rappresentato da una resistenza meccanica a forze tensive e distorsive trasversali insufficiente all’impiego sistematico in protesi fissa su denti naturali ed impianti. Attualmente è disponibile in campo odontoiatrico un materiale, qual è l’ossido di zirconio (o zirconia) presinterizzato, in grado di soddisfare esigenze cliniche di carattere estetico grazie alle buone proprietà ottiche e al valore alto del croma di partenza delle framework protesiche; unitamente a tali caratteristiche l’eccellente comprovata biocompatibilità e la ridotta affinità batterica della zirconia contribuiscono a conferire al restauro protesico un aspetto del tutto naturale ed una sua naturale integrazione con i tessuti molli adiacenti13,14. Tale materiale si distingue, inoltre, per le eccezionali proprietà meccaniche (elevata resistenza alla flessione, trazione e purezza, ridotta conduttività termica e peso specifico)15-21, consentendo l’impiego minimo di materiale per la sottostruttura protesica e spessori fino a 0,3 mm. La ricerca continua di metodiche riabilitative finalizzate alla completa integrazione del restauro con i tessuti adiacenti ha inoltre portato all’utilizzo di materiali metal-free anche per gli abutment di connessione delle fixture con le corone protesiche4,17,22. In questo contesto si è resa preferibile la scelta della zirconia come materiale di riferimento per le elevate performance estetiche e funzionali. Il presente studio longitudinale retrospettivo è stato finalizzato alla valutazione prognostica a due anni dal carico di riabilitazioni parziali fisse su impianti Astra con abutment in zirconia AstraTech Ceramic Abutment® ST.

MATERIALI E METODI

Selezione dei pazienti Sessanta pazienti (27 maschi e 33 femmine, età media 49,6 anni) sono stati consecutivamente trattati tra

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giugno 2004 e marzo 2006. I pazienti sono stati riabilitati presso la Clinica Odontoiatrica dell’Università di Milano, Polo S. Paolo, Dipartimento di Medicina e Chirurgia. Dopo il posizionamento della protesi i pazienti sono stati sottoposti a follow-up variabile da 18 a 24 mesi. I criteri di inclusione prevedevano: • edentulismo parziale con dentatura antagonista naturale; • tutti i pazienti inclusi nello studio presentavano buone condizioni di salute generale al momento del posizionamento degli impianti, con assenza di patologie a carico delle mucose orali; • i siti implantari presentavano tutti un volume osseo adeguato al posizionamento di fixture AstraTech Microthread® (AstraTech, Sweden) di diametro variabile da 3,5 mm a 4,5 mm, senza necessità di tecniche di rigenerazione ossea guidata (GBR), precedenti o contestuali al posizionamento implantare stesso; • sono stati selezionati unicamente impianti di lunghezza pari o superiore a 9 mm; • solamente pazienti che avessero concluso il periodo di follow-up minimo indicato dallo studio sono stati considerati per le misurazioni. Sono stati osservati i seguenti criteri di esclusione: • assenza di parodontopatie in atto; • abuso di tabacco (>10 sigarette/die); • storia clinica di radioterapia a livello delle regioni di testa e collo; • disordini del sistema cellulare leucocitario al momento del posizionamento degli impianti; • diabete insulino-dipendente scompensato; • bruxismo; • sfavorevole rapporto impianto/corona; • parodontite cronica dell’adulto o rapidamente progressiva attive; • assenza di compliance da parte del paziente. Sono stati altresì esclusi pazienti riabilitati con più di una protesi implantosupportata. La documentazione radiologica utilizzata per i pazienti selezionati riguardava: ortopantomografia delle arcate dentarie all’atto di pianificazione del caso; radiografie periapicali acquisite all’atto di pianificazione del caso, al posizionamento dell’impianto, al momento della protesizzazione dell’impianto e ad ogni visita di controllo negli anni successivi. Indagini radiologiche più appro-

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Tabella 1 Distribuzione impianti in base al sito di posizionamento. Distretto

Impianti ø 3,5 mm

Impianti ø 4,0 mm

Impianti ø 4,5 mm

Mascellare anteriore * Mascellare posteriore ** Mandibolare anteriore * Mandibolare posteriore ** Totale

7 6 9 3 25

7 17 4 16 44

4 8 0 7 19

* Settore da canino a canino. ** Settore distale al canino.

Tabella 2 Distribuzione impianti in base al tipo di protesi. Pazienti

PFD (impianti di supporto)

Pazienti

ST (impianti di supporto)

23

51

37

37

fondite (TAC Denta-scan) sono state richieste qualora le suddette radiografie non avessero fornito sufficienti informazioni per una corretta pianificazione del caso. Una sonda parodontale calibrata di plastica (TPS probe, Vivadent, Schaan, Liechtenstein) è stata utilizzata per verificare un corretto rapporto impianto/corona mediante valutazione della distanza intermascellare a livello del sito edentulo. Sono stati posizionati complessivamente 88 impianti AstraTech Microthread® per il trattamento di 60 pazienti (la tabella 1 riporta la distribuzione degli impianti in base al sito di posizionamento). Trentasette pazienti sono stati riabilitati con 37 protesi fisse tipo dente singolo (ST) supportate, rispettivamente, da 37 impianti. Diciotto pazienti sono stati trattati con 18 protesi parziali fisse supportate da 2 impianti (PFD2), 10 delle quali presentavano framework con 3 corone protesiche; le rimanenti 8 presentavano framework con 2 corone protesiche. Cinque pazienti hanno ricevuto una protesi parziale fissa supportata da 3 impianti (PFD3) con 3 corone protesiche. La distribuzione degli impianti e delle protesi in base ai pazienti è riportata nella tabella 2.

Trattamento protesico Dopo un periodo variabile da 3 a 4 mesi per i siti mandibolari e da 4 a 6 mesi per i siti mascellari su-

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periori, i pazienti sono stati richiamati per una valutazione preprotesica; il tempo di attesa stimato per l’osteointegrazione dell’impianto variava in base alla qualità ossea23 del sito implantare, rilevata al momento dell’inserimento della fixture stessa. Per 62 impianti è stata prevista l’esposizione della fixture mediante lembo a tutto spessore al termine del tempo di attesa stimato per l’osteointegrazione secondo tecnica chirurgica sommersa. La guarigione dei tessuti molli periimplantari è stata ottenuta mediante utilizzo di healing abutment trans-mucosi per un tempo non inferiore a 3 settimane prima della registrazione dell’impronta di posizione della fixture. Per la protesizzazione degli impianti sono state seguite le procedure della sistematica AstraTech®, le quali prevedevano: presa dell’impronta di posizione (Polietere, Impregum® ESPE) della fixture mediante porta-impronte personalizzato forato per transfert avvitato; scelta del moncone protesico in zirconia AstraTech Ceramic Abutment® ST a seconda del diametro della fixture; prova dell’abutment in situ e verifica dell’accoppiamento alla fixture mediante radiografia endoorale; cementazione della corona protesica definitiva in situ. Gli abutment utilizzati (AstraTech Ceramic Abutment® ST) come sostegno alle framework protesiche erano costituiti da biossido di zirconio (ZrO2) con l’aggiunta di Y2O3 come ossido stabilizzante. La ritenzione degli abutment alle fixture era garantita da una connessione conica e da una vite di serraggio

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4 Lops/Rossi/Rozza/Fadini/Storelli · Protesi parziale fissa supportata da impianti con abutment di connessione in zirconia Tabella 3 Proprietà biomeccaniche AstraTech Ceramic Abutment® ST. Materiale

Biossido di zirconio (ZrO2) stabilizzato con Y2O3 (Y-TZP) Resistenza alla flessione 900 Mpa Resistenza alla compressione 2000 Mpa Durezza Vickers 1200 HV Porosità superficiali 0% Purezza 99,9% Peso specifico 6,08 g/cm2 Modulo di elasticità 210 GPa Coefficiente di espansione lineare 10,6 x 10-6 K-1 Modulo tensile 7 MpaVm

in titanio serrata con torque pari a 25 Ncm mediante apposito strumento (Hex Screwdriver® oppure Hex CA Driver®). Tutti i Ceramic Abutment® ST sono stati personalizzati in laboratorio mediante fresatura con frese diamantate e gomme siliconiche sotto getto di acqua fredda. La tabella 3 riporta le proprietà biomeccaniche degli abutment impiegati. Anche il materiale di tutte le framework protesiche era rappresentato da zirconia, ossia biossido di zirconio (ZrO2) con aggiunta di ossidi stabilizzanti quali CaO, MgO e Y2O3. Il condizionamento protesicamente guidato dei tessuti molli mediante corone provvisorie in resina è stato impiegato per 47 impianti (17 protesi ST, 12 FPD2 e 3 FPD3), posizionati in aree giudicate di alta valenza estetica. La finalizzazione estetica delle protesi è stata eseguita me-

Fig. 1 Ortopantomografia iniziale: riassorbimento osseo orizzontale accentuato in sede 45-46. Fig. 2 Sito edentulo zona 45-46 dopo estrazione degli elementi dentari parodontopatici. Fig. 3 Inserimento di 2 impianti Astratech: visione occlusale. Fig. 4 Guarigione dei tessuti periimplantari: visione occlusale.

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Fig. 5 Acquisizione impronta di posizione delle fixture con ritenzione dei pick-up. Fig. 6 Abutment in zirconia posizionati sul modello master e fresati. Fig. 7 Framework in zirconia posizionata sugli abutment. Fig. 8 Rivestimento estetico in ceramica della framework in zirconia.

Fig. 9 Posizionamento in situ degli abutment: visione laterale. Fig. 10 Posizionamento in situ degli abutment: visione occlusale.

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Fig. 11 Verifica della precisione di adattamento degli abutment: Rx endorale. Fig. 12 Particolare della protesi parziale fissa dopo glasatura. Fig. 13 Posizionamento in situ della protesi parziale fissa.

diante ceramizzazione delle stesse in laboratorio. La ritenzione delle corone con gli abutment è stata ottenuta mediante l’uso di cementi all’ossido di zinco eugenolo (Temp Bond®, Kerr) o vetro-ionomerici (Fuji® IX Gp, GC Corporation, Tokyo).

Misurazioni In seguito al completamento delle fasi di protesizzazione degli impianti, i pazienti sono stati inseriti in un programma di mantenimento che prevedeva la registrazione di parametri clinici e radiologici periimplantari a partire dall’inizio del carico protesico (tempo 0) e successivamente ogni sei mesi. Tali parametri sono stati considerati per saggiare la salute dei tessuti periimplantari a contatto con abutment in zirconia: indice di sanguinamento periimplantare modificato da 0 a 3 (MBi) e indice di profondità di sondaggio (PD) misurato per ciascun impianto in 4 siti (mesiale, distale, buccale e linguale).

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Criteri prognostici È stato calcolato l’indice di successo protesico24 per protesi funzionali in situ; è stato altresì considerato il tasso di sopravvivenza protesica per: • danneggiamento del rivestimento estetico della protesi; • svitamento della vite di connessione dell’abutment con la fixture; • decementazione della protesi. Il fallimento protesico è stato infine registrato per: • frattura della framework protesica; • frattura dell’abutment in zirconia o della vite di connessione dell’abutment con la fixture; • frattura della fixture. Gli Autori hanno considerato i parametri di successo implantare già riportati da Albrektsson e Coll.25 e Roos e Coll.26 La sopravvivenza implantare comprendeva: • successi implantari; • impianti asintomatici in situ, ma con valori patologici di MBL (> 0,2 mm/anno e > 1 mm al primo

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anno di carico) e PD (> 3 mm al sondaggio periimplantare); • impianti asintomatici in situ dopo trattamento di una perimplantite. Il rilevamento di mobilità implantare ha portato a considerare l’impianto come fallimento implantare con successiva rimozione dello stesso.

Caratteristiche della zirconia Lo zirconio consiste in un metallo ricavato da pietra naturale detta zircone e la zirconia ne rappresenta il suo biossido (ZrO2). Sebbene usato in enorme quantità a bassa qualità, come abrasivo lo Zirconio è tenace, resistente al consumo, è un refrattario ceramico resistente a shock termici. Per l’ottima stabilità chimica, la forza meccanica e la tenacità, associata ad un modulo di Young dello stesso ordine di importanza delle leghe d’acciaio, l’interesse si è volto nell’utilizzo dello zirconio quale biomateriale ceramico. Esso è meglio conosciuto come elemento polimorfo di tipo distorsivo, ossia, passando da monoclino a tetragonale, riscaldandolo si contrae in maniera vistosa, invece che espandersi. Tale metallo si presenta in tre forme monoclino M, cubico C e tetragonale T; la sua forma pura è monoclina a temperatura ambiente. Questa fase è stabile fino a 1170° C. Al di sopra questa temperatura si trasforma in tetraclino e, quindi, a 2370° C nella fase cubica. Durante il raffreddamento la fase di trasformazione T-M stabilizza in un range di temperatura di circa 100° C al di sotto di 1070° C. Questa fase di trasformazione è associata con un’espansione di volume di circa 3-4%. Con l’aggiunta di ossidi stabilizzanti allo zirco-

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nio puro, tipo CaO, MgO, CeO2, Y2O3, si generano nuovi materiali multifase, conosciuti come PSZ ovvero Zirconi Parzialmente Stabilizzati. I precipitati metastabili tetragonali, finemente dispersi nella matrice cubica, riescono a trasformarsi nella fase monoclina quando viene esercitata su loro una costrizione, per esempio da un crack avanzante nel materiale. In questo caso il campo di pressione, associato all’espansione dovuta alla fase di trasformazione, agisce in opposizione al campo di pressione promosso dalla propagazione del crack. Viene migliorata cosi la tenacità del materiale, poichè l’energia associata con la propagazione del crack viene dissipata nelle trasformazioni T-M e nella sopraffazione della pressione di compressione dovuta al volume di espansione. Attualmente l’ossido di zirconio di utilizzo odontoiatrico è rappresentato da Y-TZP (Yttria stabilized tetragonal zirconia polycrystals), con grani tetragonali a sezione di 80-120 di nanometri; la quota di ossido stabilizzante Y2O3 è di circa il 2-3%.

RISULTATI A 2 anni dal posizionamento degli abutment in zirconia e dal carico protesico non è stato rilevato alcun fallimento delle fixture posizionate e tutte le protesi posizionate risultavano in funzionali. È stato registrato lo svitamento di una vite di ritenzione (abutment screw® – titanio) dell’abutment all’impianto. Nessun’altra complicanza protesica è occorsa a carico degli abutment. In un caso è stata rilevata la frattura del rivestimento estetico in ceramica di una protesi parziale fissa PFD di 3 unità supportata da 2 impianti. Ne deriva che a fronte dei rilevamenti effettuati durante i 24 mesi di follow-up il tasso di sopravvivenza im-

Tabella 4 Indici periimplantari. Controllo a 1 anno dal carico implantare PD

Controllo a 2 anni dal carico implantare

MBI

PD

MBI

Valore medio (mm)

Sondaggi > 3 mm

Valore medio

Sondaggi >0

Valore medio (mm)

Sondaggi > 3mm

Valore medio

Sondaggi >0

1,4

4

0,9

35

1,6

4

0,5

18

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8 Lops/Rossi/Rozza/Fadini/Storelli · Protesi parziale fissa supportata da impianti con abutment di connessione in zirconia plantare iCSR delle fixture posizionate e protesizzate con abutment in zirconia è risultato del 100%; la sopravvivenza protesica delle riabilitazioni completate è stata del 100%; mentre il tasso di successo protesico è stato misurato pari al 94,6%. I valori medi degli indici PD e mBi, registrati durante i 2 anni di follow-up, sono riportati nella tabella 4. L’indice PD è risultato superiore a 3 mm in 4 casi su 352 siti misurati, sondati durante i 24 mesi di follow-up: in tutti i 4 casi questo valore è stato rilevato ai controlli eseguiti nei primi 12 mesi dal carico protesico e si è mantenuto stabile fino all’ultimo controllo. L’indice mBi è risultato non fisiologico in 24 siti di misurazione (9 volte pari a 1 e 13 volte pari 2) su 352 misurazioni, effettuate a 12 mesi dal carico degli impianti: in tutti i casi si è registrata una remissione del sanguinamento con relativa negatività dell’indice mBi dopo igiene orale professionale e controllo nelle due settimane successive al rilevamento di positività dell’indice stesso (valori da 1 a 3) e nel 51% dei casi l’indice mBi è risultato negativo, durante il controllo a 12 mesi. Pertanto, le differenze riscontrate nelle misurazioni di tali parametri a 12 e 24 mesi dal carico implantare per ciascun impianto, sono risultate statisticamente significative (P < 0,05) solo per l’indice di sanguinamento modificato mBi.

DISCUSSIONE La sfida della moderna implantologia circa la riabilitazione di edentulie parziali è volta al ripristino di funzionalità ed integrazione della protesi implantosupportata con i tessuti adiacenti. Nella ricerca di un restauro che si adatti in modo ideale alla dentizione naturale, gli abutment in materiali ceramici aprono nuove prospettive di forma, colore e design. L’altissimo valore nella scala dei grigi proprio di questi abutment assume un’importanza fondamentale nel mantenimento di un aspetto naturale dei tessuti molli periimplantari; infatti, la traslucenza di questo materiale attraverso tessuti marginali di morfotipo anche sottile, garantisce valenza estetica ad un’area di importanza critica per il restauro protesico, ovvero il profilo di emergenza del restauro stesso. Questa opportunità permette di ovviare l’impatto negativo di traslucenza e di valori molto bassi, caratteristici di abutment metallici,

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attraverso i tessuti molli dell’attacco periimplantare,. In aggiunta a ciò, l’alta valenza estetica di restauri protesici supportati da abutment in zirconia è spiegabile non solo con l’evidenza delle caratteristiche cromatiche di tale materiale, ma anche con la sua comprovata biocompatibilità14. Più autori hanno osservato che lo zirconio non ha effetti citotossici quando fatto reagire in coltura con fibroblasti o con estratti usando differenti metodi (vitalità cellulare e metodi MTT)27,28. È stata inoltre dimostrata mediante studio al SEM l’adesione e diffusione di fibroblasti 3T3 a strutture composte da biossido di zirconio28. Test in vitro sulla cancerogenicità (Test di Ames) e sulla teratogenicità (cellular chromosome aberrations) in presenza di ZrO2 + Y2O3 aggiunto con 0,5 ppm di UO2 hanno dato risultati negativi; non venivano inoltre rilevate reazioni contrarie né locali né sistemiche collegate a tale materiale, del quale non veniva riscontrato alcun effetto citotossico. Covacci e Coll.29 hanno riportato nei test di genotossicità l’assenza di aberrazioni nei modelli cromosomici delle colture cellulari. Se alla valenza estetica e biologica viene aggiunta quella biomeccanica16-21, l’ossido di zirconio costituisce un’importante alternativa come materiale per la costruzione di componenti protesiche per la funzionalizzazione di impianti osteointegrati. È inoltre confermato l’alta precisione del fit marginale proprio di framework protesiche30-32 e abutment22 in zirconia. Sebbene interessi un follow-up temporale relativamente limitato, il presente studio ha confermato i risultati riportati da Yildirim e Coll.4 e Wohlwend e Coll.33 sulla resistenza alla frattura di abutment in ossido di zirconio. Nondimeno, gli Autori ritengono necessaria la conferma di tali evidenze con ulteriori studi clinici prospettici e longitudinali su questa tematica, attualmente non disponibili nella Letteratura internazionale. Gli indici periimplantari registrati nel presente studio (profondità di sondaggio e indice di sanguinamento modificato) hanno inoltre mostrato valori confortanti sia a 12 mesi, sia a 24 dal carico funzionale degli impianti. Solamente 4 misurazioni di PD su 352 (1,1%) sono risultate di valore superiore al limite fisiologico fissato in 3 mm in aggiunta a ciò, è stato rilevato un miglioramento statisticamente significativo dell’indice mBi nella serie di misurazioni a 24 mesi, rispetto a quelle a 12. Gli Autori motivano questa evidenza con il miglioramento della compliance dei pazienti durante la

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durata delle osservazioni cliniche. Tuttavia, non solo la motivazione al mantenimento di una corretta igiene orale si è posto alla base dello stato generale buono dei tessuti periimplantari sondati: la Letteratura internazionale è ormai concorde sulle implicazioni biologiche di un misfit biomeccanico a carico delle componenti protesiche implantari34-35. Se da un lato non è stata dimostrata una correlazione statisticamente significativa tra misfit verticale e riassorbimento osseo periimplantare o perdita di osteointegrazione, dall’altro un misfit a livello subgengivale (come ad esempio alla connessione fixtureabutment) può risultare di impatto negativo per i tessuti molli periimplantari. L’aumentato Il rischio di contaminazione batterica di quest’area aumenterebbe, con conseguente infiammazione dei tessuti molli e possibile recessione degli stessi22,34. La scelta di abutment con connessione conica (Astratech Conical Seal®) agli impianti, fatta dagli Autori del presente studio, concorda con la necessità di minimizzare, se non eliminare la contaminazione batterica del solco periimplantare, mantenendo la salute e la naturalità dei tessuti molli adiacenti al profilo di emergenza protesico. Inoltre, Vigolo e Coll.22 hanno dimostrato il mantenimento della precisione di adattamento di abutment in zirconia dopo adeguata fresatura in laboratorio, con riduzione del rischio di sviamento della vite di connessione fixture-abutment.

CONCLUSIONI L’aspetto naturale e di alta valenza estetica dei tessuti molli periimplantari sembra essere influenzato da fattori biologici e cromatici legati al materiale utilizzato come interfaccia per la mucosa, ma anche di natura biomeccanica. La scelta di abutment in zirconia con connessione conica all’impianto rappresentano una scelta terapeutica in grado di soddisfare le esigenze estetiche del clinico e del paziente. Tali esigenze sono rispettate non solo dalle caratteristiche ottiche di questo materiale, ma anche dalla sua biocompatibilità. La ridotta adesività alle superifici in ossido di zirconio, unita alla precisione di adattamento dell’abutment all’impianto, sembrano essere fattori alla base delle evidenze cliniche di questo studio, che testimoniano una ottima salute dei tessuti molli periimplantari e la registrazione di parametri peri-implantari fisiologici.

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RINGRAZIAMENTI Gli Autori ringraziano l’ing. Nicolantonio Rutigliano (Product Manager Astratech® Italia) per la consulenza tecnica offerta durante le fasi di redazione del protocollo di ricerca e di protesizzazione dei pazienti. Autori: Diego Lops, Unità di Implantoprotesi, Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontostomatologia, Clinica Odontostomatologica Polo S. Paolo, Università di Milano. Alessandro Rossi, Unità di Chirurgia Orale, Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontostomatologia, Clinica Odontostomatologica Polo S. Paolo, Università di Milano. Roberto Rozza, Resp. Unità di Parodontologia, Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontostomatologia, Clinica Odontostomatologica Polo S. Paolo, Università di Milano. Luigi Fadini, Ricercatore presso Dipartimento MCO, Clinica Odontostomatologica, Polo S. Paolo, Università degli Studi di Milano. Stefano Storelli, Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontostomatologia, Clinica Odontostomatologica Polo S. Paolo, Università di Milano. Indirizzo per la corrispondenza: Diego Lops, Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontostomatologia, Clinica Odontostomatologica Polo S. Paolo, Università di Milano Via Beldiletto 1/3 - 20142 Milano Tel. 0250319039 - Fax 0250319040 E-mail: diego.lops@unimi.it - E-mail: lops2@libero.it

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Implantologia 2006; 4: 299-309


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Lops/Rossi/Rozza/Fadini/Storelli · Protesi parziale fissa supportata da impianti con abutment di connessione in zirconia

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Partial fixed prostheses supported by osseointegrated implants with zirconia abutments: 2 years prosthetic survival Diego Lops, Alessandro Rossi, Roberto Rozza, Luigi Fadini, Stefano Storelli, Eugenio Romeo

Implant-supported prosthetic rehabilitation aims to get functional and aesthetic results. The performances of zirconia (ZrO2) prosthetic components were examinated by the present longitudinal study. Zirconia abutments and frameworks supporting 88 AstraTech Microthread® implants were evaluated; 60 patients and 60 fixed prostheses (37 single tooth ST and 23 partial dentures PFD) were included in the present study. The follow-up period was from 18 to 24 months. Modified bleeding (MBi) and probing depth (PD) index were recorded to test the status of peri-implant soft tissues exposed to the zirconia prosthetic components. After 2 years of prosthetic loading, no implant or prosthetic failure was recorded. The implant and prosthetic survival rates were of 100%; the prosthetic success rate was of 94.6%. the MBi and PD indexes showed the health and stability of peri-implant tissues exposed to the zirconia prosthetic components. The authors confirmed the reliability of zirconia as prosthetic material for the rehabilitation of osseointegrated implants and its capability of integration with peri-implant soft tissues.

Key words: Zirconia; Single tooth fixed proshteses; Fixed partial dentures; Survival rate; Success rate.

LA RICERCA ITALIANA SEMPRE PIU’ PRESENTE ALL’ACADEMY OF OSSEOINTEGRATION (A.O.)

T

erzo anno consecutivo all’A.O. per il Dr. Enrico Conserva, Professore a contratto presso la cattedra di Protesi Dentaria dell’Università di Genova (titolare prof. Paolo Pera), come relatore nella sessione “Oral Basic Science” sessione riservata alle migliori ricerche scientifiche di base che si contenderanno l’Oral Research Presentation Award. Il suo lavoro dal titolo Analysis of osteoblast proliferation and differentiation induced by different bone graft materials: an in vitro study è stato infatti selezionato insieme ad altre 11 oral basic sciences per l’AO quest’anno a San Antonio (Texas, USA) tra 97 lavori provenienti da tutto il mondo. Il Dr. Conserva è tra l’altro l’unico tra gli italiani ad essere stato selezionato, in qualità di relatore in tale sessione, per tre anni consecutivi (Orlando 2005, Seattle 2006 e San Antonio 2007). Altri suoi due lavori presentati sono stati inoltre scelti per la “Poster Session” di ricerca ottenendo dunque un grande riconoscimento nell’ambito della ricerca internazionale, per sé e per l’Università che rappresenta, da parte di una accademia tra le più prestigiose al mondo. La Redazione


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