il piano per la definizione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nelle aree di interesse storico del 1983 ed il suo interesse attuale Iacopo Zetti
Università degli Studi di Firenze Unità di Ricerca DM_SHS
Nell’aprile del 1983 venne approvato un “piano per la definizione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nelle aree di interesse storico del capoluogo e di Raggioli, con variante al P.R.G.”, curato dall’arch. Raimondo Gramigni e dall’arch. Armando Donnamaria. Oggi tale strumento non è più in vigore; nonostante questo rimane una fonte rilevante di informazioni e un elemento di confronto rispetto agli studi attuali, data la sua cospicua attività di indagine sul patrimonio edilizio del centro di Pelago (e ovviamente anche di Raggioli, caso però per noi non immediatamente utile). In particolare fornisce la possibilità di registrare la situazione degli edifici che circondano la piazza Ghiberti (e non solo) rispetto alle loro condizioni fisiche, alle loro caratteristiche tipologiche, alle trasformazioni nel tempo e, infine, all’uso dell’epoca e ad alcuni dati quantitativi e dimensionali (numero di unità immobiliari e di abitanti, spazi interni, ecc.). La parte di analisi del piano contiene una serie di materiali che risultano ancora oggi utili e che sono stati in parte utilizzati come fonte di informazioni in alcune delle fasi di indagine sviluppate nel corso di questo lavoro. In particolare è importante citare i seguenti due elementi: 1. la ricostruzione della situazione interna agli edifici mediante mosaicatura dei mappini catastali in scala 1:200, con successiva verifica e completamento con rilievi diretti. È questo un documento importante non solo per testimoniare la situazione al momento del rilievo, ma anche per indagare l’evoluzione dell’organismo edilizio nel tempo, mediante uno studio dell’organizzazione degli edifici e delle giaciture della muratura interna, elementi che, lo ricordiamo, non sono stati oggetto del nostro rilievo. Tali dati servono infatti per comprendere il perché di quanto presente all’esterno e per suggerire dunque ipotesi sulla storia urbana e sulla formazione e trasformazione nel tempo dell’edilizia che circonda la piazza e, di conseguenza, della piazza stessa; 2. la schedatura degli edifici, che riporta una serie di dati, ovviamente modificatisi nel corso del tempo, ma che permettono un confronto fra la situazione all’inizio degli anni ’80 e oggi. In questo senso vale la pena soffermarsi su alcune informazioni di dettaglio come per esempio la dimensione media degli alloggi che sappiamo variare fra i 53,5 m2 ad alloggio nella zona di via Vittorio Emanuele III, i 73 m2 nel proseguimento degli stessi edifici sulla piazza e i 90 m2 presenti in altre parti del tessuto edilizio, e per alcuni casi particolari, come per il Palazzo Stupan, con unità anche di grandi dimensioni. Le schede evidenziano una forte differenza di cura e conservazione fra alloggi in af-