firenze radicale
ginale, fissato nel segno, ci orienta in direzioni date, ci riconduce [appunto] all’intenzione dell’autore” (Eco, 2009, p. 182). Eco è anche uno dei componenti del Gruppo 703, costituitosi a Firenze nel 1963 su iniziativa di giovani artisti e letterati che esprimono un approccio critico nei confronti dei comportamenti passivi indotti dai mass media. Caratteristica principale del gruppo è l’interdisciplinarietà e, a questo proposito, nel 1964 il gruppo organizza un festival al Forte di Belvedere che comprende anche il convegno sul tema Arte e tecnologia, un’esposizione dedicata a pittori impegnati in ricerche parallele alla pop art, una serie di concerti-letture dedicati a poeti sperimentali e a musicisti gestuali aleatori, dimostrando quindi come la città fosse attraversata in quegli anni da uno spirito di innovazione extra, mettendo in gioco tematiche che saranno poi di grande interesse fino ai nostri giorni4. Afferma Giuseppe Chiari: Il problema del rapporto fra mondo artistico e mondo industriale è stato già affrontato in altri convegni. Nel nostro questo rapporto non è stato considerato impossibile, improponibile, come vorrebbero i post-idealisti; né è stato considerato possibile, semplice, da risolvere con analogismi, come vorrebbero i neo-meccanicisti. Siamo partiti da un’ipotesi, per me la più utile, di complessità; una complessità fatta di relazioni e funzioni reciproche fra arte e industria; e si è svolto un lavoro di analisi di questa complessità. In fondo il Gruppo 70 non vuole essere che un centro d’incontri fra artisti e studiosi operanti in direzioni diverse, su materie diverse, ma comunque tendenzialmente uniti — mi sembra di poter affermare — dal credere in un concetto continuamente rinnovantesi di ‘avanguardia’ e dal credere nella personalizzazione dell’operare artistico, nella responsabilità del ‘gesto’, nella non-fine dell’arte, insomma (Gruppo 70, 1965, p. 104).
Chiari, in particolare, negli anni Sessanta, come musicista, aderisce al gruppo internazionale e interdisciplinare Fluxus, suonando ‘strumenti impropri’, sulla scia dell’insegnamento di John Cage, con azioni provocatorie tese a distruggere il conformismo sonoro rappresentato simbolicamente dal pianoforte. Nel 1962, nasce un vero e proprio sodalizio con 3 Il Gruppo 70 si costituisce ufficialmente a Firenze attorno alle tematiche della ‘poesia visiva’ con l’organizzazione del convegno intitolato Arte e comunicazione, promosso da Pignotti e Miccini presso il Forte di Belvedere, nei giorni 24-26 maggio 1963, qualche mese prima della mostra intitolata Tecnologica (Firenze, Galleria Quadrante, 14 - 31 dicembre 1963). Il gruppo comprende musicisti, poeti e artisti che producono opere di natura ‘inclusiva’ come nella pop art, utilizzando ritagli di giornale, fotografie, ecc. per realizzare collage d’impatto, ironici e diretti. Ne sono i fondatori Eugenio Miccini, che ha alle spalle studi filosofici e teologici (sua l'invenzione del termine ‘poesia visiva’), Lamberto Pignotti, semiologo e teorico della pubblicità, Lucia Marcucci e Luciano Ori. In seguito si sono aggiunti lo stesso Chiari, Sergio Salvi, Ketty La Rocca, i pittori Antonio Bueno e Silvio Loffredo; mentre nel campo più specificatamente letterario i nomi principali sono quelli di Luciano Anceschi, Eugenio Battisti, Mauro Bortolotto, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Gianni Scalia e Roman Vlad. 4 Pignotti e Miccini sono gli organizzatori e curatori della parte teorico-saggistica del convegno intitolato Arte e tecnologia (Firenze, Forte di Belvedere, 27-28-29 giugno 1964), mentre Chiari cura la parte spettacolare-artistica. I vari interventi del convegno sono raccolti in Gruppo 70, 1965, pp. 104-180.
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